IMPERO 31 a.C.- 476 d.C. REPUBBLICA 509 – 31 a.C. LA STORIA DI ROMA (2) Con il fallimento delle riforme dei Gracchi si aprì la crisi della Repubblica. Nel I secolo a.C. infatti la classe dirigente romana si divise in due gruppi (gli ottimati ei i popolari) che scatenarono una guerra civile. Lo scontro si concluse nel 83 a.C. con la vittoria degli ottimati, ma la pace durò poco più di trent’anni perché dal 60 a.C. tre uomini potenti di Roma si allearono per dividersi il potere. Questi tre uomini erano Pompeo, Crasso e Giulio Cesare e la loro alleanza venne chiamato triumvirato, cioè governo di tre uomini. Pompeo era un generale famoso per aver sconfitto i pirati che infestavano il Mediterraneo; Crasso era un uomo ricchissimo, sostenuto dai cavalieri; Cesare era un abile generale, impegnato in una grande battaglia contro i Galli (nell’attuale Francia). All’inizio la loro alleanza funzionò, ma quando Crasso improvvisamente morì (53 a.C.) il Senato si alleò con Pompeo e tolse il potere a Cesare. Cesare allora attaccò Pompeo e scoppiò in questo modo una nuova guerra civile che si concluse con la vittoria di Cesare nel 48 a.C. Ritornato a Roma Cesare concentrò nelle sue mani tutti i poteri principali e si fece chiamare imperatore, che significa generale vittorioso. Il potere di Cesare durò pochi anni perché nel 44 a.C. venne ucciso da coloro che volevano salvare la Repubblica dal rischio di una monarchia. Morto Cesare tre uomini a lui vicini si allearono in un secondo triumvirato per vendicare la sua morte: erano Ottaviano, figlio adottivo di Cesare, Marco Antonio, generale dell’esercito e Lepido, comandante della cavalleria di Cesare. Come era già successo con il primo triumvirato, per un po’ i tre governarono in accordo, poi Lepido venne allontanato e Ottaviano si scontrò con Marco Antonio. La battaglia finale avvenne nel 31 a.C. e vide la sconfitta di Marco Antonio. Con questa vittoria terminava definitivamente la Repubblica e aveva inizio la storia dell’Impero Romano. Ottaviano divenne il padrone di Roma e concentrò nelle sue mani tutti i poteri più importanti. Scelse per sé il nome di principe, cioè primo cittadino dello Stato, mentre il Senato gli attribuì quello di augusto, cioè consacrato dai sacerdoti. L’impero di Ottaviano Augusto durò fino al 14 d.C. e dopo di lui regnarono altri quattro membri della sua famiglia (Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone) fino al 48 d.C. Tutti questi primi imperatori ebbero molti scontri con il Senato che voleva riprendersi parte del proprio potere perduto. Dopo la morte di Nerone l’esercito impose come imperatore il primo non nobile, Vespasiano, che era un cavaliere. Il II secolo d.C. fu per l’impero un periodo di pace e di sviluppo, nel quale la maggior parte degli imperatori governò con equilibrio, collaborando con il Senato. Alcuni di loro come Adriano (117-138) e Marco Aurelio (161-180) furono dei veri filosofi e si comportarono con grande saggezza. In questo secolo venne raggiunta anche la massima estensione dell’Impero con le conquiste di Traiano (98117) che sottomise la Dacia (l’attuale Romania) e altri territori ad Oriente. Sempre nel II secolo nell’Impero ci fu anche la diffusione del Cristianesimo, tramite l’evangelizzazione, cioè la diffusione da parte degli apostoli del messaggio di Gesù Cristo. Ben presto le comunità cristiane crebbero e si organizzarono. A capo di ognuna si trovava un vescovo, considerato successore degli apostoli. Le comunità cristiane presero il nome di Chiesa, cioè assemblea. Le autorità romane giudicavano i cristiani una minaccia perché affermavano la uguaglianza di tutti gli uomini e rifiutavano di adorare l’imperatore. Perciò furono colpiti con violente persecuzioni in cui morirono martiri, cioè a causa della loro fede, molti cristiani. Verso la fine del II secolo cominciò per l’Impero un periodo di decadenza e di crisi dovuta a molteplici fattori: ● Ebbe luogo un terribile epidemia di peste che causò milioni di morti ● Negli anni seguenti si verificò una crisi economica (meno uomini lavoravano i campi e si produceva di meno, i prodotti sul mercato costavano di più e solo pochi potevano permetterseli) ● L’Impero era minacciato da popolazioni di confine come i Persiani a sud-est e i Germani a nord-est. Per sostenere lunghe guerre con questi popoli ci si affidò all’esercito che divenne sempre più importante fino al punto di eliminare un imperatore quando diventava scomodo. Dopo il 250 d.C. l’Impero cominciò lentamente ad uscire dalla crisi grazie ad alcuni imperatori forti che ripresero nelle proprie mani il potere assoluto. Agli inizi del III secolo l’imperatore Diocleziano (284-305), per risolvere i problemi dell’impero, decise varie riforme fra cui quella dello Stato. Assegnò ad un abile militare, Massimiano, il governo della parte occidentale e tenne per sé quello della parte orientale. I due imperatori (detti entrambi Augusti) scelsero poi un collaboratore ciascuno (detto Cesare) e ad esso diedero il governo di alcune province. Questo nuovo sistema venne chiamato tetrarchia, cioè governo di quattro. Roma cessò di essere il centro dell’Impero.