Parma, Conservatorio Arrigo Boito 14 marzo 2009 Fabrizio Fanticini Assicurazione della qualità e specificità del settore AFAM Il passaggio del sistema della formazione artistico e musicale nel settore della alta formazione è avvenuto di recente e ha instaurato all’interno degli istituti un processo di trasformazione di ampio respiro, ancora non concluso. Dall’immobilismo di programmi e strutture pensate nei primi anni del ‘900 se non nell’800, si è improvvisamente passati non solo all’introduzione di nuove discipline, ma alla totale reinvenzione dei percorsi formativi. Da una prima fase di quasi euforica, quanto scoordinata sperimentazione seguita alla applicazione della legge 508, si sta ora vivendo una fase positiva di riflessione, normalizzazione e coordinamento, che se non può certo dirsi conclusa, è perlomeno possibile apprezzarne la strutturazione. In un tale processo dinamico il nucleo di valutazione, oltre ad essere l’anello che raccorda il singolo istituto con i livelli di valutazione nazionale e settoriale, si configura come una sorta di cartina di tornasole per comprendere il livello di inserimento dell’istituto nel contesto europeo. In questo senso i processi legati all’assicurazione della qualità sono sicuramente una delle maggiori opportunità di evoluzione e crescita che ci vengono offerte. L’accertamento della qualità come fatto organico del Processo di Bologna È questo un aspetto che ritengo fondamentale sottolineare. L’inserimento nel contesto europeo dell’istituto deve passare attraverso l’appropriazione di metodologie e processi che, perlomeno nel settore dell’alta formazione musicale, debbono essere ancora pienamente assimilati. Come è ben visibile nella scheda del punto E del documento sull’accreditamento realizzato dall’AEC che trovate nella cartellina, per poter giungere al livello qualitativo auspicato è necessario concepire il Processo di Bologna come fatto organico articolato in molteplici ambiti di azione che, come gli ingranaggi di un meccanismo ad orologeria, non possono essere isolati dal contesto generale senza comprometterne l’efficacia complessiva. Facciamo un esempio; solo per menzionare alcuni dei moltissimi aspetti, per raggiungere lo scopo di un titolo realmente spendibile occorre: documentare chiaramente il curriculum formativo seguito dal diplomato e i risultati in esso conseguiti lo strumento è il Diploma Supplement; che il percorso formativo abbia portato ad acquisire competenze coerenti con le richieste dell’offerta occupazionale a tal fine è necessario un monitoraggio costante, da un lato della occupabilità post diploma e dall’altra della tipologia dell’offerta di lavoro; che i dati di queste indagini siano stati portati alla discussione degli organi di governo dell’istituto e abbiano prodotto le corrette conseguenze quindi 1 che il Nucleo di valutazione abbia riportato tali dati nei rapporti e che l’informazione abbia raggiunto gli organi di governo. Per una azione efficace del Nucleo di Valutazione Come dicevo poc’anzi, il sistema AFAM ha da poco iniziato la sua trasformazione; questa trasformazione si caratterizza con diverse modalità e tempi di realizzazione tra i diversi settori che lo compongono. Quindi viene da sé che i prerequisiti ad una azione efficace del Nucleo di valutazione siano: che acquisisca una profonda conoscenza della realtà in cui opera; occorrerà quindi che i componenti del Nucleo siano guidati da una persona che conosca profondamente i vari aspetti della vita dell’Istituto, nell’appropriazione dei molti caratteri specifici che differenziano il settore dell’Alta formazione non universitaria da quello dell’Alta formazione universitaria. CLIC che il suo operare venga percepito dalle tre componenti, studenti, docenti e personale ATA, come reale opportunità e non come astratto quanto inefficace esercizio burocratico. CLIC Che le strategie operative si caratterizzino con una graduale quanto progressiva focalizzazione agli obiettivi. Modulare le attività del Nucleo di valutazione con le possibilità di evoluzione dell’istituto Relativamente quest’ultimo punto, reputo fondamentale riuscire a modulare con la massima gradualità l’evoluzione dei processi di indagine e analisi da parte del Nucleo con le reali possibilità e capacità di evoluzione dell’istituto in cui opera. Vedrei come processo operativo ottimale, un continuo rimando tra rilevazioni operate dal Nucleo e produzione di strategie evolutive o correttive da parte degli organi di governo dell’istituto, con una consequenzialità che non risenta ne’ di eccessive “corse in avanti” e neppure di eccessive cautele da una parte o dall’altra, ma un progressivo e graduale cammino comune che produca una evoluzione consapevole. Tale evoluzione consapevole non può avvenire che tenendo in costante considerazione i Descrittori di Dublino. Permettetemi un ulteriore esempio applicato all’area musicale a cui appartengo. I Polifonia/Dublin descriptors (PDD) come costante riferimento Riferiamoci alle capacità che secondo i Polifonia/Dublin descriptors (PDD) dovrebbero possedere i laureati del settore musicale: 1. dimostrare le abilità, la conoscenza e la comprensione artistica 2. applicare tale capacità, la conoscenza e la comprensione artistica in vari contesti 3. analizzare criticamente, riflettere ed emettere giudizi 4. comunicare in ambiti differenti 5. arricchire le loro capacità. 2 Rapportiamo i contenuti dei vari punti con l’eredità consolidata che ci proviene dal vecchio ordinamento e il prodotto del cambiamento avvenuto conseguentemente alla riforma: prendiamo ad esempio il punto 1, le abilità erano il punto di forza del “vecchio conservatorio”; oggi livello è rimasto invariato, ha avuto un incremento o un decremento? Le abilità si caratterizzano in maniera differente rispetto al passato? Conseguentemente gli organi di governo dell’istituto dovranno elaborare eventuali strategie per rafforzare l’incremento o risolvere deficit, mentre il nucleo dovrà individuare metodi di analisi coerenti al monitoraggio dei risultati; il livello di conoscenza e la capacità di comprensione artistica fornita dalla formazione nei “vecchi conservatori” era decisamente monodirezionata, sia come area, la musica e prevalentemente l’interpretazione musicale, sia come periodo storico, dalla seconda metà del ‘700 al tardo ‘800; in questo caso sarà importante monitorare l’efficacia del processo di cambiamento già attuato e fornirne i dati all’analisi degli organi di governo. E nello stesso modo possiamo procedere con gli altri punti. Le modalità di rilevazione e analisi Un problema immediatamente conseguente è la modalità di rilevazione e analisi. Spesso ci sono aspetti che non è possibile rilevare con un questionario o con dati statistici, ma solo attraverso la comparazione e la correlazione di più metodologie di indagine, magari rilevandone l’evoluzione in periodi di più anni. È per questo che ritengo importante che il primo rapporto finale prodotto dal nucleo di valutazione fotografi nel modo più dettagliato possibile l’istituto anche in quegli aspetti che in futuro possono essere funzionali ad un raffronto storico. Anche in questo caso il documento dell’AEC allegato in cartellina fornisce una chiara indicazione al punto E: Dati statistici (numero degli allievi, degli insegnanti, delle informazioni finanziarie, ecc) Documentazione dei programmi di studi, delle attività artistiche, delle strutture, biografie degli insegnanti, ecc. (cioè documenti che solitamente già esistono) Documenti di politica strategica che presentano la valutazione da parte dell'istituzione dell'attività in corso, così come la descrizione dei nuovi obiettivi e dei metodi applicati per raggiungerli. I rapporti finali successivi potranno divenire più snelli, rilevando eventualmente solo gli aspetti in evoluzione. L’analisi degli aspetti logistici, strutturali e della dotazione strumentale Soprattutto nel nostro settore artistico–musicale, sarebbe assolutamente sbagliato sottovalutare l’importanza degli aspetti strutturali, logistici e della dotazione strumentale per una formazione di qualità; gli ambienti per la didattica, gli strumenti e le attrezzature tecniche, possono favorire o ostacolare il processo formativo in 3 particolar modo nel nostro settore dove spesso gli studenti passano intere giornate in attività di studio possibili solo nell’istituto e non nella propria abitazione privata. L’analisi: calare i risultati nella specifica realtà Anche nell’analisi dei dati è necessario calarsi nelle specifiche realtà per riuscire a comprendere la portata dei cambiamenti in atto. Penso ad esempio alla prima impressione che si può avere nel leggere le curve di valutazione degli esami nei conservatori. Non conosco a sufficienza gli istituti delle altre aree del settore AFAM, ma posso affermare con certezza che le curve relative alle valutazioni nei conservatori sono prevalentemente appiattite verso l’alto. Anche in questo caso, come in molti altri, prima di dare un giudizio definitivo si rende necessaria una analisi del contesto in cui ciò si verifica; si vedrà allora che se è vero che il passaggio dalla valutazione in decimi a quella in trentesimi ha portato un generale appiattimento verso l’alto delle valutazioni, e di questo dovrà farsi carico il corpo docente, è altrettanto vero che il carattere di forte motivazione che contraddistingue lo studente di musica produce come effetto che valutazioni ritenute ottime all’università, vengano spesso rifiutate dallo studente di conservatorio. Inoltre, frequente è il caso di studenti che nel corso dell’esame, non ritenendo di realizzare al meglio la prova, lo interrompono ancor prima di avere il giudizio della commissione. Conseguentemente l’analisi dei dati dovrà tenere conto di tutti questi aspetti. Anche per ciò che riguarda l’efficacia della distribuzione delle discipline e dei carichi di lavoro nei piani di studio, è molto rischioso affidarsi alle sole interviste o ai soli dati oggettivi, mentre è indispensabile interrelare in una approfondita analisi questi dati con quelli oggettivi dei risultati della formazione, leggendoli in una prospettiva temporale di più anni. Una notevole importanza nel processo formativo hanno anche le attività non curricolari o esterne e i periodi di formazione all’estero. Queste attività, oltre a proiettare lo studente in una realtà spesso stimolante, gli consentono di sviluppare le sue capacità critiche, di relazione e di comunicare in altre lingue. Oltre ad una semplice rilevazione statistica in termini quantitativi è importante rilevarne l’incidenza sulla didattica: una quantità insufficiente o eccessiva, una qualità o coerenza non appropriata possono nuocere. L’anonimato L’anonimato nelle rilevazioni è uno degli aspetti più delicati che necessita di una particolare attenzione. Gli studenti, ma anche i docenti e il personale ATA, sono particolarmente sensibili e sospettosi a riguardo. Una scarsa garanzia può addirittura invalidare il risultato dell’indagine. La garanzia dell’anonimato può essere fornita: Utilizzando processi di rilevazione informatizzati in tutte le sue fasi; 4 Pubblicizzando nel modo più trasparente la metodologia di rilevazione. I sistemi informatici aiutano enormemente sia la raccolta dei dati che la loro analisi; inoltre con tali sistemi si può garantire l’anonimato assegnando password individuali che consentano la compilazione di un solo questionario. Faccio presente che come è indispensabile garantire l’anonimato al compilatore, è altrettanto indispensabile attuare tutte le strategie che consentano di ridurre il rischio di doppie compilazioni, risposte non interpretabili, compilazioni condizionate, ecc. Un ulteriore vantaggio si può ottenere attraverso l’utilizzo di internet per la compilazione dei questionari; in tal modo tale operazione potrà essere svolta in tutta tranquillità e in qualsiasi luogo provvisto di collegamento alla rete, anche se lontano dalla sede dell’istituto. L’occupabilità Se per le Accademie e per gli ISIA storicamente vi è una maggiore abitudine a colloquiare con un mondo produttivo articolato, per conservatori e istituti musicali la consuetudine è decisamente minore; ciò contrasta con una offerta occupazionale che nell’ambito musicale è in decisa trasformazione. Non voglio essere frainteso; non ritengo assolutamente superata la vocazione primaria del conservatorio a mantenere in vita e ad evolvere un linguaggio musicale storicamente consolidato, ma al contrario, proprio perché linguaggio, anche nelle sue espressioni storiche deve confrontarsi con il presente e agire in esso. Per ottenere un offerta formativa adeguata alle richieste del mercato del lavoro occorre non solo rincorrere con nuovi curricula le esigenze emergenti, ma formare studenti in grado di aggiornarsi in maniera autonoma. Indispensabile è comunque un continuo monitoraggio del livello occupazionale dei diplomati, nonché di tipologia e offerta di occupazione. A tal fine gli strumenti forniti dalle istituzioni del nostro settore sono del tutto insufficienti se non assenti. Occorrerà quindi individuare organismi esterni in grado di monitorare quanto possibile tali aspetti, valutandoli nella loro tendenza storica. I risultati delle valutazioni e i loro riflessi operativi I referenti diretti del rapporto all’interno dell’istituto sono naturalmente il Direttore, il Consiglio Accademico, il Consiglio di Amministrazione e i Dipartimenti. Di questi ultimi voglio sottolineare l’importanza strategica. I dipartimenti nei conservatori hanno dimensioni quasi sempre contenute; ciò consente di avere una visione estremamente particolareggiata di ogni aspetto, non solo didattico, all’interno del proprio ambito. È all’interno del dipartimento che aspetti solo suggeriti dalle rilevazioni ma non sufficientemente precisati possono essere definiti nei loro particolari. In particolare con le prime rilevazioni non sarà possibile particolareggiare più di quel tanto le indagini, mantenendo le domande su aspetti abbastanza generali. 5 Questo consente di indagare su un ampio raggio di aspetti che coinvolgono la vita e la didattica nell’istituto, facendone emergere quegli aspetti salienti che progressivamente nelle indagini degli anni successivi potranno essere precisati. È soprattutto nel primo periodo di operatività del Nucleo che alcuni aspetti che possono anche solo trasparire dai dati delle rilevazioni senza poter divenire espliciti, se portati alla analisi in seno al dipartimento, dove vi è conoscenza diretta della realtà, possono divenire evidenti e produrre efficaci indicazioni per interventi e ulteriori futuri rilievi. La diffusione capillare del rapporto Ultimo aspetto che voglio sottolineare è l’importanza dell’informazione all’interno dell’istituto relativamente ai lavori del Nucleo e la diffusione capillare del rapporto finale non solo presso agli organi di governo, ma anche tra studenti, docenti e ATA. Ciò, oltre a produrre riflessioni utili ad una positiva evoluzione, consente di instaurare un rapporto di fiduciosa consuetudine tra le tre componenti e il Nucleo stesso, rendendone più efficace l’azione. 6