LEZIONE 9 L’inflazione 1) Che cos’è l’inflazione DEFINIZIONE: è la variazione del livello generale dei prezzi, ossia della media dei prezzi. Differenza tra inflazione e variazione dei prezzi relativi. E’ un fenomeno monetario, che può avere cause anche non monetarie Inflazione; misure della variazione del livello dei prezzi; perché è importante sapere deflazionare una quantità nominale ( reddito, ricchezza ); come farlo: rinvio F-B pp. 403413 1 Inflazione percepita. L’inflazione è l’aumento della media dei prezzi ( del paniere preso come riferimento ). Pertanto può succedere: a- il paniere di riferimento può non essere egualmente significativo per tutti: dipende dal tipo di famiglia. Es. famiglie povere e famiglie ricche b- variano i prezzi relativi e spesso si presta attenzione più a quelli che aumentano che a quelli che diminuiscono. Es. si guarda ai prodotti che si consumano più abitualmente ( es. alimentari ) e non agli altri ( es. beni durevoli ) c- i beni contenuti nel paniere sono inadeguati. Non si dà sufficientemente peso ai beni dell’ ICT d- psicosi collettiva ( analogia con sicurezza ) 2) I costi sociali dell’inflazione 2 A) B) C) D) Perdita di potere d’acquisto della moneta. Il problema è serio in caso di inflazione elevata o iperinflazione. L’effetto può essere quello della sostituzione di scambi monetari con baratti. Es. Argentina Fiscal drag. L’aumento del reddito puramente nominale determina un aumento delle imposte, anche per effetto del passaggio a scaglione fiscale superiore. Penalizzati relativamente redditi più bassi. Penalizzazione dei percettori di reddito fisso ( price takers ) rispetto ai percettori di reddito variabile – imprese e lavoro autonomo – ( price setters ) Penalizzazione dei creditori a favore dei debitori, e dei possessori di ricchezza il cui valore aumenta con l’inflazione (es. immobili ) 3 3) Inflazione e tassi d’interesse Il tasso d’interesse nominale (t.i.n.) è il rendimento nominale del capitale. Un titolo di stato venduto al prezzo di €100 che prevede un pagamento annuale di € 5 ha t.i.n. del 5% ossia un rendimento nominale del 5%. Che succede se i prezzi aumentano del 2% ? Ricevo annualmente sempre € 5, ma 2 sono “annullati” dall’inflazione, così che il suo rendimento “reale” è pari a € 3. Il suo tasso d’interesse reale t.i.r. è 3%. >>> t.i.r. = t.i.n .– tasso d’inflazione In generale i t.i.n. si adeguano al tasso d’inflazione così che i t.i.r. non subiscono variazioni brusche per effetto dell’inflazione ( salvi problemi di adeguamento nel brevissimo periodo): effetto Fisher 4 LEZIONE 10 - 11 In queste due lezioni si spiega cos’è lo sviluppo economico, quali ne sono i fattori e come la crescita del reddito sia assai irregolare ( cicli e crisi ). In particolare si mostra l’importanza della produttività del lavoro e il ruolo determinante del consumo. Infine ci si pone il problema se non debba esservi un limite alla crescita 5 Idea sottostante ai capitoli che seguono: il modello implicito utilizzato dal testo, e dalla vulgata economica, è che ogni sistema economico cresce, nel lungo periodo - con velocità diversa e variabile - in funzione dell’ammontare e della qualità degli input produttivi utilizzati: il lavoro e la sua produttività, il capitale fisico e la sua produttività, la tecnologia, gli imprenditori, il funzionamento delle istituzioni. La crescita non è costante: nel breve/medio periodo il PIL segue fasi di maggiore e minore aumento (ciclo) rispetto alla media di lungo periodo. Talvolta abbiamo boom, depressioni e fenomeni inflazionistici. Le politiche pubbliche possono agire sia sul tasso di crescita tendenziale (g*) - politiche “strutturali”- e soprattutto sul ciclo e sull’inflazione - politiche “anticicliche” e/o deflazionistiche – cercando in particolare di evitare la depressione ( g < 0 ). Se questa arriva, si usano strumenti di emergenza. Gioca sempre un ruolo importante la moneta e la finanza, e quindi il sistema bancario. 6 1) Tasso di crescita e interesse composto Supponiamo che la crescita g* = ∆Y / Y sia costante negli anni; ad es. g = 0.02 e il suo livello a t=0 (Y0) è 250. Dopo 10 anni: Y*10=250 (1+0.02) (1+0.02) (1+0.02) (1+0.02) (1+0.02) (1+0.02) (1+0.02) (1+0.02) (1+0.02) (1+0.02) = 250(1 + 0.02)10 = 304.7 Il valore di Y*10 dipende da Y0, da t e da g, che dipende da tutti i fattori sopra detti, che esamineremo. 2) Definizioni. Intendiamo per ciclo le oscillazioni più o meno regolari attorno alla crescita tendenziale. Intendiamo per boom e per recessione un andamento di crescita e di rallentamento assai più accentuati ( in recessione g < 0 ) Il boom è molto spesso associato a “bolle” speculative ( finanza o altro ) e la depressione è il più delle volte la conseguenza di crisi finanziarie. Si pensi al boom della new economy ( fine anni ’90) o alla crisi del ’29 e del 2008. 7 Y prosperità ESPANSIONE Y/Y CRISI ESPANSIONE DEPRESSIONE CRISI RIPRESA depressione ciclo economico IL CICLO ECONOMICO consiste in oscillazioni del PIL reale intorno al suo livello di crescita costante di lungo periodo. Nel corso di tali oscillazioni il sistema alterna fasi di espansione a fasi di recessione e si colloca via via in regioni di prosperità e depressione. 8 9 3)Produttività del lavoro e tasso di partecipazione Se Y = PIL, N = numero di lavoratori occupati >>> Y = (Y/N)x(N). I fattori che incidono sul reddito, ossia sul benessere collettivo (se non consideriamo la distribuzione interna del reddito ) sono: produttività del lavoro e il numero di lavoratori occupati. Dati (Y/N) e N si ottiene Y* ( il reddito “naturale”, o potenziale ), ossia quel livello di prodotto nazionale determinato dalle variabili di lungo periodo della economia. In Italia (N) , almeno ufficialmente, è sempre stato basso (pochi lavorano, meno che in altri paesi) e negli ultimi anni anche la produttività è cresciuta poco: il problema è serio ! 10 11 12 L’idea è che ogni anno t vi è un Y*t potenziale, ossia un livello di prodotto nazionale che le condizioni di miglior sfruttamento delle risorse disponibili consentirebbero di raggiungere. Se Y*t > Yt, ( dove Yt è il reddito effettivamente prodotto ) vuol dire che per qualche motivo non vi è piena utilizzazione delle risorse. Obiettivo della p.e. è quello di far sì che Y* sia il più elevato possibile e che la differenza Y*t - Y t sia la minore possibile. 4)Vi sono almeno tre motivi per cui quella fatta è una rappresentazione molto semplificata, (se non ideologica) della realtà. 13 A- La crescita è un fenomeno ben più complesso. Lo sviluppo di un paese è in primo luogo l’esito di un necessario impegno collettivo e condiviso che riguarda: il desiderio di miglioramento delle condizioni economiche; l’accettazione/ ricerca di cambiamento (tecnologico, mobilità geografica, professionale e sociale delle persone, mutamento delle istituzioni, etc.). Sviluppo vuol dire cambiamento economico, sociale e istituzionale ! Soddisfatte queste precondizioni - che per inciso nel Vecchio Continente sono oggi più deboli che nei paesi emergenti ( non così negli anni ’50 e ’60 ), oltre che negli USA - le variabili economiche di cui sopra sono determinanti. Osserviamo, per inciso, che in generale la crescita è tanto maggiore quanto più basso è il punto di partenza, anche per effetto del fenomeno del catching up 14 Tasso di crescita PIL USA, Italia, Giappone, Cina (2006-2009) 15 16 17 Sharp increase in GDP during the reform period. GDP has risen from Rmb362.4 billion in 1978, at the start of the reform period, to Rmb30 trillion in 2008 (both figures at current prices). 18 How China's GDP rose and fell from 1952 to 2009 1953 Hyperinflation conquered; civil war and land reform ended: GDP up 15.6% in real terms. 1958-59 So-called "Great Leap Forward" devastated agriculture: result was falling GDP in 1960-62. (Figures for 1958-59 highly suspect, as the statistical network was largely destroyed in the "Leap", when absurdly high increases in output were reported by frightened local officials.) 1963-66 Partial restoration of market economy in the countryside promoted faster growth of agriculture. 1967-68 Production undermined by the so-called "Great Proletarian Cultural Revolution", that was initiated by Mao in mid-1966 and effectively ended by People's Liberation Army intervention in 1968. 1969-70 High growth rates followed the restoration of order after the "cultural revolution". 1976 Widespread earthquakes, including the worst ever at Tangshan, hit industrial centres, while agricultural output was hit by drought; policy paralysis resulted from the anti-Deng campaign, followed by Mao's death and the arrest of the Gang of Four. GDP fell. 1978-1982 Smashing the communes and restoring family farming jacked up agricultural (especially grain) output. 1983-85 Double-digit real GDP growth accompanied the first wave of foreign investment into China, and non-state enterprises started to develop. 1989-91 Growth slowed after the government braked the overheating economy following an aborted effort at wholesale price reform in 1988 which resulted in panic buying and runaway inflation. Price stability was achieved by cancelling large fixed investment projects, slowing domestic demand. Foreign investment fell off after the Beijing Massacre of June 1989. 1992 Deng Xiaoping's Southern Tour at the beginning of the year massively boosted foreign direct investment inflows into coastal areas and started a wave of government investment in Shanghai. Record trade and GDP growth and inflation followed. 1993 Zhu Rongji appointed to rein in the overheating economy, this time more selectively than in 1989-91. Growth rates subsided gradually in subsequent years, producing a so-called "soft landing". During the 1990s, living standards continued to rise, as evidenced by the proliferation of consumer durables, especially among the urban population. Continuing FDI inflows helped boost foreign exchange reserves to record heights in the late 1990s. Especially after the publication of the 1998 GDP figures, economists, both in China and abroad, have raised serious doubts about the quality of China's national accounts, which appeared in the late 1990s to overstate economic growth and are now suspected of understating growth. This may be because the statistical system tends to overestimate output at the trough of the cycle and underestimate output at the peak. The preliminary estimate for real GDP growth was 9%. This was revised upwards to 9.6% on 25 December 2009, when current-price GDP in 2008 was re-calculated to be CNY31,404.5 billion. 19 B- Se è vero che il ciclo economico – inteso come deviazione rispetto alla tendenza di sviluppo - ha spiegazioni abbastanza semplici, legate soprattutto alle “attese” (errate per eccesso o per difetto) delle imprese e dei consumatori, ben diverso è il fenomeno delle crisi che quasi sempre seguono squilibri dei mercati finanziari - effetto di ondate speculative - che il più delle volte impattano sui mercati reali. Dovrebbe essere obiettivo della p.e. far sì che le oscillazioni e le crisi rimangano entro un intervallo accettabile. Attenzione però: la p.e. non è fatta da “anime belle” che hanno in mente un non ben definito “interesse collettivo” , ma è il frutto di mediazioni politiche di vario genere ! 20 C- Lo sviluppo non può non essere trainato dalla domanda aggregata. In generale, e soprattutto nei paesi già sviluppati, questa domanda consiste in consumo – vedi caso USA, UK – e/o in esportazioni – vedi caso Germania e Italia – o in spesa pubblica, soprattutto in fasi sfavorevoli del ciclo. Il consumo è oggi, a livello globale, il locomotore dello sviluppo: nei paesi sviluppati esso è “drogato” – pubblicità, incentivi vari, politica monetaria, etc.. Siamo nella società del consumo nella quale si consuma per poter lavorare, non il contrario, come in altri tempi. I consumatori diventano “benefattori” sociali! La recente crisi è, in buona parte, l’esito di questa filosofia dello sviluppo, specie negli USA, ma non solo. Domanda: consumiamo troppo ?(rinvio) 21 5) Fattori che influiscono produttività del lavoro i) sulla La qualità del capitale umano, che a sua volta dipende da addestramento istruzione, formazione motivazione e organizzazione Queste variabili possono determinare l’aumento quantitativo della produzione – più unità prodotte dalla stessa persona nell’unità di tempo – e/o qualitativo – qualità migliore dello stesso prodotto o prodotti più evoluti. La componente “qualità“ è più importante nei paesi più sviluppati. Tenere conto che il numero di ore lavorate tende a decrescere con l’aumento di Y ( anche se il caso USA non lo conferma ); inoltre aumenta l’età di pensionamento e quindi l’offerta di lavoro. 22 ii- La quantità e qualità del capitale fisico. Infatti: più macchinari per persona >> maggiore produttività di ogni lavoratore. Ricordare però la legge dei rendimenti decrescenti macchinaritecnologicamente più avanzati (es. robot) hanno il doppio effetto di produrre di più e con meno lavoro iii- La disponibilità di maggiori risorse naturali ha un effetto particolare sullo sviluppo. Infatti è un’ attività produttiva, che spesso esporta, e in tal modo contribuisce al PIL. Il suo effetto sia sulla crescita che sulla produttività non è affatto scontato 23 iv- Innovazione. Nell’economia contemporanea, in cui è forte il processo concorrenziale, è uno dei fattori primari dello sviluppo, perché crea nuove tecnologie, nuovi prodotti e nuovi mercati Le innovazioni sono introdotte dagli imprenditori v- Management e organizzazione. L’ efficienza e la produttività delle imprese e dei servizi pubblici dipende molto dalle capacità manageriali e organizzative di cui dispone un sistema economico. Queste capacità possono essere alimentate più facilmente di quelle imprenditoriali attraverso la formazione 24 vi- Istituzioni economiche e politiche. Es. tutela dei diritti di proprietà (costo della giustizia), livello di corruzione, possibilità di “cattura” delle istituzioni politiche da parte degli interessi economici dominanti, efficienza della P.A., infrastrutture, sistema di welfare, etc. Oggi, correttamente, si ritiene che queste variabili abbiano grande importanza sullo sviluppo. L’Italia è ricca di imprenditori, ma povera di buone istituzioni. 25 6)Vi sono limiti alla crescita ? o, in altri termini, consumiamo troppo ? È un problema intergenerazionale: se oggi consumiamo più risorse di quante ne riproduciamo, generando quindi un saldo netto negativo, - è quanto sta avvenendo – >>>: i- le future generazioni consumeranno meno di noi; ii- le condizioni ambientali saranno assai meno favorevoli ( vedi effetto serra ). Per evitare questo esito: necessitano interventi di p.e. che inducono un mutamento nei modelli di consumo e/o di produzione, e/o forti innovazioni tecnologiche, Al riguardo l’opinione ottimistica di F_B si basa sulla convinzione che: 1) il mercato funzioni perfettamente; 2) il progresso tecnico sia robusto e virtuoso. 26 Tuttavia, la prima ipotesi è stata clamorosamente smentita dalla recente esperienza di crisi – vedi pessima gestione dello squilibrio finanziario Cina- USA – e la seconda è dipende dalle convenienze di breve periodo delle grandi imprese americane ( ma non solo). Comunque senza l’attivazione di una politica pubblica adeguata, di cui oggi non vi è ancora traccia in Italia, non si va molto lontano. E’ ragionevole ritenere che, in assenza delle condizioni qui sotto indicate, lo sviluppo contemporaneo abbia come conseguenza il rallentamento dello sviluppo in un prossimo futuro. a) il valore che le scelte politiche attribuiranno alla rinuncia a un certo livello di consumo oggi, a fronte di un maggior consumo domani (problema del tasso di sconto ); 27 b) capacità della domanda dei cittadini di orientare in modo diverso – risorsa-compatibile – la produzione; c) capacità di fare scelte condivise a livello globale. Forte rischio di accaparramento di risorse: vedi ad es. problema acqua, o problema investimenti dei paesi sviluppati o emergenti nei paesi ricchi di risorse naturali. L’esperienza storica insegna che le scelte strategiche in tema di risorse fatte dalle nazioni non considerano solo l’opzione “ adattamento al mercato”, ma anche l’uso della forza. 28 LEZIONI 12 1) Una fotografia del mercato del lavoro A – Occupazione e disoccupazione Recenti tendenze dell’occupazione in Italia e in altri paesi OCDE Dati su occupazione garantita e precaria i- come si spiega l’andamento dei salari in USA ed Europa ? ii- come si spiega l’aumento della diseguaglianza retributiva ? ( cfr. F_B pagg. 465-71 ) B- Retribuzioni Tendenze retributive in Italia ( ed Europa ? ) : commento dati 29 REDDITO DISPONIBILE E CONSUMI FAMIGLIE PRO CAPITE IN ITALIA DELLE (indici 1980=100;valori a prezzi concatenati) 30 MEDIE ORARIE NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI PRIVATI RETRIBUZIONI (euro a parità di potere d’acquisto) 31 REDDITO DISPONIBILE FAMIGLIE PRO CAPITE E CONSUMI DELLE (indici 1993=100;valori a prezzi concatenati) 32 2- Vari tipi di disoccupazione: frizionale, strutturale ( stagionale ), congiunturale. Cause di questi tipi di disoccupazione: a. squilibri locali e transitori (frizionali) tra diversi tipi di domanda e offerta. Politiche: favorire mobilità, più informazione, le agenzie del lavoro, il lavoro flessibile b. insufficiente sviluppo/crescita. Politiche: favorire la mobilità, se il problema è geografico, favorire lo sviluppo, ridurre le rigidità di entrata e uscita, formazione, interventi specifici a favore del lavoro femminile, ridurre la fiscalità sul lavoro c. fenomeni congiunturali (ciclo, depressione). Politiche: stimolate la ripresa della domanda aggregata 33 34 Salario reale 2) Un modello semplificato del mercato del lavoro A- La curva di domanda di lavoro. Domanda di lavoro (dopo l’aumento della produttività) Domanda di lavoro (prima dell’aumento della produttività) Occupazione Una produttività più elevata fa aumentare la domanda di lavoro B- La curva dell’ offerta di lavoro Perché la curva di domanda del lavoro è inclinata negativamente ? Prodotto totale, produttività marginale decrescente, prodotto marginale 35 decrescente mp (decrescente) , prezzo p (dato) del prodotto, valore del prodotto marginale vmp=pxmp ( decrescente ), retribuzione nominale w (data esogenamente dal mercato). Si domanda lavoro ( ore lavorate o numero dei lavoratori ) fino a che vmp=w Effetto dell’aumento della produttività (o del valore della produzione ) sulla domanda di lavoro B - La curva di offerta di lavoro * valutazione vantaggi-costi * il salario di riserva 36 Salario reale Offerta di lavoro Occupazione L’offerta del lavoro ha pendenza positiva perché, in generale, la disponibilità degli individui a lavorare cresce man mano che il 4) Spiegazione di alcune tendenze salario reale aumenta 37 Commento alla tabella 20.1 TENDENZE NEL MERCATO DEL LAVORO 1961-2000 Tasso di crescita annuo (%) Salari reali (1) UE 1961-73 5,0 1974-85 1,5 1986-95 1,2 1996-2000 0,6 Periodo USA 2,7 0,7 0,6 2,2 Occupazione Disoccupazione (2) (3) UE 0,3 0,1 0,6 1,2 USA 2,0 1,8 1,7 2,0 UE 2,0 3,8 8,5 9,4 USA 4,7 6,5 7,1 5,6 Fig. 20.5 Un miglioramento della produttività fa aumentare il salario reale Salario reale O W’ W D’ D N N’ Occupazione 38 Fig. 20.6 Effetto della globalizzazione sulla domanda di lavoratori di due industrie Salario reale O tessile O software W’ software W W’ tessile D tessile W’ D’ tessile N’tessile N tessile Occupazione (a) Industria di importazione D’ software D software N’software N software Occupazione (b) Industria di esportazione 39 Fig. 20.7 Effetto prodotto dal progresso tecnologico a favore dei lavoratori qualificati sulla disuguaglianza salariale O non qualificati Salario reale W non qualificati W’ non qualificati W’ qualificati W qualificati D non qualificati D’ non qualificati N’non quaificati N non qualificati Occupazione (a) Lavoratori non qualificati O qualificati D’ qualificati D qualificati Nqualificati N’ qualificati Occupazione (b) Lavoratori qualificati 40 41