Le rocce (2a parte)

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CAPITOLO 4
Le rocce (2° parte)
Nelle rocce clastiche possiamo trovare resti fossili di organismi viventi insieme agli altri clasti. Ma esistono un vasto
gruppo di rocce formate quasi solamente dall’accumulo di sostanze legate all’attività biologica e chiamate
organogene o biogene. La presenza di resti fossili consente di risalire all’ambiente in cui la roccia si è formata .
Esistono 4 tipi di rocce organogene:
 Rocce carbonatiche. Sono i calcari organogeni che derivano dall’accumulo di gusci calcarei formati da
carbonato di calcio CaCO3 noto come calcite immersi in una matrice fine. Associate ai calcari anche se meno
abbondanti si trovano spesso le dolomie formate da calcio e magnesio cioè da dolomite. Tali rocce si sono
formate in rocce calcaree che vengono interessate da circolazione di soluzioni acquose ricche di magnesio.
 Rocce silicee: l’accumulo di gusci di organismi che utilizzano la silice al posto della calcite porta alle rocce
silicee tra cui ricordiamo la selce.
 Carboni fossili e idrocarburi: i primi derivano dalla fossilizzazione di grandi masse di vegetali per
progressivo arricchimento di carbonio e perdita degli altri elementi chimici dei vegetali. I secondi sono
miscele di composti del carbonio e dell’idrogeno a cui si aggiungono composti ossigenati, azotati e fosforati.
In natura troviamo idrocarburi solidi, liquidi e gassosi. Si trovano sepolti e derivano dalla decomposizione ad
opera dei batteri anaerobici di sostanze organiche.
Le rocce di origine chimica sono quelle che si sono deposte per fenomeni chimici. Il più evidente fra questi è la
precipitazione sul fondo di bacini acquei di composti che si trovano sciolti nell’acqua, quando la loro quantità
raggiunge la saturazione che da origine alle rocce evaporitiche o evaporiti. Oppure per dissoluzione all’aria libera di
rocce preesistenti che danno origine alle rocce residuali.
 Evaporiti: quando un bacino evapora sul fondo rimangono i sali depositati in ordine inversamente
proporzionale alla loro solubilità: prima la calcite, poi la dolomite, poi il gesso e l’anidrite e infine il
salgemma, silvite e carnallite. Ritroviamo in questo gruppo i carbonati calcari e dolomie che derivano da
precipitazioni di calcite e dolomite senza intervento di organismi viventi. Troviamo calcari per il deposito di
acque dove la calcite raggiunge la saturazione per diminuzione di pressione o aumento di temperatura, in
questo caso abbiamo i travertini e alabastri. Origine analoga hanno le stalattiti e le stalagmiti che rivestono
le grotte. Anche alcune rocce silicee possono derivare da precipitazione chimica: infatti la silice circola nel
sottosuolo in soluzioni acquose e può sostituire il legno degli alberi sepolti creando le foreste pietrificate e i
legni silicizzati.
 Rocce residuali: derivano dall’accumulo senza trasporto di materiali che restano solo l’alterazione di una
roccia affiorante. Rientrano in questa categoria tutti i suoli come prodotto dell’interazione tra atmosfera e
rocce della superficie terrestre. Ricordiamo la laterite e la bauxite.
Ogni roccia che affiori in superficie è attaccata dagli agenti atmosferici che ne provocano la disgregazione e
l’alterazione. Si forma cosi un mantello detritico che può restare in luogo o essere trasportato.
© Federico Ferranti S.T.A.
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