NATALE 2005 (gruppo dopocresima e coro)
CANTO: SIGNOR (prima parte)
Ti racconto una storia
tutta sole tutta gloria,
dove tutto è verità, solamente verità.
Ogni volta che ti prego
non parlare già ti credo
e ci sei soltanto Tu, ogni giorno solo Tu.
Signor, Signor, ti cerco sempre più.
Mai sentito più sereno
ora hai tutto il mio destino
disperati come me, non ne avevo visti mai.
Ero meno di nessuno
poi ho preso la Tua mano
la mia musica sei Tu, ogni giorno solo Tu.
Signor, signor, ti cerco sempre più.
Narratore
Siamo in una città del Nord-Italia, alla vigilia di Natale del 2004. Il cielo è sereno, ma soffia un
vento gelido che fa piegare i rami spogli degli alberi. Sta per imbrunire.
Sotto le fantasiose luminanze delle decorazioni natalizie, le macchine per le strade procedono a
stento. La gente è indaffarata nelle ultime compere per il cenone, oppure passeggia sotto i portici
ammirando le vetrine festosamente addobbate.
Nessuno bada a una giovane coppia che il colorito della pelle e l’abbigliamento indicano essere
straniera. L’eccessiva magrezza dei corpi, i volti solcati da rughe premature rivelano una vita piena
di stenti.
Le caratteristiche somatiche fanno pensare che si tratti di somali riusciti a sfuggire, non si sa come,
dal loro sfortunato paese. Chissà quanto hanno già girovagato prima di arrivare in questo piccolo
angolo di provincia.
La donna è in attesa di un bambino, cammina rasente ai muri appoggiandosi stancamente all’uomo;
il suo dolce volto rivela sofferenza.
I loro sguardi sbalorditi si posano sulle vetrine ricolme di ogni ben di Dio. Chissà se oggi hanno
mangiato? Lo straniero guarda con tristezza la compagna sempre più stanca: allora si fa coraggio ed
entra in una panetteria.
CANTO: SIGNOR (seconda parte)
Dall’attimo che Tu sei con me
io non starò mai più solo
che vuoto se Tu sei lontano.
Ero meno di nessuno
poi ho preso la Tua mano
la mia musica sei Tu, ogni giorno solo tu.
Signor, Signor, Signor, Signor,
adesso sei con me.
1
Straniero
Buon signore, per favore dammi un pezzo di pane per me e mia moglie. Lei aspetta un bambino e
sono più giorni che non mangiamo nulla. Abbiamo molta fame!
Negoziante
… Non ne ho più. In ogni caso, non te lo avrei dato, altrimenti non riuscirei più a liberarmi di voi.
Vai, vai, prova da qualcun altro. Torna al tuo paese. Via di qui!
Narratore
Lo straniero umiliato viene spinto fuori dal negozio, riesce ugualmente a sorridere alla moglie.
Straniero
Coraggio, proverò ancora.
Narratore
Camminando sotto le luci mentre attorno a loro, tutti sono felici. Passano davanti ad una macelleria.
Straniero
Buon signore, per favore dammi qualcosa da mangiare per me e mia moglie.
Macellaio
Hai da pagare? Guarda che la carne è molto cara!
Straniero
Non avere soldi…… per favore, abbiamo tanta fame!
Macellaio
Tutti uguali voi altri. Chiedete la carità invece di guadagnarvi i soldi, di lavorare come faccio io.
Straniera
Coraggio caro ora provo io. Per favore signore dateci qualcosa da mangiare abbiamo molta fame…
3° negoziante
Via, via fuori di qui siete sempre a chiedere, siete in troppi, fuori!
ESCONO I BIMBI CHE GIOCANO SOTTO L’ALBERO DI NATALE
Narratore
I due sono abbattuti, la donna è sempre più stanca. Cammina, cammina. E’ ormai notte fonda. Le
strade si sono vuotate. La gente si è riunita nel caldo tepore della casa per il cenone di Natale.
Qualche ritardatario sfreccia veloce con l’auto.
I due stranieri vagano senza meta. Sono ormai alla periferia della città.
Fa sempre più freddo; non sanno neanche dove andare a dormire…. Forse nella sala d’aspetto della
stazione ferroviaria.
Ma la fame non perdona!
2
Intravedono, attraverso una finestra illuminata, una tavola riccamente imbandita: una famiglia sta
per iniziare una cena, mentre alcuni bambini giocano allegramente attorno all’albero di natale.
CANTO: SI PUO’ DARE DI PIU’ (I NEGOZIANTI DURANTE IL CANTO PRENDONO
LE BORSE E VANNO DIETRO)
In questa barca persa nel blu
noi siamo solo dei marinai,
tutti sommersi non solo tu
nella bufere dei nostri guai.
Perché la guerra, la carestia
non sono scene viste in TV,
e non puoi dire lascia che sia
perché ne avresti un po’ colpa anche tu.
Si può dare di più
perché è dentro di noi,
si può osare di più
senza essere eroi.
Come fare non so,
non lo sai neanche tu
ma di certo si può
dare di più;
come fare non so
non lo sai neanche tu
ma di certo si può
dare di più.
Narratore
Lo straniero, disperato, suona il campanello.
La padrona di casa apre la porta brontolando:
signora
Chi c’è a quest’ora!
Straniero
Buona signora, per favore, abbiamo molta fame….
Signora
Ma non avete proprio nessun senso voi stranieri?
Venite a disturbarmi anche durante il cenone di natale?!
Straniero
Signore, ti prego! Da un po’ di cibo almeno a mia moglie. Sta molto male. Muore di stanchezza e di
freddo!
Signora
Che colpa ne ho io? Ho gente in casa, non farmi perdere tempo!
Narratore
La porta si chiude con un colpo secco…. (RUMORE PORTA)
3
Anche l’ultima speranza si è spenta….
Ma inaspettatamente la porta si socchiude e attraverso lo spiraglio di luce compare il figlio di quella
donna egoista.
Oh benedetto ragazzo!
Porta di nascosto la sua fetta di panettone che questa sera non mangerà ed alcuni pezzi di cioccolato
presi dai suoi doni di natale.
Gli occhi azzurri del ragazzo incrociano quelli scuri dei due stranieri….. vengono come avvolti da
una straordinaria e misteriosa luce. Per un attimo….
Poi il ragazzo scappa senza neanche sentire il commosso grazie della donna. (Omar e Arianna
sono fermi sulle scale)
Straniero
Prendi Mirian cara, prendi questo pezzo di pane: finalmente possiamo mangiare. Oh ma come
tremi! Come sei pallida! Tu stai male!
Devo subito trovare un rifugio, un posto caldo per te e per il bambino che nasce. Ma dove lo cerco?
(RUMORE NITRITO)
Un nitrito! Mirian, lo hai sentito anche tu?! C’è un cavallo qui vicino e quindi anche una stalla!
Coraggio Mirian cara, vieni, sorreggiti a me. (Omar e Arianna scendono le scale e vanno verso il
centro della Chiesa)
C’è un cancello aperto; possiamo entrare. Guarda, ci sono le stalle.
Donna
I cavalli ci faranno del male?
Straniero
Ma no, sono mansueti. Anzi ci daranno un po’ di caldo con il loro fiato. C’è anche un cane che ci fa
le feste!
Vieni cara, sistemiamoci qui. Ecco un po’ di paglia pulita. (Omar e Arianna salgono le scale)
Stenditi qui, riposa.
CANTO :
VEDERE UNA LUCE
Vedere una luce
più forte si fa
sentirsi felice
al calore che dà.
Sentire una voce
nell’immensità
che parla di pace
d’amore e bontà.
Sentirsi sereni
4
come stelle nel blu
sentirsi più buoni
ogni giorno di più.
Un giorno di festa
di serenità
un giorno d’amore
e di verità.
Può bastare anche un fiore
a dar serenità
per ridare l’amore
a chi amore non ha.
Dividersi il pane
per scoprire quaggiù
di volersi più bene
come ha fatto Gesù.
Buon Natale, Buon Natale, Buon Natale, Buon Natale,
vedere una luce, più forte si fa, sentirsi felice, al calore che dà.
Strano, c’è luce e io non ho acceso nulla…. Sembra l’alba e non è ancora mezzanotte. Da dove
viene questa luce?
Oh buon Dio! Guarda, Mirian, guarda! Fuori c’è una stella che sembra scesa apposta sulla nostra
stalla!…..
Narratore
In questa notte straordinaria tutto il cielo è solcato da vive luci e risuona di angelici cori
CORO: CANTO DEL GLORIA
Gloria, gloria
a Dio nell’alto dei cieli
Gloria.
E pace, e pace
in terra gli uomini
di buona volontà.
Narratore
Termina la messa di mezzanotte….
(i ragazzi escono e si fermano davanti al coro)
La folla che ha gremito le chiese torna a casa; pochi alzano gli occhi al cielo…. Tra esse un ragazzo
dagli occhi azzurri:
ragazzo
Mamma, mamma. Guarda quella luce in cielo. Mamma, guarda, è proprio un angelo!
Mamma
Zitto! Non farti prendere in giro dai cugini e amici. Sei proprio strano stanotte.
(Tutti i bimbi vanno davanti all’altare con il coro)
Narratore (aspetta che tutti siano a posto)
5
Eppure qualcuno lo vede.
Tutti
VENITE, VENITE, SEGUIAMO LE STELLE
Narratore
Qualcuno lo sente….
Tutti
E’ NATO IL SALVATORE, E’ NATO CRISTO GESU’. ACCORRIAMO!
Narratore
Sono soprattutto bambini, malati, vecchi, handicappati, stranieri, drogati, barboni…..
(PAUSA)
Alla fine tutti si riuniscono attorno a quella stella e si rivolgono cantando a Gesù che nasce.
Tutti : CANTO BIANCO NATALE
Il lieve tuo candor, neve
discende lieto nel mio cuor,
nella notte santa
il cuore esulta d’amor.
E viene giù dal ciel, lento
un dolce canto ammaliator,
che mi dice: spera anche tu
è Natale, non soffrire più.
Col bianco tuo candor, neve
sai dar la gioia ad ogni cuor,
è Natale, ancora,
la grande festa che sa
tutti conquistar.
Un canto vien dal ciel, lento
e con la neve dona a noi,
un Natale pieno d’amor,
un Natale di felicità.
Un Natale pieno d’amor
un Natale di felicità.
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