Anno 11 (2015) N. 11
IV QUARESIMA
15 marzo 2015
Bollettino della Parrocchia di S. Gioacchino in Prati – Roma
Cari parrocchiani e amici,
lui abbia la vita eterna”. In questo
modo, Gesù annuncia che la sua
morte in croce faceva parte del
misterioso piano divino per salvare
l’umanità. Il contemplativo Giovanni,
a questo punto, commenta che
l’innalzamento di Gesù
avviene
perché “Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio unigenito... Dio,
infatti, non ha mandato il Figlio nel
mondo per condannare il mondo, ma
perché il mondo sia salvato per
mezzo di Lui”. Ecco la buona notizia,
il vangelo che proclama anche Paolo:
“Dio, ricco in misericordia, per
il grande amore con il quale ci
ha amato, da morti che
eravamo per le colpe, ci ha
fatti rivivere con Cristo”. Dio è
amore, non vuole condannare
nessuno, offre a tutti la sua
amicizia, ma lascia a ciascuno
la grande responsabilità della
scelta. Accogliendo il suo amore ci
costruiamo la salvezza, rifiutandolo ci
costruiamo la condanna. Chiediamo,
pertanto, con insistenza al Signore di
essere operatori di verità per nascere
pienamente alla luce, come S.
Giuseppe, il giusto, sposo di Maria.
Iniziamo con questa domenica la
ormai tradizionale settimana della
carità per crescere nella solidarietà
verso i fratelli più bisognosi. Quest’
anno ci siamo impegnati ad aiutare la
missione che i redentoristi stanno
conducendo da anni con le comunità
Jrai in Vietnam. Buona settimana.
il Vangelo di domenica scorsa ci
ricordava che la persona di Gesù è il
vero tempio dell’incontro con Dio, in
questa, ci è rivelato il perché e il
come. In Lui, infatti, Dio manifesta
l’immensità del suo amore per
l’umanità. L’evangelista Giovanni ci fa
partecipare al dialogo di Gesù con
Nicodemo, un fariseo notabile di
Gerusalemme, [il Venerdì santo avrà
il coraggio di chiedere a Pilato il
corpo di Gesù e portare una notevole
quantità di aromi], che,
attirato dai segni che Gesù
faceva, di notte, va da lui
per dialogare sulla possibilità
dell’autentica
rinascita
dell’uomo. Gesù gli dice che
questa rinascita può venire
solo “dall’alto”, per l’azione
di Dio. Nicodemo, invece,
chiede come è possibile che
chi è vecchio ritorni nuovamente nel
grembo materno. Il Signore, in
risposta a questa obbiezione, afferma
che solo la forza dello Spirito di Dio
può operare la vera rinascita. A
questo punto, Gesù, fa a Nicodemo, e
a noi, la grande rivelazione: affinché
lo Spirito sia effuso sull’umanità, è
necessario che lui, il Figlio dell’uomo,
sia “innalzato”. Come il serpente di
bronzo, che Mosè aveva innalzato nel
deserto, era causa di salvezza per
coloro che lo guardavano: “così
bisogna che sia innalzato il Figlio
dell’uomo perché chiunque crede in
Padre Sergio
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Anno 11 (2015) N. 11
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15 marzo 2015
Il Vangelo della Domenica
Dal Vangelo secondo Giovanni
(3,14-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il
Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché
chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti,
non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il
mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma
chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome
dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno
amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.
Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue
opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce,
perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Dio ha tanto amato il mondo da
dare suo Figlio. Questo versetto è il
punto sorgivo e il perno attorno al
quale danza la storia di Dio con
l’uomo.
Dio ha amato, un passato che
perdura e fiorisce nell'oggi, verità che
assorbe ogni cosa: tutta la storia
biblica inizia con un “sei amato” e
termina
con
un
“amerai”
(P.
Beauchamp). È la lieta notizia da
ripeterci ad ogni risveglio, ad ogni
difficoltà, ad ogni sfiducia. Noi non
siamo cristiani perché amiamo Dio.
Siamo cristiani perché crediamo che
Dio ci ama. Che cos’è l’amore?
Ossigeno della vita.
Il
nucleo
incandescente
del
Vangelo è la bellezza dell’amore di
Dio (EG 36) che Gesù ha mostrato,
vissuto, donato. È questo il fuoco che
deve entrare in noi, la cosa più bella, più grande, più attraente, più
necessaria, più convincente e radiosa (EG 35).
Tanto da dare suo Figlio. Nel Vangelo “amare” si traduce sempre con
un altro verbo, umile, breve, di mani e non di emozioni: “dare”. Dio altro
non fa che eternamente considerare ogni uomo più importante di se
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stesso. «Il mondo sappia che li hai amati come hai amato me» (Gv 17,23),
il Padre ama me come ha amato Cristo, con la stessa passione, la stessa
fiducia, la stessa gioia, con in più tutte le delusioni che io so procurargli.
Ognuno è il figlio prediletto di Dio.
Cristo, venuto dal Padre come intenzione di bene, nella vita datore di
vita, ci chiama ad escludere dall’immagine che abbiamo di Lui, a escludere
per sempre, qualsiasi intenzione punitiva, qualsiasi paura. L’amore non fa
mai paura, e non conosce
altra punizione che punire
se stesso.
E non solo l’uomo, è il
mondo intero che è amato,
dice Gesù, la terra, gli
animali e le piante e la
creazione tutta. E se Egli
ha amato il mondo e la sua
bellezza
fragile,
allora
anche tu amerai il creato
come te stesso, lo amerai
come il prossimo tuo.
Dio non ha mandato il
Figlio per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato. A Dio non
interessa istruire processi contro di noi, neppure per assolverci, ora o
nell’ultimo giorno. La vita degli amati non è a misura di tribunale, ma a
misura di fioritura e di abbraccio.
Dio ha tanto amato, e noi come lui: quando amo in me si raddoppia la
vita, aumenta la forza, sono felice. Ogni mio gesto di cura, di tenerezza, di
amicizia porta in me la forza di Dio, spalanca una finestra sull'infinito.
Dio ha tanto amato, e noi come Lui: ci impegniamo non per salvare il
mondo, l’ha già salvato Lui, ma per amarlo; non per convertire le persone,
lo farà Lui, ma per amarle.
Se non c’è amore, nessuna cattedra può dire Dio, nessun pulpito. Non
c’è più il ponte che ricollega la terra al cielo, il motore che fa ripartire la
storia, una storia con sapore di Dio.
(P. Ermes Ronchi)
PREGA CON IL SALMO 136
Tu, Signore, sei il nostro liberatore e noi cantiamo la tua lode,
sperimentando la dolcezza della libertà dopo le durezze della schiavitù.
Volgiamo lo sguardo verso di te, che ci inviti a tornare dal nostro esilio e a
ricostruire la nostra città. Donaci la forza di rimanere fedeli alla tua
volontà.
Rubrica della Commissione “Evangelizzazione e Famiglia”
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della Parrocchia di San Gioacchino
23/2014-15
IL SINODO STRAORDINARIO 2014
- DOCUMENTO FINALE/9
Iniziamo ora la lettura della Terza Parte della Relatio Synodi intitolata Il
confronto: prospettive pastorali. La Terza Parte si compone di 8
Sezioni per un totale di 33 paragrafi (dal n. 29 al n. 61).
La prima sezione, intitolata Annunciare il Vangelo della famiglia
oggi, nei vari contesti, è composta da 10 paragrafi. Il paragrafo n. 29 è
una introduzione che evidenzia come il dialogo tra i Vescovi, partecipanti al
Sinodo, si sia soffermato sulle
richieste pastorali più urgenti che
dovranno essere rese concrete
dalle Chiese locali, in comunione
con il Papa. Prima di tutto vi è
l’annuncio
del
Vangelo della
famiglia
che
è
diventato
un’urgenza e la Chiesa deve
attuarlo con tenerezza di madre e
chiarezza
di
maestra.
E’
importante sottolineare che si è
voluto evidenziare le due parole
tenerezza e chiarezza, che devono
sempre
accompagnare
ogni
azione pastorale, così come ha
insegnato Gesù. Il paragrafo
termina con la citazione del
versetto di Giovanni (3, 16 – 17): la verità si incarna nella fragilità umana
non per condannarla, ma per salvarla. Il paragrafo è stato votato con 176
placet e 7 non placet (0 astenuti).
Il paragrafo n. 30 sottolinea che l’impegno e la responsabilità di
evangelizzare è di tutto il Popolo di Dio, ognuno secondo il proprio
ministero e carisma. Dunque anche le famiglie cattoliche, che fanno parte
del Popolo di Dio, in forza del sacramento nuziale, sono chiamate ad
essere attive nella pastorale familiare: senza la testimonianza gioiosa dei
coniugi e delle famiglie … l’annunzio, anche se corretto, rischia di essere
incompreso… Il paragrafo è stato votato con 178 placet e 2 non placet (3
astenuti).
Il paragrafo n. 31 cita la parabola del seminatore (Mt 13,3) per
indicare che il nostro compito è quello di collaborare nella semina: il resto
è opera di Dio. Sarà necessario sottolineare il primato della grazia e quindi
le possibilità che lo Spirito dona nel sacramento. Conclude il paragrafo, che
non bisogna dimenticare anche, che la Chiesa che predica sulla famiglia è
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segno di contraddizione. Il paragrafo è stato votato con 175 placet e 4
non placet (4 astenuti).
Il paragrafo n. 32 prosegue il discorso che è necessaria per la Chiesa
una conversione missionaria, cioè un cambiamento nell’annunciare il
Vangelo che non deve essere un annuncio meramente teorico, cioè senza
considerare i veri problemi reali delle persone. Oggi c’è una crisi della fede
che ha indotto una crisi del matrimonio e della famiglia e ciò ha interrotto
spesso la trasmissione della stessa fede dai genitori ai figli. Se la fede,
aggiungo io nell’individuo, nella coppia e nella famiglia,
è forte, le
influenze della cultura attuale, che
come abbiamo visto, indeboliscono la
famiglia e il matrimonio, non possono
influire. Il paragrafo è stato votato con
176 placet e 5 non placet (2 astenuti).
Questo cambiamento, continua il
paragrafo n. 33, deve avvenire anche
a livello del linguaggio con cui si
annuncia il Vangelo. Non si tratta solo
di presentare una normativa, ma di
proporre valori la cui mancanza e la
cui necessità è resa sempre più
evidente
anche
nei
Paesi
più
secolarizzati. Vorrei aggiungere che la
proposta di valori implica sempre una
coerenza tra quello che si propone e il
proprio comportamento, altrimenti i
valori,
proposti,
non
verranno
accettati. Per questo è necessario far
sperimentare che il Vangelo della
famiglia è la risposta piena alle esigenze più profonde della persona
umana: e questi valori sono il rispetto della sua dignità, come Uomo, della
sua realizzazione piena nella reciprocità, nella comunione e nella fecondità.
Il paragrafo è stato votato con 175 placet e 7 non placet (1 astenuti).
Fermiamoci qui, per il momento nella lettura della prima Sezione della
Terza Parte della Relatio Synodi perché, credo che sia opportuno
proseguire poco alla volta, per permettere a ciascuno una riflessione su
quanto letto. Mi sembra che i Vescovi Sinodali stiano cercando di definire
le modalità e i cambiamenti necessari, nella Chiesa, per affrontare le sfide
che nelle prime parti del documento sono emerse. Questo, d’altra parte è
l’obiettivo di questo Sinodo Straordinario; le decisioni verranno prese nel
prossimo Sinodo Ordinario. Fin qui mi sembra che, dai risultati delle
votazioni, non ci siano state profonde divergenze tra i Vescovi Sinodali.
Cesare
[email protected]
Meditazioni sull’Icona della Madonna del Perpetuo Soccorso/5
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15 marzo 2015
LA STELLA SULLA FRONTE DI MARIA
Perché dico “la stella”, al singolare? Non sono forse due le stelle che
vediamo sulla fronte di Maria? Rispondo a queste domande nella prima
parte (Descrizione), poi, nella seconda, spiego l’antico simbolo della
stella.
Descrizione
Ho riflettuto a lungo sui due segni che appaiono sul mantello sopra
la fronte di Maria e sono giunto a questa conclusione: la vera stella,
alla quale il pittore ha attribuito un grande valore simbolico, è la stella
a otto punte che vediamo sulla destra.
La troviamo rappresentata in tante icone simili alla nostra, sia del
tipo odigitria, dove Maria con la mano destra indica la via che è Gesù
(come nella Madonna Nera di Czestochowa), sia del tipo eleusa, o
della tenerezza, dove le guance del Bambino e della Madre si
avvicinano e i due si scambiano
carezze (come nella Madonna russa
di Vladimir, del XII secolo), sia del
tipo Madonna della Passione,
dove sono presenti i simboli della
passione di Gesù, come nella
Madonna del Perpetuo Soccorso,
del secolo XV, e nelle icone simili
ad essa.
In tutte queste icone sulla fronte
di Maria c’è sempre una sola
stella, con valore fortemente
simbolico. Alcune volte la stella
sulla fronte è presente anche sulle
spalle di Maria, per significare la
verginità perpetua di Maria: prima,
durante e dopo il parto. In nessuna
icona si vedono due stelle sulla
fronte di Maria.
Cos’è allora il segno a sinistra della stella? E’ una croce a mo’ di
stella, come ornamento molto probabilmente aggiunta dal pittore che
la restaurò un secolo e mezzo fa. Esiste infatti una riproduzione
fotografica in bianco e nero, fatta prima del restauro avvenuto nel
1865, nella quale è ben visibile la stella a otto punte e non c’è la
minima traccia della croce ornamentale.
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15 marzo 2015
Meditazione
1. Stella del mattino
Scientificamente parlando la stella del mattino è il pianeta Venere,
che gli antichi consideravano la stella più bella del cielo. E’ infatti il
corpo celeste più luminoso, dopo il sole e la luna. La sua brillantezza
raggiunge il massimo poco prima dell’alba o poco dopo il tramonto del
sole.
Nella letteratura cristiana la stella del mattino indica comunemente
la Vergine Maria. Così viene invocata nelle
litanie lauretane del secolo XVI, oggi diffuse in
tutta la Chiesa. Con questo titolo i cristiani
onorano Maria Santissima che fin dalla sua
Immacolata Concezione ha preceduto il
sorgere del Sole, cioè la venuta del Salvatore,
sole che sorge dall’alto, per risplendere su
quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di
morte, e dirigere i nostri passi sulla via della
pace (Lc 1, 79).
Titolo suggestivo di Maria che, come scrive il nostro sommo poeta,
“è il bel zaffiro – del quale il ciel più chiaro s’inzaffira” (Paradiso, XXIII,
102).
2. Stella del mare
Titolo mariano suggestivo anche questo. Per gli antichi la stella del
mare era la stella polare, cioè l’ultima stella del timone del carro
dell’Orsa Minore. Una volta, quando non esisteva la bussola (inventata
all’inizio dell’era moderna), i naviganti del mare si orientavano in base
alla stella polare, che indicava il polo Nord.
Fin dall’antichità la Vergine Maria è stata chiamata “stella del mare”
in quanto essa è guida e segno di speranza per i cristiani. Con questo
titolo Maria viene invocata nell’inno Ave maris stella, conservato in un
manoscritto di San Gallo del secolo IX, molto popolare in tutto il
Medioevo. Questo titolo viene ripreso nell’antifona mariana Alma
Redemptoris Mater, attribuita a Ermanno Contratto, monaco di
Reichenau (+1054).
Titolo caro a san Bernardo (+1153) che scrive: “Se i venti della
tentazione crescono, se sei spinto contro gli scogli delle tribolazioni,
guarda alla stella, invoca Maria. Se sei sballottato sulle onde di
orgoglio, ambizione, invidia, rivalità, guarda alla stella, invoca Maria.
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IV QUARESIMA
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Quando la rabbia o il desiderio carnale assalgono violentemente la
fragile nave della tua anima, guarda la stella, invoca Maria” (Super
‘Missus est’, Omelia 2, n. 17).
Con la stessa fiducia nel soccorso di Maria, sant’Alfonso si rivolge a
Lei con il canto O bella mia speranza, dicendole: “In questo mar del
mondo – tu sei l’amica stella – che puoi la navicella – dell’alma mia
salvar”. Ricordiamo queste parole nei momenti difficili e burrascosi
della vita.
3. Stella dell’evangelizzazione
A differenza degli altri due, questo titolo mariano è recente. A
usarlo per la prima volta è stato Paolo VI nella enciclica Evangelii
nuntiandi del 1975. “Al mattino della Pentecoste - scrive il grande Papa
in chiusura del documento – Maria ha presieduto con la sua preghiera
all’inizio dell’evangelizzazione sotto
l’azione dello Spirito Santo. Sia lei la
Stella dell’evangelizzazione sempre
rinnovata che la Chiesa, docile al
mandato del suo Signore, deve
promuovere e adempiere, soprattutto
in questi tempi difficili ma pieni di
speranza”.
Ci piace pensare a Maria in
preghiera accanto agli apostoli mentre
proclamavano il Vangelo portando gli
uomini a Dio e fondando nuove
comunità cristiane, sempre pronta a
illuminarli nei dubbi, a sostenerli nelle
prove, a incoraggiarli nelle fatiche.
L’autore della nostra icona, mentre dipingeva la stella, forse non
pensava a tutto ciò: non lo sappiamo. Tuttavia considerare la Madre
del Perpetuo Soccorso come stella dell’evangelizzazione non è una
forzatura, ma un significato che l’icona ha assunto negli ultimi 150
anni della sua storia. Infatti da quando il Papa Pio IX consegnò l’icona
alla Congregazione del SS. Redentore perché fosse venerata nella
chiesa di sant’Alfonso in Roma, la Madre del Perpetuo Soccorso
accompagna i missionari Redentoristi nella loro opera di
evangelizzazione su tutti i continenti. Essa è loro guida e sostegno, la
prima missionaria che converte i cuori più duri aprendoli alla speranza.
P. Gilberto Silvestri
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Per la preghiera di ragazzi e giovani
4ª Domenica di Quaresima
La Parola
Dal Vangelo di Giovanni
(3, 16-17)
Gesù disse a Nicodèmo: «Dio infatti
ha tanto amato il mondo da dare il
Figlio unigenito perché chiunque
crede in lui non vada perduto, ma
abbia la vita eterna. Dio, infatti, non
ha mandato il Figlio nel mondo per
condannare il mondo, ma perché il
mondo sia salvato per mezzo di lui».
Rifletti
Il testo evangelico potrebbe essere riassunto con le parole scritte
dallo stesso Giovanni: «Dio è amore» e ci ha talmente amati da
donarci Gesù. Dio è l’amore che ha creato il mondo, e in questo
mondo ci ha creati suoi figli. Dio ha mandato suo Figlio perché la
nostra vita possa essere un dono da scartare giorno dopo giorno e
donare l’amore che noi riceviamo agli altri. Mentre Gesù come
guida per la vita ci permetterà allora di non perderci per le strade
del mondo, ma di camminare con fiducia, guidati dalla sua luce.
Prega
O Padre Creatore,
tu che sei amore e hai creato l’amore
perché fossi amato e potessi amare,
custodiscimi nel cammino della mia vita
e fa’ che ogni via che percorrerò
sia tracciata dalla tua paterna presenza.
E il mondo possa essere
sempre abitato dal tuo amore
e il tuo amore sempre riflesso nel mondo.
Amen.
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15 marzo 2015
SETTIMANA DELLA CARITÀ
15 - 21 marzo 2015
PROGETTO:
MISSIONE JRAI DEI REDENTORISTI
Com’è ormai consuetudine da tanti
anni, la Caritas della Parrocchia di
San Gioacchino in Prati organizza,
durante la Quaresima, la Settimana
della carità. Ogni anno viene scelto
un progetto specifico dove far
pervenire direttamente quanto i
fedeli generosamente offrono.
Si è così potuto collaborare alla
realizzazione di significativi progetti
in varie parti del mondo.
Quest’anno, in seguito al viaggio
in Vietnam del parroco p. Sergio, che
ha potuto visitare personalmente vari
luoghi della missione redentorista in
quel paese asiatico, si è deciso di
offrire il nostro contributo per aiutare questi nostri fratelli meno
fortunati di noi. Più specificamente ci si propone di aiutare la
missione redentorista nei villaggi Jrai. Cominciata nel 1969 a
Pleikly con l’opera di un padre, un fratello laico e 2 diaconi
redentoristi, attualmente si
svolge in circa 370 villaggi
nel
rispetto
e
nella
valorizzazione della cultura
locale.
Se Carità è prima di
tutto solidarietà, la Settimana della Carità si pone
come occasione privilegiata
per esprimere la nostra
vicinanza al di là della
lontananza geografica.
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15 marzo 2015
PROGRAMMA DELLA SETTIMANA
MERCOLEDÌ
11 marzo
SABATO
14 marzo
DOMENICA
15 marzo
LUNEDÌ
16 marzo
Ore 17.00: Animazione nelle classi del catechismo
e presentazione del progetto.
Presentazione
del
progetto
alla
Comunità
parrocchiale, vendita dei biglietti per la cena
comunitaria (costo euro 12.50).
Ore 16.00: “Viaggio missionario in Vietnam”.
Relazione di P. Gianni Congiu, superiore della
Provincia Romana dei Redentoristi sul suo viaggio in
Vietnam (presso le sale parrocchiali di via Pompeo
Magno 25/c).
MARTEDÌ
17 marzo
Giornata degli anziani e degli ammalati
Ore 16.00: Celebrazione Eucaristica con il
Sacramento dell’Unzione (nella Chiesa Parrocchiale).
GIOVEDÌ
19 marzo
Ore 19.00: Adorazione eucaristica comunitaria
animata dai Volontari della Caritas Parrocchiale.
VENERDÌ
20 marzo
Ore 19.00: Via Crucis animata dai Volontari della
Caritas Parrocchiale (nella Chiesa Parrocchiale).
SABATO
21 marzo
Ore 19.30: CENA COMUNITARIA presso le sale
parrocchiali di via Pompeo Magno 25/c.
DOMENICA
22 marzo
Ore
19.15:
il
CONCERTO
DEL
CORO
PARROCCHIALE di San Gioacchino concluderà la
settimana della Carità.
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Vita della Parrocchia

INCONTRO DEI GENITORI: 1°-2°-3° ANNO CRESIMA
Oggi, 15 marzo, dopo la S. Messa delle 10.30 si terrà l’incontro
con i genitori dei bambini del secondo anno di catechesi che
si preparano alla Prima Comunione. Mentre domenica prossima
22 marzo, dopo la S. Messa delle 10.30 si terrà l’incontro con i
genitori dei ragazzi del terzo, quarto e quinto anno di catechesi
che si preparano alla Cresima.

SETTIMANA DELLA CARITÀ
Oggi nella nostra parrocchia inizia la Settimana della Carità.
Lunedì alle ore 16 invitiamo alla conferenza di P. Gianni Congiu,
sul suo viaggio missionario in Vietnam, (presso le sale parrocchiali
di via Pompeo Magno 25/c). Martedì alle ore 16 ci sarà la Santa
Messa con il Sacramento dell’Unzione; giovedì alle ore 19
l’adorazione eucaristica, mentre venerdì alle ore 19 la Via
Crucis; sabato alle ore 19.30 la cena comunitaria. La
Settimana della Carità si concluderà domenica prossima alle ore
19.15 con il Concerto del coro parrocchiale di S. Gioacchino.
All’interno del bollettino si può trovare il depliant con il
programma e l’orario di tutta la settimana.

INCONTRO GRUPPO AZIONE CATTOLICA
Venerdì 20 marzo, il gruppo di Azione Cattolica si incontra alle
ore 18 nelle sale parrocchiali di Via Pompeo Magno per approfondire il cammino dell’anno proposto sul tema: affidabili.

ORATORIO PARROCCHIALE
A partire da sabato 14 marzo, l’oratorio è aperto per tutti i
bambini e i ragazzi ogni sabato dalle ore 16 alle ore 18.

VIA CRUCIS
Durante tutto il periodo della Quaresima, tutti i venerdì, dopo la
S. Messa delle 18.30, e quindi alle 19, ci sarà il Pio esercizio
della Via Crucis.

BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE
Continua la visita e la benedizione delle famiglie. Come negli
anni scorsi un avviso in portineria informerà sul giorno e l’ora per i
singoli condomini.
La Nostra Comunità Parrocchiale Bollettino settimanale della Parrocchia di S. Gioacchino in Prati, Roma
Tel. 063216659; SITO WEB: www.sangioacchino.org - Parroco: P. Sergio Santi
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