Lettera del Rettore Seregno 28 ottobre 2012 Carissimi studenti, voglio scrivere qualche riga perché voglio condividere con voi l’ angoscia e le domande che sono prepotenti dopo la notizia della morte di Aurora (la ragazza di Meda che alcuni di voi conoscevano) per meningite. Questa morte ci sgomenta tutti e rende tristi in modo indicibile, è un dramma che entra a “gamba tesa” nel nostro quotidiano, soprattutto pensando che pochi giorni fa era con alcuni di voi in un locale frequentato da molti e tutto andava bene. Vorrei innanzitutto chiarire a proposito del rischio di contagio: "Le misure da adottare in presenza di casi di meningite meningococcica includono la sorveglianza e la profilassi con antibiotici delle persone che sono state a stretto contatto con chi è ammalato. In particolare, vengono definiti come contatti stretti di un malato: a) I CONVIVENTI, b) CHI HA DORMITO O MANGIATO SPESSO NELLA STESSA CASA DEL PAZIENTE, c) LE PERSONE CHE NEI SETTE GIORNI PRECEDENTI L'ESORDIO HANNO AVUTO CONTATTI CON LA SUA SALIVA (baci, stoviglie, spazzolini da denti).." (dal sito dell'Istituto Superiore di Sanità). La mia riflessione è un’ altra: voi tutti (o quasi) vivete in un ambiente giovanile totalmente vostro, ricco di legami virtuali, di musica, di parole d’ ordine, di stili di vita, di modi di trasgredire … E’ un mondo che gli occhi degli adulti è straniero, così come voi avvertite il mondo degli adulti lontano dalla vostra esperienza. Io vi voglio dire il vostro mondo non è un’ isola a se stante, slegata a tutto e da tutti. Per questo vi invito a creare dei ponti con il mondo degli adulti e considerare che la vita è anche sofferenza, quindi costruitela su valori e legami solidi. Inoltre pensate a cosa c’ è al di là di questa nostra esistenza terrena, quella realtà nella quale ora vive Aurora. La ricerca su ciò che c’ è “al di là” è profonda e indispensabile, perché aiuta a capire in una luce nuova (e rasserenante) cosa veramente viviamo su questa terra. Infine vi invito a pensare ad un altro aspetto: statisticamente questa morte è rarissima eppure l’ allarme che vivete ora è massimo. Aprite gli occhi ed abbiate lo stesso allarme verso altri pericoli ben più presenti in mezzo a voi: la guida spericolata o distratta, l’ alcool e le sostanze, le sfide al limite della follia, lo stile di vita e le scelte in cui ci si butta via bruciandosi l’ anima (e il cervello). Lo stesso brivido che ora corre nella schiena di tutti noi lasciamolo correre anche per altri rischi. La conclusione che ne ricavo è che dobbiamo esprimere vicinanza alla famiglia di Aurora (ai genitori ed al fratello) per cercare di dare loro una briciola di conforto umano: se qualcuno volesse scrivere un pensiero o un incoraggiamento lo posso far avere loro in breve tempo e credo sia un (piccolo) conforto in questo momento di immensa tristezza. Nello stesso tempo ne ricavo che possiamo imparare a vivere bene la nostra vita: aprendo gli occhi su tesori e anche su pericoli che abbiamo davanti, imparando a parlare di più (in modo autentico) tra coetanei e con gli adulti, imparando anche ad ascoltarsi. Insieme si può essere contenti ed insieme ci si può sostenere con un peso così grande nel cuore. Buona strada don Gianluigi Copyright © 2017 F.A.C.E.C. - COLLEGIO ARCIVESCOVILE