M_06_PG_03
CONSENSO INFORMATO INTERVENTO DI
ASPORTAZIONE PTERIGIO
SCHEDA INFORMATIVA
SULL’ INTERVENTO DI ASPORTAZIONE DI PTERIGIO
Autore: Pasquale Troiano
Approvata dalla Società Oftalmologica Italiana – Maggio 2008
Gentile Sig./Sig.ra
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Lei è affetto in OD/OS/OO da________________________________________________________
Questa scheda contiene le informazioni sul trattamento che Le viene proposto, sui risultati e sui rischi.
Lo Pterigio
E’ una malattia della superficie dell’occhio caratterizzata dallo sviluppo di una membrana fibrovascolare che prima
modifica la congiuntiva e quindi invade la cornea dal lato nasale. In alcuni casi meno frequenti può riscontrarsi anche
dal lato temporale. La malattia è solitamente bilaterale e spesso con sviluppo asimmetrico e non prevedibile. Se lo
pterigio invade la cornea sino a raggiungere la porzione centrale collocata davanti alla pupilla determina una notevole
riduzione della vista; se infiltra in modo significativo lo stroma della cornea induce astigmatismo elevato irregolare di
difficile correzione con occhiali. La causa dello pterigio non è non è nota, probabilmente è favorito dalla esposizione al
sole e da condizioni di irritazione cronica della superficie oculare. Sembra che la razza (asiatica, africana,
sudamericana) e vivere nei primi 5 anni di vita in aree geografiche equatoriali rappresenti un importante fattore di
rischio. La rimozione dello pterigio non può essere considerata definitiva; infatti frequentemente questa patologia può
recidivare in modo anche più grave di prima dell’intervento. Questa evenienza è tanto più probabile negli occhi già
operati, negli pterigi doppi (nasale e temporale nello stesso occhio), negli pterigi carnosi (che non consentono la
visualizzazione della sclera sottostante), nei soggetti di razza asiatica, africana, sudamericana. La rimozione dello
pterigio non riduce i sintomi irritativi e non può migliorare significativamente l’astigmatismo.
L’ intervento chirurgico
L’intervento di asportazione dello pterigio viene eseguito in sala operatoria, in anestesia locale infiltrativa associata, se
opportuno, a sedoanalgesia. Può essere sufficiente infiltrare con l’anestetico solo la congiuntiva oppure può essere
necessaria un’iniezione peribulbare. Raramente può essere necessaria l’anestesia generale. L’intervento prevede
l’asportazione dello pterigio dalla cornea e della membrana fibrovascolare sottocongiuntivale. Può essere necessario
prelevare un lembo di congiuntiva sana dallo stesso occhio o dall’altro occhio e trapiantarla nel punto da dove è stato
rimosso lo pterigio. A seconda dei casi e a giudizio del chirurgo, si possono utilizzare intraoperatoriamente sostanze che
ostacolano la ricrescita dello pterigio (mitomicina C) o si può applicare sull’occhio tessuto da donatore (membrana
amniotica) che poi si riassorbe da solo entro circa una settimana. Per completare l’intervento può essere necessario
apporre punti di sutura o utilizzare una speciale colla biologica (colla di fibrina).
Dopo l’intervento
Può essere necessario che l’occhio rimanga bendato per alcuni giorni dopo l’intervento. Per alcuni giorni è possibile che
l’occhio operato sia gonfio, arrossato, dolente e si avverta sensazione di corpo estraneo soprattutto se sono stati dati
punti di sutura. I punti, se non cadono o non si riassorbono da soli, si asportano entro una settimana. Se è stata
impiantata la membrana amniotica la vista può essere ridotta sino a quando la membrana non si riassorbe.
Data: 30 Dicembre 2008
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Questo Documento è di proprietà della EOFED s.r.l.- Studio Oculistico del Dr. Marcon
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ASPORTAZIONE PTERIGIO
Le cure locali postoperatorie devono essere eseguite scrupolosamente e consistono nella somministrazione di colliri o
pomate nei dosaggi e per un periodo di tempo prescritto dai sanitari.
Trattamenti alternativi
Non esistono cure con colliri o pomate o comunque medicinali capaci di eliminare uno pterigio o di impedirne la
crescita.
Mancato trattamento
Lo pterigio può causare astigmatismo irregolare difficile da correggere con occhiali. L’applicazione di lenti a contatto
in presenza di pterigio è sconsigliata. Il problema maggiore è che se lo pterigio cresce fino a coprire la cornea davanti
alla pupilla riduce notevolmente la vista. La decisione chirurgica tiene conto anche del rischio di recidiva.
Complicanze
Anche l’intervento di asportazione dello pterigio non sfugge alla regola generale secondo la quale non esiste chirurgia
senza rischio. Non è dunque possibile garantire il successo dell'intervento.
Complicanze intraoperatorie gravi possono richiedere un altro intervento chirurgico e sono:
 perforazione del bulbo o per lesione diretta della cornea o della sclera o per effetto della mitomicina
 lesione del muscolo sottostante lo pterigio con conseguente diplopia
Complicanze postoperatorie gravi possono richiedere un altro intervento chirurgico e sono:
 riformazione dello pterigio tale da richiedere un altro intervento
 in alcuni casi la residua cicatrice corneale può lasciare opacità corneali e astigmatismo irregolare causa di
riduzione del visus che possono richiedere ulteriori trattamenti laser terapeutici (PTK) per ridurre i danni
prodotti dallo pterigio
 formazione di cicatrice congiuntivale anomala che può impedire il normale movimento dell’occhio e produrre
diplopia
Altre possibili complicanze meno gravi sono:
 diplopia transitoria da diffusione dell’anestetico nell’orbita
 arrossamento e irregolarità della superficie congiuntivale e corneale, che di solito si attenuano col tempo
 reazione di tipo granulomatoso ai punti di sutura che può richiedere l’asportazione precoce dei punti
 riduzione della sensibilità corneale e della secrezione lacrimale per alcuni mesi dopo l’intervento
TEST DI ACQUISIZIONE DELLE INFORMAZIONI CONTENUTE IN QUESTA SCHEDA
Il paziente scrive di suo pugno la risposta accanto ad ogni domanda
1) L’unico obbiettivo di questo intervento è l’asportazione dello pterigio?
2) L’asportazione dello pterigio fa migliorare la vista e riduce i sintomi irritativi?
3) E’ possibile che lo pterigio si riformi e che sia anche più grande di prima dell’intervento?
Data
Firma del paziente
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Data: 30 Dicembre 2008
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