SECONDA LICEO Seconda liceo. A un anno dalla maturità. L’ultimo anno di vita. Di vita vera intendo. Perché il resto non contò più nulla. Fu solo arida finzione di esistenza. Camminavo lungo il bordo del fiume e sognavo destini. Destini avventurosi, destini di gloria. La fuga da casa, la rivolta contro il padre ostile, il desiderio di essere me stesso. Me stesso nella fuga, me stesso nella rottura, me stesso nella novità. Tutto ha oggi il sapore dell’incantesimo. Anche il banale diventa sublime. L’incontro colla ragazza solitaria. In fuga dalla routine. In fuga dal grigiore del giorno. L’amore dietro lo scoglio antico e protettivo. Timido e intenso nello stesso tempo. Desiderio di penetrare, di andare più a fondo. Desiderio di rimanere alla superficie. “Ti faccio male?” “No, non è la prima volta”. Il corpo che sa di terra bruciata. L’odore che viene da millenni di storia. “Ti faccio male?” “No, continua”. Non un grido accompagna l’amore. Solo un oh …. oh … Seduti sulla riva del fiume. Dietro lo scoglio protettivo. “Cosa farai? “ “Studio” “Io ho smesso” “Perché?” “Mi annoiavo” .Seconda liceo. Incontri che non si possono scrivere nei libri di storia. Rimangono nell’animo. Nella mente. A un anno dalla maturità. L’esame che poi ti obbliga a prendere impegni. E mi sono fregato. La ruota della vita continua senza suoni. Ho bisogno di suoni. Ho bisogno dei colori del passato. Ho bisogno delle grida del passato. La notte è scesa calma sul fiume. La ragazza se ne è andata con un saluto. “Sei stato bravo” ha detto “ma non sempre questo capita a tutti”: Mi addormento colla stella della sera. Colla stella che da sempre è mia compagna di vita. La stella alla quale non importa nulla se hai superato o non hai superato l’esame. Rimane in cielo a farsi guardare. E tu la guardi convinto che un giorno la potrai raggiungere. E ridere con lei. E illuminarti della sua stessa luce. E con lei morire. Ammesso che una stella possa morire.