Analisi - Patti Territoriali - Provincia autonoma di Trento

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
SERVIZIO STATISTICA
UN’ANALISI ECONOMICA E SOCIALE
DELLA VALSUGANA ORIENTALE
A cura di Vincenzo Bertozzi
Ottobre 2002
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
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Il territorio
Il Patto territoriale della Valsugana Orientale investe una quota
consistente del comprensorio della Bassa Valsugana e del Tesino. Esso
interessa, infatti, ben 17 comuni (restano escluse le 4 amministrazioni comunali
partecipanti al Patto territoriale del Tesino e Vanoi), per una superficie
complessiva di 355 kmq, ovvero circa il 6% dell’intera superficie provinciale.
I comuni interessati dal Patto risultano essere: Borgo Valsugana,
Carzano,
Castelnuovo,
Grigno,
Ivano-Fracena,
Novaledo,
Ospedaletto,
Roncegno, Ronchi Valsugana, Samone, Scurelle, Spera, Strigno, Telve, Telve
di Sopra, Torcegno, Villa Agnedo.
In termini altimetrici, la zona interessata dal Patto si sviluppa ad una
altitudine(1) compresa tra i 250 e gli 800 metri sul livello del mare, anche se
alcune frazioni o località (peraltro poco abitate) superano questa quota: si tratta,
pertanto, di un’area che presenta sia le caratteristiche del fondovalle che quelle
prettamente montane.
La popolazione che insiste su quest’area era prossima al 31 dicembre
2000 alle 22.400 unità, di cui oltre 6.000 residenti nel solo comune di Borgo
Valsugana. Complessivamente, la popolazione residente nei 17 comuni del
Patto rappresenta poco meno del 5% della popolazione provinciale.
Data la vastità geografica dell’area e la numerosità dei comuni che
partecipano al Patto, è normale trovarsi di fronte a una realtà non del tutto
omogenea. Ciò è confermato non solo dalla diverse connotazioni orografiche
(zone di fondovalle contrapposte a zone di montagna, caratterizzate dalla
massiccia presenza della catena del Lagorai), ma anche dalla diversa
dimensione geografica e demografica dei comuni. Convivono nella zona comuni
di poco più di 300 abitanti fino ad arrivare ai 6.000 residenti, che insistono su
aree geografiche che passano da meno di 2 kmq fino a circa 65 kmq. Il tutto si
(1) L’altitudine dei centri abitati si riferisce al principale luogo di raccolta (di norma la piazza del Municipio).
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riflette nella grande variabilità che presenta la densità abitativa, che passa da
circa 28 residenti per kmq a 285 abitanti per kmq.
Il frazionamento dei comuni sul territorio, in particolare per alcuni, è
elevato, anche se non superiore rispetto a quanto si rileva nel resto dei comuni
della provincia. In totale, i comuni coinvolti nel Patto si suddividono in 21 centri
abitati(2) e 41 nuclei abitati(3). Quello della frammentarietà dei comuni sul
territorio è certamente un aspetto da non trascurare, insieme alla collocazione
altimetrica dei comuni, in considerazione dei problemi di collegamento fra paesi,
frazioni e località di montagna ed alla fornitura efficiente di molti servizi.
La popolazione residente e le famiglie
Alla fine del 2000 la popolazione residente nella Valsugana Orientale
ammontava a 22.386 persone, il 4,7% della popolazione provinciale, di cui il
27% nel solo comune di Borgo Valsugana.
Lo sviluppo demografico della zona nel suo complesso è stato
contraddistinto negli anni da una dinamica piuttosto contrastante. In una prima
fase, compresa nel ventennio 1951-1971, si è assistito ad un netto decremento
di popolazione, quantificabile in circa 2.000 persone (-8,5% il decremento
percentuale). Questo flusso di spopolamento si è poi arrestato nel ventennio
successivo, con una popolazione stabile fino agli anni Novanta, momento in cui
la consistenza demografica ha ripreso a crescere, senza, per altro, aver ancora
raggiunto i valori dei primi anni Cinquanta.
(2) Per centro abitato si intende un aggregato di case contigue o vicine con interposte strade, piazze e
simili, caratterizzato dall’esistenza di servizi o esercizi pubblici (quali ad esempio una chiesa, una scuola,
un ufficio pubblico, una rivendita, un negozio e simili) costituenti la condizione di una forma autonoma di
vita sociale, e generalmente determinanti un luogo di raccolta ove sogliono concorrere anche gli abitanti
dei luoghi vicini per ragioni di culto, istruzione, approvvigionamento e simili.
(3) Per nucleo abitato si intende la località abitata, priva del luogo di raccolta che caratterizza il centro
abitato, costituita da un gruppo di case continue o vicine, con almeno 5 famiglie e con interposte strade,
sentieri, spiazzi.
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Nello stesso intervallo di tempo (1951-2000) la popolazione provinciale
è invece costantemente cresciuta, per cui il peso della Valsugana Orientale sul
totale della provincia è progressivamente diminuito.
Scendendo a livello comunale, senza spingere l’analisi troppo nel
dettaglio, emerge che nell’ultimo decennio quasi tutti i comuni presentano
segnali di ripresa demografica. Spiccano, in particolare, alcune realtà, quali il
comune di Borgo, Carzano, Telve e Scurelle.
Contrariamente a quanto rilevato per la popolazione residente, tra il
1961 ed il 2000 si è assistito ad un costante incremento del numero delle
famiglie della Valsugana Orientale, passate da 5.866 a 8.837, seguendo una
dinamica simile a quella registrata a livello provinciale, anche se meno
accentuata. In termini di incremento percentuale, infatti, nel quarantennio
considerato le famiglie residenti sono aumentate del 50% nell’area del Patto, a
fronte di un incremento del 75% relativo all’intera provincia.
In questo caso, l’evoluzione positiva ha riguardato, con diversa
intensità, tutti i comuni della Valsugana Orientale, nonostante le disomogeneità
sottolineate in precedenza.
La crescita costante del numero delle famiglie, accompagnata ad una
dinamica della popolazione non altrettanto espansiva, ha determinato una
progressiva riduzione del numero medio di componenti per famiglia, passati dai
3,7 del 1961 ai 2,5 del 2000, con una evoluzione del tutto simile a quanto si è
registrato nello stesso periodo a livello provinciale.
I tassi demografici nel triennio 1998-2000
Per interpretare l’andamento della popolazione nel tempo è necessario
tenere presente che la sua dinamica è la risultante di un complesso di fenomeni
naturali, come le nascite e le morti, oltre che di fenomeni sociali di mobilità della
popolazione definibili come flussi migratori di iscrizione e di cancellazione
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anagrafica. Il rapporto tra queste quattro variabili e la popolazione residente ci
permette di costruire dei tassi demografici in grado di spiegare il contributo di
ogni fattore alla dinamica demografica.
Limitando l’analisi solo al periodo più recente (triennio 1998-2000,
quello in cui, come si è visto, vi è una ripresa della crescita demografica
sostanzialmente in tutti i comuni della Valsugana Orientale), si nota,
innanzitutto, un tasso di natalità perfettamente equivalente al tasso di mortalità,
ed entrambi pari al 10,2‰. L’esatta corrispondenza tra nascite e decessi
implica un apporto nullo nell’ultimo triennio dei fenomeni naturali allo sviluppo
demografico, che andrà quindi spiegato attraverso la componente sociale
(iscrizioni e cancellazioni anagrafiche).
In effetti il saldo migratorio si presenta ampiamente positivo e pari
all’8,5‰, come differenza di un tasso di immigrazione pari al 29‰ ed un tasso
di emigrazione del 20,5‰. Anche il saldo complessivo, dato dalla somma del
saldo naturale e di quello migratorio, risulta quindi positivo.
Ciò significa che per il solo effetto dei movimenti migratori (spostamenti
da e verso altri comuni della provincia, d’Italia o Estero), la popolazione della
Valsugana Orientale, nell’ultimo triennio, cresce mediamente di 9 persone ogni
mille residenti.
Scomponendo i movimenti in entrata tra iscrizioni da altri comuni italiani
e iscrizioni dall’estero emerge con chiarezza il peso che stanno assumendo
negli ultimi anni le iscrizioni di cittadini stranieri: gli stessi rappresentano oggi
circa il 20% delle nuove iscrizioni, avendo raggiunto valori anche prossimi, e
talvolta superiori, al 30% verso la metà degli anni Novanta (anni di forte crescita
della popolazione dell’area del Patto). Si pensi che all’inizio degli anni Settanta
gli stessi rappresentavano circa il 10% delle nuove iscrizioni. Per effetto di
queste iscrizioni, gli stranieri oggi residenti nei comuni della Valsugana
Orientale ammontano a 771, pari al 3,4% della popolazione residente (nel 1989
rappresentavano solo lo 0,2% della popolazione totale).
Si è già notato che la dinamica demografica non è stata omogenea nei
comuni della Valsugana Orientale; questo aspetto emerge con evidenza anche
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analizzando i diversi tassi. Mentre alcuni comuni si caratterizzano per un saldo
naturale e migratorio nettamente positivi (come, ad esempio, Borgo Valsugana
o Carzano), altri compensano il saldo naturale negativo con un saldo migratorio
ampiamente positivo. Più difficile la situazione che si prospetta per comuni,
quale quello di Grigno, in cui entrambi i saldi risultano negativi e quindi il
progressivo spopolamento della zona risulta inevitabile.
La popolazione per classi di età
Un aspetto demografico particolarmente rilevante, per gli effetti che
esercita sulla natalità e la mortalità e per le sue implicazioni sociali ed
economiche, è la distribuzione della popolazione per classi di età.
Anche la Valsugana Orientale, come tutto il resto della provincia, sta
sperimentando
negli
ultimi
anni
un
progressivo
invecchiamento
della
popolazione residente, come conseguenza del fatto che la crescita demografica
è dovuta in misura rilevante all’arrivo di popolazione in età adulta, piuttosto che
ad un incremento delle nascite, insieme ad un progressivo miglioramento delle
condizioni socio-sanitarie.
Il primo aspetto che emerge considerando la distribuzione della
popolazione per classi di età è rappresentato dal maggior peso relativo della
popolazione convenzionalmente indicata come anziana (oltre 65 anni) rispetto
alla popolazione giovane (fino a 14 anni). In termini percentuali, nella zona della
Valsugana Orientale i giovani rappresentano il 15,3% della popolazione
complessiva, mentre l’incidenza degli anziani è del 18,6%. Per comprendere
appieno questo fenomeno dell’invecchiamento della popolazione basta
considerare che soltanto nel 1986 questi rapporti erano invertiti: i giovani
pesavano per il 16,7% e gli anziani per il 15,3%.
Scendendo nel dettaglio comunale, si nota ancora una volta una netta
differenza nella struttura demografica dei diversi comuni, determinata
dall’influenza relativa che le varie componenti naturali e sociali hanno esercitato
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negli ultimi anni. Troviamo allora comuni con una relativa maggiore incidenza di
popolazione giovane, li dove il tasso di natalità risulta elevato, contrapposti a
realtà in cui il peso della popolazione anziana è particolarmente elevato e
determinato da flussi migratori di forte intensità.
Alcuni indicatori demografici
Alcuni semplici indicatori demografici, costruiti sulla distribuzione della
popolazione per classi di età, permettono di sintetizzare meglio la struttura per
età della popolazione e le implicazioni socio-economiche che da questa ne
derivano.
Innanzitutto l’indice di vecchiaia, vale a dire il rapporto percentuale tra
la popolazione con 65 anni e oltre e quella tra 0 e 14 anni, è un indicatore che
permette di apprezzare l’incidenza della popolazione, convenzionalmente
definibile come anziana, su quella giovane. I valori superiori a 100 denotano
uno squilibrio, nel senso di un maggior peso degli appartenenti alla cosiddetta
“terza età”.
Questo indicatore pone bene in evidenza i due aspetti sottolineati in
precedenza. Innanzitutto è evidente il maggior peso degli anziani rispetto ai
giovani sul totale della popolazione residente nella Valsugana Orientale; non
solo, ma l’indice mostra anche come il processo di invecchiamento della
popolazione in quest’area sia leggermente più marcato di quanto non avvenga
a livello provinciale. Infatti, il valore assunto dall’indicatore è pari a 121,5, e
questo significa che nell’area del Patto vi sono circa 22 anziani ogni 10 giovani,
mentre al livello provinciale lo stesso rapporto è di 21 anziani ogni 10 giovani,
essendo l’indice pari a 120,6.
In
secondo
luogo,
l’indicatore
mostra
agevolmente
la
forte
disomogeneità presente all’interno dell’area, rappresentata da una variabilità
dello stesso, che oscilla tra il 79% ed il 149%.
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Altro indicatore comunemente utilizzato è l’indice di sostituzione o di
ricambio, vale a dire il rapporto tra coloro che stanno per uscire dalla
popolazione attiva (classe di età 60-64 anni) e coloro che stanno per entrarvi
(classe di età 10-14 anni). Esso fornisce quindi utili indicazioni in tema di lavoro:
valori inferiori al 100 fanno presumere qualche difficoltà di ingresso, mentre
valori superiori fanno pensare ad un più agevole collocamento, restando inteso
che valori intorno al 100 per cento rappresentano una situazione di perfetto
equilibrio. Logicamente bisogna considerare che l’indice di ricambio si basa
esclusivamente sulla struttura per età della popolazione, senza tener conto
delle complesse dinamiche sottostanti il mercato del lavoro. Il valore assunto
dai comuni della Valsugana Orientale è di poco superiore al 100 e ciò fa
pensare alla possibilità di incontrare qualche difficoltà nel collocamento della
forza lavoro all’interno della zona (ripetiamo, considerando solo gli aspetti
demografici e non altro), come conseguenza di un esubero dei nuovi ingressi
nel mondo del lavoro rispetto ai ritiri. Rispetto alla media provinciale, la
situazione dell’area del Patto risulta relativamente più problematica, se
considerata nel suo complesso. In realtà, l’indice medio nasconde ancora una
volta una variabilità elevata tra i comuni, in cui a situazioni di potenziale grossa
difficoltà si contrappongono ipotesi di agevole collocazione dei giovani nel
mondo del lavoro.
Infine l’indice di carico sociale: esso esprime, in termini percentuali, la
parte di popolazione che in linea del tutto teorica dipende, perché giovanissima
o anziana, da coloro che sono in età lavorativa. Va da sé che l’indice viene
perturbato dalle convenzioni sociali di un paese e dal suo grado di sviluppo, sia
per fenomeni di precoce pensionamento sia per il protrarsi degli anni di studio o
delle difficoltà occupazionali, per cui l’area delle persone non autonome finisce,
in realtà, per essere diversa. Come tutti gli indicatori, fornisce, comunque, degli
utili spunti di riflessione da non trascurare.
Nel 2000 il dato relativo alla Valsugana Orientale è pari al 51,5%: ne
deriva che la quota di popolazione cosiddetta “a carico” (giovanissima o
anziana) è poco più della metà di quella in età lavorativa. Simile risulta il dato
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rilevato a livello provinciale, pari al 49,1%: la leggera differenza si spiega con la
maggiore incidenza nell’area del Patto sia della popolazione giovane fino a 14
anni, sia di quella anziana oltre i 65 anni.
Il patrimonio abitativo(4)
In attesa di poter disporre dei dati censuari aggiornati relativi al 2001, i
dati sulle abitazioni, raccolti in occasione del censimento generale della
popolazione e delle abitazioni nel 1991, mostrano come il patrimonio edilizio
della Valsugana Orientale sia piuttosto vetusto, anche rispetto a ciò che si rileva
per gli altri comuni del Trentino. Oltre il 55% delle abitazioni occupate sono
infatti state costruite prima del 1945, mentre solo il 7% è stato realizzato nel
decennio 1981-1991. A livello provinciale le abitazioni costruite prima del 1945
sono il 41%, mentre quelle costruite tra il 1981 e il 1991 sono poco meno del
10%.
Anche per questo aspetto si ripresenta la consistente disomogeneità
nelle caratteristiche dei comuni: pur in presenza di un patrimonio abitativo
generalmente vetusto, l’analisi articolata a livello di singole realtà comunali
mostra situazioni decisamente più pesanti di altre, in cui oltre il 70% delle
abitazioni (Ivano-Fracena e Samone) sono state edificate prima del 1945.
Viceversa, in solo due realtà (Carzano e Novaledo) più del 10% delle abitazioni
risalgono ad epoca recente (dopo il 1981).
Ancora più accentuato risulta il fenomeno con riferimento alle abitazioni
non occupate: la realizzazione di queste ultime risulta fortemente concentrata
nella prima parte del secolo (oltre il 65% delle abitazioni oggi non occupate
permanentemente sono state costruite prima del 1945), mentre poco più del 5%
(4) L’analisi del patrimonio abitativo, richiedendo per certi aspetti un livello informativo particolare, può
basarsi essenzialmente solo su dati censuari. Per questa ragione, non essendo ancora disponibili i dati del
Censimento generale della popolazione e delle Abitazioni del 2001, si farà riferimento al Censimento del
1991, aggiornando i dati con la rilevazione mensile dell’attività edilizia.
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sono le abitazioni costruite dopo il 1981. In alcuni comuni le abitazioni costruite
nei primi anni del Novecento sono circa l’80% delle abitazioni non occupate.
L’attenzione verso le abitazioni non occupate è giustificata dal fatto che
queste, pur non raggiungendo, in generale, una consistenza particolarmente
elevata (29% del totale delle abitazioni, rispetto a una media provinciale del
35%), rappresentano, in molti casi, un potenziale turistico non trascurabile. Per
questo aspetto diventa, quindi, importante capire l’utilizzo del patrimonio
abitativo non occupato in modo permanente da persone che hanno la residenza
nel comune. Circa il 60% delle abitazioni non occupate permanentemente sono
utilizzate per vacanza. Il valore medio si innalza considerevolmente per alcuni
comuni, in cui le strutture destinate a scopo turistico raggiungono e superano
anche l’80% delle abitazioni non occupate (Ronchi Valsugana, Scurelle,
Strigno, Telve di Sopra). Da questi dati già emerge un aspetto rilevante, che
sarà meglio approfondito in seguito, relativo alla ricettività turistica, basata
prevalentemente sulle seconde case e sugli alloggi privati.
Oltre alla quota esigua di abitazioni utilizzate per lavoro, studio o altri
motivi, esiste una porzione non trascurabile di abitazioni (circa il 30%)
assolutamente non utilizzate che potrebbero rappresentare un potenziale
turistico di un certo interesse.
Le nuove realizzazioni e le ristrutturazioni
Per completare l’analisi sul patrimonio abitativo della zona della
Valsugana Orientale, analizzando il periodo non coperto dal Censimento
generale della popolazione e delle abitazioni del 1991, risultano di grande utilità
i dati raccolti attraverso le rilevazioni statistiche sull’attività edilizia (nuove
costruzioni e ristrutturazioni).
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Nel periodo 1992-2000 le abitazioni realizzate in nuove costruzioni
hanno avuto nella Valsugana Orientale, come del resto in tutta la provincia, un
andamento piuttosto altalenante(5). In complesso, negli anni considerati, sono
state realizzate nell’area in oggetto 643 nuove abitazioni, con una media di 72
nuove abitazioni all’anno. Se rapportato all’attività dell’intera provincia, lo
sviluppo edilizio appare di entità non trascurabile, costituendo mediamente il
3,2% dell’incremento complessivo, con punte anche del 4% nel 1998.
Prima di approfondire la dinamica edilizia della zona della Valsugana
Orientale è necessario osservare che una quota consistente del contributo allo
sviluppo edilizio proviene dai comuni di Borgo Valsugana (circa il 50%) e di
Telve (11%), mentre la quota rimanente si distribuisce in modo abbastanza
omogeneo tra gli altri comuni della Valle.
In termini di incremento del patrimonio abitativo, l’attività edilizia
sviluppata negli ultimi anni ha rappresentato per la Valsugana Orientale un
incremento del 6%, valore abbastanza simile all’aumento registrato nello stesso
periodo a livello provinciale e pari all’8%. Analoghe considerazioni emergono
dal rapporto con le famiglie residenti: l’incremento abitativo è stato di 8
abitazioni ogni 100 famiglie, rispetto alle 11 nuove abitazioni rilevate a livello
provinciale.
La dinamicità nello sviluppo edilizio trova conferma anche nei dati
relativi alle ristrutturazioni, ovvero negli interventi di risanamento attraverso i
quali sono state recuperate alcune delle vecchie abitazioni e sono stati ottenuti
nuovi alloggi: la loro incidenza sulle abitazioni esistenti appare negli ultimi anni
abbastanza consistente (3,3% l’incremento di alloggi nell’ultimo decennio) ed in
linea con lo sviluppo abitativo registrato a livello provinciale.
(5) I dati considerati sono suscettibili di oscillazioni talvolta consistenti da un anno all’altro anche per effetti
di tipo amministrativo nel rilascio delle concessioni, o per ritardi nella compilazione dei modelli statistici.
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La popolazione attiva
Non disponendo ancora dei dati del recente Censimento generale della
popolazione del 2001, anche per alcune caratteristiche di dettaglio della
popolazione è necessario ricorrere ai dati rilevati dal Censimento dell’ottobre
1991. In quell’occasione i residenti attivi in condizione professionale (occupati e
disoccupati) nella Valsugana Orientale ammontavano a 8.425 unità, pari al
40,8% del totale della popolazione, una percentuale simile a quella provinciale
(41,8%).
L’aspetto più interessante è relativo alla distribuzione della popolazione
attiva per settore di attività economica, che riflette le attività occupazionali della
popolazione. Considerando questi dati, un aspetto che emerge con evidenza è
l’elevata percentuale di occupati nel settore secondario nella Valsugana
Orientale, rispetto anche al resto della provincia. Risulta infatti occupato nel
settore manifatturiero circa il 46% della popolazione attiva, rispetto ad una
media provinciale pari al 33%.
Tutti i comuni della zona presentano una percentuale di occupati nel
settore secondario superiore alla media provinciale, con quote particolarmente
elevate in alcuni di essi, quali Carzano (63,2%) e Scurelle (61%).
A fronte di questo elevato grado di occupazione nel settore secondario,
si registra una minore incidenza percentuale di occupati nel settore terziario
(commercio e servizi), mentre l’occupazione in agricoltura è sostanzialmente
allineata con il dato medio che si rileva per il resto della provincia.
Mentre nel caso dell’agricoltura, i dati dell’occupazione fotografano con
una buona precisione l’effettiva consistenza dell’attività primaria, in quanto
generalmente l’attività agricola viene svolta nel comune di residenza, altrettanto
non più dirsi, sulla base di queste sole informazioni, per quanto riguarda la
caratterizzazione industriale dei comuni evidenziati. Questo perché un residente
occupato nel settore secondario può prestare la propria opera nel comune di
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residenza, ma anche in altro comune(6). L’effettiva caratterizzazione economica
del comune emerge quindi considerando anche i dati relativi alle imprese
operanti sul territorio.
L’agricoltura
Secondo i dati dell’ultimo censimento generale dell’agricoltura (2000), la
superficie delle aziende agricole della Valsugana Orientale si estende per circa
29.500 ettari, pari all’83% della superficie complessiva della zona ed al 6,3%
della superficie agricola e boschiva dell’intera provincia.
Circa il 64% della superficie agricola e forestale dei comuni della
Valsugana Orientale risulta a bosco (circa l’85% nei comuni di Grigno e
Ospedaletto), mentre la superficie agricola utilizzata(7) risulta pari al 33% circa.
La quota più consistente (90%, pari a oltre 8.800 ettari) della superficie
agricola utilizzata è investita da prati permanenti e pascoli, mentre la superficie
a seminativi, che pure rappresenta il 13% delle coltivazioni a seminativi di tutta
la provincia, si sviluppa su un’area pari al 5,5% della SAU della Valsugana (535
ettari).
L’analisi comparata con il precedente censimento dell’agricoltura (1990)
mostra una sostanziale stabilità della superficie totale delle aziende agricole,
determinata da un incremento delle superfici a bosco e da una contrazione di
tutte le altre superfici, confermando sostanzialmente un andamento riscontrato
anche nel resto della provincia(8). Nella Valsugana Orientale nell’ultimo decennio
(6) Il censimento generale della popolazione rileva, per ogni residente, il settore di attività economica in cui
questo è occupato (agricoltura, industria, servizi), indipendentemente dal fatto che lavori nel comune in cui
risiede o in altro comune.
Il censimento generale dell’industria, viceversa, rileva per ogni comune il numero delle imprese localizzate
sul suo territorio ed il numero di addetti che in esse lavorano, indipendentemente da dove risiedono gli
addetti stessi.
(7) Superfice agricola Utilizzata (SAU): insieme dei terreni investiti a seminativi, coltivazioni legnose
agrarie, orti familiari, prati permanenti e pascoli e castagneti da frutto. Essa costituisce la superficie
investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole.
(8) Per una corretta interpretazione del dato relativo alla superficie improduttiva (dato dalla somma della
superficie agraria non utilizzata e dall’altra superficie) è necessario fare una precisazione di tipo
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si è assistito ad una riduzione del numero di aziende, accompagnato, come si è
visto, da una riduzione sia della superficie totale che della SAU. L’effetto
combinato di questi fattori ha comportato una riduzione della SAU media per
azienda (passata da 3,72 a 3,58 ettari) ed un modesto aumento della superficie
media aziendale (cresciuta da 10,64 a 10,74 ettari), dando vita ad un parziale e
lento processo di razionalizzazione nell’uso dei terreni agricoli.
L’analisi sul comportamento medio dell’area nasconde situazioni molto
eterogenee, dove alcuni comuni hanno notevolmente incrementato la superficie
media delle aziende, dando vita al processo di razionalizzazione necessario per
una maggiore redditività dell’attività primaria, mentre altri hanno visto nell’ultimo
decennio ridursi ulteriormente le superfici medie delle aziende agricole.
L’industria
Come si è visto in precedenza, analizzando la distribuzione della
popolazione attiva, la consistenza del settore secondario della Valsugana
Orientale è di entità non trascurabile e riguarda in varia misura tutti i comuni
della zona. Alla rilevazione censuaria del 1996 il settore era costituito, infatti, da
370 unità locali con 3.991 addetti; in termini percentuali il peso rispetto al
complesso della provincia è pari al 4% per quanto riguarda le unità locali e al
6,6% per quanto riguarda gli addetti.
L’attività industriale della zona ha tuttavia perso importanza, in termini
di unità locali, nel quinquennio (1991-1996) intercorso tra le due ultime
rilevazioni censuarie: le aziende sono infatti passate da 461 a 370, con una
variazione percentuale pari al 19,7%. Nello stesso periodo anche a livello di
metodologico: nel censimento del 1990 alcuni terreni costituiti da grossi improduttivi (rocce, montagne,
ecc.) sono stati conteggiati nella superficie delle aziende agricole. Viceversa, nel 2000 tutti i grossi
improduttivi sono stati esclusi dal conteggio della superficie aziendale. Questo ha comportato una drastica
riduzione dell’Altra superficie all’interno delle aziende, passata da oltre 27 mila ettari del 1990 a poco
meno di 3 mila ettari nel 2000
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intera provincia si è assistito ad un calo delle unità locali del settore secondario,
ma ad un tasso più contenuto: -11,4%.
E’ invece aumentata l’occupazione, sempre nel periodo considerato, ed
in misura anche consistente: gli addetti all’industria sono infatti cresciuti di circa
500 unità (da 3.462 a 3.991), corrispondenti ad un incremento percentuale del
15%, mentre nello stesso periodo a livello provinciale si è assistito ad una
contrazione dell’occupazione pari al 2%.
La contrazione delle unità locali ed il contemporaneo incremento del
numero di addetti ha comportato un incremento nella dimensione media delle
aziende, che è passata da 7,5 a 10,8 addetti per azienda nel periodo 19911996, mentre nello stesso arco temporale, a livello provinciale, la dimensione
media è passata da 6 a 6,5 addetti per azienda.
Concentrando l’attenzione sull’ultimo dato censuario (1996), emerge
come il settore secondario della Valsugana Orientale sia costituito, in termini di
unità locali, sostanzialmente da attività manifatturiere e da attività edilizia.
Questi due rami, infatti, raccolgono ben 364 delle 370 unità locali presenti nella
zona (98%), con 3.941 addetti su 3.991 (98,7%).
Per individuare se tra i comuni della zona in esame esiste una qualche
forma di specializzazione produttiva, tenendo conto delle dimensioni relative
dell’area, può essere utile il ricorso ad un “quoziente di localizzazione”, dato dal
rapporto tra l’incidenza degli addetti in un determinato settore economico in un
determinato comune e la corrispondente incidenza in tutta la provincia (9).
Dall’analisi di questo quoziente emerge una forte specializzazione nel
comune di Carzano nel settore della produzione e distribuzione di energia
elettrica, gas e acqua (indice pari a 15,9). Nel settore manifatturiero spiccano i
comuni di Castelnuovo e Novaledo (indice pari a 1,5), mentre molti comuni
(9) Qih= (Xih/Xio)/(Xoh/Xoo), con:i= unità territoriale; h= settore economico; Xih= addetti occupati nel settore
economico h ed operanti nel sub-territorio i; Xoo= occupati totali nel territorio.
Quando il rapporto assume valore superiore all’unità, significa che, nel sistema economico relativo alla
porzione di territorio considerato, l’incidenza di quel particolare settore è superiore a quella di tutta la
provincia.
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presentano una specializzazione produttiva nel settore edile. Tra questi, Telve
di Sopra (indice pari a 3,2), Ivano-Fracena (3,0), Ronchi Valsugana (2,9).
Considerando gli aspetti strutturali delle imprese, si è già notato che la
dimensione media delle stesse in termini di addetti è superiore rispetto alla
media provinciale e nel quinquennio 1991-1996 è risultata in ulteriore
espansione.
Le imprese con oltre 10 dipendenti nel 2000 ammontavano a 34 unità,
di cui 15 con più di 50 dipendenti, impegnate prevalentemente nel settore edile
o in attività connesse, nel settore tessile ed alimentare.
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Il terziario
La struttura del settore terziario della Valsugana Orientale, così come
risulta dal censimento intermedio dell’industria del 1996, appare diversificata e
di una certa consistenza, essendo costituita da 700 unità locali con 1.873
addetti. In termini percentuali, la sua incidenza rispetto al contesto provinciale
risulta del 3,5% circa per quanto riguarda le aziende e del 2,5% in riferimento
agli addetti.
Anche il settore terziario(10), come già notato per l’industria, ha fatto
registrare una marcata contrazione, soprattutto in termini di unità locali, nel
quinquennio che intercorre tra i due ultimi censimenti. Le unità locali del settore
sono infatti diminuite da 765 a 642 (-16,1%), mentre, nello stesso periodo, gli
addetti hanno subito una contrazione meno marcata, seppur consistente, e pari
all’8,2% (1.703 sono risultati gli addetti del settore al censimento del 1996,
mentre ne erano stati rilevati 1.855 al censimento del 1991). Come termine di
paragone, si deve considerare che nello stesso periodo, a livello provinciale, le
unità locali si sono ridotte del 12%, a fronte di un aumento dell’occupazione pari
all’8,3%, a testimonianza di un consistente processo di ristrutturazione
dell’intero settore.
I settori che hanno subito le maggiori contrazioni in termini di unità locali
sono risultati quelli del commercio all’ingrosso e al dettaglio (-33%),
dell’intermediazione monetaria e finanziaria (-13%) e degli alberghi e ristoranti
(-12%). Crescono, invece, nel quinquennio il settore dei trasporti e
comunicazioni (+30%) ed il settore delle attività immobiliari, della ricerca e
dell’informatica (+28%). Le dinamiche sono analoghe per i vari settori in termini
di addetti, anche se diversa risulta la consistenza delle variazioni.
(10) Dal confronto nella dinamica del settore sono esclusi tutta la pubblica amministrazione ed i servizi
pubblici, in quanto gli stessi non sono stati rilevati in occasione del censimento intermedio dell’industria
effettuato nel corso del 1996. La quota del settore terziario posta a confronto tra il 1991 ed il 1996
comprende pertanto solo il commercio, gli alberghi e i ristoranti, i trasporti e le comunicazioni,
l’intermediazione monetaria e finanziaria, le attività immobiliari, l’informatica e la ricerca.
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Analizzando la situazione più recente, si può dire che praticamente tutti
i rami del settore terziario sono presenti nella Valsugana Orientale, anche se i
più consistenti sono quelli del commercio all’ingrosso e al dettaglio (288 unità
locali e 744 addetti) e delle attività immobiliari, della ricerca e dell’informatica
(136 strutture con 234 addetti). In termini di addetti, non trascurabile appare il
contributo del settore degli alberghi e ristoranti (348 occupati) all’economia
locale.
Per cercare di sintetizzare i diversi aspetti relativi al settore terziario ed
eliminare aspetti di dimensioni relative che possono inficiare il giudizio, può
essere utile ricorrere al “quoziente di localizzazione”, utilizzato anche per il
settore
secondario(11).
Dall’elaborazione
di
tale
indice
emerge
una
specializzazione relativa, in termini di addetti, nel settore del commercio
all’ingrosso e al dettaglio nel comune di Samone (2,4 il valore assunto
dall’indice), nel settore alberghi e ristoranti nei comuni di Ospedaletto e Spera
(2,5), nel ramo trasporti, magazzinaggio e comunicazioni nei comuni di Telve di
Sopra (2,6) e Ivano–Fracena (2,5) e nel settore delle attività immobiliari, della
ricerca e dell’informatica nel comune di Ronchi Valsugana (3,6).
L’artigianato
Le attività economiche svolte in forma
artigianale presentano
un’incidenza abbastanza consistente nell’area della Valsugana Orientale,
interessando, in occasione dell’ultima rilevazione censuaria (1996), il 39,2%
delle aziende e il 23,7% degli addetti. Nello stesso momento a livello provinciale
le imprese artigiane sono risultate il 36% del totale, occupando il 24% degli
addetti complessivi.
La struttura artigianale è distribuita in modo abbastanza omogeneo in
tutti i comuni della Valsugana Orientale, con una presenza più incisiva in alcuni
(11) Per la definizione del quoziente, vedi quanto riportato alla nota 9
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comuni (Torcegno, Carzano, Spera e Telve di Sopra), in cui le unità locali
artigiane sono oltre il 60% del totale.
Anche nel settore artigianale, come nel complesso delle strutture
produttive, prevalgono le imprese dei settori manifatturiero e delle costruzioni.
Il turismo
La Valsugana Orientale, come abbiamo visto, si sviluppa su un’area
piuttosto ampia (rappresenta circa il 6% dell’intera provincia), ad un’altitudine
variabile tra i 250 e gli 800 metri sul livello del mare. Nonostante queste
caratteristiche geografiche, la capacità ricettiva della zona è piuttosto modesta,
potendo contare su 17 esercizi alberghieri e 31 esercizi complementari (12).
Completano l’offerta turistica circa 230 alloggi privati e, soprattutto, 1.216
seconde case. Come si può vedere si tratta di un’offerta limitata, considerato
che le seconde case, per definizione, sono destinate ad esclusivo utilizzo del
proprietario stesso e della sua famiglia e che, pertanto, i posti letto che
effettivamente sono posti sul mercato sono poco più di 2.800.
Per quanto riguarda, poi, specificatamente l’offerta turistica alberghiera,
questa è concentrata fondamentalmente nei comuni di Roncegno (6 esercizi) e
Grigno (4 alberghi), che da soli rappresentano poco meno del 70% dei posti
letto disponibili nella valle.
Questa struttura ha subito delle modificazioni nel corso degli anni
Novanta: si è ridotto decisamente il numero delle strutture ricettive alberghiere,
passate da 27 a 17, e degli alloggi privati, diminuiti da 380 a 232. Nello stesso
arco di tempo sono aumentati gli esercizi complementari e, in maniera
consistente (da 647 a 1.216), le seconde case. Per queste ultime è probabile
che parte degli alloggi privati sottratti al mercato turistico siano in realtà
diventate seconde case ad esclusivo uso del proprietario.
(12) Si tratta di affittacamere e C.A.V., campeggi, rifugi, agritur e agricampeggi ed altri esercizi minori.
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A fronte di questa capacità ricettiva, nel 2000 si sono registrati,
complessivamente, poco più di 27 mila arrivi, per un totale di circa 224 mila
presenze turistiche. In termini di incidenza sul movimento turistico della
provincia, questi dati rappresentano lo 0,7% degli arrivi totali ed lo 0,8% delle
presenze provinciali.
Ovviamente la distribuzione delle presenze riflette le potenzialità
ricettive, con una prevalenza nelle seconde case (che raccolgono circa il 40%
delle presenze complessive), ma di entità non trascurabile risulta, comunque,
anche il movimento fatto registrare dalle strutture alberghiere, che nel corso del
2000 hanno raccolto poco meno di 56 mila presenze, pari al 26% del totale.
Territorialmente, i comuni di Borgo Valsugana e Roncegno, da soli, raccolgono
oltre il 50% delle presenze complessive, mentre oltre il 75% delle presenze è
concentrato in 5 comuni (Borgo Valsugana, Roncegno, Torcegno, Telve e
Grigno).
Analizzando le presenze turistiche distribuite per mese, emerge con
evidenza che l’area della Valsugana Orientale può contare essenzialmente su
un turismo prevalentemente estivo. Nei mesi da giugno a settembre si
concentrano, infatti, quasi i 2/3 delle presenze complessive, mentre nei mesi
invernali le presenze turistiche rappresentano il 15% del totale.
Dallo studio dell’evoluzione nel tempo del fenomeno turistico si evince
come, nella Valsugana Orientale, le presenze abbiano subito nell’ultimo
decennio andamenti molto discontinui. Dopo l’incremento di presenze registrato
ad inizio anni Novanta, sono seguiti un paio di anni di forte rallentamento,
compensati, negli anni successivi, da un altrettanto brusco aumento di
presenze fino al 1996. Da allora è iniziato un nuovo periodo di lento declino fino
al biennio più recente, in cui sembra di intravedere una ripresa del settore
turistico. Anche se l’entità delle variazioni è molto diversa, la dinamica di fondo
fatta registrare dalle presenze in Valsugana sembra ricalcare abbastanza bene
lo sviluppo seguito dal comparto a livello provinciale.
Per valutare ulteriormente la capacità ricettiva della Valsugana
Orientale in relazione ad altri aspetti, quali ad esempio il carico antropico che il
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territorio deve sopportare, è utile ricorrere ad alcuni indicatori sintetici.
Innanzitutto si può considerare il tasso di ricettività, ottenuto dividendo il numero
dei letti negli esercizi ricettivi (escluse le seconde case, che incidono
relativamente poco sulla produzione di reddito aggiuntivo, in quanto utilizzate
esclusivamente dai proprietari) per gli abitanti residenti. Tutti i comuni della
Valsugana Orientale offrono una potenzialità ricettiva inferiore alla media
provinciale e pari, al massimo (comune di Torcegno), a 50 posti letto ogni cento
residenti, rispetto ad un valore provinciale pari a 60 posti letto ogni cento
residenti.
Altro utile indicatore sulla turisticità della zona è rappresentato dal
rapporto tra le presenze (escluse ancora una volta quelle delle seconde case,
per il loro apporto economico relativamente più contenuto) e la popolazione
residente. Esso rappresenta l’effettivo peso del turismo rispetto alle dimensioni
della zona e per i comuni della Valsugana si presenta molto basso, non
raggiungendo le 10 presenze annue ogni 100 residenti, mentre a livello
provinciale lo stesso indicatore risulta pari 10 turisti ogni 100 residenti(13).
Infine, l’indice di massima antropizzazione (dato dal rapporto fra le
presenze turistiche del giorno di massimo afflusso e la popolazione residente)
da un’idea dello “sforzo” sopportato da un’area e dalle sue strutture nei giorni di
massima attività turistica. Anche in questo caso si presentano dei valori
piuttosto bassi, sempre inferiori alla media provinciale, che raggiungono al
massimo il valore di 40 presenze ogni 100 residenti nel comune di Torcegno,
rispetto alle 60 della media provinciale.
Il pendolarismo
(13) Per un ulteriore termine di confronto si può dire che comuni turistici come Andalo o Campitello di
Fassa raggiungono valori superiori a 150 presenze ogni residente.
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Il fenomeno del pendolarismo in uscita, rilevato alla data dell’ultimo
censimento generale della popolazione (1991), interessa in modo abbastanza
consistente tutti i comuni della Valsugana Orientale, sia per motivi di lavoro che
per motivi di studio: circa il 20% della popolazione residente risulta, infatti,
interessata da movimenti pendolari.
La quota più consistente è riferita ai movimenti per motivi di lavoro ed
interessa poco meno di 3.700 persone, ovvero il 43% circa della popolazione
attiva della zona. La quota più rilevante (oltre il 70%) riguarda movimenti
all’interno del comprensorio, mentre i movimenti per lavoro verso altri
comprensori rappresentano il 26% del totale. Esigui sono gli spostamenti verso
altre province limitrofe.
Analoghe considerazioni valgono per i movimenti pendolari in uscita
generati da motivi di studio: ne sono coinvolte poco meno di 1.200 persone, per
lo più (circa il 65%) per spostamenti interni al comprensorio della Bassa
Valsugana e Tesino.
Abbastanza consistente anche il fenomeno del pendolarismo in entrata.
Esso coinvolge per lavoro 3.200 persone, che, come si è visto, provengono per
la maggior parte da altri comuni del comprensorio. Fungono da poli di attrazione
i comuni di Borgo Valsugana, Castelnuovo e Scurelle.
Più modesto, invece, il movimento in entrata per studio, che vede
coinvolte circa 900 persone, dirette quasi esclusivamente verso i comuni di
Borgo Valsugana e Strigno.
La presenza di infrastrutture
La presenza di alcune strutture di servizio permette di inquadrare
ulteriormente la situazione socio-economica dei comuni della Valsugana
Orientale.
Cominciando dalle strutture scolastiche, nel complesso sono presenti
42 istituti, di cui 15 scuole materne, 17 scuole elementari, 5 scuole medie e 5
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scuole superiori. Il comune maggiormente dotato di infrastrutture scolastiche è
quello di Borgo Valsugana, con 9 scuole, di cui 5 superiori. Questo dato spiega
chiaramente il movimento pendolare in entrata nel comune per motivi di studio.
Rapportando le strutture presenti nella zona alla popolazione che
potenzialmente può usufruire di tali strutture (residenti per particolari fasce di
età) emerge una dotazione superiore alla media provinciale. Risulta infatti una
disponibilità di 1 scuola materna ogni 45 residenti in età compresa fra 3 e 5
anni, 1 scuola elementare ogni 68 residenti fra 6 e 10 anni, 1 scuola media ogni
134 residenti in età compresa fra 11 e 13 anni e una scuola superiore ogni 225
residenti in età 14-18 anni. Gli stessi rapporti sono uguali, nella media
provinciale, a 1 scuola materna ogni 50 residenti, 1 scuola elementare ogni 91
residenti, 1 scuola media ogni 162 residenti e una scuola superiore ogni 215
residenti.
Per quanto riguarda la dotazione di biblioteche e sale di pubblica
lettura, nei comuni della Valsugana Orientale sono presenti 5 biblioteche e un
punto lettura. La dotazione libraria consiste in circa 76.500 testi. In rapporto alla
popolazione residente, le biblioteche hanno un bacino di utenza di circa 4.500
residenti, con un patrimonio di 3 volumi a residente, mentre a livello provinciale
gli stessi rapporti sono pari a 5.500 utenti per struttura e 4 volumi a residente.
Consistente, ed in crescita negli ultimi anni, la presenza di sportelli
bancari: nel 2000 ne sono stati rilevati 23, di cui 7 nel comune di Borgo
Valsugana e gli altri abbastanza ben distribuiti sul territorio. Sempre con
riferimento alla popolazione residente, ciò significa la presenza di 1 sportello
ogni 1.000 residenti circa, rapporto questo pari alla media provinciale.
Completano la dotazione di infrastrutture di servizio la presenza di
strutture mediche ambulatoriali, di farmacie, delle case di riposo, delle stazioni
dei Carabinieri e degli Uffici postali.
Rilevante la presenza di spazi sportivi nella zona: nel 1997 sono stati
contati 131 impianti, corrispondenti al 4,3% dell’intera dotazione provinciale. In
rapporto alla popolazione residente (anche se è chiaro che queste strutture
sono destinate anche alla popolazione turistica) questa dotazione è pari a circa
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6 impianti ogni 1.000 residenti, analogamente a quanto registrato a livello
provinciale.
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Allegato statistico
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