Ferruccio Tammaro

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Laureatosi in Lettere nel 1970 sotto la guida di Massimo Mila con una tesi su “Sibelius e l’ideale
sinfonico dopo Bruckner e Mahler”, Ferruccio Tammaro ha contemporaneamente studiato
pianoforte e composizione presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino fra l’altro con Azio Corghi
e Franco Donatoni. Grazie anche al conseguimento di una borsa di studio concessagli dal Ministero
degli Affari Esteri finlandese ha poi proseguito le sue indagini sul musicista finnico pubblicando
vari saggi (‘L’«imperativo» nella musica di Sibelius’, in “NRMI”, VIII, n.1, 1974; ‘Sibelius e il
silenzio di Tapiola’, in “RIDM”, vol. XII, 1977 – n.1; Le sinfonie di Sibelius, Torino 1982),
partecipando ad alcuni convegni (ad esempio “La Seconda Sinfonia di Sibelius e la natura ligure”,
in “Atti del Congresso Internazionale Viaggiatori stranieri in Liguria”, Bordighera, Lerici, Genova,
1987; Jean Sibelius – An Italian View, Atti del Convegno “The Forest’s mighty God. A Celebration
of Sibelius. Views from the 20th Century for the 21th Century”, Londra, novembre 1997) e fornendo
la prima monografia in Italia dedicata allo stesso compositore (Jean Sibelius, Torino 1984). Ha così
contribuito non solo a diffondere nel nostro ambito culturale la conoscenza del musicista, ma anche
a precisare, grazie a indagini su fonti biografiche di prima mano (lettere e diario), la reale
personalità di un musicista che visse in modo consapevole e sovente problematico il rapporto fra la
verginità musicale della sua Finlandia ed i grandi centri musicali e concertistici europei. Fra l’altro
lo studioso ha potuto mettere in luce la particolare e originale posizione assunta da Sibelius nei
confronti del folclore, una posizione che lo distanzia tanto dalla produzione pittoresca e
nazionalistica dell’Ottocento sulla scia ad esempio dei “Cinque” russi, tanto da quella più scientifica
ed etnomusicologica di Bartók e Janácek.
Titolare di un contratto quadriennale di ricerca dal 1975 al 1981 e quindi inquadrato nel ruolo dei
ricercatori universitari confermati, lo studioso ha poi avuto modo di stendere per il DEUMM, grazie
alle sue conoscenze sulla musica nordica, oltre 70 “voci” riguardanti la sfera scandinava e finnica:
un contributo col quale ha cercato di rendere più tangibile e circostanziata la particolare vivacità e
feracità produttiva di un ambito culturale ancora sostanzialmente lontano da noi.
Ferruccio Tammaro ha quindi dedicato, anche in virtù dell’incarico di “Filologia musicale”
conferitogli a partire dal 1978 dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, una pari
attenzione alla musica del primo e del secondo Settecento focalizzando i suoi interessi sulla musica
vocale di Bach (‘Flauti e oboi nel mosaico vocale di Bach. La valorizzazione del timbro’, in
“Musica se extendit ad omnia. Studi in onore di Alberto Basso in occasione del suo 75°
compleanno” a cura di Rosy Moffa e Sabrina Saccomani, Lucca, 2007) e sull’opera seria di Vivaldi
(‘Il Farnace fiorentino del 1733’, in “Informazioni e Studi Vivaldiani”, n.7/1986;‘Il Farnace di
Vivaldi: problemi di ricostruzione, in “Studi Musicali”, XV, 2, 1986; ‘I pasticci di Vivaldi: Dorilla
in Tempe’, in Antonio Fanna – Giovanni Morelli (a cura di), “Nuovi Studi Vivaldiani. Edizione e
cronologia critica delle opere”, Firenze, 1988; Contaminazioni e polivalenze nell’«Orlando finto
pazzo» di Vivaldi, in RIdM”, XVII,1, 1982), così da offrire un apporto alla ricostruzione, tuttora in
atto, del patrimonio operistico e librettistico di un compositore per lo più studiato e valorizzato nel
parallelo ambito strumentale. Allo stesso modo le sue indagini sull’opera buffa settecentesca si sono
attualmente concretizzate in una ricerca sul rifacimento paisielliano de Il mondo della luna ('Il
Credulo deluso di Paisiello: un rifacimento prima dell’originale', in “Il Saggiatore musicale”,
VIII,2,) e sulle molteplici versioni derivate dal Don Quijote di Cervantes (‘Don Chisciotte vs. Don
Quijote nel teatro musicale italiano del primo Settecento’, in “Studi Ispanici”, 2006).
Nel 1985 lo studioso, divenuto professore associato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università di Torino, si è posto a indagare la produzione di compositori come Vaughan
Williams (Eclettismo e tradizione nelle Sinfonie di Vaughan Williams, in NRMI, XVII, n.1, 1983),
Šostakovič (Le sinfonie di Šostakovič, Torino 1988, il primo libro dedicato a questo musicista
apparso in Italia; ‘I quartetti di Šostakovič’, in NRMI, 1991/1) e Ghedini (‘Ghedini trascrittore di
musiche antiche’, in AA.VV, Ghedini e l’attività musicale a Torino fra le due guerre, Torino,
1986), così da ampliare e stimolare la conoscenza di musicisti appartenenti ad ambiti culturali molto
differenti, ma uniti dal comune denominatore del rifiuto di ogni radicalismo estremo.
Nel contempo lo studioso ha curato la stesura di vari excursus storici licenziando ad esempio un
testo volto a guidare la ricerca nell’intricato ambito dei generi e delle strutture strumentali del XVI e
XVII secolo (Morfologia della musica strumentale. Età rinascimentale e barocca, Torino 1981),
inoltre un volume dedicato agli sviluppi della sinfonia classica sino a Beethoven (La sinfonia
classica, Milano 1996), nonché un’ampia panoramica sulle musiche di scena nell’Ottocento e nel
Novecento (“Le musiche di scena nell’Ottocento e nel Novecento”, in A. Basso (a cura di), Musica
in scena, Storia dello spettacolo musicale, VI, Torino 1997), vale a dire su un “non-genere” che
occupa in realtà un’ampia porzione della nostra storia musicale. Infine in un altro volume Ferruccio
Tammaro si è dedicato a ripercorrere, testi e dati alla mano, il complesso cammino teorico che è poi
sfociato, nel corso del Settecento, nell’affermazione della civiltà musicale tonale; un cammino che
si è sempre mosso sul doppio e complementare binario da un lato della sensazione e dell’istinto,
dall’altro del ragionamento matematico e dell’intelletto speculativo (Con il senso e con la ragione.
La teoria musicale prima della tonalità, Torino 2003).
Attualmente lo studioso ha in corso varie ricerche sulla produzione sinfonica del XIX e XX
secolo: di recente pubblicazione è a questo proposito un volume dedicato alle sinfonie di Čajkovskij
(Čajkovskij. Il musicista, le sinfonie, Milano 2008) nel quale si mette in luce la singolare
ambivalenza di un musicista sì pervaso di Decadentismo, ma nello stesso tempo mosso dalla
nostalgia del buon artigianato settecentesco memore di Mozart.
Ferruccio Tammaro si è anche interessato e continua a interessarsi a problemi di didattica della
musica tanto nelle scuole secondarie quanto nelle università; ha al proposito pubblicato in
collaborazione vari testi di Educazione Musicale per la Scuola Media (Allegro vivo, Torino, 1986;
Allegro vivo...bis!, Torino, 1991; Musica, Maestro, Torino, 1995; Il nuovo Allegro vivo bis, Torino,
1998; Il nuovo Musica maestro, Torino, 2000; Rapsodia, Torino, 2002) ed ha partecipato ad alcuni
convegni, ad esempio a quello sulla “didattica dell’ascolto” organizzato a Venezia dalla Fondazione
Levi (in occasione del quale ha presentato la relazione “Una traversata con l’Incompiuta”). E’
attualmente consulente musicale per la pubblicazione di testi didattici presso la casa editrice “Il
capitello” di Torino ed è membro del SagGEM, “Gruppo per l’Educazione Musicale” sorto sotto
l’egida della rivista “Il Saggiatore Musicale”.
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