MACBETH
Libera interpretazione di un’opera di Shakespeare
Sceneggiatura: Alessandro Bacchetta
PERSONAGGI
Le Fatali Sorelle: Tre streghe che prevedono il futuro, annunciano a Macbeth che diventerà re di
Scozia e a Banquo che originerà una generazione di re; attraverso le loro predizioni scatenano la serie di
eventi che porterà all’omicidio del re Duncan.
Macbeth: Nobile scozzese, un generale dell’esercito. Alto e muscoloso, generoso, una personalità
rigida, zelante, ma anche ambiziosa, capace di mutare dopo aver semplicemente udito una profezia.
Giustifica la sua bramosia attraverso l’incontrovertibilità del destino, ma al contempo è colto dal
rimorso per le sue azioni, e questo conflitto genera la sua instabilità mentale.
Lady Macbeth: Moglie di Macbeth, bella, piuttosto subdola, anch’essa attratta dal potere. È lei a
convincere il marito a uccidere il re.
Re Duncan: Il re della Scozia, si fida di Macbeth, gli conferisce cariche importanti. Comandante leale e
fiero, un sovrano giusto e rigoroso.
Banquo: Amico di Macbeth, altro nobile al servizio del re di Scozia. Anch’egli è oggetto delle profezie
delle Fatali Sorelle, ma non cambia il suo modo di vivere per quanto sentito, e rimane leale al re, oltre
che al compagno Macbeth.
INFORMAZIONI GENERALI
La storia è articolata in quattro tavole, ognuna delle quali suddivisa da una griglia “inglese” da sei
vignette: due righe orizzontali, tre verticali, che originano una scansione della pagina di questo tipo:
1
2
3
4
5
6
TAVOLA 01
1 -2-3
TITOLO: MACBETH
Sceneggiatura: Alessandro Bacchetta
Disegni:
Siamo nel castello di Macbeth, nella sua stanza: lui è seduto sul letto, le mani che coprono il volto,
mentre sua moglie è in piedi, lì davanti: cerca di convincerlo a uccidere il re. Scena inquadrata dall’alto,
un campo medio.
LADY MACBETH: Devi farlo, mio signore
MACBETH: Non posso… non devo…
LADY MACBETH: Perché mi avresti raccontato tutto, allora? Perché mi avresti rivelato la
profezia?
4
Primo piano di Lady Macbeth. Sguardo suadente, persuasivo, sensuale, sinistro.
LADY MACBETH: È il tuo destino
5
Vignetta non incorniciata, senza riquadro, occupa lo stesso spazio delle altre ma sostanzialmente è
situata su un diverso piano. Si possono usare altri espedienti grafici oltre a questo: una diversa tonalità
di colore ad esempio, purché si capisca che la vignetta agisce su un differente livello narrativo.
Mostra tre silhoutte a figura intera, le tre streghe.
DIDASCALIA: … il tuo destino…
6
Piano Medio di Macbeth, siamo ritornati nella sua stanza, sguardo vacuo, è immerso nei suoi pensieri.
Nella tavola successiva entriamo nei suoi ricordi.
MACBETH: … il mio destino…
TAVOLA 02
1
Un altro piano medio di Macbeth, nella stessa posizione di prima, ma in una diversa situazione: siamo
sulla brughiera, ha spada e armatura, sta cavalcando in compagnia di Banquo, che intravediamo dietro
di lui. Entrambi sono stanchi, provati, ma contenti.
MACBETH: Ce l’abbiamo fatta caro Banquo, abbiamo vinto ancora
BANQUO: Naturale, gli scozzesi perderanno solo quando lotteranno tra loro
2-3
Macbeth e Banquo di quinta, a cavallo. Davanti a loro, in cima a un piccolo rilievo, le tre Fatali Sorelle,
le tre streghe che cambieranno la loro vita. Si vedono abbastanza lontane da essere a figura intera, ma
non così distanti da confonderne il volto.
MACBETH: Voi, laggiù, chi siete?
LE FATALI SORELLE: Salute a te, Macbeth, signore di Glamis…
4-5
Primo piano delle tre Fatali Sorelle. In alternativa si può fare la più vicina di quinta, la seconda a mezzo
busto, la terza in piano medio.
PRIMA FATALE SORELLA: Salute a te, Macbeth, signore di Cawdor
SECONDA FATALE SORELLA: Salute a te, Macbeth, che sarai re di Scozia
TERZA FATALE SORELLA: Salute a te, Macbeth, anche se non ci saranno sovrani tra i tuoi
eredi…
6
Piano medio di Macbeth, primo piano del suo cavallo.
MACBETH: Io non sono signore di Cawdor, oracoli imperfetti!
TAVOLA 03
1
Piano medio di Macbeth: siamo ritornati nel suo castello, nella camera da letto. Si è alzato in piedi, ma
non è lucido, per stare alzato si tiene poggiato da qualche parte (un mobile, una parte del letto, non fa
differenza). Sta pensando, a cosa lo scopriamo nella vignetta successiva.
MUTA
2
Vignetta da realizzare come quella con la silhoutte delle tre Fatali Sorelle nella prima tavola: senza
riquadro, o con una tonalità diversa di colore, perché rappresenta una scena che avviene su un
differente piano temporale, ovvero quello della seconda tavola, in cui Banquo e Macbeth sono sulla
brughiera. La scena ritrae un membro dell’esercito scozzese a figura intera, a cavallo, con Macbeth di
quinta, stupefatto, rivolto verso il lettore. L’ambientazione da sola dovrebbe essere capace di far
collegare al lettore questa vignetta con la tavola precedente, ma inserire un elmo in testa a Macbeth
faciliterà sicuramente l’impresa.
SOLDATO DELL’ESERCITO SCOZZESE: Macbeth! Il re ti ha appena nominato signore di
Cawdor! Congratulazioni!
3
Di nuovo nel castello di Macbeth. Dettaglio della sua mano, che ha appena afferrato un pugnale: si è
convinto a entrare in azione ricordando la corretta profezia riguardo la signoria di Cawdor; ormai si fida
delle streghe. Sullo sfondo, Lady Macbeth, soddisfatta.
MACBETH: Va bene. Vado.
4-5
Un campo lungo del castello, è notte. Macbeth si vede in lontananza, piccolo ma riconoscibile: sta
salendo
su
una
delle
torri
a
passo
sostenuto.
DIDASCALIA: Il re di Scozia, Duncan, era ospite di Macbeth, alloggiato nella torre più alta del suo
castello, protetto da ogni minaccia esterna…
6
Macbeth sta aprendo la porta della stanza dove dorme il re, la mano sulla maniglia: si muove in modo
felpato, cerca di non fare rumore, ma impugna ancora il pugnale.
MUTA
TAVOLA 04
1-2
Si vede il re Duncan dormiente, di quinta, steso sul letto. Sullo sfondo, Macbeth, immobile sulla soglia:
l’unica fonte di luce proviene dall’esterno, dalla porta che Macbeth ha appena aperto. Ovviamente, ha il
pugnale in mano, e lo tiene alzato.
MUTA
3
In questa vignetta abbiamo un’altra scena dal passato, quindi da realizzare con la stessa tecnica utilizzata
con le precedenti, che sia una diversa tonalità di colore o l’assenza del riquadro. Vediamo ancora una
volta le tre Fatali Sorelle in cima alla collinetta sulla brughiera, che però stanno scomparendo, e lasciano
Macbeth e Banquo con l’ultima profezia. In questa immagine i due scozzesi non si vedono, ci sono
solamente le tre streghe a figura intera, piuttosto lontane.
LE FATALI SORELLE: Salute a te, Banquo, meno grande di Macbeth, e più felice tuttavia… pur se
tu re non sarai, dopo la morte di Macbeth sarai padre di re… Banquo e Macbeth, salute a voi!
4
Ritorniamo nella stanza dove sta dormendo il re, usciamo per un attimo dai ricordi di Macbeth per
assistere all’omicidio. Quindi: dettaglio del pugnale affondato sulla carne, il regale sangue zampilla
ovunque, anche fuori dal riquadro della vignetta.
MUTA
5
Altra vignetta ambientata sulla brughiera, come la terza di questa pagina, torniamo nei ricordi di
Macbeth. Le Fatali Sorelle sono appena scomparse, la scena può essere rappresentata in due modi: si
può legare concettualmente questa immagine alla terza vignetta, ponendo Banquo e Macbeth di quinta,
in modo che guardino le streghe nella terza, oppure, più semplicemente, si possono ritrarre i due
personaggi, a cavallo, a figura intera, rivolti comunque verso le streghe, quindi di spalle rispetto al
lettore. Macbeth sta inveendo contro di loro, Banquo invece si è già parzialmente girato, pronto a
ripartire.
MACBETH: Fermatevi! Tornate qui, streghe!
BANQUO: I miei figli al comando della Scozia? Queste vecchie sono pazze, Macbeth, non
ascoltarle… andiamo, torniamo dal re…
6
Ultima vignetta: di nuovo nella stanza del re, un mezzo busto di Macbeth, seduto sul letto, sporco di
sangue. Ha un’espressione folle: per metà esterrefatto e disgustato dal suo atto, perciò delle lacrime gli
scorrono sul volto, per metà pronto a continuare, a uccidere Banquo, secondo le streghe padre di una
progenie di re, e unico uomo ad aver udito le profezie assieme a lui: quindi, oltre alle lacrime, ha anche
uno sguardo risoluto, si sente giustificato dalla fatalità del destino. In questo momento Macbeth si
rende conto di aver varcato la linea di confine, di essere ormai condannato, di non poter tornare
indietro: è instabile e pericoloso, è impazzito.
DIDASCALIA: “La vita non è che un’ombra in cammino; un povero attore, che s’agita e si pavoneggia
per un’ora sul palcoscenico e del quale poi non si sa più nulla. È un racconto narrato da un idiota, pieno
di strepito e di furore, e senza alcun significato.”