Massimo De Felice, presidente Inail, ha partecipato a Perugia alla

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Massimo De Felice, presidente Inail, ha partecipato a Perugia
alla sessione di proclamazione dei laureati in Economia e ha proposto
una rete fra i migliori Dipartimenti di Economia italiani:
“Il vostro potrebbe esserne un nodo”
Martedì 24 febbraio 2015 nell’Aula Magna dell’Università si è svolta la cerimonia di
proclamazione dei laureati triennali del Dipartimento di Economia.
La manifestazione è stata affollata di presenti più di sempre, con gli 85 studenti laureandi e
con i loro familiari che hanno riempito ogni spazio disponibile dell’Aula Magna; è stata
presieduta dal professor Mauro Pagliacci, Direttore del Dipartimento di Economia.
Per la sessione del conferimento delle lauree in Economia viene chiamato un personaggio del
mondo del lavoro e della produzione e in questa occasione a tenere la prolusione agli studenti
è stato il professor Massimo De Felice, presidente dell' Istituto Nazionale per l’assicurazione
contro gli infortuni sul lavoro (Inail), che ha pronunciato una dotta e brillante lezione, e ha
avanzato una proposta molto interessante.
“Il Comitato scientifico della ricerca dell’Inail sta valutando come costruire una rete tra i
migliori dipartimenti delle migliori università italiane e il vostro potrebbe essere un
componente”, ha detto De Felice ai laureandi dell’Ateneo perugino.
Il presidente dell’Inail ha lanciato la proposta di un concorso per creare software per
l’interpretazione dei dati su infortuni e malattie professionali. “Il ‘data challenge’, già
sperimentato dall’Istat sui dati del censimento, potrebbe essere un mezzo di grande utilità per
sviluppare applicazioni che aiutino a costruire conoscenza utile – ha detto De Felice -. Si
potrebbe immaginare un concorso a gara, con partecipazione individuale o a squadra. Una
prima sfida potrebbe giocarsi sulla ‘Statistica per la prevenzione’: un concorso finalizzato
all’applicazione di tecniche di analisi statistica agli ‘open data’ su infortuni e malattie
professionali, per arricchire il ‘modello di lettura dei dati’ attualmente in uso, e dotarlo di
software specifico ‘free’. Comunque – ha concluso De Felice – già c’è materia per avviare i
lavori. Gli ‘open data’ spero possano dare a qualcuno dei giovani, che oggi conseguono la loro
prima laurea, spunti utili per progettare la laurea magistrale e ai ricercatori motivazione per
contribuire al progresso dei nostri strumenti di analisi, già in uso”.
Perugia, 27 febbraio 2015
RETTORATO
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