PRIMO PIANO Di Stefano Bollani e la Banda Osiris Spettacolo adottato dalla classe IC p Liceo “Leopardi - Majorana” Pordenone Qual è la vostra formazione teatrale e musicale? Stefano Bollani: «Ho iniziato all’ età di cinque anni a suonare il pianoforte. Ad undici anni mi sono iscritto al Conservatorio, dove mi sono diplomato nel 1993, a vent’anni. L’improvvisazione e il jazz iniziarono a piacermi sin da ragazzo, a tredici anni, ed a quindici anni già mi esibivo la sera in pubblico. Dopo il diploma ho lavorato come tastierista pop con Raf, Giovanotti, Paolo Vallesi, Irene Grandi. Il pop, però, non è il mio genere di musica e, infatti, tali esperienze non mi hanno entusiasmato.» Banda Osiris:«Quando ci siamo conosciuti provenivamo da quattro esperienze diverse e a Vercelli abbiamo formato questo gruppo. Per quanto concerne la nostra preparazione musicale siamo degli autodidatti. Ci piace associare la musica ai movimenti e ridere su errori e incapacità. La Banda Osiris nacque come gruppo di strada venticinque anni fa e successivamente passò alle esibizioni nei teatri.» Perché vi chiamate Banda Osiris? Banda Osiris: «Abbiamo voluto fare un gioco di parole con il nome di Wanda Osiris, una diva di un genere musicale del passato, la rivista.» Qual è stato il momento più bello e più importante della vostra carriera? Banda Osiris: «Il momento più significativo è stato la vittoria del premio Orso d’Argento per la musica del film “Primo Amore” a Berlino.» Stefano Bollani: «Il momento più momento importante è stato quando ho preso il diploma di pianoforte.» Quali sono stati i momenti di difficoltà? Stefano Bollani: «Non ne ho avuti.» Banda Osiris: «Non si è trattato di difficoltà, ma di frustrazione, rabbia, dispiacere. Le difficoltà si riconoscono dopo uno spettacolo, se il lavoro fatto non viene riconosciuto, oppure quando si verificano problemi di carattere economico. In Italia è ancora difficile far ridere con la musica.» Cosa provate quando suonate e come trovate l’ intesa nell’improvvisazione? Stefano Bollani: «Quando suono sono concentrato su aspetti pratici e tecnici; quello che mi piace, quando improvviso, è riuscire a stupire me stesso.» Banda Osiris: «Molto raramente improvvisiamo per quanto riguarda l’aspetto musicale, mentre è più frequente l’improvvisazione a livello teatrale, con idee su cui verifichiamo subito la reazione del pubblico e che, se felicemente riuscite, riproponiamo negli spettacolo successivi.» Cosa non rifareste? Stefano Bollani: «Non rifarei la tournè con Paolo Vallesi (un cantante pop che aveva avuto un buon successo al Festival di Sanremo all’inizio degli anni ’90), perché il pop non è il mio genere e non mi sentivo, pertanto, a mio agio, suonando quella musica.» Banda Osiris: «Facciamo ormai quello che ci piace. Certamente non rifaremmo più uno spettacolo come “Gli uccelli” di Aristofane, in cui eravamo coinvolti solamente nella realizzazione della parte musicale, che dopo le numerose repliche era divenuto un lavoro noiosamente ripetitivo.» Qual è il genere teatrale che vi piace? «Nelle opere teatrali preferiamo la qualità, la comprensibilità e la professionalità.» Avete mai litigato? Stefano Bollani: «Con loro non ho mai litigato seriamente, ho avuto solo delle discussioni e degli scambi di idee.» Banda Osiris: «Non abbiamo mai litigato in modo violento, ma ci sono state delle discussioni animate.» Come nasce lo spettacolo “Primo Piano”? Banda Osiris: «Nasce dall’ idea di raccontare la vita di un grande musicista. In questo spettacolo la qualità della musica è alta ed è unita al gioco, in quanto abbiamo voluto mescolare l’alto e il basso della cultura.» Il pubblico estero è diverso da quello italiano? Banda Osiris: «Il pubblico estero è diverso, perché coglie diversi riferimenti e non esprime le medesime reazioni. Ad esempio, nei paesi dell’Est europeo la conoscenza musicale del pubblico è sicuramente più elevata rispetto a quella del pubblico italiano.» Stefano Bollani: « Il pubblico della musica jazz è abbastanza simile ovunque.» Nella Riforma della Scuola del ministro Moratti viene inserito anche il Liceo Musicale. Cosa pensate del modo in cui si insegna musica alle superiori? Banda Osiris: «Secondo noi è un modo sbagliato di insegnare musica; anche alle medie questo»insegnamento è abbastanza triste e non motiva gli studenti. Molto dipende, però, dal professore. Qual è stata la critica per voi più severa? Banda Osiris: « Prendendo a pretesto la nostra età ed il fatto che, cronologicamente, siamo degli ex sessantottini, la definizione di “Quarantenni in bretelle” oppure l’identificazione di un nostro spettacolo con una “gogliardata, cioè con un divertimento di scarso valore.» Stefano Bollani : «Un giornale ideologicamente di sinistra, commentando un mio concerto, in cui dialogavo con gli spettatori e li facevo, anche, divertire, mi ha definito, non capisco perché,“Populista di stampo berlusconiano”.» Che cosa pensate di questa vostra collaborazione? Pensate di riproporla in altri spettacoli? Banda Osiris: «È bella e divertente, quindi pensiamo di riproporla il prossimo anno. Dobbiamo anche tener conto che uno spettacolo dovrebbe durare almeno per duecento repliche, mentre per quest’anno ne abbiamo previste solo trentacinque.» Stefano Bollani: «Mi associo, anche perché non è questa la prima volta che lavoriamo assieme: con altri artisti avevamo partecipato, infatti, allo spettacolo “Guarda che luna”, dedicato a Fred Buscaglione.» Chiara Pillin IC pedagogico Liceo Leopardi-Majorana PRIMO PIANO Di Stefano Bollani e la Banda Osiris Spettacolo adottato dalla classe IIIC s, IIIE s, IC p Liceo “Leopardi - Majorana” Pordenone 1_ Qual è stata la vostra formazione musicale e teatrale? Stefano Bollani: A cinque anni ho iniziato a suonare il pianoforte, anche se da piccolo nutrivo la passione per il canto, a undici anni sono entrato in conservatorio e mi sono diplomato a venti. Nonostante le regole del conservatorio mi imponessero di suonare musica classica, a tredici anni ho iniziato a coltivare la mia passione per il jazz prendendo anche lezioni private. A quindici anni, la passione e la determinazione mi hanno portato ad avere un lavoro gratificante suonando la sera nei locali la musica che mi piaceva. Dopo il diploma, sono stato ingaggiato come tastierista per alcuni grandi nomi della musica pop, come Raf, Jovanotti, Irene Grandi, Paolo Vallesi. Questo mondo, però soffocava la mia creatività; ho deciso così di intraprendere la carriera da solista suonando musica jazz, la mia passione! Banda Osiris: Non abbiamo avuto una vera e proprio formazione ai livelli di Stefano Bollani. Il nostro gruppo si forma a Vercelli come artisti di strada. Eravamo autodidatti e prendevamo qualche lezione privata. Negli anni Ottanta il nostro gruppo diventa una banda cittadina; e dopo il nostro primo concerto ci siamo resi conto che avevamo un effetto comico sul pubblico e abbiamo deciso di intraprendere la difficile carriera teatrale, creando spettacoli di carattere comico e unendo arditamente anche la musica. 2_Come nasce lo spettacolo "Primo piano"? B.O. L'idea di proporre uno spettacolo sulla vita di un musicista era nata alcuni anni fa ma l'abbiamo presto accantonata, poichè non avevamo un artista di riferimento per lo show. Dopo aver collaborato con il pianista Stefano Bollani in "Guarda che luna!" e aver scoperto un grande feeling con lui, abbiamo pensato di riprendere l'idea. Solitamente una biografia, come quella che volevamo interpretare noi, racconta la vita di artisti ormai deceduti; nel nostro caso, volendo mettere in scena la vita di Stefano Bollani, abbiamo dovuto utilizzare la fantasia e la comicità. Abbiamo immaginato la sua morte, poichè se avessimo dovuto rappresentare la sua carriera fino ad ora, lo spettacolo sarebbe stato troppo breve. 3_Perchè il nome "Banda Osiris"? B.O. Nasce semplicemente da un gioco di parole, dal nome di una famosa soubrette degli anni '40: Wanda Osiris. Essendo noi una banda.. Forse adesso si capisce poco, se ci fossimo chiamati "A' banda Lear" magari oggi sarebbe stato più comprensibile. 4_Qual è stato il momento più bello della vostra carriera di musicisti? B.O. Il momento più bello della nostra carriera è stato quando abbiamo vinto l'Orso d'argento al festival di Berlino per la migliore colonna sonora nel film drammatico "Primo amore" diMatteo Garrone. Proprio la drammaticità del film è stato un elemento importante per lanostra carriera, perchè abbiamo lavorato fuori dal nostro genere. S.B. Per me, invece, il momento più bello è stato il giorno in cui ho fatto l'esame di diploma al conservatorio, non tanto per il fatto di aver passato l'esame, perchè non è un diploma a stabilire se sai suonare o no. È stato importante perchè, per la prima volta, ho potuto esibirmi in un concerto davanti a persone che davvero potevano capire la mia arte. 5_Ci sono stati momenti difficili nella vostra carriera? S.B. No, non ho avuto momenti particolarmente difficili nella mia carriera artistica. B.O. Momenti di profonda crisi, non ci sono stati, però quando ci accorgiamo che il pubblico non prova emozioni e non è spinto da curiosità ci sentiamo tristi. 6_Quali sono le sensazioni che provate mentre suonate? S.B. Avete potuto sentirlo nello spettacolo, no? (ironico) Seriamente, so che vorreste sentirvi dire che penso a cose poetiche come paesaggi, t ramonti e cieli stellati, ma non è così; mentre suono sono molto concentrato sugli aspetti tecnici del nostro mestiere (pause, melodie, accordi, armonie, ...). Solo quando riascolto quanto ho suonato riesco a provare quelle sensazioni precedentemente elencate. Spero, inoltre, di provocare nello spettatore emozioni positive, riuscendo a stupire, ancor prima di lui, me stesso, con improvvisazioni per non cadere nella banalità e nella monotonia. Mi dispiace quando sento che le mie mani cadono sulla stessa nota perchè, pur suonando molto e in luoghi diversi, non vorrei essere ripetitivo. E penso che sia la cosa peggiore in un artista. B.O. La nostra risposta concorda perfettamente con quella di Stefano Bollani. 7_ Pensate di collaborare in uno spettacolo in futuro? B.O. S.B. Non abbiamo ancora pensato a questa eventualità, anche se ci farebbe molto piacere perchè ci divertiamo lavorando assieme. Sicuramente stabiliremo ulteriori date per questo spettacolo, visto che finora ha riscosso molto successo. 8_ C'è qualcosa che non rifareste? S.B. Non rifarei la tournèe con Paolo Vallesi (un cantante pop che aveva avuto un buon successo al Festival di Sanremo all'inizio degli anni '90), perchè il pop non è il mio genere e non mi sentivo a mio agio suonando quella musica. B.O. Facciamo ormai quello che ci paice. Certamente non rifaremmo più uno spettacolo come "gli uccelli" di Aristofane, in cui eravamo coinvolti solamente nella realizzazione della parte musicale, che dopo le numerose repliche era divenuto un lavoro noiosamente ripetitivo. 9_ Qual è il vostro genere teatrale preferito? B.O. Principalmente amiamo il teatro tradizionale e di ricerca. Comunque ci piacciono tutti i generi teatrali; l'importante è che il teatro ci faccia divertire: questo è un elemento fondamentale perchè uno spettacolo ci piaccia veramente. S.B. All'interno del teatro ricerco qualità e professionalità, caratteristiche che a mio parere dovrebbero appartenenre a chiunque lavora al teatro. 10_Una curiosità: in tutti questi anni, avete mai avuto degli screzi? S.B. Con loro non ho mai litigato seriamente, ho avuto solo delle discussioni e degli scambi di idee. B.O. Non abbiamo mai litigato in modo violento, ma ci sono state delle discussioni animate, non di più... 11_ Qual è stata la critica più severa che avete mai ricevuto riguardo ad un vostro lavoro? B.O. La critica più pesante che noi abbiamo mai ricevuto è stata quando, alla fine di uno spettacolo di qualche anno fa, si è avvicinato uno spettatore e, sicuramente con ingenuità, ha detto che avevamo fatto proprio una "bella goliardata". Per noi "goliardata" non è un gran complimento per uno spettacolo comico, perchè pensiamo che non sia affatto sinonimo di comicità e crediamo che sia un'offesa piuttosto grave. S.B. Nel 2004, durante la turnèe di un mio spettacolo, dopo aver fatto un paio di serate a Milano, un critico del "Manifesto" ha scritto in un suo articolo che "lo spettacolo di Stefano Bollani finisce per essere uno spettacolo populista e berlusconiano". Credo che questa affermazione sia scaturita dal fatto che, ad un certo punto dello spettacolo, io iniziavo a discutere con il pubblico, anche di attualità. Non l'ho presa male per la definizione data al mio spettacolo, ma principalmente perchè questa critica sia finita proprio sul "Manifesto", giornale in cui qualunque cosa che si definisce "berlusconiana"finisce per essere completamente boicottata. 12_ Collegandoci a questo argomento, la mia domanda è forse un po’ indiscreta. Comunque ho trovato nel sito www.stefanobollani.it le seguenti valutazioni su un tuo spettacolo da solista nel gennaio 2004: 12 scarsi 12 ottimi 2 insufficienti 1 buono 1 sufficiente Cosa ne pensi sei soddisfatto? S.B. Mah! la domanda è un po’ retorica: naturalmente avrei preferito ci fossero stati tutti ottimi,aspetta ripetimi le valutazioni… 12 scarsi 12 ottimi 2 insufficienti 1 buono 1 sufficiente S.B. Ecco appunto, comunque credo che sia una situazione generale positiva. Vabbè! Tranquillo! Se vai di nuovo domani nel mio sito troverai sicuramente 2000 ottimi! 13_Trovate che il pubblico all'estero sia diverso da quello italiano? B.O. In questi anni abbiamo rilevato una profonda differenza tra l'area mediterranea e il Nord europa. Nel Mediterraneo abbiamo trovato maggior soddisfazione nell'esibirci, poichè il pubblico è più esigente e difficile da conquistare. Al contrario, gli spettatori francesi sono molto freddi; si può dire che abbiano "la puzza sotto al naso". Il publico più caloroso è quello dell'Egitto, perchè ad un nostro spettacolo, dopo le prime note di un brano musicale, iniziarono a battere le mani a ritmo, instancabili. S.B. Durante la mia carriera mi è capitato di avere l'opportunità di suonare nei migliori locali jazz a N.Y. e, a dire la verità non mi sentivo a mio agio. Mentre mi esibivo, mi sentivo scrutato, come se mi dicessero: "Vediamo se puoi competere con noi, ideatori del jazz!".In Giappone, invece, mentre con le battute "parlate" non ero riuscito ad entrare in contatto con il pubblico, una volta al pianoforte la comunicazione, anche comica, grazie alla mimica facciale, ha instaurato un rapporto di complicità con gli ascoltatori. 14_Nella Riforma della scuola del Ministro Moratti viene inserito anche il liceo Musicale. Cosa pensate del modo in cui si insegna musica alle superiori? B.O. La domanda è un pò retorica: tutto ciò che può incentivare la conoscenza della musica per noi è positivo anche se, secondo me, è un modo sbagliato di insegnare musica; infatti anche alle scuole medie questo insegnamento è abbastanza triste e non motiva gli studenti. Molto dipende però dal professore. S.B. In realtà io mi pongo un'altra domanda: perchè nelle scuole i studia Shakespeare e non Beethoven? 15_ Dopo molti anni che fate questo lavoro sentite l'usura del tempo? B.O. Se fosse un lavoro di routine probabilmente avremmo risposto di si, ma il divertimento e la gratificazione del pubblico vincono la fatica. S.B. Ogni giorno non è mai uguale a quello precedente, anche perchè i miei impegni sono molteplici (riferendosi ai suoi impegni televisivi, di concertista jazz e attore comico). L'intervista si è poi conclusa con l'imitazione di Jovanotti al pianoforte regalataci da Stefano Bollani e la rivisitazione di "Caravan Petrol", uno dei massimi successi di Renato Carosone, proposta dalla Banda Osiris