Belle Epoque (1870-1914)
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INTRODUZIONE
Belle Epoque L'espressione si riferisce al periodo di storia europea compreso all'incirca tra il 1870
e lo scoppio della prima guerra mondiale (1914): "epoca bella" per l'eccezionalità dello sviluppo
civile, economico e culturale vissuto dagli europei in quel lasso di tempo, in contrasto con l'abisso
di barbarie in cui quell'Europa in piena euforia da progresso precipitò con la Grande Guerra.
Effettivamente nella Belle Epoque gli europei conobbero i frutti di un discreto benessere che
pareva garantito da un ciclo di pace generale, soltanto incrinata dai conflitti nei Balcani e da
circoscritti episodi di competizione coloniale tra le grandi potenze.
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L'ERA DEL PROGRESSO
Fu quello il periodo in cui la tecnologia liberò tutte le sue potenzialità, esercitando una
straordinaria forza di attrazione culturale e psicologica. La vita materiale nelle società occidentali
fu modificata come mai prima era successo dai risultati dell'innovazione tecnica, dai progressi
della scienza e dall'incremento della produzione industriale. Dall'impiego su scala mondiale
dell'energia elettrica e dalla possibilità di trasportarla ovunque derivarono una lunga serie di
applicazioni pratiche che cambiarono in meglio la vita degli uomini (dall'illuminazione privata e
pubblica all'elettrificazione delle ferrovie).
Anche il telefono conobbe una rapida diffusione. Nel 1895 la scoperta fatta da Guglielmo Marconi
inaugurò l'era della telegrafia senza fili e aprì la strada all'invenzione della radio, contribuendo a
ridurre l'incidenza della distanza nelle relazioni umane. L'automobile e l'aeroplano intanto
facevano la loro apparizione, mentre la scienza compiva progressi eccezionali grazie
all'avanzamento della chimica e della biologia. Il ciclo economico, dalla metà degli anni Novanta
del XIX secolo, fu all'insegna di un forte e prolungato incremento produttivo, che finì per
contagiare non solo gli ambienti finanziari ma anche la platea dei consumatori, in forte crescita
numerica, al punto che molti osservatori hanno collocato alla fine dell'Ottocento la nascita della
moderna società dei consumi. Gli indicatori demografici sottolineano la forza propulsiva di quella
fase economica: l'Europa, nonostante l'emigrazione in America di oltre 30 milioni di suoi abitanti,
registrò una crescita demografica che, tra il 1870 e il 1910, fece salire i suoi abitanti da 290 a
435 milioni.
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CITTÀ IN SVILUPPO
All'interno delle grandi città si determinò un sostanziale miglioramento nella vita materiale,
garantito da una serie di servizi mai prima d'allora elargiti (illuminazione pubblica, sistema
fognario, strade asfaltate, centri di prevenzione sanitaria, scuole per l'infanzia, scuole elementari,
controlli medici sugli alimenti, trasporti pubblici). Nelle città si stava affermando la moderna
civiltà delle macchine, dalla quale si irradiavano i nuovi miti del progresso, della prosperità, della
felicità materiale: traguardi, questi, che parevano raggiungibili a un vasto numero di persone.
La seduzione del comfort, accessibile a tutti, dispiegava i suoi benefici dinanzi agli occhi di milioni
di consumatori.
Parigi, più di altre, fu la città-vetrina di quel nuovo mondo: divenne la capitale europea del
turismo e dei consumi, degli spettacoli e dell'arte, della cultura e della scienza, dello sport e della
moda. Per questo fu anche la capitale della Belle Epoque, con tutta la variegata gamma delle sue
espressioni, dai fenomeni di costume sociale (i caffè concerto, le gare sportive, le corse
automobilistiche, i voli in aeroplano, i grandi magazzini) a quelli dell'espressione artistica (il
teatro, l'opera, il cinema dei fratelli Lumière, la pittura degli impressionisti). Altre capitali
europee, quali Londra, Vienna, Budapest, Berlino, si imposero come centri pilota delle moderne
società industriali e di massa, mentre il loro successo di immagine esaltava il primato culturale ed
economico dell'Europa, allora all'apogeo.