IPOTESI SULL'ARCA DELL'ALLEANZA
di Giuliana Milone
(Avellino)
Procuratrice dei Micenei
Nel saluto cerimoniale reso dal Cavaliere Gran Comandante dell'Ordine cavalleresco del Tempio di
Gerusalemme al capitolo Templare della Loggia scozzese, riunita per celebrare il patrono e
protettore dei Templari, San Bernardo, si ricorda che Ugo de Payns templare, fece rientro in patria e
consegnò a Bernardo casse piene di antichi libri ed un regalo prezioso e raro : l'Arca dell'Alleanza.
Nei documenti relativi al Tesoro portato in Francia si legge che i Cavalieri del Tempio, al rientro da
Gerusalemme nel 1127, erano protetti da una scorta affinché durante il viaggio nessuna autorità
pubblica o privata potesse ingerire. A quel Tesoro all'epoca era interessata non poco anche la
Chiesa.
L'impegno culturale dei Templari si manifestò anche nelle edificazioni di Cattedrali gotiche in terra
di Francia, tra cui quella di Chartres la cui costruzione fu avviata intorno al 1194. In essa l'Arca é
raffigurata durante il trasporto posta su una lastra di pietra e la scultura fa mostra di sé sul portale
della porta degli Iniziati della cattedrale accompagnata da una scritta in latino arcaico molto
deteriorata. L'uso delle moderne tecnologie però ne ha permesso la decifrazione: "Hic Ammittitur
Arca Federis"- qui è accolta, inviata, nascosta l'Arca del Patto.
La distanza. fra il centro del labirinto di Chartres e la porta occidentale è uguale alla distanza fra la
porta e il rosone della facciata di quel lato; collegati tra di loro questi punti viene dunque a formarsi
un triangolo. Al di sopra del rosone è posta una vetrata che raffigura una scena del Giudizio
Universale e se si rivoltasse la facciata occidentale sul pavimento della navata centrale della
Cattedrale, la finestra con il rosone ed il labirinto corrisponderebbero esattamente. Nella ritualistica
il disegno di un punto al centro del cerchio ha la stessa simbologia del geroglifico egiziano che
raffigura la Luce; di conseguenza il centro del labirinto di Chatres dovrebbe corrispondere alla
Luce.
Chelline nel suo diario riferisce che nel corso delle guerre napoleoniche le campane di ferro della
cattedrale furono fuse e che il piatto collocato al centro del labirinto, un piatto realizzato in rame
lucente, scomparve.
Nella tavola periodica degli elementi il rame compare tra quelli detti "di transizione": poiché, in
determinate condizioni tutti i suoi elettroni con moto orario ad antiorario si pongono attorno al
nucleo che prende aspetto di sigaro; gli atomi vengono detti in stato di "spin accelerato" man mano
che il nucleo passa da un movimento lento ad uno accelerato; questi atomi sono in grado di
interagire a livello bidimensionale.
Per dare il via al tutto è sufficiente l'applicazione di un campo magnetico esterno. Fin dagli anni
sessanta gli scienziati hanno dimostrato che tutti gli atomi in condizione di spin accelerato
trasmettono energia senza che essa si disperda, fenomeno che rende la sostanza un superconduttore,
e la superconduttività è molto di più di un semplice fenomeno fisico.
I superconduttori sono di tipo 1 "argento, iridio, sodio, cobalto, nichel, oro...."; di tipo 2 "rame,
piombo, niobio, niobio titanio".
I superconduttori di tipo 1 respingono qualsiasi ingerenza esterna elettromagnetica perché gli
elettroni di spin contrario si equivalgono come immagini speculari senza distruggersi e viene a
crearsi un campo di Meissner in cui non c'è più nord e sud e in cui tutti i campi magnetici vengono
respinti mentre il campo di Meissner viene a sua volta respinto da un altro campo magnetico:
condizione che apre la possibilità alla levitazione...
Innescato il campo di Meissner di un superconduttore di tipo 1 la sua azione è eterna. In determinate
condizioni di caos gli elettroni a specchio sembrano distruggersi; ma in questa caso è la materia ad
essere trasferita all'interno di un'altra dimensione spazio-temporale perché l'insieme delle molecole
di un corpo fisico viene smantellato per essere riassemblato alla perfezione una volta raggiunta
l'altra dimensione. Una condizione del genere viene a crearsi quando un superconduttore "di tipo 1"
interagisce con un superconduttore "di tipo 2" in presenza di un certo voltaggio.
I superconduttori "di tipo 2" , al contrario, possono anche tollerare ingerenze e penetrazioni
elettromagnetiche.
Il rame appartiene al gruppo di superconduttori "di tipo 2", capace di supercondurre in presenza di
potenti campi magnetici ed elettrici. Per attivare la sua superconduttività è necessaria attivare una
forza magnetica ad alto potenziale che agisca dall'alto.
Ritornando alla cattedrale di Chartres il dottor Lister nel 1688 dopo averla a lungo visitata, annotò
che i costruttori erano soliti porre nelle sue parti più elevate una pietra magnetica di straordinaria
virtù. La pietra è di origine meteorica, contiene ferro magnetico ed iridio, superconduttore "di tipo
1" ed era già conosciuta dagli artigiani dell'antico Egitto.
I costruttori della cattedrale potrebbero aver collocato in alto la pietra superconduttiva "di tipo 1" ed
in basso il piatto di rame in cui, come riferisce Chelline era raffigurata la leggenda del Minotauro,
di Arianna e del suo filo ed il cui diametro era stimabile attorno ai 140 cm., rame superconduttore di
tipo 2. L'Arca potrebbe essere posta tra i due superconduttori, tesi confermata da alcuni studiosi tra
cui Ravenscrofe, Fallace -Murphy che pensano che il luogo dove sia stata depositata dopo un lungo
peregrinare l'Arca, sia proprio la cattedrale di Chartres.
Tra i due superconduttori si sarebbe creato un vortice energetico simile a quello che vide Giacobbe
(la scala discesa dal cielo) o che rapì nei cieli Elia. Per innescare questo vortice ed eccitare lo stato
energetico è necessario un certo voltaggio che potrebbe essere stato fornito dall'Arca.
Nella lettera agli Ebrei (194) si dice 1'Arca del Patto era tutta ricoperta d' oro ed in essa si trovava
un vaso d'oro contenente la "manna". La manna si presentava come polvere bianca che poteva
essere lavorata come pane detto "pane della presentazione". Si parla di manna a proposito di
Abramo che, si dice, sia stato benedetto da Melkisedech, identificato nei rotoli del Mar Morto con
l'arcangelo Michele, con il pane ed i1 vino, pane che per S. Giovanni rappresentava l'autentico pane
dell'Eucarestia. S. Paolo nella "lettera ai Corinzi" racconta che Gesù fu iniziato al sacerdozio
dell'ordine di Melkisedech guadagnandosi il diritto di offrire pane e vino nell'ultima cena.
Nell'Esodo si racconta che "il pane della presentazione" era prodotto sul Monte Sinai ove era
presente una fornace mentre sul monte rimbombavano suoni di tromba, lampi e tuoni. Lo produceva
Betseul a cui Mosé affidò il compito di costruire l'Arca dell'Alleanza.
La polvere era già prodotta dagli iniziati delle scuole dei misteri all'epoca della IV dinastia
faraonica, forgiata poi in pani conici di cui si nutrivano i sovrani per accelerare il processo di
elevazione spirituale.
Persino il luogo di nascita di Gesù, Bethlehem, può significare "Beth-le-hem" la casa del pane.
Nel cortile del Tempio del Monte Sinai fu trovato fra l'altro un crogiuolo metallico ed una gran
quantità di polvere bianca nascosta. Essa all'epoca era chiamata Mfzkt o manna che non é altro che
polvere monoatomica, una sostanza dotata di superconduttività, proprietà che trasferiva all'Arca in
cui essa era contenuta. Nella lettera agli Ebrei si legge: "l'Arca del patto, tutta ricoperta d'oro, nella
quale si trovava un vaso contenente la manna", oro monoatomico a spin accelerato..
L'Arca contenente la manna poteva superare i limiti spazio-tempo perché la superconduttività non è
una caratteristica del piano materiale, ma di quello riguardante la luce (come sperimentata presso
l'Institute of Avanced Studies gli atomi di un metallo in stato di superconduttività ai comportano
come un solo in una dimensione dove il tempo non esiste poiché entrano in risonanza col punto
energetico zero) e poteva anche sprigionare una violente forza. distruttrice che scaturiva sottoforma
di accecanti raggi luminosi poiché le sostanze superconduttive, se utilizzate in maniera errata,
emettono raggi gamma. Forse la fine di Sodoma e Gomorra, distrutte dal fuoco e dallo zolfo, fu
causata proprio da sostanze superconduttive le cui proprietà erano sfuggite di mano agli artigiani
dell'epoca.
L'Arca era dunque ricettacolo della mfzkt, ma era anche il mezzo per produrla ai tempi di Mosé e
Salomone mediante quello che veniva detto "arco di luce" sprigionatasi tra le ali dei Cherubini posti
sul coperchio, anche esso in oro.
La manna era prodotta ogni qualvolta il campione metallico era colpito da un arco elettrico a
corrente continua. Nell'Arca si sviluppava un arco elettrico tra le ali distese in avanti dei due
Cherubini posti alle estremità del coperchio. L'elettricità in definitiva era già nota agli antichi,
percepita come manifestazione, del divino.
(Esodo) "Betsabeil fece l'Arca di legno di acacia.... e la rivesti di oro puro dentro e fuori ..." e al suo
interno probabilmente erano poste due placche d'oro "... e fece due cherubini d'oro alle estremità del
propiziatorio ...» l(il coperchio). I Cherubini erano elettrodi esterni da collegare alle placche
metalliche interne per attivare l'azione dell'Arca - Un dispositivo così realizzato poteva caricarsi
fino a raggiungere migliaia di volt in grado di uccidere un uomo e mantenere tale carica per un certo
periodo di tempo. La stesso procedimento é utilizzato attualmente nei laboratori scientifici per
produrre oro monoatomico. Ma già dalla antichità l'elettricità era nota. L'archeologo Koenig già nel
1939 prese in esame una piccola giara di argilla custodita al Museo Nazionale dell'Iraq la cui parte
superiore aveva un'apertura circolare, in essa era inserito un cilindretto di rame cavo e contenente
all'interno una sbarretta di ferro di lunghezza tale da non toccare il fondo a sua volta tappato da un
un disco di rame affondato nel bitume; anche il cilindro era tenuto in piedi dal bitume. Attivando la
giara con una soluzione di acido od aceto, il tutto diveniva una pila in grado di funzionare.
Nel caso specifico dell'Arca , l'attivazione del processo avveniva tramite 2 pietre poste al suo
interno: la pietra "Urim" - (Esodo) "metterai nell'Arca la testimonianza che ti darò...." E la
testimonianza era Urim corrispondente alla polarità maschile e l'altra pietra "Thummim"
complementare di Urim e corrispondente alla polarità femminile Thummim, era un cristallo
elicoidale realizzato in iridio, metallo portato sulla terra da un meteorite e all'epoca veniva anche
chiamato "saffir":
"...Mosé pose due zaffiri nell'Arca."
Thummim era di grandezza tale da essere contenuta nel palmo di una mano; la sua origine si fa
risalire ad Abramo che l'aveva ricevuta come eredità di una civiltà perduta ed istruita dal dio Enlil,
la ricevette Mosé e tale eredità passò poi nelle mani di Salomone. La pietra innescava forze
antigravitazionali ed infatti l'Arca che la conteneva non toccava terra.
L'Urim poteva tagliare la roccia, era un cilindro di rubino circondato da una spirale cristallina; se
attivata da una fonte energetica poteva funzionare da raggio laser. Nella cattedrale di Chartres,
secondo quanto é tramandato, in alto i costruttori avevano posto un conduttore di prima classe, in
basso il piatto di rame, conduttore di seconda classe e per innescare il flusso energetico tra i due era
necessario un voltaggio; il meccanismo per produrlo poteva essere l'Arca con ciò che conteneva
infatti ; Urim, 2 Thummin (zaffiri) la polvere Mfzkt.
L'astronomo Rees afferma che tutto ciò che riteniamo un composto di particelle materiali, ha natura
vibratoria; quando cambia la frequenza vibratoria, contemporaneamente cambia lo stato con cui i
nostri sensi percepiscono la realtà poiché un oggetto che si allontana dallo stato vibrazione
sintonizzato sui nostri sensi fisici si mostra agli stessi ed in particolare ai nostri occhi in maniera
diversa. Ciò non significa che non sia più presente, ma che ha vinto la gravità, e quindi ha
attraversato un portale che lo ha introdotto in dimensioni parallele, quelle che i nostri occhi non
percepiscono,