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L'esperienza francescana nell'Economia di comunione
Il Movimento dei Focolari
Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento dei Focolari, ha
lanciato all’ inizio degli anni ’ 90 in Brasile il progetto dell’ Economia di
comunione (EdC), chiedendo agli imprenditori di occuparsi direttamente
della povertà attorno a loro. L’ EdC, una realtà che, dopo 23 anni dal suo
lancio, oggi coinvolge oltre un migliaio di imprese in molti paesi del mondo,
centinaia di migliaia di cittadini, molti progetti di sviluppo, sostiene lo studio
di giovani, tutti impegnati in vari modi a vivere e a raccontare un modo di
fare economia diverso, incentrato sui principi di reciprocità, gratuità,
giustizia.
L’ esperienza e le idee dell’ Economia di comunione sono anche alla
base del pensiero della cosiddetta Economia civile, un arcipelago di idee e
di pratiche sempre più vasto e non solo in Italia. L’ Economia di
comunione è una buona finestra per guardare sul Movimento dei Focolari,
uno dei movimenti ecclesiali più antichi nato nell’ alveo della Chiesa
cattolica a Trento, nel 1943. Quando Chiara Lubich iniziò la sua avventura
spirituale insieme ad alcune compagne, l’ aspetto sociale ed economico fu
subito centrale.
Non si racconta, di quei primi tempi, tanto di preghiere o di funzioni
religiose, ma della comunione dei beni fra tutta la prima comunità del
movimento, che durante la guerra (che a Trento, per la sua posizione
lungo il Brennero, fu particolarmente devastante) fecero diventare i primi
“ focolari” (le abitazioni delle “ focolarine” ) dei centri di raccolta e di
smistamento di beni, vestiario, cibo. La fraternità che oggi è una delle
categorie associate al pensiero politico dei Focolari, divenne subito
esperienza economica e sociale.
“ Un povero, una focolarina” , raccontava Chiara dei pranzi nella loro casa
in quei primi tempi. I poveri erano invitati a pranzo, accanto a tutti. Non fu
creata una mensa popolare “ per” i poveri. Una inclusione comunitaria dei
poveri, prodromo di quella “ inclusione produttiva” al cuore
dell’ Economia di comunione di oggi. Chiara era una terziaria francescana
(il suo nome di battesimo era, infatti, Silvia). Questa attenzione ai poveri e
alla dimensione economica fu senz’ altro un’ eredità francescana, un
movimento che, non dimentichiamolo, partendo dalla povertà scelta, diede
vita, durante l’ Umanesimo, anche alle prime banche popolari moderne: i
Monti di Pietà.
Il Movimento nasce come una grande corrente di amore evangelico, dal
ritorno alla parola vissuta da laici e da donne (erano tutte ragazze nei primi
anni), anticipazione della spiritualità del Vaticano II. Il vangelo si può, si
deve, vivere, non solo meditare. Del vangelo Chiara rimane colpita,
durante un bombardamento, da una parola: “ il testamento di Gesù” , quel
brano di Giovanni dove il Cristo chiede al Padre: “ Che tutti siano una
cosa sola” . L’ unità, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti, divenne subito il
motto, la missione del Movimento.
Così, negli anni successivi, l’ impegno per l’ unità sì è sviluppato in tutte
le direzioni: ecumenica, interreligiosa, con persone di convinzioni non
religiose. Uno dei tratti più originali e innovativi dei Focolari è la presenza
come suoi membri effettivi di persone di molte denominazioni cristiane, di
musulmani, ebrei, indù, buddisti – quando visitai qualche anno l’ Algeria
rimasi molto impressionato dal constatare che il 90% dei focolarini, lì
fossero musulmani.
Un movimento nato dal cuore della chiesa cattolica (e a Trento) che con gli
anni ha oltrepassato i suoi confini, accogliendo persone di ogni credo e
fede. I “ carismi” (da intendere nel senso proprio, da charis: grazia,
gratuità) vanno sempre oltre i confini di ogni istituzione. Oggi il Movimento
dei Focolari è presente in tutti i continenti. Dagli anni cinquanta in Sud e
poi Nord America, dagli anni sessanta nell’ est Europa e in Russia e poi in
Asia, in Australia e, da oltre mezzo secolo, in Africa, dove oggi il
Movimento vive una delle sue primavere.
È impegnato su tutti i “ dialoghi per l’ unità” , con una particolare attitudine
per i giovani, per l’ impegno sociale, politico ed economico. Centinaia di
migliaia le persone attivamente e seriamente impegnate. Chiara Lubich è
morta il 14 marzo del 2008, a 88 anni. Al suo posto come Presidente del
Movimento c’ è Maria Voce, italiana, da poco rieletta per il secondo
mandato. Per statuto la presidente del Movimento sarà sempre donna, per
sottolineare la dimensione mariana del movimento, il cui nome ecclesiale
è, non a caso, Opera di Maria. Quale il significato per la società di oggi di
un Movimento come quello dei Focolari?
I Movimenti spirituali nella storia hanno sempre svolto il ruolo di innovatori
nei vari ambiti. Il grande teologo Hurs Von Balthasar nella sua opera ha
descritto la chiesa come una dinamica tra il principio “ istituzionale” e il
principio “ carismatico” . La chiesa istituzione sottolinea la gerarchia, la
tradizione, i sacramenti; la chiesa carisma mette in luce la profezia e il
primato dell’ amore. La storia della chiesa è stata ed è la storia fatta dai
papi e dai vescovi, ma è anche la storia fatta da Benedetto, Francesco,
Bernardo di Chiaravalle, Teresa d’ Avila, Francesco di Sales, Don Bosco,
Francesca Cabrini, Teresa di Calcutta, Chiara Lubich.
La dinamica istituzioni/carismi è però eccedente la sola dimensione
religiosa. Anche la vita civile è un gioco, una dialettica tra istituzioni e
carismi. I carismi innovano e le istituzioni seguono e universalizzano le
innovazioni. Saremmo certamente molto più poveri civilmente senza le
innovazioni umane e sociali di tanti cooperatori, di Gandhi, Martin Luther
King, Doroty Day, Don Oreste Benzi. Sono i carismi che spostano avanti i
“ paletti dell’ umano” , perché vedono prima e diversamente dalle
istituzioni. Anche il Movimento dei Focolari sta oggi innovando in ambiti
decisivi dell’ umano, dentro e fuori i confini delle chiese e delle religioni.
Fu Chiara a fare da mediatrice nei contatti tra Paolo VI e il patriarca
ortodosso Athenagoras, ad entrare e parlare nella moschea di MalcomX a
New York, a farsi accogliere e proclamare Mafua (regina) dal popolo
Bangua in Camerun. A far nascere l’ Economia di comunione e a dare
impulso all’ Economia civile. I carismi dicono gratuità. Ci sono molte,
moltissime, imprese e progetti economici che nascono attorno al profitto e,
non per questo, non sono buoni e utili. Ce ne sono però altre ed altri che
nascono da vocazioni di bene comune, da carismi che non hanno altro
scopo se non quello di alzare la temperatura dell’ umano nel mondo.
L’ Economia di comunione è una realtà certamente piccolissima se
misurata in termini di fatturato e di impatto sul Pil, ma il valore dei processi
sociali si misura sulla base della loro capacità di trasformazione. Come il
sale e il lievito che non sono rilevanti per il loro peso, ma per il loro sapore
e principio attivo. Se oggi, in molte università del mondo, si parla e riparla
di felicità pubblica, di gratuità, di Economia civile, lo si deve anche alla
piccola Economia di comunione nata da una donna trentina, non esperta
di economia, ma esperta solo di umanità e di spiritualità, di quello
“ spirito” di cui il nostro capitalismo ha oggi un estremo bisogno.
Luigino Bruni
(articolo tratto dalla Rivista del Banco Popolare. Per ricevere la
versione cartacea della Rivista scrivere a [email protected])
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