Novara:
- Domenica 12 settembre 1943, il generale Sorrentino, comandante della Divisione "Sforzesca" di stanza
a Novara, consegna l'intero presidio di circa diecimila uomini ad una settantina di tedeschi, i primi a
giungere in città. I reparti della prima divisione SS Leibstandarte "Adolf Hitler" (la divisione prediletta dal
Führer) prendono così possesso della città e di tutti centri nevralgici della provincia.
- Domenica 19 settembre 1943, rastrellamento di ebrei
Arona:
- Mercoledì 15 settembre 1943, rastrellamento di ebrei
- Giovedì 16 settembre 1943, eccidio di ebrei
Meina:
- Mercoledì 15 settembre 1943, rastrellamento di ebrei
- Mercoledì 22 e Giovedì 23 settembre 1943, eccidi di ebrei
Stresa:
- Giovedì 16 settembre 1943, rastrellamento di ebrei
Baveno:
- Lunedì 13 settembre 1943 inizia il rastrellamento di ebrei nelle ville "Il Ruscello" e "Il Castegneto"
- Martedì 14 settembre 1943, prime fucilazioni di ebrei nella spiaggetta della villa "Il Ruscello"
- Mercoledì 15 settembre, eccidio di ebrei
- Mercoledì 22 settembre 1943, ancora eccidi di ebrei
Intra:
- Lunedì 11 ottobre 1943, strage della famiglia Ovazza
Pian Nava (nei pressi di Premeno):
- Venerdì 17 settembre 1943, eccidio di ebrei
Mergozzo:
- Mercoledì 15 settembre, eccidio di ebre
Orta:
- Mercoledì 15 settembre, eccidio di ebrei
LA STAZIONE DI NOVARA
Durante gli anni della seconda guerra mondiale, la stazione ferroviaria divenne luogo di partenza e
transito dei soldati verso il fronte e luogo d'arrivo dei reduci e dei feriti. Notevole importanza assunse
anche lo scalo merci, per il trasporto di materiale bellico.
Per portare soccorso e conforto ai militari in transito, nel giugno del 1940 si aprì all'interno della
stazione, un "posto di ristoro per il soldato", istituito dalla Federazione novarese dei Fasci di
combattimento, in collaborazione con il Dopolavoro provinciale, i Fasci femminili e la G.I.L. (Gioventù
Italiana del Littorio). In funzione dalle prime ore del mattino sino a sera inoltrata, il servizio distribuiva a
prezzi minimi vettovaglie e generi di conforto. Un bilancio delle prime settimane d'attività mostra che,
alla data del 27 giugno 1940, erano già stati distribuiti: circa 20-25 mila panini imbottiti; 500 fiaschi di
vino; 3-4 mila cartoline affrancate; tra i 400 e i 600 pacchetti di sigarette; 5000 razioni di latte e
cioccolata; migliaia di giornali, riviste e libri.
Nel mese successivo, fu istituito presso la stazione ferroviaria un dormitorio gratuito per i soldati che vi
sostavano in attesa della partenza. Col passare dei mesi, si rese necessaria anche l'apertura presso la
stazione di un posto di pronto soccorso, istituito dal consiglio provinciale della C.R.I. (Croce Rossa
Italiana), sotto la guida dell'ispettrice, donna Teresa Ravasio Buzzetti (1886-1962). Nel novembre del
1940, il servizio di pronto soccorso alla stazione di Novara aveva già offerto aiuto a 4.037 persone, tra cui
civili e soldati in transito.
Presso il posto di ristoro alla stazione, si mise a disposizione un "libro delle firme" per i ringraziamenti e
gli autografi dei soldati di passaggio. In una pagina di questo libro, pubblicata sul foglio fascista "L'Italia
Giovane", si leggono alcune frasi sgrammaticate ("cuore" scritto con la "q"), intrise della retorica
bellicista del regime ("Orgoglioso, fido nel duce. Con certezza d'animo e sicurezza. Vinceremo!"), dalle
quali emerge tutta l'ingenuità di una generazione allevata nel mito del "duce che ha sempre ragione".