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STORIE
La ricercatrice italiana open source che ha
rivoluzionato la divulgazione scientifica mondiale
Pubblicato da Laura Pavesi
14 febbraio 2014
Scoprire una sequenza genetica che può salvare milioni di vite e, invece di depositarla su un database ad
accesso limitato, renderla disponibile a tutti in open source. La scienziata che ha acceso un dibattito a
livello internazionale sulla necessità dell’assoluta trasparenza dei dati scientifici è italiana e si chiama
Ilaria Capua. A celebrare la sua attività ci ha pensato, in questi giorni, la “National Academy of Sciences”
indicando il nome della Capua tra gli scienziati stranieri, da selezionare e reclutare , che si sono
particolarmente distinti, a livello internazionale, per gli studi e i risultati raggiunti in ambito medico e
veterinario a tutela della salute pubblica – ha indicato il nome della nostra connazionale.
Ilaria Capua – virologa e veterinaria, che vive e lavora a Padova – è ormai famosa in tutto il mondo per aver
identificato, nel 2006, la sequenza genetica del ceppo nigeriano del virus H5N1 (conosciuto anche come
“influenza aviaria”). Ma già nel 2000 aveva sviluppato la strategia “DIVA” (Differentiating Vaccinated from
Infected Animals), la prima strategia che ha consentito di debellare con successo un’epidemia di influenza
aviaria. Il protocollo DIVA oggi è raccomandato come metodica di controllo dall’Unione Europea, dall’OIE e
dalla FAO e dall’OIE (Office International des Epizooties, cioè l’Organizzazione Mondiale della sanità
animale).
Quando Ilaria ha identificato la sequenza del virus H5N1, è stata contattata dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità, agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di salute globale, che le ha chiesto di inserire quella
sequenza genetica – fondamentale per salvare tante vite umane – in un database ad accesso limitato. Lei,
invece, ha scelto di renderla trasparente e pubblicarla in open source, cioè in un database accessibile a
chiunque, addetti ai lavori e non.
“Quella richiesta dell’OMS mi è sembrata assurda”, ha dichiarato Ilaria Capua alla stampa italiana, “In quel
periodo la ricerca era bloccata perché le altre sequenze non erano disponibili. Per cui, appena si è
presentata l’occasione di contribuire a sbloccarla, non ho avuto il minimo dubbio: l’ho colta. Questa
presa di posizione ha portato a cambiare la politica delle organizzazioni internazionali in
materia di trasparenza dei dati, con il risultato di ottimizzare le strategie per affrontare minacce globali
come le pandemie”.
“Nel mondo scientifico le cose stanno cambiando”, ha commentato parlando del dibattito da lei stessa
innescato sulla trasparenza dei dati.“Per esempio, la sequenza genetica dell’ultimo virus dell’influenza
aviaria, che ha destato preoccupazione in Cina, è stata resa disponibileonline dopo una settimana.
Certo, nella comunità scientifica, ci sono ancora dei conservatori, ma questo succede sempre. Soprattutto
quando si tratta di cambiamenti culturali, che richiedono tempo. Ma il valore aggiunto del libero
accesso e della trasparenza è senza dubbio riconosciuto”.
Grazie alla sua scelta coraggiosa e niente affatto scontata, Ilaria Capua ha ricevuto una lunga serie
di riconoscimenti internazionali, tra i quali il premio della prestigiosa rivista “Scientific American 50” e il
Penn Vet World Leadership Award-Animal Health Award (il Nobel per lascienza veterinaria).
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