III INCONTRO RETE CITTÀ DEL LIBRO Cagliari 16

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III INCONTRO RETE CITTÀ DEL LIBRO
Cagliari
16-17 maggio 2014
Marino Niola
Digito ergo sum.
La trasmissione della cultura tra Rete e social media
Sabato 17 maggio 2014, ore 11.30
Sala conferenze Fondazione Banco di Sardegna – Via San Salvatore da Horta, 2
Da sempre i cancelli chiudono il mondo. Oggi, i cancelletti ne aprono uno nuovo e senza confini:
quello del web, l'immenso e liquido oceano in cui galleggia il presente e dove gli hashtag - gli
attributi che regolano le conversazioni su Twitter - fungono da “lieve legno”, trasportando gli utenti
sulle onde virtuali, fornendo appigli sicuri e approdi futuri.
Queste parole-etichetta (in inglese “tag”), precedute graficamente proprio da un cancelletto (#, in
inglese “hash”), fanno da titolo e tema all'ultimo libro di Marino Niola (Hashtag. Cronache da un
paese connesso, Bompiani 2014) e da spunto per il suo intervento a Cagliari su Digito ergo sum.
La trasmissione della cultura tra Rete e social media.
Giornalista, scrittore e antropologo della contemporaneità, Niola si sofferma su una società in cui sulle ali di Facebook, Twitter, WhatsApp - gli esseri umani stanno rapidamente cambiando pelle: da
esseri pensanti a esseri comunicanti. Da cogito ergo sum a digito ergo sum; e forse ancora oltre,
fino a digito ergo sim, se è vero che ormai nel mondo esistono più schede telefoniche (sim) che
individui.
In questa fase di transizione, la lingua non è solo un portatore neutro di contenuti: li elabora, li
struttura, dà loro una forma. Non si limita a veicolare idee, ma in una certa misura le crea. In
ambito digitale, questo significa che quando un'argomentazione viene compressa in centoquaranta
caratteri - come avviene su Twitter - la riduzione a slogan diventa quasi inevitabile. E il processo di
digitalizzazione va oltre al singolo social network, coinvolgendo la mente: la contrazione degli
spazi diventa contrazione del senso. Il mondo digitale 2.0 non è più solo ambiente di
comunicazione, ma anche modo di pensare e di essere.
“Cosa vuol dire questo per la lingua? Io sono ottimista per costituzione”, afferma Niola. “Credo
che i nuovi linguaggi troveranno l'equilibrio e la stabilizzazione che in questa fase nascente non
sembrano possedere. Ma i rischi sono equamente distribuiti tra nativi e migranti digitali, con questi
ultimi che rischiano di essere lasciati indietro dai ragazzi. Per questo, bisogna adottare degli
accorgimenti fin dal mondo dell'educazione: la scuola deve congedare ogni nostalgia passatista e
imparare in fretta a tradurre le conoscenze sedimentate delle vecchie generazioni nei nuovi
linguaggi digitali”.
Dall'educazione all'informazione, dalla conoscenza alla cultura, dalla comunicazione alla creatività,
tutto è ormai interconnesso e tutto si trasforma, come è sempre stato in ogni periodo storico in cui per scoperte geografiche, scientifiche o tecnologiche - sono state ridefinite le coordinate della realtà
e i confini dell'essere. Da questo punto di vista, a Cagliari Marino Niola racconta gli effetti della
rivoluzione digitale sulla trasmissione della cultura e spiega come saranno di nuovo le
avanguardie artistiche e di pensiero a “sciamanizzare” la lingua, aiutandoci attraverso di lei e i
suoi hashtag a rinominare il mondo e a riclassificarlo.
Note biografiche
Antropologo della contemporaneità, insegna Antropologia dei Simboli, Antropologia delle arti e della
performance e Miti e riti della gastronomia contemporanea all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
di Napoli. È editorialista de “la Repubblica” e cura la rubrica Miti d’oggi sul “Venerdì di Repubblica”.
Collabora con “Le Nouvel Observateur”, “Il caffè” di Locarno, “Il Mattino” di Napoli. Dal 2008 al 2010 è
stato presidente del Teatro Stabile di Napoli. Tra i suoi ultimi libri: Si fa presto a dire cotto. Un antropologo
in cucina (Il Mulino, 2009), Miti d’oggi (Bompiani, 2012), Non tutto fa brodo (Il Mulino, 2012), Hashtag.
Cronache di un paese connesso (Bompiani, 2014).
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