“Gli artisti spesso e volentieri sono barboni fortunati. Ce l’hanno fatta a non finire nell’addiaccio, ma conservano i tratti disturbati e l’inquietudine dell’erranza, vagano con gli occhi, sentenziano sul mondo, hanno ossessioni, riti”. (cit. Margaret Mazzantini – scrittrice italiana) Domenico (Nico) Clemente è uno di questi. Nonostante i suoi studi in giurisprudenza ed una carriera avviata nello stesso campo, è un’anima indubbiamente votata all’arte. Autodidatta della musica e della fotografia, Nico Clemente riesce ad esprimere il suo intimo bisogno d’arte con rara sensibilità. Si avvicina alla fotografia sin da ragazzo, ispirato dalla singolare bellezza del luogo natio; nasce in un’affascinante cittadina affacciata sul Golfo di Napoli, e assapora e respira gli odori, i colori e la vita intrinseca della natura dirompente di questi luoghi che hanno ispirato scrittori, poeti, pittori d’ogni epoca. Nel suo modus operandi c’è sicuramente qualcosa di raro: come uno scultore che scorge la sua opera già finita nell’informe ammasso di materia, così l’occhio, attento e preciso, cerca nell’obiettivo l’immagine che vive già prefigurata nella sua mente. Scruta con curiosità tutto ciò che lo circonda e cerca di carpirne l’essenza, rubare l’attimo, fermarlo, lasciando che la bellezza delle cose si manifesti tramite lui, così da poterla servire al pubblico avido d’arte. Nei giochi di luce e di colore e nei sapienti dosaggi di bianco e nero, si scorge la sensibilità e l’esperienza maturate nel corso di questi ultimi anni di intensa attività privata, sostenuta da autentica e viva passione. Se nelle sue fotografie sono visibili in modo istantaneo, frequenze di colore che appagano gli occhi, dalle sue dita che scorrono veloci su uno strumento musicale, si liberano frequenze sonore che appagano l’udito di chi le ascolta. Si è avvicinato al suo primo strumento musicale, il pianoforte, da giovane e, ancora una volta da autodidatta, ha imparato diverse armonie, componendone poi anche di sue. Solo negli ultimi anni, si è avvicinato alla chitarra, strumento che lo ha portato a comporre nuove sonorità, scrivendo anche testi introspettivi in inglese. Ha recentemente iniziato ad esporre la sua arte. La sua prima mostra fotografica individuale, unisce la passione per la fotografia all’altro naturale sbocco della sua ricerca artistica, la musica, intitolando l’evento, appunto, “SuonImmagini”. Tema degli scatti, il mare in tutte le sue infinite sfumature di colore, le onde impetuose d’inverno e la serafica, piatta tavola d’estate, la vita che vi si svolge, il porto con i suoi rumori, i pescatori, le barche da spicciola pesca, le reti consunte dal sole e dal sale. I particolari intensi catturati dall’obiettivo, rendono queste immagini vive e pulsanti. Ad accompagnare l’evento, la sua chitarra Serenica e la voce dolce e penetrante della sua compagna, Ornella Grato. Questo sodalizio sonoro ha fatto da cornice ad un altro evento, “borgArte”, tenutosi nel comune di Albanella, caratteristico borgo medievale in provincia di Salerno. In questa sede Nico Clemente ha proposto ad un vasto pubblico alcuni dei suoi scatti più belli, ricevendo una tale quantità di stimoli artistici tali da portarlo alla realizzazione di vari altri progetti. La sua passione per la musica e la fotografia lo ha avvicinato ad un cantautore bolognese, Davide Lucchini, il quale lo ha voluto come fotografo per la realizzazione del suo primo lavoro musicale intitolato "Giorni di Sole". Ispirato dalle sonorità e dai testi, fortemente mediterranei, dell'album, ha realizzato degli scatti tra i rumori di un porto, tra l'odore del suo mare e la sua gente. Le sue foto adesso accompagnano le note della musica di Davide, regalando quegli stessi sapori ed odori. Successivamente si dedica ad un progetto che porta il nome di “la Sensualité en Noir et Blan”. L’autore realizza scatti in bianco e nero, perle nere poggiate su pelle bianca, spiazzanti, disorientanti, carichi di tutta la sensualità che una donna può esprimere semplicemente essendo se stessa. Ripercorrendo l’anima della donna, Nico Clemente realizza poi “20th Century's Women”. L’opera mette in primo piano la donna nel secolo appena trascorso, dando un’immagine della femminilità colta nelle sue espressioni più intense. L’autore già nel titolo lascia intendere il forte rilievo che la stessa ha avuto nel ventesimo secolo. Recuperando i fili della memoria, è rappresentata una donna che, nei vari decenni e nonostante i cambiamenti sociali e culturali, ha seguito una linea unitaria, mostrando sempre la sua peculiarità, sensualità e moralità, conservando quindi costante la sua femminilità. Uno dei suoi ultimi progetti, il più rilevante, che potrebbe aprirgli ancora nuove strade, è quello che lo ha visto regista del primo clip musicale del già citato cantautore Lucchini con il quale si è creato un interessante e stimolante sodalizio artistico.