SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Provincia L’Aquila Come arrivare A24/A25 RM-PE uscita Pratola Peligna- Sulmona da Napoli: A1 MI-NA uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona Emergenze culturali Badia Morronese di S. Spirito L'abbazia celestiniana di S. Spirito a Morrone si trova a solo cinque chilometri dal centro di Sulmona, in una località denominata Badia proprio perchè caratterizzata dalla sua maestosa presenza. Le origini del complesso sono legate alla figura di Pietro Angeleri, eremita e fondatore dell'ordine dei Celestini, oltre che futuro pontefice con il nome di Celestino V, noto per "il gran rifiuto" cantato da Dante nella sua Divina Commedia. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura La Cappella Caldora è un piccolo oratorio inserito nell'imponente complesso di edifici della Badia celestiniana di S. Spirito al Morrone. Essa fu concepita per custodire il Monumento Caldora realizzato da Gualtiero d' Alemagna nel 1412 come tomba-mausoleo di Restaino Caldora e di altri membri della famiglia Cantelmo-Caldora. La cappella custodisce uno dei cicli pittorici ad affresco più spettacolari e discussi del primo Quattrocento abruzzese, sebbene oggi il cattivo stato di conservazione del tessuto pittorico, sbiadito per la forte umidità, ne comprometta fortemente la leggibilità e la corretta analisi critica Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Agibile. Lesioni di distacco tra voltine ed arconi trasversali; lesioni diffuse, non gravi, su volte e murature perimetrali. Chiesa del SS. Crocifisso La chiesa del SS. Crocifisso, originariamente edificata nel XVII secolo, fu distrutta dal terremoto del 1706 e ricostruita nel corso del Settecento secondo caratteri barocchi. Un’altra trasformazione la chiesa ha subito nel 1929, in seguito al terremoto del 1915, secondo il progetto e la direzione dei lavori dell’ingegnere Carlo Monaco. Attualmente la chiesa presenta una pianta a croce latina con copertura a volta a botte per i bracci e a calotta circolare per la zona centrale. Chiesa del SS. Crocifisso La facciata ha perso gran parte del suo carattere barocco ricalcando forme cinquecentesche come era nei modi e nello stile di Del Monaco. Due coppie di lesene con basi e capitelli ionici fanno da cornice ad un portale con timpano curvilineo spezzato e ad un finestrone rettangolare. Un timpano triangolare chiude in alto la composizione. Danni segnalati Non si segnalano gravi danni SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Chiesa dell’Incoronata Costruita nel XVI secolo dai padri Cappuccini, la chiesa fu poi distrutta dal terremoto del 1706 e restaurata qualche anno più tardi. Presenta una pianta a croce greca ed è coperta da una cupola con stemmi nobiliari. All’interno, sull’altare principale dedicato alla Vergine, sta una tela ad olio raffigurante la Madonna in trono tra i rami di una quercia. Danni segnalati Chiesa dell’Incoronata Agibile. Non si segnalano gravi danni Chiesa della Madonna del Carmine La chiesa della Madonna del Carmine fa da sfondo all’omonima piazzetta, uno degli scorci più caratteristici della città, che si incontra salendo le scale di piazza Garibaldi e proseguendo sul corso in direzione sud. La costruzione odierna è frutto di un rimaneggiamento del XVIII secolo condotto dai padri Carmelitani di S. Maria d’Arabona a seguito del terremoto del 1706. L’edificio originario fu eretto nel 1225 da Sir Gualtiero di Benedetto Pagano con l’intitolazione a S. Agata e aveva annesso un convento che, agli inizi del ‘900, divenne Distretto Militare e, nel 1948, venne demolito per far posto al palazzo delle Poste. Il prospetto principale, a due piani di paraste binate, denuncia all’esterno l’impianto di derivazione gesuitica, ad aula unica e cappelle laterali, che caratterizza l’interno della chiesa. SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Gli echi del Barocco settecentesco abruzzese si manifestano nella lieve curvatura della zona mediana del piano di facciata, opera dell’architetto Carlo Faggi. All’interno i partiti decorativi a stucco, l’ordine architettonico di paraste e gli altari sembrano ribadire la semplicità che contraddistingue l’esterno dell’edificio. Tra le varie opere conservate nella chiesa degno di nota è l'organo (cm. 460 x 335 x 150 ca.), costruito dall'organaro Quirico Gennari (v. Scheda autore), esponente della nota famiglia artigiana organaria originaria del rodigiano. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Agibile. Non si segnalano gravi danni Chiesa della SS. Annunziata La chiesa della SS. Annunziata è parte integrante di un ampio complesso che include le strutture del Palazzo, uno dei più preziosi gioielli d'arte abruzzese, un tempo destinato a funzioni ospedaliere, oggi noto per la bellissima facciata nella quale si concretizza nel modo più raffinato il trapasso dalle forme medievali a quelle rinascimentali. Sebbene le origini della chiesa siano da sempre legate alle vicende del Palazzo (entrambi sono edificati per volontà della Confraternita dei Compenitenti, come ricorda l'atto di fondazione del 10 marzo 1320), la SS. Annunziata diversamente "dall'ospedale" mostra un volto barocco; Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Sul lato destro della navata della chiesa della SS. Annunziata a Sulmona campeggia un organo (cm. 560 x 285 x 155 ca.) di grande pregio storico e artistico costruito tra il 1753 e il 1757 da Domenico Antonio Fedeli (v. Scheda autore), esponente della celebre famiglia di artisti organari della Rocchetta di Camerino (oggi Corgneto, MC) SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Sul lato sinistro della navata troviamo un altro organo (cm. 560 x 250 x 132 ca.) di grande pregio storico e artistico costruito nel 1749 con grande maestria dall'organaro vastese Tomaso Cefalo Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Inagibile. Lesione sull'arco trionfale, tra chiave e reni, probabilmente estesa al solo intonaco. Chiesa di S. Antonio La chiesa è situata appena fuori del centro storico della città, nell’area antistante Porta Napoli. Nato come complesso conventuale francescano (già di San Nicola), fu ridotto all’osservanza da Giovanni da Capestrano. L’edificio è frutto di una rilettura settecentesca Chiesa di S. Antonio dell’invaso spaziale: il coro è schermato da una parete diaframma, posta in corrispondenza dell’altare maggiore, attraverso la quale due porte conducono alla zona del presbiterio. I partiti decorativi del paliotto e gli intarsi marmorei testimoniano l’intervento di maestranze provenienti da Pescocostanzo, così come avvenuto nei principali edifici religiosi della città. SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Gli affreschi, i partiti decorativi dell’aula e la facciata dell’edificio sono frutto di un rimaneggiamento ascrivibile al XIX secolo. All’interno della chiesa si conserva un organo (cm. 470 x 320 x 145 ca.) costruito nel 1756 da Raffaele e Domenico Antonio Fedeli (v. Scheda autore), esponenti della celebre famiglia di artisti organari della Rocchetta di Camerino (oggi Corgneto, MC). Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Non si segnalano gravi danni Chiesa di S. Caterina d’Alessandria Le notizie circa la fondazione della chiesa di S. Caterina sono discordanti: la maggior parte degli studiosi ritiene di poter dare inizio alla storia del complesso nel 1325, quando si hanno le prime notizie dell'insediamento femminile domenicano in Sulmona; c'è anche chi fa risalire le origini in tempi più antichi, sostenendo che l'insieme sia stato edificato nel 1178 per volontà dell'Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani con il nome di Commenda di San Giacomo dei Cavalieri di Rodi, poi Cavalieri di Malta, ai quali nel Trecento successe la comunità domenicana (Esposito M., 1998). Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura La costruzione dell'organo (cm. 390 x 205 x 200 ca.) della chiesa di S. Caterina d'Alessandria a Sulmona risale al XVIII secolo ma la totale assenza di cartiglio impedisce di darne una corretta datazione e attribuzione. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Inagibile. Problemi diffusi di infiltrazione, forte degrado apparentemente consistenti sulla volta, oltre a minori, diffuse. SULMONA e lesioni SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Chiesa di S. Chiara La chiesa di S. Chiara a Sulmona ha origini duecentesche legate al nome della beata Florisenda da Palena che tra il 1260 e il 1269 fonda la chiesa con annesso monastero delle clarisse. Della struttura originaria si conserva ben poco dal momento che già con il terremoto del 1456 si rende necessaria la ricostruzione. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Il ciclo di affreschi tardo duecentesco del Chiesa di S. Chiara complesso monastico di Santa Chiara è venuto alla luce durante il recente intervento di restauro dell'edifico. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Inagibile. Problemi sulle piattabande dell'ultima serie di aperture, con conci di pietra distaccati, ma in maniera compatibile con un equilibrio statico. Chiesa di S. Domenico Fondata insieme al convento dei Domenicani nel XIII secolo, la chiesa ha subito modifiche e restauri nel corso del tempo. La trasformazione più incisiva è quella operata in età barocca che prevedeva il consolidamento e la conservazione Chiesa di S. Domenico SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO della parti esistenti e la trasformazione degli spazi interni. All’interno è conservata una pala raffigurante La Deposizione, attribuita alla scuola umbro-marchigiana del XVI secolo. Danni segnalati Inagibile. Lesionamento diffuso e localmente profondo sulle voltine delle navate laterali, distacco dell'abside, allentamento dei conci di due pilastri, lesioni sulle murature delle navata centrale verso l'altare. Chiesa di S. Filippo La chiesa è posta nel lato sud-orientale di piazza Garibaldi. L’attuale struttura, sede sulmonese dell’ordine degli Oratoriani, risale al 1667 assieme al sottostante Oratorio. Un’originale rilettura dell’invaso spaziale fu effettuata, tra il 1764 e il 1794, a seguito del terribile sisma del 1706. Sulla struttura seicentesca dell’edificio si innesta una facciata medievale, la quale, sul finire dell’Ottocento, fu trasferita dalla scomparsa chiesa di S. Agostino sul fronte ancora rustico di S. Filippo. Di grande interesse è il portale gotico del 1315, di derivazione napoletana, secondo alcuni, veneziana, secondo altri. Di forma ogivale, è formato da colonnine a tortiglione ed iscritto in un timpano decorato da teste e foglie di acanto. L’insieme è riquadrato da due colonne ottagonali sovrastate da pinnacoli scolpiti con stemmi degli Angioini e del casato dei Sanità. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura La lunetta conteneva un dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino tra Sant’Agostino e San Lorenzo, rimosso a seguito del sisma del 1706 ed attualmente conservato nel Museo Civico della città. SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO All’interno del timpano è racchiuso un prezioso bassorilievo con San Martino che divide il mantello con il povero, sormontato da una finestrella circolare quadrilobata. L’invaso spaziale ad aula unica con quattro cappelle laterali è generato dalla giustapposizione di due cellule quadrate coperte con pseudocupole a base circolare ed impostate su pennacchi trapezoidali. Nella zona mediana dell’aula, l’asse trasversale è rimarcato dalla presenza di due ambienti deputati ad accogliere altrettante cantorie. La porzione di volta a botte situata nel mezzo dell’aula è decorata da un dipinto attribuito al Tedeschi, allievo del Patini. Tra le opere conservate all’interno della chiesa vi sono un cenotafio dedicato a Giambattista Mazara; una scultura lignea barocca dell’Immacolata; una scultura lignea di Sant’Agata; busti lignei di santi, tra cui S. Filippo; una mitra di San Carlo Borromeo; il reliquiario del santo e diverse tele raffiguranti stemmi delle famiglie sulmonesi. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Degno di nota è inoltre l’organo, di chiara fattura ottocentesca, costruito probabilmente dall'organaro cremasco Pacifico Inzoli. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Inagibile. Lesioni non gravi sugli arconi di supporto del tamburo e si altari laterali. Lesionamento passante della voltina a ridosso della facciata. Lievissima tendenza al distacco della facciata. SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Chiesa di S. Francesco della Scarpa I Francescani giungono a Sulmona nella prima metà del Duecento ma edificano la chiesa ed il convento solo nella seconda metà del secolo, ospiti fino a quel momento nella Cattedrale di S. Panfilo. Visita anche http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Sulla porta d'ingresso principale della chiesa campeggia un monumentale organo costruito intorno alla metà del XVIII secolo da Domenico Chiesa di S. Francesco della Scarpa Antonio Fedeli. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Inagibile. Lesioni diffuse su archi e murature, non gravi. Problemi dovuti al distacco di pezzi di intonaco di notevoli dimensioni. Chiesa di S. Francesco di Paola La chiesa fu ricostruita nel XVII secolo in luogo di un più antico edificio di culto. L’interno presenta una decorazione barocca con stucchi e marmi che incastonano tele dell’Ottocento. Nel presbiterio è possibile ammirare un prezioso tabernacolo ligneo. Il tabernacolo (cm. 170 x 80) era precedentemente conservato a Campli (TE), nella sacrestia della chiesa cappuccina di S. Chiesa di S. Francesco di Paola SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Giacomo Maggiore, per la quale era stato eseguito. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura La facciata della chiesa è stata ricostruita nel 1931. Danni segnalati Agibile. Non si segnalano gravi danni. Chiesa di S. Gaetano Posta in Via Barbato, una traversa di Corso Ovidio, la chiesa di San Gaetano, conosciuta nelle fonti come Santa Maria di Pietraldoni, risale probabilmente all’ VIII secolo. In seguito al disastroso terremoto del 1706, l’edificio subì dei rifacimenti e nel 1775 è stato aggiunto il campanile. La chiesa ha acquistato maggior interesse in seguito al rinvenimento, nel corso di recenti scavi archeologici, dei resti di una domus romana sulla quale l’edificio sacro è stato Chiesa di S. Gaetano costruito. Danni segnalati Non si segnalano gravi danni Chiesa di S. Giovanni Apostolo ed Evangelista La chiesa fu edificata nel 1580 e il convento nel 1650 per ospitare i frati Cappuccini che fino a quel momento avevano avuto sede nel convento dell’Incoronata. L’impianto presenta una navata unica con copertura a volta a SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO botte; sul lato sinistro si aprono tre cappelle tra loro comunicanti. All’interno è conservata una tela raffigurante S. Giovanni Evangelista realizzata nel 1661 da Giacomo Farelli, e diverse opere lignee tra cui la principale è il tabernacolo. L'altare in legno ed il prezioso tabernacolo conservati nella chiesa di S. Giovanni Apostolo ed Evangelista in Sulmona (in origine S. Giovanni "ante Portam Latinam") furono eseguiti durante il provincialato di padre Angelo Urbanucci Bucchianico, secondo da la testimonianza di Filippo da Tussio: "nel 1737 fu rinnovato da' celebri nostri Marangoni l'Altare e magnifico fu lavorato ciborio che il vi esiste"; probabile autore fu frate Chiesa di S. Giovanni Apostolo Evangelista Andrea da S. Donato con aiuti. Visita anche http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Agibile. Non si segnalano gravi danni. Chiesa di S. Lucia All’angolo fra corso Ovidio e via della Cona si trova la chiesa di S. Lucia con l’annesso convento. Di origini trecentesche, essa fu completamente trasformata in epoche successive. Il convento fu soppresso nel 1406 a causa delle lotte intestine tra le famiglie dei Merlino e dei Quatrario e passò ai Celestiniani che lo SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO occuparono fino al terremoto del 1656 che lo distrusse completamente. La chiesa venne restaurata solo nel 1979. Sulla parte alta del fianco allineato su corso Ovidio da notare un bassorilievo raffigurante l’Albero della vita con Adamo ed Eva; tipico è il campanile a vela. All’interno della chiesa, in una nicchia, si conserva una scultura in gesso della santa e dipinti del XVIII secolo raffiguranti santi. Danni segnalati Agibile. Non si segnalano gravi danni. Chiesa di S. Maria ad Nives La piccola chiesa di Santa Maria ad Nives, all’interno, oltre ad un pregevole corredo liturgico, conserva un gruppo scultoreo raffigurante la Fede e la Carità, opera databile al XX secolo, realizzato mediante l’utilizzo di più materiali. Lavorato a altorilievo, è riconducibile alla mano di Giovanni Feneziani, scultore e decoratore quarantennio aquilano, del 1900. attivo La nel primo tecnica della lavorazione del cemento e del ferro utilizzata per Chiesa di S. Maria ad Nives le statue, ritorna abitualmente nelle opere successive conservate in altre chiese dell’Abruzzo aquilano. Danni segnalati Inagibile. SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Chiesa di S. Maria della Tomba La chiesa di Santa Maria della Tomba sorge, secondo la tradizione, su preesistenze antiche di rilevante importanza, che vengono identificate in un tempio dedicato a Giove Capitolino o nella dimora del poeta Ovidio. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Agibile. Non si segnalano gravi danni Chiesa di S. Maria di Roncisvalle La chiesa rurale di Santa Maria di Roncisvalle, prende probabilmente il suo nome da un'antica battaglia perduta che doveva riportare alla memoria gli episodi del ciclo carolingio. La chiesa presenta un doppio portale con stemma cittadino (SMPE)sul primo ed affresco con Madonna con il Bambino e Santi nella Chiesa di S. Maria di Roncisvalle lunetta del secondo. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Già in stato di rudere. Inagibile. SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Chiesa di S. Panfilo La cattedrale di San Panfilo conserva alcune tra le più importanti testimonianze dell'arte e dell'architettura medievali della città di Sulmona. Secondo la tradizione già nell'VIII secolo, sui resti di un tempio pagano, sarebbe stata eretta una primitiva chiesa, proprio nel luogo in cui i portatori del corpo defunto di San Panfilo, durante il trasporto da Corfinio a Sulmona, si fermarono per la fatica. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Il crocifisso collocato al centro della navata costituisce uno dei pochi esemplari di scultura lignea conservati nel centro peligno. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura La cattedra conservata nella chiesa di S. Panfilo a Sulmona è composta da pezzi di diversa provenienza ed epoca, riordinati probabilmente nel corso del Seicento, quando si scelse di collocarla nella cripta. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Agibile. Lesioni di distacco tra voltine ed arconi trasversali; lesioni diffuse, non gravi, su volte e murature perimetrali. Chiesa di S. Pietro La chiesa, situata al termine di via Ercole Ciofano, è di antiche origini anche se l’impianto attuale è frutto di una radicale rilettura secondo il nuovo fare progettuale barocco. Al suo interno, l’impianto di derivazione gesuitica ad aula unica e cappelle laterali accoglie alcuni altari nei quali si conservano Chiesa di S. Pietro SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO varie tele di discreto valore. Un pregevole organo settecentesco, una campana del 1492, due crocifissi lignei, dei quali uno su croce dipinta di scuola abruzzese della prima metà del XV secolo costituiscono gli arredi sacri tuttora presenti nella chiesa. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura I capicroce sono stati attribuiti all’artista locale Giovanni da Sulmona, operante nella cittadina ovidiana nella prima metà da XV secolo. Danni segnalati Inagibile. Chiesa di S. Rocco Ubicata sul lato est di Piazza Garibaldi, la piccola chiesa di S. Rocco, ad una sola navata, si data al 1400. Conserva al suo interno una statua raffigurante San Rocco. E’ un’opera di carattere devozionale ma di fattura discreta. Si ricollega alla scultura tardo barocca della scuola napoletana testimoniata a Sulmona dall'opera di Giacomo Colombo. Danni segnalati Agibile. Non si segnalano gravi danni Chiesa di S. Rocco Chiesa della SS. Trinità Posta lungo Corso Ovidio, la chiesa della SS. Trinità, forse più di ogni altro monumento di Sulmona ha subito una serie di rifacimenti e di trasformazioni che SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO hanno portato spesso al totale stravolgimento dell’assetto precedente dell’edificio. Sorge sul sito dove un tempo si trovava la chiesa di San Giacomo in Cartolano. Sembra che i confratelli della SS. Trinità ne ottennero la gestione e quindi ne cambiarono l’intitolazione. A seguito del terremoto del 1706, la facciata venne ricostruita e sul timpano del frontone venne inserito un busto in pietra raffigurante l’Eterno Padre. Anche all’interno vennero apportate delle Chiesa della SS. Trinità, portale modifiche: l’edificio fu ridotto ad una sola navata, l’altare maggiore venne dedicato alla Trinità e dei due altari laterali, uno venne consacrato a San Paolo e l’altro a San Lorenzo Martire. Tra il 1743 ed il 1744 venne anche riedificato il campanile, opera del Maestro Cesare Lombardo. Nel 1958, a seguito dell’esigenza di allargare la carreggiata di Corso Ovidio, venne abbattuto il campanile e lo stesso edificio della chiesa venne trasformato: la facciata venne arretrata di circa otto metri, riducendo in tal modo le dimensioni della chiesa. I lavori furono conclusi nel 1964 ma vennero ripresi nel 1973 per adeguare la nuova struttura, aprendo due arcate laterali. L’edificio acquistò così una pianta a croce latina; il vecchio altare è stato spostato nella cappella del SS. Sacramento. All’interno si conservano opere di notevole interesse: sull’altare delle Anime Sante spicca un dipinto del pittore sulmonese Alessandro Salini, mentre l’organo realizzato da Adriano Fedri di Atri nel 1761 è stato rimosso nel corso dei lavori di restauro, perduti sono invece i preziosi armadi della sacrestia, la cui attribuzione è legata a Pescocostanzo. Danni segnalati SULMONA Ferdinando Mosca di SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Agibile. Non si segnalano gravi danni Chiesa di S. Maria di Montevergine La chiesa, ubicata fuori del centro di Sulmona, in direzione Pettorano sul Gizio, conserva sull’altare maggiore una pala datata al XVIII secolo, raffigurante una Madonna con Bambino in gloria con angeli. E’un’opera a carattere devozionale Chiesa di S. Maria di Montevergine riconducibile alla cerchia di Vincenzo Conti, pittore sulmonese (1775-1825). Le piante di quercia che compaiono sullo sfondo, alludono al primitivo titolo della chiesa: Santa Maria della Quercia. In basso a sinistra è una veduta cittadina dove emergono una cupola e un campanile. Danni segnalati Precedentemente chiusa al culto Chiesa della Virgo Potens La piccola chiesa, un tempo ubicata in aperta campagna, oggi inglobata nella zona di espansione della città, è stata sottoposta nel 2008 ad interventi di restauro. Presenta nella parte centrale della navata un altare, dalla forma assai semplice che Chiesa Virgo Potens SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO poggia su di un gradino in pietra decorato con maioliche a motivi geometrici e contiene al centro una teca in cui è custodita una statuetta di Gesù Bambino. Sul lato di fronte all’ingresso principale è posto un dipinto raffigurante, su un fondale celeste stellato, una Madonna seduta in trono col Bambino. A sinistra la Maddalena, con i capelli disciolti ed un unguentario in mano, e S. Giovanni Battista, con la croce, una pergamena e il simbolico agnello accanto; a destra, S. Damiano che mostra un ferro chirurgico ed una coppa, e S. Sebastiano trafitto da frecce. In alto, entro un tondo a fondo giallo-oro, appare l'Onnipotente in atto benedicente che sorregge un libro aperto con l'iscrizione. Danni segnalati Agibile. Non si segnalano gravi danni Teatro Maria Caniglia Il teatro comunale di Sulmona, il più grande dei teatri storici abruzzesi, venne realizzato tra il 1931 e il 1933 su progetto dell'ingegnere capo del Comune Guido Conti, protagonista assoluto nel campo delle opere pubbliche del Ventennio sulmonese, autore di molte altre opere come le Scuole Elementari di viale Mazzini e la sistemazione della facciata del collegio dei Gesuiti. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Parzialmente agibile. Fessurazioni diffuse sul IV ordine e sulla zona del palco. Danni lievi sulla facciata. Palazzo della SS. Annunziata “Grandioso monumento nel suo insieme, di larghe linee, con le sue finestre, bifore e trifore, di forma ogivale, con riquadrature del più puro rinascimento, SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO adorne di magnifici e sorprendenti lavori d’intaglio, negli stipiti, nelle svelte colonnine, ne’ piccoli archi; col suo primo piano ricco di statue e decorazioni, e di una cornice che corre in tutta la sua lunghezza; desta, al primo vederla, meraviglia e sorpresa nell’animo del riguardante. Considerandolo parte a parte, l’occhio serenamente e con compiacenza si posa su que’ finissimi e meravigliosi lavori d’intaglio, che paiono ricamo, su quelle purgate eleganze e finitezze del secolo XV, sulla magnifica porta centrale, degna di particolare considerazione per la leggiadria e l’eleganza delle sculture, delle sagome, degli ornati, che meravigliosamente armonizzano col classico dell’architettura e del timpano, sculture ed ornati che spiccano sul bruno rivestimento della facciata”. Il palazzo della SS. Annunziata così descritto dal Bindi, è il risultato di una lunga vicenda costruttiva iniziata nel primo Quattrocento e proseguita ininterrottamente nei secoli: è una vera e propria testimonianza, pietra su pietra, del delicato passaggio dalla dinastia Angioina a quella degli Aragonesi. La facciata risulta ancora oggi la parte più notevole la cui complessità mostra l’evolversi dello stile che da movenze tardogotiche cede il passo a un linguaggio quattrocentesco e documenta la ricezione in un territorio periferico, quale Sulmona, delle maggiori correnti artistiche contemporanee. Il prospetto è frutto di tre diverse fasi costruttive: la prima del 1415 rappresentata dal primo portale, una fase intermedia tra il 1456 e il 1483, come testimoniato dall’iscrizione posta sulla finestra del cortile interno, e infine un terzo stadio esecutivo di cui permangono sulla cortina muraria le date del 1519 e del 1522, epoca in cui vennero edificati l’ultimo portale e la sovrastante bifora. La facciata appare riccamente decorata da portali, finestre (bifore e trifore) e da sette statue rappresentanti, a grandezza naturale, i Padri della chiesa San Gregorio Magno, San Bonaventura, Sant’Agostino, e Sant’Ambrogio e poi San Panfilo , vescovo di Sulmona e i Santi Pietro e Paolo. SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Nel timpano del portale principale vi è inserito il gruppo scultoreo della Madonna con Bambino e quattro angeli oranti, mentre nella lunetta del portale di sinistra è possibile ammirare la Vergine col Bambino. La cornice marcapiano, che divide il primo dal secondo ordine, è decorata con il classico motivo di vite con grappoli, pampini e rappresentazioni sacre e profane quali scene campestri, di caccia, musicali, di lotta e d’amore. Utilizzato come ospedale civile e ricovero degli infermi, l’edificio è miracolosamente sopravvissuto al terremoto del 1706 e continuò a mantenere in parte l’uso ospedaliero, mentre gli ambienti corrispondenti alla facciata monumentale sono stati dimora del Magistrato cittadino, degli uffici comunali, ed in seguito del Giudice conciliatore e della scuola pubblica. Attualmente il complesso è stato quasi interamente destinato ad attività museali: al suo interno hanno, infatti, sede il Museo civico, il Museo archeologico in situ con resti di una domus romana riportati alla luce da uno scavo del 1991, il Museo del costume popolare abruzzese-molisano e della transumanza e infine l’Auditorium gestito dalla Camerata Musicale Sulmonese. Danni segnalati Inagibile. Intonaci pericolanti. Palazzo Giovanni dalla Palle Il Palazzo venne costruito nel 1484 dal mercante veneziano Giovanni dalla Palle, come ricorda un’iscrizione sul cantonale (MAESTRO GIOVANNI DALLE PAL/ LE VINITIANO DE SER/ MONA FECE FARE CHVESTO/ DIFITIO ET CASA PRIN/ CIPIATI ANNO MCCCCLXXXIIII) e il progetto venne curato dall’architetto veneziano Simone. Il palazzo rimaneggiamenti dopo il sisma del 1706. SULMONA è frutto di numerosi SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO L’ingresso principale si apre su corso Ovidio: presenta caratteri stilistici settecenteschi. Sul monumentale portale seicentesco ad arco ribassato fiancheggiato da colonne fasciate da forte bugnatura spiccano le insegne delle famiglie Trasmondi e Scala. Visita anche: Palazzo di Giovanni dalle Palle Veneziano http://www.regione.abruzzo.it Su via XX Settembre il palazzo si caratterizza per la facciata con due ingressi, uno dei quali doveva essere l’ingresso principale. Nella chiave di volta del portale destro è collocato il bassorilievo raffigurante una sirena sorretta da due angeli; nella parte superiore della facciata tra le due finestre ingentilite da esili colonnine centrali, è stata ricavata una nicchia che ospita la statua del San Giorgio a cavallo. Allo spigolo del palazzo vi era un’altra statua raffigurante il San Giovanni Battista, scolpita da Simone di Venezia e attualmente conservata presso il Museo civico. Danni segnalati Agibile. Palazzo dei Marchesi Mazara Ubicato nel centro storico della città, Palazzo Mazara, oggi sede del Centro Regionale Beni Culturali, costituisce una delle emergenze più significative della Sulmona del XVIII secolo. Le sue vicende storiche sono da ricondurre entro la serie di interventi che interessò la zona in seguito al terremoto del 1706. SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO La prima notizia storica sul Palazzo Mazara risale al 1748 ed è relativa all’atto del Notaio Patrizio de Sebastiano di Sulmona secondo il quale i Mazara acquistano edifici, con l’accorpamento dei quali si delimitò il sito su cui venne edificato il palazzo. La facciata principale è contraddistinta dalla successione di tre fasce incorniciate da due robusti cantonali. La suddivisione dei piani presenta modulazioni basate sul rilievo della muratura: una listellatura caratterizza il piano terra, mentre prevale la muratura liscia intonacata vivacizzata dalla successioni delle aperture delle finestre e dei balconi nel piano superiore. Nel portale, la soluzione adottata è il ricorso all’uso di semicolonne tuscaniche affiancate da lesene, realizzate in pietra, che risaltano per la materia usata rispetto al resto del palazzo e per l’eccezione ritmica che creano nell’uniformità della fascia del pianterreno. Dal portale si accede al cortile interno. Il cortile quadrato presenta sui 3 lati degli archi (3 su ogni lato) che a loro volta delimitano degli spazi coperti. di volta delle arcate del cortile, in chiara contraddizione con le regole della statica. Tutto il passato della famiglia Mazara, è ben presente nelle decorazioni che si concentrano nel piano nobile (1° piano), dove numerosi sono i rimandi alla cultura siciliana e saracena. I restanti livelli sono privi di decorazioni, anche se si può ipotizzare la presenza d’elementi decorativi di minor rilievo, allo stato attuale non leggibili. Le decorazioni del palazzo risalgono tutte al secolo XVIII, ad eccezione di quelle che decorano le volte della scala, risalenti alla fine del XIX secolo. La distinzione tra le funzioni delle varie zone è espressa a livello iconografico: mitologico-allegorico, nell’ala nobile, bucolico naturalistico, nelle altre stanze. Le decorazioni di maggiore interesse e ricchezza, interessano l’ala quasi certamente adibita a luogo di ricevimento e rappresentanza, e sono tutte realizzate in stucco dorato. Le stanze più modeste, presentano, invece, una SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO decorazione meno raffinata, realizzata a tempera su intonaco, con scene che ricordano la vita pastorale. Sfortunatamente la zona posta a nord-est che con molta probabilità accoglieva le stanze da letto, ha subito un totale rifacimento nel 1885 e non ci è quindi possibile, mancando, tra l’altro, documenti a riguardo, stabilire il tipo di decorazione che la caratterizzava. Il lato ovest accoglieva invece lo studiolo e il gabinetto segreto; in particolare quest’ultimo, è degno di nota per gli stucchi dorati che ne decorano la volta e rimandano all’ambiente contadino. Questo tipo di decorazione trova una giustificazione se si tiene conto dell’attività svolta dai Mazara, i quali avevano, negli scantinati, quella che potremmo definire una vera e propria “officina vinicola” con torchi, vasche e depositi vinari. Come già accennato, il lato sud è quello che presenta la decorazione più ricca e interessante, dove forti sono i rimandi al mondo allegorico-mitologico e a quello siciliano. Sulla volta di quella che abbiamo definito “sala principale” , si staglia la figura di Mercurio che dona il pomo della discordia a Paride, mentre, dal lato opposto, Giunone, Diana e Venere attendono frementi la decisione. Intorno, nelle vele, sono presenti le allegorie delle quattro stagioni, sporgenti su finte balaustre e gli stemmi con, all’interno, i simboli della caccia, della musica, delle scienze e delle lettere. Nella stanza successiva, attualmente sede del Consolato Canadese, torna nuovamente il soggetto mitologico, con la rappresentazione di Psiche che consegna a Venere, posta tra Giunone, Diana e Amore, la pisside contenente le acque di Stige. Intorno, negli intradossi, giocano coppie di putti. La volta dell’ultima sala, nell’ala sud, è caratterizzata da una decorazione rappresentante l’unione amorosa che trova espressione nelle allegorie del matrimonio, dell’unione, del legame amoroso e della fedeltà. In questa, più che nelle altre, forte è il rimando alle origini della famiglia, ben presenti nei piccoli SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO volti moreschi che attorniano la cornice centrale. Negli intradossi presenziano armature e simboli di guerra. A livello stilistico, è evidente la diversità di realizzazione tra le decorazioni appena menzionate; sono d’attribuire ad una stessa mano le stanze contigue con le storie di stampo mitologico, e ad un’altra le scene allegoriche e “contadine”. Degno di nota un camino a muro decorato con stucchi e simboli alchemici, che si trova in una piccola stanza attigua a quella consolare. Da non dimenticare la terrazza, presente nel lato ovest, dove, un tempo, i Mazara crearono un giardino d’inverno con piante tipiche della loro regione d’origine (aranci, limoni, ecc.). In questa è presente una fontana a muro recante un mascherone centrale e motivi marini (conchiglie e onde). Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Ai lati della fonte sono presenti decorazioni in stucco con iscrizioni affrescate che descrivono il profumo delle piante e il rumore delle acque. Danni segnalati Parzialmente inagibile. Gravi danni strutturali, lesioni alle murature portanti. Palazzo Sanità La residenza della Famiglia Sanità (De Sanitate secondo il Petrarca) sorge all’estremità di una traversa del Corso Ovidio. La ricca famiglia originaria di Todi si trasferì a Sulmona nella prima metà del Duecento. L’edificio presenta il portale durazzesco a sesto ribassato con due bifore, opera- secondo il Gavinidi Pietro da Como, già autore della porta di Palazzo della Sanità, portale durazzesco SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO palazzo Tabassi. Qui l’artista utilizzò una linea più sobria e le due bifore, difformi tra loro stilisticamente, vennero realizzate in due periodi differenti. All’interno su un piccolo cortile a quattro arcate si affacciano tre piccoli porte ogivali, una delle quali comunica con il secondo ingresso di via Solimo su cui è possibile ammirare lo stemma del casato. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it Lungo le scale di collegamento al piano superiore è possibile ammirare due affreschi: uno raffigurante la “Madonna con Bambino e santi” e l’altro la “Vergine con Bambino e devoti”, quest’ultima realizzata nel 1450 da A. De Litio. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it Danni segnalati Agibile. Palazzo Tabassi Edificato su via Ercole Ciofano, il palazzo Tabassi è un tipico esempio di dimora patrizia del XV secolo. Conserva il portale durazzesco a sesto ribassato e riquadrato da una cornice rettangolare. Venne realizzato nel 1449 dal maestro Petri da Como, come ricorda un’iscrizione sul lato destro (MAESTRO PETRI DA COMO FECE QUESTA PORTA. A. D. MCCCCXLVIIII). Nell’archivolto si possono ammirare due scudi gentilizi. Palazzo Tabassi Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Sul portale si apre una bellissima bifora riccamente scolpita: gli stipiti sono fiancheggiati da colonnine frontali che servono da appoggio alla grande mostra in sesto acuto che ne ripete la ricca decorazione. La colonnina centrale sostiene due arcatelle trilobate e la sovrapposta decorazione a traforo. All’interno si apre un cortiletto settecentesco con il pozzo con due stemmi araldici scolpiti uno sul parapetto e uno sulla parte alta; un altro stemma è presente sul loggiatino. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it Nella tamponatura dell’arco di sinistra sono inserite sei lapidi funerarie romane. Il palazzo fu oggetto due interventi di ricostruzione: dopo il sisma del 1706 e dopo il secondo conflitto mondiale. Danni segnalati Agibile. Palazzo Vescovile Progettato dall’architetto Carlo Fontana secondo uno schema piuttosto consueto all’epoca, che prevedeva la costruzione degli edifici istituzionali con chiesa annessa. La realizzazione del complesso avvenne nel corso della prima metà del Settecento. Danni segnalati Agibile. Ex monastero di S. Lucia L’ex monastero di S. Lucia è uno dei primi edifici che si incontrano entrando a Sulmona attraverso l’imponente Porta Napoli, un tempo denominata Porta Nova. Esso faceva parte dell’antico complesso di S. Lucia, la cui chiesa è ancor oggi presente sul lato del convento. Non si hanno notizie certe sulla sua data di SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO fondazione ma in relazione alle vicende costruttive della cinta muraria della città, ed in particolare della vicina Porta Nova (1338) , è risultato piuttosto agevole far risalire l’edificazione del complesso agli ultimi anni del Duecento o ai primi decenni del Trecento. Pur avendo sostenuto la maggior parte degli storici locali che la struttura sia appartenuta alle monache Benedettine, per poi essere stata ceduta, agli inizi del XV secolo, ai Celestini, non si hanno oggi a disposizione documenti che attestino tale tesi. Dalla documentazione esistente si evince piuttosto che agli inizi del Quattrocento il convento appartenesse già all’ordine dei Celestini e fosse stato dichiarato grangia del monastero di S. Pietro Confessore e scelto come residenza del relativo priore frate Tommaso da Roccavallescura e dei suoi frati. Dalla metà del XVI secolo il complesso passò alle dipendenze del monastero di S. Spirito del Morrone, poiché S. Pietro Confessore, distrutto e crollato, era stato abbandonato dai Celestini. E’ nel corso del XVIII secolo che i Celestini lasciarono il convento, recandovisi solo il 13 Dicembre, giorno della festa di S. Lucia. L’architettura del palazzo risulta fortemente rimaneggiata: la facciata, contraddistinta da un semplicissimo ed ampio portale a sesto ribassato e da una serliana centrale in alto, non presenta elementi originali; più interessante da questo punto di vista risulta il chiostro. Esso presenta una pianta quadrangolare e conserva l’antico portico su due lati, uno con arcate a sesto pieno e l’altro con arcate a sesto acuto, tutte sostenute da robusti pilastri in pietra. Sono ancora visibili le volte a crociera che coprono entrambi i lati per tutta la loro lunghezza. Da un braccio del piano superiore si affaccia una graziosa loggetta con arcate a sesto pieno su colonnine con capitelli di gusto tardo gotico, differentemente decorati. Oltre agli originali ingressi in pietra, sporadici elementi antichi, quali arconi e pilastri a muro, sono presenti anche negli interni. SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO L’ex-monastero è stato integralmente restaurato e destinato ad accogliere in parte un raffinato bed & breakfast, in parte un esposizione di mobili d’epoca e di design. Danni segnalati Non si segnalano danni Palazzo della Provincia Il Palazzo della Provincia costituisce uno fra gli esempi più interessanti nel contesto dell’architettura gentilizia sulmonese. Esso si affaccia imponente sull’attuale via Panfilo Mazara, un tempo strada S. Angelo, così denominata in onore del santo al quale era dedicata la chiesa posta proprio davanti al palazzo, dove oggi esiste solo un muro di recinzione. L’edificio è di origine cinquecentesca e sin dagli inizi la sua destinazione fu legata ad importanti funzioni pubbliche. Fu probabilmente sede del Giustizierato d’Abruzzo, divisione territoriale amministrativa del Regno ai tempi di Federico II; vi sono però alcune incertezze a riguardo poiché la documentazione a disposizione, pur consentendo di confermare tale sede a Sulmona, non contiene riscontri che possano ricondurla nello specifico a questo palazzo. Con una sicurezza del tutto diversa si può invece affermare che l’attuale Palazzo della Provincia ospitò a lungo la Tesoreria Generale dell’Abruzzo Citra, nella quale risiedeva il Regio Tesoriere, detentore del delicato compito di provvedere alla riscossione delle entrate fiscali dei paesi sottoposti alla propria giurisdizione. Conseguentemente al passaggio di tale incarico da una famiglia all’altra cambiò anche la proprietà del palazzo, ciò nonostante l’immobile resta nella memoria collettiva associato ai Baldassarre, che per lungo tempo furono tesorieri del Regno. Nel 1653 il palazzo venne acquisito da Giovanni Battista Mazara, il quale lo chiese come soddisfazione di un credito vantato verso la Regia corte, e da questa SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO data in poi non risulta se l’edificio abbia ancora ospitato l’ufficio di Tesoreria. Successivamente la proprietà dovette passare alla famiglia Corvi, che nel 1820 la cedette a sua volta a Bartolomeo Ricciardelli di Pescocostanzo. Quest’ultimo, dopo aver concesso l’edificio in affitto al Comune di Sulmona , decise, nel 1885, di alienarlo alla Provincia che ne fece la sede dei Reali Carabinieri di Sulmona, i quali hanno lasciato il palazzo solo da alcuni anni. L’architettura dell’edificio è imponente e raffinata: la facciata, delimitata da due robusti cantonali, presenta un grande ingresso costituito da un portale centrale dalle linee piuttosto semplici, con arco a sesto ribassato, e due ingressi laterali più piccoli. Il primo ordine è scandito da una serie di piccole aperture rettangolari delimitate da una liscia cornice in pietra terminante al centro con una decorazione a conchiglia; ad esse corrispondono, ai due ordini superiori, lineari finestroni rettangolari arricchiti in alto da un delicato ornamento posto sotto una mensolina leggermente curva. Un suggestivo ed ampio cortile accoglie chi entra: la scenografia è arricchita con una decorazione di grande impatto costituita da una serie di antichi affreschi che spiccano, sobriamente incorniciati, tra le eleganti architetture. Essi raffigurano Scene di assedio e di presa di una città murata, nei riquadri maggiori, Prigionieri e Panoplia, in quelli minori. Da molti attribuite al raffaellesco Polidoro da Caravaggio, tali pitture rappresentano, ciò nondimeno, ancora oggi, argomento di studio e di approfondimento riguardo la loro paternità, mancando purtroppo un apparato documentario che supporti la tesi in maniera inequivocabile. Attualmente i piani superiori dell’edificio sono sede di uffici provinciali, mentre il piano terra è destinato ad ospitare mostre ed esposizioni temporanee di vario genere. Danni segnalati Non si segnalano danni SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Palazzo Sardi Palazzo Sardi è situato in via Marselli detta “costa dei Sardi” al limite nord di Piazza Garibaldi, la più rappresentativa della Città di Sulmona. La struttura fu realizzata intorno alla fine del XVI secolo e risente nella sua definizione dell’impianto più antico della città, infatti l’ingresso è posto sulla facciata opposta a quella della piazza, che l’espansione urbana del XIII secolo aveva reso piazza principale della Sulmona federiciana. L’edificazione del palazzo avvenne per sottolineare l’accresciuta importanza della famiglia Sardi, trasferitasi a Sulmona intorno alla metà del XIV secolo. Sono riferibili all’originario impianto cinquecentesco le partiture delle facciate, caratterizzate da finestre, disposte secondo uno schema regolare, i cui stipiti in pietra sono sorretti da mensole, e l’imponente portale bugnato sul quale è ancora posto il blasone del casato. Entrando si è accolti da un suggestivo cortiletto con pozzo, che doveva probabilmente avere uno spazio più ampio, attraverso il quale si raggiungono gli ambienti del piano terra e la scala che conduce al piano nobile. Dalle sue origini il palazzo ha subito molteplici interventi: una sostanziale ristrutturazione si è resa necessaria in seguito ai danni causati dal terremoto del 1706, che compromise la stabilità del cantonale più alto dell’edificio. Fu allora che oltre alla introduzione di un contrafforte in pietra venne modificato il sistema di aperture, introducendo i balconi e le due coppie di bifore settecentesche sul terzo piano. Un successivo intervento nella fine del XIX secolo conferì agli interni un maggiore decoro nobiliare, ancor oggi visibile negli stucchi dorati delle volte delle stanze a sinistra dell’ingresso, negli affreschi dell’attigua stanza delle assemblee e nei vari dipinti che decorano le successive stanze. Tutti gli ambienti sono messi in SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO comunicazione da porte bugnate contornate da cornici dorate. L’intero edificio è stato poi restaurato a cura della Comunità Montana Peligna che negli anni ’80 ha acquistato il Palazzo per rifunzionalizzarlo a sede dell’Ente e a struttura museale. Il palazzo è oggi la sede della Comunità Montana Peligna. Al primo piano si trovano gli uffici amministrativi, informativi ed una sala conferenze; al piano terra è stato allestito il Museo di Storia Naturale della Comunità Montana Peligna. Questo si suddivide in due sezioni: l’entomologica e la mineralogica. La prima è dedicata agli insetti locali e conta circa 7000 esemplari; l’altra è invece dedicata ad una collezione di 1150 campioni di minerali provenienti da tutto il mondo e che rappresentano più di 500 specie diverse. Danni segnalati Non si segnalano gravi danni Ex monastero di S. Chiara L’ex Monastero di S. Chiara è un vasto edificio che occupa un’ampia parte del Borgo Pacentrano, più precisamente il lato sud. Esso rappresenta uno degli esempi di insediamento monastico di clausura più antichi della città e del circondario. Vi si accede dal portone settecentesco che si affaccia, sopra un’ampia scalinata, su Piazza Garibaldi, dalla quale è visibile una porzione della facciata della Chiesa di Santa Chiara, annessa al monastero. Quest’ultimo, fondato nel 1269 da Florisenda da Palena, fu per lungo tempo residenza della comunità delle Clarisse, alle quali è attribuita l’origine della lavorazione artistica dei confetti. La struttura racchiude uno spazioso chiostro porticato che conserva le originarie forme cinquecentesche, esso è databile al 1518, come testimonia un’iscrizione su uno dei pilastri. Vari furono i danni che il convento ha subito nel corso dei secoli, tra cui quelli particolarmente gravi causati dal terremoto del SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO 1706, in seguito al quale si provvide ad affidare la ricostruzione dell’edificio ad abili maestranze lombarde. Nel 1866 si è giunti alla chiusura del monastero. Di recente la Soprintendenza ha curato un generale restauro, durante il quale sono tornati alla luce, nella cappella interna, resti di un importante ciclo di affreschi risalenti ai secc. XII-XIII e, nel refettorio, altri dipinti murali dei secc. XIV-XV. Attualmente un settore del monastero ospita una casa di riposo per anziani, mentre la parte restante accoglie un centro museale comprendente il Museo Diocesano di Arte Sacra, la Pinacoteca Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea e la Biblioteca Diocesana. Il Museo Diocesano è situato negli ambienti dell’ex oratorio ed accoglie sculture, dipinti, oreficerie, arredi sacri di epoca medievale, rinascimentale e barocca provenienti dalle chiese della diocesi. Nei locali adiacenti è collocata la Biblioteca Diocesana, dotata di una cospicua raccolta libraria con numerosi testi e riviste di storia locale. La Pinacoteca Comunale, alla quale si accede dal chiostro, contiene opere di artisti abruzzesi dei secc. XIX e XX (tra cui una tela di Teofilo Patini ed una scultura di Costantino Barella) e dipinti e sculture di artisti contemporanei di alto spessore. Alla Pinacoteca è strettamente correlato il “Premio Sulmona”, rassegna internazionale di arte contemporanea, organizzata ogni anno dal Circolo d’Arte e Cultura “Il Quadrivio”. Danni segnalati Non si segnalano gravi danni Porta Napoli La porta venne realizzata nei primi anni del XIV secolo. Oggi conserva ancora intatta la sua possente struttura rettangolare che nel corso dei tempi ha comunque subito delle modifiche, non sono infatti più visibili SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO l’originaria terminazione merlata né la scala che permetteva l’accesso al secondo piano. Il fronte è caratterizzato dall’uso del bugnato rustico che man mano diviene meno sporgente e di più piccole dimensioni fino ad accogliere nelle ultime cinque fila un decoro a rosoncini; lo stesso motivo, ma in forma non sporgente, troviamo nei conci di pietra regolari che seguono. Alle estremità della cornice marcapiano sono posti due capitelli riutilizzati di spoglio. L’ampia finestra ogivale che apre al centro ripropone nella strombatura degli stipiti e dell’archivolto il motivo a rosoncini, e a modo di capitelli di imposta per l’arco impiega due rilievi raffiguranti l’uno una scena di caccia e l’altro la rappresentazione di un rito sacrificale. Ai lati della finestra due stemmi dei d’Angiò sono incastonati nella cortina muraria. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Nel fronte che guarda verso corso Ovidio l’apertura della finestra diviene rettangolare e presenta negli stipiti un rilievo con motivo a girali e figure umane proveniente da un altro edificio. In basso sono visibili tracce di un altare del 1338 dedicato alla Vergine. A sinistra si conserva un edicola votiva dedicata sempre alla Madonna e datata 1824. Danni segnalati Non ha riportato danni Porte urbiche Oltre la monumentale Porta Napoli, in città vi erano altre antiche porte che aprivano lungo le due distinte cinte murarie costruite a distanza di secoli l’una dall’altra, quando l’accresciuto tessuto urbano rese necessario ampliare il SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO perimetro difensivo. Alcune porte oggi sono scomparse, di altre si conservano solo poche tracce, mentre sono ancora visibili: Porta Filiamabili con arco a sesto acuto e nel cui sottarco a destra è incastonato un rilievo di epoca romana raffigurante una scena di caccia; Porta Romana che presenta un arco a tutto sesto e reca la datazione 1428, relativa alla sua riedificazione, realizzata forse per volere di quel Meo de Bubu o Buzu ricordato in un’iscrizione; Porta Molina che nel rifacimento del 1429 assunse l’arco a tutto sesto; Porta Pacentrana, con arco a tutto sesto e decorata con un dipinto che propone un motivo a cubi prospettici giocato sui toni del rosso arancio e bianco; Porta S. Antonio eretta tra il XIII ed il XIV secolo, oggi mostra una veste successiva. Porta Saccoccia, edificata in forma modeste nel XVII secolo; Porta di S. Maria della Tomba del XIV secolo. Danni segnalati Non si segnalano gravi danni Acquedotto medievale L’acquedotto con le sue scenografiche arcate ogivali chiude un lato dell’ampio spazio di piazza Garibaldi, già piazza Maggiore. Rappresenta uno dei più interessanti esempi di ingegneria idraulica medievale, garantendo il flusso di 600 litri di acqua dalle campagne fin dentro la città. Fu terminato nel 1256 durante il governatorato di Manfredi, figlio di Federico II, come ricorda un iscrizione che i Sulmonesi con orgoglio posero in corrispondenza del settimo pilastro. Danni segnalati Non si segnalano gravi danni SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Fontana di S. Agata o di S. Margherita Probabilmente costruita agli inizi del XVI secolo e situata in via Probo Mariano, nel Borgo Pacentrano, fu restaurata tra il 1585 e il 1587 dai Maestri Lombardi Francesco del Vita, Giovanni della Trabaia e Battista Tarone che inserirono elementi scultorei più antichi tra cui lo stemma dei Lannoy. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Non si segnalano gravi danni Fontana del Vecchio Il Capitano di Sulmona Polidoro Tiberti di Cesena, su invito del re Ferrante D'Aragona, dispose nel 1474 la costruzione della Fontana che in origine era collocata poco più in là nelle immediate vicinanze di Porta Salvatoris. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Non si segnalano gravi danni Fontana Iapasseri La Fontana è situata in via Iapasseri nelle vicinanze del Ponte della Vella. E' un grande abbeveratoio-lavatoio che raccoglie le acque sorgive provenienti da una polla ubicata nei pressi del santuario di S. Maria della Potenza. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Non si segnalano gravi danni SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Fontana dell’Annunziata Lungo Corso Ovidio, in Largo Annunziata, si trova la Fontana che prende il nome dal famoso Monumento; essa è costituita da una coppa in pietra scolpita poggiante su uno stelo posto al centro di una vasca circolare di pietra dal profilo a gola rovescia, montata su tre gradini circolari. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Non si segnalano gravi danni Fontana di S. Maria di Roncisvalle La fontana di S. Maria di Roncisvalle o Fonte S. Maria Giovanna era conosciuta nel Trecento col nome di "fontana delli candulj". Situata sulla Via del Tratturo, nei pressi della Chiesa di S. Maria di Roncisvalle è considerata la più antica della città. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Non si segnalano gravi danni Fonte Grande La fonte, oggi disseccata, è stata già da tempo recuperata e trasportata in adiacenza del lavatoio pubblico in via Arabona. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Non si segnalano gravi danni SULMONA SULMONA BENI CULTURALI E TERREMOTO Fontana di Piazza Garibaldi (già Piazza Maggiore) Nel cuore della principale piazza della Città si trova la fontana composta da due coppe circolari di diametro diverso montate su uno stelo posto in un' ampia vasca ottagonale del diametro di m 3,20. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Non si segnalano gravi danni Eremo di S. Onofrio (località Badia) A Sulmona, in località Badia, sulle pendici del Monte Morrone, non lontano dal Santuario italico di Ercole Curino, si trova l'eremo di Sant'Onofrio. Dal piazzale che domina la Valle Peligna noto come "Belvedere", proseguendo per un impervio percorso fatto di scale scavate nel banco roccioso, si giunge al romitorio di Sant'Onofrio. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Dal piazzale antistante la chiesa si accede prima ad un piccolo vano con affreschi quattrocenteschi e di qui si passa nell'oratorio, piuttosto piccolo, con copertura a botte. La volta è dipinta di azzurro con stelle mentre le pareti sono ricoperte da affreschi di un certo rilievo. Visita anche: http://www.regione.abruzzo.it/xCultura Danni segnalati Non si segnalano gravi danni Informazioni Ufficio Servizi Turistici Comune di Sulmona tel. 0864-210216 Curia Diocesana – Ufficio beni culturali- tel. 0864-34065 SULMONA