BREVISSIMI APPUNTI SULL’ ARTE DEL NOVECENTO A CURA DI INCANTO2012 Come ci trova col sangue-di-naso sangue gnomo o bambino o babbuino senza apparentemente - sangue non pertinente alcuna causa…………………. Frammento di una poesia di A.Zanzotto dalla raccolta “Idioma” P. Mondrian Bruno Maderna partitura “Serenata per un satellite” PREFAZIONE Nell’antichità greca il bello assumeva significati diversi a seconda del periodo: bello = armonico/proporzionato; bello = buono (Platone); bello = vero (Aristotele). L’estetica nasce ufficialmente nel 1750, la parola fu coniata dal filosofo Baugmarten per intendere la “scienza del bello.” La parola stessa deriva dal greco aestesis= sensazione (percezione attraverso i sensi). Con Diderot1 e l’abbandono degli schemi idealistici, il bello diviene un rapporto tra l’oggetto artistico e chi lo percepisce con la propria sensibilità individuale. Estetica = rapporto soggetto/oggetto non più oggetto in sé. L’arte è la forma creativa di espressione estetica. Nel periodo ellenistico arte era la capacità umana di fare un qualsiasi oggetto. Divenne poi divisa in due generi: l’arte comune (per gli oggetti) e l’arte liberale (intellettuale). Il poeta era fuori da questa catalogazione in quanto era considerato un vate ispirato da dio e la poesia cominciò ad entrare nelle arti nel 1549 con il contributo di Bernardo Segni.2 CENNI DI ESTETICA DEL NOVECENTO Accanto all’estetica si sono sviluppate in tempi moderni altre scienze come la semantica, la semiologia, l’ermeneutica3 che studiano il significato del segno e del linguaggio artistico. In Riferimento alla musica, ad inizio del XX secolo si sono venute a creare due opinioni diverse: i contenutisti (coloro che pensano la musica esprima emozioni , stati d’animo cioè significati extra-musical i = semantica) i formalisti (per loro la musica è pura forma ed esprime solo se stessa = asemanticità). Anche nella semanticità della musica, è da considerare che quello che noi possiamo capire è solo il significato sintattico-linguistico. La musica in particolare non sa esprimere concetti e sentimenti ma può esprimere soltanto la dinamica di essi. Per contro il formalismo, rivendica il diritto di ridare valore ad una forma che rifiuta i tòpi e il lessico di cui nel tempo si è caricata, ma dal momento che si crea una forma si crea immancabilmente anche un rimando extra-musicale, per questo l’arte in senso ampio è sempre simbolica. Dalla fine dell’Ottocento fino al 1960 si affacciano nel panorama artistico le avanguardie che accostano l’arte alla filosofia e alla psicologia ( nella pittura Mirò, Klee e il primitivismo si riallaccia alla fase infantile dello “scarabocchio” o ai segni dei popoli che non hanno subito influenze delle culturali dominanti, si pensi a Picasso e ai riferimenti all’arte africana). Denis Diderot (Langres, 5 ottobre 1713 – Parigi, 31 luglio 1784) è stato un filosofo, enciclopedista, scrittore e critico d'arte francese. Fu uno dei massimi rappresentanti dell'Illuminismo e promotore ed editore della Encyclopédie. Scrisse Traitè du beau” 2 Storico italiano nato a Firenze nel 1504. 3 dal dio Hermes, messaggero degli dei ; si è affiancata alle altre discipline come metodologia dell’interpretazione dei linguaggi. (Dilthey, Heidegger, Gadamer). 1 Mi servo di cose trovate per provvidenza divina, di pezzi di ferro, pietre, come mi servo di un sogno abbozzato sulla carta o di un incidente capitato per caso è soltanto questa questa scintilla magica che conta nell’arte di Juan Mirò (1893-1983) Si passa, ad esempio nell’arte figurativa, dall’arte mimetica e simbolica a quella astratta (Kandinskij nel 1910 dipinse il primo acquarello astratto). In esso riscontriamo un tipo di astrazione legata alla psiche e del tutto indipendente dal mondo naturale. La forma è determinata dalla volontà interiore dell’artista, il segno assume vita propria, si giustifica da sé. Kandinskij, Primo acquarello astratto (1910) Nell’ immagine sottostante è raffigurato il dipinto di Mondrian L’albero rosso (1908)4 Mondrian nella serie degli alberi attua un tipo di astrazione con processo di semplificazione del reale tanto profondo da alterare l’aspetto fino all’irriconoscibilità (l’ultimo dipinto della serie) .Siamo qui di fronte al superamento della forma naturale. P. Mondrian, L’albero rosso (1908) La pregnanza simbolica del dipinto lascia quasi prefigurare gli esiti teosofici dell’iter intellettuale ed esistenziale dell’artista: ascendere ai gradi alti della coscienza, spezzare i vincoli della materia, elevarsi al cielo proprio come fa quell’albero, per scorgere al di là delle cose la ‘pura realtà divina’. E poi ridiscendere, di nuovo giù, alle radici di tutto. Qui siamo ai primi tentativi di superamento della forma naturale. 4 Paul Klee, Strade principali e secondarie (1929) anche in Klee, L’approdo ad una pittura astratta ha esiti molto diversi da quelli di Kandinskij. Mentre il pittore russo pratica un’astrazione totale e rigorosa, Klee sembra divertirsi a depurare le immagini fino a giungere a delle rappresentazioni che sono più ideografiche che astratte. In questo caso realizza un quadro a linee incrociate che simulano la planimetria di una città, da qui il titolo «Strade principali e secondarie». L’effetto è decisamente decorativo, ma non esclude una riflessione sulle nuove realtà metropolitane, che, già negli anni Trenta, diventano paesaggio artificiale totale, escludendo dal proprio interno qualsiasi altra varietà morfologica. In musica, agli inizi del Novecento, la seconda scuola di Vienna (Schonberg,Webern, Berg) completa il crollo della musica tonale, accennato e avviato precedentemente dal cromatismo, e definisce l’atonalità creando nuovi sistemi (dodecafonia, serialità ecc….) In pratica siamo al superamento della gerarchia dei suoni e dei loro rapporti funzionali, si pone la dissonanza sullo stesso piano della consonanza. La dissonanza non rappresenta più lo slancio verso il riposo ma ogni accordo ha una sua connotazione che assume senso dal contesto in cui è proposto e non più dalla forza gravitazionale della tonalità. Ascolta ad esempio.A. Schonberg - Pierrot lunaire I caratteri generali di queste avanguardie sono : la sperimentazione di nuove forme di linguaggio con soluzioni radicalmente innovative e trasgressive il forte investimento ideologico considerando l’arte come banco di prova di una nuova concezione culturale ed esistenziale la logica del superamento, la stessa parola avanguardia significa più avanti degli altri. Adorno5 vide nelle avanguardie l’espressione di una positiva voglia di libertà e di cambiamento, una ribellione al dominio culturale imposto dalle classi dominanti. Theodor Ludwig Wiesengrund-Adorno (Francoforte sul Meno, 11 settembre 1903 – Visp, 6 agosto 1969) è stato un filosofo, musicologo e aforista tedesco. 5 Anche in campo poetico e narrativo il Novecento crea una grossa spaccatura con la poesia precedente, i primi segni del cambiamento avvengono già con Pascoli e D’Annunzio, ma la vera nascita della poesia moderna possiamo collocarla nel 19036 con Corazzini, Govoni, Palazzeschi. Se prima del 1900 qualcuno avesse chiesto “che cos’è la poesia?”, nessuno avrebbe trovato imbarazzo nel rispondere; e probabilmente tutti avrebbero fondato la definizione sulla distinzione tra metrica e prosodia, cioè tra ritmo dei versi e ritmo della prosa. Ma nel ‘900 le cose si sono un po’ complicate: dalle avanguardie europee, alle poesie americane di Whitman, tra primi esperimenti e concettualizzazione nuove come l’anisosillabismo7, la classica forma metrica si sfalda, e cominciano i versi liberi8. Metrica e prosodia si avvicinano e addirittura si fondono insieme. La poesia del ‘900 in Italia e nel mondo ha raggiunto dei livelli di sviluppo e di approfondimento filosofico e formale senza precedenti nella storia. (ultima poesia di Corazzini prima della sua morte avvenuta nel 1907) tra i primi esempi di rottura con gli schemi tradizionali della poesia. La morte di Tantalo9 (Sergio Corazzini) Noi sedemmo sull’orlo della fontana nella vigna d’oro. Sedemmo lacrimosi in silenzio. Le palpebre della mia dolce amica si gonfiavano dietro le lagrime come due vele dietro una leggera brezza marina. Il nostro dolore non era dolore d’amore né dolore di nostalgia né dolore carnale. Noi morivamo tutti i giorni cercando una causa divina il mio dolce bene ed io. Ma quel giorno già vania e la causa della nostra morte non era stata rinvenuta. E calò la sera su la vigna d’oro e tanto essa era oscura che alle nostre anime apparve una nevicata di stelle. Assaporammo tutta la notte i meravigliosi grappoli. Bevemmo l’acqua d’oro, e l’alba ci trovò seduti sull’orlo della fontana nella vigna non più d’oro. O dolce mio amore, confessa al viandante che non abbiamo saputo morire 6 Data indicata dal Mengaldo in Poeti Italiani del Novecento, Mondadori disuguaglianza sillabica tra versi della stessa natura. 8 Una definizione molto discussa quella di “verso libero”. Comunque per questo ed altri concetti metrici e di metrica storica si può consultare l’esauriente volume di Pietro Beltrami, Le metrica italiana, Bologna, Il Mulino, 2007. 9 La poesia percorre, in modo onirico e in modo intuitivo, il percorso che va dalla fine della vita alla morte. Corazzini descrive questo percorso sintetizzando e unendo due miti: il mito di Adamo ed Eva e il mito di Tantalo. Corazzini non nomina i due miti ma costruisce su di essi l’ultima sua poesia dandogli una caratterizzazione mitica e favolistica. Il poeta immagina di arrivare nel luogo della partenza per la morte: esso è una vigna d’oro dove c’è una fontana con l’acqua chiara e splendente. Il poeta vi arriva insieme al suo bene più prezioso: la sua donna amata che potrebbe essere sia la sua anima, sia la sua poesia. 7 negandoci il frutto saporoso e l’acqua d’oro, come la luna. E aggiungi che non morremo più e che andremo per la vita errando per sempre. Giorno e notte10 Anche una piuma che vola può disegnare la tua figura, o il raggio che gioca a rimpiattino tra i mobili, il rimando dello specchio di un bambino, dai tetti. Sul giro delle mura strascichi di vapore prolungano le guglie dei pioppi e giù sul trespolo s'arruffa il pappagallo dell'arrotino. Poi la notte afosa sulla piazzola, e i passi, e sempre questa dura fatica di affondare per risorgere eguali da secoli, o da istanti, d'incubi che non possono ritrovare la luce dei tuoi occhi nell'antro incandescente - e ancora le stesse grida e i lunghi pianti sulla veranda se rimbomba improvviso il colpo che t'arrossa la gola e schianta l'ali, o perigliosa annunziatrice dell'alba, e si destano i chiostri e gli ospedali a un lacerìo di trombe... Eugenio Montale, da Finisterre (1943) La Metafisica è l’altro grande contributo all’arte europea che provenne dall’Italia, nel periodo delle avanguardie storiche. Per la sua palese figuratività, esente da qualsiasi innovazione del linguaggio pittorico, la Metafisica è da alcuni esclusa dal contesto vero e proprio delle avanguardie. Essa, tuttavia, fornì importanti elementi per la nascita di quella che viene considerata l’ultima tra le avanguardie: il Surrealismo. Protagonista ed inventore di questo stile fu Giorgio De Chirico. Predomina l’assenza di vita e il silenzio più assoluto. Le rappresentazioni di De Chirico superano la realtà, andando in qualche modo «oltre». Ci mostrano una nuova dimensione del reale. Da ciò il termine «metafisica» usata per definirla. Le immagini di De Chirico sono il contesto ultimo a cui può pervenire la realtà creata dal nostro vivere. 10 Iinclusa anch'essa in Finisterre, questa poesia fu pubblicata per la prima volta sulla rivista "Parallelo" nel 1943. Assume qui notevole rilievo la figura di Clizia come "angelo visitatore", incarnato nella perigliosa / annunziatrice dell'alba, cui fa da sfondo il lugubre "basso continuo", secondo la definizione dello stesso Montale, dei suoni e lamenti della guerra. Aperta da un ampio giro descrittivo che dagli interni di una stanza passa agli esterni di una piazzola sul fondale di mura seminascoste da alti pioppi, la lirica si dipana sul tema della desolata condizione dell'individuo in attesa di una rivelazione, mentre continua ad affondare per poi inutilmente risorgere. Giorgio De Chirico, Le muse inquietanti(1917) Pablo Picasso, Guernica (1937) Sentimento del tempo11, G. Ungaretti (1931) E per la luce giusta, Cadendo solo un'ombra viola Sopra il giogo meno alto, La lontananza aperta alla misura, Ogni mio palpito, come usa il cuore, Ma ora l'ascolto, T'affretta, tempo, a pormi sulle labbra Le tue labbra ultime. Nel 1946 nascono i corsi estivi di Darmstadt, essi sono una serie di lezioni che si svolgono presso l'Istituto Internazionale per la Musica nella città tedesca di Darmstadt rivolti a compositori ed esecutori di musica contemporanea. Nasce in questa esperienza la Nuova Musica, un avanguardia modernista o neoavanguardia che basandosi sull’esperienza di inizio secolo vuole portare su strade nuove il suo sviluppo. La musica e l’arte in generale imbocca numerose strade alternative, fino al superamento della “Nuova musica” e all’avvento del postmodernismo. 11 Poesia sul tempo, sulla sensazione di accordo esistenziale che il poeta ha raggiunto. Le intuizioni che il poeta vuole dirci sembrano derivare da un’ uscita dal sé. Chiede al tempo di annullare quella membrana che divide il momentaneo dall’eterno. Lucio Fontana “Concetto spaziale”( 1956) Ascolta ad esempio:G.Petrassi Suoni Notturni - per chitarra-(1959) Esempi di alcuni compositori e di alcune correnti in campo musicale: Musica aleatoria: André Boucourechliev, John Cage, Bruno Maderna, Sylvano Bussotti Neodadaismo (attorno al 1968) Musica concreta: tra gli altri, Pierre Schaeffer, Luc Ferrari e Pierre Henry. Ampliamento delle tradizionali tecniche esecutive: George Crumb e il primo Krzysztof Penderecki Applicazione alla musica di concetti mutuati dalla matematica e dalla fisica: Iannis Xenakis, Stockhausen Micropolifonia: György Ligeti Musica minimalista in America: tra gli altri, Terry Riley, Steve Reich, Philip Glass, John Adams. In Europa, Arvo Pärt porta il minimalismo nella musica religiosa. In Germania: Nuova Semplicità, o "Neue Einfachheit". Tra i rappresentati principali: HansJürgen von Bose, Wolfgang Rihm Nuova complessità: tendenza tipicamente europea, sorta a partire dagli anni settanta con autori quali Brian Ferneyhough, Michael Finnissy e Helmut Lachenmann Musica spettrale, soprattutto in Francia: i parametri compositivi (l'armonia, il ritmo e la melodia) derivano da ricerche acustiche sul suono: Hugues Dufourt, Gérard Grisey, Tristan Murail. In Italia Fausto Romitelli. Nel 1970 si assiste al tramonto del mondo concettuale che in musica agì nella prima metà del 900 e si cementò dal dopoguerra a fine anni ’60, ossia quello che Adorno definì “spirito sedimentato” dettato dalla “problematizzazione continua del linguaggio; dove non l’opera in sé o la sua plausibilità estetica ma le implicazioni nel processo storico diventano criteri di giudizio e di valore” Molti compositori passano da un esperienza all’altra senza fossilizzarsi in tecniche compositive costanti. “Il problema dell’arte si potrà impostare adeguatamente non in base al concetto di coscienza estetica, ma solo entro questo più ampio quadro.[...]Finora abbiamo fatto solo un passo in questa direzione, in quanto abbiamo cercato di correggere l’interpretazione che dà di sé la coscienza estetica e abbiamo riproposto il problema della verità dell’arte, della quale è testimonianza l’esperienza estetica. Quel che ci preme è vedere l’esperienza dell’arte in modo da intenderla come esperienza. [...]L’esperienza dell’arte non deve venir falsata riducendola a un semplice momento della cultura estetica, in modo da neutralizzarla in ciò che autenticamente vuole essere. Come vedremo, in ciò è contenuta un’importante conseguenza ermeneutica, in quanto ogni incontro con il linguaggio dell’arte è un incontro con un evento non conchiuso ed è esso stesso parte di questo evento. È questo che si deve opporre alla coscienza estetica e alla sua neutralizzazione del problema della verità”. (H. G. Gadamer, Verità e metodo, trad. it. G. Vattimo, Milano, Fabbri, 1972, pp. 129-30) Afferma Jameson: “Nel modernismo la grande distanza dal segno consente ormai a quest’ultimo di dare inizio a un momento di autonomia, di esistenza utopica relativamente libera, in confronto a quella dei suoi ex oggetti. Questa autonomia della cultura, questa semiautonomia del linguaggio, rappresenta il momento del modernismo, e di un ambito dell’estetico che raddoppia il mondo senza esserne completamente parte; conquista così un certo potere negativo o critico, ma anche una certa futilità oltremondana. Eppure la forza della reificazione12, responsabile di questo nuovo momento, non si arresta lì: in un’altra fase, intensificata, in una sorte di rovesciamento della quantità in qualità, la reificazione penetra nel segno medesimo e separa il significante dal significato. Il referente e la realtà ora scompaiono del tutto, e persino il senso – il significato – si problematizza. Siamo rimasti con questo gioco di significanti puro e aleatorio che chiamiamo postmodernismo, il quale non produce più opere monumentali sul genere di quelle del modernismo, ma rimescola ininterrottamente i frammenti di testi preesistenti, i mattoncini della vecchia produzione socioculturale, nel quadro di un nuovo e intensificato bricolage. Metalibri che cannibalizzano altri libri, metatesti che raccolgono pezzi di altri testi: questa è la logica del postmodernismo in generale, che trova una delle sue forme più vigorose, originali e autentiche nella nuova arte del video sperimentale.” Nella narrativa uno dei primi libri emblematici del postmodernismo letterario è “ Se una notte d’inverno un viaggiatore”di Italo Calvino pubblicato da Einaudi nel 1979. (Inizio del libro) “Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c'è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo piú forte, grida: «Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!» O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace. Prendi la posizione piú comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull'amaca, se hai un'amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giú, in posizione yoga. Col libro capovolto, si capisce. Certo, la posizione ideale per leggere non si riesce a trovarla. Una volta si leggeva in piedi, di fronte a un leggio. Si era abituati a stare fermi in piedi. Ci si riposava cosí quando si era stanchi d'andare a cavallo. A cavallo nessuno ha mai pensato di leggere; eppure ora l'idea di leggere stando in arcioni, il libro posato sulla criniera del cavallo, magari appeso alle orecchie del cavallo con un finimento speciale, ti sembra attraente. Coi piedi nelle staffe si dovrebbe stare molto comodi per leggere; tenere i piedi sollevati è la prima condizione per godere della lettura.” 12 Da res = cosa. E’ il processo che rende l’astrazione concreta. * Il cielo è limpido sino ad Essere sconosciuto Tutto è intossicato dal sole Io tossisco sotto questo, in questo brusire di entificazioni e sono distratto molto distratto dalla violenza Di un freddo che pur non fa nulla di male Adocchio solitudini già mie ora di se stesse unicamente Tutti i rimproveri pare si calmino riverberando Tutto è distrazione e forse meno, un poco meno del previsto, pena Andrea Zanzotto da “Idioma”(1975-1986) Le avanguardie artistiche lasciarono quindi, dagli inizi degli anni sessanta, il posto al postmodernismo messo a fuoco da Lyotard13 e caratterizzato dall’assemblaggio di vari stili passati e presenti. Supportata da tendenze filosofiche ( Lyotard, Deridda, Foucault, Vattimo ) le cui lontane origini sono da collocarsi nell’ irrazionalismo di Nietzsche, l’arte in generale e quella musicale moderna si frantuma in una molteplicità di indirizzi linguistici: neo-impressionismo, neo-romanticismo, neosoggettivismo, neo-modalismo ecc.. negando così che i diversi ambiti della realtà possano essere spiegati da un unico punto di vista e affermano che non esiste alcun fondamento ultimo della realtà e della conoscenza. All’idea di un pensiero forte si contrappone la necessità di un pensiero debole che accetti il carattere problematico di ogni conoscenza. Il paradigma dello stato della musica d’arte attuale è basato sulla diffidenza per i manifesti programmatici, sul rifiuto di grandi sistemi teorici di riferimento. L’assenza di unità non sta e non deve indicare un solipsismo14 estremo della molteplicità assoluta e infinita, ma ogni artista attuale pur non seguendo un manifesto artistico agisce da se e per se, senza però rinunciare a quei punti di contatto con i linguaggi artistici circostanti. CONCLUSIONI Questi brevissimi appunti senza alcuna pretesa di esaustività, hanno lo scopo di mettere in risalto le concezione estetiche generali dell’arte del novecento, e di fornire delle indicazione per l’eventuale approfondimento di un arte che si è posta e continua a porsi a noi in una prospettiva diversa, spesso tutt’altro che edonistica, e vuole dirci o “non dirci” cose che non sempre hanno a che fare con la bellezza, ammesso che dopo due o tre millenni che ci pensiamo, sappiamo davvero 13 Filosofo francese conosciuto per la teoria della postmodernità, La condition postmoderne (1979) Letteralmente significa “solo sé stesso”. In filosofia, atteggiamento di chi risolve ogni realtà in sé medesimo, o dal punto di vista pratico (ponendo a metro delle azioni il proprio interesse personale) o da quello gnoseologico-metafisico (considerando l’universo come semplice rappresentazione della propria, particolare coscienza). 14 cosa essa sia. Ciò che sappiamo con sicurezza è che l’arte è sempre esistita e si è rivelata per l’uomo una necessità. Tanto saremo più liberi da condizionamenti e tanto più avremo preso coscienza di essa, tanto più riusciremo a produrla e a fruirne in modo sempre più pieno. L’arte che viviamo non più apollinea o dionisiaca, non più religiosa per sua natura o funzione, è quotidiana creatura, da assaporare per conoscere di cosa sanno tutti i possibili mondi creati dagli artisti. Fonti bibliografia Ettore Napoli, Riflessioni sulla musica contemporanea, LeggereLeggere 2012 Ubaldo Nicola, Atlante illustrato di Filosofia, Giunti, Firenze 2005 Massimo Mila, L’esperienza musicale e l’estetica, Einaudi, Torino 1956 Pier Vincenzo Mengaldo, Poeti Italiani del Novecento, Mondadori, Milano 1978 Enrico Fubini, Musica e linguaggio nell’estetica contemporanea, Einaudi, Torino Enciclopedia Univerale di Arte, articolo di Giorgio Taborrelli cercare l’arte, Leonardo Arte,1997 Montale, Ungaretti, Saba, a cura di Tommaso Testaverde per Gli Spilli, Alpha Test 2005 Sitografia - enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche - Marco Di Pasquale, articolo su www.ipercritica.com - www.treccani.it - Jameson, articolo su www.ipercritica.com - www.riflessioni.it - wikipedia.org - www.francescomorante.it - eugeniomontale.xoom.it