Piracy and file-sharing: Challenges and perspectives for the Digital Renaissance Leopoldo Lombardi – Presidente A.F.I. (Associazione dei Fonografici Italiani) LA SITUAZIONE ITALIANA DELLA PIRATERIA DIGITALE La fotografia del mercato italiano della musica digitale del 2009, mostra tassi di crescita ancora consistenti insieme ad una certa maturazione sia sul fronte dell’offerta come del consumo. “Il 27% degli italiani utilizza Facebook per seguire gli artisti preferiti ed il 34% guarda video musicali su Youtube” Fonte: Forrester Research 2009. Acquistare contenuti dalle decine di store digitali sta diventando sempre di più una consuetudine anche per i consumatori italiani di musica e, questo, sta consolidando il mercato avviandolo verso una fase di decisa maturazione. Complessivamente la musica digitale, tra internet e telefonia mobile,ha fatturato 20,4 milioni di euro con una crescita del 27% rispetto al 2008, in particolare, il download dalle piattaforme digitali ha fatturato 11,2 milioni con una crescita del 24%. Nel suo complesso la musica digitale rappresenta oggi circa il 15% di tutto il mercato discografico italiano rispetto al 7% del 2007 ed al 9% del 2008. Una prova della tendenza verso una sensibile maturazione del mercato è anche confermato dal trend mostrato dalle vendite di album online, il cui fatturato ha quasi raggiunto quello dei singoli. Gli album online in Italia hanno fatturato 4,5 milioni di euro con un incremento del 32% contro la crescita del 16% dei singoli che hanno rispettivamente raccolto 4,7 milioni. Il deciso incremento del segmento album online conferma come sia in atto un consolidamento del mercato digitale, inizialmente molto orientato alle hit basate su singole canzoni. Contrariamente alla prima fase di sviluppo della musica online, anche il catalogo, compresi generi di nicchia, mostra dinamiche di sviluppo consistenti. Internet non è solo download: anche lo streaming video infatti si è confermato come un fenomeno di rilievo, con un incremento nei ricavi del 27% arrivando quasi a 2 milioni di Euro. La passione per i social network degli appassionati di musica italiana è peraltro confermata dai dati raccolti FORRESTERR nei 2009 dai quali emerge che il 34% degli italiani guarda video musicali su YOUTUBE, contro il 30% della media europea. Anche facebook raccoglie forti consensi sul fronte musicale con il 27% degli italiani che lo utilizza per seguire gli artisti preferiti contro il 14% degli europei. In forte contrazione invece il mercato mobile dove nel 2009 si è registrato un’ulteriore calo del 29% con da un lato le suonerie che si avviano al termine del proprio ciclo di vita come prodotto, e dall’altro con il rallentamento dell’acquisto di singole tracce, cresciuto solo dell’1% nell’anno scorso. Sul fronte delle difficoltà che ancora si riscontrano nelle potenzialità di affermazione del mercato digitale italiano, va ancora segnalata la forte distanza tra l’Italia ed il resto delle principali economie in tema di penetrazione della banda larga e dei personal computer tra le famiglie italiane. La necessità di adottare decise politiche istituzionali per favorire la banda larga è stata più volte evidenziata dal settore musicale proprio perché i dati dimostrano la centralità delle reti nello sviluppo dell’economia dei contenuti, area dove l’industria musicale è fortemente orientata. Anche la pirateria digitale in Italia costituisce uno dei freni all’affermazione della musica on line, con ancora un 23% degli utilizzatori internet che usa piattaforme di p2p o siti torrent per scaricare file illegali. La media dei brani musicali scaricati fa p2p è di 1.300 file per ogni computer, La stima del danno causato dal p2p in Italia è di € 300 milioni l’anno. Il downloading dei brani pirata ha superato l’acquisto dei cd falsi. Nel corso del 2009 sono proseguite le azioni di contrasto con significativi risultati tra i quali va segnalato la decisione della Corte di Cassazione sul caso di Pirata Bay , il sito svedese accessibile anche in Italia, dove i giudici hanno stabilito da un lato la possibilità per un Magistrato di ottenere il blocco dell’accesso tramite inibizione e dall’altro che tale blocco deve essere esercitato dai service provider. La sentenza ha chiarito che l’utente che segue applauding parziale o totale di opere protette dal diritto d’autore, senza averne diritto, anche in sistema p2p commette reato di illecita messa a diposizione del pubblico delle opere stesse ma anche che i gestori di un sito come Pirata Bay , il quale non si limiti a mettere in comunicazione tra loro gli utenti che caricano e scaricano le opere, ma indicizzi le informazioni o fornisca un motore di ricerca o comunque contribuisca in maniera non neutra all’illecita diffusione rispondono allo stesso reato a titolo di concorso. Inoltre la Corte Cassazione ha precisato con la medesima sentenza del 23 dicembre 2009 n° 49437/2009 che la circostanza che l’hardware relativo al sito sia presente all’estero non esclude la giurisdizione del Giudice italiano, quando parte della condotto criminosa si svolga in Italia o in Italia si perfezioni il reato. Nel corso del 2009 sono state erogate sanzioni amministrative nei confronti degli utilizzatori illegali in esecuzione dell’ art. 174 bis della legge sul diritto d’autore per oltre 100 milioni di Euro. Anche nel nostro paese appare sempre di più evidente che il contrasto alla pirateria non possa essere realizzato senza un’attiva cooperazione degli ISP e tale argomento diverrà centrale nel corso del 2010. Appare altrettanto chiaro che non è più possibile pensare di affrontare il problema della pirateria digitale semplicemente affidandosi a advertising companies . Per quanto riguarda Afi l’attività che viene svolta un’attività in duplice senso da un lato un’intensa azione di educazione alla legalità ed al rispetto del diritto d’autore ed dei diritti soggettivi esclusivi dei produttori fonografici sia attraverso Enca sia attraverso la partecipazione ad FPM, dall’altro sia in proprio che attraverso FPM si stanno adottando dei sistemi di contrasto in collaborazione con le autorità di polizia giudiziaria mediante sistemi di warning nei confronti degli utilizzatori illegali. Comunque anche in Italia l’iniziativa legislativa francese che senza passare per Tribunali ed azioni legali coinvolgendo giustamente gli ISP nell’attività di freno al p2p illegale, stabilisce una misura sanzionatoria per chi illegalmente scarica o scambia materiale coperto da copyright attraverso la rete ossia il blocco di ogni possibilità di accedere alla rete per un determinato periodo. Per realizzare ciò è necessario che la normativa a protezione della privacy e della riservatezza dei dati personali faccia un passo indietro. I vantaggi di tale approccio sono notevoli sia intermini di enorme riduzione dei costi economici e sociali di tali misure ed attività, sia in termini di partecipazione al problema da parte degli ISP, che sono coloro che hanno avuto più da guadagnare da p2p illegale, sia dal punto di vista dell’effetto dissuasivo nei confronti degli utenti dallo svolgere attività illegale. Il passo avanti che l’industria musicale dovrà al contempo muovere – e mi sembra stia già in parte muovendo – è quello di finalmente raggiungere accordi estesi con I grandi aggregatori di contenuti digitali ed offrirsi sia al downloading che allo streaming, ultima frontiera di una fruizione dei contenuti artistici che si trasforma sempre di più in diritto di accesso ai contenuti, più che di proprietà di copie degli stessi. Un diversificazione dell’offerta da parte dell’industria musicale, con possibilità per il consumatore di scegliere tra vinile, confezioni speciali, cd, downloading o streaming, con prezzi differenziati, accompagnata da provvedimenti e normative sul modello francese, sembra essere la direzione in cui tutti ci dobbiamo muovere e guardare con ottimismo per far si che artisti, autori, compositori, produttori, editori possano continuare a svolgere oil loro lavoro ed offrire al pubblico il frutto della loro creatività.