Accademia Nazionale D'arte Drammatica Silvio D'amico Presenta TEATRO STUDIO ELEONORA DUSE Dal 12 al 18 dicembre 2011 Saggio di diploma del Corso di Regia Leonce e Lena di Georg Buchner Regia: RITA DE DONATO Con: Viola Carinci, Cecilia D’Amico, Luciano Falletta, Alice Pagotto, Marco Palvetti, Remo Stella, Jacopo Uccella Assistente alla regia: Vincenzo Occhionero Scene: Bruno Buonincontri Costumi: Bartolomeo Giusti Luci: Sergio Ciattaglia Direttore di scena: Sara Pascale Sarta: Laura Rhi Sausi Proiezioni video a cura di: Woka A.P.S. Foto: Tommaso Le Pera “Il desiderio è un paesaggio” Gil Deleuze Sarà in scena dal 12 al 18 dicembre 2011, presso il Teatro Studio Eleonora Duse, “Leonce e Lena” di Georg Buchner per la regia di RITA DE DONATO. Lo spettacolo è il saggio di diploma del corso di regia dell’ Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Dilvio D’amico. Protagonisti sono: Viola Carinci, Cecilia D’Amico, Luciano Falletta, Alice Pagotto, Marco Palvetti, Remo Stella, Jacopo Uccella. Leonce, principe ereditario del regno di Popo, per sfuggire al matrimonio con una principessa sconosciuta decide di fuggire in Italia con il suo amico Valerio. Intanto nel regno di Pipi, la principessa Lena, anch'essa poco desiderosa del matrimonio, fugge egualmente con la sua governante. Egli non vuole rientrare nei ranghi, lei rifiuta un'unione guidata dalla Ragion di Stato. Le loro fughe e i loro destini si incrociano tra sogno e realtà, in un'atmosfera notturna e fantastica dove si intrecciano il desiderio di amore e quello di morte. L'indomani, senza aver scoperto il loro reciproco legame, tornano nel castello del padre di Leonce dove deve svolgersi il matrimonio, ma… NOTE DI REGIA “ Qual è il posto del desiderio, del sogno, dell’ozio, nelle nostre vite? Attraverso quali progetti, linee di fuga, conflitti, sottrazioni è possibile dare forma alla propria esistenza? Leonce e Lena è insieme favola, manifesto politico, opera filosofica, atto d’accusa, gioco. E probabilmente molte altre voci si potrebbero aggiungere all’elenco. Lo scenario in cui si muovono i personaggi del testo del giovane scienziato-rivoluzionario Georg Buchner è il doppio, la sovversione, il ribaltamento. La questione centrale è quella dell’identità, della necessità di “darsi una forma” e di come questa si incontri o si scontri con le altre “forme” della società, innanzitutto quella economica, relativa all’accaparrarsi i mezzi per vivere, cioè il lavoro e allo spazio che resta aldilà di esso, cioè la vita. Nel suo rifiuto radicale della cultura del lavoro, Leonce e Lena è anche un’ode al desiderio e alla sua forza trasformativa nelle esistenze individuali e collettive, e un inno al godersi il proprio tempo. Nel mondo disegnato da Buchner regna, sovrana la noia, un potere smemorato si esprime nelle modalità della ripetizione, della piattezza e della sopraffazione. Quale strada si apre allora, se non quella della sottrazione, della fuga verso un altro mondo, verso un’ Italia che qui rappresenta un locus amoenus dove si vive per la vita e non per la fatica? La destinazione non verrà raggiunta, ma, muovendosi in un percorso a spirale, i protagonisti giungeranno alla loro meta: un luogo dove poter immaginare, finalmente insieme, un programma in cui “gli orologi vengono distrutti, i calendari proibiti, e chiunque si vanti di guadagnare il proprio pane col sudore della fronte sia dichiarato pazzo pericoloso per la società umana ”. BIO di RITA DE DONATO Nasce a Cosenza. Si laurea in Scienze della comunicazione presso La Sapienza a Roma con la tesi “Il corpo politico”, e si specializza in Sociologia a Parigi, presso l’università La Sorbonne, Paris V. Studia danza classica per tredici anni, e ottiene il diploma con i maestri Cecilia Popescu e Bela Covaci. Nel triennio 2008-2011 frequenta l’Accademia Nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico dove dirige : La favola del figlio cambiato di L. Pirandello, Il linguaggio della montagna di H. Pinter (presentato alla 53° edizione del Festival dei 2 Mondi di Spoleto, all’interno del “Progetto Accademia”), Tieste di Lucio Anneo Seneca, Controinsurrezione, adattamento di un racconto di Valerio Evangelisti, presentato al festival Effetto Notte, del Ministero per i Beni e delle Attività culturali. Tra i suoi maestri: Jean Paul Denizon, Lilo Baur, Roberta Nicolai, Roberto Latini, Marcello Sambati, Pippo Delbono, Daisuke Yoshimoto, Naira Gonzales, Emma Dante, Lorenzo Salveti, Michele Monetta, Ugo Chiti. Come attrice ha preso parte alla messa in scena di Cantiere Monokini (Fortebraccio teatro), Enrico V (Pippo Delbono), Antigone (Marcello Sambati), Il professor Manganelli (Massimo Popolizio). Nel 2011 ha frequentato il corso di perfezionamento diretto da Luca Ronconi presso il Centro Teatrale Santacristina. E’ autrice di due testi teatrali: “Krisis, una favola nera sul capitalismo e i suoi meccanismi nascosti ” e “L’abito da sposa", presentato come mis en espace al Teatro delle Donne di Calenzano. TEATRO STUDIO ELEONORA DUSE Via Vittora 6 Roma dal 12 al 17 dicembre 2011 ore 20:45 - 18 dicembre ore 17:30 info e prenotazioni 06/36000151 – ingresso gratuito fino ad esaurimeto posti Ufficio Stampa Rita De Donato MAYA AMENDUNI 3475828061 [email protected] - [email protected]