traduzione italiana dell`articolo del Flensburger Tageblatt, 22 giugno

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Tratto da:
FLENSBURGER TAGEBLATT
Venerdì 22 giugno 2007
Antiche ceramiche dalle necropoli della Sicilia centrale
Kiel – Oltre 100 ceramiche di grande valore sono esposte nella Antikensammlung della
Kunsthalle di Kiel. Esse sono arredi funerari risalenti al periodo che va dall’800 al 400 a.C., ritrovati
nelle necropoli della Sicilia centrale.
Da poco meno di 50 anni si è iniziato a scavare alla ricerca di questi oggetti di grande valore,
conservati nel Museo Archeologico siciliano di Caltanissetta. Ciò che è importante di questi fragili
oggetti è il fatto che essi documentano i secoli della colonizzazione dell’isola da parte dei Greci e della
graduale mescolanza tra le originarie culture della zona. Già dal 2500 a.C. i Greci si sono messi in
marcia verso le rive della Sicilia – alla ricerca di bronzo e cereali.
Gli oggetti esposti risalgono al periodo che va dall’800 e al 400 a.C.. Essi provengono dalle
necropoli, dalle “città dei morti” che erano sempre annesse alle centri abitati. Tra queste antiche
colonie si contano Polizzello, Monte Bubbonia, Capodarso, Sabucina, Marianopoli, Vasallaggio e Gibil
Gabib. La mostra inizia con un originale sarcofago di ceramica risalente al quinto secolo a.C. – un
oggetto di colore rosa e arancio, che ricorda l’architettura di una casa. Dentro di esso sono esposte
due ceramiche più piccole vicino a un grosso vaso: esso, detto “cratere a colonnette”, è decorato a
figure nere, tecnica tipica dell’Attica, che rappresentano una quadriga trainata da una coppia di cavalli
che sono condotti da due uomini con l’elmo. Vengono chiamati “cratere” quei vasi che venivano
utilizzati per mischiare l’acqua con il vino. Questo genere di vasi era destinato in particolare ai morti,
perché li portassero con sé nelle loro tombe – per così dire come segno di buon auspicio, cosicché gli
aspetti positivi della vita terrena potessero continuare ad essere vissuti nell’aldilà. “Bisogna fare in
modo che gli oggetti parlino”, dice la professoressa Rosalba Panvini, Soprintendente ai Beni Culturali
e Ambientali di Caltanissetta, e Joachim Raeder, Direttore della Antikensammlung continua: “ Non
abbiamo nessuna testimonianza scritta, quindi possiamo leggere il passato soltanto da queste
testimonianze.”
Certamente queste testimonianze possono raccontare molto: semplici decori geometrici
oppure ornamenti e rappresentazioni di animali su terracotta chiara contraddistinguono i prodotti
indigeni dei Sicani, la popolazione originaria della Sicilia centrale. La rappresentazioni a figure nere o
rosse, con scene della mitologia, della vita quotidiana, delle attività sportive o dei lavori femminili sono
di origine greca, e venivano fabbricati ad Atene, Sparta oppure Corinto come prodotti da esportazione.
In un primo momento essi arrivarono come cultura tipica dei Greci immigrati in Sicilia, che dominarono
nel sesto secolo in tutto il Mediterraneo. Dopo i primi conflitti bellici la cultura indigena si è fusa con
quella locale dando vita, nel quarto secolo a.C., al popolo dei Sicelioti. E, in conseguenza
dell’interruzione delle esportazioni dalla Grecia durante la guerra del Peloponneso, gli artigiani siciliani
iniziarono a produrre loro stessi oggetti nella tradizione delle figure nere e rosse, insieme con
l’acquisizione dei motivi decorativi stranieri. Un’interessante, educativa mostra creata appositamente
per Kiel.
Jens Rönnau
Antikensammlung, Kunsthalle di Kiel. Fino al 23 settembre. Martedì-domenica, ore 10-18; mercoledì
fino alle ore 20. Catalogo € 12,-.
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