MaledettoEuro libro online in tre puntate leggi tutto

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SINDACATO UNITARIO PERSONALE IN UNIFORME
Antonio Pappalardo
“MALEDETTO EURO!”
Palermo, 24 marzo 2014
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“Il denaro è come il letame, che
non è buono se non è sparso”
(F.Bacon, filosofo inglese, 1561-1620,
“Essays”, Of seditions and Troubles)
“I barbari non aspettano al di là delle frontiere:
ci hanno governato per parecchio tempo”.
(Alasdair MacIntyre, “Dopo la virtù”,
Armando Editore, 2007, p. 314)
Per le informazioni di ordine tecnico e per molti spunti interessanti, mi sono avvalso del libro, edito da
Associazione Copernico, di Nino Galloni e Giovanni Passati, “Eurocidio”
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Premessa
Il SUPU (Sindacato Unitario Personale in Uniforme), da oggi, inizia una serie di articoli per mettere
al corrente i Cittadini Europei della più grande truffa di tutti i secoli operata in loro danno.
Il nostro fine è quello di far comprendere alle Donne e agli Uomini, che intendono procedere per un
diverso cammino, che essi, prima di avviarsi, debbono capire le ragioni che hanno portato all’attuale grave
crisi economica e, quindi, scegliere la strada giusta.
Dobbiamo essere tutti consapevoli di quello che dovremo fare, senza che nessuno dall’alto ci guidi
o plagi le nostre menti, dovendo essere la nostre scelte collettive. Solo così saremo ben forti, convinti e
determinati, per cui nulla potranno gli allettamenti dei palazzi del potere, che hanno portato alcuni
contestatori, ed anche Forconi, ad accettare compromessi e a tradire la fede comune.
Dobbiamo penetrare il fenomeno della crisi, dalle sue origini, per capirne la natura.
La grande crisi finanziaria, che ci ha colpito, ha una potenza illimitata e si svolge con grande
rapidità, in quanto passa ad una fase successiva, quando non ne abbiamo ben capito e assorbito la fase
attuale.
La questione, che andremo ad approfondire, non è meramente tecnica, come vogliono far credere
taluni contestatori, che da improvvisatori quali sono, confondono le acque, facendo inconsapevolmente il
doppio gioco, così favorendo gli interessi delle Multinazionali. Essa è eminentemente valoriale e
profondamente religiosa.
La crisi in atto è durissima e spaventosa. Quella del 1929, a confronto, è ben poca cosa.
Si sono ipotizzati ben 25 anni di crisi, dal 2007, anno in cui è nata, al 2032, ciò in quanto la crisi del
1929 è durata sino al 1954, quando l’indice dalla borsa americana Dow Jones raggiunse gli stessi livelli del
1929, sin oltre la fine del Secondo conflitto mondiale.
Per la vastità della distruzione, essa si può paragonare alla gravissima crisi in Europa, dovuta al
fallimento delle due famiglie di banchieri (sempre loro!) Bardi e Peruzzi del 1300, che portò sul lastrico il
mondo allora conosciuto e favorì il diffondersi di pestilenze, con la conseguente decimazione della
popolazione mondiale e la depressione economica, che durò oltre un secolo.
I Cittadini Europei non hanno compreso - o meglio vengono sistematicamente ingannati dall’attuale
classe dirigente politica - che li attende un secolo di distruzione economica e una devastazione sociale,
paragonabile a quella della caduta dell’impero romano, che durò circa un millennio in Europa.
Solo nel 1954 la crisi del 1929 ebbe fine , dopo una catastrofica guerra e con il piano Marshall, che
fece diffondere, come il letame sul terreno, un fiume di denaro, che favorì una inevitabile potente crescita.
Oggi, assistiamo inorriditi ad una corsa alle armi, con guerre che si stanno sviluppando in ogni parte
del mondo.
La pace è veramente a rischio. Le recenti manifestazioni di massa in Nord Africa, in Siria e in Europa,
insieme a interventi repressivi polizieschi fanno ritenere che il quadro mondiale è in subbuglio.
Siamo ormai in guerra. E dobbiamo combatterla, perché questa guerra è stata dichiarata a tutti i
popoli della terra dai poteri forti e dai poteri finanziari sulla questione monetaria, che prevale su tutte le
altre questioni, di cui parleremo. E, siccome la questione monetaria è una questione religiosa, la nostra è
una guerra di religione.
Quando si fa una guerra, si deve, però, sapere in modo esplicito chi sono i nemici.
Abbiamo detto che sono i poteri forti e i poteri finanziari, fra di loro strettamente collegati.
I poteri forti sono taluni vertici di alcune Istituzioni dello Stato, ripeto vertici e non le Istituzioni che
sono sane e fedeli al popolo. Fra essi primeggiamo molti magistrati politicizzati, vertici militari e di polizia,
dirigenti delle aziende economiche dello Stato, i vertici della RAI e di talune testate giornalistiche.
I poteri finanziari sono le 500 Multinazionali che hanno tutta la ricchezza del pianeta e fanno e
disfanno partiti, sindacati, alleanze politiche e Stati.
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Andremo a combattere contro un nemico immenso, che detiene un potere illimitato, che ti può
distruggere apertamente, oppure come fa più spesso negli ultimi tempi, con armi subdole – radiazioni,
veleni diffusi e uso di folli omicida - con la mistificazione e con l’inganno.
Stiamo scoprendo gravi verità, come il fatto che nel gruppo di fuoco che uccise gli agenti di scorta e
rapì Aldo Moro vi erano agenti dei servizi segreti, e nelle trattative fra Stato e Mafia si fece fuori un
Sottosegretario alle Finanze, affinché non scoprisse questo ignobile accordo.
La magistratura da anni riceve rapporti su questo lordume, ma non interviene.
La nostra guerra dovrà essere totale e radicale per il cambiamento di un sistema che ci sta
devastando.
Ma la vera battaglia si fa sulla moneta, che deve essere rimessa al suo posto, diventando strumento
efficace di dissuasione dei valori spirituali e materiali.
Occorre limitare l’attuale strapotere che la finanza esercita sulla vita di interi popoli tramite la
creazione del denaro.
La moneta è fiducia e la fiducia è nelle nostre mani, cioè nella mani dei popoli.
Dobbiamo difenderci dai soprusi e dagli abusi, ma soprattutto dobbiamo evitare che questa guerra
finanziaria diventi la guerra delle armi e del sangue, che ha già iniziato a scorrere, come l’ondata di
proteste, sollevazioni e la catena dei suicidi hanno testimoniato.
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Maledetto Euro
1^ Puntata
Le menzogne sulla crisi
Quando è nata questa crisi, così devastante? Quali sono state la cause squassanti?
Nei mesi di luglio e agosto del 2007 le borse subirono una brusca caduta: l’indice americano SP500
perse circa il 10% del suo valore.
La caduta dei mercati finanziari era dovuta al crollo dei titoli delle banche per una improvvisa
sfiducia sul sistema bancario, dovuto ai primi fallimenti per i famigerati “mutui subprime”, concessi con
eccessiva disinvoltura a richiedenti non solventi.
In questi 7 anni da quel crollo, si è messo da parte che il vero problema è la sfiducia al sistema
bancario. Con una abile campagna di disinformazione oggi si fa ritenere alla gente che la vera questione sia
il debito dello Stato, che si aggrava sempre più con i costi dei titoli di Stato, per cui occorre stare attenti al
famigerato Spread.
In effetti, a causa dei mutui subprime, le banche avevano smesso di fidarsi l’una dell’altra e di
prestarsi denaro nel mercato interbancario, che era improvvisamente scomparso.
In tale sconquasso generale, dapprima intervenne la Federal Reserve americana, la FED, poi anche
la Bank of England, che venne in soccorso della prima banca fallita, che fu la Nothern Rock, che, pur non
avendo i famigerati mutui subprime, fu ugualmente travolta. Quando si seppe che la suddetta banca non
riusciva a rifornirsi di liquidità sul mercato bancario, vi fu da parte dei risparmiatori una corsa frenetica agli
sportelli.
Nino Galloni e Marco Della Luna così scrissero nel loro libro “La moneta copernicana”:
“Solo l’8% di ciò che usiamo come denaro è denaro reale. Il restante 92% è costituito da promesse di
pagamento bancarie private (assegni circolari, attivi di conto corrente, carte di credito e dio debito, lettere
di credito, ecc.).
Quindi quel 92% è scoperto. Il mondo funziona con le promesse di pagamento delle banche. Se le
banche saltano, i nostr8i soldi svaniscono e l’economia si ferma. Le banche stanno saltando perché in realtà
sono già tutte decotte: hanno copertura solo per l’1 per mille circa del totale delle loro promesse di
pagamento. Assegni circolari, saldi di conto corrente, garanzie bancarie, sono tutte scoperte al 999 per
mille.
Se ritirassimo solo l’1 per mille dei nostre depositi, il sistema bancario salterebbe.
La gente crede di avere i soldi in banca, ma in banca non c’è affatto denaro”.
Ora si comincia a capire come mai negli ultimi tempi ci sono stati così tanti suicidi, fra imprenditori
e funzionari e dirigenti di banca. Loro ben sanno in quale terreno malfermo ci muoviamo e in quale
catastrofe immane ci hanno cacciato questi politici, ormai totalmente nelle mani delle Multinazionali, che
agiscono senza controlli e a loro piacimento, annientando diritti dei lavoratori e devastando l’ambiente.
In questo contesto, la Nothern Rock non poteva fallire, per cui le sue filiali furono immediatamente
coperte di liquidità da parte della Bank of England, che è intervenuta con i soldi dei contribuenti. I suoi
debiti furono accollati all’intera collettività nazionale.
C’è da chiedersi, però, perché ciò sia successo, al fine di:
1) evitare, se possibile, la crisi in futuro;
2) capire se tale crisi sia stata preparata e voluta da qualcuno, per esclusivo interesse personale a
discapito del bene comune.
Il fallimento della Nothern Rock fece capire che i mutui subprime, da soli, non erano stati la causa
del disastro economico generale. Era tutta la finanza , che operava senza controlli, tutto il sistema bancario,
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privo di ogni valore comune, tutto il sistema monetario, sia dollaro che euro, che era ed è di fatto un
gigantesco subprime.
Se nel 2007 la “corsa agli sportelli” fosse stata inarrestabile, gli Stati sarebbero stati costretti ad
intervenire ordinando il blocco di tutti i conti correnti, permettendo il prelievo di una cifra massima, molto
piccola.
Il panico si sarebbe impadronito di tutti. Ci sarebbe stato un effetto slavina che avrebbe catapultato
l’economia mondiale indietro di 2-3000 anni, all’epoca del dominio del baratto, con la sparizione della
finanza e della moneta, ormai resasi inservibile.
Peggio della terza guerra mondiale!
Ben pochi sanno che tale rischio è stato corso anche nel 2008, sempre nel sistema bancario inglese,
dopo il fallimento della americana Leghmann Brothers.
In Italia si corse ai ripari approvando il Decreto Legge n. 155 del 9 ottobre 2008, con cui si copriva
un vuoto legislativo, creatosi con la creazione della BCE, perché la funzione di prestatore di ultima istanza
non veniva più coperto dalla Banca d’Italia e nemmeno dalla BCE.
Un bel pasticcio, all’italiana. Modifichiamo gli assetti economico-finanziari, per adeguarci al modello
insensato europeo, ma alla fine non creiamo gli istituti sostitutivi.
Cari amici, questi signori politici non sono solo corrotti (lo sono sempre stati); quel ch’è peggio sono
degli incapaci. Dicevano i nostri vecchi: “Meglio un severo rigoroso, ma attento, che uno stupido e fesso
nelle stanze del potere”.
In quelle stanze oggi albergano ragazzotti, sprovveduti e privi di ogni professionalità, che si
inventano di fare la politica dei cortili.
E questo grazie a buffoni, cortigiani e menestrelli!
Oggi si scarica sullo Stato il costo del fallimento di una banca. Così, però, non si risolve nulla. Nulla si
fa per impedire che il fatto si ripeta e con dimensioni davvero insostenibili.
Abbiamo affidato l’apparecchio del Paese a piloti senza alcuna esperienza.
Un vero suicidio!
Occorrerebbe una radicale riforma di tutto il sistema bancario e finanziario. Ma soprattutto una
riforma del sistema monetario, cioè del sistema che permette alla banche centrali di creare moneta dal
nulla, al costo irrisorio di carta e inchiostro, nel caso costoso delle banconote; al costo insignificante della
corrente elettrica, nel caso di denaro creato nel server di una banca e addebitarne il valore facciale al
sistema economico che lo richiede.
Oggi una banconota da 50 euro costa pochi centesimi di carta e inchiostro. Ma la banca privata che
la produce riceve dallo Stato 50 euro.
Una truffa in grande stile, che i nostri magistrati si guardano bene dall’indagare, preferendo
processare il poveraccio che si è indebitato non riuscendo più a pagare le tasse.
Oggi si sono consolidati, con politici, magistrati e stampa che voltano la faccia dall’altra parte,
enormi interessi di soggetti che sono in grado di spostare ingentissime quantità di denaro, tanto da far
fallire una intera nazione, come è successo con l’attacco alla lira del 1992 (attacco che si poteva fare in
quanto la lira era divenuta una barzelletta, e qualcuno la vuole oggi riproporre) da parte dello speculatore
Soros, che si vanta a tutt’oggi di quella scelleratezza, mentre dovrebbe finire in qualche galera per crimini
contro l’umanità.
Quell’anno il governo Amato fece una tremenda manovra finanziaria da 90.000 miliardi di lire, che
fece piangere milioni di persone. E Soros si vanta di essersi arricchito con una mossa speculativa che ha
impoverito un popolo.
Perché non si parla del problema dei problemi e cioè della riforma del sistema monetario?
Nessuno lo vuole affrontare perché il solo parlarne metterebbe in discussione l’attuale architettura
finanziaria ed economica. Ed oggi, né Renzi, né Berlusconi, né Grillo, vogliono parlarne, perché il giorno
dopo sarebbero confinati chissà dove!
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Maledetto Euro
2^ Puntata
I media ufficiali, quelli che sono nella mani delle Multinazionali, dei partiti e dei sindacati, fanno un
gran parlare di una serie di problemi: il debito dello Stato, la crescita dell’economia, i tagli agli sprechi, i
tagli alla casta, il problema della corruzione, il problema dell’economia sommersa, il problema dei business
della criminalità organizzata, il problema delle riforme costituzionali, il problema della riforma elettorale,
ecc..
Sebbene questi siano problemi seri, essi non sono nulla rispetto al problema monetario. Basta far
parlare i numeri, nudi e crudi, con tutta la loro forza di persuasione, per comprendere la veridicità di questa
affermazione.
Il debito pubblico comprende tutti i debiti privati e i debiti delle imprese e ammonta a circa il 300%
del PIL. Ma non basta; occorre tener conto dei derivati OTC, che sono derivati scambiati non su un mercato,
per cui non sono offerti ad un certo prezzo al pubblico, ma trattati direttamente fra fornitore del derivato e
un acquirente, al di fuori di ogni regola del libero mercato.
Il nozionale di tali derivati a livello mondiale è di circa 700 mila miliardi di dollari!
Si tratta di una cifra astronomica, pari ad oltre 12 volte il PIL del mondo, ed è nella mani di alcune
Multinazionali.
Chi ha permesso la nascita di un simile volume di derivati? Ma soprattutto chi ha creato la moneta
necessaria per trattare un simile volume di prodotti finanziari? Perché le Banche centrali, che creano la
moneta, hanno permesso un simile fenomeno mostruoso? Perché oggi viene stampata moneta? Con quali
criteri viene stampata?
Questo è il cuore della questione monetaria: la determinazione del criterio con cui stampare la
moneta.
Rassicuratevi, miei buoni lettori! Non c’è un criterio, perché la nostra classe dirigente politica si cura
unicamente della sostenibilità finanziaria (cioè al ritorno della moneta creata e prestata, con gli interessi) e
non al valore sociale della moneta, ai motivi per i quali essa viene creata e spesa.
Esistono, in sintesi, due ordini di problemi:
- il problema monetario;
- tutti gli altri problemi, relativi a sprechi, corruzione, evasione, criminalità, ecc..
Del primo, che è il più rilevante, non si parla; dei secondi si parla con ossessione maniacale, di certo
per distogliere l’attenzione dal problema più grande.
La questione monetaria è anche una questione morale e spirituale, anche religiosa. Nei tempi più
antichi della storia umana, la moneta rivestiva un carattere sacro. Oggi si tende a rendere moneta ed
economia una faccenda da esperti, da professionisti della materia.
A causa di questa aberrante concezione della questione monetaria, si è giunti a creare nel contesto
sociale una infezione così grave, che oggi è necessario intervenire e amputare un arto, perché ormai è in
rischio la vita dell’intero corpo.
L’infezione è dovuta al fatto che la gran parte del patrimonio nozionistico sulla moneta e
sull’economia è costituito da vere e proprie falsità e menzogne, che sono continuamente alimentate dai
quotidiani e dai media in generale.
L’errore più rilevante è che oggi si applicano in macroeconomia leggi e regole valide per la
microeconomia.
Taluni ritengono, erroneamente, che se ho un buon sistema per non avere problemi con il mio
portafoglio e con il mio stipendio, lo stesso sistema sarà valido pure con i conti dello Stato.
E si parla in tal caso della conduzione dei conti dello Stato secondo le regole del “buon padre di
famiglia”, da taluni politici improvvisati più volte chiesta.
Invece, fra microeconomia e macroeconomia esistono differenze insanabili e decisive.
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Chi ha la responsabilità del mantenimento di una famiglia, oppure dirige una piccola impresa, ha
normalmente entrate certe e spese variabili. In caso di necessità, taglia le spese.
Al contrario, nel caso dello Stato, questi due elementi si capovolgono: lo Stato si trova di fronte a
spese certe (per i servizi sociali, per il funzionamento degli organi istituzionali, sanità, istruzione, polizia,
magistratura, ecc.) ed entrate incerte, dovute alla produttività delle imprese che concorrono al PIL e
proporzionalmente pagano le tasse.
Per cui, proprio per la presenza significativa dello Stato nell’economia, un taglio delle spese avrà
forti ripercussioni sull’economia, e quindi sulle entrate.
Nel prossimo capitolo, parleremo singolarmente di taluni luoghi comuni, ampiamente diffusi per
confondere le menti.
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Maledetto Euro
3^ Puntata
Ci dicono continuamente che occorre pagare il debito che lo Stato ha accumulato negli anni in
modo scriteriato.
Nessun magistrato ha mai indagato i vari Ministri dell’Economia e i Capi di Governo, che si sono
succeduti, responsabili di tale debito, che noi stiamo pagando pesantemente. Nessuno è stato mai
processato. Eppure il danno che hanno causato è di gran lunga più rilevante dei danni economici che la
mafia arreca in Sicilia.
Il diritto romano, duemila anni fa, impediva che a causa di un debito l’uomo perdesse la vita. Si
perdeva tutto, si diveniva schiavi, ma la vita era protetta.
Con il Cristianesimo non solo questo principio venne riaffermato, ma si impose che non si poteva
trarre profitti dal prestare denaro. La Chiesa aveva addirittura istituito i giubilei come occasione per
cancellare i debiti.
Per cui il debito si paga, quando è pagabile. Anzi, la moneta nasce con l’obiettivo di pagare i debiti,
tenendo conto che la moneta è un oggetto di natura necessariamente diversa dal bene con cui ci si è
indebitati.
Se io compro al mercato dei beni contraggo un debito di valore pari alla somma dei valori di quei
beni, che saldo alla cassa con moneta, cioè con uno strumento diverso dai beni acquistati.
Il debito contratto acquistando moneta è impagabile, perché la moneta acquistata è la stessa del
debito contratto.
Se lo Stato contrae il più piccolo debito in moneta, per restituirlo con gli interessi dovrà recuperare
una quantità maggiore di moneta.
Se non può stamparla, dovrà recuperarla dall’economia reale, che subirà una diminuzione di
moneta.
Ma lo Stato si trova in continuazione in una condizione di necessità di moneta, per cui tornerà a
indebitarsi e a sottrarre moneta ad un ambiente economico che non può creare moneta dal nulla.
Se l’economia non cresce, diventa inevitabile la crescita del debito estero.
Se nel tempo il debito diventa insostenibile, tanto da mettere a rischio la sussistenza dello Stato,
cioè la sua capacità di fornire i servizi essenziali, lo Stato deve difendere tali servizi anche a costo di non
pagare il debito.
In Grecia, dove cominciano a mancare i farmaci salvavita e si diffondono i casi di malnutrizione tra i
bambini, si continua nonostante ciò a indebitarsi, senza riuscire a risollevare l’economia.
Occorre pagare i debito, quando è pagabile. Non si può spremere il popolo per pagare un debito
impagabile.
Il trattato di Maastricht impone che per ogni paese il rapporto fra debito e PIL non sia superiore al
60% e che il rapporto tra deficit e PIL non sia superiore al 3%.
Questi sono numeri e vincoli calati dall’alto, senza alcuna giustificazione supportata da una qualche
teoria economica, se non quella di mettere ancora più in alto le potenze economiche, cioè in Europa la
Germania.
L’Irlanda era in linea con i parametri di Maastricht. Nonostante ciò, si è trovata sull’orlo del default.
Con la recente approvazione del Fiscal Compact, si è aggiunto il capestro di dover rientrare
dall’eccesso di debito con un rimborso del debito del 2% annuo per venti anni. Ciò significa per l’Italia 40
miliardi di manovra economica ogni anno.
Una follia!
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