I FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE Le patologie che colpiscono il cuore ed il sistema circolatorio rappresentano la prima causa di invalidità e mortalità tra la popolazione dei Paesi occidentali. In Italia, secondo la Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2011, presentata a Roma l’11 dicembre 2012, le malattie del sistema cardiovascolare rappresentano la prima causa di morte con 224.830 decessi (il 38,2%).1 I fattori di rischio legati all’insorgenza di disturbi cardiovascolari si dividono in modificabili e non modificabili. Questi ultimi sono: - età: il rischio aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età; - sesso maschile: gli uomini corrono maggiori pericoli delle donne. Dopo la menopausa anche l’organismo femminile è più esposto all’insorgenza di patologie cardiache; - familiarità: parenti con eventi cardiovascolari maggiori in età giovanile (meno di 55 anni negli uomini e di 65 nelle donne). I fattori di rischio sui quali è possibile intervenire sono: Ipertensione arteriosa È “ottimale” una pressione arteriosa che non supera i 120 mmHg per la sistolica e gli 80 mmHg per la diastolica. Quando la pressione sanguigna è “alta” (ossia maggiore di 140 mmHg di massima e 90 mmHg di minima) il cuore si ingrossa e si affatica accelerando il processo di arteriosclerosi. Se non curata, la pressione alta facilita l’instaurarsi di malattie molto gravi come l’ictus e l’infarto cardiaco e danneggia gravemente i reni e la vista. Il consumo eccessivo di sale, assieme ad un ridotto consumo di frutta e verdura fin dalla giovane età sono causa importante per l’aumento della pressione arteriosa. Ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia Alte concentrazioni di colesterolo e di trigliceridi nel sangue sono legati a un maggiore rischio di malattie del cuore e dell’intero apparato circolatorio. Questa condizione infatti favorisce la formazione delle placche aterosclerotiche e l’indurimento delle arterie. Il livello totale del colesterolo nel sangue è il primo e il più importante valore da controllare e sarebbe bene che non superasse i 200 mg/dL (dato “desiderabile”). Importanti sono anche i livelli del colesterolo “buono” o HDL (meno di 35 mg/dL: rischio alto; più di 50 mg/dL: livello desiderabile) e quelli del colesterolo “cattivo” o LDL il cui livello “desiderabile” dovrebbe essere inferiore a 100 mg/dL. I principali alimenti imputati di provocare aumento 1 Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2011 del colesterolo e dei trigliceridi sono i grassi saturi che si trovano soprattutto negli alimenti di origine animale (carne, burro, lardo) e negli oli vegetali tropicali. Fumo di tabacco La nicotina è un vasocostrittore e perciò alza la pressione arteriosa, aumentando il lavoro del cuore. Il monossido di carbonio, che si assume fumando una sigaretta, diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue e favorisce lo sviluppo dell’aterosclerosi. Diabete Il diabete, se non correttamente controllato, favorisce l’aterosclerosi, incrementando il rischio cardiovascolare. Quest’ultimo può essere ridotto (o mantenuto ad un livello favorevole) adottando stili di vita sani e corretti. Per questo è importante: - Svolgere regolarmente attività fisica. Per chi vuole fare sport, l’invito dei medici è quello a praticare attività aerobica in modo graduale e commisurato alla propria forma fisica. Un allenamento sproporzionato, infatti, pone sotto sforzo eccessivo il cuore, aumentando il rischio di arresto cardiaco. - Seguire una dieta equilibrata. Mangiare cibi troppo ricchi, in particolare di grassi, zuccheri e sale è oggi il più comune fattore di rischio per il cuore. Oltre ai grassi saturi (grassi di origine animale), da moderare è anche la quantità di alcool assunta. Introdurre eccessive quantità di sodio (sale) favorisce invece l’instaurarsi dell’ipertensione arteriosa. Una alimentazione sana deve essere varia e modesta nelle quantità, deve prevedere un regolare consumo di pesce (almeno 2 volte la settimana), un consumo modesto di carni, pochi grassi di origine animale (burro, formaggi, latte intero), sale a dosi moderate (il sale è già contenuto negli alimenti quali formaggi, carni, insaccati), vino e altri alcoolici a dosi modeste, una notevole quantità di fibre (verdura, frutta, elementi ricchi di potassio), un apporto regolare di legumi e cereali. - Tenere sotto controllo il proprio peso corporeo2: le persone non diventano obese da un giorno all’altro, ma tendono ad aumentare di peso con l’avanzare dell’età. Il peso è la risultante fra consumo e dispendio delle calorie che si introducono con l’alimentazione: più si mangia e meno ci si muove e più si aumenta di peso; pertanto accorgersi del peso che aumenta e fare attenzione a mantenere l’equilibrio fra calorie introdotte e consumate è di vitale importanza per mantenere la salute. 2 Progetto Cuore, Istituto Superiore della Sanità