OMAN - Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e

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OMAN
CARATTERISTICHE GENERALI
Superficie: 309.500 kmq
Popolazione: 2.542.000
Densità: 8 ab/kmq
Lingua: Arabo (ufficiale), Inglese
Religione: Musulmani Sunniti (87,7%), Induisti (7,4%), Cristiani (3,9%)
Capitale: Mascate=Masqat
Forma istituzionale: Sultanato
Membro di: CCG, Lega Araba, OCI e ONU
Unità Monetaria: Rial Omani
POLITICA INTERNA
La vita politica dell’Oman è dominata dalla figura del Sultano Qaboos bin Said Al-Said - al potere
dal 1970 - che detiene le principali cariche istituzionali dello Stato. In Oman, non è ammessa la
costituzione di partiti e sindacati che non siano l’emanazione del Governo o di corporazioni, ma
viene incoraggiata la partecipazione, su base individuale, al processo politico e la partecipazione
femminile alla vita politica, economica e sociale del Paese.
Il mantenimento di una politica d’equilibrio tribale, religioso e regionale è uno dei principi che
viene rispettato anche nella composizione del Governo e delle istituzioni pubbliche. Si tratta di un
Paese conservatore, oculato nella gestione economica e in politica estera si ispira al principio “
friends of all, enemy of none”.
Nel 1996 il Sultano ha concesso - tramite decreto reale - la Legge Fondamentale dello Stato (Basic
Law), i cui 81 articoli delineano il quadro istituzionale dello Stato omanita (monarchia araba ed
islamica) regolamentando la successione, stabilendo i principi – politici, economici, sociali e di
sicurezza – che devono guidare l’azione del governo, i diritti e doveri dei cittadini, nonché il
funzionamento degli organi statali e del sistema giudiziario.
L’ordinamento è di tipo bicamerale, con un’Assemblea di nomina regia (Majlis ÀDawla) e un
Consiglio Consultivo (Majlis ÀShura) i cui 84 membri sono eletti a suffragio universale. Modifiche
di rilievo alla Legge Fondamentale sono state apportate nell’ottobre 2011 con 3 Decreti reali che
hanno rafforzato ed allargato le funzioni attribuite al Majlis ÀShura, al Majlis ÀDawla (simile al
Consiglio di Stato) ed hanno istituito un Consiglio di Saggi con un ruolo chiave nella designazione
del nuovo Sultano.
Al Majlis ÀShura vengono attribuiti poteri di iniziativa legislativa, con facoltà di richiedere
modifiche alla Legge Fondamentale. Esso puo', inoltre, esercitare poteri di controllo e verifica
sull’attività del Governo e chiedere le dimissioni dei Ministri. Il Presidente del Majlis ÀShura
(Speaker) non sarà più nominato dal Sultano, ma eletto a maggioranza dai membri del Parlamento
tra i deputati eletti.
Il Majlis ÀDawla, di contro, con il nuovo assetto vede estendere i suoi poteri di garante della Legge
Fondamentale. I suoi membri (il cui numero viene fissato in 84, analogamente al Majlis ÀShura)
rimangono di nomina del Sultano che li sceglie tra gli alti funzionari dello Stato e insigni
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personalità omanite. I componenti del Majlis ÀDawla potranno eleggere i due Vice Presidenti
mentre il Presidente continuerà ad essere scelto dal Sovrano.
Il nuovo Consiglio dei Saggi, invece, è composto da cinque membri (i Presidenti del Majlis ÀShura
e del Majlis ÀDawla, il Presidente della Corte Suprema ed i suoi due più anziani Vice Presidenti) e
dovrà “certificare” la scelta del candidato successore al trono in caso di morte o abdicazione
dell’attuale Sultano.
Il Paese si sta inoltre impegnando per il raggiungimento di standard giuridici più moderni. Da alcuni
anni, la Magistratura inquirente è totalmente separata dagli organi di polizia e, nel 2005, si è riunito
per la prima volta il “ Supreme Judiciary Council ” (istituito nel 1996 dalla Legge Fondamentale
dello Stato) col compito di vigilare sulla corretta amministrazione della giustizia e di indirizzare le
politiche del Governo nel settore giudiziario.
RELAZIONI INTERNAZIONALI
L’Oman è un paese politicamente stabile con forte valenza strategica e geo-politica a causa
dell’importanza dello stretto di Hormuz quale via di comunicazione. La politica estera omanita è
filo-occidentale e vanta legami privilegiati con il Regno Unito e con gli Stati Uniti.
Più strategico è il legame con gli Stati Uniti, che costituisce un punto di riferimento costante delle
scelte del Sultanato, nei settori militare – presenza di basi a Masirah e Thumrait - ed economico.
Nonostante la sua naturale vocazione islamica, l’Oman si caratterizza per un’accentuata proiezione
verso l’Asia. Gli stretti rapporti politici ed economici con l’India e il consistente traffico
commerciale con i Paesi del subcontinente asiatico e dell’Estremo Oriente sono anche la base sulla
quale il Governo persegue un proprio disegno strategico, teso a valorizzare la posizione geoeconomica del Sultanato.
L’Oman coltiva rapporti con i Paesi dell’Asia Centrale (Accordo di Ashgabat), legati, fra l’altro,
all’importanza crescente che essi stanno assumendo nel mercato degli idrocarburi.
La quasi totalità della produzione petrolifera omanita viene esportata in Asia. Di particolare rilievo
è il ruolo che sta assumendo la Cina, con la quale il Sultanato ha firmato accordi bilaterali in molti
settori e ha organizzato una serie di scambi di visite ad alto livello. Le visite, al più alto livello, in
Oman e nel Regno Unito sono molto frequenti, in considerazione degli stretti rapporti storici e
strategici che legano l’Oman alla Gran Bretagna.
Ottime le relazioni con l'Olanda. Le relazioni bilaterali con la Turchia sono eccellenti. Il Sultanato,
pur mantenendo gelosamente la propria indipendenza, in particolare su alcuni punti chiave (rapporti
con Israele), ha appoggiato e promosso il principio di una visione politica panaraba, sottoscrivendo
e rispettando le posizioni adottate in politica estera nei principali fori islamici, sia a livello generale
(Lega Araba, Organizzazione della Conferenza Islamica) che regionale (Consiglio di Cooperazione
del Golfo e Dichiarazione di Damasco).
Nel contesto arabo, l’Oman si allinea con i Paesi moderati e non ha contenziosi bilaterali di rilievo.
Mascate ospita la sede del MEDRC (Centro di Ricerca in Medio Oriente sulla Desalinizzazione
delle Acque). L'Oman è membro del CCG con cui si consulta pur mantenendo una certa autonomia
nelle decisioni chiavi delle politica nazionale.
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QUADRO MACROECONOMICO
L'economia omanita si caratterizza per la sua apertura. Membro dell'OMC, le sue tariffe doganali
salvo alcuni settori sensibili sono molto contenute. L'attività economica del Paese è fortemente
dipendente dalla produzione petrolifera che attualmente contribuisce a circa il 50% del PIL.
Negli ultimi anni l’economia del Sultanato si è sviluppata in maniera costante. Il tasso medio di
incremento del Prodotto Interno Lordo a prezzi correnti nel corso del triennio 2012-2014 è stato del
6,2 %. Questa fase e' stata caratterizzata anche da un tasso di inflazione moderato, che in media ha
segnato il 3,4%. I dati prelimiari per il 2015 mostrano che nel periodo gennaio-settembre il PIL ha
subito un decremento del 14,2% rispetto allo stesso periodo del precedente anno, registrando un
brusco rallentamento nella componente del settore petrolifero (-38,5%), parzialmente compensata
dal positivo andamento del settore non petrolifero (4,7%).
Il tasso di inflazione annualizzato per il Sultanato nel periodo gennaio-settembre 2015 e' stato
dell'0,06% con notevoli differenze regionali (Mascate nello stesso periodo ha registrato un tasso di
inflazione dello 0,3%).
Il flusso degli investimenti esteri nel Paese nel 2014 e' diminuito del 27% rispetto al precedente
anno ($1,2 miliardi contro $1,6 miliardi). Nello stesso periodo il flusso degli investimenti omaniti
all'estero è diminuito del 16% con $1,2 miliardi nel 2014 rispetto a $1,4 miliardi nel 2013. Lo stock
degli investimenti esteri nel paese nel 2014 ha raggiunto i 19,7 miliardi di $ (+6,4%) e quelli
omaniti all’estero sono $ 7,5 miliardi (+18,5%).
I principali settori di attrazione per gli investimenti esteri diretti nel Sultanato sono tradizionalmente
quelli del petrolio e gas, manifatturiero e dell’intermediazione finanziaria, essi provengono
principalmente dal Regno Unito e dagli Emirati Arabi Uniti.
Nei primi 7 mesi del 2015 il valore totale delle esportazioni del Sultanato ha subito un decremento
del 31,7% rispetto allo stesso periodo del 2014 (passando da 11,8 miliardi OMR a 8 miliardi). In
particolare, il valore delle esportazioni petrolifere (4,8 miliardi di OMR) e' diminuito del 40%
rispetto allo stesso periodo del 2014 e quello delle esportazioni non petrolifere e' sceso del 7,1%.
La Cina e’ il maggiore acquirente di prodotti petroliferi omaniti (con una quota di oltre il 77 % sul
totale delle esportazioni omanite di greggio) seguono Taiwan, Singapore e Giappone. Le
esportazioni di prodotti non petroliferi sono dirette principalmente verso gli EAU, Arabia Saudita,
India, Cina e USA.
Nel periodo in esame, il valore delle importazioni omanite ha registrato un decremento dello 0,7%
rispetto al precedente anno, in ragione di una forte diminuzione (-28%) della voce mezzi di
trasporto parzialmente compensata da una crescita delle importazioni di prodotti minerari e
macchinari (aumentati del 15% e 13% rispettivamente). I principali paesi fornitori del Sultanato
sono gli EAU, il Giappone, la Cina, l’India, e l’Arabia Saudita. I prodotti importati sono
rappresentati principalmente da Macchinari elettrici e attrezzature meccaniche, seguono i veicoli, i
prodotti minerali, metalli di base e i prodotti chimici.
POLITICA ECONOMICA
Il Sultanato si presenta come un Paese capace di conciliare tradizione e modernità, sviluppo
economico, ma anche progresso sociale, attraverso una accorta gestione delle leve fondamentali
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dell'economia, che ha permesso di tenere sotto controllo l'inflazione malgrado una politica
monetaria accomodante volta a favorire la crescita. Membro dell’Unione doganale del Consiglio
Cooperazione del Golfo e dell'OMC, le sue tariffe doganali salvo alcuni settori sensibili sono molto
contenute.
L'economia è fortemente dipendente dal petrolio che contribuisce a circa il 50 per cento del PIL (e
costituisce circa il 78% del totale delle entrate del bilancio dello Stato). Nel 2015 la produzione di
greggio e' stata di 358 miliardi di barili (+4% rispetto al 2014) ad un prezzo di produzione medio di
56,5 US$ a barile. Il Paese non ha aderito all'OPEC. La costante crescita economica del Paese
registrata negli ultimi anni e' stata accompagnato a sua volta da un aumento dei consumi da parte
della popolazione, che incide consistentemente sul fabbisogno energetico, che l’Oman si trova a
dover soddisfare investendo nella esplorazione gassifera e petrolifera.
Lo sviluppo di fonti alternative di energia è allo studio sia per la produzione di energia eolica sia per
quella solare. L'obiettivo di assicurare il fabbisogno crescente di energia e' fondamentale anche alla
luce degli investimenti avviati nel settore dell'industria a valle, che il Sultanato cerca di potenziare
per favorire l'occupazione e lo sviluppo industriale. Tali investimenti si inquadrano nel processo di
"diversificazione" della propria economia avviato dalle autorità omanite, cui si accompagna una
legislazione favorevole agli investimenti stranieri.
Particolarmente significative le trasformazioni avviate sul piano infrastrutturale, le cui linee sono
dettate dal piano di sviluppo, la cd "2020 Vision" del Sultano Qaboos. L’obiettivo e’ la
realizzazione di un polo logistico intermodale, che assicuri l’interoperabilità dei trasporti attraverso
l’integrazione di aeroporti, porti, strade e ferrovie.
Tra tutte spicca il progetto per la realizzazione della rete ferrovia che collegherà da sud a nord il
paese fino alle reti del GCC. Le politiche sviluppo del settore logistico definite dal Consiglio dei
Ministri con il “Sultanate of Oman Logistics Strategy 2040” (SOLS 2040), intendono trasformare
entro il 2040 il Sultanato in una delle prime dieci economie “logistics-friendly” al mondo.
Alla luce del declino delle entrate fiscali per effetto del crollo dei prezzi del greggio sui mercati
internazionali, il documento di bilancio i previsione 2016 del Sultanato si propone di stimolare la
crescita economica rafforzando la politica di diversificazione produttiva del Paese volta ad
accrescere il contributo del settore non petrolifero e aumentando la quota di gettito fiscale
proveniente dal comparto non energetico.
In tale ottica, il Sultanato prevede l’introduzione di nuove misure fiscali, una rimodulazione degli
investimenti non essenziali mantenendo i progetti di sviluppo considerati prioritari per natura
sociale ed economica e l’incentivazione del settore privato. Tali misure sono accompagnate da una
politica di razionalizzazione dei costi e da maggiore efficienza della spesa pubblica, il cui risultato
dovrebbe portare ad un contenimento del deficit, stimato nel 2016 in 3,3 miliardi di reali omaniti.
Tra le nuove misure fiscali contemplate dal governo figurano l’eliminazione dei sussidi sui
carburanti e sulle utilita' pubbliche, l’incremento del 3% delle aliquote fiscali sulle persone
giuridiche a partire dal 2017 e la possibile introduzione dell’imposta sul valore aggiunto. Gli
indirizzi di pianificazione a medio e lungo termine delineati dal IX Piano di Sviluppo Quinquennale
2016-2020 intendono favorire una crescita economica sostenuta dai settori manifatturiero,
minerario, trasporti e turismo, nell’ambito dei quali si intende attrarre un sempre maggiore numero
di investimenti privati.
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Prosegue la cosiddetta politica di “omanizzazione”, ossia la previsione di una quota della forza
lavoro in favore dei cittadini omaniti (in una politica che intende favorire l’occupazione giovanile,
in un paese in cui l'età media è 24 anni). Numerose sono le questioni da risolvere, tra le quali la
mancanza di forza lavoro omanita qualificata e le differenze di trattamento riservate ai lavoratori
omaniti rispetto agli altri.
AGRICOLTURA
L'agricoltura diffusa in particolar modo nel Dhofar, nella zona di Nizwa e nella regione di al-Batina,
si basa, fin da tempi immemorabili, su un sistema di canalizzazioni, i falaj, la cui gestione è stata
per secoli regolamentata giuridicamente.
Oggi in Oman si producono datteri, cereali e verdure, ma meno del 1% del territorio nazionale è
coltivato ed è probabile che l'Oman rimarrà un forte importatore di generi alimentari. Insieme
all'agricoltura, l'altro tradizionale pilastro del settore primario del sultanato è la pesca.
RAPPORTI CON L’ITALIA
Le relazioni bilaterali sono eccellenti e destinate a crescere. La Dichiarazione Congiunta firmata a
Roma nel giugno 2015, in occasione della Commissione Mista, estende e rafforza la collaborazione
bilaterale nei settori della cooperazione economica, commerciale e industriale, culturale incluse arti
e musica, turismo, istruzione, ricerca scientifica, tecnologica e tecnica, nel settore medico.
Nel biennio 2014-2015 si sono svolte le visita in Oman del Vice Ministro degli Esteri On. Lapo
Pistelli cui è seguita quella del Chairman della Zona Economica di Duqm in Italia, il quale ha
presentato le opportunita’ della Zona agli imprenditori italiani in un incontro presso il Ministero
degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, la missione di una delegazione imprenditoriale
guidata dal Ministero dei Trasporti a Mascate e Duqm.
L’Oman presenta numerose opportunità. Oltre all’industria petrolifera, principale risorsa del Paese,
di rilievo per l’Italia il piano di sviluppo infrastrutturale e il comparto dei macchinari. Altri settori di
interesse crescente: turismo, energia, ambiente, trasporti marittimi, acquicoltura, pesca, sicurezza
alimentare, sanita’. L’Oman sta inoltre investendo considerevolmente nelle PMI, altro possibile
settore di cooperazione bilaterale. Le prospettive di crescita per i prodotti del Made in Italy si
presentano in particolare nell’arredamento, parallelamente allo sviluppo del settore residenziale e
turistico. Particolarmente qualificata, anche se ancora limitata, la presenza italiana alle Fiere
omanite.
Gli omaniti puntano anche sulla realizzazione di zone economiche speciali, a vocazione
commerciale e manifatturiera. L’investimento maggiore e’ quello di Duqm, una zona strategica, sia
per la presenza del porto prospiciente l’Iran, l’India e il Pakistan, dell’aeroporto e della futura
ferrovia, in un’area di 1.777 km quadri e 80 chilometri di costa lungo il mare arabico (con
un’estensione maggiore di quella di Singapore) situata a metà strada tra Mascate e Salalah. La Zona
Economica Speciale di Duqm e’ destinata alla produzione industriale ed alla logistica, in particolare
nei settori petrolchimico, materiali da costruzione, minerali e fertilizzanti, pesca e acquacultura,
produzione alimentare, energia pulita, servizi medici e impianti turistici.
E’ amministrata da un ente autonomo con il compito di attrarre e promuovere gli investimenti
nazionali ed internazionali. Il progetto e’ allo stato iniziale. L’obiettivo e’ quello di diventare, per
dimensioni, la maggiore Zona Economica Speciale del Medio Oriente. Confindustria Assafrica e
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Mediterraneo ha firmato nel 2013 un MoU di collaborazione con la Camera di Commercio Omanita
-OCCI.
Nel 2015 sono state realizzate missioni imprenditoriali italiane in Oman da parte di Promotec e
Confindustria Padova, della Camera di Commercio di Pordenone, e dall'Agenzia ICE in
collaborazione con ANIE.
Le società italiane operano in Oman soprattutto nella progettazione e nella realizzazione delle
infrastrutture (strade, aeroporti, porti e dighe, edilizia residenziale, scuole e ospedali, ecc.). Sempre
più numerose le società italiane che si installano nel Sultanato, in joint- venture con partner locali
(come d’obbligo): sono principalmente studi di architettura e società di progettazioni e costruzioni,
con una presenza italiana triplicata nel corso dell’ultimo biennio.
Il valore dell’interscambio nei primi 11 mesi del 2015, 633 milioni di Euro, è aumento del 55%
rispetto allo stesso periodo del 2014. L’Italia ha esportato in Oman Euro 568 milioni e importato dal
Paese merci per Euro 65 milioni.
Circa il 46% del nostro export è costituito da macchinari e apparecchi, seguono metalli di base e
prodotti in metallo (quota del 19%), mezzi di trasporto (9%) e apparecchi elettrici (7%).
Il valore delle importazioni italiane dall'Oman sono cresciute del 86%. L’Italia ha registrato per la
prima volta la fornitura di prodotti pretroliferi dall’Oman, che nei primi 11 mesi del 2015 sono
risultati la seconda piu' importante voce di import con una quota del 16% sul totale, preceduta da
metalli di base e prodotti in metallo con una quota del 63%. Seguono i prodotti alimentari (6%), gli
articoli in gomma e materie plastiche (5%) e i prodotti farmaceutici (3%).
SETTORI AGRICOLO E ITTICO
A causa delle condizioni climatiche, l’agricoltura riveste un’importanza secondaria. Di una certa
importanza e suscettibile di sviluppi favorevoli è l’industria della pesca (i cui prodotti costituiscono
oltre il 75% delle esportazioni omanite in Italia).
PRODOTTI ALIMENTARI
I prodotti italiani quali l'alimentare, l'arredo e l'abbigliamento sono particolarmente apprezzati in
Oman. I prodotti alimentari vengono distribuiti, principalmente, dalle seguenti societa':Carrefour,
Al Fair, Sultan Centre e Lulu.
Il sistema di distribuzione e di vendita all’ingrosso degli alimentari e’ ben organizzato: circa il 65%
delle vendite viene realizzato tramite le grandi catene di supermercati. La difficolta’ di accesso dei
prodotti italiani nella grande distribuzione e’ anche legata alla modalita’ di acquisto tramite grandi
“consolidator” delle grandi catene.
COMMERCIO AGROALIMENTARE CON L’ITALIA
Nel corso del 2015 le esportazioni italiane sono ammontate a 23,011 Meuro, con un aumento del
+141% rispetto al 2014.
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I prodotti dell’agroalimentare nazionale che hanno fatto registrare, nel corso del periodo in esame,
le migliori performance esportative in valore (Meuro) sono stati:
Prodotto
Mais
Prodotti della panetteria e pasticceria
Cioccolata
Mele e pere
Paste alimentari
Uve fresche
Ortaggi e legumi preparati
Confetture e marmellate
Pomodori preparati
Caffè
Olio di oliva
Valore (meuro)
8,651
3,640
3,346
1,112
0,717
0,667
0,529
0,470
0,406
0,300
0,223
Variazione % rispetto al 2014
(0 € nel 2014)
28
39
241
53
260
-12
10
12
18
218
Le importazioni sono ammontate complessivamente a 5,313 Meuro (+107% rispetto al 2014).
I prodotti maggiormente importati sono stati:
Prodotto
Pesci congelati
Molluschi commestibili
Pesci commestibili freschi o refrigerati
Valore (meuro)
2,042
1,777
1,416
Variazione % rispetto al 2014
220
(0 € nel 2014)
-65
Il saldo commerciale è stato pari a 17,698 Meuro in aumento rispetto al 2014 del +154%.
Nel corso dei primi 11 mesi del 2016 le esportazioni italiane sono ammontate a 15,894 Meuro, con
una riduzione del -24% rispetto allo stesso periodo del 2015. La riduzione in valore dell’export è
stata determinata in particolare dal mais ridotto del -1011% rispetto al 2015.
Le importazioni sono ammontate complessivamente a 5,683 Meuro (+11% rispetto al 2015).
Il saldo commerciale è stato pari a 10,211 Meuro in riduzione rispetto al 2015 del -36%.
Si allegano le schede sintetiche del commercio agroalimentare Italia-Oman per il triennio 20132015 e 2014-2016 (gennaio-novembre).
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