MASSIMO VEDOVELLI Linee di una politica culturale per Siena 0. Premessa Queste note intendono proporre alcuni elementi alla riflessione e discussione istituzionale sugli obiettivi e sul senso generale di una possibile politica per lo sviluppo culturale della Città di Siena in questo suo drammatico momento di crisi non solo economico-finanziaria, ma più generalmente sociale. I dati dell’ultimo rapporto annuale della CCIA (2012) mostrano come, negli ultimi due anni, gli indicatori relativi a tutti i comparti economico-produttivi senesi siano scesi al di sotto della media nazionale: tale situazione ha innegabili riflessi sulla struttura sociale, sulla sua coesione, sulla qualità della vita dei cittadini. Ne derivano conseguenze negative innegabili: l’impoverimento della qualità della relazione sociale, finora fondata su servizi di livello superiore alla media nazionale, così come il possibile impoverimento materiale di una parte delle persone / dei ceti. Tale situazione rischia di innescare un processo di vera e propria decadenza della Città. Il rapporto della CCIA mette in luce, però, l’esistenza di due fenomeni che sembrano sfuggire a tale situazione: l’ammontare dei depositi nei conti correnti bancari (superiore alla media nazionale: segno di una ricchezza che però non trova le vie per diventare produttiva) e i dati relativi al settore generalmente culturale (ricomprendendovi al suo interno non solo l’ambito dei beni culturali, ma anche quelli dell’istruzione e formazione, del turismo e dei consumi culturali), che vede alcuni comparti non solo ‘tenere’, ma registrare un aumento del fatturato e dei posti di lavoro. A nostro avviso, lo scenario entro il quale occorre collocare una possibile strategia di sviluppo culturale di Siena è appunto rappresentato dalla crisi economica e dalle sue conseguenze sulla tenuta sociale, ma anche dalle potenzialità che l’universo cultura può rappresentare per la Città. Le presenti considerazioni sono offerte in forma necessariamente sintetica per rendere più immediatamente trasparenti i punti centrali della proposta. 1. Tra effimero e conservazione: una terza via per Siena? Chiunque si trovi a dover assumere la responsabilità di guidare lo sviluppo culturale di una società locale si trova oggi di fronte a due grandi vie, ciascuna delle quali rappresenta un possibile modello di azione: una è costituita dalla logica degli eventi, che ha il proprio modello nella ‘cultura dell’effimero’; l’altra è rappresentata dalla logica della pura conservazione del patrimonio culturale. L’una e l’altra via hanno maturato lunghe tradizioni di esperienze attuative. Il modello dell’effimero ha avuto il merito storico, nell’esperienza romana del compianto Renato Nicolini, di proporre un’alternativa al cielo ‘di piombo’ che il terrorismo faceva gravare sulla società, riportando le persone a riconquistare il luogo fondativo dell’identità sociale italiana, ovvero la piazza (e Siena rappresenta tale condizione in modo paradigmatico, avendo nella piazza del Campo il suo luogo socialmente fondativo). L’altro modello, ovvero quello della pura conservazione del bene culturale, si fonda sull’idea di un patrimonio che si eredita dal passato e che deve essere mantenuto intatto per il suo godimento da parte delle future generazioni: questo modello ha il merito di legare intrinsecamente la prospettiva contemporanea a quella temporale del passato (ereditato) e del futuro (cui consegnare il patrimonio ricevuto), nonché di sottolineare il valore sociale, collettivo dei beni culturali. A nostro avviso, entrambi i modelli di azione, intrinsecamente rilevanti e importanti per le vicende culturali del nostro Paese, mostrano dei limiti in rapporto alla condizione odierna di Siena. Il modello dell’effimero, infatti, richiede la disponibilità di forti risorse pubbliche (oggi mancanti) e 1 comunque rischia di vedere il rapporto fra la Città, gli eventi e i loro utenti in una maniera che grava troppo sulla Città, rischiando di innescare processi di consumo cui non corrispondono almeno altrettanti rientri. Appare anche difficile, nell’attuale congiuntura finanziaria, ipotizzare di supplire alle limitate risorse finanziarie pubbliche disponibili confidando sull’intervento di tipo mecenatistico. L’altro modello ha il proprio limite in un approccio puramente statico e conservativo, che rischia di non essere capito dalla società nel momento in cui questa vive una drammatica crisi capace di minare i fondamenti stessi della sua identità civile. Ne deriva sì un patrimonio che viene tramandato e lasciato alle generazioni successive, ma anche una distanza fra le esigenze contemporanee – ormai vere e proprie emergenze – e il patrimonio culturale, considerato come incapace di poter essere vissuto come parte reale della vita quotidiana. La stessa capacità di conservare il patrimonio, infine, viene messa seriamente a rischio dalla mancanza delle necessarie risorse pubbliche. Tenendo conto dello scenario generale, occorre chiedersi se sia possibile oggi a Siena una ‘terza via’, un modello di sviluppo culturale che sia capace di prendere i tratti migliori degli altri due, di adattarli alle esigenze attuali della società locale e che sappia anche sviluppare una proposta originale e tale da mantenere alto il livello di qualità del ‘modello culturale Siena’. 2. La situazione culturale della società senese Ogni possibile strategia di sviluppo culturale deve avere ben chiari i suoi destinatari per stabilire i propri obiettivi. I destinatari sono innanzitutto i cittadini di Siena, con le loro esigenze di sviluppo culturale. I dati della recente indagine OCSE sui livelli di conoscenze basiche collocano l’Italia all’ultimo posto fra i 24 Paesi considerati: i cittadini italiani fra 16 e 65 anni non hanno, per la maggior parte e comunque non a livello comparativamente accettabile, livelli di capacità di leggere, scrivere, far di conto e lavorare al PC adeguati ai compiti dell’attuale mondo. Dalle relazioni sociali quotidiane alla gestione dei compiti lavorativi, gli italiani non hanno competenze minimamente tali da metterli al riparo da rischi di analfabetismo di ritorno o funzionale. Si può pensare che la popolazione della Città ne sia esente? Che rappresenti un’eccezione rispetto alla generale situazione nazionale? Per poter identificare i bisogni di sviluppo culturale della società locale occorre rispondere innanzitutto a tali domande, acquisendo i dati necessari per una azione che non rischi di sbagliare gli obiettivi. La ricchezza del patrimonio culturale intellettuale, materiale e antropologico di Siena rischia di non poter essere un ‘fattore di senso’ per i cittadini, se questi vivono una condizione che rende impossibile (o almeno difficile) metterli in contatto con tale patrimonio e renderli soggetti capaci di vivificarlo. Nel momento in cui si intendono definire obiettivi di sviluppo culturale della società locale, occorre innanzitutto avere chiara la configurazione di coloro che possono essere coinvolti da tale processo e il grado di coinvolgimento: i soggetti reali dello sviluppo culturale costituiscono una fascia distinta da quelli potenziali, e queste due si differenziano dai non-soggetti, cioè da coloro le cui condizioni socioculturali e personali non li mettono in grado di essere coinvolti da processi di sviluppo culturale. È proprio entro tale ultima fascia che possono essere individuate le aree a più forte rischio di marginalità, e proprio entro tale fascia rischiano di scivolare i soggetti non attualmente coinvolti in processi di crescita culturale, ma potenzialmente in grado in base alla loro condizione scolare e sociale: soggetti che, in presenza di un aggravamento delle condizioni sociali, potrebbero non essere più materialmente in grado di essere considerati soggetti potenziali di un intervento di sviluppo culturale della società locale. Non suoni irriverente il richiamo alle criticità culturali che solcano la società locale: considerata nel suo complesso, questa difficilmente può essere considerata estranea alle stesse problematiche strutturali che attraversano l’Italia nel suo insieme. Non è nemmeno accettabile considerare come 2 non-pubblico degli interventi culturali una fascia di popolazione, ad esempio quella degli anziani, accettando che i livelli di scolarità mediamente più bassi dei giovani costituiscano un fattore insormontabile per l’accesso ai processi di sviluppo culturale. Lo stesso, infatti, potrebbe dirsi di quel 12% nazionale di laureati che in un anno non entra mai in una libreria, non compra e non legge un libro: tale fascia potrebbe essere ugualmente presente entro la società locale. I giovani, infine, rischiano di essere strutturalmente esclusi in pari misura dal coinvolgimento nei processi culturali, se questi non prendono in considerazione gli specifici ‘linguaggi’ che danno forma all’identità di tale fascia di popolazione: il mancato contatto con tali ‘codici culturali’ può aggravare le situazioni di marginalità culturale; comunque, sarebbe una grave mancanza in relazione alla fragilità culturale messa in luce dai risultati della citata indagine OCSE. Si tratta, dunque, di delineare innanzitutto il quadro dell’articolazione dei soggetti dello sviluppo culturale in quanto suoi destinatari: definito tale quadro, potranno essere individuati obiettivi concreti di crescita delle competenze culturali della società locale. Siena appare comunque caratterizzata da un tessuto culturale diffuso, e facilmente si percepisce la sensazione di vivere un museo diffuso, a cielo aperto, di territorio nel senso esteso su ogni parte del suo territorio: una caratteristica che impedisce di pensare a iniziative prese in molte altre città (i ‘musei della città’), e che invece può costituire la base per un nuovo modo di considerare la questione della convivenza di un vivo museo diffuso e dei molti musei localizzati nelle loro diverse sedi. Puntando sulla cultura, sulla sua diffusa pervasività nella Città attraverso i luoghi della cultura intellettuale (musei) e gli altri luoghi del patrimonio storico-artistico, nonché attraverso i luoghi della viva identità cittadina (le Contrade), si può sperare di contribuire a mantenere e anzi a aumentare la qualità della vita della cittadinanza. 3. La capacità di attrazione culturale di Siena: il destino internazionale della Città La dimensione culturale, il patrimonio di secoli di storia fanno di Siena uno dei centri di maggiore attrazione culturale del nostro Paese. Tralasciando la dimensione quantitativa di quanti – non senesi: italiani e stranieri – visitano Siena per la sua specifica identità culturale, ci preme sottolineare che la capacità di attrazione esercitata dalla Città è di tipo valoriale, appunto: culturale. È l’idea che Siena incarni una storia culturale e che la viva nell’oggi ad attrarre gli altri, a spingerli a cercare in Siena tali valori. Si tratta della ricerca di valori di umanità, di più profondo legame con il territorio, di apertura al dialogo tramite la cultura; si tratta della ricerca di modelli di vita non alternativi, ma sicuramente complementari a quelli del globalizzato mondo di plastica. A tale richiesta che viene dal mondo non si può non dare una risposta, e sulle linee di tale risposta può fondarsi un progetto di sviluppo culturale. La dimensione internazionale di Siena è segnata dalla sua storia: è un destino come vocazione storica e come missione nel mondo attuale, intendendo con ‘missione’ l’idea di poter rispondere alla ricerca di senso degli esseri umani. La dimensione internazionale viene a costituire un ulteriore elemento dello sviluppo culturale di Siena: da un lato, ne è una componente intrinseca; dall’altro, ne diventa uno degli obiettivi e degli strumenti. Tale dimensione internazionale delinea un ulteriore soggetto destinatario della strategia culturale, aggiungendosi alla comunità locale e fornendole non solo un ulteriore compito da gestire, ma anche una ulteriore risorsa. La dimensione internazionale di Siena discende dall’essere la Città testimone di valori culturali di portata universale: questa dimensione può allargare la funzione da quella di pura testimone a quella di generatrice di valori culturali, per sé e per gli altri. La crisi che oggi la Città sta vivendo non intacca il suo patrimonio di valori culturali: alla Città gli altri ancora guardano per un dialogo, per la ricerca di un senso. Il rilancio culturale della Città non può avvenire, in sintesi, fuori di un suo quadro di internazionalizzazione, da costruire e gestire. 3 4. Quali criticità Sembra paradossale che, a fronte del suo inestimabile patrimonio culturale storico-artistico, materiale, paesaggistico, antropologico, la Città viva una crisi che riguarda anche tale dimensione. Non intendo tornare su argomenti ormai ampiamente dibattuti e rispetto a diversi dei quali si hanno gli elementi per poter attuare soluzioni. Elenco, invece, una serie di criticità che riguardano i vari livelli del processo di ideazione, attuazione, gestione, fruizione di proposte culturali. - - Difficoltà dei pubblici potenziali ad accedere all’ampia offerta culturale, mancanza di programmazione calendariale degli eventi, mancanza di coordinamento fra promotori dell’offerta culturale, sovrapposizione calendariale degli eventi, mancanza di una reale informazione capace di raggiungere i pubblici potenziali. Programmazione generica o al di fuori della considerazione dei pubblici da coinvolgere. Difficoltà a mantenere vive attività finora sostenute principalmente dai soggetti bancari cittadini, oggi in crisi. Pluralità di eventi fuori da un obiettivo di ricaduta duratura e strutturale degli effetti sul tessuto sociale cittadino. Difficoltà a riconoscere il fondamento culturale di ogni valore, anche di tipo economicoproduttivo, generato dalla Città. 5. Linee di una strategia di sviluppo culturale 5.1. Da subito, Siena capitale delle industrie culturali creative La candidatura della Città a capitale europea della cultura 2019 non è stata vista da subito e da tutti come la principale risposta sul piano culturale alla crisi generale della Città. Se davvero la dimensione culturale informa di sé a tutti i livelli e in tutte le sue forme di manifestazione l’identità e la vita della Città, occorre dare da subito attuazione al suo progetto. In questo modo si avrebbe un filo conduttore capace di dare coerenza alle scelte, alle soluzioni dei problemi esistenti, agli obiettivi da perseguire. 5.2 L’industria culturale come luogo di incontro fra il patrimonio del passato e le emergenze del presente Lo sfruttamento del bene culturale è indubbiamente un rischio che l’intera comunità corre: a fronte di superficiali ritorni, il tessuto dei beni artistici e della società nella sua plurima dimensione identitaria rischia di venirne stravolto, con danni che la storia farebbe ricadere sulle nostre generazioni. L’attuazione di criteri a tutela della dimensione collettiva del patrimonio culturale è, pertanto, sicuramente una priorità. Uguale livello di priorità va attribuito all’attuazione del rapporto fra processi di crescita culturale, sviluppo economico, sviluppo sociale. In questo quadro riteniamo che una società potrà davvero promuovere il proprio sviluppo culturale se saprà fondare sul suo patrimonio storico una nuova identità, che porti ulteriormente avanti il profilo dell’identità culturale della collettività. Non si tratta, allora, di scegliere fra sfruttamento economico del patrimonio artistico e conservazione mummificante, ma tra quali strade per far crescere processi valoriali. La mancanza di solide industrie culturali creative segna disgraziatamente il nostro Paese: ciò limita il suo sviluppo culturale generale, quello linguistico, i processi di dialogo interculturale, il progresso scientifico e quello tecnologico (e non solo nei settori legati alla conservazione dei beni artistici). 4 L’obiettivo di promuovere lo sviluppo di una solida industria culturale, di sviluppare, cioè, un approccio che miri a creare nuove professionalità e a disseminare un modo più adeguato di vivere la condizione di cittadini di una storica capitale della cultura si può raggiungere a Siena in maniera elettiva. L’obiettivo è creare posti di lavoro per i giovani innovando i profili professionali e elevando i livelli di quelli attuali. Nessun comparto della struttura sociale e economico-produttiva locale ne può essere estraneo; dalla formazione al turismo, dall’industria editoriale a quella delle lingue, dalla musica ai beni artistici, dalla ricerca scientifica alle imprese: tutti i settori possono e devono dare testimonianza di uno sforzo di connotazione culturale delle attività. Creando nuove professionalità nell’universo culturale si possono creare quei posti di lavoro che soli costituiscono la base per una futura ripresa anche di tipo economico-finanziario della Città, non potendo questa più contare sui tradizionali comparti produttivi. Le industrie creative e dei linguaggi, così come il mondo della ricerca e della formazione, quello della produzione economica, del turismo, del commercio possono essere coinvolti in uno sforzo di definizione di nuovi modelli di sviluppo sociale della Città: modelli basati sulla sua identità culturale e sullo sviluppo culturale della cittadinanza. 5.3 La musica, le arti, i musei, le strutture della formazione La mancanza di dialogo e di coordinamento (pur nel rispetto delle diverse specificità e missioni anche istituzionali) ha caratterizzato la programmazione delle attività nei vari comparti in cui si articola la vita culturale cittadina. Appare necessario un tavolo di coordinamento per la programmazione delle attività per consentire il pieno godimento della sin qui ricchissima offerta di attività. Gli spazi museali, primo fra tutti il Santa Maria della Scala, possono diventare testimoni di un modo diverso di vivere la dimensione del museo da parte del visitatore; la città-museo può arricchirsi di nuove realtà e può essere vissuta in modo nuovo, più consapevole, meno distruttivo, più capace di generare valori di senso e anche di tipo economico. L’industria creativa può e deve trovare luoghi che siano riconosciuti come il suo centro: veri e propri laboratori di sviluppo culturale. 5.4 I linguaggi, le identità Se Siena vuole riprendere il ruolo di promotore di un modello di sviluppo culturale capace di proporsi a modello per il Paese e per l’Europa, deve percorrere la strada della sua dimensione internazionale: il dialogo con gli altri deve poter non solo portare a Siena turisti, ma anche persone che possano qui sviluppare il proprio mestiere culturale o esaltare il tratto culturale della propria professione. La Città deve potersi anche mettere in sintonia con i linguaggi diversi da quelli della sua tradizione e che comunque percorrono la sua società: dai giovani ai nuovi cittadini, la pluralità dei linguaggi e delle culture può trovare in un progetto culturale della Città il suo ‘incubatore’ di valori sociali, culturali, economici. 5.5 Il locus cittadino, l’Europa Le Contrade sono il fondamento identitario della Città, e ogni progetto di sviluppo culturale deve potersi appoggiare sulle loro realtà. Le tensioni che attraversano il Paese si riflettono sulle Contrade nella misura in cui si pongono quotidianamente ai cittadini, ai contradaioli. Il percorso di riflessione intrapreso dalle Contrade negli anni recenti è una testimonianza della vitalità loro e dell’intera Città: dai suoi risultati dipende anche il suo sviluppo culturale e la sua capacità di parlare al mondo. 5 La proposta di candidatura europea non può non far guardare ogni possibile strategia alla dimensione delle Istituzioni comunitarie: queste rappresentano i soggetti di riferimento per l’acquisizione di possibili risorse, ma ciò potrà avvenire se la Città conquisterà una capacità propositiva i cui valori siano riconosciuti nel loro senso internazionale e universale. 6. Conclusioni Riteniamo che non esistano reali spazi per mantenere un’idea di sviluppo culturale basato sui più o meno grandi eventi o sulle attività assistite da terzi. Occorre puntare, invece, su azioni capaci di incidere sui livelli culturali della cittadinanza, intendendo ‘cultura’ e ‘culturale’ nella loro più ampia gamma di sensi, ovvero facendo in modo che le strategie siano attuate (dirette a e sostenute da) soggetti che non possono essere solo quelli tradizionalmente legati al patrimonio artistico. Occorre rivolgere la proposta culturale, inoltre, a tutti coloro che guardano a Siena come punta avanzata di un sistema di valori complementare, non identico, a quello dominante nel mondo attuale. Lo sviluppo culturale cittadino deve portare a risolvere rapidamente le criticità che hanno investito i soggetti finora operanti nel settore artistico, musicale, scientifico-tecnologico. La dimensione culturale della Città deve consentire lo sviluppo di uno specifico comparto produttivo, fatto, questo, che metterebbe Siena in una posizione centrale nel Paese. Senza compiere questi primi passi ci rimane difficile pensare a una strategia di reale sviluppo della realtà socioculturale della Città. 6