Linee politica culturale per Siena 03 11 13

MASSIMO VEDOVELLI
Linee di una politica culturale per Siena
0. Premessa
Queste note intendono proporre alcuni elementi alla riflessione e discussione istituzionale sugli
obiettivi e sul senso generale di una possibile politica per lo sviluppo culturale della Città di Siena
in questo suo drammatico momento di crisi non solo economico-finanziaria, ma più generalmente
sociale.
I dati dell’ultimo rapporto annuale della CCIA (2012) mostrano come, negli ultimi due anni, gli
indicatori relativi a tutti i comparti economico-produttivi senesi siano scesi al di sotto della media
nazionale: tale situazione ha innegabili riflessi sulla struttura sociale, sulla sua coesione, sulla
qualità della vita dei cittadini. Ne derivano conseguenze negative innegabili: l’impoverimento della
qualità della relazione sociale, finora fondata su servizi di livello superiore alla media nazionale,
così come il possibile impoverimento materiale di una parte delle persone / dei ceti. Tale situazione
rischia di innescare un processo di vera e propria decadenza della Città.
Il rapporto della CCIA mette in luce, però, l’esistenza di due fenomeni che sembrano sfuggire a tale
situazione: l’ammontare dei depositi nei conti correnti bancari (superiore alla media nazionale:
segno di una ricchezza che però non trova le vie per diventare produttiva) e i dati relativi al settore
generalmente culturale (ricomprendendovi al suo interno non solo l’ambito dei beni culturali, ma
anche quelli dell’istruzione e formazione, del turismo e dei consumi culturali), che vede alcuni
comparti non solo ‘tenere’, ma registrare un aumento del fatturato e dei posti di lavoro.
A nostro avviso, lo scenario entro il quale occorre collocare una possibile strategia di sviluppo
culturale di Siena è appunto rappresentato dalla crisi economica e dalle sue conseguenze sulla
tenuta sociale, ma anche dalle potenzialità che l’universo cultura può rappresentare per la Città.
Le presenti considerazioni sono offerte in forma necessariamente sintetica per rendere più
immediatamente trasparenti i punti centrali della proposta.
1. Tra effimero e conservazione: una terza via per Siena?
Chiunque si trovi a dover assumere la responsabilità di guidare lo sviluppo culturale di una società
locale si trova oggi di fronte a due grandi vie, ciascuna delle quali rappresenta un possibile modello
di azione: una è costituita dalla logica degli eventi, che ha il proprio modello nella ‘cultura
dell’effimero’; l’altra è rappresentata dalla logica della pura conservazione del patrimonio culturale.
L’una e l’altra via hanno maturato lunghe tradizioni di esperienze attuative. Il modello dell’effimero
ha avuto il merito storico, nell’esperienza romana del compianto Renato Nicolini, di proporre
un’alternativa al cielo ‘di piombo’ che il terrorismo faceva gravare sulla società, riportando le
persone a riconquistare il luogo fondativo dell’identità sociale italiana, ovvero la piazza (e Siena
rappresenta tale condizione in modo paradigmatico, avendo nella piazza del Campo il suo luogo
socialmente fondativo).
L’altro modello, ovvero quello della pura conservazione del bene culturale, si fonda sull’idea di un
patrimonio che si eredita dal passato e che deve essere mantenuto intatto per il suo godimento da
parte delle future generazioni: questo modello ha il merito di legare intrinsecamente la prospettiva
contemporanea a quella temporale del passato (ereditato) e del futuro (cui consegnare il patrimonio
ricevuto), nonché di sottolineare il valore sociale, collettivo dei beni culturali.
A nostro avviso, entrambi i modelli di azione, intrinsecamente rilevanti e importanti per le vicende
culturali del nostro Paese, mostrano dei limiti in rapporto alla condizione odierna di Siena. Il
modello dell’effimero, infatti, richiede la disponibilità di forti risorse pubbliche (oggi mancanti) e
1
comunque rischia di vedere il rapporto fra la Città, gli eventi e i loro utenti in una maniera che grava
troppo sulla Città, rischiando di innescare processi di consumo cui non corrispondono almeno
altrettanti rientri. Appare anche difficile, nell’attuale congiuntura finanziaria, ipotizzare di supplire
alle limitate risorse finanziarie pubbliche disponibili confidando sull’intervento di tipo
mecenatistico.
L’altro modello ha il proprio limite in un approccio puramente statico e conservativo, che rischia di
non essere capito dalla società nel momento in cui questa vive una drammatica crisi capace di
minare i fondamenti stessi della sua identità civile. Ne deriva sì un patrimonio che viene tramandato
e lasciato alle generazioni successive, ma anche una distanza fra le esigenze contemporanee – ormai
vere e proprie emergenze – e il patrimonio culturale, considerato come incapace di poter essere
vissuto come parte reale della vita quotidiana. La stessa capacità di conservare il patrimonio, infine,
viene messa seriamente a rischio dalla mancanza delle necessarie risorse pubbliche.
Tenendo conto dello scenario generale, occorre chiedersi se sia possibile oggi a Siena una ‘terza
via’, un modello di sviluppo culturale che sia capace di prendere i tratti migliori degli altri due, di
adattarli alle esigenze attuali della società locale e che sappia anche sviluppare una proposta
originale e tale da mantenere alto il livello di qualità del ‘modello culturale Siena’.
2. La situazione culturale della società senese
Ogni possibile strategia di sviluppo culturale deve avere ben chiari i suoi destinatari per stabilire i
propri obiettivi. I destinatari sono innanzitutto i cittadini di Siena, con le loro esigenze di sviluppo
culturale.
I dati della recente indagine OCSE sui livelli di conoscenze basiche collocano l’Italia all’ultimo
posto fra i 24 Paesi considerati: i cittadini italiani fra 16 e 65 anni non hanno, per la maggior parte e
comunque non a livello comparativamente accettabile, livelli di capacità di leggere, scrivere, far di
conto e lavorare al PC adeguati ai compiti dell’attuale mondo. Dalle relazioni sociali quotidiane alla
gestione dei compiti lavorativi, gli italiani non hanno competenze minimamente tali da metterli al
riparo da rischi di analfabetismo di ritorno o funzionale. Si può pensare che la popolazione della
Città ne sia esente? Che rappresenti un’eccezione rispetto alla generale situazione nazionale?
Per poter identificare i bisogni di sviluppo culturale della società locale occorre rispondere
innanzitutto a tali domande, acquisendo i dati necessari per una azione che non rischi di sbagliare
gli obiettivi.
La ricchezza del patrimonio culturale intellettuale, materiale e antropologico di Siena rischia di non
poter essere un ‘fattore di senso’ per i cittadini, se questi vivono una condizione che rende
impossibile (o almeno difficile) metterli in contatto con tale patrimonio e renderli soggetti capaci di
vivificarlo. Nel momento in cui si intendono definire obiettivi di sviluppo culturale della società
locale, occorre innanzitutto avere chiara la configurazione di coloro che possono essere coinvolti da
tale processo e il grado di coinvolgimento: i soggetti reali dello sviluppo culturale costituiscono una
fascia distinta da quelli potenziali, e queste due si differenziano dai non-soggetti, cioè da coloro le
cui condizioni socioculturali e personali non li mettono in grado di essere coinvolti da processi di
sviluppo culturale.
È proprio entro tale ultima fascia che possono essere individuate le aree a più forte rischio di
marginalità, e proprio entro tale fascia rischiano di scivolare i soggetti non attualmente coinvolti in
processi di crescita culturale, ma potenzialmente in grado in base alla loro condizione scolare e
sociale: soggetti che, in presenza di un aggravamento delle condizioni sociali, potrebbero non essere
più materialmente in grado di essere considerati soggetti potenziali di un intervento di sviluppo
culturale della società locale.
Non suoni irriverente il richiamo alle criticità culturali che solcano la società locale: considerata nel
suo complesso, questa difficilmente può essere considerata estranea alle stesse problematiche
strutturali che attraversano l’Italia nel suo insieme. Non è nemmeno accettabile considerare come
2
non-pubblico degli interventi culturali una fascia di popolazione, ad esempio quella degli anziani,
accettando che i livelli di scolarità mediamente più bassi dei giovani costituiscano un fattore
insormontabile per l’accesso ai processi di sviluppo culturale. Lo stesso, infatti, potrebbe dirsi di
quel 12% nazionale di laureati che in un anno non entra mai in una libreria, non compra e non legge
un libro: tale fascia potrebbe essere ugualmente presente entro la società locale. I giovani, infine,
rischiano di essere strutturalmente esclusi in pari misura dal coinvolgimento nei processi culturali,
se questi non prendono in considerazione gli specifici ‘linguaggi’ che danno forma all’identità di
tale fascia di popolazione: il mancato contatto con tali ‘codici culturali’ può aggravare le situazioni
di marginalità culturale; comunque, sarebbe una grave mancanza in relazione alla fragilità culturale
messa in luce dai risultati della citata indagine OCSE.
Si tratta, dunque, di delineare innanzitutto il quadro dell’articolazione dei soggetti dello sviluppo
culturale in quanto suoi destinatari: definito tale quadro, potranno essere individuati obiettivi
concreti di crescita delle competenze culturali della società locale.
Siena appare comunque caratterizzata da un tessuto culturale diffuso, e facilmente si percepisce la
sensazione di vivere un museo diffuso, a cielo aperto, di territorio nel senso esteso su ogni parte del
suo territorio: una caratteristica che impedisce di pensare a iniziative prese in molte altre città (i
‘musei della città’), e che invece può costituire la base per un nuovo modo di considerare la
questione della convivenza di un vivo museo diffuso e dei molti musei localizzati nelle loro diverse
sedi.
Puntando sulla cultura, sulla sua diffusa pervasività nella Città attraverso i luoghi della cultura
intellettuale (musei) e gli altri luoghi del patrimonio storico-artistico, nonché attraverso i luoghi
della viva identità cittadina (le Contrade), si può sperare di contribuire a mantenere e anzi a
aumentare la qualità della vita della cittadinanza.
3. La capacità di attrazione culturale di Siena: il destino internazionale della Città
La dimensione culturale, il patrimonio di secoli di storia fanno di Siena uno dei centri di maggiore
attrazione culturale del nostro Paese. Tralasciando la dimensione quantitativa di quanti – non senesi:
italiani e stranieri – visitano Siena per la sua specifica identità culturale, ci preme sottolineare che la
capacità di attrazione esercitata dalla Città è di tipo valoriale, appunto: culturale. È l’idea che Siena
incarni una storia culturale e che la viva nell’oggi ad attrarre gli altri, a spingerli a cercare in Siena
tali valori. Si tratta della ricerca di valori di umanità, di più profondo legame con il territorio, di
apertura al dialogo tramite la cultura; si tratta della ricerca di modelli di vita non alternativi, ma
sicuramente complementari a quelli del globalizzato mondo di plastica. A tale richiesta che viene
dal mondo non si può non dare una risposta, e sulle linee di tale risposta può fondarsi un progetto di
sviluppo culturale. La dimensione internazionale di Siena è segnata dalla sua storia: è un destino
come vocazione storica e come missione nel mondo attuale, intendendo con ‘missione’ l’idea di
poter rispondere alla ricerca di senso degli esseri umani.
La dimensione internazionale viene a costituire un ulteriore elemento dello sviluppo culturale di
Siena: da un lato, ne è una componente intrinseca; dall’altro, ne diventa uno degli obiettivi e degli
strumenti. Tale dimensione internazionale delinea un ulteriore soggetto destinatario della strategia
culturale, aggiungendosi alla comunità locale e fornendole non solo un ulteriore compito da gestire,
ma anche una ulteriore risorsa.
La dimensione internazionale di Siena discende dall’essere la Città testimone di valori culturali di
portata universale: questa dimensione può allargare la funzione da quella di pura testimone a quella
di generatrice di valori culturali, per sé e per gli altri. La crisi che oggi la Città sta vivendo non
intacca il suo patrimonio di valori culturali: alla Città gli altri ancora guardano per un dialogo, per la
ricerca di un senso.
Il rilancio culturale della Città non può avvenire, in sintesi, fuori di un suo quadro di
internazionalizzazione, da costruire e gestire.
3
4. Quali criticità
Sembra paradossale che, a fronte del suo inestimabile patrimonio culturale storico-artistico,
materiale, paesaggistico, antropologico, la Città viva una crisi che riguarda anche tale dimensione.
Non intendo tornare su argomenti ormai ampiamente dibattuti e rispetto a diversi dei quali si hanno
gli elementi per poter attuare soluzioni. Elenco, invece, una serie di criticità che riguardano i vari
livelli del processo di ideazione, attuazione, gestione, fruizione di proposte culturali.
-
-
Difficoltà dei pubblici potenziali ad accedere all’ampia offerta culturale, mancanza di
programmazione calendariale degli eventi, mancanza di coordinamento fra promotori
dell’offerta culturale, sovrapposizione calendariale degli eventi, mancanza di una reale
informazione capace di raggiungere i pubblici potenziali.
Programmazione generica o al di fuori della considerazione dei pubblici da coinvolgere.
Difficoltà a mantenere vive attività finora sostenute principalmente dai soggetti bancari
cittadini, oggi in crisi.
Pluralità di eventi fuori da un obiettivo di ricaduta duratura e strutturale degli effetti sul
tessuto sociale cittadino.
Difficoltà a riconoscere il fondamento culturale di ogni valore, anche di tipo economicoproduttivo, generato dalla Città.
5. Linee di una strategia di sviluppo culturale
5.1. Da subito, Siena capitale delle industrie culturali creative
La candidatura della Città a capitale europea della cultura 2019 non è stata vista da subito e da tutti
come la principale risposta sul piano culturale alla crisi generale della Città. Se davvero la
dimensione culturale informa di sé a tutti i livelli e in tutte le sue forme di manifestazione l’identità
e la vita della Città, occorre dare da subito attuazione al suo progetto. In questo modo si avrebbe un
filo conduttore capace di dare coerenza alle scelte, alle soluzioni dei problemi esistenti, agli
obiettivi da perseguire.
5.2 L’industria culturale come luogo di incontro fra il patrimonio del passato e le emergenze del
presente
Lo sfruttamento del bene culturale è indubbiamente un rischio che l’intera comunità corre: a fronte
di superficiali ritorni, il tessuto dei beni artistici e della società nella sua plurima dimensione
identitaria rischia di venirne stravolto, con danni che la storia farebbe ricadere sulle nostre
generazioni. L’attuazione di criteri a tutela della dimensione collettiva del patrimonio culturale è,
pertanto, sicuramente una priorità. Uguale livello di priorità va attribuito all’attuazione del rapporto
fra processi di crescita culturale, sviluppo economico, sviluppo sociale.
In questo quadro riteniamo che una società potrà davvero promuovere il proprio sviluppo culturale
se saprà fondare sul suo patrimonio storico una nuova identità, che porti ulteriormente avanti il
profilo dell’identità culturale della collettività. Non si tratta, allora, di scegliere fra sfruttamento
economico del patrimonio artistico e conservazione mummificante, ma tra quali strade per far
crescere processi valoriali.
La mancanza di solide industrie culturali creative segna disgraziatamente il nostro Paese: ciò limita
il suo sviluppo culturale generale, quello linguistico, i processi di dialogo interculturale, il progresso
scientifico e quello tecnologico (e non solo nei settori legati alla conservazione dei beni artistici).
4
L’obiettivo di promuovere lo sviluppo di una solida industria culturale, di sviluppare, cioè, un
approccio che miri a creare nuove professionalità e a disseminare un modo più adeguato di vivere la
condizione di cittadini di una storica capitale della cultura si può raggiungere a Siena in maniera
elettiva.
L’obiettivo è creare posti di lavoro per i giovani innovando i profili professionali e elevando i livelli
di quelli attuali. Nessun comparto della struttura sociale e economico-produttiva locale ne può
essere estraneo; dalla formazione al turismo, dall’industria editoriale a quella delle lingue, dalla
musica ai beni artistici, dalla ricerca scientifica alle imprese: tutti i settori possono e devono dare
testimonianza di uno sforzo di connotazione culturale delle attività.
Creando nuove professionalità nell’universo culturale si possono creare quei posti di lavoro che soli
costituiscono la base per una futura ripresa anche di tipo economico-finanziario della Città, non
potendo questa più contare sui tradizionali comparti produttivi. Le industrie creative e dei linguaggi,
così come il mondo della ricerca e della formazione, quello della produzione economica, del
turismo, del commercio possono essere coinvolti in uno sforzo di definizione di nuovi modelli di
sviluppo sociale della Città: modelli basati sulla sua identità culturale e sullo sviluppo culturale
della cittadinanza.
5.3 La musica, le arti, i musei, le strutture della formazione
La mancanza di dialogo e di coordinamento (pur nel rispetto delle diverse specificità e missioni
anche istituzionali) ha caratterizzato la programmazione delle attività nei vari comparti in cui si
articola la vita culturale cittadina. Appare necessario un tavolo di coordinamento per la
programmazione delle attività per consentire il pieno godimento della sin qui ricchissima offerta di
attività.
Gli spazi museali, primo fra tutti il Santa Maria della Scala, possono diventare testimoni di un modo
diverso di vivere la dimensione del museo da parte del visitatore; la città-museo può arricchirsi di
nuove realtà e può essere vissuta in modo nuovo, più consapevole, meno distruttivo, più capace di
generare valori di senso e anche di tipo economico.
L’industria creativa può e deve trovare luoghi che siano riconosciuti come il suo centro: veri e
propri laboratori di sviluppo culturale.
5.4 I linguaggi, le identità
Se Siena vuole riprendere il ruolo di promotore di un modello di sviluppo culturale capace di
proporsi a modello per il Paese e per l’Europa, deve percorrere la strada della sua dimensione
internazionale: il dialogo con gli altri deve poter non solo portare a Siena turisti, ma anche persone
che possano qui sviluppare il proprio mestiere culturale o esaltare il tratto culturale della propria
professione.
La Città deve potersi anche mettere in sintonia con i linguaggi diversi da quelli della sua tradizione
e che comunque percorrono la sua società: dai giovani ai nuovi cittadini, la pluralità dei linguaggi e
delle culture può trovare in un progetto culturale della Città il suo ‘incubatore’ di valori sociali,
culturali, economici.
5.5 Il locus cittadino, l’Europa
Le Contrade sono il fondamento identitario della Città, e ogni progetto di sviluppo culturale deve
potersi appoggiare sulle loro realtà. Le tensioni che attraversano il Paese si riflettono sulle Contrade
nella misura in cui si pongono quotidianamente ai cittadini, ai contradaioli. Il percorso di riflessione
intrapreso dalle Contrade negli anni recenti è una testimonianza della vitalità loro e dell’intera Città:
dai suoi risultati dipende anche il suo sviluppo culturale e la sua capacità di parlare al mondo.
5
La proposta di candidatura europea non può non far guardare ogni possibile strategia alla
dimensione delle Istituzioni comunitarie: queste rappresentano i soggetti di riferimento per
l’acquisizione di possibili risorse, ma ciò potrà avvenire se la Città conquisterà una capacità
propositiva i cui valori siano riconosciuti nel loro senso internazionale e universale.
6. Conclusioni
Riteniamo che non esistano reali spazi per mantenere un’idea di sviluppo culturale basato sui più o
meno grandi eventi o sulle attività assistite da terzi. Occorre puntare, invece, su azioni capaci di
incidere sui livelli culturali della cittadinanza, intendendo ‘cultura’ e ‘culturale’ nella loro più ampia
gamma di sensi, ovvero facendo in modo che le strategie siano attuate (dirette a e sostenute da)
soggetti che non possono essere solo quelli tradizionalmente legati al patrimonio artistico.
Occorre rivolgere la proposta culturale, inoltre, a tutti coloro che guardano a Siena come punta
avanzata di un sistema di valori complementare, non identico, a quello dominante nel mondo
attuale.
Lo sviluppo culturale cittadino deve portare a risolvere rapidamente le criticità che hanno investito i
soggetti finora operanti nel settore artistico, musicale, scientifico-tecnologico.
La dimensione culturale della Città deve consentire lo sviluppo di uno specifico comparto
produttivo, fatto, questo, che metterebbe Siena in una posizione centrale nel Paese.
Senza compiere questi primi passi ci rimane difficile pensare a una strategia di reale sviluppo della
realtà socioculturale della Città.
6