Drinn… Drinn… Oh no! È già ora di alzarsi, ma… che giorno è oggi? Si, si, ora ricordo: è sabato (per fortuna!) e domani (finalmente!) un po’ di meritato riposo. Un’ultima stiratina di braccia e gambe e poi una bella colazione. Eccomi in piedi, ma… ahi che botta! Ma si può sapere chi ha abbassato la mensola dei libri? O forse lo stretching di ieri sera ha già dato risultati? Ehm… forse non dovrei scherzarci troppo! Il pigiama mi arriva appena sotto le ginocchia e… la mia immagine riflessa nello specchio è decisamente invecchiata!!! Sono improvvisamente una donna di trent’anni circa! Che storia è questa?!? Mammaaaaaaaaa! Mi sembra strano che non si sia ancora alzata. Nel letto non c’è nessuno, ci mancava solo questa… Cosa faccio adesso? Ueee, ueee, ueee! Da dove vengono questi strilli di neonato? No, non può essere vero, non possono arrivare dal letto di mamma e papà! Mi avvicino lentamente e cosa, o meglio, chi trovo? Una bimba avvolta nel gigante pigiama di mamma, che piange disperata, seguita a ruota da un mocciosetto che assomiglia troppo a papà. Uno strano presentimento mi dice che sono proprio loro, tornati bambini. Non mi resta che unirmi al loro pianto… Cerco di calmarmi per capire la situazione: Daniela è la più piccola, ha circa un anno e inizia a dire le prime paroline; Sandro invece ha tre anni. Grazie al cielo è sabato, così nessuno dei due deve andare a lavorare e mi viene risparmiata una difficile serie di telefonate ai datori di lavoro. Quanto a me… salterò la scuola, ma questo non è un problema! Devo solo decidere come riempire la giornata e Daniela mi trova subito un’occupazione: ha fatto la pipì nel letto! Ma come si lavano i bambini? Riempio un catino di acqua e immergo la piccola fino al collo: più che un bidet le ho fatto un bagno! Nooo! Mancano i pannolini, per fortuna abbiamo una scorta di stracci che possono sostituirli. Cerco negli armadi vestiti di quando ero piccola: eccone uno a fiori perfetto per Dany. Se non sbaglio la zia ha dimenticato qui dei vestiti del mio cuginetto, che potrebbero andare bene al baby- papà: eccoli qui. Ma si può sapere dove si è nascosto! Sandro dove sei? Ma che cosa ha combinato!? Il piccoletto ha pasticciato con i pennarelli la parete… che disperazione, ma non posso trattenermi dal ridere. Vestiti i bambini, con non poca fatica, e trovati degli indumenti della mia nuova taglia, appartenenti alla mamma, li prendo una in braccio e l’altro per mano e ci avviamo verso il parco. Ho con me il portafoglio della mamma: la lista della spesa è lunga, considerati i miei due ospiti imprevisti! Essere adulta un po’ mi diverte, anche se devo abituarmi alle due piccole pesti, e a non dimenticarle come ho fatto poco fa con Sandro. Con enorme piacere scopro subito che fuori nulla è cambiato: il giornalaio al solito posto, la pasticceria a destra, il supermercato a sinistra… Quanta gente conosciuta, devo cercare di passare inosservata per evitare domande a cui non saprei dare una risposta. Cammino impettita, fingendo di essere una mamma qualunque a passeggio con i suoi figli. Eccoci al parco, non facciamo in tempo ad arrivare che Sandro lascia subito la mia mano e corre a giocare. Non mi preoccupo troppo, mi siedo su una panchina e inizio a cullare Daniela, che si addormenta in un batter d’occhio. Oh Sandro, cosa è successo? Gli altri bambini non vogliono giocare con te? Su, asciughiamo queste lacrime e andiamo insieme a giocare sull’altalena. Ah, già… Daniela! Qui sulla panchina dormirà beata. Ridendo e scherzando con il mio bambino mi ritrovo a pensare alla mia infanzia e a tutti i problemi che i genitori devono risolvere con i bimbi piccoli. Ed ecco di nuovo un pianto che mi riporta sul pianeta Terra: Dany si è svegliata e anche fra le mie braccia non si vuole tranquillizzare. Mi spremo le meningi per trovare una persona che mi possa dare qualche suggerimento su cosa è meglio dare da mangiare alla bambina e altri consigli utili. Il pediatra dovrebbe essere la persona più adatta e se mi pone strane domande… improvviserò! Come mi aspettavo, il dottore è stupito della mia ignoranza in materia di bambini,ma come posso spigargli la situazione? È assurda per me, figuriamoci per lui, non mi crederebbe mai! Come vola il tempo, è già mezzogiorno, è meglio tornare a casa per provvedere a riempire le nostre pance. Ai fornelli non so da che parte iniziare, ma ci proverò. Si, mi sembra che la mamma faccia così…E voilà! Ecco servita un’ottima pasta in bianco (beh, ci si deve accontentare) e un piatto di pastina per Daniela. Cerco di imboccarla lentamente, ma non sta ferma e, oh che disastro, sputa ogni cucchiaiata che finisce sul muro: mi toccherà pulire. Sarà meglio rimanere a casa questo pomeriggio: Sandro ha già iniziato a giocare con dei pezzi di legno, fa finta di avere una motosega… beh, ci credo, il papà lavora in segheria! La bimba, dopo l’estenuante pranzo, si è addormentata e ora assomiglia ad un angioletto. Non mi sembra vero che il pomeriggio sia trascorso così in fretta, una cena veloce e meno impacciata del pranzo e tutti a nanna… Che giornata pazzesca! Solo ora capisco quanto è difficile essere adulti, e non mi sembra così divertente. Eccomi anche io in pigiama, con tanti pensieri per la testa e una gran stanchezza addosso. Un’ultima occhiata ai bambini che dormono spensierati nel lettone e tutte le luci si spengono. Oh, ma è possibile? Non riesco a dormire, nei miei sogni c’è una vera e propria invasione di poppanti e piccole pesti, che con i loro pianti, i cambi di pannolini, pappe da preparare e giochi da inventare, non mi lasciano in pace. Drinn… Drinn… Oh no, la sveglia suona di nuovo! Affondo la testa sotto il cuscino, non ho le forze per affrontare un’altra giornata come quella passata. “Vale… Vale! Sveglia, coraggio, è ora di alzarti o farai tardi a scuola!”. Stupita, ma ancora assonnata, mi alzo e chiedo che giorno è oggi. “Sabato!” mi risponde la mamma. La mamma, si è proprio lei in carne ed ossa ed io, io sono di nuovo una quattordicenne che, se non si muove, arriverà in ritardo a scuola. Allora è stato solo un sogno, un po’ mi dispiace, mi ero affezionata a quelle due canaglie! Ma questa esperienza immaginaria mi ha fatto capire che essere grandi comporta grandi responsabilità e che non sempre è favorevole. Bisogna vivere la vita senza aver fretta di crescere, ma apprezzando ogni momento del nostro percorso, perché è unico e irripetibile! Valentina Maffezzini. classe III A