Comune di Tivoli – Cooperativa Amica Vetera
presentano
FROTTOLE
Arie rinascimentali alla corte di Mantova tra XV e XVI secolo
CONCERTO DI MUSICA RINASCIMENTALE
TIVOLI, 27 GIUGNO, ORE 19,30
S.STEFANO AI FERRI
Laboratorio di Musica Rinascimentale del
Centro di Pratica Musicale, diretto da Gianfranco Russo
Silvia Augurio, Stefania Hagen Codraro, Enrica Garbini,
Paola Protani, Fabrizio Giovannetti, Leandro Teodori
canto
Claudio Di Loreto, Gianfranco Magni, Laura Tedeschini-Lalli
flauti dritti
Gabriella Ceracchi, Simone Notargiacomo
viole da braccio
Pino Finizio, Valentina Nicolai
viole da gamba
Leandro Teodori
spinetta
Alessia Olivieri, Eclario Barone
voci recitanti
Con la forma musicale della frottola si afferma, a cavallo tra XV e XVI secolo, uno
stile caratteristico e prettamente italiano. Composizione colta, anche se di registro popo-
lareggiante, nacque come naturale evoluzione della canzone improvvisata e mosse i primi passi alla corte mantovana di Isabella d’Este, la quale, intuendo le potenzialità originali del genere, sia dal punto di vista musicale che linguistico, in contrapposizione
alla “chanson” franco-fiamminga, si adoperò in ogni modo per favorirne lo sviluppo.
L’innovatività della sua politica culturale fu subito chiara: Isabella d’Este chiamò come compositori di corte Bartolomeo Tromboncino e Marchetto Cara, ambedue italiani, e
per quei decenni, in cui, nelle principali città italiane, compositori e maestri di cappella
erano i musicisti franco-fiamminghi, la scelta ebbe un’indubbia originalità.
La forma pseudo-popolare, la relativa semplicità della struttura musicale, completamente scevra dalla complicazioni tipiche della polifonia di stile fiammingo, la conseguente chiarezza ed espressività dei testi, danno alla frottola una freschezza e un’immediatezza che compensano ampiamente la frequente modestia dei versi e la ripetitività
della linea melodica.
Infatti la frottola è caratterizzata da una ripresa che viene cantata all’inizio e dopo ogni strofa, sullo stile della ballata dei decenni precedenti, ma con una struttura semplificata, e dunque l’andamento tipico prevede una rima che si ripete da una strofa all’altra. La musica ben si adatta ai testi, anche se, ripetendosi uguale con strofe diverse,
non mantiene uno stretto legame con la parola, come avverrà invece col madrigale. La
comunicazione dei sentimenti è quindi affidata essenzialmente all’espressività dell’esecuzione. Lo stile è spesso mordace, epigrammatico, o frivolo, divertente insomma, e in
questo sta gran parte del suo fascino.
In gran parte dei brani frottolistici a noi pervenuti, molti dei quali compresi nelle prime edizioni musicali del Petrucci (cosa che la dice lunga, tra l’altro, sulla popolarità
che il genere aveva raggiunto già nei primissimi anni del ‘500), spesso solo la voce superiore ha il testo completo, e questo ci induce a pensare che le frottole fossero eseguite,
il più delle volte, da una voce solista con accompagnamento strumentale. Del resto i due
principali compositori del genere, Tromboncino e Cara, erano famosi per la loro straordinaria bravura nel cantare accompagnandosi col liuto.
La struttura armonica a 4 voci, la tendenza all’andamento omofonico e non più imitativo o contrappuntistico, l’uso di accordi chiari, avvicinano la frottola al “recitar cantando” e al sistema dei modi maggiore e minore, stili e tecniche che si affermeranno definitivamente solo più di un secolo dopo.
Il concerto proporrà brani non solo dei due frottolisti più conosciuti, Tromboncino e
Cara, ma anche di altri autori, come Filippo da Luprano, Pellegrino Cesena, Giovanni
Giacomo Gastoldi, Jacopo da Fogliano.
I temi trattati sono spesso amorosi, ma l’approccio è molto diverso da un brano all’altro, e spesso sorprendente: malinconico, ironico, appassionato, mistico, allusivo, scanzonato.
Il Laboratorio di musica rinascimentale del Centro di Pratica Musicale diretto da
Gianfranco Russo si dedica da molti anni alla riproposizione critica di brani del ‘400 e
‘500 europei.
I suoi componenti fanno parte, o hanno fatto parte, anche di altre formazioni musicali, sempre operanti nel campo della musica antica o popolare: L’Amoroso Cantar, Il
Chominciamento di gioia, I tamburi del Vesuvio di Nando Citarella, Arsi e Tesi, Il Diletto, Orchestra Barocca Italiana, Coro da Camera del CIMA, i Piffari.
Leandro Teodori