PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Piano triennale per la prevenzione della corruzione ai sensi e per gli effetti della Legge n. 190 del 06.11.2012 Triennio di Riferimento: 2014 - 2016 APPROVATO CON DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE N. 90 IN DATA 30 GENNAIO 2014 Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 1/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Indice: Articolo 1 – Premessa Collegamento col Programma Triennale della Trasparenza Collegamento col Piano della Performance Collegamento con il Codice Etico, il Codice Disciplinare ed il Codice di Comportamento dei Dipendenti Articolo 2 – Oggetto e finalità Articolo 3 – Soggetti aziendali coinvolti nel processo di prevenzione della corruzione Articolo 4 – Individuazione delle attività con più elevato rischio di corruzione Articolo 4 bis – La valutazione del rischio Articolo 5 – Misure obbligatorie di prevenzione Articolo 5 bis – Controllo e prevenzione del rischio Articolo 5 ter – Monitoraggio del rispetto dei termini previsti dalla Legge o dai Regolamenti per la conclusione dei procedimenti Articolo 5 quater – Monitoraggio dei rapporti tra l’Amministrazione e i soggetti esterni Artcolo 5 quinquies – Monitoraggio continuo Articolo 6: - Obblighi informativi Articolo 7: - Obblighi di trasparenza Articolo 8: - Rotazione degli incarichi Articolo 9 – Relazione sull’attività svolta Articolo 10: - Comunicazione Articolo 11: - Pianificazione triennale (Cronoprogramma) Allegato 1: Le fattispecie di reato nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Allegato 2: Mappa delle attività a più elevato rischio di corruzione Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 2/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Articolo 1 - Premessa Il presente Piano triennale della prevenzione della corruzione (“Piano” od anche solo “PTPC”) si applica a questa Azienda Ospedaliera, ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dei commi 59 e 60 dell'art. 1 della Legge n. 190 del 06 novembre 2012 e rappresenta lo strumento attraverso il quale l’Amministrazione sistematizza e descrive un “processo” - articolato in fasi tra loro collegate concettualmente e temporalmente – che è finalizzato a formulare una strategia di prevenzione del fenomeno. In esso si delinea un programma di attività derivante da una preliminare fase di analisi che, in sintesi, consiste nell’esaminare l’organizzazione, le sue regole e le sue prassi di funzionamento in termini di “possibile esposizione” al fenomeno corruttivo; il tutto ricostruendo il sistema dei processi organizzativi, con particolare attenzione alla struttura dei controlli ed alle aree sensibili nel cui ambito possono verificarsi, anche solo in via teorica, episodi di corruzione. Esso: - descrive ed analizza il diverso livello di esposizione dell’organizzazione aziendale e degli uffici, nonché delle unità operative e dei servizi, al rischio di corruzione e di illegalità, consentendo l’elaborazione di un “catalogo dei rischi” ed una classifica del loro livello, indicando gli interventi organizzativi volti a prevenirlo; - non disciplina protocolli di legalità o di integrità bensì ne disciplina le regole di attuazione e di controllo; - indica le procedure appropriate per selezionare e formare, anche in eventuale collaborazione con la Scuola superiore della pubblica amministrazione, i Dirigenti ed i Dipendenti dell'Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio chiamati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione; - prevede, per quanto possibile e compatibilmente con la struttura organizzativa dell'Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio, la rotazione di Dirigenti e Funzionari - viene aggiornato annualmente e comunque ogni qualvolta emergano rilevanti mutamenti organizzativi dell'amministrazione e/o venga approvato un nuovo P.O.F.A. Il Piano triennale per la prevenzione della corruzione dell’Azienda Ospedaliera Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 3/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Ospedale di Circolo di Busto Arsizio è stato per la prima volta adottato in via cautelare nel termine di cui al comma 8 dell'art. 1 della L. 06.11.2012 n.190 (31.03.2013) e nominato Responsabile il Dott. Ugo Palaoro. La presente revisione integrale ed il conseguente aggiornamento tengono conto delle indicazioni disponibili alla predetta data di approvazione e di quelle che si sono rese disponibili successivamente, in particolare: - della Legge 06.11.2012 n. 190; - delle Circolari del Dipartimento della Funzione Pubblica e della ANAC; - del D.Lgs. 14.03.2013 n. 33 sul riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità e trasparenza da parte delle pubbliche amministrazioni; - del D.Lgs. 08.04.2013 n. 39 in materia di inconferibilità e di incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni; - del D.P.R. 16.04.2013 n. 62: “Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici”; - della Linee di Indirizzo del Comitato Interministeriale per la predisposizione del Piano Nazionale Anticorruzione da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica; - delle Intese intervenute nella seduta del 24.07.2013 della Conferenza Unificata di cui all'art. 8 comma 1 del D.lgs. 28.08.1997 n. 281, così come stabilito dall'art. 1, comma 60 della L.06.11.2012 n. 190; - del Piano Nazionale Anticorruzione approvato con la Delibera della Anac n. 75/2013 - di tutti gli ulteriori provvedimenti ed atti normativi che ne sortiranno e seguiranno. Fanno parte integrante e sostanziale del presente Piano di prevenzione della corruzione, oltre a tutto quanto sopra richiamato, i seguenti atti e provvedimenti aziendali, approvati ed adottati dall’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio: - il programma triennale per la trasparenza - il piano delle performance; - il codice etico aziendale - il codice disciplinare aziendale - il codice di comportamento dei dipendenti dell’azienda. Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 4/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Collegamento con il Programma triennale per la trasparenza Punto di riferimento primario per l’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio, in quanto Pubblica amministrazione in tema di trasparenza, è l’attuazione del Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD), al fine di trasformare le potenzialità dell'innovazione tecnologica in maggiore efficienza, efficacia e soddisfazione dei cittadini e delle imprese. Grazie al Codice è possibile attuare quel processo di digitalizzazione delle attività amministrative che costituisce il presupposto per una reale modernizzazione (D.Lgs. n. 82/2005) Tale processo richiede una estesa adozione del documento informatico, oltre che degli strumenti necessari per gestirlo. Oggi la Posta Elettronica Certificata (PEC) rappresenta in modo sempre più consistente il canale privilegiato delle comunicazioni, perché rende gli scambi di documenti tra pubbliche amministrazioni, imprese e professionisti, immediati, efficaci e sicuri. A tale scopo, l’Azienda possiede una casella di posta elettronica certificata all’indirizzo: [email protected], la quale è bene evidenziata e visibile nella home page del sito aziendale ed integrata, come di necessità, al protocollo informatico aziendale con la garanzia della massima tracciabilità del documento all’interno del flusso documentale. Il percorso di digitalizzazione permea l’intero sistema sanitario regionale lombardo di cui l’Azienda fa parte, alimentando grandi processi trasversali quali il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) nel contesto del Sistema Informativo Socio Sanitario (SISS) e l’ E-Procurement con la piattaforma SINTEL per gli acquisti. Se il processo di digitalizzazione costituisce elemento fondamentale per la trasparenza l’ Azienda non può dimenticare che naturale confine dell’attuazione della trasparenza è il rispetto della riservatezza e della privacy così come previsto dal Decreto Legislativo n. 196/ 2003, che pertanto deve sempre essere considerata, senza che ne costituisca ostacolo. Con Deliberazione del Direttore Generale n. 852 del 12.12.2013, su proposta del Responsabile Aziendale precedentemente individuato e nominato nella persona della dott.ssa Anna Maria Marazzi, Responsabile S.C. Affari Generali e Legali, è stato adottato il Programma Triennale della Trasparenza con il quale l’Azienda Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 5/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Ospedaliera “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio” ha inteso dare piena attuazione agli adempimenti previsti in tema di trasparenza, tenendo anche conto di quanto disposto dalla Legge n. 241/1990 e s.m.i., disciplinante l’accesso agli atti in via generale, nonché dal Codice degli Appalti (D. Lgs. 163/2006) per quanto concerne la fornitura di lavori, servizi e forniture. Per l’Azienda, elemento strategico ai fini della trasparenza è peraltro l’adozione del regolamento dei procedimenti amministrativi sulla base di quanto previsto dalla L. n. 241/ 1990 con l’individuazione del Responsabile del procedimento e definizione dei tempi procedimentali. Tenuto conto del contesto socio-culturale in cui opera l’Azienda appare peraltro sempre più importante che i rapporti intercorrenti tra gli operatori dell’Azienda e l’utente siano improntati all’impiego di idonee formule, anche linguistiche, confacenti al profilo culturale dei singoli operatori, con i necessari interventi di mediazione culturale/ traduzione. In estrema sintesi, obiettivi strategici per la trasparenza sono il processo di digitalizzazione, l’ accessibilità alle informazioni, l’apertura all’utente dell’Azienda Ospedaliera non solo semplicisticamente in termini di orari di apertura degli sportelli al pubblico o delle unità di degenza ai parenti/visitatori ma sostanzialmente in termini di conoscibilità delle attività operate. Collegamento con il Piano delle Performance Secondo quanto previsto dal d.lgs. 150/2009 e s.m.i. in materia di trasparenza, misurazione e valutazione delle performance organizzative ed individuali delle aziende pubbliche, l’Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio ha a suo tempo approvato il Piano delle Performance con delibera n. 318 del 31/05/2012, declinando le strategie in performance gestionali annuali e definendo obiettivi e indicatori per la relativa misurazione. Il Piano è attualmente in corso di implementazione ed aggiornamento, con riferimento alle recenti modifiche normative intervenute in materia. Relativamente all’Organismo Indipendente di cui all’art. 14 del D.Lgs 150/ 2009 la Regione Lombardia ha istituto il proprio organismo indipendente di valutazione delle performance fornendo le linee guida relative alla composizione e alle funzioni Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 6/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE dei Nuclei aziendali di valutazione delle prestazioni per gli Enti del SSR (Servizio Sanitario Regionale) giusta deliberazione n. 1151 del 29.12.2010 , e s.m.i.. Alla luce di quanto sopra, l’Azienda con deliberazione n. 397 del 4.11.2011 ha istituto Il Nucleo di Valutazione delle Prestazioni nominando i relativi componenti, con un ruolo fondamentale all’interno dell’Azienda nel processo di misurazione e valutazione delle strutture e dei dirigenti e nell’adempimento degli obblighi di integrità e trasparenza, garantendo altresì la correttezza dei processi di misurazione, valutazione e premialità, secondo le linee guida dettate in materia dalla Anac. Ai sensi dell’art. 14, c. 4, lett. g), del d.lgs. n. 150/ 2009, al Nucleo di Valutazione delle prestazioni di questa Azienda spetta il compito di promuovere e attestare l’assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all’integrità da parte dell’Azienda. Le attestazioni del Nucleo sulla pubblicazione di informazioni e dati per i quali, ai sensi della normativa vigente, sussiste uno specifico obbligo di pubblicazione nella sezione Amministrazione trasparente del sito istituzionale dell’azienda [email protected] , costituiscono lo strumento di cui si avvale la Anac per la verifica sull’effettività degli adempimenti in materia di trasparenza ai sensi della L. n. 190/2012, e del d.lgs. n. 33/2013. In particolare nella sezione soprarichiamata apposito spazio è dedicato alla voce performance , conformemente a quanto previsto dalla delibera Anac n. 50/2013, così articolata: - Sistema di misurazione e valutazione della Performance - Piano delle Performance - Relazione sulla Performance - Documento dell'OIV di validazione della Relazione sulla Performance - Ammontare complessivo dei premi - Dati relativi ai premi - Benessere organizzativo mentre nella sottosezione disposizioni generali sono pubblicate le attestazioni del Nucleo di Valutazione (OIV) sulla verifica dell’aggiornamento/completezza e apertura del formato delle informazioni presenti Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 7/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Collegamento col codice etico aziendale, col codice disciplinare aziendale e con il codice di comportamento dei dipendenti dell’azienda Secondo quanto previsto dall’art. 54, comma 5, del d.lgs. n. 165 del 2001 e dall’art. 1, comma 2, del Codice, ciascuna amministrazione deve definire, con procedura aperta alla partecipazione e previo parere obbligatorio del proprio O.I.V., un proprio Codice di comportamento. A tal fine, alla C.I.V.I.T. è stato assegnato il compito di definire criteri, linee guida e modelli uniformi per singoli settori o tipologie di amministrazione; adempimento assolto con la Deliberazione 75 del 2013. Alla luce di tali criteri, anche l’Azienda Ospedaliera “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio”, ha adottato con apposito provvedimento il proprio Codice Aziendale di Comportamento individuando regole comportamentali differenziate a seconda delle specificità professionali, delle aree di competenza e delle aree di rischio la cui violazione, giusta quanto stabilito al riguardo da parte della l. 190/2012, darà luogo a responsabilità disciplinare. Detto Codice a sua volta dovrà coordinarsi e collegarsi col Codice Etico e col Codice Disciplinare Aziendale. Nell’apposita sezione di questo PTPC, intitolata “B.4)” verranno meglio riportati e chiariti i contenuti di tale Codice. Allegati: Al presente Piano si accompagna, infine, una parte specifica con lo scopo di illustrare, sotto il profilo conoscitivo e formativo, le varie fattispecie di reati di corruzione e contro la Pubblica Amministrazione (all. 1) nonché la Mappa dei rischi (all.2). Articolo 2: - Oggetto e finalità Ai sensi della L. 190/2012, l’Azienda Ospedaliera “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio” (d’ora in avanti per brevità, anche solo l’Azienda) ogni anno adotta/aggiorna un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione con il fine di offrire una valutazione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio di corruzione e Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 8/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE stabilire gli interventi organizzativi volti a prevenirlo. Il concetto di corruzione preso in considerazione ai fini del presente Piano è quello di cui alla Circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica n. 1 del 2013, vale a dire quello “comprensivo di tutte le varie situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa, si possa riscontrare l’abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati configurando situazioni rilevanti più ampie della fattispecie penalistica di cui agli artt. 318, 319 e 319 ter c.p.,. che arrivano ad includere tutti i delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel Titolo II del Capo I del Codice Penale e i malfunzionamenti dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite” Per sua natura, il presente Piano non si presenta come il frutto di una attività compiuta e definita in sé, bensì come un insieme di strumenti volti alla lotta alla corruzione che vengono via via “affinati, modificati o sostituiti in relazione al feedback ottenuto dalla loro applicazione” nell’ambito di un processo in continua e progressiva evoluzione ed implementazione, con le cadenze temporali di cui al successivo articolo 11, in forza di un’attenta e frequente analisi in stretta collaborazione coi Referenti dei vari centri di attività (di cui alla Circolare del DFP n. 1/2013e come infra individuati) e tramite periodici monitoraggi da parte dei soggetti aziendali che il processo vede coinvolti. Scopo del presente Piano è principalmente quello di individuare la attività dell’Azienda che più sono esposte al rischio di corruzione, prevedere contestualmente meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il predetto rischio. Destinatario delle disposizioni contenute nel presente Piano è tutto il personale dell’Azienda il quale, ai sensi di quanto previsto dall’art. 1, co. 14, della L. 190/2012, violando le misure di prevenzione quivi previste, commette un illecito disciplinare fatta salva l’ulteriore responsabilità di carattere civile, penale, amministrativo e contabile. Allo stesso modo gli obblighi di condotta quivi previsti si estendono anche nei confronti di tutti i collaboratori dell’amministrazione, dei titolari di organismi ed incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità nonché nei confronti di collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi o che realizzino opere in favore della amministrazione. Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 9/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PRIMO AMBITO: I soggetti Articolo 3: I soggetti aziendali coinvolti nel processo di prevenzione della corruzione I soggetti coinvolti nel processo di prevenzione della corruzione e della illegalità in ambito aziendale, chiamati a partecipare attivamente nella elaborazione del piano di prevenzione ed nell’attuazione e controllo di efficacia delle misure in esso descritte sono, ciascuno per la parte di rispettiva competenza: - l’Autorità di Indirizzo Gestionale nella persona del Direttore Generale - il Responsabile aziendale per la prevenzione della corruzione - i Responsabili o Referenti per la prevenzione della corruzione nei vari centri di attività e di risorsa od uffici - tutti i Dirigenti per l’area di rispettiva competenza - il Nucleo di Valutazione delle Prestazioni in quanto organismo che in Regione Lombardia svolge le funzioni di controllo dell’OIV - l’Ufficio Procedimenti Disciplinari - tutti i Dipendenti ed i Collaboratori a qualunque titolo dell’Amministrazione. Il Direttore Generale: designa il Responsabile Aziendale della Prevenzione della Corruzione (art. 1, co. 7, L. 190/2012); adotta il PTCP ed i suoi aggiornamenti e li comunica al Dipartimento Funzione Pubblica (DFP) ed alla Regione Lombardia (art. 1, co. 8 e co. 60 della L.190/2012); adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale, che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione (es. criteri generali per il conferimento e la autorizzazione allo svolgimento degli incarichi da parte dei dipendenti ex art. 53 del D.Lgs. 165/2001); garantisce al Responsabile aziendale della corruzione – così come anche disposto in sede di Conferenza Unificata nella seduta del 24.07.2013 - un adeguato supporto, mediante assegnazione di appropriate risorse umane, strumentali e finanziarie, nei limiti della disponibilità di bilancio. Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 10/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Il Responsabile aziendale per la prevenzione della corruzione: svolge i compiti indicati nella L. 190/2012 e nella Circolare del DFP n. 1/2013 e i compiti di vigilanza sul rispetto delle norme in materia di inconferibilità e incompatibilità (art. 1, L. 190/2012: art. 15 D. Lgs.n. 39/2013); elabora la relazione annuale sulla attività svolta e ne assicura la pubblicazione (art. 1, co. 14 L. 190/2012); coincide – di norma con il Responsabile della Trasparenza e ne svolge conseguentemente le funzioni (art. 43 D.Lgs n. 33/2013). Più specificatamente, ai sensi della L. 190/2012, il Responsabile deve: provvedere alla verifica della efficace attuazione e della idoneità del Piano, nonché a proporre la modifica dello stesso qualora vengano accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero qualora intervengano mutamenti nella organizzazione o nella attività dell’amministrazione; proporre e provvedere alla verifica dell’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che vengano commessi reati di corruzione (nei limiti e con le precisazioni di cui infra); provvedere ad individuare, d’intesa e su segnalazione dei Dirigenti competenti, il personale da inserire nei programmi di formazione previsti ai sensi della L. 190/2012; predisporre, entro il 15 dicembre di ogni anno, una relazione recante i risultati dell’attività svolta, da trasmettere al Direttore Generale e pubblicare sul sito web dell’AO vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Piano. Per l’adempimento dei compiti previsti dalla Legge 190/2012 sopra elencati, il Responsabile può in ogni momento: verificare e chiedere spiegazioni per iscritto e verbalmente a tutti i dipendenti dell’Azienda Ospedaliera su comportamenti che possono costituire anche solo potenzialmente ipotesi di corruzione ed illegalità; richiedere ai dipendenti che hanno istruito un procedimento di fornire motivazioni per iscritto circa le circostanze di fatto e di diritto che sottendono od Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 11/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE hanno sotteso all’adozione del provvedimento finale; effettuare tramite l’ausilio di soggetti interni, competenti per settore, ispezioni e verifiche presso ciascuna struttura dell’AO al fine di procedere al controllo del rispetto delle condizioni di correttezza e legittimità dei procedimenti in corso o già conclusi. Le ispezioni e le verifiche avverranno con le modalità previste dal successivo paragrafo 5, lettera b). I Responsabili/Referenti per la prevenzione della corruzione nei vari centri di attività e di risorsa, unità operative, servizi, funzioni od uffici aziendali, sono nominati dal Direttore Generale. Essi vengono individuati da parte del Responsabile Aziendale di norma tra i Dirigenti Responsabili dei singoli Servizi od U.O., ai fini e per la definizione delle misure di prevenzione e contrasto della corruzione. Ai medesimi, per ciascuna struttura e nelle aree di rispettiva attività e competenza, in concorso col Responsabile Aziendale, è demandato il compito di: diffondere la cultura della prevenzione delle corruzione attraverso l’assunzione di comportamenti etici, equi e trasparenti, favorendo l’informazione dei propri collaboratori sulle procedure e sui regolamenti aziendali con particolare riferimento al personale di nuova assegnazione; individuare i processi di lavoro ed il personale maggiormente a rischio nell’ambito della propria struttura; definire meccanismi operativi finalizzati alla prevenzione della corruzione; implementare sistemi di controllo e di monitoraggio che consentano di rilevare tempestivamente comportamenti inadeguati dei propri collaboratori; partecipare alla elaborazione del piano triennale fornendo attiva collaborazione al Responsabile aziendale nella valutazione del grado di rischio presente nella individuazione e eventuale correzione integrazione modifica degli interventi organizzativi e delle procedure volte a prevenirne e contrastare i fenomeni di corruzione nonché la predisposizione di idonei strumenti di monitoraggio; fissare i termini di conclusione dei processi e/o dei procedimenti di rispettiva competenza, laddove non già previsti da norme o regolamenti o altra disciplina e monitorare il loro effettivo rispetto con cadenza periodica, con obbligo di segnalare al Responsabile Aziendale eventuali scostamenti o anomalie Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 12/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE riscontrate; monitorare i rapporti instaurati tra l’AO di Busto Arsizio ed i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione, od erogazione di vantaggi, economici e non, di qualunque genere, secondo regolamenti e procedure interne che verranno adottate e se, già presenti, aggiornate alla luce della normativa anticorruzione; garantire la massima trasparenza a tutte le iniziative aziendali volte a prevenire, impedire e contrastare il verificarsi di fenomeni di corruzione e ad assicurare l’osservanza della legalità e lo sviluppo della cultura della integrità, diffondendone la conoscenza fra il personale della propria struttura; individuare il personale da inserire in percorsi di formazione sui temi dell’etica, della legalità comunicandoli al Responsabile aziendale e pianificare modalità di condivisione delle conoscenze e competenze acquisite. I Responsabili o Referenti, per quanto di competenza, provvedono inoltre: all’attivazione effettiva della normativa su segnalazione da parte del dipendente di condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza, e di cui al comma 51 della L.190/2012, con le necessarie forme di tutela, ferme restando le garanzie di veridicità dei fatti a tutela del denunciato; all’adozione di misure di garanzia del rispetto del Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici di cui al D.P.R. 62/2013, in caso di violazione dei doveri di comportamento, ivi incluso il dovere di rispettare le prescrizioni contenute nel Piano; all’adozione di misure volte alla vigilanza sull’attuazione delle disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi di cui al D.Lgs. 08.04.2013 n. 39 (emanato a norma dell’art. 1, comma 49 e 50 della L. 190/2012) anche successivamente alla cessazione del servizio o al termine dell’incarico (nuovo comma 16-ter dell’art. 53, del D.lgs.n. 165/2001) all’adozione di misure di verifica dell’attuazione delle disposizioni di Legge in materia di autorizzazione di incarichi esterni, ex art. 53 del D.lgs. 165/2001 come modificato dal comma 42 dell’art. 1, della Legge 190/2012; all’adozione di misure in materia di trasparenza previste dal D.lgs. n. 33/2013 e dalle altre disposizioni vigenti così come esplicitato nel Programma Triennale Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 13/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE per la Trasparenza e l’integrità aziendale ed in collaborazione con il Responsabile Aziendale per la Trasparenza e la Integrità. Tutti i Dirigenti, qualora già non debbano provvedervi in qualità di Responsabili/Referenti, svolgono le seguenti attività: informativa nei confronti del Responsabile Aziendale, dei Referenti e dell’Autorità Giudiziaria (art. 16 D.Lgs n. 165/2001; art. 20, D.P.R. n. 3/1957; art. 1, co. 3, L.20/1994, art.331 c.p.) partecipano al processo di gestione del rischio propongono misure di prevenzione (art. 16 D.Lgs. n. 165/2001) assicurano la osservanza del Codice di Comportamento e verificano le ipotesi di violazione; adottano e danno esecuzione alle misure gestionali quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e rotazione del personale (art. 16 e 55 bis D.Lgs. n. 165/2001) osservano le misure contenute nel PTCP (art. 1, co. 14 della L.190/2012) Il Nucleo di Valutazione delle Prestazioni e gli altri Organismi di controllo interno: partecipano al processo di gestione del rischio considerano i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nello svolgimento dei compiti ad essi attribuiti svolgono compiti propri connessi all’attività anticorruzione nel settore della trasparenza amministrativa (artt. 43 e 44 del D.Lgs n. 33 del 2013) esprimono parere obbligatorio sul Codice di comportamento adottato dall’amministrazione aziendale (art. 54 co. 5° del D.Lgs. 165/2001) L’Ufficio Procedimenti Disciplinari: svolge i procedimenti disciplinari nell’ambito della propria competenza (art. 55 D.Lgs. 165/2001) provvede alle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’autorità giudiziaria (art. 20, D.P.R. n. 3/1957; art. 1, co. 3, L.20/1994, art.331 c.p.) propone l’aggiornamento del Codice di Comportamento Aziendale. Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 14/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Tutti i dipendenti dell’Amministrazione: partecipano al processo di gestione del rischio osservano le misure contenute nel PTCP (art. 1, co. 14 della L.190/2012) segnalano le situazioni di illecito al proprio Dirigente o all’U.P.D. (art. 54 bis del D.Lgs. 165/2001) segnalano casi di personale conflitto di interessi (art. 6 bis L. 241/1990; artt. 6 e 7 Codice di Comportamento Dipendenti della Pubblica Amministrazione) I collaboratori a qualsiasi titolo dell’amministrazione: osservano le misure contenute nel PTCP (art. 1, co. 14 della L.190/2012) segnalano le situazioni di illecito (artt. 8 Codice di Comportamento Dipendenti della Pubblica Amministrazione) SECONDO AMBITO: L’analisi delle aree di rischio Articolo 4 – Individuazione delle attività con più elevato rischio di corruzione La principale esigenza cui il presente Piano deve rispondere è la individuazione delle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione. L’individuazione delle aree di rischio è comunque il risultato di un processo complesso, che presuppone la valutazione del rischio da realizzarsi attraverso la “verifica sul campo” dell’impatto del fenomeno corruttivo sui singoli processi dell’ente. Per “rischio” si intende l’effetto dell’incertezza sul corretto perseguimento dell’interesse pubblico e, quindi, sull’obiettivo istituzionale dell’ente, generato della possibilità che si verifichi un dato evento; mentre quest’ultimo è il risultato del verificarsi o modificarsi di un insieme di circostanze, che si frappongono o si oppongono al perseguimento dell’obiettivo istituzionale dell’ente. L’art. 1 comma 9, lett. A) della Legge 190/2012 procede già ad una prima diretta individuazione delle predette attività, con riguardo ai seguenti procedimenti: Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 15/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE autorizzazione o concessione scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del Codice dei Contratti Pubblici a lavori servizi e forniture di cui al D.lgs. n. 163/2006 e s.m.i.; concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, attribuzione di vantaggi economici a persone ed enti pubblici o privati; concorsi e prove selettive per l’assunzione del personale e progressioni di carriera di cui all’art. 24 del citato D.Lgs.n.150 del 2009 I suddetti procedimenti corrispondono alle seguenti aree di rischio: A) Processi finalizzati alla acquisizione e alla progressione del personale 1. Reclutamento 2. Progressioni di carriera 3. Conferimento di incarichi di collaborazione B) Processi finalizzati all’affidamento di lavori, servizi e forniture nonché all’affidamento di ogni altro tipo di commessa o vantaggio pubblici disciplinato dal D.Lgs. n. 163 del 2006 1. Definizione dell’oggetto dell’affidamento 2. Individuazione dello strumento/istituto per l’affidamento 3. Requisiti di qualificazione 4. Requisiti di aggiudicazione 5. Valutazione delle offerte 6. Verifica dell’eventuale anomalia delle offerte 7. Procedure negoziate 8. Affidamenti diretti 9. Revoca del bando 10.Redazione del cronoprogramma 11.Varianti in corso di esecuzione del contratto 12.Subappalto 13.Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 16/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE durante la fase di esecuzione del contratto C) Processi finalizzati all’adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario 1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell’an 2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato 3. Provvedimenti amministrativi vincolati sia nell’an e nel contenuto vincolato 4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale 5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell’an 6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell’an e nel contenuto. D) Processi finalizzati all’adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario 1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell’an 2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato 3. Provvedimenti amministrativi vincolati nell’an e contenuto vincolato 4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale 5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell’an 6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell’an e nel contenuto. In relazione al Piano Organizzativo e Funzionale Aziendale dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio” approvato dalla Regione Lombardia nella seduta del 23 gennaio 2013 con D.G.R. N. IX/4741, si evidenziano le Strutture, i Servizi, gli Uffici nonché le Funzioni per le quali più elevato è il rischio di porre in essere comportamenti corruttivi, con speciale riferimento ai processi amministrativi sopra elencati e dalle stesse gestiti. Esse sono: - S.C. Direzioni Amministrative di Presidio di Busto Arsizio, Saronno e Tradate; - S.C. Servizio di Prevenzione, Protezione e Medicina Preventiva dei Lavoratori; - S.C. Pianificazione e Progetti Interaziendali; - S.C. Farmacia con le relative S.S. Gestione dispositivi Medici, Farmacia di Tradate, Farmacia di Saronno; - S.S. Controllo di Gestione; - S.S. Servizi Informativi; Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 17/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE - S.S. Verifica aspetti Igienico Sanitari e Strutturali Aziendali; S.S. Qualità e Risk Management; S.S. Ingegneria Clinica; S.S Innovazione e Sviluppo; S.C. Direzione Attività Ambulatoriale Aziendale; S.S. S.I.T.R.A.; S.C. Provveditorato Economato, con la relativa S.S. Economato; S.C. Ufficio Tecnico; S.C. Risorse Umane e Relazioni Sindacali; S.C. Risorse Economico Finanziarie; S.C. Segreteria Affari Generali e Legali; F. A. Accettazione amministrativa; F. A. Accreditamento Istituzionale; F. A. Comunicazione F. A. Donazione Organi F. A. Formazione F. A. Libera Professione F.A. Trasparenza. Oltre a ciò, l’AO di Busto Arsizio, sulla base dell’esperienza e delle valutazioni che sarà possibile ricavare in seguito al periodo di iniziale applicazione del presente Piano, individuerà ulteriori aree di attività, nonché Strutture, Servizi, Uffici e Funzioni, anche di ambito sanitario ospedaliero, in quanto rivolte alla specificità dell’offerta sanitaria svolta ma coinvolte con le suddette strutture organizzative, in quanto legate ai procedimenti relativi alle predette aree, attività e processi di carattere amministrativo. Articolo 4 bis – La valutazione del rischio Per valutazione del rischio si intende il processo di : a) identificazione dei rischi b) analisi dei rischi c) ponderazione dei rischi Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 18/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE d) definizione delle priorità di trattamento e) trattamento del rischio e misure per neutralizzarlo a) l’identificazione L’attività di identificazione consiste nella ricerca, individuazione e descrizione dei rischi; essa richiede che, per ciascun processo o fase di processo, siano fatti emergere i possibili rischi di corruzione. Questi emergono considerando il contesto esterno ed interno all’amministrazione, anche con riferimento alle specifiche posizioni organizzative presenti all’interno di ciascuna amministrazione. I rischi vengono identificati: mediante consultazione e confronto tra i soggetti coinvolti, tenendo presenti le specificità di ciascuna unità operativa, di ciascun processo e del livello organizzativo in cui il processo o la sotto-fase si colloca; mediante analisi dei dati tratti dall’esperienza e, cioè, dalla considerazione di eventuali precedenti giudiziali (in particolare, i procedimenti e le decisioni penali o di responsabilità amministrativa) o disciplinari (procedimenti avviati, sanzioni irrogate) che hanno interessato l’amministrazione, nonché prescindendo in questa fase dall’attribuzione di un valore numerico, che sarà invece utilizzato nelle successive fasi dell’analisi e della ponderazione attraverso la presa in considerazione e l’applicazione dei seguenti criteri: Probabilità Impatto Discrezionalità Organizzativo Rilevanza esterna Economico Complessità del processo Reputazionale Valore economico del processo Organizzativo, economico e sull’immagine Frazionabilità del processo Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 19/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Controlli b) l’analisi del rischio. L’analisi del rischio consiste nella valutazione della probabilità che il rischio si realizzi e delle conseguenze che il rischio produce, al fine di giungere alla determinazione del “livello di rischio”, rappresentato da un valore numerico. Per ciascun rischio catalogato, occorre dunque stimare il valore della probabilità e il valore dell’impatto. I criteri che è possibile utilizzare per stimare la probabilità e l’impatto e per valutare il livello di rischio del processo sono quelli sopra elencati, che debbono essere moltiplicati fra di loro per ottenere il valore complessivo, che esprime il livello di rischio complessivo del processo. c) la ponderazione del rischio. La ponderazione consiste nel considerare il rischio alla luce dell’analisi effettuata e nel raffrontarlo con altri rischi, al fine di decidere le priorità e l’urgenza di trattamento. L’analisi del rischi permette di ottenere una classificazione degli stessi in base al livello di rischio più o meno elevato. A seguito dell’analisi, i singoli rischi ed i relativi processi sono inseriti in una “classifica del livello di rischio”. Le fasi di processo, i processi o gli aggregati di processo per i quali siano emersi i più elevati livelli di rischio vanno ad identificare le aree di rischio che rappresentano le attività più sensibili; da valutare ai fini del trattamento. La classifica del livello di rischio viene poi esaminata e valutata per elaborare la proposta di trattamento dei rischi. A fronte di tutto quanto sopra evidenziato e riportato, l’Azienda Ospedaliera – in sede di prima applicazione del presente Piano - ha identificato, analizzato e ponderato i rischi che sono riportati nella Tabella allegata al presente Piano, quale sua parte integrante e sostanziale (Allegato n. 2). Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 20/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE d) le priorità di trattamento Le decisioni circa la priorità del trattamento si basano essenzialmente sui seguenti fattori: livello di rischio: maggiore è il livello, maggiore è la priorità di trattamento; obbligatorietà della misura: va data priorità alla misura obbligatoria rispetto a quella ulteriore; impatto organizzativo e finanziario connesso all’implementazione della misura. La priorità di trattamento è definita dal responsabile della prevenzione. f) il trattamento del rischio La fase di trattamento del rischio consiste nel processo per modificare il rischio, ossia nell’individuazione e nella valutazione delle misure che debbono essere predisposte per neutralizzare o ridurre il rischio sulla base di quanto stabilito in ordine alla priorità di trattamento di un rischio rispetto agli altri. TERZO AMBITO: Le misure di prevenzione Articolo 5 - Misure obbligatorie di prevenzione Al fine di perseguire gli obiettivi strategici individuati dal Piano Nazionale Anticorruzione, vale a dire: ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione creare un contesto sfavorevole alla corruzione il presente PTCP intende attuare, quale principale strumento di prevenzione obbligatoria le seguenti misure: A. adempimenti di trasparenza B. codici di comportamento C. rotazione del personale D. obbligo di astensione in caso di conflitto di interesse E. disciplina specifica in materia di svolgimento di incarichi d’ufficio F. attività ed incarichi extra-istituzionali Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 21/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE G. disciplina specifica in materia di conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o incarichi precedenti (pantouflage – revolvingdoors) H. disciplina specifica in materia di attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro (pantouflage – revolving doors) I. disciplina specifica in materia di formazione di commissioni, incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi dirigenziali in caso di condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione J. disciplina specifica in materia di tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d. whistleblower) K. formazione in materia di etica, integrità ed altre tematiche attinenti alla prevenzione della corruzione. tutto ciò tenendo comunque conto del vincolo derivante: a) dal carattere imperativo della norma, che ha disciplinato appositi istituti che debbono essere implementati obbligatoriamente; b) dal carattere innovativo della disciplina, che richiede interventi di tipo interpretativo per l’applicazione; c) dal carattere non omogeneo delle amministrazioni ed enti coinvolti, che richiede adattamenti e forme di flessibilità; d) dall’invarianza finanziaria, stante la mancanza di un finanziamento ad hoc nella legge e nei decreti attuativi. Va peraltro rilevato, con particolare riferimento ai settori relativi all’affidamento lavori, servizi e forniture (inclusi gli affidamenti in economia) nonché al settore delle procedure concorsuali, che l’AO di Busto Arsizio opera nell’ambito di una normativa specifica che prevede, a monte, una serie di adempimenti in capo all’amministrazione volti a garantire la trasparenza e la correttezza delle procedure, molte delle quali sono addirittura state fatte oggetto di certificazione da parte di organismi terzi ed indipendenti di valutazione e certificazione. Alla luce di tutto quanto sopra, il presente PTPC si configura come lo strumento programmatico adottato dall’AO “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio” per l’attuazione e la implementazione di tutte le misure di prevenzione e le cui specifiche di dettaglio sono le seguenti: Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 22/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE A) “ADEMPIMENTI DI TRASPARENZA” A.1) Concetto di Trasparenza, modalità ed ambiti di applicazione La trasparenza rappresenta uno strumento fondamentale per la prevenzione della corruzione e per l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa. Da questo punto di vista essa, infatti, permette: - di conoscere il nominativo del responsabile per ciascun procedimento amministrativo e, più in generale, per ciascuna area di attività dell’amministrazione e, per tal via, attuare forme di responsabilizzazione dei funzionari; - di conoscere i presupposti per l’avvio e lo svolgimento del procedimento e, per tal via, se ci sono dei “blocchi” anomali del procedimento stesso; - di conoscere il modo in cui le risorse pubbliche sono impiegate e, per tal via, se l’utilizzo di risorse pubbliche è deviato verso finalità improprie; - di conoscere la situazione patrimoniale degli organi di gestione politica e dei dirigenti e, per tal via, attuare un controllo circa arricchimenti anomali verificatisi durante lo svolgimento del mandato. In adempimento degli obblighi previsti dalla l. 241 del 1990, del d.lgs. n. 150 del 2009 nonché della l. 190/2012, la quale ultima ha previsto che la trasparenza dell'attività amministrativa, “costituisce livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, secondo quanto previsto all'articolo 11 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150”, l’Azienda assicura l’attuazione di tale principio mediante la pubblicazione sul proprio sito web: “www.aobusto.it” di tutte le informazioni stabilite come rilevanti dalla legge. Al riguardo e come più sopra esplicitato si richiamano i contenuti del Programma Triennale per la Trasparenza ed Integrità adottato dall’Azienda Ospedaliera “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio” nonché tutte le indicazioni circa le modalità di Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 23/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE pubblicazione dei documenti e delle informazioni rilevanti e circa i dati da pubblicare per le varie aree di attività, che sono contemplate e descritte dal d.lgs. n. 33, ove il concetto di trasparenza è stato rafforzato ed inteso come “accessibilità totale delle informazioni concernenti l'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche”. Tutto ciò come strumento di un’amministrazione operante in maniera eticamente corretta e che persegua obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità dell’azione, valorizzando l’accountability con i cittadini, curando gli adempimenti di trasparenza seguendo le indicazioni contenute nell’Allegato A al D.Lgs. n. 33 del 2013, nonché nella delibera n. 50 del 2013 della C.I.V.I.T. devono pubblicare sulla sezione “Amministrazione trasparente” del proprio sito ai sensi dell’art. 1, comma 32, della l. n. 190 del 2012. Restano comunque “ferme le disposizioni in materia di pubblicità previste dal codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163”, nonché, naturalmente, tutte le altre disposizioni già vigenti, che prescrivono misure di trasparenza. Tra queste, si rammenta l’art. 4 della legge n. 15 del 2009, commi 7 e 8, che impone misure di trasparenza sull’organizzazione e sull’attività, e che riguarda l’ampio ambito delle “amministrazioni pubbliche”. A.2) L’accesso civico. Le prescrizioni di pubblicazione previste dal D.Lgs. n. 33 del 2013 sono obbligatorie, sicché, nei casi in cui l’amministrazione abbia omesso la pubblicazione degli atti, sorge in capo al cittadino il diritto di chiedere e ottenere l’accesso agli atti medesimi non pubblicati in base a quanto stabilito dall’art. 5 del medesimo decreto. La richiesta di accesso civico ai sensi dell’art. 5 non è sottoposta ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente, non deve essere motivata, è gratuita e va presentata al Responsabile della Trasparenza dell'amministrazione. Entro 30 giorni dalla richiesta l’Azienda: - procede alla pubblicazione sul sito istituzionale del documento, dell'informazione o dei dati richiesti; Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 24/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE - trasmette contestualmente il dato al richiedente, ovvero gli comunica l’avvenuta pubblicazione, indicando il collegamento ipertestuale. Se il documento, l'informazione o il dato richiesto risultano già pubblicati nel rispetto della normativa vigente, l’Azienda per il tramite del Responsabile della Trasparenza indica al richiedente il relativo collegamento ipertestuale. In caso di ritardo o mancata risposta da parte dell’amministrazione, il richiedente può ricorrere al titolare del potere sostitutivo di cui all’art. 2, comma 9 bis, della l. n. 241 del 1990. Sul sito internet istituzionale dell'amministrazione è pubblicata, in formato tabellare e con collegamento ben visibile nella homepage, l'indicazione del soggetto a cui è attribuito il potere sostitutivo e a cui l'interessato può rivolgersi. Il titolare del potere sostitutivo, ricevuta la richiesta del cittadino, verifica la sussistenza dell’obbligo di pubblicazione in base a quanto previsto dalla legge. I termini per il suo adempimento sono quelli di cui all’art. 2, comma 9 ter, della l. n. 241 del 1990, ossia un termine pari alla metà di quello originariamente previsto. Per la tutela del diritto di accesso civico si applicano le disposizioni di cui al d.lgs. n. 104 del 2010. L’inoltro da parte del cittadino della richiesta di accesso civico comporta da parte del Responsabile della trasparenza, l’obbligo di segnalazione di cui all’art. 43, comma 5, del d.lgs. n. 33 nei confronti: - dell’ufficio di disciplina, ai fini dell’eventuale attivazione del procedimento disciplinare qualora si reputino esservi profili di responsabilità in capo al Dipendente che abbia omesso la pubblicazione; - del vertice politico dell’amministrazione, all’O.I.V. ai fini dell’attivazione delle altre forme di responsabilità. A.3) Compiti del responsabile per la prevenzione della corruzione in funzione di responsabile della trasparenza. Qualora il Responsabile della prevenzione della corruzione sia investito anche delle funzioni di Responsabile per la trasparenza, egli ha il compito di: provvedere all’aggiornamento del P.T.T.I. (Programma Triennale Trasparenza ed Integrità), al cui interno devono essere previste anche specifiche misure di monitoraggio sull’attuazione degli obblighi di trasparenza; Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 25/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE controllare l’adempimento da parte dell’amministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa, assicurando la completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni pubblicate; segnalare all’organo di indirizzo politico, all’O.I.V., all’Autorità nazionale anticorruzione e, nei casi più gravi, all’U.P.D. i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione, ai fini dell’attivazione del procedimento disciplinare e delle altre forme di responsabilità; controllare ed assicurare la regolare attuazione dell’accesso civico. Il tempestivo e regolare flusso delle informazioni da pubblicare ai fini del rispetto dei termini stabiliti dalla legge è garantito dai dirigenti responsabili degli uffici dell’amministrazione. B) “Codici di comportamento”. B.1) Il nuovo Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici. In attuazione della delega contenuta nell’art. 54 del d.lgs. n. 165 del 2001, come modificato dall’art. 1, comma 44, della l. n. 190, il Governo ha approvato il d.p.r. n. 62 del 2013, recante il “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici” , in sostituzione del D.M. 28.11.2000, inteso quale fondamentale misura di prevenzione della corruzione, giacché le norme in esso contenute regolano, in senso legale ed eticamente corretto, il comportamento dei dipendenti e, per tal via, indirizzano l’azione amministrativa. B.2) Soggetti destinatari. Il Codice si applica ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001, il cui rapporto di lavoro è disciplinato contrattualmente, ai sensi dell’articolo 2, commi 2 e 3 del medesimo decreto. Per il personale in regime di diritto pubblico le disposizioni del codice assumono quindi valenza “di principi di comportamento” in quanto compatibili con le disposizioni speciali. In maniera del tutto innovativa, l’art. 2, comma 3, del Codice Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 26/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE prevede l’estensione degli obblighi di condotta anche nei confronti di tutti i collaboratori dell’amministrazione, dei titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità, nonché nei confronti di collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi o che realizzano opere in favore dell’amministrazione. B.3) Il Codice di Comportamento Aziendale Secondo quanto previsto dall’art. 54, comma 5, del d.lgs. n. 165 del 2001 e dall’art. 1, comma 2, del Codice, ciascuna amministrazione deve definire, con procedura aperta alla partecipazione e previo parere obbligatorio del proprio O.I.V., un proprio Codice di comportamento. A tal fine, alla C.I.V.I.T. è stato assegnato il compito di definire criteri, linee guida e modelli uniformi per singoli settori o tipologie di amministrazione Alla luce di tali criteri, anche l’Azienda Ospedaliera “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio” ha approvato il proprio Codice Aziendale di Comportamento, individuando regole comportamentali differenziate a seconda delle specificità professionali, delle aree di competenza e delle aree di rischio la cui violazione, giusta quanto stabilito al riguardo da parte della l. 190/2012, darà luogo a responsabilità disciplinare. B.4) Contenuti Il Codice di Comportamento Aziendale: in attuazione dell’art. 4, co. 5, del d.p.r. 62/2013, prevede quale soglia per i regali non consentiti, il valore di 150,00 euro; in attuazione dell’art. 8, del d.p.r. 62/2013, contiene l’obbligo per i dipendenti di rispettare le misure contenute nel P.T.P.C., e di prestare piena e sollecita collaborazione nei confronti del responsabile della prevenzione; contiene una specifica disciplina per i dirigenti, compresi quelli “a contratto” e il personale che svolge una funzione equiparata a quella dirigenziale nell’ambito degli uffici di diretta collaborazione; incoraggia l’emersione di valori positivi all’interno e all’esterno dell’amministrazione, quali: Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 27/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 1. l’assunzione di “atteggiamenti leali e trasparenti ed un comportamento esemplare e imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell’azione amministrativa.” (art. 13, comma 4); 2. la “cura del il benessere organizzativo nella rispettiva struttura, favorendo l’instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori” 3. l’assunzione di iniziative finalizzate alla circolazione delle informazioni, alla formazione e all’aggiornamento del personale, all’inclusione e alla valorizzazione delle differenze di genere, di età e di condizioni personali.” 4. la raccomandazione che il dirigente, “nei limiti delle sue possibilità, eviti la diffusione di notizie non rispondenti al vero quanto all’organizzazione, all’attività e ai dipendenti pubblici e favorisca la diffusione della conoscenza di buone prassi e buoni esempi al fine di rafforzare il senso di fiducia nei confronti dell’amministrazione.”. C) “Rotazione del personale addetto alle aree a rischio di corruzione” La rotazione del personale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione rappresenta una misura di importanza cruciale tra gli strumenti di prevenzione della corruzione. L’alternanza tra più professionisti nell’assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure, infatti, riduce il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazione ed utenti, con il conseguente consolidarsi di situazioni di privilegi, nonché l’aspettativa di risposte illegali, improntate a collusione. La legge n.190/2012 considera la rotazione in più occasioni: a) art. 1, comma 4, lett. e): il D.F.P. definisce criteri generali, per assicurare la rotazione dei dirigenti nei settori particolarmente esposti alla corruzione; b) art. 1, comma 5, lett. b): le pubbliche amministrazioni centrali definiscono e trasmettono al D.F.P. procedure appropriate per selezionare e formare, in collaborazione con la Scuola superiore della pubblica amministrazione, i dipendenti chiamati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione, prevedendo, negli stessi settori, la rotazione di dirigenti e funzionari; c) art. 1, comma 10, lett. b): il responsabile della prevenzione procede alla verifica dell’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 28/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione. La rotazione del personale è inoltre prevista nell’ambito delle misure gestionali proprie del dirigente. Infatti, l’art. 16, comma 1, lett. l quater, del d.lgs. n. 165 del 200,1 prevede che i dirigenti dispongano con provvedimento motivato la rotazione del personale nei casi di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva. L’attuazione della misura della rotazione richiede: la preventiva identificazione da parte dell’autorità di indirizzo politico gestionale, su segnalazione e proposta del Responsabile aziendale delle prevenzione della corruzione, degli uffici e dei servizi che svolgono attività nelle aree a più elevato rischio di corruzione. Per quanto riguarda l’Azienda Ospedaliera “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio” queste ultime sono state individuate nelle Strutture, nei Servizi e nelle Funzioni Aziendali di cui al sopra all’articolo 4; l’individuazione, nel rispetto delle comunicazioni sindacali, delle modalità di attuazione della rotazione, in modo da contemperare le esigenze dettate dalla legge con quelle dirette a garantire il buon andamento dell’amministrazione, mediante adozione di criteri generali; la definizione dei tempi di rotazione; la previsione, nell’ambito dell’atto generale approvato dall’autorità di indirizzo politico gestionale (P.O.A.), della rotazione quale criterio per il conferimento degli incarichi dirigenziali; l’identificazione di un nocciolo duro di professionalità laddove le stesse siano indispensabili per lo svolgimento delle attività proprie di ciascun singolo ufficio o servizio a rischio di corruzione; il livello di professionalità indispensabile è graduato in maniera differente a seconda del ruolo rivestito nell’unità organizzativa (responsabile o addetto); il coinvolgimento del personale in percorsi di formazione e aggiornamento continuo, anche mediante sessioni formative in house, ossia con l’utilizzo di docenti interni all’amministrazione, con l’obiettivo di creare competenze di carattere trasversale e professionalità che possano essere utilizzate in una Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 29/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE pluralità di settori; lo svolgimento di formazione ad hoc, con attività preparatoria di affiancamento, per il dirigente neo-incaricato e per i collaboratori addetti, affinché questi acquisiscano le conoscenze e la perizia necessarie per lo svolgimento della nuova attività nell’area considerata a rischio. Nell’attuazione in concreto della misura della rotazione, l’Azienda tiene dunque conto dei seguenti criteri minimi di carattere generale: 1) per il personale dirigenziale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione, come sopra individuate all’art. 4, la durata dell’incarico deve essere fissata al limite minimo di legge; 2) alla scadenza, la responsabilità della struttura, del servizio o della funzione ricoperta da personale dirigenziale deve essere affidata ad altro dirigente, a prescindere dall’esito della valutazione riportata dal dirigente uscente; ogni deroga od eccezione a tale principio dovrà essere espressamente motivata per iscritto dall’organo di indirizzo politico gestionale; 3) per il personale non dirigenziale, la durata di permanenza nel settore avviene secondo criteri di ragionevolezza, tenuto conto anche delle esigenze organizzative; 4) in caso di notizia del formale avvio di un procedimento penale a carico di un dipendente (ad esempio perché l’amministrazione ha avuto conoscenza di un’informazione di garanzia o è stato pronunciato un ordine di esibizione ex art. 256 c.p.p. o una perquisizione o sequestro) e in caso di avvio di procedimento disciplinare per fatti di natura corruttiva, ferma restando la possibilità di adottare la sospensione del rapporto, l’Amministrazione: a. per il personale dirigenziale procede con atto motivato alla rotazione dell’incarico, ai sensi del combinato disposto dell’art. 16, comma 1, lett. l quater, e dell’art. 55 ter, comma 1, del d.lgs. n. 165 del 2001; b. per il personale non dirigenziale procede all’assegnazione ad altro servizio ai sensi del citato art. 16, comma 1, lett. l quater; 5) nell’applicazione della misura della rotazione, va valutato anche se la stessa – indirettamente - comporta o meno un temporaneo rallentamento dell’attività ordinaria, quale conseguenza del tempo necessario ad acquisire la diversa professionalità; Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 30/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE D) “Astensione in caso di conflitto di interesse” Nell’ambito della legge sul procedimento amministrativo, l’art. 1, comma 41, della l. n. 190 ha introdotto l’art. 6 bis nella l. n. 241 del 1990, rubricato “Conflitto di interessi”. La disposizione stabilisce che “Il responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endo-procedimentali e il provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale.”. In attuazione di tale disposizione nonché dell’art. 6 del d.p.r. 62/2013: - il responsabile del procedimento, il titolare dell’ufficio competente ad adottare il provvedimento finale ed i titolari degli uffici competenti ad adottare atti endoprocedimentali devono obbligatoriamente astenersi nel caso di conflitto di interesse anche solo potenziale; - i medesimi soggetti devono senza indugio segnalare tale loro situazione La segnalazione del conflitto deve essere indirizzata al dirigente, il quale, esaminate le circostanze, valuta se la situazione realizza un conflitto di interesse idoneo a ledere l’imparzialità dell’agire amministrativo. Il dirigente destinatario della segnalazione deve valutare espressamente la situazione sottoposta alla sua attenzione e deve rispondere per iscritto al dipendente medesimo sollevandolo dall’incarico oppure motivando espressamente le ragioni che consentono comunque l’espletamento dell’attività da parte di quel dipendente. Nel caso in cui sia necessario sollevare il dipendente dall’incarico esso dovrà essere affidato dal dirigente ad altro dipendente ovvero, in carenza di dipendenti professionalmente idonei, il dirigente dovrà avocare a sé ogni compito relativo a quel procedimento. Qualora il conflitto riguardi un dirigente, a valutare le iniziative da assumere sarà il responsabile per la prevenzione. La violazione sostanziale della norma, che si realizza con il compimento di un atto da parte di chi è portatore di un interesse proprio od altrui e dunque illegittimo, dà luogo a responsabilità disciplinare del dipendente, suscettibile di essere sanzionata con l’irrogazione di sanzioni all’esito del relativo procedimento, oltre a poter costituire fonte di illegittimità del procedimento e del provvedimento conclusivo Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 31/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE dello stesso. E) “Svolgimento di incarichi d’ufficio - attività ed incarichi extra-istituzionali”. Il cumulo in capo ad un medesimo dirigente o funzionario di incarichi conferiti dall’amministrazione può comportare il rischio di un’eccessiva concentrazione di potere su un unico centro decisionale. La concentrazione del potere decisionale aumenta il rischio che l’attività amministrativa possa essere indirizzata verso fini privati o impropri determinati dalla volontà del dirigente stesso. Inoltre, lo svolgimento di incarichi, soprattutto se extra-istituzionali, da parte del dirigente o del funzionario può realizzare situazioni di conflitto di interesse che possono compromettere il buon andamento dell’azione amministrativa, ponendosi altresì come sintomo dell’evenienza di fatti corruttivi. Per questi motivi, la l. n. 190 del 2012 è intervenuta a modificare anche il regime dello svolgimento degli incarichi da parte dei dipendenti pubblici contenuto nell’art. 53 del d.lgs. n. 165 del 2001, in particolare prevedendo che: - appositi regolamenti (adottati su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, di concerto con i Ministri interessati, ai sensi dell’art. 17, comma 2, della l. n. 400 del 1988) debbono individuare, secondo criteri differenziati in rapporto alle diverse qualifiche e ruoli professionali, gli incarichi vietati ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001; - l’Azienda nel conferire incarichi extraistituzionali si ispira alle disposizioni di Legge ed in particolare all’art. 53, comma 5, del d.lgs. n. 165 del 2001, come modificato dalla l. n. 190 del 2012, che prevede che “In ogni caso, il conferimento operato direttamente dall'amministrazione, nonché l'autorizzazione all'esercizio di incarichi che provengano da amministrazione pubblica diversa da quella di appartenenza, ovvero da società o persone fisiche, che svolgono attività d'impresa o commerciale, sono disposti dai rispettivi organi competenti secondo criteri oggettivi e predeterminati, che tengano conto della specifica professionalità, tali da escludere casi di incompatibilità, sia di diritto che di fatto, nell'interesse del buon andamento della pubblica amministrazione o situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi, che pregiudichino l'esercizio imparziale delle funzioni Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 32/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE attribuite al dipendente”. - in sede di autorizzazione allo svolgimento di incarichi extra-istituzionali, secondo quanto previsto dall’art. 53, comma 7, del d.lgs. n 165 del 2001, l’Azienda valuterà tutti i profili di conflitto di interesse, anche quelli potenziali; l’istruttoria circa il rilascio dell’autorizzazione andrà condotta in maniera molto accurata, tenendo presente che talvolta lo svolgimento di incarichi extra-istituzionali costituisce per il dipendente un’opportunità, in special modo se dirigente, di arricchimento professionale utile a determinare una positiva ricaduta nell’attività istituzionale ordinaria; ne consegue che la possibilità di svolgere incarichi andrà attentamente valutata, anche in ragione dei criteri di crescita professionale, culturale e scientifica nonché di valorizzazione di un’opportunità personale che potrebbe avere ricadute positive sullo svolgimento delle funzioni istituzionali ordinarie da parte del dipendente; - il dipendente è tenuto a comunicare formalmente all’Azienda anche l’attribuzione di incarichi gratuiti (comma 12); in questi casi, l’Azienda - pur non essendo necessario il rilascio di una formale autorizzazione - valuterà tempestivamente l’eventuale sussistenza di situazioni di conflitto di interesse anche potenziale e, se del caso, comunicherà al dipendente il diniego allo svolgimento dell’incarico; va comunque preventivamente comunicato l’espletamento degli incarichi espressamente menzionati nelle lettere da a) ad f-bis) del comma 6 dell’art. 53 del d.lgs. n. 165 del 2001; - il regime delle comunicazioni al D.F.P. avente ad oggetto gli incarichi si estende anche agli incarichi gratuiti, con le precisazioni sopra indicate; secondo quanto previsto dal comma 12 del predetto art. 53, gli incarichi autorizzati e quelli conferiti, anche a titolo gratuito, dalle pubbliche amministrazioni debbono essere comunicati al D.F.P. in via telematica entro 15 giorni; per le modalità di comunicazione dei dati sono fornite apposite indicazioni sul sito www.perlapa.gov.it nella sezione relativa all’anagrafe delle prestazioni; F) Conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o incarichi precedenti (pantouflage – revolving doors). Il d.lgs. n. 39 del 2013, recante disposizioni in materia di inconferibilità e Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 33/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni, e presso gli enti privati in controllo pubblico, ha anche disciplinato: delle particolari ipotesi di inconferibilità di incarichi dirigenziali o assimilati in relazione all’attività svolta dall’interessato in precedenza; delle situazioni di incompatibilità specifiche per i titolari di incarichi dirigenziali e assimilati; delle ipotesi di inconferibilità di incarichi dirigenziali o assimilati per i soggetti che siano stati destinatari di sentenze di condanna per delitti contro la pubblica amministrazione. L’obiettivo di tale complesso intervento normativo è tutto in un’ottica di prevenzione. La legge ha infatti valutato ex ante e in via generale che: lo svolgimento di certe attività/funzioni può agevolare la precostituzione di situazioni favorevoli, per essere successivamente destinatari di incarichi dirigenziali e assimilati e, quindi, può comportare il rischio di un accordo corruttivo per conseguire il vantaggio in maniera illecita; il contemporaneo svolgimento di alcune attività inquina, di regola, l’azione imparziale della pubblica amministrazione, costituendo un humus favorevole ad illeciti scambi di favori; in caso di condanna penale, anche se ancora non definitiva, la pericolosità del soggetto consiglia in via precauzionale di evitare l’affidamento di incarichi dirigenziali, che comportano responsabilità su aree a rischio di corruzione. In particolare, i Capi III e IV del decreto regolano le ipotesi di inconferibilità degli incarichi ivi contemplati, in riferimento a due diverse situazioni: A. incarichi a soggetti provenienti da enti di diritto privato regolati o finanziati dalle pubbliche amministrazioni; B. incarichi a soggetti che sono stati componenti di organi di indirizzo politico. Gli atti ed i contratti posti in essere in violazione delle limitazioni sono nulli ai sensi dell’art. 17 del d.lgs. inconferibilità. A carico dei componenti di organi che abbiano conferito incarichi dichiarati nulli sono applicate le specifiche sanzioni previste dall’art. 18. La situazione di inconferibilità non può essere sanata perché viene a decadere automaticamente col trascorrere del tempo. Per il caso in cui le cause di Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 34/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE inconferibilità, sebbene esistenti ab origine, non fossero note all’Azienda e si appalesassero nel corso del rapporto, il responsabile della prevenzione è tenuto ad effettuare la contestazione all’interessato, il quale, previo contraddittorio, deve essere rimosso dall’incarico. G) Incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali. Per “incompatibilità” si intende “l’obbligo per il soggetto cui viene conferito l’incarico di scegliere, a pena di decadenza, entro il termine perentorio di 15 giorni, tra la permanenza nell’incarico e l’assunzione e lo svolgimento di incarichi e cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla pubblica amministrazione che conferisce l’incarico, lo svolgimento di attività professionali ovvero l’assunzione della carica di componente di organi di indirizzo politico” (art. 1 d.lgs. n. 39). Le situazioni di incompatibilità sono previste nel Capi V e VI del d.lgs. n. 39. A differenza che nel caso di inconferibilità, la causa di incompatibilità può essere rimossa mediante rinuncia dell’interessato ad uno degli incarichi che la legge ha considerato incompatibili tra di loro. Se si riscontra nel corso del rapporto una situazione di incompatibilità, il responsabile della prevenzione deve effettuare una contestazione all’interessato e la causa deve essere rimossa entro 15 giorni; in caso contrario, la legge prevede la decadenza dall’incarico e la risoluzione del contratto di lavoro autonomo o subordinato (art. 19 d.lgs. n. 39). All’atto della sottoscrizione del contratto di lavoro, il nuovo assunto deve rendere dichiarazione ai sensi e per gli effetti del DPR 445/200 relativa alla insussistenza di situazione di incompatibilità. Identica dichiarazione deve essere annualmente resa dai dipendenti investiti di funzioni dirigenziali. La relativa modulistica è reperibile sul sito internet aziendale www.aobusto.it. H) Lo svolgimento di attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro (pantouflage – revolving doors). La l. n. 190 ha introdotto un nuovo comma, nell’ambito dell’art. 53 del d.lgs. n. 165 del 2001, volto a contenere il rischio di situazioni di corruzione connesse all’impiego Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 35/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE del dipendente successivo alla cessazione del rapporto di lavoro. Il rischio valutato dalla norma è che durante il periodo di servizio il dipendente possa artatamente precostituirsi delle situazioni lavorative vantaggiose e così sfruttare a proprio fine la sua posizione e il suo potere all’interno dell’amministrazione per ottenere un lavoro per lui attraente presso l’impresa o il soggetto privato con cui entra in contatto. La norma prevede quindi una limitazione della libertà negoziale del dipendente per un determinato periodo successivo alla cessazione del rapporto per eliminare la “convenienza” di accordi fraudolenti. La disposizione stabilisce che “I dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, non possono svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell'attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri. I contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto dal presente comma sono nulli ed è fatto divieto ai soggetti privati che li hanno conclusi o conferiti di contrattare con le pubbliche amministrazioni per i successivi tre anni con obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti e accertati ad essi riferiti.” Per questo motivo, ai Dipendenti dell’AO “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio” che, nel corso degli ultimi tre anni di servizio: hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto dell’amministrazione con riferimento allo svolgimento di attività presso i soggetti privati che sono stati destinatari di provvedimenti, contratti o accordi; che comunque, per il ruolo e la posizione ricoperti nell’amministrazione, hanno avuto il potere di incidere in maniera determinante sulla decisione oggetto dell’atto; oppure ancora che hanno esercitato la potestà o il potere negoziale con riguardo allo specifico procedimento o procedura (dirigenti, funzionari titolari di funzioni dirigenziali, responsabile del procedimento nel caso previsto dall’art. 125, commi 8 e 11, del d.lgs. n. 163 del 2006); è fatto divieto, nel triennio successivo alla cessazione del rapporto con l’Azienda, qualunque sia la causa di cessazione (e quindi anche in caso di collocamento in Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 36/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE quiescenza per raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione), di avere alcun rapporto di lavoro autonomo o subordinato con i soggetti privati che sono stati destinatari di provvedimenti, contratti o accordi con controparte l’Azienda stessa. In caso di violazione del predetto divieto: 1) i contratti di lavoro conclusi e gli incarichi conferiti in violazione del divieto sono nulli; 2) i soggetti privati che hanno concluso contratti o conferito incarichi in violazione del divieto non possono contrattare con la pubblica amministrazione di provenienza dell’ex dipendente per i successivi tre anni ed hanno l’obbligo di restituire eventuali compensi eventualmente percepiti ed accertati in esecuzione dell’affidamento illegittimo; I) Formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi dirigenziali in caso di condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione. Con la nuova normativa sono state introdotte anche delle misure di prevenzione di carattere soggettivo, con le quali la tutela è anticipata al momento di individuazione degli organi che sono deputati a prendere decisioni e ad esercitare il potere nelle amministrazioni. Tra queste, il nuovo art. 35 bis, inserito nell’ambito del d.lgs. n. 165 del 2001, pone delle condizioni ostative per la partecipazione a commissioni di concorso o di gara e per lo svolgimento di funzioni direttive in riferimento agli uffici considerati a più elevato rischio di corruzione. La norma in particolare prevede che: “1. Coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per i reati previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale: a) non possono fare parte, anche con compiti di segreteria, di commissioni per l'accesso o la selezione a pubblici impieghi; b) non possono essere assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all'acquisizione di beni, servizi e forniture, nonché alla concessione o all'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici e privati; c) non possono fare parte delle commissioni per la scelta del contraente per Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 37/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE l'affidamento di lavori, forniture e servizi, per la concessione o l'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché per l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere”. Gli atti ed i contratti posti in essere in violazione delle limitazioni sono nulli ai sensi dell’art. 17 del d.lgs. n. 39 del 2013. A carico dei componenti di organi che abbiano conferito incarichi dichiarati nulli sono applicate le specifiche sanzioni previste dall’art. 18. Al riguardo, si precisa che: o la preclusione opera in presenza di una sentenza, ivi compresi i casi di patteggiamento, per i delitti contro la pubblica amministrazione anche se la decisione non è ancora irrevocabile ossia non è ancora passata in giudicato (quindi anche in caso di condanna da parte del Tribunale); o la specifica preclusione di cui alla lett. b) del citato art. 35 bis riguarda sia l’attribuzione di incarico o l’esercizio delle funzioni dirigenziali sia lo svolgimento di funzioni direttive; pertanto, l’ambito soggettivo della norma riguarda i dirigenti, i funzionari ed i collaboratori (questi ultimi nel caso in cui siano titolari di posizioni organizzative); o in base a quanto previsto dal comma 2 del suddetto articolo, la disposizione riguarda i requisiti per la formazione di commissioni e la nomina dei segretari e pertanto la sua violazione si traduce nell’illegittimità del provvedimento conclusivo del procedimento; o la situazione impeditiva viene meno ove venga pronunciata per il medesimo reato una sentenza di assoluzione anche non definitiva. Se la situazione di inconferibilità si appalesa nel corso del rapporto, il responsabile della prevenzione deve effettuare la contestazione nei confronti dell’interessato e lo stesso deve essere rimosso dall’incarico o assegnato ad altro ufficio. J) Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d. whistleblower). L’art. 1, comma 51, della legge ha introdotto un nuovo articolo nell’ambito del d.lgs. n. 165 del 2001, l’art. 54 bis, rubricato “Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti”, il c.d. whistleblower. Si tratta di una disciplina che introduce una misura di Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 38/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE tutela già in uso presso altri ordinamenti, finalizzata a consentire l’emersione di fattispecie di illecito. In linea con le raccomandazioni del WGB dell’OECD13, la tutela deve essere estesa alle ipotesi di segnalazione di casi di corruzione internazionale (art.322 bis c.p.). Il nuovo art. 54 bis prevede che “1. Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia. 2. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante non può essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato. 3. L'adozione di misure discriminatorie è segnalata al Dipartimento della funzione pubblica, per i provvedimenti di competenza, dall'interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell'amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere. 4. La denuncia è sottratta all'accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni.”. La disposizione pone tre norme: la tutela dell’anonimato; il divieto di discriminazione nei confronti del whistleblower; la previsione che la denuncia è sottratta al diritto di accesso fatta esclusione delle ipotesi eccezionali descritte nel comma 2 del nuovo art. 54 bis d.lgs. n. 165 del 2001 in caso di necessità di disvelare l’identità del denunciante. J.1) Anonimato. La ratio della norma è quella di evitare che il dipendente ometta di effettuare Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 39/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE segnalazioni di illecito per il timore di subire conseguenze pregiudizievoli. La norma tutela l’anonimato facendo specifico riferimento al procedimento disciplinare. Tuttavia, l’identità del segnalante deve essere protetta in ogni contesto successivo alla segnalazione. Per quanto riguarda lo specifico contesto del procedimento disciplinare, l’identità del segnalante può essere rivelata all’autorità disciplinare e all’incolpato nei seguenti casi: consenso del segnalante; la contestazione dell'addebito disciplinare è fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione: si tratta dei casi in cui la segnalazione è solo uno degli elementi che hanno fatto emergere l’illecito, ma la contestazione avviene sulla base di altri fatti da soli sufficienti a far scattare l’apertura del procedimento disciplinare; la contestazione è fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione e la conoscenza dell'identità è assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato: tale circostanza può emergere solo a seguito dell’audizione dell’incolpato ovvero dalle memorie difensive che lo stesso produce nel procedimento. La tutela dell’anonimato prevista dalla norma non è sinonimo di accettazione di segnalazione anonima. La misura di tutela introdotta dalla disposizione si riferisce al caso della segnalazione proveniente da dipendenti individuabili e riconoscibili. Resta fermo restando che l’amministrazione deve prendere in considerazione anche segnalazioni anonime, ove queste si presentino adeguatamente circostanziate e rese con dovizia di particolari, siano tali cioè da far emergere fatti e situazioni relazionandoli a contesti determinati (es.: indicazione di nominativi o qualifiche particolari, menzione di uffici specifici, procedimenti o eventi particolari, ecc.). Le disposizioni a tutela dell’anonimato e di esclusione dell’accesso documentale non possono comunque essere riferibili a casi in cui, in seguito a disposizioni di legge speciale, l’anonimato non può essere opposto, ad esempio indagini penali, tributarie o amministrative, ispezioni, ecc. Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 40/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE J.2) Il divieto di discriminazione nei confronti del whistleblower. Per misure discriminatorie si intende le azioni disciplinari ingiustificate, le molestie sul luogo di lavoro ed ogni altra forma di ritorsione che determini condizioni di lavoro intollerabili. La tutela prevista dalla norma è circoscritta all’ambito della pubblica amministrazione; infatti, il segnalante e il denunciato sono entrambi pubblici dipendenti. La norma riguarda le segnalazioni effettuate all'Autorità giudiziaria, alla Corte dei conti o al proprio superiore gerarchico. Il dipendente che ritiene di aver subito una discriminazione, per il fatto di aver effettuato una segnalazione di illecito, deve dare notizia circostanziata dell’avvenuta discriminazione: al responsabile della prevenzione, che valuta la sussistenza degli elementi per effettuare la segnalazione di quanto accaduto; al dirigente sovraordinato del dipendente che ha operato la discriminazione, il quale valuta tempestivamente l’opportunità/necessità di adottare atti o provvedimenti per ripristinare la situazione e/o per rimediare agli effetti negativi della discriminazione in via amministrativa e la sussistenza degli estremi per avviare il procedimento disciplinare nei confronti del dipendente che ha operato la discriminazione, all’U.P.D. per i procedimenti di propria competenza, che valuta la sussistenza degli estremi per avviare il procedimento disciplinare nei confronti del dipendente che ha operato la discriminazione, all’Ufficio del contenzioso dell’amministrazione che valuta la sussistenza degli estremi per esercitare in giudizio l’azione di risarcimento per lesione dell’immagine della pubblica amministrazione; all’Ispettorato della funzione pubblica, che valuta la necessità di avviare un’ispezione al fine di acquisire ulteriori elementi per le successive determinazioni. Oltre a ciò, il dipendente che si ritenesse discriminato: o può dare notizia dell’avvenuta discriminazione all’organizzazione sindacale alla quale aderisce o ad una delle organizzazioni sindacali rappresentative nel comparto presenti nell’amministrazione; l’organizzazione sindacale deve riferire della situazione di discriminazione all’Ispettorato della funzione pubblica se la Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 41/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE segnalazione non è stata effettuata dal responsabile della prevenzione; o può dare notizia dell’avvenuta discriminazione al Comitato Unico di Garanzia, d’ora in poi C.U.G.; il presidente del C.U.G. deve riferire della situazione di discriminazione all’Ispettorato della funzione pubblica se la segnalazione non è stata effettuata dal responsabile della prevenzione; o può agire in giudizio nei confronti del dipendente che ha operato la discriminazione e dell’amministrazione per ottenere: un provvedimento giudiziale d’urgenza finalizzato alla cessazione della misura discriminatoria e/o al ripristino immediato della situazione precedente; l’annullamento davanti al T.A.R. dell’eventuale provvedimento amministrativo illegittimo e/o, se del caso, la sua disapplicazione da parte del Tribunale del lavoro e la condanna nel merito per le controversie in cui è parte il personale c.d. contrattualizzato; il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale conseguente alla discriminazione. J.3) Sottrazione al diritto di accesso. Il documento, attraverso il quale il whistleblower ha attuato la segnalazione, non può essere oggetto di visione né di estrazione di copia da parte di richiedenti, ricadendo nell’ambito delle ipotesi di esclusione di cui all’art. 24, comma 1, lett. a), della l. n. 241 del 1990. La presente disposizione integra e/o sostituisce ogni eventuale altra diverse indicazione regolamentare di livello aziendale. Nel corso del periodo di vigenza del presente PTPC, l’Azienda porrà in essere tutte le misure tecniche ed informatiche necessarie all’adempimento di una completa ed efficace tutela del whistleblower, anche attraverso l’attivazione, per il tramite dei propri Sistemi Informativi, di un canale di ascolto dedicato in grado di garantire l’anonimato ed il raggiungimento di un ragionevole grado di K) Formazione. La formazione riveste un’importanza cruciale nell’ambito della prevenzione della Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 42/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE corruzione. Infatti, una formazione adeguata consente di raggiungere i seguenti obiettivi: l’attività amministrativa è svolta da soggetti consapevoli: la discrezionalità è esercitata sulla base di valutazioni fondate sulla conoscenza e le decisioni sono assunte “con cognizione di causa”; ciò comporta la riduzione del rischio che l’azione illecita sia compiuta inconsapevolmente; la conoscenza e la condivisione degli strumenti di prevenzione (politiche, programmi, misure) da parte dei diversi soggetti che a vario titolo operano nell’ambito del processo di prevenzione; la creazione di una base omogenea minima di conoscenza, che rappresenta l’indispensabile presupposto per programmare la rotazione del personale; la creazione della competenza specifica necessaria per il dipendente per svolgere la nuova funzione da esercitare a seguito della rotazione; la creazione di competenza specifica per lo svolgimento dell’attività nelle aree a più elevato rischio di corruzione; l’occasione di un confronto tra esperienze diverse e prassi amministrative distinte da ufficio ad ufficio, reso possibile dalla compresenza di personale “in formazione” proveniente da esperienze professionali e culturali diversificate; ciò rappresenta un’opportunità significativa per coordinare ed omogeneizzare all’interno dell’ente le modalità di conduzione dei processi da parte degli uffici, garantendo la costruzione di “buone pratiche amministrative” a prova di impugnazione e con sensibile riduzione del rischio di corruzione; la diffusione degli orientamenti giurisprudenziali sui vari aspetti dell’esercizio della funzione amministrativa, indispensabili per orientare il percorso degli uffici, orientamenti spesso non conosciuti dai dipendenti e dai dirigenti anche per ridotta disponibilità di tempo da dedicare all’approfondimento; evitare l’insorgere di prassi contrarie alla corretta interpretazione della norma di volta in volta applicabile; la diffusione di valori etici, mediante l’insegnamento di principi di comportamento eticamente e giuridicamente adeguati Nella predetta ottica, la Legge 190/2012 prevede una serie di misure da adottarsi per la formazione del personale. Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 43/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE In particolare: la definizione di procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione, eventualmente verificando l’esistenza di percorsi di formazione ad hoc presso la “Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione” ed individuando il personale da inserire in tali programmi (art. 1 comma 8 ed 11) l’organizzazione di attività di formazione del personale per la conoscenza e la corretta applicazione del Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici (art. 1 co. 44) Nell’ambito delle misure indicate dalla Legge 190/2012, l’AO di Busto Arsizio, nel corso della vigenza del Piano Triennale Anticorruzione, svilupperà interventi di formazione/informazione realizzati preferibilmente da personale interno e senza incidere sul bilancio aziendale, attraverso uno specifico programma annuale, eventualmente concordato con altre Aziende Ospedaliere od Enti del Servizio Sanitario Nazionale od anche a livello regionale, rivolti a tutto il proprio personale, con la duplice funzione di prevenire e contrastare il fenomeno corruttivo e fornire la massima informazione sulle concrete situazioni di rischio. Tutto ciò articolato su più livelli: 1. un intervento di tipo “informativo” in senso lato, che abbia come caratteristica principale la diffusione dei principi normativi e la contestualizzazione dei profili di rischio legati alle attività svolte in Azienda. Tale intervento dovrà essere necessariamente diretto alla generalità del personale ed avere un forte impatto comunicativo, diretto a stimolare la condivisione dei principi etici e il rifiuto della illegalità. 2. una formazione diretta ai Dirigenti ed ai Responsabili/Referenti di Struttura, con l’obiettivo di definire le responsabilità e le procedure da attivare per evitare e segnalare il verificarsi di episodi di corruzione tra il personale. 3. una formazione “mirata” diretta in modo specifico al personale operante nelle aree a rischio individuate ai sensi del presente Piano, che tenga conto di eventuali rischi insiti nelle modalità di lavoro; questi ulteriori tipi di intervento dovranno possibilmente prevedere anche sessioni di follow up, per costituire nelle strutture interessate un presidio con una competenza specifica in Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 44/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE materia, quale supporto normativo- procedimentale ed in funzione di realizzare un “catalogo dei rischi”; 4. una formazione periodica (anche con modalità “flessibili” quali il tutoring e/o mentoring ) attivabile - in particolare - in caso di nuove assunzioni o di assegnazione di nuovo personale alle strutture in cui maggiormente è presente il rischio di corruzione. Caratteristica dei percorsi formativi proposti sarà la modularità, il cui obiettivo principale è di assicurare una formazione puntuale e continua che possa essere declinata in base ai diversi livelli di responsabilità e ai diversi livelli di rischio presenti nelle strutture dell’AO di Busto Arsizio. L’efficacia di ogni intervento in argomento, in particolare se mirato, è direttamente connessa alla possibilità di un simmetrico intervento organizzativo rispetto a processi e procedimenti ed al suo concreto tradursi in fattispecie regolamentate a livello di azienda. Articolo 5 bis) Controllo e prevenzione del rischio Il Responsabile procederà alla verifica dell’adempimento del presente Piano (monitoraggio) principalmente secondo le seguenti quattro azioni complementari: 1. raccolta di informazioni 2. verifiche e controlli presso le strutture 3. funzioni di audit 4. trasparenza Ciò significa che: 1) Il Responsabile raccoglierà da parte dei Dirigenti/Referenti informazioni presso la singola Struttura Organizzativa con modalità: - “sincrona”: ciò significa che, con cadenza periodica, sarà chiesto al Dirigente/Referente un report sul rispetto dei tempi e sulla correttezza dei procedimenti amministrativi di propria competenza - “asincrona”: vale a dire al verificarsi di ogni fenomeno del quale Dirigente/Referente ritenga opportuno informare il Responsabile Aziendale La mancata od incompleta trasmissione al Responsabile Aziendale per la Prevenzione Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 45/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE della Corruzione delle informazioni dallo stesso richieste potrà essere fonte di responsabilità disciplinare. Il Responsabile Aziendale deve tenere conto anche di eventuali segnalazioni provenienti da terzi portatori di interesse purché le stesse siano: 1)non anonime; 2) sufficientemente circostanziate; 3) evidenzianti di anomalia e che configurino la possibilità di un probabile rischio di corruzione. 2) Il Responsabile Aziendale potrà in ogni momento procedere, con l’ausilio dei competenti Responsabili/Referenti di Struttura, a verifiche presso le strutture dell’Azienda, sia sanitarie che amministrative, in cui sia presente almeno un ambito di attività tra quelle considerate a rischio di corruzione. Nel primo anno di attuazione del presente piano, i controlli saranno concentrati sui quattro procedimenti indicati all’art. 1, comma 16 della Legge 190/2012 e di cui sopra; una volta completata la mappatura delle attività maggiormente esposte a rischio di corruzione, a seguito di quanto emergerà dalle indicazioni pervenute dai Dirigenti/Referenti come previsto al paragrafo 4, il monitoraggio potrà essere esteso anche ai processi ed ai provvedimenti ricompresi negli ulteriori ambiti così individuati. Sulla base delle esperienze maturate nel primo anno di applicazione del Piano aziendale di prevenzione della corruzione, potrà essere peraltro prevista e codificata una procedura specifica per le attività di controllo. 3) L’Azienda valuterà l’opportunità di programmare un piano di internal audit che nell’ambito delle attività previste per tale funzione (tra cui la definizione delle linee di indirizzo del sistema di Controllo Interno dall’Azienda) possa integrare delle azioni sinergiche anche nell’ambito del monitoraggio e controllo mirate alle prevenzione della corruzione. 4) La trasparenza gioca un ruolo essenziale e strategico in funzione delle prevenzione della corruzione consentendo la tracciabilità dei procedimenti amministrativi ed una forma di rendicontazione dell’azione pubblica nei confronti degli stakeholders. In questa ottica, la Legge 190/2012 prevede espressamente l’obbligatorietà della Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 46/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE pubblicazione di talune informazioni. In aggiunta a queste, l’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio potrà prevende, nell’ambito del proprio Programma Triennale per la Trasparenza e la Integrità, la pubblicazione di eventuali ulteriori dati non espressamente previsti, ma utili nell’ottica di una sempre maggiore accessibilità alle informazioni da parte degli stakeholders. Articolo 5 ter) Monitoraggio del rispetto dei termini previsti dalla Legge o dai Regolamenti per la conclusione dei procedimenti. La Legge 190/2012 ha introdotto una serie di modifiche alla Legge 241/1990, in particolare prevedendo che il Responsabile del Procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare pareri, valutazioni tecniche, atti endoprocedimentali e provvedimento finale, debbano astenersi in caso di conflitto di interesse e segnalare ogni situazione, anche potenziale di conflitto. La stessa Legge ha inoltre previsto che il Governo adotti un decreto legislativo per la disciplina organica degli illeciti e le relative sanzioni disciplinari correlati al superamento dei termini di definizione dei procedimenti amministrativi, indicandone principi e criteri direttivi. Allo stato non se ne ha ancora notizia (cfr. http://www.parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/12190ld.htm) ma qualora lo stesso fosse adottato, il presente Piano ne terrà debito conto. Nel frattempo, qualora a seguito dei controlli eseguiti secondo le modalità di cui al precedente punto 5.b) dovesse emergere il superamento dei termini di definizione dei procedimenti amministrativi, varranno le regole dettate dal vigente Codice Disciplinare dell’AO di Busto, valutate alla luce della gravità del comportamento, della misura del ritardo, delle conseguenze negative derivatene per l’AO stessa. Articolo 5 quater) Monitoraggio dei rapporti tra l’Amministrazione e i soggetti esterni Il presente Piano intende altresì disciplinare un’azione di monitoraggio dei rapporti tra l’Amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 47/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci nonché i dipendenti degli stessi soggetti e i Dirigenti e dipendenti della Amministrazione. Nella predetta prospettiva, le nomine dei componenti delle Commissioni giudicatrici delle procedure di gara, secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, avvengono nel rispetto del principio della rotazione dei soggetti esperti nello specifico settore cui si riferisce l’oggetto del contratto e previa sottoscrizione da parte loro della seguente dichiarazione : 1. di non aver svolto né di svolgere funzioni o incarichi tecnici o amministrativi relativamente alla procedura oggetto di gara; 2. di non aver rivestito cariche di pubblico amministratore presso l’Azienda nel biennio precedente alla procedura oggetto di gara; 3. di non aver concorso con dolo o colpa grave, accertati in sede giurisdizionale con sentenza non sospesa, all’approvazione di atti dichiarati illegittimi; 4. che nei propri confronti non sussistono cause di astensione previste dall’art. 51 c.p.c.. Articolo 5 quinquies) Monitoraggio continuo A completare il presidio del sistema, verrà comunque istituito un Gruppo di Lavoro, con funzioni di raccordo tra i Dirigenti Responsabili delle Strutture interessate e i Responsabile della prevenzione della corruzione, per un’azione di monitoraggio continuo del rispetto di quanto previsto dalla normativa. In ogni caso ed allo scopo di reperire un dato che abbia caratteristiche di significatività e concretezza, le attività di monitoraggio di cui agli artt. 5 ter, 5 quater e 5 quinquies avranno cadenza semestrale. Articolo 6. Obblighi informativi I Responsabili/Referenti delle Strutture individuate nella tabella al paragrafo 4, devono periodicamente dare informazione scritta al Responsabile Aziendale dei monitoraggi effettuati nei rispettivi settori nonché dell’eventuale mancato rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi e delle segnalazioni di Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 48/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE reclamo o ricorsi pervenuti, e fornire le motivazioni del caso. Il Responsabile della prevenzione della corruzione può inoltre chiedere in ogni momento ai suddetti Responsabili/Referenti dei Settori e Servizi informazioni circa i termini di conclusione dei procedimenti amministrativi di propria competenza, procedendo anche a ispezioni e verifiche presso le Strutture Aziendali per il tramite dell’ausilio di funzionari interni competenti per settore, Articolo 7. Obblighi di trasparenza Come meglio precisato più sopra, il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità costituisce parte essenziale ed integrante del Piano di prevenzione della corruzione ed è pubblicato sul sito web aziendale, nella sezione “Amministrazione Trasparente”. Articolo 8. Rotazione degli incarichi Ad ulteriore specificazione di quanto più sopra evidenziato, come previsto dall’art. 1, comma 10, della Legge 190/2012 e secondo i criteri come sopra dettati, la Direzione Strategica dell’Azienda provvederà alla scadenza od in caso di necessità, su segnalazione del Responsabile Aziendale della Prevenzione della Corruzione, ad effettuare una valutazione sull’opportunità o sulla necessità di una rotazione del personale, nell’ affidamento degli incarichi di responsabilità dirigenziale. Laddove ciò non fosse possibile, la Direzione Strategica ne darà conseguente motivazione scritta. In linea di principio, si definiscono come strategiche, e dunque tendenzialmente escluse dalla rotazione, le figure dirigenziali dotate di alta specializzazione e deputate a settori ed attività per le quali occorrano competenze e capacità professionali di particolare specificità ed importanza. Articolo 9. Relazione sull’attività svolta Il Responsabile della prevenzione della corruzione, entro il 15 dicembre di ogni anno, sottopone al Direttore Generale una relazione recante i risultati dell’attività svolta, da pubblicarsi nel sito internet dell’Azienda nella sezione Amministrazione Trasparente. Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 49/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Articolo 10. Comunicazione Il presente Piano di prevenzione della corruzione è destinato a tutto il personale dipendente dell’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio. A decorrere dalla sua approvazione vanno previste specifiche forme di sua presa d’atto da parte dei dipendenti, sia al momento dell’assunzione sia, per quelli in servizio, con cadenza periodica. Il Piano di prevenzione della corruzione sarà comunque pubblicato sul sito web dell’Azienda nella sezione “Amministrazione Trasparente”. Articolo 11. Pianificazione triennale – Cronoprogramma Nell’ottica di progressivo sviluppo e implementazione del processo di programmazione attuazione e sviluppo delle azioni di intervento indicate nel presente documento, l’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio si impegna a rispettare nell’arco del triennio di riferimento le cadenze temporali riportate nella seguente tabella: Termine di attuazione Attività prevista 31.01.2014 Adozione piano triennale di prevenzione della corruzione 2014/2016 Adozione Codice di Comportamento Aziendale 31.01.2014 Trasmissione Piano Triennale Dipartimento Funzione Pubblica Regione Lombardia 30.06.2014 Revisione del Piano, in particolare per quel che riguarda le aree di rischio e il Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 50/54 a e PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE livello di queste, sentiti i Responsabili/Referenti nei vari centri di attività e risorsa. Alla scadenza 31.10.2014 Azioni/Proposte incarichi di rotazione degli Applicazione delle procedure di verifica e controllo che costituiranno elementi di relazione da parte del Responsabile Aziendale Previsione di: - un sistema di acquisizione di segnalazioni nonché dei dati e delle informazioni periodiche inerenti le attività di monitoraggio e controllo da parte dei soggetti coinvolti; 15.11.2014 - linee di condotta al fine di prevenire fenomeni corruttivi, in relazione alle prassi ed ai comportamento in concreto adottati; - procedure di controllo interne effettuate dai Responsabili/Referenti dei centri di attività e risorsa - specifiche forme di presa d’atto da parte dei dipendenti del Piano Triennale di prevenzione della corruzione 30.11.2014 Attuazione delle azioni previste nel piano di formazione e di cui al punto 5.a) e delle azioni indotte, ivi compresa l’individuazione nominativa dei soggetti destinatari 15.12.2014 Predisposizione di relazione sull’sito Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 51/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE dell’attività svolta da parte del Responsabile e trasmissione al Direttore Generale 31.01.2015 Adozione aggiornamento del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione da parte del Direttore Generale 31.03.2015 Analisi degli esiti delle applicazione delle procedure attivate nel 2014 30.06.2015 Definizione di procedure di monitoraggio specifiche per le criticità riscontrate in fase di prima applicazione del Piano, verifica elenco attività a rischio ed eventuale integrazione, modifica od aggiornamento; eventuale adeguamento delle misure di prevenzione alle intervenute variazioni nelle attività censite Alla scadenza Azioni/Proposte incarichi di rotazione degli 30.09.2015 Analisi delle informazioni pubblicate nella procedura “amministrazione aperta” al fine di verificare la esistenza di comportamenti anomali ed eventuali azioni correttive 30.11.2015 Reiterazione delle azioni del 2014 (formazione, eventuale revisione delle procedure 2014 a seguito prima applicazione) Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 52/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 15.12.2015 Predisposizione di relazione sull’esito dell’attività annuale svolta nel 2015 da parte del Responsabile Aziendale e trasmissione al Direttore Generale 31.01.2016 Adozione aggiornamento del Piano Triennale di prevenzione della corruzione da parte del Direttore Generale 31.03.2016 Analisi degli esiti delle applicazione delle procedure attivate nel 2015 30.06.2016 Definizione di procedure di monitoraggio specifiche per le criticità riscontrate in fase di prima applicazione del Piano, verifica elenco attività a rischio ed eventuale integrazione, modifica od aggiornamento; eventuale adeguamento delle misure di prevenzione alle intervenute variazioni nelle attività censite Alla scadenza Azioni/Proposte incarichi di rotazione degli 30.09.2016 Analisi delle informazioni pubblicate nella procedura “amministrazione aperta” al fine di verificare la esistenza di comportamenti anomali ed eventuali azioni correttive 30.11.2016 Reiterazione delle azioni del 2015 (formazione, eventuale revisione delle Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 53/54 PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE procedure 2015 applicazione) a seguito prima 15.12.2016 Predisposizione di relazione sull’esito dell’attività annuale svolta nel 2016 da parte del Responsabile Aziendale e trasmissione al Direttore Generale 31.01.2017 Adozione aggiornamento del Piano Triennale di prevenzione della corruzione da parte del Direttore Generale Azienda Ospedaliera Ospedale di Circolo di Busto Arsizio | 54/54