Eremo in città

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Eremo in città. Suggerimenti.
Fermarsi un momento prolungato per ascoltare, meditare, chiedere, cioè per fare un percorso di
preghiera cristiana.
Ascoltare: l’amore di Dio e la sua Parola
Meditare: cioè confrontare la Parola con la vita quotidiana (famiglia, cultura, lavoro, relazioni…)
Chiedere: cioè lodare, invocare, rendere grazie e …chiedere grazie.
Quattro passaggi.
1.Mettersi alla presenza di Dio, cioè ‘creare il silenzio’; (tempo 15 minuti). Non fare nulla se non
‘spogliarsi’; richiamare a se stessi quello che si sta facendo; abbandonare ogni cosa e ‘vederla
‘piccola, piccola’; ricordare i doni di Dio; concentrarsi sul suo amore. Per far questo è necessario
‘mettersi comodi’ sia fisicamente (trovare la posizione giusta), sia psicologicamente (dimenticare
tutte le cose delle giornata, del momento della vita, delle condizioni psicologiche), e non avere
attese particolari (cone andrà questo momento? Mi piacerà o no?…)
2. Ascoltare.
L’ascolto può essere: l’ascolto di sé; in questo caso è importante che non sia distraente ma che lasci
emergere le domande e i bisogni più profondi.
Oppure può essere l’ascolto della parola; allora si tratta di leggere una pagine biblica (o già decisa o
anche scelta al momento a seconda di quello che emerge dal cuore)
La lettura deve essere pacata e seguita da una ri-lettura, in modo da focalizzare il messaggio (è bene
dedicare almeno 20 minuti a questo momento). Possono succedere due cose: o si sta sul testo
oppure dal testo si ‘parte’ per altre riflessioni; l’importante è una grande libertà e restare ‘nel
silenzio’.
3. Prendere in esame la propria vita.
La meditazione è bene che non sia astratta ma che sia riferita a situazioni reali della propria vita che
vengono richiamate dalla lettura. In questo fase può essere molto utile usare lo scrivere; un
quaderno di appunti aiuta a concentrarsi e a formalizzare i contenuti che, altrimenti, possono
rischiare di ‘ volteggiare nel vuoto’ e, in questo modo, andar persi.
Queste riflessioni (magari scritte) possono avere la forma della domanda, dell’ enunciazione di un
problema, dell’ offerta di un proposito, oppure si può scrivere una preghiera.
(Non va mai dimenticato che questo è il tempo della libertà del cuore e quindi si accetta quello che
viene: aridità e silenzio, entusiasmo e lucidità, riposo e chiarezza per l’agire. Può anche succedere
che non capiti assolutamente nulla e che si abbia la penosa sensazione di aver perso tempo; anche
in questo caso qualcosa è successo nella vita spirituale e frutti arriveranno quando meno si
aspettano).
4. Intercessione. La preghiera comprende sempre l’intercedere, cioè il mettersi tra Dio e il mondo e
quindi chiedere, proporre, invocare, lodare, ringraziare. Ognuno di questi atteggiamenti (che vanno
lasciati nascere dal cuore con libertà) si esprime in modi che, pian piano, diventeranno il proprio
modo di pregare. Ognuno troverà ( o ha già trovato) le forme e gli strumenti della preghiera.
Suggerimenti per i vari momenti
1. Mettersi alla presenza di Dio. Può servire ripetere alcune semplici invocazioni:
‘Signore, pietà di me’; ‘Sia fatta la tua volontà ’;‘O Dio a te affido la mia vita ’;‘Signore,
salvami’;‘Signore che io veda’; ‘Signore, se tu lo vuoi, puoi guarirmi ’;‘ Kirie eleison ’….
‘Padre nostro’: lentamente, fermandosi ad ogni parola e pensare a quello che si dice. Eventualmente
ripeterlo più di una volta.
Pian piano questo primo momento diventa molto semplice e spontaneo. Quando si avverte che si è
entrati nel silenzio, allora è il momento della:
2. Ascoltare.
Prima di leggere la Parola, invocare lo Spirito santo. Può servire questa bella ‘sequenza’ liturgica:
‘ Vieni, Santo Spirito, manda a me dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo / nella calura, riparo / nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna’.
Più semplicemente si può dire: ‘Vieni Spirito santo e riempi il mio cuore’; ‘Vieni Spirito e
infiamma la mia vita del tuo amore’; ‘Spirito santo, illuminami’.
( si può anche leggere Rom.8, 9-17)
Lettura di un brano biblico.
Suggerimenti: Luca 6, 27-42 : la carità verso il prossimo e verso i nemici; Luca 5, 1-11: per i
momenti di aridità; Luca 7, 36-50: l’amore gratuito;Luca 9,57-62: sulla sequela; Luca 12,22-32:
sulla povertà e la fiducia in Dio; Luca 22, 24-27: sul servizio; Luca 24,13-35: sull’Eucaristia.
Marco 10,17- 31: povertà e sequela; Marco 11, 12-26: i frutti della preghiera; Marco 14,32-41: la
preghiera difficile.
Giovanni 13, 1-20: la lavanda dei piedi; Giovanni 14, 1-14: io sono la via , la verità e la vita.
Dopo una prima lettura (lenta), è bene farne una seconda cercando di focalizzare il cuore e la mente
sulla frase che più colpisce. L’eventuale terza lettura va fatta con la matita in mano sottolineando
ciò che più interessa (verbi, tempi, una parola….).
3. Prendere in esame la propria vita.
Si può utilmente seguire il metodo della Lectio (semplificato):
. cosa dice il testo. Parla delle beatitudini, cioè della pienezza secondo il disegno di Dio. Beato è
colui che affida a Dio la sua realizzazione (per questo è povero)
. cosa mi dice il testo: quale delle beatitudini mi colpisce di più ed è più di ‘attualità’ nella mia vita
(familiare, professionale, sociale: scegliere un ambito e approfondirlo).
. cosa gli dico: cioè invoco l’aiuto di Dio per superare la distanza tra ciò che ho ascoltato e ciò che
ho notato nella mia vita. Questo è propriamente il momento della preghiera.
A questo punto potrebbe essere utile mettere qualcosa per iscritto. Questo è il momento che è più
legato alle attitudini e alle inclinazioni personali. Può essere che risulti troppo pesante e astratto e
allora lo si salta. Può essere che la scrittura risulti troppo una elucubrazione intellettuale, allora è
bene imparare la semplificazione della mente e del cuore. Può addirittura succedere che la scrittura
diventi una grande distrazione perché prende troppo tempo e ci si preoccupi più di quello che si
scrive che non del suo valore come memoria e ulteriore preghiera e riflessione. In questo caso si
abbandona – tranquillamente – questa modalità e se ne impareranno delle altre.
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