THE SENTENCE
1. L’ordine della frase
Il soggetto va posto prima del verbo, il complemento oggetto dopo.
Gli avverbi sono utilizzati prima del verbo o dopo il complemento oggetto; ma nel caso del
riferimento al tempo può essere posto a inizio frase. Quindi, si ha:
Sogg. + verbo + comp. Ogg. + avv.
Yesterday + sogg. + verbo + comp. Ogg.
2. Oggetti diretti ed indiretti
Si possono usare due tipi di complementi oggetto:
- give the book to me
- give me the book
Alcuni verbi vogliono solo la prima forma, questi sono: explain, confess, admit, announce,
declare, demonstrate, describe, entrust, introduce, mention, propose, prove, repeat,
report, say, suggest.
3. Pronomi relativi
Who, which e that sono soggetti di una “relative clause”.
Usiamo who o that per riferirci ad una persona; mentre which o that (al posto di it) per
riferirci ad animali e cose.
Usiamo whom o that in riferimento ad una persona al posto di un altro pronome:
- She’s the woman whom/that I met
Usiamo whose al posto degli aggettivi possessivi che si riferiscono a persone:
- They’re the people whose cars were stolen
NOUNS
1. Countable and uncountable nouns
a) se un nome è countable:
- usiamo a/an prima di esso;
- ha un plurale e può essere usato in frasi con domande tipo How many?
- Possiamo usare un numero prima di esso.
b) se un nome è uncountable:
- non usiamo a/an prima di esso, ma preferiamo le espressioni come some, any
- non ha un plurale ed è usato con domande tipo How much?
- Non usiamo un numero davanti ad esso.
N.B.: alcuni nomi sono countable o uncountable a seconda della circostanza in cui sono
utilizzate.
Particolarità:
- i nomi di bevande sono generalmente uncountable;
- i nomi di materiali prodotti (olio, plastica, …) sono uncountable;
- alcuni nomi plurali vogliono il verbo singolare : news, hair…
2. Forma plurale
La maggior parte dei nomi al plurale vuole l’aggiunta di –s; mentre altri nomi vogliono
l’aggiunta di –es, questi ultimi sono quelli che terminano con o (potato- potatoes); s (classclasses); x (box- boxes); ch (match- matches); sh (dish- dishes).
I nomi che terminano con la –y ma sono preceduti da consonante trasformano il suffisso in
ies (country-countries; strawberry-strawberries).
I nomi che terminano con –y preceduta da vocali assumono la s (day-days; key-keys).
I nomi che terminano con –f o –fe assumono il suffisso –ves (leaf-leaves; knife-knives); da
ricordare, però, che in certi casi come roof-roofs non va l’aggiunta di ves.
N.B.: altri nomi non vogliono il plurale “particolare”; es.:
- bamboo- bamboos;
- child- children; mouse- mice; tooth- theeth; man- men (sono nomi detti irregolari);
- trout- trout; salmon- salmon ( nomi il cui plurale è uguale al singolare);
- Alcuni nomi, come people, vogliono il verbo solo alla forma plurale.
- Alcuni nomi esistono solo al plurale, perciò vogliono il verbo al plurale: trousers,
jeans…
3. Genere dei nomi
Non esiste una vera e propria regola per individuare il genere dei nomi, ma si vuole usare
she in riferimento a persone di sesso femminile, he per il sesso maschile e it per le cose
(qualsiasi sia il loro genere). Ci sono però alcune forme particolari:
- waiter/waitress; lion/lioness; man/woman.
4. Il genitivo
Il genitivo serve per mostrare il possesso. Mettiamo il genitivo dopo il nome cui l’oggetto si
riferisce (es.: Frank’s car).
Nel caso il nome sia plurale e finisca per –s si aggiunge solo l’apostrofo (es.: My parents’
room).
ARTICLES
1. Gli articoli indefiniti
A e An hanno lo stesso significato ma si usano in casi diversi: a davanti a nomi che
iniziano con consonante e an davanti a nomi che iniziano con vocale.
La forma plurale di a/an è zero (0), cioè:
- A cat is a domestic animal;
- Cats are domestic animals.
Quando si riferiscono a quantità, il plurale di a/an è costituito da some/any.
N.B.: alcuni nomi sono utilizzati solo con l’articolo davanti: He’s a doctor.
La differenza tra a/an e one è che a/an viene utilizzato per indicare un oggetto in forma
generale (I’d like a coffee); mentre one per indicare un oggetto particolare (It was one
coffee on the desk).
2. Gli articoli definiti
The si usa nei casi:
- nomi plurali determinati ( I love the flowers in your garden);
- nomi di cose uncountable davanti ai quali è impossibile mettere un numero ( the milk in
this cup…);
- nomi astratti determinati (The life of Mr Smith…);
- nomi dei pasti, se determinati, altrimenti si omette (I enjoyed the dinner he gave us);
- nomi di nazionalità nel caso non sia seguito da people (The English love…);
- in riferimento ad una determinata stagione (I was here in the spring of…) altrimenti si
omette (summer is my favourite season);
- con school, church, home, bed, si usa l’articolo quando questi nomi denotano un luogo,
un edificio (The school is near the church), mentre si omette negli altri casi (I learn
Maths at school);
- i nomi di città rifiutano in generale l’articolo the; che però si utilizza in alcuni casi
particolari:
a)
b)
c)
d)
con i nomi di alcuni paesi (the USA, the Netherlands);
con i nomi dei fiumi;
con i nomi di mari, oceani, laghi;
con i nomi di catene di monti.
PRONOUNS
1. Pronomi personali
I pronomi personali si usano al posto dei nomi, possono riferirsi al soggetto oppure al
complemento oggetto. Usiamo it per chiedere chi sia una persona oppure quando non si
conosce il sesso del soggetto (Is it a boy or a girl).
I pronomi personali soggetto sono: I, you, it, he, she, we, they.
I pronomi personali oggetto sono me, him, her, us them.
Usiamo one come pronome (everyone, anyone) per riferirci a persone in generale, solo
quando vogliamo essere formali.
Usiamo one/ones per riferirci a persone e cose dopo which (Which one do you like?)
Usiamo so dopo i verbi per cui rispondiamo affermativamente (Is that true? I think so.)
2. Aggettivi e pronomi possessivi
My, your, his, her, its, our, your, their sono aggettivi possessivi e vengono posti davanti ai
nomi; si riferiscono al possessore e non alla cosa posseduta.
Mine, yours, his, hers, its, ours, yours, theirs sono pronomi possessivi (That book is mine),
non vogliono l’uso di the e nemmeno del genitivo (He’s a friend of mine; e non he’s a
friend of the mine !!!).
3. Pronomi riflessivi
Sono: myself, yourself, himself, herself, itself, ourselves, yourselves, theirselves. Usiamo i
pronomi riflessivi con questi verbi: amuse, blame, cut, dry, enjoy, hurt, introduce. Ci sono
altri verbi riflessivi che, però, non chiedono necessariamente i pronomi riflessivi; esempi
sono: dress, hide, shave e wash.
4. Aggettivi e pronomi dimostrativi. Uso di some/any/no
I dimostrativi sono:
- this/these per riferirsi a qualcosa vicino a chi parla;
- that/those per riferirsi a qualcosa lontano da chi parla.
L’uso di some/any/no è caratterizzato da alcune regole:
- usiamo some nelle frasi:
a) affermative (I met someone);
b) domande che presumono risposta affermativa;
c) per offrire qualcosa (Would you like some…?).
- usiamo any nelle frasi:
a) negative (There isn’t anyone…);
b) domande in cui la risposta è dubbia.
- usiamo no quando il verbo è affermativo (There is no one here).
- ANYONE si usa quando non “si conosce chi” specialmente dopo if (if anyone wants…).
CONNETTORI DI QUANTITA’
1. Uso di much, many, a lot of, a few, a little, fewer, less
a) Much e many:
much con i nomi uncountable e sempre al singolare; mentre many con i plurali countable
- nelle frasi negative (We haven’t got much time- There aren’t many pandas in China);
- nelle domande (Is there much milk?- Have you had many inquiries?).
b) A lot of:
nelle frasi affermative (I’ve got a lot of time) senza distinzione tra countable o uncountable.
c) A few e a little:
- few e a few con i nomi plurali countable (few friends);
- little e a little con i nomi uncountable (a little time);
- few e little sono negativi (I’ve got few friends, nel senso di pochi);
- a few e a little sono positivi (I’ve got a few friends, nel senso di some).
d) Fewer e less:
- fewer è il comparativo di few, mentre less è quello di little;
- fewer va con i plurali countable, mentre less con i nomi uncountable.
2. Both e all
Usiamo both per riferirci a due particolari persone o cose (Both cars are very fast, nel
senso di entrambe).
Usiamo all + nome per riferirci a cose in generale (all children like to play).
La forma negativa di all è none:
- all the girls left early
- none of the girls left early;
la forma negativa di both è neither.
AGGETTIVI
1. Aggettivi comparativi e superlativi
- aggiungiamo –er e –est per formare rispettivamente comparativi e superlativi della gran
parte degli aggettivi monosillabi;
- aggettivi come hot, big, fat, sad, wet, raddoppiano la consonante (hot-hotter);
- aggettivi come nice, fine, large, late, safe aggiungono solo la –r (nice- nicer);
- con gli aggettivi come busy usiamo la –i al posto della –y (busy-busier);
- usiamo il comparativo per comparare una persona o una cosa con un altra;
- usiamo il superlativo per comparare una persona o una cosa con molte altre.
- Per gli aggettivi con più di una sillaba usiamo rispettivamente more/the most (the most
beautiful..).
- Ci sono forme di comparazione irregolari: good- better- the best; bad- worse- the worst;
much/many- more- the most; little- less- the least.
AVVERBI
1. Avverbi di durata
Usiamo since con il present perfect per riferirci ad un periodo di tempo non ancora
terminato (I haven’t seem it since Januar).
Usiamo for+periodo di tempo per riferirci a periodi di tempo sia nel passato che nel futuro
e con l’uso del present perfect.
Usiamo la locuzione “periodo di tempo+ ago” per indicare l’inizio di un periodo lontano da
adesso (I arrived here two months ago).
Usiamo till e until per indicare un periodo sviluppato fino a quel punto e non dopo (I’ll wait
here until 5 o clock).
During acquista il significato di durante inteso come periodo di tempo compreso dall’inizio
alla fine (during December= per tutto il mese di dicembre).
2. Avverbi di frequenza
I più comuni sono: always, generally, often, usually, normally, frequently, sometimes, ever,
never, seldom…
La loro posizione all’interno della frase è diversa a seconda dei casi:
- dopo il verbo essere se è l’unico verbo della frase (I am always late);
- dopo il primo ausiliare quando ce n’è più d’uno (I would always been late);
- prima del verbo quando ce n’è uno solo (You never tried hard enough).
Le stesse cose valgono per le frasi al negativo con la sola annotazione dell’aggiunta di –
not.
Per dare enfasi possiamo posizionare l’avverbio di frequenza all’inizio della frase.
PREPOSIZIONI
1. Preposizioni di moto
a) usiamo to/from e into/out of per indicare direzione con movimento (She has gone to
Paris);
b) usiamo at, in, on per indicare la posizione dopo il movimento (I’ll meet you at the
airport);
N.B.: utilizziamo at per:
- posti pubblici e palazzi;
- indirizzi;
- nomi senza articolo;
- eventi.
Utilizziamo in per:
- grandi aree;
- città e parti di città;
- aree esterne;
- stanze;
- nomi senza articoli.
2. Preposizioni di tempo
- usiamo at per: orario esatto (at 10 o clck), pranzi (at dinner), periodi della giornata (at
night), festività (at Christmas), età (at the age of 11);
- usiamo on per: i giorni della settimana (on Monday), parti del giorno, date, occasioni
particolari (on that day), anniversari (on your birthday), festività (on New Year’s day).
- Usiamo in per: parti della giornata (in the evening), mesi (in May), anni (in 2000),
stagioni (in spring), secoli (in 20th century), periodi (in ramadan).
3. Verbi frasali
I verbi frasali sono dei verbi la cui forma è combinata con preposizioni ed avverbi.
Possono avere significati idiomatici o non idiomatici. Possiamo definire quattro tipi di verbi
frasali:
-
verbo + preposizione (es.: Listen to this record);
verbo + particella [transitivo] (es.: Take off your hat);
verbo + particella [intransitivo] (es.: Hurry up!; Sit down!);
verbo + particella + preposizione [transitivo] (es.: We’ve run out of matches).
VERBI
1. The simple present and present progressive tenses
Es.: (I love, you love, He/She/It loves, We love, You love, They love).
Ci sono 7 usi del simple present tense:
- verità permanenti (Summer follows spring);
- il periodo attuale (My sister works in a bank);
- azioni abituali (I get up at 7);
- informazioni future (The concert begins at 10);
- osservazioni e dichiarazioni (I hope so);
- istruzioni (Go ahead);
- commenti (Becker serves to Agassi).
Alcuni verbi, come love, non hanno un inizio né una fine: in questi casi si utilizza solo il
simple present; in altri casi, in verbi come make, che descrivono azioni in progresso si può
utilizzare la forma continuata, cioè il present progressive, che si costruisce così:
sogg. + to be + verbo + ing
(es.: I’m making a cake).
Per le caratteristiche delle elisioni o di raddoppio di consonanti all’aggiunta di ing valgono
le prescrizioni viste in precedenza.
Ci sono 4 usi del present progressive:
- azioni in corso al momento in cui si sta parlando (He’s working at the moment);
- situazioni temporanee, non necessariamente in corso quando si sta parlando (My
daughter is studying English at the university);
- azioni pianificate (We’re spending next winter in USA);
- azioni ripetute con avverbi come always, forever (She’s always helping people).
2. The simple past tense
Il simple past fa assumere ai verbi regolari il suffisso –d, ma non produce tale suffisso
sempre allo stesso modo, infatti alcuni verbi acquisiscono –ed (play-played).
I verbi irregolari hanno, invece, una forma preimpostata per tale tempo verbale:
to hit - hit – hit
to smell – smelt- smelt
to leave – left – left
Il simple past viene utilizzato per parlare di eventi, azioni o situazioni che sono successe
nel passato e, nel momento in cui si parla, sono finite. Si deve dire sempre quanto l’azione
è successo e quindi si utilizzano yesterday, ago, last summer…
Usiamo il passato per:
- descrivere azioni successe in un recente o distante passato (Sam phoned a moment
ago);
- descrivere un passato abituale (I smoked 40 cigarettes a day till I gave up);
Se non vengono espressi i momenti in cui l’azione è accaduta, questi si ritengono impliciti.
Il past progressive tense si forma con:
sogg. + to be al passato + verbo al pres. + ing
I was walking around
Ed ha 5 usi fondamentali:
- azioni temporanee in corso nel passato (It was raining all night);
- azioni in corso mentre qualcosa stava succedendo (When I was leaving the telephone
rang);
- azioni in corso nel medesimo tempo (While I was reading, Jane was playing the piano);
- azioni ripetute nel passato (When I worked here, I was always making mistakes);
- affermazioni formali.
3. The simple present perfect
Tale tempo serve ad indicare azioni passate, che hanno rapporto con il presente: azioni o
stati di cose che hanno avuto inizio nel passato e, senza aver subito interruzioni,
continuano ancora nel momento attuale (es.: I have only been in England for twenty
minutes).
Il present perfect viene usato anche in riferimento ad azioni o stati passati, quando il
tempo in cui accaddero non è indicato esplicitamente né implicitamente. Se il tempo è
indicato si usa il simple past. Il present perfect si usa con certi avverbi riferentisi a tempo
passato, ma indeterminato (I’ve often seen him in the street).
Il present perfect si compone:
sogg. + to have al simple present + verbo al participio
[She has spoken with us].
4. Future simple
Si costruisce:
sogg. + will + verbo al pres.
[It will rain tomorrow]
La forma negativa di will, pari a will not è won’t.
Si usa la forma futura composta da “going to” al posto di “will” quando:
- si fa una predizione futura (Look out! It’s going to rain);
- si vuole indicare un’intenzione (I’m going to practice the piano…);
- si vuole indicare un’azione pianificata (We’re going to spend our holidays in USA).
5. Imperativo
Usiamo l’imperativo per:
- offrire qualcosa (Have another sandwich);
- impartire qualcosa (Take the second street on the left);
- proibire (Don’t walk on this side of the street);
- dire qualcosa con enfasi (Look out!).
MODALI
1. Can e could
Come gli altri modali, can non vuole la –s alla terza persona singolare, non vuole il to
dell’infinito che segue e nelle forme interrogative e negative non richiede l’ausiliare do;
nelle risposte brevi si usa lo stesso modale della domanda, a meno che non si tratti di una
richiesta basata sulla volontà altrui.
[es.: Paul can play tennis]
Can si usa:
- per indicare abilità, capacità (Can you sky? Yes, I can/No, I can’t);
- per indicare possibilità e chiedere informazioni ( Can/Could you telle me how to get to
the station?);
-
per fare una richiesta a qualcuno, could è un modo un po’ più indiretto di fare la stessa
richiesta (Can/Could you answer the phone?);
per ordinare qualcosa (Can I have some sweets?)
Altri modali dal significato simile sono: MAY (un modo piuttosto formale di chiedere
qualcosa) e WOULD (usato per invitare, ma in modo + formale).
Visto che can non ha l’infinito, per le forme verbali derivate si userà il verbo “be able to”.
2. Must
I concetti di necessità e obbligo si esprimono con must oppure con il verbo have (got) to.
La grande differenza si ha nelle frasi negative, in quanto si distingue tra ciò che non si
deve fare in quanto proibito e ciò che non si deve fare in quanto non necessario:
- il significato di proibizione è reso con must not/mustn’t (You mustn’t cross when the
lights are red);
- il significato di non necessario è reso con needn’t, don’t have to (You needn’t/don’t
have to take the tents).
Must può anche indicare una deduzione basata su prove acquisite: in questo caso must è
utilizzato solo in frasi affermative (The spaghetti must be terrible).
3. Should
Ha il significato di dovere; si usa dove in italiano abbiamo di solito il condizionale.
Nella prima persona should è utilizzato per chiedere consigli, suggerimenti (Pensi che
dovrei?) ; nella seconda persona è utilizzato per dare suggerimenti e consigli (Dovresti…);
es.: Should I take a compass?
You should take a towel.
4. Will
L’uso di will, oltreché al tempo futuro, si ha nella seconda persona nelle frasi interrogative
per offrire qualcosa.
E’ possibile collocare i modali che esprimono i concetti di certezza, probabilità e incertezza
lungo una linea che va dal più certo al meno certo:
- will  buon grado di certezza;
- might/could  minor grado di certezza;
FORMA PASSIVA
Il passivo si forma con il verbo be al tempo appriopriato + il participio passato del verbo. Il
passivo è usato per mettere in prima posizione la cosa più importante, che diventa
soggetto della frase. Nella forma passiva l’agente è introdotto da by, ma esso è omesso
quando non si ritiene importante esplicitarlo. Quando la forma passiva è preceduta da un
modale si avrà il modale + be + part. Pass.
Es.: Roads were cracked by landslides.
The ball is hit with a bat.
Alexander Fleming was knighted in 1944.
They have proved that there is no life on the moon  It has been proved by them
You can buy videos like this one anywhere  Videos like this can be bought anywhere.
FRASI IPOTETICHE
Le frasi condizionali possono essere di diversi tipi, ma tutte le frasi condizionali consistono
in una parte introdotta da If che stabilisce la condizione e in un’altra parte (la proposizione
principale) che indica il risultato eventuale se la condizione si realizza. Le frasi condizionali
del primo tipo sono:
1) If + Present | will + verb
Es.: If birth control measures fail, the Earth will become overpopulated.
Nelle ipotesi di questo tipo l’azione introdotta da If è ritenuta probabile.
2) If + Present | Modal + verb
Es.: If it stops raining, we can go out.
Quando il futuro è espresso da un modale, il modale sostituisce will.
3) If + Present | Present
Es.: If you jump on the moon, you jump 5 m high.
If + Presente + Presente esprime un dato di fatto generale che non muta o non può
mutare.
4) If + Present | Imperative
Es.: If it rains, don’t come
Nella frase principale può esserci un imperativo invece di will.
DISCORSO INDIRETTO
Il passaggio dal discorso diretto a quello indiretto comporta di solito delle modifiche nel
tempo dei verbi, nei pronomi e negli avverbi di tempo sia in italiano che in inglese.
Discorso diretto
discorso indiretto
I live (present simple) 
I lived (past simple)
I’m living (present progressive) 
I was living (past progressive)
I lived (past simple) 
I had lived (past perfect)
I have lived (present perfect) 
I had lived (past perfect)
I’ll live (future) 
I would live
I can live 
I could live
I may live 
I might live
I must live 
I had to live
N.B.: se il verbo di comunicazione è al presente, il tempo del verbo non cambia:
- I’ll be back next Sunday
- She says she’ll came back next Sunday.
Cambiamenti si hanno anche per ciò che riguarda avverbi e aggettivi:
here  there;
today  that day;
yesterday  the day before;
ago  before;
last  the previous;
tomorrow  the following day;
next  the after.
Nel riportare il discorso diretto si usa per lo più il verbo say ma si può trovare anche il
verbo tell. Si usa say quando non è espressa la persona a cui si parla (She said she would
meet him at eight), l’uso di tell richiede invece che si indichi la persona a cui si parla, ma
senza il to (She told him she would meet at eight).