La cerimonia di consegna sabato 16 in Collegiata. Concerto e drammatizzazione musicale sulla vita del Patrono Premio alla memoria di Jone Ghirarduzzi Insegnò al liceo scientifico locale e si adoperò con capacità per una scuola valida che seguisse i giovani sia sul piano dell’istruzione sia sul piano della formazione della persona. Il suo impegno anche in politica Nell’anno che la nostra diocesi dedica ai giovani, e in cui la città di Fiorenzuola festeggia il cinquantenario del Liceo scientifico (nato come scuola autonoma il 1° ottobre del ‘54), il premio più prestigioso della cittadina valdardese, il premio San Fiorenzo, va all’indimenticata professoressa Jone Ghirarduzzi, che di quel liceo fu insegnante di filosofia, e che si profuse per fare amare ai giovani questa disciplina che più che una materia era per lei un modo di pensare, mai avulso dalla salda fede che la animava. Su questa figura attuale e significativa è caduta la scelta della commissione del premio dedicato al santo patrono di Fiorenzuola. Si tratta di un riconoscimento alla memoria, che arriva a quasi 30 anni dalla scomparsa della prof. Ghirarduzzi. Nata a Castell’Arquato nel 1908, morì a Piacenza, ospite del “Vittorio Emanuele”, nel ‘77. Ma tutta la sua vita la passò a Fiorenzuola, dove abitò, con la zia e la sorella, in una casa in piazza Marsala. il 16 concerto e consegna premio in collegiata. La consegna del premio, una statuetta d’argento raffigurante San Fiorenzo nei paramenti episcopali, racchiusa in un prezioso cofanetto, avverrà sabato 16 ottobre alle ore 21. In chiesa Collegiata andrà in scena per l’occasione l’atteso concerto che quest’anno vedrà assieme la Corale Città di Fiorenzuola, l’AMF (associazione musicale Fiorenzuola) e il Coro Giovani diretto dal maestro Roberto Sidoli, che per questa edizione, eccezionalmente, metterà in scena una drammatizzazione musicata sulla vita del patrono San Fiorenzo. Nell’intervallo tra i due tempi del concerto, spazio poi al ricordo della professoressa Ghirarduzzi. Verrà data lettura anche della motivazione della commissione del premio. Ecco cosa vi si legge: “La ricordiamo perché si è molto adoperata con capacità ed equilibrio per una scuola valida, che seguisse i giovani sia sul piano dell’istruzione sia sul piano della formazione integrale della persona”. Il ricordo dei suoi studenti. “La casa della Ghirarduzzi era austera eppure calda”, ricordano alcuni studenti che la visitarono più volte per avere in prestito i libri (non scolastici) che la professoressa dava loro, insieme a tanti buoni consigli per invitarli a “prendere sul serio la vita”. La signorina Ghirarduzzi, figura esile e solo apparentemente fragile, fu una persona di grande spessore; molto religiosa, respinse con la sua vita e il suo pensiero ogni tentazione verso l’individualismo e l’utilitarismo. Il sapere per lei non doveva essere il fine ultimo, ma lo strumento attraverso cui la persona riesce a vivere un rapporto autentico e responsabile con la società. “Tra le cose che amava dire , ricorda una sua studentessa di allora, c’era l’avvertenza a non fermarsi alla pura tecnica: nel nostro liceo dovevamo apprendere le capacità necessarie per realizzare lo sviluppo, senza diventarne però mai schiavi”. La Ghirarduzzi incoraggiò poi lo studio delle lingue “come strumento di solidarietà con altri popoli”. “Era molto esigente, spiegano gli ex studenti, ma fu capace di fare amare la filosofia a tutti, anche a quelli tra noi che erano più difficili: ci faceva sentire quella sete che ha spinto gli uomini a cercare di penetrare attraverso la ragione il senso della vita”. Il suo impegno in politica. La professoressa Ghirarduzzi ha profuso il suo impegno anche nella politica: vi ha operato per diversi anni e nel suo partito ha ricoperto ruoli di rilievo, “intendendolo sempre come servizio al bene sociale, improntandolo al dialogo e alla fedeltà ai suoi valori”. “Una figura, conclude la commissione, che merita di essere conosciuta dalla sua città e dai giovani ai quali augurerebbe ancora un apprendimento serio per una vita felice”. Donata Meneghelli