23 SETTEMBRE - 12 OTTOBRE 2014
Arte e Spettacolo Domovoj / Teatro Argot Studio
ENRICO IV (MA FORSE NO)
da LUIGI PIRANDELLO, Drammaturgia MATTEO TARASCO, Con SIDY DIOP
FEDERICO LE PERA, TIZIANO PANICI, BRENNO PLACIDO, Regia Scene e Luci
MATTEO TARASCO, Costumi CHIARA AVERSANO, Foto di Scena PINO LE PERA,
Organizzazione MARILIA CHIMENTI
Debutta in prima nazionale martedì 23 settembre alle ore 21.00 al Teatro Argot
Studio di Roma lo spettacolo Enrico IV (ma forse no) da Luigi Pirandello per la
drammaturgia e regia di Matteo Tarasco; in scena Sidy Diop, attore formatosi con la
Compagnia Lavia e visto nel ruolo di Tokumbo in Gomorra La Serie, Brenno
Placido visto sul grande schermo nel film La Bella Addormentata di Marco Bellocchio
e volto noto della fiction tv Tutti Pazzi per Amore insieme a Federico Le Pera che nel
2012 ricopre anche il ruolo de “Er Teatro Novo” nel format teatrale Dignità Autonome Di
Prostituzione. Nel ruolo di se stesso (ma forse no) Tiziano Panici, attore, regista e anche
direttore artistico del Teatro Argot Studio.
Lo spettacolo dopo la prima romana prosegue il suo tour nelle principali città Europee
presso tutti i Centri di Cultura Europei (Parigi, Berlino, Londra, Madrid) prima di tornare
in Italia per la Stagione 2015/2016, approderà al Lincoln Center Theatre di New York.
“Enrico IV (ma forse no) è un excursus drammaturgico all’interno di uno dei capolavori del
novecento, Enrico IV di Luigi Pirandello. Immaginiamo di raccontare la famosa storia
dell’uomo che si crede Re Enrico IV in seguito ad una caduta da cavallo durante una festa
in maschera, dal punto di vista dei finti consiglieri segreti, Arialdo, Ordulfo e Landolfo.
La nostra storia si svolge nel presente e si ambienta nel garage della grande villa dove
vive l’uomo che si crede Enrico IV. Questo luogo sotterraneo, squallido e oscuro, è al
contempo camerino e residenza dei tre “vassalli”, ovvero tre giovani attori disoccupati, i
quali, non trovando una “scrittura” migliore, hanno accettato il lavoro offerto loro da un
certo Di Nolli, parente dell’uomo che si crede Enrico IV. In questo sottosuolo, che è anche
luogo metaforico, le vite quotidiane dei tre giovani attori - Federico, Brenno e Tiziano - si
fondono con la vita inventata di Enrico IV, che mai apparirà in scena, ma che i “vassalli”
spiano attraverso i televisori del Circuito Chiuso. La nostra storia inizia nel giorno in cui è
atteso l’arrivo del sostituto di Tito, un quarto “vassallo” di recente scomparso in circostanze
misteriose. Ma per un errore del Di Nolli, o forse per un caso fortuito, giunge alla villa Said,
un migrante del Gabon, il quale, catapultato da un mondo lontano in questo palcoscenico
di pazzi, si troverà a dover recitare la parte di un improbabile Belcredi. In una sorta di
thriller grottesco si dipanerà un gioco delle parti ove nulla è come appare”.
MATTEO TARASCO
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