APPARATO SCHELETRICO

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APPARATO SCHELETRICO
Lo scheletro umano, formato da più di 200 ossa, è strutturato secondo le caratteristiche della nostra
specie e presenta delle differenze a seconda della razza, della costituzione, del sesso cosicché anche
da un solo osso è possibile conoscere con certezza la natura e le caratteristiche di ogni singolo
individuo.
Lo scheletro svolge una importante funzione di sostegno, dà appoggio alla testa, forma la gabbia
toracica su cui convergono gli arti superiori, scarica il peso del capo sugli arti inferiori grazie
all'espansione del bacino. Inoltre alcune ossa sono modellate in modo tale da formare delle cavità
destinate ad accogliere organi essenziali alla vita dell'organismo: le ossa craniche proteggono il
cervello, la gabbia toracica isola il cuore e i polmoni, nel bacino trovano sede gli organi di
riproduzione, mentre la colonna vertebrale protegge il midollo osseo.
Lo scheletro umano può essere suddiviso in due parti principali, una detta assiale, comprendente il
cranio, la colonna vertebrale e la gabbia toracica, e una detta appendicolare, comprendente gli arti
superiori e quelli inferiori.
La colonna vertebrale è l'elemento determinante di tutto il nostro sistema scheletrico visto che tutte
le ossa direttamente o indirettamente sono a essa collegate; formata da 32 o 33 vertebre è in grado
di garantire una gamma estremamente ampia di movimenti e una straordinaria flessibilità. Inoltre è
il luogo dove si concentra la maggiore produzione di midollo osseo in età adulta; infatti nei bambini
il midollo è presente in tutte le ossa, crescendo, questo si concentra soprattutto nelle vertebre, nelle
ossa della gabbia toracica, nel bacino e nelle ossa del cranio. Il midollo osseo è un tessuto
particolare, che provvede al rinnovamento dei globuli rossi, delle piastrine e dei globuli bianchi. Le
ossa servono anche come deposito di sostanze importanti quali il fosforo e il calcio che possono
essere all'occorrenza prelevate dal nostro organismo per mantenere costante la loro concentrazione
nel sangue.
Tradizionalmente le ossa si suddividono in ossa lunghe, come quelle degli arti superiori e inferiori,
ossa piatte, come il cranio, e ossa corte, come le vertebre. Esse sono in grado grazie alla loro
struttura di sopportare senza visibili deformazioni tutte le forze che vi si scaricano. Le ossa sono
costituite da un'estremità, epifisi, costituita da un tessuto osseo spugnoso, e da una parte lunga,
diafisi, formata da una parete di osso compatto al cui interno si trova una cavità che contiene il
midollo. In ogni tipo di ossa questa composizione varia, nelle lunghe prevale la diafisi, mentre in
quelle corte prevale il tessuto osseo spugnoso e le ossa piatte sono formate dal tessuto osseo
spugnoso che forma uno strato discontinuo con due strati di osso compatto.
Lo scheletro si rivela così una struttura leggera, ma di grande resistenza e flessibilità e in grado di
compiere una straordinaria gamma di movimenti grazie soprattutto alla presenza di articolazioni di
vario tipo e complessità. Infatti tutte le ossa dello scheletro sono collegate tra loro e fanno capo
direttamente o indirettamente alla colonna vertebrale. Le articolazioni sono formate dalle estremità
delle ossa che vengono a contatto, rivestite da un tessuto particolare, la cartilagine articolare e dai
legamenti, fasci di tessuto connettivo di varie forme e dimensioni, che consentono solo uno
specifico tipo di movimento.
Arti Inferiori: fanno parte dello scheletro appendicolare e le loro ossa costituiscono coscia, gamba e
piede.
Arti Superiori: fanno parte dello scheletro appendicolare e le loro ossa costituiscono braccio,
avambraccio e mano.
Bacino: su di esso si articolano gli arti inferiori e trovano posto gli organi riproduttivi.
Colonna vertebrale: è un supporto resistente e flessibile formato da 32 o 33 vertebre, che si estende
dalla nuca all'apice del coccige e costituisce l'involucro protettore del midollo spinale.
Gabbia toracica: è costituita da 12 paia di costole, che distaccandosi dalla colonna vertebrale e
congiungendosi anteriormente formano una cavità destinata a custodire cuore e polmoni.
Testa: costituita da 22 ossa, ha la funzione di racchiudere e proteggere l'encefalo.
TESTA
Nell'uomo la testa ha una forma ovoidale ed è formata da 22 ossa unite saldamente tra loro
mediante suture, in modo da fornire la massima protezione al nostro organo più delicato, l'encefalo.
La saldatura di queste ossa non è presente alla nascita ma avviene soltanto in seguito: è per questo
che nei bambini fino ai due anni sono evidenti tra esse degli spazi, le cosiddette fontanelle.
Lo scheletro del capo si può dividere in cranio e ossa facciali.
Nel primo sono evidenti otto ossa: frontale, due temporali, etmoide, sfenoide, due parietali e
occipitale, grazie al quale il cranio si articola con le prime due vertebre cervicali. L'osso frontale,
l'etmoide e lo sfenoide concorrono a formare le cavità orbitali destinate a contenere l'occhio e i suoi
muscoli.
Le ossa facciali aderiscono alla parte anteriore della base del cranio e con la loro conformazione e i
loro reciproci rapporti concorrono alla delimitazione di grandi e importanti spazi quali le cavità
orbitali, le fosse nasali e la bocca. L'osso zigomatico per esempio forma un ponte fra le ossa del
cranio e la mascella andando a costituire la parete laterale delle fosse orbitali. L'osso nasale inserito
fra il frontale e il mascellare dà inserzione alla radice del naso, mentre l'osso mascellare costituisce
la parte superiore della bocca, ovvero il palato, e su di esso si impianta l'arcata. È importante
ricordare che tutte le ossa della testa sono fisse, o meglio non sono in grado di compiere movimenti
a esclusione della mandibola che si articola con le due ossa parietali e costituisce la parte inferiore
della nostra bocca.
Mandibola: si articola con le due ossa temporali ed è l'unico osso della testa in grado di compiere
un'ampia gamma di movimenti.
Osso etmoide: concorre a formare la base del cranio e le fosse orbitali.
Osso frontale: costituisce la nostra fronte e l'arcata sopraccigliare.
Osso mascellare: costituisce la parte superiore della bocca, su cui si impianta l'arcata dentaria e
chiude le fossa nasali.
Osso nasale: costituisce l'impalcatura delle pareti e del dorso del naso.
Osso occipitale: costituisce la parte posteriore della testa.
Osso occipitale: costituisce la parte posteriore della testa.
Osso parietale: costituisce la parte superiore della testa.
Osso sfenoide: costituisce le pareti laterali della testa e le fosse orbitali.
Osso temporale: costituisce la parte laterale della testa e al suo interno trovano posto l'orecchio
medio e quello interno.
Osso zigomatico: forma un ponte fra la mascella e le ossa del cranio e partecipa alla costituzione
della parete laterale della cavità orbitale.
Osso zigomatico: forma un ponte fra la mascella e le ossa del cranio e partecipa alla costituzione
della parete laterale della cavità orbitale.
GABBIA TORACICA
La struttura della gabbia toracica si impernia sul tratto dorsale della colonna vertebrale: a esso fa
capo una doppia serie di dodici costole che si distaccano lateralmente e grazie all'interposizione di
uno strato cartilagineo si curvano ad arco per congiungersi in avanti allo sterno. Questo strato di
cartilagine è presente solo per le prime sette vertebre, in quanto le tre successive si uniscono
all'ultima soprastante e le ultime due sono libere. Risulta così delimitata la cavità toracica, il cui
volume varia a seconda dell'inclinazione delle costole e che è abbastanza robusta da proteggere il
cuore e i polmoni, che vi sono contenuti.
La colonna vertebrale a cui essa è collegata , è composta di 32 o 33 vertebre, in cui si distinguono 7
vertebre cervicali, 12 dorsali, 5 lombari, 5 sacrali, queste ultime saldate insieme a formare l'osso
sacro e 4 coccigee. Proprio l'essere suddivisa in segmenti garantisce alla colonna una straordinaria
flessibilità. Le vertebre sono costituite da un corpo di dimensione crescente dalle cervicali alle
lombari, da un arco osseo che circonda e protegge il midollo e da dei legamenti che da esse
fuoriescono e che le collegano consentendo così i movimenti. Gli eventuali urti vengono assorbiti
da dei dischi di cartilagine posti tra una vertebra e l'altra.
Colonna vertebrale: è un supporto resistente e flessibile formato da 32 o 33 vertebre, che si estende
dalla nuca all'apice del coccige e costituisce l'involucro protettore del midollo spinale.
Coste: 24 ossa di forma allungata e arcuata che si dipartono dalle vertebre dorsali per unirsi
anteriormente allo sterno mediante una parte cartilaginea.
Gabbia toracica: è costituita da 12 paia di costole, che distaccandosi dalla colonna vertebrale e
congiungendosi anteriormente formano una cavità destinata a custodire cuore e polmoni.
Sterno: osso piatto, situato nella parte anteriore e mediana del torace, su cui si articolano le
clavicole e le prime sette costole.
Vertebra cervicale: costituiscono la prima parte della colonna vertebrale e sostengono la testa.
Vertebra dorsale: da esse partono le costole che vanno a formare la gabbia toracica.
Vertebra lombare: si tratta di 5 vertebre di ragguardevoli dimensioni.
ARTI SUPERIORI
L'arto superiore è collegato al tronco attraverso l'articolazione formata dalla scapola e dalla
clavicola, che a sua volta si articola con lo sterno. La scapola, saldamente legata al torace da molti e
robusti fasci muscolari, è un osso piatto di forma triangolare.
L'omero, che rappresenta lo scheletro del braccio, è un osso lungo la cui parte superiore, o epifisi, si
allarga a sostenere l'articolazione con la scapola, mentre quella inferiore è appiattita e termina con
due superfici articolari che sono rispettivamente collegate all'ulna e al radio; due fossette superiori
sovrastano queste superfici e servono ad alloggiare l'ulna durante i movimenti del gomito.
L'ulna e il radio, che costituiscono lo scheletro dell'avambraccio, sono legati tra loro da una robusta
membrana; l'ulna si trova all'interno, mentre la parte terminale del radio si articola con le ossa del
carpo e quindi con lo scheletro della mano.
Carpo: complesso di 8 ossa che formano parte dello scheletro del polso.
Clavicola: osso del torace fatto a S che articolandosi con la scapola sostiene il braccio.
Falangi: segmenti ossei che, articolati fra loro, costituiscono le dita, due per il pollice e tre per le
altre dita.
Mano: costituita da 26 ossa e 19 elementi muscolari, è l'organo che permette la presa.
Metacarpo: gruppo di 5 ossa che costituiscono il palmo della mano e su cui si articolano le ossa
delle dita.
Omero: osso lungo che costituisce lo scheletro del braccio e unendosi rispettivamente con il radio e
con l'ulna forma l'articolazione del gomito.
Radio: osso lungo che articolandosi superiormente con l'omero e infariormente con l'ulna forma lo
scheletro dell'avambraccio.
Scapola: osso triangolare che articolandosi con la clavicola sostiene il braccio.
Ulna: osso lungo che articolandosi con il radio forma lo scheletro dell'avambraccio.
MANO
La mano è forse la parte del corpo umano dove sono presenti il maggior numero di elementi ossei,
circa 26, e muscolari, 19, oltre a numerosissime terminazioni nervose, che la rendono estremamente
sensibile; tutto questo fa della mano, insieme al cervello, l'elemento che ha determinato l'elevato
sviluppo sociale dell'uomo.
Lo scheletro della mano comprende un nucleo, il carpo, costituito da otto piccole ossa, che si
suddividono in due file: la prima si articola il radio, formando il polso e la seconda con le ossa
metacarpali, cinque segmenti allungati. Su di queste si articolano a loro volta le falangi, che
costituiscono lo scheletro delle dita: due per il pollice e tre per le altre dita e presentano nella parte
terminale un appiattimento in corrispondenza del polpastrello.
Carpo: complesso di 8 ossa che formano parte dello scheletro del polso.
Falangi: segmenti ossei che, articolati fra loro, costituiscono le dita, due per il pollice e tre per le
altre dita.
Metacarpo: gruppo di 5 ossa che costituiscono il palmo della mano e su cui si articolano le ossa
delle dita.
ARTI INFERIORI
Gli arti inferiori sono collegati alla colonna vertebrale dal bacino, formato dalle due ossa dell'anca o
iliache, tra le quali si incastra l'osso sacro.
Sull'osso dell'anca si articola il femore, l'osso lungo che costituisce lo scheletro della coscia e la cui
parte terminale si articola con la tibia mediante due superfici curve che sono divise posteriormente,
ma unite davanti da un'area in cui trova posto la rotula. Quest'osso a forma di disco si incastra nello
spessore del tendine del muscolo della coscia e impedisce alla gamba di flettersi anteriormente. La
gamba è sostenuta da due ossa, all'interno la tibia e all'esterno il perone. La prima si articola
direttamente con il femore e con il perone che è, invece, più corto. Inferiormente le due ossa
presentano un'articolazione reciproca e formano insi1eme al calcagno una superficie a U, le cui
pareti costituiscono i malleoli e al cui interno si incastra la prima delle sette ossa del tarso. Le altre
sei si dispongono su un'unica fila e si articolano con le ossa del metatarso, sulle quali a loro volta si
articolano le falangi, molto simili per numero e disposizione a quelle della mano anche se
notevolmente più corte.
Falangi: segmenti ossei che, articolati fra loro, costituiscono le dita dei piedi, simili a quelle delle
mani, ma molto più piccole.
Femore: forma lo scheletro della coscia ed è l'osso più lungo del nostro corpo, si articola
superiormente con l'ileo e nel ginocchio con rotula e tibia.
Metatarso: parte dello scheletro del piede, posto tra il tarso e le dita, corrispondente all'impalcatura
ossea della pianta.
Osso dell'anca: è formato da tre ossa, ileo, ischio e pube che si saldano solo durante la pubertà.
Osso sacro: è costituito dalle ultime 5 vertebre saldate fra loro.
Perone: osso lungo della gamba, situato parallelamente e lateralmente alla tibia, con cui si articola
alle estremità superiore e inferiore.
Rotula: osso a forma di disco situato nella parte anteriore dell'articolazione del ginocchio,
impedisce alla gamba di flettersi all'indietro.
Tarso: gruppo di 7 ossa che costituiscono la parte posteriore dello scheletro del piede, articolandosi
parzialmente con le ossa della gamba.
Tibia: costituisce con il perone lo scheletro della gamba, articolandosi superiormente con il femore
e inferiormente con le ossa del tarso; è il più voluminoso e robusto osso del nostro corpo.
APPARATO MUSCOLARE
I muscoli sono più di 600 e costituiscono circa il 40% del nostro peso corporeo; dai grandi muscoli
della spalla o delle gambe fino ai piccoli muscoli situati nelle orbite oculari, che fanno muovere
l'occhio, tutti contribuiscono a dare al corpo una straordinaria capacità di movimento.
Essi si possono distinguere in base alle loro funzioni in muscoli volontari, o scheletrici, e muscoli
involontari e muscolo cardiaco; e in base alla loro struttura in muscoli striati e muscoli lisci.
I muscoli scheletrici sono organi effettori ovvero consentono all'organismo di rispondere a uno
stimolo proveniente dal sistema nervoso, eseguendo un determinato movimento. Possiedono la
capacità di contrarsi e rilasciarsi successivamente. I muscoli sono connessi alle ossa mediante
robuste formazioni di tessuto fibroso, i tendini, che si accorciano quando il muscolo si contrae,
determinando l'avvicinamento delle due ossa su cui sono inseriti e di conseguenza il movimento.
Essi si possono suddividere in muscoli profondi, quando sono connessi solo a ossa, e muscoli
pellicciai quando uno dei punti di attacco è la cute. Questi ultimi sono i muscoli della faccia o
mimici in quanto la loro contrazione modifica l'atteggiamento della cute del volto dando luogo alle
espressioni mimiche.
I muscoli scheletrici sono muscoli volontari ovvero si contraggono su nostro comando, anche se
possono farlo in seguito a uno stimolo riflesso non volontario.
I muscoli lisci sono invece involontari e sono inseriti nella struttura dei visceri. Essi consentono,
senza l'intervento della nostra volontà, la motilità automatica degli organi, come quella che
determina la progressione del cibo nel tubo digerente o quella che controlla le variazioni di
dimensione dei vasi arteriosi per la regolazione della circolazione sanguigna. Si tratta di muscoli
che si contraggono con minor rapidità di quelli scheletrici, ma in cui lo stato di contrazione può
durare più a lungo.
Il terzo tipo di tessuto muscolare si trova esclusivamente nella parete del cuore e forma il
miocardio. In esso si combinano le caratteristiche dei muscoli striati e di quelli lisci: infatti è capace
di una contrazione rapida e ripetuta, ma involontaria.
Bicipite: eleva e adduce il braccio, contribuisce alla flessione dell'avambraccio.
Deltoide: eleva e adduce il braccio.
Dentato anteriore: eleva la spalla o le costole.
Estensore lungo delle dita: consente l'estensione delle dita.
Gastrocnemio: consente il movimento della gamba.
Grande pettorale: contribuisce al movimento del braccio e all'elevazione del torace.
Ileopsoas: flette e ruota la coscia, inclina avanti e lateralmente il busto.
Muscoli facciali: consentono il mutamento dell'espressione del volto.
Obliquo esterno: abbassa le costole (espirazione) e flette il torace sul bacino.
Quadricipite: estende la gamba, flette la coscia sul bacino .
Retto dell'addome: flette il tronco e comprime gli organi addominali.
Sartorio: flette gamba e coscia, fa ruotare lateralmente la coscia.
Sternocleidomastoideo: flette la testa sulla colonna cervicale, facendola inclinare da un lato o
ruotare in senso inverso.
Tibiale anteriore: adduce e ruota il piede.
Trapezio: alza la spalla, flette e ruota la testa.
MUSCOLO
Caratteristica dei muscoli è la contrazione, che si può identificare come isotonica, quando il
muscolo si accorcia notevolmente, per esempio nel sollevamento di un peso, e come isometrica,
quando si esercita una forza senza una accorciamento considerevole, per esempio nello stare eretti. I
muscoli isometrici hanno solitamente il compito di sostenere il peso del corpo e sono formati da
fibre piuttosto brevi, mentre i muscoli isotonici intervengono nei movimenti di flessione, come per
il braccio, hanno fibre più lunghe, ma sviluppano una forza inferiore ai primi.
Un muscolo, di qualsiasi genere, si contrae sempre in occasione di uno stimolo nervoso. Nei
muscoli scheletrici, per esempio, arrivano numerose fibre nervose motrici e fibre nervose sensitive.
Le prime provvedono a trasmettere lo stimolo, proveniente dal cervello, necessario alla contrazione
del muscolo, mentre le seconde sono collegate a organelli chiamati recettori che registrano e
comunicano al cervello le sensazioni di dolore, pressione e tatto. Queste possono scatenare a loro
volta movimenti riflessi, ovvero indipendenti dalla nostra volontà.
Fibre nervose motrici: trasmettono lo stimolo nervoso.
Fibre nervose sensitive: comunicano al cervello le sensazioni di dolore, pressione e tatto.
Muscolo bicipite: eleva e adduce il braccio, contribuisce alla flessione dell'avambraccio.
Omero: osso lungo che costituisce lo scheletro del braccio.
FIBRA MUSCOLARE LISCIA
I muscoli lisci sono costituiti da cellule contenenti un solo nucleo, ricche di sarcoplasma e dotate di
pochi elementi contrattili; le fibrocellule sono connesse tra loro tramite giunzioni che consentono il
passaggio dello stimolo nervoso da un elemento all'altro.
Esse costituiscono la parete interna degli organi viscerali, come stomaco e intestino, in cui le
contrazioni sono lente, involontarie e possono durare anche qualche minuto senza che si verifichi
una conseguente sensazione di fatica grazie al loro basso consumo di ossigeno .
Cellule muscolari lisce: costituiscono la parete interna degli organi viscerali.
Nucleo: elemento centrale della cellula costituente la fibra muscolare.
FIBRA MUSCOLARE STRIATA
Le fibre muscolari striate costituiscono la struttura dei muscoli volontari o scheletrici. Essi sono
formati da cellule dotate di più di un nucleo. Gli elementi costitutivi delle fibre muscolari striate
sono il sarcolemma, ovvero la membrana esterna che avvolge la fibra, il sarcoplasma, elemento
cellulare costituente il nucleo, e le miofibrille, ovvero l'apparato contrattile vero e proprio. Esse
appaiono al microscopio dotate di bande alternativamente chiare e scure, che sono filamenti di due
diverse proteine, l'actina e la miosina. Queste sono disposte in modo tale da consentire alle
miofibrille, all'arrivo dello stimolo nervoso, di scorrere in direzioni opposte, intercalandosi fra di
loro, e causando la contrazione del muscolo.
Banda chiara: è costituita dai filamenti di una proteina, l'actina.
Banda scura: è costituita dai filamenti di una proteina, la miosina.
Miofibrille: sono gli elementi contrattili veri e propri.
Reticolo sarcoplasmatico: elemento cellulare costituente il nucleo.
Sarcolemma: membrana che riveste esternamente le fibre muscolari.
APPARATO RESPIRATORIO
La respirazione, segnalata dal visibile abbassarsi e alzarsi della cassa toracica, è una delle funzioni
fondamentali dell'organismo umani e dipende dall'espansione e dallo svuotamento dei polmoni.
All'apparato respiratorio è affidato il processo di ematosi, ovvero il processo grazie al quale il
sangue si carica di ossigeno e si impoverisce di anidride carbonica, prodotta dalle reazioni chimiche
che avvengono nei nostri organi. Dal punto di vista meccanico possiamo paragonare la respirazione
al funzionamento di una pompa ad aria: i due movimenti che assicurano l'assunzione di aria
dall'esterno e l'eliminazione dell'anidride carbonica sono l'inspirazione e l'espirazione, che
avvengono grazie alla contrazione e al rilassamento di alcuni muscoli come il diaframma. Questo è
posto alla base della cassa toracica e consente ai polmoni, abbassandosi, di espandersi e alzandosi di
svuotarsi .
Il sistema respiratorio è composto da una serie di organi che portano l'aria ai polmoni: l'aria entra
tramite le narici, dove viene filtrata, riscaldata e umidificata grazie a una ricca vascolarizzazione
della mucosa, che ne ricopre la parete interna, e alla presenza di peli. Da qui passa attraverso la
faringe, situata dietro la lingua, da questa alla laringe e poi all'albero tracheo-bronchiale. La laringe
è una sorta di piccola scatola all'interno della quale trovano posto le corde vocali; tra essa e la
faringe si trova l'epiglottide, una piega che impedisce al cibo di entrare nei nostri polmoni. Appena
sotto la laringe si trova la trachea, un robusto tubo formato da anelli di cartilagine, che convoglia
l'aria dalle vie aree ai polmoni, ove si divide in due rami, i bronchi. Questi si dirigono ciascuno
verso il proprio polmone, suddividendosi ulteriormente in bronchioli e poi in alveoli. È a questo
livello, grazie alla presenza di capillari e all'estrema sottigliezza delle pareti degli alveoli, che
avviene l'ossigenazione del sangue. La parte dell'albero bronchiale, che arriva ai bronchioli, è quasi
esclusivamente deputata alla funzione di trasporto, mentre negli alveoli è lo scambio gassoso a
prevalere.
Con l'aria possono entrare nel nostro organismo particelle estranee che solitamente vengono espulse
quasi subito grazie ai vortici che si creano nelle prime vie aeree e che le fanno aderire alla mucosa;
grazie ai movimento delle vibrisse che ricoprono la parete interna del naso le particelle vengono
espulse. Nel caso in cui il materiale inalato sia particolarmente irritante o voluminoso scattano dei
riflessi che portano alla chiusura dell'epiglottide e al meccanismo della tosse.
Il processo di respirazione è automatico, cioè avviene senza il nostro intervento grazie ai centri
nervosi, che inviano impulsi al muscolo diaframmatico e ai muscoli polmonari. Il nostro apparato
respiratorio è in grado di ricambiare circa 8 litri di aria al minuto fino a arrivare ai 200 litri in
condizioni di stress fisico.
Alveoli: parte terminale dei bronchioli, all'interno dei quali avviene l'ossigenazione del sangue.
Bronchi: rami in cui si suddivide la trachea e che hanno essenzialmente una funzione di trasporto
dell'aria.
Cavità pleurica: cavità in cui è immerso il polmone e il cui liquido gli consente l'espansione senza
attrito.
Faringe: organo comune all'apparato digerente e respiratorio, comunica con l'esofago.
Laringe: canale lungo 4-5 cm posto davanti all'esofago, all'interno del quale sono contenute le corde
vocali.
Narici: orifizi che consentono il passaggio dell'aria, che qui viene riscaldata e umidificata grazie a
una ricca vascolarizzazione e alla presenza di peli.
Polmoni: organi destinati alla respirazione e all'ossigenazione del sangue.
Setto nasale: lamina cartilaginea che separa le narici.
Trachea: condotto, costituito da robusti anelli di cartilagine, che dalle vie aree superiori convoglia
l'aria ai polmoni
POLMONI
I polmoni sono due organi simmetrici contenuti all'interno della gabbia toracica e divisi da uno
spazio mediano, all'interno del quale trovano posto esofago, trachea e cuore. Essi hanno una forma
grossolanamente conica e poggiano sul diaframma. Il polmone destro è più voluminoso ed è diviso
in tre lobi, mentre il sinistro è leggermente incurvato di lato per far posto al cuore ed è diviso in due
lobi. I lobi si suddividono ulteriormente in parti sempre più piccole, i lobuli.
All'interno dei polmoni penetrano i bronchi, che si suddividono in rami sempre più sottili e
numerosi, i quali si distribuiscono in tutto il tessuto. Essi mantengono una struttura cartilaginea fino
al livello dei lobuli, dove assumono una struttura muscolare liscia molto sottile. Qui il bronchiolo si
ramifica originando gli alveoli, piccole sacche a fondo cieco, in cui avviene l'ossigenazione del
sangue.
Ogni polmone è rivestito da una membrana sierosa, la pleura , che riveste anche la cavità toracica; il
polmone in questo modo risulta immerso in una sorta di sacca, la cavità pleurica, all'interno della
quale è presente un liquido che gli consente di abbassarsi e sollevarsi senza attrito.
Anelli di cartilagine: garantiscono elasticità alla trachea durante il passaggio dell'aria.
Bronchi intrapolmonari: prima ramificazione del bronco all'interno dei lobuli.
Bronchi: rami in cui si suddivide la trachea e che hanno essenzialmente una funzione di trasporto
dell'aria.
Lobi inferiori: suddivisione del polmone.
Lobo medio: suddivisione del polmone.
Lobuli polmonari: ulteriore suddivisione dei lobi polmonari.
Polmone destro: è di dimensioni maggiori del sinistro ed è diviso in tre lobi.
Rami bronchiali: ramificazioni del bronco.
Trachea: condotto, costituito da robusti anelli di cartilagine, che dalle vie aree superiori convoglia
l'aria ai polmoni
Lobo superiore: suddivisione del polmone.
ALVEOLI
Gli alveoli polmonari sono piccole sacche, raccolte in grappoli, ricche di vasi sanguigni molto
minuti, i capillari. Essi sono costituiti da un tessuto epiteliale molto sottile e permeabile grazie al
quale può avvenire lo scambio di aria con il sangue che scorre nei capillari.
I rami dell'arteria polmonare, una volta penetrati nei polmoni, seguono le ramificazioni dei bronchi
fino agli alveoli dove diventano capillari. Qui l'ossigeno è spinto a legarsi all'emoglobina, sostanza
trasportata dal sangue, mentre l'anidride carbonica si diffonde dal sangue nell'alveolo per poi essere
eliminata.
I nostri polmoni possiedono circa 300 milioni di alveoli che distesi su di una superficie piana
coprirebbero un'area di 60 m², ovvero 40 volte la superficie della nostra pelle.
Alveoli polmonari: parte terminale dei bronchioli, all'interno dei quali avviene l'ossigenazione del
sangue.
Arteriola: arteria di ridotte dimensioni.
Capillari sanguigni: vasi le cui ridottissime dimensioni consentono lo scambio di sostanze con i
tessuti.
Parte terminale di un bronchiolo: suddivisione dei bronchi, ha una struttura muscolare
estremamente sottile.
Venula: vene di ridotte dimensioni.
APPARATO CIRCOLATORIO
Si tratta dell'apparato che provvede alla circolazione del sangue in tutto l'organismo, la cui
importanza sta nelle funzioni che svolge: una funzione nutritiva per le sostanze trasportate,
depurativa in quanto raccoglie gli elementi di rifiuto, destinati a essere eliminati attraverso i reni,
difensiva per le proprietà di alcune cellule e infine correlativa perché consente lo scambio di alcuni
principi che concorrono alla reciproca regolazione degli apparati.
È formato dal cuore e da un complesso di vasi, suddivisi in arterie, vene e capillari, all'interno dei
quali scorre il sangue. Le arterie fuoriescono direttamente dal cuore e trasportano il sangue verso la
periferia del corpo, mentre le vene portano il sangue dalla periferia al cuore. I capillari sono invece
vasi di ridottissime dimensioni, che formando i letti capillari, consentono lo scambio di sostanze fra
il sangue e i tessuti che attraversano. Si può pensare ai vasi sanguigni come a un immenso sistema
di canali navigabili, lungo alcune migliaia di chilometri.
Il sangue ha la necessità di rifornirsi di ossigeno prima di essere spinto dal cuore in tutto il nostro
organismo; in base a questa caratteristica si differenziano due tipi di circolazione: quella polmonare,
o piccolo circolo, e quella sistemica, o grande circolo, destinata all'irrorazione di tutto il corpo. In
entrambe il sangue procede verso la periferia in vasi sempre più piccoli e numerosi e ritorna al
cuore in vasi meno numerosi e più grossi.
La circolazione polmonare ha inizio dall'arteria polmonare che trasporta il sangue venoso, cioè
ricco di anidride carbonica, nei polmoni. Qui i vasi assottigliandosi consentono lo scambio tra il
sangue e l'aria contenuta negli alveoli polmonari. A questo il punto il sangue procede verso il cuore
da dove grazie alla contrazione di uno speciale muscolo, il miocardio, viene pompato nell'aorta e da
qui in tutto il corpo. Il miocardio contraendosi consente al cuore di funzionare in modo ritmico
alternando due fasi: diastole, o fase di riempimento e sistole, o fase di svuotamento. Nella prima i
ventricoli si riempiono del sangue proveniente dalle vene, mentre nella seconda si svuotano
spingendo il sangue nell'aorta e nella arteria polmonare. Questo movimento dà origine al battito
cardiaco.
Della grande circolazione fanno parte altri due sistemi un po' speciali: quello delle arterie coronarie,
importante in quanto porta ossigeno al cuore, permettendogli di funzionare, e quello della vena
porta, che consente ai prodotti della digestione prelevati dall'intestino di raggiungere il fegato dove
verranno ulteriormente elaborati.
Il sangue può essere definito come un tessuto formato da un liquido, il plasma, e da elementi
cellulari in esso sospesi, i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. Il plasma, che, separato dai
globuli rossi ha un colore giallino, ha il compito di trasportare alcune sostanze, come proteine,
vitamine e ormoni, nei luoghi di utilizzo o di eliminazione. I globuli rossi consentono il trasporto
dell'ossigeno grazie a una sostanza in essi contenuta, l'emoglobina; la loro vita media è di 120 giorni
e vengono distrutti nel fegato e nella milza; si pensi che vengono eliminati circa 2 milioni di globuli
rossi al minuto. I globuli bianchi svolgono una funzione difensiva contro aggressioni al nostro
organismo portate da batteri e virus. Le piastrine contribuiscono alla coagulazione del sangue.
Infatti quando un vaso sanguigno si rompe, in occasione di una ferita, nel sangue si attiva il
processo di coagulazione a cui contribuiscono le piastrine e numerosi altri fattori, che come risultato
danno una sostanza chiamata fibrina che svolge la funzione di un vero e proprio tappo.
Arteria aorta: è il vaso principale della grande circolazione e da essa prendono origine le principali
arterie.
Cuore: organo muscolare che costituisce il centro motore dell'apparato circolatorio.
Vena cava inferiore: riceve il sangue proveniente dall'addome e dagli arti inferiori.
Vena cava superiore: raccoglie il sangue proveniente dal capo, dal tronco e dagli arti superiori.
CUORE
Grande poco più di una mano serrata a pugno il cuore è formato in massima parte da un particolare
tessuto muscolare, il miocardio. Questo associa le caratteristiche dei muscoli striati e di quelli lisci,
infatti è in grado di contrarsi ritmicamente e in continuazione, indipendentemente dalla nostra
volontà.
Posto tra i polmoni, all'incrocio fra grande e piccola circolazione , il cuore ha la funzione di una
pompa che mantiene il sangue in costante attività. Immaginando di scoperchiarlo possiamo notare
quattro cavità comunicanti due a due, ovvero due sezioni divise da un setto continuo, una sezione
venosa e una arteriosa. In ogni sezione si distinguono un atrio e un ventricolo comunicanti
attraverso un orifizio fornito di una valvola che regola ritmicamente l'afflusso di sangue,
impedendogli di tornare indietro. Nella sezione venosa, quella di destra, la valvola è costituita da tre
membrane filamentose e per questo è detta valvola tricuspide, mentre nella sezione di sinistra, dove
si contano solo due membrane, è detta valvola bicuspide o mitrale. Il sangue arriva al cuore dalle
vene cave e dal seno coronarico, passa dall'atrio destro nel ventricolo destro e da qui ai polmoni
attraverso l'arteria polmonare, anch'essa fornita di tre valvole, dette semilunari, che impediscono al
sangue di tornare nel ventricolo. Una volta ossigenato il sangue ritorna al cuore attraverso le quattro
vene polmonari, passa nel ventricolo sinistro e quindi nell'aorta, fornita anch'essa di valvole
semilunari, per essere distribuito attraverso la grande circolazione. Questo avviene grazie alla
continua contrazione del muscolo cardiaco, in cui si distinguono due fasi, diastolica, o di
riempimento e sistolica o di svuotamento. Nella fase diastolica il sangue giunge nell'atrio destro
attraverso le vene cave e in quello sinistro attraverso le vene polmonari e spinto nei ventricoli
attraverso le valvole atrioventricolari; nella fase sistolica invece il sangue viene pompato dal
ventricolo sinistro nell'aorta e dal ventricolo destro nell'arteria polmonare. Queste due fasi si
susseguono in continuazione determinando la pressione del sangue.
Il cuore è fissato nella sua posizione oltre che dalle vene anche da un sacco fibroso che lo avvolge,
il pericardio, che appunto lo ancora saldamente al diaframma. Le sue dimensioni si aggirano intorno
ai 10 cm di lunghezza, 10 di larghezza e 5 di spessore, ha un peso intorno ai 300/350 grammi. È un
muscolo in costante attività e in grado di sviluppare una notevole potenza, si pensi che arriva a
battere mediamente 100.000 volte in un giorno e a pompare dai 5 litri di sangue al minuto in
condizioni normali fino ai 25 in condizioni di stress fisico.
Arteria aorta: è il vaso principale della grande circolazione e da essa prendono origine le principali
arterie.
Arteria brachiocefalica: si origina dall'aorta e si divide in carotide comune sinistra e succlavia.
Arteria brachiocefalica: si origina dall'aorta e si divide in carotide comune sinistra e succlavia.
Arteria carotide sinistra: è destinata all'irrorazione della testa.
Arteria carotide sinistra: è destinata all'irrorazione della testa.
Arteria polmonare: esce dal ventricolo destro per diramarsi nei polmoni.
Arteria succlavia sinistra: è destinata all'irrorazione dell'arto superiore.
Atrio destro: qui sboccano le vene cave che trasportano il sangue venoso.
Corde tendinee: uniscono le cuspidi delle valvole ai muscoli papillari.
Muscoli papillari: gruppo di fasci di fibre miocardiche.
Setto interventricolare: è la parete che separa i due ventricoli del cuore.
Valvola mitrale: valvola posta tra l'atrio e il ventricolo sinistro.
Valvola semilunare polmonare: valvola posta tra il ventricolo destro e l'arteria polmonare.
Valvola tricuspide: si trova nella sezione venosa, collega atrio e ventricolo destro, impedendo il
reflusso del sangue nell'atrio.
Vena cava inferiore: riceve il sangue proveniente dall'addome e dagli arti inferiori.
Vena cava superiore: raccoglie il sangue proveniente dal capo, dal tronco e dagli arti superiori.
Ventricolo destro: riceve il sangue proveniente dalle vene cave e lo spinge nell'arteria polmonare.
Ventricolo sinistro: riceve il sangue ossigenato e lo spinge nell'arteria aorta.
SISTEMA ARTERIOSO
Le arterie sono i vasi che portano il sangue dal cuore verso la periferia. Derivano tutte dalla
ramificazione di due arterie maggiori, l'aorta che esce dal ventricolo sinistro e dà origine alla grande
circolazione e l'arteria polmonare, che fuoriesce dal ventricolo destro e dà inizio alla piccola
circolazione. Allontanandosi dal cuore si suddividono in rami destinati alle varie parti del corpo e
diminuiscono di dimensione, prendendo il nome di arteriole e arteriuzze e trasformandosi poi in
capillari.
Il sangue ha qui carattere arterioso o meglio trasporta ossigeno grazie all'emoglobina e, attraverso il
plasma, sostanze nutritive provenienti dall'apparato digerente; dopo aver percorso le ramificazioni
dell'aorta il sangue arriva ai capillari dove cede ossigeno e sostanze nutritive ai diversi organi e
tessuti.
Arteria aorta: è il vaso principale della grande circolazione e da essa prendono origine le principali
arterie.
Arteria brachiale: partecipa attraverso la sua ramificazione alla vascolarizzazione del braccio.
Arteria carotide: arteria destinata all'irrorazione del collo e della testa.
Arteria femorale: è destinata all'irrorazione dell'arto inferiore, del quadricipite e del ginocchio.
Arteria radiale: ramo terminale dell'arteria brachiale, su di essa il medico valuta il battito del cuore.
Arteria succlavia: si trova a sinistra dell'aorta e convoglia il sangue all'arto superiore.
Arteria tibiale: è destinata all'irrorazione della gamba e del ginocchio.
Arteria ulnare: ramo terminale dell'arteria brachiale.
Cuore: organo muscolare che costituisce il centro motore dell'apparato circolatorio.
SISTEMA VENOSO
Il sistema venoso ha origine alla periferia del nostro organismo dai capillari che aumentano via via
di dimensione per la confluenza di altri vasi, divenendo progressivamente venule e poi vene. Esse
trasportano nella grande circolazione il sangue ricco di rifiuti proveniente da organi e tessuti e nella
piccola il sangue ricco di ossigeno proveniente dai polmoni. Molte seguono il corso delle arterie in
numero di due per ciascuna e quindi sono molto più numerose. Tutto il sangue venoso perviene alle
vene cave, in quella superiore convergono i vasi provenienti dal capo, dal tronco e dagli arti
superiori, mentre in quella inferiore le vene provenienti dagli arti inferiori e dall'addome.
Vena cava inferiore: riceve il sangue proveniente dall'addome e dagli arti inferiori.
Vena cava superiore: raccoglie il sangue proveniente dal capo, dal tronco e dagli arti superiori.
Vena cefalica: trasporta il sangue dell'arto superiore.
Vena giugulare: raccoglie il sangue proveniente dal cervello, dalla lingua, dalla faccia, dalla faringe
e dalla tiroide.
Vena safena: ha origine sul dorso del piede e percorre tutta la parte mediana dell'arto inferiore.
Vena femorale: raccoglie il sangue dell'arto inferiore.
Vena succlavia: convoglia il sangue dell'arto superiore e della parte superiore del torace.
VASI SANGUIGNI
Le arterie sono solitamente più robuste delle vene dovendo sopportare la notevole pressione del
sangue appena uscito dal cuore. Esse sono formate da tre strati o tuniche: una esterna rivestita di
tessuto fibroso, che le garantisce resistenza ed è percorsa da fibre nervose e vasi sanguigni, destinati
a nutrire lo strato intermedio. Questo è costituito da un tessuto muscolare molto spesso che gli
conferisce elasticità. Vi è infine una membrana interna rivestita di cellule endoteliali piatte. La
presenza di fibre muscolari nelle arterie facilita il lavoro di pompa del cuore, ma di contro fa sì che
in caso di rottura il sangue continui a fluire rendendo così estremamente pericolose le emorragie
arteriose. Le arterie hanno forma cilindrica e diametro decrescente man mano che ci si allontana dal
cuore; queste però non diminuiscono progressivamente, ma a sbalzi, cioè solo in occasione di
un'ulteriore ramificazione. La denominazione di ogni arteria può derivare dalla regione che
attraversa (l'arteria femorale), dall'organo che irrora, dalla funzione esercitata o dalla particolarità
del percorso.
La struttura delle vene è molto simile, ma è evidente solo in quelle più grosse, infatti le pareti sono
solitamente molto più sottili visto che il sangue che trasportano è a bassa pressione. Le vene più
piccole, dette venule, hanno una struttura molto simile a quella dei capillari con in più solo lo strato
endoteliale. Molte vene presentano, soprattutto quelle degli arti inferiori, delle valvole che
permettono al sangue di scorrere verso il cuore, ma non di tornare indietro per effetto della gravità.
Arteria: vaso sanguigno che porta il sangue dal cuore alla periferia del nostro organismo.
Arteriola: arteria di ridotte dimensioni.
Capillari arteriosi: vasi le cui ridottissime dimensioni consentono lo scambio delle sostanze
nutritive.
Capillari venosi: vasi di ridottissime dimensioni che ricevono dai tessuti le sostanze di rifiuto e
l'anidride carbonica.
Endotelio: tessuto formato da cellule piatte, che rivestono la cavità dei vasi sanguigni.
Endotelio: tessuto formato da cellule piatte, che rivestono la cavità dei vasi sanguigni.
Letto capillare: luogo in cui avviene il passaggio di ossigeno e sostanze dal sangue ai tessuti.
Tessuto elastico: tessuto di sostegno per le cellule endoteliali.
Tessuto elastico: tessuto di sostegno per le cellule endoteliali.
Tessuto fibroso: tessuto costituito da fibre di collagene, che garantisce resistenza.
Tessuto muscolare: tessuto in grado di contrarsi e di consentire in questo modo il passaggio del
sangue.
Tessuto muscolare: tessuto in grado di contrarsi e di consentire in questo modo il passaggio del
sangue.
Valvola venosa: valvola che impedisce al sangue di rifluire per effetto della gravità.
Vena: vaso sanguigno, che porta il sangue dalla periferia del nostro organismo al cuore.
Venula: vene di ridotte dimensioni.
SISTEMA NERVOSO
Tutte le funzioni del nostro organismo sono coordinate dal sistema nervoso. In particolare è
l'encefalo l'organo principale in grado di ricevere, distinguere ed elaborare le informazioni che ci
arrivano dall'ambiente esterno e interno del corpo, permettendoci poi di reagire ogni volta in
maniera diversa. Il nostro sistema nervoso risulta quindi avere un'organizzazione molto complessa,
dovendo coordinare le attività che sovrintendono alla vita vegetativa, alla vita psichica, alla vita di
relazione e provvedere inoltre alle risposte automatiche (i riflessi).
Il sistema nervoso umano comprende il sistema nervoso centrale, il sistema nervoso periferico e il
sistema nervoso vegetativo o autonomo.
Il sistema nervoso centrale è formato dall'encefalo e dal midollo spinale. Questi sono collegati
tramite il midollo allungato. All'interno del sistema nervoso centrale si distinguono i centri deputati
alle funzioni motorie, sensitive e sensoriali dell'organismo.
Il sistema nervoso periferico comprende invece tutti gli organi dell'apparato nervoso, ovvero i nervi
cranici e spinali, che collegano il sistema centrale con la periferia, costituita dagli organi di senso.
Nel sistema nervoso periferico si possono distinguere i nervi sensitivi, che portano informazioni
dalla periferia del corpo verso il midollo spinale e verso l'encefalo e i nervi motori che trasferiscono
i comandi elaborati dall'encefalo e dal midollo ai muscoli scheletrici.
Il sistema nervoso vegetativo o autonomo è quello che è destinato all'innervazione degli organi che
regolano la vita vegetativa dell'organismo, come la respirazione o la circolazione sanguigna. Questo
sistema svolge un'azione sia di controllo motorio degli organi sia di elaborazione delle informazioni
che questi trasmettono.
Il sistema nervoso neurovegetativo è poi divisibile in ortosimpatico e parasimpatico, essi innervano
tutti gli organi, ma con effetti opposti: per esempio il sistema parasimpatico rallenta il battito
cardiaco, che viene invece accelerato da quello ortosimpatico. A queste due differenti azioni
corrisponde l'emissione da parte del nostro organismo, tramite le ghiandole, di due sostanze che
agiscono come mediatori chimici dello stimolo nervoso. Tutto ciò avviene sotto il controllo di una
specifica zona del cervello, l'ipotalamo, che gestisce i collegamenti fra la periferia e il sistema
nervoso centrale.
Il nucleo di tutto il sistema nervoso è comunque la cellula nervosa o neurone. Infatti uno stimolo
esterno viene recepito, correlato con altri giunti contemporaneamente, memorizzato, messo in
relazione con le condizioni esterne e giudicato valido o meno per il funzionamento di tutto
l'organismo. Questo avviene in continuazione, anche nel sonno proprio grazie alle cellule nervose
che consentono il passaggio e la trasmissione degli impulsi nervosi, ovvero delle informazioni, al
nostro cervello.
Encefalo: organo principale del sistema nervoso umano, al quale è devoluta l'elaborazione degli
stimoli provenienti dall'ambiente esterno e dall'organismo stesso.
Midollo spinale: fa parte del sistema nervoso centrale, è contenuto all'interno della colonna
vertebrale e da esso hanno origine i nervi spinali.
Sistema nervoso periferico: comprende tutti gli organi dell'apparato nervoso, che collegano il
sistema centrale con la periferia costituita dagli organi di senso.
Sistema nervoso periferico: comprende tutti gli organi dell'apparato nervoso, che collegano il
sistema centrale con la periferia costituita dagli organi di senso.
Sistema nervoso periferico: comprende tutti gli organi dell'apparato nervoso, che collegano il
sistema centrale con la periferia costituita dagli organi di senso.
ENCEFALO
L'encefalo è la parte più voluminosa e più importante del sistema nervoso centrale, in quanto centro
motore dell'attività nervosa e sede delle facoltà intellettive. Comprende il cervello, il midollo
allungato e il cervelletto. Esso è contenuto e protetto dalla scatola cranica: tra le ossa del cranio e la
sua superficie sono interposte delle membrane protettive, le tre meningi, che avvolgono tutto
l'organo e prendono il nome di dura madre, aracnoide e pia madre. Tra le meningi è contenuto un
liquido, il liquor, che ha lo scopo di isolare e proteggere dalle pareti rigide circostanti le delicate
strutture nervose.
Esternamente l'encefalo appare fondamentalmente costituito da due masse voluminose, gli emisferi
cerebrali, dalla superficie ricca di solchi e scissure che li suddividono in lobi; internamente è
formato da una sostanza grigia e da una sostanza bianca. La sostanza grigia è disposta
perifericamente e costituisce la corteccia cerebrale, mentre quella bianca si trova al centro ed è
costituita da fasci di fibre nervose e da nuclei di sostanza grigia, che sono importanti centri nervosi.
La corteccia cerebrale non è funzionalmente omogenea, ma divisa in centri di localizzazione,
ciascuno con compiti differenti. Esiste infatti una corteccia motoria, situata nel lobo frontale, che
elabora e invia i segnali destinati a produrre i movimenti dei gruppi muscolari; e una corteccia
sensitiva, che, disposta nel lobo parietale, raccoglie gli stimoli provenienti dalla periferia del nostro
organismo.
I due emisferi cerebrali sono uniti da un grosso fascio di fibre nervose, il corpo calloso, che
consentono a una informazione giunta all'emisfero sinistro di arrivare anche al destro e viceversa. I
due emisferi non hanno infatti funzioni identiche, ma predominano uno sull'altro a seconda delle
funzioni. L'emisfero sinistro, per esempio, è dominante sul destro nel linguaggio, nell'analisi dei
dettagli, nel ragionamento simbolico e nell'analisi temporale. Il destro invece predomina per quello
che riguarda la comprensione degli schemi spaziali, nell'esecuzione dei disegni geometrici, nel
riconoscimento dei volti e nel senso musicale.
Nell'encefalo sono presenti due regioni, le cui funzioni risultano fondamentali per il nostro
organismo: il talamo e l'ipotalamo, posti entrambi al di sotto del cervello. Il primo, costituito da
sostanza grigia e contenente numerosi centri nervosi, è un importante centro di collegamento del
sistema sensitivo. Il secondo contiene centri nervosi che regolano la vita vegetativa dell'organismo,
come la temperatura, la fame e il sonno. L'ipotalamo è poi direttamente connesso con la ghiandola
ipofisi, che secerne ormoni destinati a regolare l'attività di altre ghiandole e di organi come il rene.
Dall'encefalo si diramano i centri di origine (motori) e di terminazione (sensitivi) i dei nervi cranici,
che fanno parte del sistema nervoso periferico. Alcuni di essi hanno grandi estensioni come il nervo
vago, che partecipa all'innervazione dell'apparato digerente, respiratorio e del cuore, altri sono
destinati agli organi di senso, come l'olfattivo e l'ottico.
Al cervello sono connessi il ponte, il midollo allungato e il cervelletto.
Il primo è una voluminosa formazione quadrangolare percorsa da fasci di fibre nervose che lo
collegano al cervelletto; è costituito da sostanza grigia da cui si originano tre nervi cranici. Il
midollo allungato è situato tra l'encefalo e il midollo spinale, a cui è simile per funzioni e
caratteristiche. Da esso si originano otto nervi cranici. Il cervelletto si trova tra i lobi posteriori e il
ponte ed è il centro di regolazione e coordinazione dei movimenti, dell'equilibrio e del tono
muscolare.
Cervelletto: organo facente parte dell'encefalo e situato nella parte posteriore della scatola cranica, a
esso è deputato il controllo motorio, dell'equilibrio e della postura.
Corteccia motoria: zona della corteccia cerebrale, situata nel lobo frontale, destinata a elaborare e
inviare i segnali destinati a produrre il movimento.
Corteccia sensitiva: zona della corteccia cerebrale, situata nel lobo parietale, destinata a raccogliere
gli stimoli provenienti dalla periferia del nostro organismo.
Ghiandola ipofisaria: ghiandola posta nell'encefalo, produce l'ormone della crescita e gli ormoni che
determinano il riassorbimento dell'acqua nel rene e le contrazioni del parto.
Lobo frontale: vi ha sede l'elaborazione del pensiero e il movimento muscolare.
Lobo parietale: ospita la corteccia sensitiva, responsabile delle sensazioni di temperatura, tatto,
pressione e dolore cutaneo.
Lobo temporale: vi ha sede l'elaborazione dei segnali auditivi, olfattivi e della memoria visiva e
auditiva.
Midollo allungato: situato fra il cervello e il midollo spinale, in esso hanno origine alcuni nervi
cranici.
Nervi cranici: hanno origine in varie zone dell'encefalo, in numero di 12 paia, fanno parte del
sistema nervoso periferico.
Ponte: formazione quadrangolare percorsa da fasci di fibre nervose che collegano gli emisferi
cerebrali al cervelletto.
MIDOLLO SPINALE
Ha la forma di un cordone lungo mezzo metro e spesso un mignolo. All'esterno è avvolto da una
membrana chiamata pia madre, una delle tre meningi. È in rapporto superiormente con il midollo
allungato, segue le curvature della colonna vertebrale e presenta due rigonfiamenti in
corrispondenza dell'uscita dei nervi destinati agli arti superiori e inferiori. In relazione alla
distribuzione dei nervi spinali può essere suddiviso nei segmenti cervicale, toracico e lombosacrale.
Il midollo spinale è responsabile non solo dell'origine dei nervi, ma attraverso questi direttamente
dei movimenti muscolari riflessi.
Sezionandolo si può notare che è costituito da una sostanza bianca periferica, formata da fibre
nervose parallele tra loro che conducono lo stimolo nervoso da e verso l'encefalo, o tra i diversi
punti del midollo; e da una sostanza grigia centrale formata da cellule nervose o neuroni. Le
estremità della sostanza grigia sono dette corna: quelle anteriori, o ventrali, sono formate da neuroni
che originano con i loro prolungamenti, o assoni, le radici motorie dei nervi spinali; a quelle
posteriori, o dorsali, giungono tramite le radici posteriori dei nervi spinali gli assoni dei neuroni
sensitivi. Questi ultimi hanno un corpo cellulare detto ganglio spinale che è annesso a ogni radice
posteriore.
Cervelletto: organo facente parte dell'encefalo e situato nella parte posteriore della scatola cranica, a
esso è deputato il controllo motorio, dell'equilibrio e della postura.
Cervello: parte superiore dell'encefalo, divisa in due emisferi, che dominano uno sull'altro a seconda
delle funzioni.
Midollo allungato: situato fra il cervello e il midollo spinale, in esso hanno origine alcuni nervi
cranici.
Nervi cervicali: le prime 8 paia di nervi spinali destinati a innervare spalle e collo.
Nervi lombari: le 5 paia di nervi spinali destinati a innervare l'addome e parte degli arti inferiori.
Nervi sacrococcigei: le 5 paia di nervi spinali destinati a innervare il bacino e parte degli arti
inferiori.
Nervi toracici: le 12 paia di nervi spinali che danno origine ai nervi intercostali.
NERVI SPINALI
I nervi spinali hanno origine nel midollo spinale e sono formati dalla fusione di una radice anteriore
motoria e di una posteriore sensitiva. Si tratta quindi di nervi misti, che fuoriescono dal canale
vertebrale attraverso i fori intervertebrali; subito dopo si dividono in tre branche, una dorsale o
posteriore (destinata ai muscoli e alla cute del dorso), una ventrale (che si diffonde nella zona
toracica e addominale, oltre che negli arti), una viscerale, la più piccola (che è collegata con il
sistema nervoso neurovegetativo). I nervi spinali sono complessivamente 31 paia (8 cervicali, 12
dorsali o toracici, 5 lombari, 5 sacrali, 1 coccigeo), ciascuno di essi, attraverso successive
ramificazioni, raggiunge, con una distribuzione fissa e specifica, un preciso territorio del corpo
umano. I rami della branca ventrale dei nervi spinali si intrecciano fittamente e formano dei plessi, i
più importanti dei quali sono: il cervicale, da cui si dipartono rami per l'innervazione del collo e del
capo; il brachiale, che innerva gli arti superiori; il sacrale, da cui originano rami per l'innervazione
degli arti inferiori; l'ischio-coccigeo, da cui si irradiano i nervi per la regione pelvica e gli arti
inferiori.
Assone: prolungamento della cellula nervosa lungo il quale viaggiano gli impulsi nervosi diretti alla
periferia.
Canale centrale: in esso si trova un liquido, il liquor, che funge da isolante del midollo spinale.
Corno dorsale: zona posteriore della sostanza grigia da cui si originano le radici motorie dei nervi
spinali.
Corno ventrale: zona anteriore della sostanza grigia a cui giungono tramite le radici posteriori dei
nervi spinali i prolungamenti, o assoni, dei neuroni sensitivi.
Dendriti: sottili ramificazioni che conducono l'impulso nervoso verso il corpo cellulare
Ganglio spinale: corpo cellulare dei neuroni sensitivi annesso alla radice posteriore dei nervi spinali.
Interneurone: zona che consente di trasferire il messaggio proveniente dai neuroni sensitivi a quelli
motori e ai centri nervosi superiori
Midollo spinale: da esso hanno origine i nervi spinali e attraverso questi è responsabile dei
movimenti muscolari riflessi.
Neurone motorio: trasferisce gli stimoli provenienti dall'encefalo agli organi capace di tradurre il
messaggio in azione, come i muscoli.
Neurone sensitivo: trasferisce gli stimoli provenienti dalla periferia all'encefalo.
Radice anteriore: detta motoria, contiene fibre nervose che conducono l'impulso nervoso verso la
periferia.
Radice posteriore: detta sensitiva, contiene fibre nervose che conducono l'impulso nervoso verso il
midollo spinale.
Sostanza bianca: sostanza periferica costituita da fibre nervose che portano gli stimoli da e verso
l'encefalo e tra i diversi punti del midollo.
Sostanza grigia: sostanza centrale costituita da cellule nervose, che consentono il passaggio degli
stimoli nervosi.
NEURONI E SINAPSI
Il tessuto nervoso è formato da cellule che prendono il nome di neuroni. Questi sono costituiti
essenzialmente da tre parti: il corpo della cellula, un suo prolungamento detto assone, lungo il quale
viaggiano gli impulsi nervosi diretti alla periferia, e i dendriti, ovvero delle sottili ramificazioni che
portano gli impulsi verso il corpo cellulare.
Esistono tre tipi di neuroni: i neuroni motori, i neuroni sensitivi e gli interneuroni. I primi sono
quelli che trasferiscono l'impulso dal sistema nervoso centrale all'organo capace di tradurre il
messaggio in azione, come i muscoli o le ghiandole. I neuroni sensitivi invece trasferiscono
l'impulso dai recettori, come la cute, verso il sistema nervoso centrale. Gli interneuroni sono delle
specie di stazioni di collegamento e consentono di trasferire il messaggio proveniente dai neuroni
sensitivi a quelli motori e ai centri nervosi superiori. Inoltre consentono di trasferire gli impulsi da
questi ultimi ai neuroni motori e così costituiscono tutti i circuiti complessi del cervello.
L'aspetto fondamentale dell'elaborazione nervosa è comunque il passaggio delle informazioni da un
neurone all'altro, il cui punto di contatto prende il nome di sinapsi. Gli assoni delle cellule nervose
sono ricoperte da cellule dette di Schwann, che formato un rivestimento, chiamato guaina mielinica
che presenta dei punti scoperti detti nodi di Ranvier. L'impulso nervoso viaggia per salti da un nodo
di Ranvier all'altro e quando incontra un altro neurone si stabilisce una sinapsi. Questa è una specie
di bulbo, o bottone sinaptico, diviso da uno spazio dal nuovo neurone. La liberazione da parte del
bottone sinaptico di particolari sostanze chimiche, che fungono da mediatori, consente il passaggio
dello stimolo nervoso. La loro azione è estremamente breve per evitare che la stimolazione duri
troppo a lungo.
Corpo cellulare: zona centrale del neurone in cui avviene la sintesi delle proteine necessarie alla
cellula.
Dendriti: sottili ramificazioni che conducono l'impulso nervoso verso il corpo cellulare
Guaina di Schwann: guaina che riveste gli assoni delle cellule nervose.
Molecole neurotrasmettitori: sostanze emesse dal bottone sinaptico che consentono il passaggio
degli impulsi da un neurone all'altro.
Neuroni: cellule nervose deputate al trasferimento degli impulsi nervosi dalla periferia
dell'organismo all'encefalo e viceversa.
Nodi di Ranvier: punti scoperti dell'assone su cui viaggiano gli impulsi nervosi.
Nucleo: corpuscolo tondeggiante che costituisce la componente essenziale della cellula.
Sinapsi: punto di contatto tra un neurone e l'altro, costituito da un bulbo, o bottone, attraverso cui
avviene la liberazione delle sostanze chimiche necessarie al passaggio degli impulsi.
Spazio sinaptico: spazio esistente tra la sinapsi e il neurone, il passaggio dell'impulso attraverso essi
avviene grazie all'emissione di sostanze chimiche.
APPARATO DIGERENTE
Gli alimenti, che ingeriamo, sono solitamente costituiti da molecole troppo grandi e complesse per
poter essere direttamente assorbite dall'intestino senza alcuna trasformazione. I processi digestivi
provvedono quindi, dopo l'assunzione dei cibi, alla loro fluidificazione e trasformazione in sostanze
chimicamente più semplici e alla scissione ulteriore in modo da renderne possibile l'assimilazione.
Al termine di questi processi fisiologici le scorie non assimilate, vengono eliminate. Tali processi
avvengono nei vari tratti dell'apparato digerente grazie ad azioni meccaniche, come la masticazione,
azioni chimiche, come l'attività di enzimi, e azioni microbiche, come quella della flora batterica
intestinale.
Nella bocca il cibo subisce una prima digestione tramite la masticazione e l'intervento degli enzimi
contenuti nella saliva; questi sono sostanze prodotte dalle ghiandole e hanno l'importante funzione
di accelerare le reazioni chimiche che avvengono all'interno del nostro organismo. Il cibo, ridotto in
una poltiglia, detta bolo, viene spinto dalla lingua all'interno della faringe.
Dalla faringe, all'interno della quale una piega detta epiglottide impedisce alle particelle alimentari
di finire nei polmoni, il bolo giunge nell'esofago, un tubo che attraversa la cavità toracica fino ad
arrivare all'addome, e quindi all'ingresso dello stomaco. In questo percorso il bolo viene aiutato da
una serie di contrazioni ritmiche della muscolatura della cavità esofagea dette peristalsi. Proprio
prima dello stomaco si trova un orifizio, il cardias, che si apre tutte le volte che una particella di
cibo viene inghiottita; chiudendosi invece impedisce ai succhi gastrici di rifluire verso l'esofago.
Nello stomaco i succhi gastrici, costituiti da enzimi e fortemente acidi, cominciano a ridurre le
particelle di cibo in sostanze assorbibili e utilizzabili dall'organismo. Qui il cibo può sostare dalle
due alle quattro ore o più a seconda della sua composizione. A questo punto la massa proveniente
dallo stomaco, detta chimo, viene spinta verso l'intestino attraverso un altro orifizio, il piloro, che
aprendosi e chiudendosi ripetutamente consente il passaggio solo di piccole quantità di cibo per
volta.
L'intestino è un tubo contorto, lungo dai 4 ai 7 metri, in cui si distinguono due parti successive,
l'intestino tenue e quello crasso. Nell'intestino tenue, diviso in duodeno, digiuno e ileo prosegue il
processo di digestione grazie all'aiuto di alcune sostanze enzimatiche, tra cui la bile, secreta dal
fegato e contenuta nella cistifellea, e i succhi prodotti dal pancreas. Nell'intestino tenue, grazie ai
villi, le sostanze nutritive vengono riassorbite e convogliate al fegato, attraverso il sangue. Infine il
cibo giunge nell'intestino crasso, suddivisibile in cieco e colon, dove vengono assorbiti l'acqua e i
sali da sostanze non più digeribili. Tutto ciò che non è stato trasformato diventa feci e viene
eliminato periodicamente attraverso il retto.
Un organo determinante per la digestione è il fegato, un vero e proprio laboratorio chimico dove
tutte le sostanze assorbite dall'intestino giungono mediante il sangue per essere rielaborate e
restituite di nuovo al sangue.
Bocca: qui il cibo subisce il primo processo digestivo tramite la masticazione e l'insalivazione.
Colon: tratto terminale dell'intestino crasso, dove vengono prodotte le feci.
Esofago: parte del tubo digerente compreso fra faringe e stomaco.
Faringe: organo comune all'apparato digerente e respiratorio, comunica con l'esofago.
Fegato: elabora le sostanze nutritive assorbite dall'intestino e le reimmette nel sangue.
Intestino tenue: primo tratto dell'intestino, qui il cibo viene ulteriormente elaborato grazie alla bile e
ai succhi pancreatici.
Retto: ultimo tratto intestinale, attraverso il quale vengono espulse le feci.
Stomaco: organo nel quale avviene una parte del processo digestivo.
STOMACO E INTESTINO
Lo stomaco ha una forma tubolare leggermente appiattita ed è situato fra l'esofago e il duodeno ,
con i quali è in comunicazione attraverso due orifizi il cardias e il piloro, quest'ultimo dotato di una
valvola che impedisce il riflusso del cibo dall'intestino. Qui il cibo viene impregnato dai succhi
gastrici, costituiti da enzimi e da acido cloridrico, e trasformato in una pasta semiliquida, il chimo,
che viene spinta nel primo tratto dell'intestino tenue, il duodeno a piccole quantità e a successivi
intervalli attraverso l'apertura del piloro.
La parete gastrica dello stomaco è costituita da tre membrane o tuniche: una tunica sierosa che lo
avvolge, una tunica muscolare che ne consente i movimenti, facendo sì che il cibo si impregni dei
succhi gastrici e possa poi essere spinto al di fuori dello stomaco. Infine una tunica mucosa che
ricopre la parete interna dello stomaco; essa appare ricca di orifizi, corrispondenti agli sbocchi delle
ghiandole che producono gli enzimi e l'acido cloridrico. Lo stomaco è inoltre irrorato da vasi
sanguigni, che consentono l'assorbimento di sostanze nutritive e percorso da nervi, che ne attivano
la muscolatura.
L'intestino è un lungo tubo contorto, in cui si evidenziano due sezioni, il tenue, diviso a sua volta in
duodeno, digiuno e ileo, e l'intestino crasso diviso in cieco, colon e retto.
L'intestino tenue è anch'esso costituito da tre membrane o tuniche, una esterna sierosa che lo
avvolge, una muscolare che ne consente i movimenti, e una mucosa. È proprio la particolare
struttura di quest'ultima ad aumentare la capacità di assorbimento delle sostanze nutritive. Essa è
sollevata in numerose pieghe ciascuna dotata di escrescenze dette villi, a loro volta costituite da
cellule epiteliali fornite di escrescenze chiamate microvilli. Ciascun villo è provvisto all'interno di
un'arteriola, di una venula e di capillari sanguigni, attraverso i quali avviene l'assorbimento e il
trasporto di quelle sostanze destinate a essere rielaborate dal fegato; inoltre i villi sono in
comunicazione con il sistema linfatico attraverso i vasi chiliferi, che drenano i liquidi prodotti in
eccesso durante la digestione come le sostanze derivate dalla scissione dei grassi.
Nel duodeno, sboccano due dotti, provenienti dal pancreas e dal fegato, che qui riversano la bile e i
succhi digestivi del pancreas. Nel tenue avviene inoltre la sintetizzazione e l'assorbimento dei
grassi, degli zuccheri e delle proteine.
I residui della digestione stanziano poi nell'intestino crasso, che ha una struttura simile a quella del
tenue tranne che per l'assenza dei villi. Infatti il crasso provvede essenzialmente al riassorbimento
dell'acqua che viene riversata nell'intestino insieme ai succhi digestivi. Qui sono presenti in grandi
quantità, batteri che consentono la trasformazione di sostanze non più assorbibili in vitamine
utilizzabili dal nostro organismo. Tutto quello che non è stato assorbito viene trasformato in feci,
che passando per il retto vengono espulse attraverso l'ano.
Arteriola: arteria di ridotte dimensioni.
Bolo: elemento in cui viene trasformato il cibo nella bocca.
Cardias: orifizio posto tra l'esofago e lo stomaco.
Cellule epiteliali e microvilli: costituiscono la struttura dei villi intestinali.
Duodeno: tratto iniziale dell'intestino tenue.
Esofago: parte del tubo digerente compreso fra faringe e stomaco.
Mucosa gastrica: ricopre la parete interna dello stomaco e permette il passaggio dei liquidi digestivi.
Mucosa intestinale: ricopre la parete interna dell'intestino e ha capacità di assorbimento, grazie ai
villi.
Parete dell'intestino: è costituita da una membrana sierosa, che avvolge completamente l'organo.
Parete dello stomaco: è costituita da una membrana sierosa, che avvolge completamente l'organo.
Parete esofagea: è costituita da muscoli lisci, i cui movimenti consentono il passaggio del cibo.
Pieghe della parete: costituiscono la parete interna dell'intestino e sono dotate di escrescenze, dette
villi.
Piloro: orifizio posto tra lo stomaco e l'intestino.
Strati di tessuto muscolare: consentono i movimenti muscolari necessari alla digestione.
Strati di tessuto muscolare: consentono i movimenti muscolari necessari alla digestione.
Tessuto connettivo: ricopre le pieghe della parete intestinale.
Vaso chilifero: è in comunicazione con il sistema linfatico e consente il drenaggio dei liquidi
prodotti in eccesso durante la digestione.
Venula: vene di ridotte dimensioni.
Villi intestinali: escrescenze attraverso cui vengono assorbite le sostanze nutritive derivate dalla
digestione.
FEGATO
È la più voluminosa ghiandola del corpo umano ed è situata nella parte superiore destra della cavità
addominale, subito al di sotto del diaframma. Il fegato ha una forma ovoidale ed è diviso in quattro
sezioni: il lobo destro, il lobo sinistro, il lobo quadrato e il lobo caudato. I primi due sono
attraversati da un legamento falciforme, una membrana sierosa attraverso la quale passano i nervi e
i vasi sanguigni a esso destinati, come l'arteria epatica e la vena porta.
La struttura interna del fegato è lobulare, ovvero costituita da ulteriori suddivisioni tutte uguali e
con simili funzioni. All'interno di ogni lobulo, che ha una struttura prismatica, vi è una ricchissima
rete di vasi, nei quali scorre il sangue proveniente dalla vena porta, ricco delle sostanze nutritive
assorbite dall'intestino durante la digestione. Essi convergono in una vena centrolobulare, che a sua
volta confluisce in vene sempre più grandi fino a originare le vene sopraepatiche, tributarie della
vena cava inferiore.
Sempre all'interno dei lobuli corrono i capillari biliari, che hanno la funzione di raccogliere la bile, e
si riuniscono in vasi di dimensioni sempre maggiori, originando il dotto epatico dal quale la bile si
riversa nella cistifellea. Questa è un sacchetto posto nella parte inferiore del fegato e comunica con
il dotto cistico che a sua volta origina il dotto coledoco, scaricando la bile insieme ai succhi
pancreatici nel duodeno.
Il fegato è un vero e proprio laboratorio chimico, si è calcolato che al suo interno avvengono circa
500 diverse trasformazioni metaboliche. Il suo principale compito è comunque produrre la bile, un
liquido determinante durante i processi digestivi. Ha poi la funzione di elaborare le sostanze
assorbite dall'intestino, che gli arrivano attraverso la vena porta, per restituirle nuovamente al
sangue. Il fegato depura il sangue dalle sostanze tossiche provenienti ad esempio dai farmaci;
immagazzina il glucosio sotto forma di glicogeno per liberarlo quando si rivela necessario
mantenere inalterato il livello di zuccheri nel sangue. Produce le proteine del plasma ed è in grado
di sintetizzare il colesterolo, sostanza determinante nella produzione di ormoni.
Capillari biliari: hanno il compito di raccogliere la bile, prodotta dal fegato.
Cellule epatiche: costituiscono la struttura dei lobuli epatici.
Cistifellea: organo nel quale viene riversata e conservata la bile prodotta dal fegato.
Cistifellea: organo nel quale viene riversata e conservata la bile prodotta dal fegato.
Dotto cistico: fuoriesce dalla cistifellea e consente lo svuotamento della bile nel duodeno.
Dotto epatico: canale attraverso cui la bile confluisce nella cistifellea.
Legamento falciforme: membrana sierosa attraverso cui passano nervi e vasi sanguigni destinati al
fegato.
Lobo destro: suddivisione del fegato.
Lobuli epatici: suddivisioni ulteriori del fegato.
Rami del dotto biliare: in essi confluisce la bile.
Ramo della vena porta: attraverso essa arrivano al fegato le sostanze assorbite dall'intestino.
Vena centrale del lobulo epatico: ha il compito di trasportare le sostanze assorbite dall'intestino.
Lobo sinistro: suddivisione del fegato.
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