Rinascimento (1400-1500) Il termine Rinascimento deriva dal termine rinascita, che significa rinascita dell’arte e della cultura classica, che si ritenevano da diverso tempo morte. Attraverso lo studio dell’antico, il rinascimento giunge alla scoperta dell’uomo e della prospettiva. Nel rinascimento l’uomo è considerato copula mundi (al centro del mondo), in quanto riesce a comprendere ciò che lo circonda solo attraverso la propria ragione. Questa ragione è creata da Dio, il quale ha creato l’universo attraverso leggi matematiche e proprio mediante la matematica l’uomo può risalire al suo creatore, conoscere il mondo, capirlo ed esserne il centro. La visione prospettica è fondamentale nel rinascimento. Tutti i messaggi della realtà sono trasmessi alla ragione attraverso gli occhi. Essa elabora i dati che riceve e riesce a risalire alle grandi leggi che regolano l’universo. La prospettiva: in natura non esiste, infatti non è vero che gli oggetti più lontani sono più piccoli, o che le parallele si incontrino all’orizzonte. Inoltre la prospettiva geometrica è monoculare, mentre la nostra visione è binoculare, che ci permette di vedere gli oggetti nelle 3 dimensioni; è lo strumento che ci permette di comprendere la realtà sottoponendola a una legge razionale ed universale; è geometrica e unitaria perché relazione tutte le cose ad un punto di vista, quello dello spettatore, che è quindi padrone dello spazio; è una piramide visiva la cui base si pone davanti ai propri occhi, il cui vertice è il punto di fuga posto nell’orizzonte. Di conseguenza tutto ciò che sta all’interno della piramide esiste, tutto ciò che è al di fuori non esiste. L’infinito dell’uomo è ricondotto ad una dimensione finita ovvero ciò che sta dentro alla piramide. Dunque prima la realtà era in commisurabile, mentre ora è compresa. Dunque è uno strumento logico e razionale, geometrico e matematico; crea una serie di rapporti tra noi e gli altri dando pari dignità ad ogni uomo. Il rinascimento non è perciò ripresa dell’antico né imitazione della natura, l’antico viene rivissuto come cultura; la natura non viene imitata ma capita intellettualmente. Il rinascimento è laico ma non nega Dio, ma afferma la priorità del problema umano perché solo così può raggiungere Dio attraverso la ragione. Ruolo dell’arte della società L’arte rivendica un nuovo ruolo all’interno della società. L’arte vuole essere un tutt’uno con la scienza e quindi vuole rivendicare una centralità nella società. L’arte non è come nel medioevo meccanica, ma liberale, attività intellettuale. Gli artisti erano raggruppati in corporazioni che erano dei gruppi omogenei che svolgevano attività di trasformazione del prodotto primario in prodotto finale attraverso il lavoro manuale. Nel medioevo, l’arte diventa liberale, non più meccanica ma attività intellettuale. Gli artisti non vogliono più nascere nella bottega, ma vogliono nascere culturalmente, formandosi nella lettura, nei testi antichi di filosofia e matematica. L’artista dunque lascia la bottega e va nei circoli culturali nei quale discute di matematica, filosofia, geometria e i matematici o letterati imparano dal disegno, perché il disegno assume una valenza formativa. Anche il signore si diletta anche di disegno e di arte, perché l’uomo non può avere (come accade oggi) settori di conoscenza, ma deve avere tutti gli elementi di conoscenza per ritenersi intellettuale (figura a tutto tondo). Le tre figure dominanti del 400 sono: Brunelleschi (architettura), Donatello (pittura) e Masaccio (scultura). Studio dell’arte antica Nel 400 il centro del rinascimento è Firenze perché c’è un contesto sociale e culturale adatto. Firenze ha la classe borghese e mercantile come cuore, non la classe aristocratica, e favorisce il formarsi di questa nuova idea di società. Dal punto di vista culturale uno degli avvenimenti più importanti è l’istituzione dello studio, con l’introduzione del greco come lingua per poter studiare al 1 filosofia greca. Nel 1439 molti artisti vanno a Firenze per partecipare al Concilio di Firenze, con l’intento di unire la cultura e l’arte orientale con quella occidentale. Ruolo dei mecenati molto importante perché finanziano le opere perché hanno una funzione pubblica. Mecenatismo = committenza laica La città ideale del Rinascimento Anche la città cambia profondamente. La nuova città può essere realizzata in due metodi differenti. creare una nuova città rinnovare quella antica. Naturalmente è più affascinante progettare e creare una città ideale, però vengono prodotte molte piante, ma ne vengono realizzate poche in quanto molte città hanno un impianto romano con strade che non sono concentriche e poco distanti tra loro, quasi tutte parallele o perpendicolari. L’incompatibilità è dovuta ad una caratteristica della città ideale, ovvero questa è a pianta geometrica imperniata su figure geometriche riconducibili al cerchio ed al quadrato. Queste due figure trovano corrispondenza nell’architettura rinascimentale, tanto da definirle forme pure o perfette, perché entrambe hanno una caratteristica: rispetto al centro il perimetro, soprattutto nel cerchio, è costituito da punti equidistanti dal centro, che dunque riflette l’ideologia rinascimentale dove l’uomo è centro di uno spazio. Siccome la città ideale è una città geometrica, il centro ideale è la piazza nella quale si muove l’uomo, e tutto quanto è in relazione proporzionale all’uomo, ed è il centro delle varie circonferenze che vanno a formare una circonvallazione, dividendo la città in zone residenziali in base ad un criterio gerarchico dove i più potenti stanno al centro. Non a caso nella piazza è collocato il palazzo del signore, le alte magistrature pubbliche e la chiesa. Spesso però la figura del cerchio è difficile da rendere come progetto concreto per la città e quindi viene a soccorrerlo il quadrato, che dal centro i lati sono uguali ed equidistanti. La città può essere la fusione di entrambi: cerchio che inscrive un quadrato. Si possono avere quindi delle forme poligonali, che si iscrivono in una circonferenza. Andranno per la maggiore piante a forma stellare dovuta da motivi militari, infatti in questo periodo si sviluppano le armi da fuoco che portano ad un cambiamento sostanziale del sistema difensivo della città. Non è più costituita da esili mura e torri, ma da veri e propri bastioni. Le città principali che hanno trovato spazio per questa novità sono Pienza (tra Lazio e Toscana), Savionetta (tra Mantova e Parma), Palma nova (al confine del Friuli). Le città nascono per un fatto straordinario. Pienza è nata grazie ad un comandante di ventura che creò con i bottini di guerra la sua città ideale. Sabbionetta è stata inventata da un comandante dì ventura che ha deciso di creare una sua città. Dunque queste città non sono nate in modo urbano, quindi in modo anomalo. Concetto di città ideale applicato all'estero Per paradosso questo modello di ricerca della città ideale viene applicato nel resto del mondo sul modello italiano a partire dal 1450 – 1500, mentre a partire dal 1500- 1600 tutte le nuove città che sorgeranno avranno lo stampo italiano, fotocopie di quelle che erano state pensate in Italia prima. Tra il regno francese e quello olandese si era reso necessario costruire città fortificate e questo modello rinascimentale andava molto bene. Come spesso accade, il concetto di città ideale è un cosa che non viene realizzata e capita subito, ma ha ampio spazio con il passare degli anni. Città ideale negli anni futuri La città ideale non si ferma con la città coloniale del 600, ma prosegue nel tempo. C'è la continua ricerca della città ideale, Alla fine del 700 gli illuministi immaginano la loro città ideale adatta alle loro esigenze. Immaginano le città industriali. Propongono questi modelli dì città ideali che 2 vengono pensate in Francia e vengono realizzati dai coloni americani. Alla fine della seconda guerra mondiale sì decise di costruire come città nuove città satelliti dai grandi centri urbani - Ville nouvelle - città satelliti grandi come Verona - città autonome dai servizi e dalle strutture. Anche a Londra accadde ciò. L'uomo ha sempre cercato di affiancare una città che va in crisi, ad una nuova. Queste città non hanno funzionato globalmente. All'interno hanno garantito una certa qualità da un punto di vista urbano, ma non hanno tenuto testa di fronte all'attrazione della grande metropoli e sono risultate deboli. Si pensava che la storia fosse finita, ma non è così: 2006 biennale di Venezia è sta presentata la città VEMAN, è una sigla VERONA-MANTOVA, città che dovrebbe nascere tra Verona e Mantova per soddisfare le esigenze di un presunto sviluppo economico. Altra linea di tendenza: come rinnovare le città antiche (anziché crearne di nuove): Biagio Rossetti fa un intervento di città ideale nella città antica. Ferrara aveva il cuore al limite della città. Egli così decide di moltiplicare la città facendo diventare il castello il centro della città. Pienza Era il paesino natale di Papa Piccolomini, il quale decise di trasformare il suo borgo nato in una città rinascimentale, ideale. Questo borgo è tra la toscana e l’alto Lazio, che aveva a disposizione uno spazio abbastanza stretto perché alle spalle della chiesa c’è un fiume quindi lo spazio a disposizione è molto piccolo ma deve creare una città monumentale. Accorgimenti utilizzati geometricamente e otticamente: il palazzo civico è stato costruito secondo il modello tardo medioevale, portico sottostante, torre civica , loggia sopra coperta sul luogo delle assemblee pubbliche (potere civile). La strada divide il palazzo civico dal palazzo vescovile sulla sinistra, duomo al centro, ai lati palazzo papale o vescovile. Questi 4 elementi costituiscono una composizione che pare scoordinata. Se noi la guardiamo come costruzione geometrica è una prospettiva rovescia perché l’inclinazione dei due corpi di fabbrica sono convergenti verso un centro ideale che sta dalla parte opposta. Ma se io voglio vedere una pizza quadrata la devo disegnare trapezoidale perché non è l’occhio che vede ma la mente e quindi non è lo spazio reale, ma è lo spazio che devo realizzare attraverso un certo equilibrio. L’osservatore deve avere le spalle al palazzo civico, guardare frontalmente la chiesa, e allora avrà la percezione che questa piazza diventa quadrata. Così anche la scacchiera del pavimento diventerà quadrata, cioè percepita in senso quadrato. Conseguenza: avanzamento piano di fondo portato in primo piano, quindi la chiesa acquista una monumentalità dominante. Il pozzo situato vicino al palazzo dell’arcivescovado, serve a risolvere incidente geometrico: le linee delle losanghe sembrano divergere e allora grazie al cerchio, si rende meno evidente questo incidente. La facciata della chiesa ha riferimenti classici, infatti la chiesa diventa tempio (non più cattedrale), recuperando le colonne, trabeazioni, archi, pronao (struttura antistante la chiesa). La facciata è costruita come fosse un elemento che coincide ed è in rilievo costituito da colonne e archi. Il palazzo è diviso su 3 livelli, su ogni livello è disegnata 1 lesena (proiezione su 1 piano di 1 colonna). Il palazzo subisce una trasformazione: la facciata non è più una sequenza di fori, ma diventa una sequenza sovrapposta di ordini architettonici. Il palazzo è formato da un cubo cavo al centro (cubo e sfera sono la conseguenza del quadrato e del cerchio). Il giardino è all’italiana ovvero geometrico, diviso in 4 parti delimitato da siepi di bosso tagliate geometricamente; al centro è presente un tappeto erboso con delle aiuole. La chiesa ha una pianta accorciata su tipologia gotica con l’abside fatto da cappelle radiali accorciato senza transetto e con la navata molto corta, perché il concetto della chiesa è lo spazio centralizzato (se tutto è dentro, la chiesa non può essere più a pianta basilicale dove l’asse è longitudinale prevalente, ma deve avere un asse verticale normalmente materializzato dalla cupola). La cupola è mezza sfera e dunque un luogo centrale dove al suo interno vi è l’uomo che si rapporta ad uno spazio geometricamente definito. Nella chiesa rinascimentale vi è il rapporto diretto tra uomo e Dio. 3 Urbino Città straordinaria del 400 perché convergono in questo territorio gli intellettuali e gli artisti maggiori dell’epoca (Piero della Francesca, Luciano e Francesco Laurana, Francesco di Giorgio Martini). Federico da Montefeltro (capitano di ventura) crea un palazzo da un iniziale castello con due torri, la struttura possente, le merlature ingentilendolo togliendo il coronamento della merlatura e inserisce elementi classici come le 3 logge sovrapposte (romana). Le due torri contengono le scale che conducono ai vari piani, che sono interpretate come torri di epoca castellana con queste coperture strane. Sforzinda Sforzinda è stata progettata dall'architetto e scultore fiorentino Filarete. La città dovrà sorgere in un luogo ideale, la valle dell'Inda, attraversata da un corso d'acqua e riparata dai venti. La costruzione dell'intera città viene pianificata con i tempi di lavoro e i materiali. La data di inizio dei lavori viene stabilita da un astrologo e la stessa pianta stellare deriva probabilmente da motivazione di ordine cosmico - geografico ma anche da problematiche legate alla migliore difesa della città. La forma è una stella, generata dall'intersezione di due quadrati ruotati di 45° ed iscritta entro un fossato circolare: nelle otto punte di questa figura sono poste altrettante torri e negli spigoli rientranti otto porte, dalle quali otto strade che conducono alla piazza centrale porticata, di forma rettangolare sulla quale si dispongono gli edifici destinati alle funzioni civiche più importanti, cioè gli spazi per le attività governative, amministrative, religiose ed economiche. Lungo le strade si aprono otto piazze, collegate da un percorso circolare concentrico, che ospitano mercati specializzati. Le strade che conducono alle piazze di mercato sono costeggiate da un sistema di canali collegati al fiume esterno, che poi si riuniscono ad anello intorno alla piazza principale: la funzione di queste "vie d'acqua" è quella di permettere in modo economico il trasporto delle merci. È la prima città che differenzia il traffico mercantile (via acqua) da quello urbano. Un'idea, questa, certamente ripresa da Venezia e che sarà ulteriormente sviluppata da Leonardo. La piazza centrale è un rettangolo attorno alla quale sorgono il palazzo dal principe e la cattedrale con l'episcopio, si aprono due piazze minori sulle quali si affacciano gli altri edifici pubblici: il palazzo del comune, il palazzo del podestà, quello de capitano, la prigione. È forse la prima volta che si parla in termini di zone specializzate allo sviluppo di certe attività; vengono prese in considerazione orientamenti e venti dominanti; si differenziano flussi di traffico con l'uso di corsi d'acqua specializzati per il traffico mercantile disposti parallelamente alle vie tracciate sul terreno; vengono teorizzate, se pur non rispondenti scientificamente, soluzioni di ingegneria antisismica per le costruzioni di importanza pubblica; si predispone una distribuzione dei servizi principali della città per un migliore servizio al cittadino. Purtroppo questa magnifica idea non è stata mai realizzata. Architettura Rinascimentale I caratteri generali dell’architettura sono: 1. Composizione modulare per fasce: viene adottato un nuovo sistema progettuale basato sulla geometria e sulla modularità delle strutture. Composizione modulare cioè utilizzo un elemento geometrico base e lo riproduco in modo sequenziale attraverso moduli e sottomoduli (+ piccoli). Proporzionalità. Composizioni lineari cioè composizioni per fasce divise in livelli e ogni livello ha una fascia compositiva che è sequenziale. Sequenzialità. 2. Reintroduzione degli ordini classici: si studiano le opere dell’antichità classica, di cui vennero assunti i modelli formali (colonne, pilastri, trabeazioni, archi) per razionalizzare il nuovo progetto. 3. Spazio centralizzato: tutto è costruito in relazione al centro, nell’architettura religiosa con l’introduzione della cupola. 4 4. Si concepì il cantiere in modo nuovo: l’architetto progettava l’organizzazione degli spazi, le strutture e i particolari decorativi, mentre gli operai seguivano le sue direttive. Nel medioevo, invece, le maestranze godevano di larga autonomia. L’attività intellettuale è separata da quella manuale. Ospedale degli innocenti L’ospedale degli Innocenti non è solo un operazione architettonica ma è prevalente mente urbanistica cioè è il secondo caso della città ideale cioè la città antica va ripensata secondo la nuova cultura del rinascimento, realizzando 1 nuova centralità introducendo delle piazze che si rapportano alla piazza centrale. La piazza è un luogo di relazione pubblico-private e per questo ha una funzione pubblica, per questo l’ospedale ha una funzione assistenziale, in quanto serviva a raccogliere i bambini abbandonati dalle famiglie (x povertà) per essere nutriti, istruiti. L’aspetto assistenziale non è più riservato alla chiesa ma diventa un diritto dei cittadini e quindi l’ospedale diventa una struttura sociale pubblica a tutti gli effetti. La piazza dell’ospedale è collegata alla chiesa da una via che funge da piano prospettico che ha come punto focale la cupola. Brunelleschi Vede il rinnovo della città contemporanea che coincide con gli ideali della nuova città rinascimentale. L’idea di creare una polarità nuova al centro con la cupola di Santa Maria in Fiore e un sistema coordinato di piazze urbane con funzioni di servizio al pubblico che si collegano funzionalmente ed idealmente. Il punto di visione prospettica è la cupola di S. Maria in Fiore. Dal punto di vista architettonico la piazza è spazio pubblico. Prendi il chiostro chiuso monastico e lo trasforma in uno spazio pubblico aperto. Guardando il prospetto vediamo i tre principi: 1. Composizione per fasce contrapposte: c’è una sequenza orizzontale del primo livello e il livello superiore. C’è l’idea di comporre per fasce sovrapposte. 2. Geometrizzazione dell’architettura: tutto è sottoposto alla combinazione modulare. Il modulo è costituito dalla distanza tra una colonna e l’altra. Il modulo lo possiamo vedere in modo lineare, planimetrico e volumetrico. Lineare = distanza tra due colonne. La profondità del portico è a pianta quadrata. Questo quadrato diventa cubo nell’altezza della colonna. Il cubo è sormontato da una mezza sfera. C’è sempre sequenza geometriche che controlla tutti i dati dimensionali dell’architettura,nella sequenza ritmica degli archi, nella loro visone di profondità. Quindi composizione geometrica e modulare. 3. Lo spazio è sempre controllato. Vuoto sottostante per funzione con 9 gradini che raccordano la piazza alla facciata. Il vuoto della piazza entra nell’architettura e viceversa il pieno dell’architettura entra nella piazza. La parte superiore è un pieno alternato da vuoti che si pongono sulla chiave di volta seguendo il ritmo d archi. Le colonne e le finestre sono riferimento all’arte classica. Tutto l’edificio è trattato allo stesso modo, non ci sono gerarchie (composizione unitaria). Utilizza la pietra serena (verde) [elementi primari] e l’intonaco bianco [piano compositivo] Chiesa di San Lorenzo Era la cappella di famiglia dei medici che finanziano grandi opere e ospitano gli intellettuale nelle loro ville portando la cultura e nuove idee. È un impianto di natura basilicale e Brunelleschi deve riuscire a dare il senso di centralizzazione dello spazio in questa chiesa già in costruzione. Nella pianta c’è ancora distinzione tra presbiterio e navata perché di impianto basilicale. Ogni elemento è finito in se e rappresenta un immagine di architettura ferma geometrizzata e statica perché se si deve comprendere la verità secondo un processo razionale che si esprime in architettura in impianto geometrico non ci può essere uno spazio emotivo, ma uno spazio freddo perché è la ragione che 5 porta alla conoscenza. Infatti i colori usati sono il bianco con qualche particolare in grigio. La prospettiva è frenata perché in ogni punto in cui si trova l’uomo questo spazio è finito ed è sequenziale. Grazie alla divisione dello spazio attraverso delle campate, l’uomo domina lo spazio, si sente al centro, ed ha la possibilità di misurare lo spazio. Il pavimento è una scacchiera, divisa in fasce che dividono la navata centrale in due parti uguali che corrispondono alla grandezza delle navate laterali. Il soffitto è costituito da una serie di cassettoni a trama quadrata che sono lo specchio della pavimentazione in modo da misurare lo spazio. In verticale viene staccato il capitello dalla struttura dell’arco, mettendo il dado, ovvero un secondo capitello geometrico che stacca il punto di imposta dell’arco in modo che non si abbia questa sequenza del ritmo tra le varie fasce. In questo modo la colonna frena la visione dell’uomo. Ha deciso di non utilizzare la capriata per fare in modo di non dare senso di sequenza. Nel transetto si prosegue la stessa composizione geometrica della navata perché la pianta deve essere una pianta a braccia uguali (corte) con una grande cupola al centro, anche se hanno un valore dimensionale diverso hanno lo stesso valore spaziale; non c’è più variazione tra navata, transetto e presbiterio ognuno (quattro braccia) è stato trattato in modo architettonico nello stesso modo . Per questo può essere inserita la cupola, centro della chiesa. Il risultato non è quello sperato perché la lunghezza della navata è molto lunga e la cupola risulta debole. Chiesa di Santa Maria in Fiore Il Brunelleschi riesce a dare senso a questa idea di spazio centralizzato in Santa Maria in Fiore grazie all’introduzione di una enorme cupola. I 3 aspetti che caratterizzano questo lavoro sono : aspetto urbanistico aspetto formale aspetto costruttivo Urbanistico: secondo Leon Battista Alberti questa cupola copre tutti i popoli toscani , cioè è il centro ideale della città. Questo elemento rilevante è posto in relazione al sistema delle piazze. Valore formale: l’altezza della cupola è uguale alla lunghezza della navata. La grande lunghezza della navata è compensata dall’uguale altezza della cupola per il concetto della centralizzazione dello spazio. Aspetto costruttivo: Viene fatto un concorso di idee per la “costruzione” della chiesa. Esisteva il punto di partenza a pianta ottagona, ma mancava la copertura. Il vincitore doveva trovare una soluzione innovativa x coprire l’enorme spazio con grossi problemi tecnici e formali. Inoltre il vincitore del concorso doveva presentare un progetto di lavoro con tutti i materiali necessari e con i progetti dei macchinari da utilizzare. Il Brunelleschi sotto il profilo tecnico ha studiato il sistema costruttivo romano aggiornandolo alla suo problema. Cioè doveva fare una centinatura per poter costruire la cupola e la struttura (mentre si costruiva) doveva essere utilizzata. Una centinatura avrebbe comportato un costo molto elevato e allora decise di creare una cupola autoportante. Allora adotta diverse soluzioni: Mette i mattoni a spina di pesce in modo da creare una struttura che man mano si costruisce, si sostiene autonomamente. Così può anche creare delle impalcature aeree in modo da non intralciare la vita della chiesa. Decide di realizzare una cupola a doppio guscio in modo da avere una sezione maggiore e dunque più resistente ma allo stesso tempo leggera perché cava. Decise di costruire una cupola a due calotte, parallele tra di loro, collegate da una serie di travature che fanno una specie di reticolo. Sulle nervature fa delle catene di muratura orizzontali formando così una specie di nido d’ape e dunque molto resistente. Arrivati nella chiave di volta il peso non si riesce a reggere e dunque decide di chiudere il foro con un corpo bianco chiamato lanterna (luogo in cui entra la luce). Ha anche un significato spirituale perché è la luce che scende dall’alto sull’asse della cupola stessa. Ma è anche una necessità costruttiva perché tutte le cupole devono essere fatte con un foro perché le forze di 6 attrito non sono necessarie a mantenere il peso della struttura. La lanterna è abbastanza pesante e serve a contrastare le forze di attrito, creando un sistema stabile. LeonBattista Alberti Egli fissa le regole di progettazione e suggerì l’uso corretto delle nuove tecniche costruttive. Concepì la moderna idea di tipologia architettonica: ogni edificio deve essere funzionale all’uso a cui è destinato (utilitas), deve suggerire l’idea di monumentalità nel riferimento alle forme classiche (firmitas) e deve essere concepito come “unione concorde di parti”, ove ognuna abbia medesima importanza rispetto all’insieme (venustas). Queste sono i tre elementi che recupera dalla cultura classica e li adatta riproponendoli alla cultura rinascimentale. funzione monumentalità classica composizione armonica dove non ci sia una parte che predomina sull’altra Le opere realizzate da Alberti sono realizzate in base al concetto che il disegno è la materializzazione dell’idea e quindi l’idea si concretizza. Ma questo suo progettare porta ad risultato che molte opere però sono risultate incompiute e non coerentemente interpretate dagli autori. Tempio Malatestiano La chiesa non è più chiesa ma tempio, dunque un chiaro richiamo al mondo classico. Il valore religioso viene sostituito da quello civile di monumento pubblico. Malatesta era il principe di Rimini e quindi è il tempio del signore della città. La chiesa si presentava con una navata unica, con delle piccole cappelle laterali. Alberti doveva decidere se rifarla completamente o adattarla all’uomo. E sceglie la seconda ipotesi ristrutturando, creando un involucro che coinvolge tutta la struttura vecchia. Il valore formale di questa chiesa è quello di parlare alla città; è un impegno civile. È un edificio che assomigliava ad un tempio. Questo anche perché a Rimini c’è l’arco di Augusto che richiama la romanità del passato. (Rimini era uno stato cuscinetto tra lo stato pontificio e la repubblica di Venezia). Il Tempio ricorda nella facciata l’arco di trionfo di Augusto. Ai lati ci sono una serie di nicchie con delle tombe, con delle urne tombali inserite in queste archeggia ture (ricordano gli archi romani degli acquedotti) . Accanto alla tomba di Malatesta ci sono quelle dei letterati che operavano nella sua corte. Questo tempio però non è stato concluso e sembra più un reperto archeologico che un opera compiuta. In questo tempio sono presenti due delle caratteristiche generali dell’architettura rinascimentale, ovvero la composizione modulare per fasce e la reintroduzione degli ordini classici. L’Alberti a differenza del Brunelleschi adatta l’architettura alla cultura del luogo perché il Brunelleschi ha un’architettura disegnata (non opera per plasticità) e utilizza bianco e pietra scura; l’Alberti usa il plasticismo più legato alla cultura romana (colonna, cavità ecc.). Chiesa di Santa Maria Novella L’Alberti quando si trova a Firenze per completare la facciata della chiesta di Santa Maria Novella recepisce il clima fiorentino utilizzando marmi. Utilizza il bianco sullo sfondo e il verde scuro per i particolari. L’elemento plastico è dato dalle colonne. La facciata esiste già in stile gotico e doveva congiungerla con il concetto dell’architettura rinascimentale utilizzando: Geometrizzazione della forma e composizione per fasce, caratteristiche principali dell’architettura rinascimentale. Nella prima fascia si trovano sepolture e archi gotici e Alberti ricompone il disegno attraverso un telaio gigante delle 4 colonne ed dell’architrave, cioè cerca di rendere unitaria questa parte. Poi fa una fascia che tende a separare la parte sottostante attraverso il disegno geometrico del quadrato, quindi profilo nero, contorno bianco. Riparte sopra questa cornice con un tempio disegnato non 7 tridimensionale con 4 lesene, il pronao ed il timpano, con al centro il rosone. Per dare equilibrio al rosone e alla differenza di quota tra navata centrale e navata laterale c’è un raccordo morbido in modo che non siano quelle linee prevalenti alla forza del pronao che deve essere elemento focale e disegna dei rosoni finti per riequilibrare la forza visiva del centro del rosone. Palazzo Nobiliare Un altro elemento tipologico è il palazzo nobiliare . E’ il palazzo dei nuovi potenti: la borghesia ricca, che sono i nuovi committenti. Il Palazzo Rucellai a Firenze è stato un prototipo per secoli del palazzo. Le ricche famiglie commissionarono agli architetti le loro residenze che poi arricchirono di opere d’arte. Le caratteristiche principali del palazzo furono : - Semplicità di forme: il volume è quello di un puro parallelepipedo, che segue la conformazione del lotto di terreno - All’interno si apre il cortile , su cui si affaccia un porticato al piano terra e ai piani superiori, un loggiato sul quale si aprono le stanze - Le facciate sono ripartite orizzontalmente in sezioni (corrispondenti ai piani interni), diversamente lavorate e regolarmente modulate dalle finestre; L’Alberti introduce la logica sovrapposizione degli ordini architettonici dorico, ionico e corinzio dando valore in altezza al palazzo. Questo l’Alberti l’aveva visto nel teatro di Mastello dai romani a Roma, o al Colosseo. Palazzo Veneziano Venezia ha questi principi: composizione planimetrica, svuotamento della massa, prevalenza del vuoto sul pieno, policromia dell’architettura. Questo ritorna nel palazzo. Di diverso c’è lo svuotamento della facciata con l’introduzione della porta finestra che svuota lo spazio tra una lesena e l’altra. 8