Oratorio Salesiano San Domenico Savio – Gruppo Filos

Oratorio Salesiano San Domenico Savio – Gruppo Filos
venerdì 14 ottobre 2005
Iniziamo da… un FIORE
I testimoni: Adamo ed Eva
Dio crea l’uomo maschio e femmina a sua immagine e vede che è cosa “molto” buona. Di tutto ciò che
crea constata la bontà, ma solo della coppia umana dice che è “molto” buona. Benedice l’uomo e la donna
e dona loro fecondità, perché possano “riempire” la terra. Adamo ed Eva sono la “prima coppia” proprio
nel senso che la loro storia esplicita il pensiero originale di Dio sulla famiglia.
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Gioco di ruolo
Quel pensiero, quel Progetto, è dono di Dio, così come lo è la Vita, il criterio di distinzione tra bene e
male. Adamo ed Eva non se ne possono appropriare, ma possono accoglierlo liberamente, come dono
d’Amore del Creatore, riconoscendolo come “via” per la felicità. In questo senso è il divieto di mangiare
dell’albero della conoscenza del bene e del male. La tentazione consiste proprio nella pretesa di
impadronirsi di quell’albero, di rinnegare la creaturalità e di trattare Dio come nemico e padrone.
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Tentazione e fiducia in Dio
La tentazione è la proposta di tornare alla schiavitù
Deut 6,16-25 Non tenterete il Signore vostro Dio come lo tentaste a Massa. Osserverete
diligentemente i comandi del Signore vostro Dio, le istruzioni e le leggi che vi ha date. Farai ciò che è
giusto e buono agli occhi del Signore, perché tu sia felice ed entri in possesso della fertile terra che il
Signore giurò ai tuoi padri di darti, dopo che egli avrà scacciati tutti i tuoi nemici davanti a te, come il
Signore ha promesso.
Quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: Che significano queste istruzioni, queste leggi e queste
norme che il Signore nostro Dio vi ha date? tu risponderai a tuo figlio: Eravamo schiavi del faraone in
Egitto e il Signore ci fece uscire dall'Egitto con mano potente.
La forza di sopportare la tentazione è un atto di giustizia
1Mac 2,52 Abramo non fu trovato forse fedele nella tentazione e non gli fu ciò accreditato a
giustizia?
Anche Gesù è stato tentato
Mt 4,1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo.
La migliore difesa contro la tentazione è la preghiera
Mt 26,40-41 Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: «Così non siete stati
capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è
pronto, ma la carne è debole».
Cerchiamo di curare la crescita delle nostre radici: la fede, la formazione alla vita cristiana.
Lc 8,11,13 Il significato della parabola (del seminatore) è questo: Il seme è la parola di Dio. (I semi
caduti) sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno
radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno.
Non dobbiamo mai scoraggiarci di fronte alla tentazione: Dio ci aiuta sempre.
1Cor 10,12-13 Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione vi ha
finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre
forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.
E’ necessario vigilare su noi stessi, fare sempre dei profondi esami di coscienza, per non autoingannarci.
Soggiacere alla tentazione è come farsi un autogol: si torna alla schiavitù con le nostre mani.
Gal 6,1-5 Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo
con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione. Portate i pesi gli uni degli
altri, così adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno pensa di essere qualcosa mentre non è nulla,
inganna se stesso. Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora solo in se stesso e non negli altri
troverà motivo di vanto: ciascuno infatti porterà il proprio fardello.
Una delle più grandi fonti di tentazione è la ricchezza e l’attaccamento ai beni materiali
1 Tim 6,6-10 Certo, la pietà è un grande guadagno, congiunta però a moderazione! Infatti non abbiamo
portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via. Quando dunque abbiamo di che mangiare e
di che coprirci, contentiamoci di questo. Al contrario coloro che vogliono arricchire, cadono nella
tentazione, nel laccio e in molte bramosie insensate e funeste, che fanno affogare gli uomini in rovina e
perdizione. L'attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio
alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori.
Dobbiamo stare molto attenti a non lasciarci prendere troppo dai desideri dei sensi (= concupiscenza),
perché rischiamo di farci travolgere verso la morte.
Gc 1,13-15 Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere
tentato dal male e non tenta nessuno al male. Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza
che lo attrae e lo seduce; poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato, e il peccato, quand'è
consumato, produce la morte.
Oratorio Salesiano San Domenico Savio – Gruppo Filos
venerdì 21 ottobre 2005
Con la caduta, Adamo ed Eva rifiutano la benedizione e scelgono loro malgrado la condanna:
“Moltiplicherò i tuoi dolori… Tuo marito ti dominerà… Maledetto sia il suolo per causa tua… Con il sudore
del tuo volto mangerai pane; finché tornerai alla terra”. Se nella benedizione iniziale di Dio ritroviamo
espresso il suo progetto sulla coppia e sulla famiglia, in queste parole di condanna emerge invece il volto
della famiglia quale spesso viene sperimentata e vissuta, tra difficoltà, contraddizioni e fatiche.
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Il dolore e la Croce
In momenti difficili ci viene spesso da pensare a un Dio che di fronte ai mali e al dolore del mondo se ne
sta seduto impassibile su una nuvoletta, col Figlio al lato e la “Colomba” in testa, mentre guarda quel che
succede su questo mondo.
Lo pensiamo distaccato da tutto, perché incapace di soffrire.
Ma chi? Lui? Proprio lui?
Non è possibile pensare questo. La Passione ce lo dimostra. La Croce ce lo dice ancora oggi. Dio Si è
fatto uomo nel Figlio Gesù che ha sofferto fino alla morte, e alla morte di Croce.
Il suo dolore è stato reale, vero, pesante, cruento. Gesù ha sofferto davvero. Non erano effetti
speciali da film.
Ma l’albero di Eva e Adamo non è estirpato, non muore… nonostante tutto. Dio è fedele alle promesse
di felicità fatte all’uomo e alla donna, non ritira il suo dono. È già qui esplicita la promessa del Messia,
che li condurrà per un altro cammino, lungo e faticoso ad una rinnovata Amicizia con Dio e alla reale
possibilità di essere/diventare famiglia.
Oggi si parla di diversi modelli di famiglia, tutti con uguali diritti, al punto che sembra che non ci sia più
alcun punto oggettivo di riferimento, ma che tutto dipenda dalle scelte personali. In tal modo si
realizzano modelli familiari sostitutivi, fatti su misura propria. Vediamo affacciarsi il riconoscimento
dei matrimoni omosessuali, il diritto di questi a adottare figli, l’introduzione di un divorzio “veloce”, la
progressiva estensione della possibilità di eutanasia, la libertà di ricerca sull’ embrione.
Mt 19,1-9
Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del
Giordano. E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati. Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per
metterlo alla prova e gli chiesero: "E` lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi
motivo?". Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e
disse: Per questo l`uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne
sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l`uomo non lo
separi". Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle l`atto di ripudio e mandarla via?".
Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli,
ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di
concubinato, e ne sposa un`altra commette adulterio".
… amiamo la Famiglia (dalla Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II)
Amare la famiglia significa saperne stimare i valori e le possibilità, promuovendoli sempre. Amare la
famiglia significa individuare i pericoli ed i mali che la minacciano, per poterli superare. Amare la
famiglia significa adoperarsi per crearle un ambiente che favorisca il suo sviluppo. E, ancora, è forma
eminente di amore ridare alla famiglia cristiana di oggi, spesso tentata dallo sconforto e angosciata per
le accresciute difficoltà, ragioni di fiducia in se stessa, nelle proprie ricchezze di natura e di grazia,
nella missione che Dio le ha affidato. «Bisogna che le famiglie del nostro tempo riprendano quota!
Bisogna che seguano Cristo!»
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Promuoviamo la nostra Famiglia