Pag. 66 n. 19
La creazione dell’uomo nella religione cristiana
Dio disse: “Facciamo (1) l’uomo a nostra immagine e somiglianza; e domini (1) sui pesci
del mare e sugli uccelli del cielo e sul bestiame (2) e su tutta la terra e su tutti i rettili che
strisciano sulla terra”. E Dio creò l’uomo; a sua immagine (3) lo creò; maschio e femmina li
creò.
E Dio li benedisse dicendo “Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra e dominatela; e
dominate sui pescie del mare e sugli uccelli del cielo e su tutto il bestiame e su tutta la
terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.
1) cong. esortativo aoristo!
2) lett. “e sulle bestie”
3) lett. a immagine di Dio
Pag 80 n. 21.
Il diluvio universale nella mitologia greca
Deucalione era figlio di Prometeo. Egli, allorché regnava nella regione di Ftia, sposò Pirra,
figlia di Epimeteo e Pandora, che gli dei formarono come prima donna. Allorché Zeus
decise di cancellare la stirpe di bronzo, su consiglio di Prometeo (1), Deucalione, dopo
aver costruito un’arca ed avervi collocato tutto il necessario, vi si imbarcò con Pirra. Zeus
riversando molta pioggia dal cielo sommerse la maggior parte della Grecia, in modo da far
perire tutti gli uomini, tranne pochi che si rifugiarono sugli alti monti vicini. Allora i monti
presso la Tessaglia rimasero isolati e tutte le regioni al di fuori dell’istmo e del
Peloponneso restarono sommerse. Deucalione trasportato nell’arca per nove giorni ed
altrettante notti, approdò nel Parnaso e là, cessate le piogge, sbarcato, offrì un sacrificio a
Zeus. Zeus, inviandogli Ermes, gli permise di chiedere ciò che desiderava; egli chiese di
ottenere (2) degli uomini.
E Zeus disse che Deucalione gettasse pietre al di sopra della testa. E quelle che gettò
Deucalione divennero uomini, quelle che gettò Pirra donne.
1) Lett. “avendolo consigliato Prometeo”
2) O anche “che gli nascessero”, “che gli facesse nascere”.
Pag. 115 n. 32
La prima fatica di Eracle: il leone di Nemea
Giunto a Delfi, [Eracle] chiese al dio dove avrebbe dovuto risiedere. La Pizia allora per la
prima volta lo chiamò Eracle: prima si chiamava Alcide. Gli disse di risiedere a Tirinto,
servendo per dodici anni Euristeo, e di compiere le dieci fatiche ordinate, e così – disse –,
compiute le fatiche, sarebbe divenuto immortale. Udito questo, Eracle giunse a Tirinto e
compì quanto gli veniva ordinato da Euristeo. In primo luogo gli ordinò di portare la pelle
del leone di Nemea. Questo era un animale invulnerabile, generato da Tifone. Procedendo
verso il leone giunse a Cleone, e fu ospitato presso Molorco, un uomo povero (1). Poiché
questi voleva compiere un sacrificio, gli disse di attendere trenta giorni (2) e, qualora fosse
tornato sano e salvo dalla caccia, di sacrificare a Zeus salvatore, se fosse morto, di
venerarlo come eroe. Giunto a Nemea ed avendo scovato il leone daprima gli lanciò una
freccia; quando si rese conto che era invulnerabile, sollevando la clava lo inseguì. Quando
quello si rifugiò in un una caverna dal doppio ingresso, sbarrò una delle due uscite, e si
fece incontro alla belva dall’altra e, postale la mano attorno al collo (3), la strinse
strangolandola, finché soffocò; e ponendosela sulle spalle, la portò a Micene.
(1) La grafia corretta è χερνήτῃ
(2) Lett. Il trentesimo giorno
(3) La traduzione consigliata dal libro di περιθείς participio aoristo da περιτίθημι è in
realtà errata: qui vuol dire “porre attorno”, non “indossare”.