to Gazzani, che si sono riuniti insieme da varie località marchigiane proprio per riarrangiare i brani del cantautore appignanese. Essi sono: Marco Postacchini, Daniele Marucci, Michele Marinelli, Matteo Cesarini, Luca Mattioni, Andrea Pieroni, Andrea Morandi, Stefano Conforti e gli stessi Gazzani e Pertosa. TRACK 13 Mabò Band ‘U BARBIERE La band nasce nel 1991 a Monte S. Giusto dal fortunato incontro di quattro musicisti che, dopo aver prestato opera per un lungo ed intenso periodo nel mondo dell’imprenditoria calzaturiera, decidono di realizzare un sogno e di abbandonare l’incubo delle sole, delle solette e delle tomaie. I quattro dell’ Ave Maria sono Charlie Andrea Sgariglia (sax contralto), Gianni Renzo stizza (sax contralto), Gilberto Fabrizio Palazzetti (sax basso) e Gino Amilcare Pompei (trombone). Il primo ostacolo che si presenta è quello della scelta del nome del gruppo, il quale prende origine proprio dalla risposta a questo irrisolvibile enigma: ...Mah!...Boh! Parola d’ordine: inseguire i malcapitati viandanti per le vie di ameni borghi, proponendo mirabolanti arrangiamenti per ottoni con l’ausilio di una prorompente arte mimica ed offrendo una comicità fresca, immediata e originale. Le prime esibizioni vedono la band affiancata alla compagnia di spettacoli itineranti Atmo di Bastia Umbra, con la quale nasce una intensa e proficua collaborazione. Nel 93’ la Mabò band entra a far parte dello staff del Maurizio Costanzo Show e per quattordici puntate scorazza fra le poltrone del Teatro Parioli di Roma: seguono dieci partecipazioni a Giochi Senza Frontiere, tre a Fantastico, una a Sereno Variabile, otto apparizioni su Blob ed una collaborazione assidua con la trasmissione Uno Mattina della RAI. Dopo di che la band abbandona lo schermo televisivo e si concede solo alle telecamere dei passanti incontrati nelle innumerevoli performance dal vivo in territorio italiano, in Francia, in Svizzera, in Austria, in Grecia, in Polonia, in Germania e, oltre oceano, negli USA, in Giappone e in Canada, a dimostrazione di un linguaggio mimico che non conosce confini. Dall’amore della band per il palcoscenico nasce la loro prima opera teatrale “Note nella tempesta”, una tragedia comico classica realizzata con il direttore d’orchestra Walter Rado in cui i quattro musicisti esprimono tutta la loro abilità comico musicale su di un canovaccio aperto all’improvvisazione. TRACK 14 Meridiano Zero NON SE FA GNISCIU’ L’AFFARI SUA Dietro al progetto Meridiano Zero si celano Simone Cicconi e Nazzareno Zacconi, che lavorano negli UNDAtheC Studios. Simone Cicconi compone colonne sonore e fa sound design per videogiochi e televisione. Scrive anche articoli di computer music per varie testate giornalistiche. Nazzareno Zacconi è Maestro di chitarra classica nonché apprezzato jazzista e turnista con svariati nomi della musica leggera italiana. Questo è il loro progetto artistico, che si pone in un punto equidistante tra rock, musica elettronica, pop e progressive. Tre produzioni discografiche all’attivo: Amberdrops; 3 & ½ years (of rainy days) e Ailanthi pt1 – Roots, ultimo lavoro per l’etichetta Dharmasound, disponibile in cd e download sul sito HYPERLINK "http://www.dharmasound.com" www.dharmasound.com TRACK 17 Ghergo & Sun Beat Air Orchestra ‘A FIJA DE LALLA Roberto Ghergo è un artista da anni legato a quel rock indipendente dalla fraganza più nostrana che tuttavia non trascura influenze punk, rock’n’roll & metal. Ha all’attivo due dischi: Sotterranei (1997 – Mr. Sound) e Argento (2001 – Self / Mr. Sound), da cui è stato realizzato anche il video del singolo Cambiami. Il cantautore al momento sta preparando un nuovo progetto discografico. Nei nuovi brani Virus e Nel mondo delle Favole (di quest’ ultimo è già stato realizzato il videoclip), l’ autore si avvale della collaborazione di Paolo Carta, chitarrista romano, noto per avere lavorato con alcuni importanti artisti: E. Ramazzotti, G. Morandi, Alexia, Max Pezzali e Laura Pausini. Roberto Ghergo, inoltre, è legato alla Sun Beat Air orchestra da ormai 5 anni, di cui ne è il fondatore. I musicisti della Sun Beat Air sono: Massimo Saccutelli (piano & tastiere), Max Ruggeri (chitarre), Gianni Iacoponi (basso), Francesco Offidani (batteria), Fabio Andrenacci (percussioni), Guido Porrà (sax tenore) e Iur e depositato alla SIAE qualcosa come 350 canzoni, tra serie e facete. Il suo cruccio negli ultimi anni era che nessuna band, nessun musicista si facesse avanti per arrangiare e interpretare le sue canzoni. Voleva affrettare i tempi, forse sentiva vicina la fine, e passava da uno studio all’altro, da un arrangiatore all’altro. Si lamentava che nessuno sapesse interpretare lo spirito delle sue composizioni. Ci ha provato l’Orchestra Popolare de lu portu de Pignà durante una serata memorabile al Teatro Alfieri di Montemarciano in occasione del suo ottantesimo compleanno. I ragazzi, come li chiamava lui, hanno fatto un ottimo lavoro e testimonianze ne sono le tracks 8-9-10 e 11 del CD allegato a questo numero di Arte Nomade, registrate appunto dal vivo durante quel concerto. Ma spesso, durante le prove, gli arrangiamenti proposti dalla big band sono stati motivo di lamentela da parte dell’anziano cantastorie (vedi video nella cartella extra del CD). Peppe aveva una visione tutta sua della musica e dell’esibizione live: da consumato front man voleva sentirsi libero di improvvisare, di cambiare al volo interpretazioni e tempi a seconda dell’umore e delle predisposizioni del pubblico e le fredde partiture dell’orchestra mal si confacevano alla sua imprevedibilità. Per questo il ricordo più vivo, più vero di Peppe era quando si cimentava da solo con la sua fisarmonica, o su un palco o passando tra i tavoli di qualche locanda o nelle cene tra amici. E non c’era certo da pregarlo troppo per fargli imbracciare lo strumento e fargli muovere quell’ondata di contagiosa allegria che solo lui sapeva sempre dare. Le sue performances sono state ovunque memorabili. Vedere quel corpo smilzo senza adipe e tutti nervi e quella punta rossa del naso (non era vino ma un’operazione mal riuscita) e quello sguardo vivo dietro gli inconfondibili occhiali era per tutti un’iniezione di vita, bella, solare. Ha conosciuto tutti i migliori musicisti delle Marche e col tempo ha tessuto una rete di stima e simpatia tale che lo ha portato ad essere tra gli interpreti più trasversali e richiesti della regione. Ha improvvisato lo ska, il rap, il blues, ha cantato per il teatro, si è prestato a fare cabaret. A questo proposito vogliamo solo ricordare i bellissimi due anni (gli ultimi della sua vita) in cui ha lavorato con noi nello spettacolo dei Vinci & Sgrassi. Oltre alle sue canzoni Peppe interpretò, in una situation comedy ambientata a Cuba nel mondo del turismo sessuale, un’avvenente cubana che seduceva un turista italiano. Vestito di pareo e parrucca rasta ballava a ritmo di samba come una consumata cubista creando un’irrefrenabile ilarità anche tra noi che stavamo sul palco con lui. O ancora lo rivediamo, negli studi di Rete A di Milano in occasione della trasmissione Music Zoo, cantare imperturbabile la sua Erotica tra le avvenenti e giovani stangone che gli ballavano intorno, mimando, con la sua profonda ironia, un amplesso simbolico con la fisarmonica. Ebbene non poteva mancare un doveroso tributo a Peppe, alla sua gioia di vivere e a quei suoi momenti di profonda malinconia che rappresentavano spesso la sua consapevolezza di essere vicino alla fine come racconta egli stesso nelle sue canzoni. Per questo Arte Nomade, in collaborazione con i figli Gabriele e Letizia e con la moglie Emma, ha organizzato un incontro tra musicisti, i più rappresentativi, i più vicini a Peppe, e ha proposto la compilation qui allegata. Nonostante i più disparati impegni nessuno ha saputo dire di no e gratuitamente tutti hanno adoperato risorse e creatività per costruire quello che reputiamo il miglior tributo che si potesse fare alla memoria di Peppe de Birtina. Vita mia è un CD che contiene 19 tracce tutte composte da Peppe e che racchiude cronologicamente la sua esperienza musicale dall’alba al tramonto. La track 1 si intitola ‘A LAMBADA DE PIGNA’, uno dei suoi hit, cantata alla maniera di Usa for Africa, ovvero con tutti i musicisti della compilation in un solo brano. La track 2 è un brano del 1955 dal titolo IL TRENINO DISPETTOSO, scritto da Peppe per l’interpretazione del grande Natalino Otto. Del 1957 è invece la track 3 QUALCHE COSA NEL MONDO NON VA con la storica voce di Nilla Pizzi. La track 4 è invece un allegro riarrangiamento ska da parte dei Malavida della canzone ‘A MOTO. Maurizio Minestroni in arte Mines si cimenta nello swing della celebre canzone di Peppe CHICAGO BOSTON NEW YORK (Track 5). Nella track 6 riascoltiamo per la prima volta una traccia voce di Peppe de Birtina recuperata dagli archivi del Minestudio su cui si sono adagiati perfettamente gli arrangiamenti della Gang: QUESTA TV. Altro brano storico è quello della track 7 BELLENTE: la storia del brigante appignanese già ispiratrice di studi e rappresentazioni teatrali si veste di nuovo nell’affascinante versione dei Vincanto. Le tracks 8 – 9 – 10 e 11, come già detto, sono state registrate dal vivo con gli arrangiamenti dell’Orchestra Popolare de lu portu de Pignà e sono, in ordine, ‘U ‘MBIANCHI’, EVVIVA IL VIAGRA, ME PIACIRIA ‘NCUNTRA’ e ‘U FRATE. Sono la diretta testimonianza della carica con cui Peppe affrontava i concerti live. Ancora la Gang nella track 12 dal titolo PIOVE GOVERNO LADRO: è una delle canzoni meno conosciute del cantautore appignanese ma sembra scritta apposta per il repertorio dei fratelli Severini. Indubbiamente particolare l’arrangiamento de ‘U BARBIERE (track 13) da parte della scanzonata Mabò Band che intreccia voci e ottoni in una versione che sarebbe sicuramente piaciuta a Peppe. Di sapore country invece la track 14 NON SE FA GNISCIU’ L’AFFARI SUA dei Meridiano Zero che spesso Peppe cantava dal vivo sostituendo “l’affari” con “li cazzi”. Altra canzone pressocchè sconosciuta ai fans di Peppe è la track 15 TU SARAI ‘NCORNISCIATU rielaborata dai Malavida. Stile tamurriata è la nuova versione di EROTICA (track 16) da parte dei Vincanto utilizzando anche questa volta la traccia voce originale di Peppe. Altra celeberrima canzone del repertorio di Peppe è ‘A FIJA DE LALLA (track 17) reinterpretata da Ghergo & Sun Beat Air Orchestra in un interessante versione mambo. La voce di Amleto Caterbetti ci spinge in una malinconica atmosfera alla Fred Buscaglione con la canzone IL DISCO DEL NONNO (track 18), scritta da Peppe per la appena nata nipote Gaja. L’ultimo brano della compilation si intitola VITA MIA (track 19), musicato dagli Ogam con traccia voce originale di Peppe de Birtina registrata tre mesi prima della morte, ultimo documento della sua arte. Insomma un disco, crediamo, come avrebbe voluto Peppe de Birtina. Forse che gli amici si sono dati da fare per lui solo ora per non subire le critiche e gli appunti del cantastorie? E chissà, ora che è uscito il CD, che Peppe non venga a turbare i nostri sogni dicendoci: “a me quei fiati che fanno pepperepè non piacciono”. STORIA DI UN CANTASTORIE Acura di Gabriele Gasparrini 1925, 27 gennaio: Nasce Peppe 1937: Impara il mestiere di falegname 1940: Suona il clarinetto nella banda cittadina. Disegna una tastiera su un pezzo di legno e impara le note. Scappa dall’arruolamento fascista e fa il partigiano. Prima porta i messaggi per l’amico del padre Armando Palanca poi va in montagna: Frontale, Poggio San Vicino, Poggio San Romualdo, Porcarella, Ponte del Bachero, ecc... Al Ponte del Bachero prima e nei pressi di Filottrano poi sfugge alla morte per un soffio. 1944 - 45: Finita la guerra si preparano le elezioni, non potrà votare perché ancora minorenne. Si consola passando il giorno a suonare il pianoforte nella sede dell’UDI (Unione Donne Italiane) in piazza. Cerca insistentemente di imparare la musica per poter scrivere le sue canzoni. I motivi che gli passano in mente lo “disturbano” e lo ossessionano. Riesce a liberarsene solo mettendoli sullo spartito. Scrive Sospira un violino e Appignanesina. Uno zio gli presta la propria fisarmonica e finalmente Peppe si può esercitare a casa. Appena questi fa capire di rivolere indietro la fisarmonica Peppe decide di comprarsene una tutta per lui. Va a farsi prestare i soldi da Sor Falconi, generoso possidente appignanese che spesso accetta di svolgere il ruolo di “cassa popolare”, e lavorando come falegname con il padre resitutisce tutta la somma. 1948: Si iscrive alla S.I.A.E., conosce Ruccione che lo presenta a Cambi, l’editore che lo sosterrà nella sua carriera di compositore. Tramite queste relazioni vedrà incise dai grandi dell’epoca alcune sue canzoni: Nilla Pizzi canterà Qualche cosa nel mondo non va, Natalino Otto Il trenino dispettoso, Gino Latilla Un nido a Montparnasse e Marisa Brando Piccola città. E più di una volta le sue composizioni verranno trasmesse alla radio nazionale. 1951: Fonda un’orchestrina di quattro elementi, senza cantante. Per risparmiare decidono di costruirsi il contrabbasso da soli, ma non sanno che per suonare il contrabbasso ha bisogno dell’anima. Lo scopriranno con un’operazione di spionaggio nei negozi di Macerata! Da Filottrano ricevono un ingaggio ma serve una cantante. Peppe coinvolge la sorella Lina. Da solo, con la sorella o con l’orchestrina viene chiamato per veglioni, feste dello “scartoccià”, sagre, feste da ballo, ecc... A piedi o in bicicletta fino a Cingoli. Con l’auto del servizio pubblico o con mezzi di fortuna. Per un sacco di grano ed un “capo d’uva”, gratis o per un cachet ridicolo. Peppe suona, si fa conoscere ed apprezzare nei teatri e nelle sale da ballo di tutto il maceratese:Cingoli, Caldarola, Pollenza, Treia, Macerata, Camerino, Porto Recanati, Tolentino, ecc... 1952-1953: Con Lina, inaugura l’inizio stagione all’Arena Gigli di Porto Recanati, poi suonano durante tutti i fine settimana estivi nella zona a nord del paese chiamata I Concimi. Come compositore partecipa a vari festival nazionali di musica leggera: Como con Angelina dimmi si; Velletri con Il minuetto di mezzanotte cantata da Flo Sandon’s e con Come te non ho amato nessuna; La Spezia con Piccola città cantata da Marisa Brando. Nizza Monferrato con Merci (ma chérie); Trani con L’abito d’oro. 1954: Al festival di Ancona la sorella Lina canta due suoi brani: con Angelina dimmi si vincono il primo premio e con Ombra d’amore il secondo. Quando non ha da suonare aiuta il padre nei lavori di falegnameria. Un ricco cliente jesino non paga un grande lavoro e Peppe per salvare la famiglia si procura un ingaggio ben remunerato. Con la sorella e altri tre musicisti fanno la stagione estiva al Cavallino Rosso di Biella. Oltre all’innovativo “sincopato”, un po’ di jazz e all’apprezzato repertorio di Perez Prado l’orchestina suona sempre gli ultimi motivi ascoltati alla radio. Peppe con le sorelle ascolta le trasmissioni dei vari festival. Lui trascrive subito la partitura musicale, le sorelle annotano il testo e la sera dopo possono suonare le ultime novità! In questi anni, nonostante alti e bassi economici, Peppe e i suoi amici sono in preda alla voglia di vivere. Ogni tanto vanno al cinema a Macerata, con il “mezzo pubblico”. Per risparmiare sul prezzo del viaggio salgono in quanti più possibile nell’auto. I maceratesi si divertono a contarli scommettendo su quanti ne usciranno dalla macchina, 10, 11, anche 12! Tutti insieme firmano una cambiale, la vanno a scontare in banca, affittano la macchina del servizio pubblico e vanno al ristorante Nettuno a Rimini. Si mangiano tutto il pesce che il ristoratore può offrire, passano alle bistecche, poi svuotata la dispensa e buona parte della cantina risalgono in macchina. Chi con i piedi fuori dai finestrini, per rinfrescare i calli, chi vomitando tutto il pasto, chi cantando a squarciagola, si lasciano condurre a casa dall’autista, l’unico ancora sobrio. 1959: Dopo anni di apprezzamento ma senza il successo sperato Peppe decide di cambiar vita. Si innamora, scrive la canzone per Emma, Come te non ho amato nessuna, e nel 1961 si sposano. Nel frattempo, in società con altri due appignanesi fonda la BO.GA.VI. Una torneria in legno. La marchesa Castellani gli regalerà un pianoforte ma lui si concederà di suonarlo solo nei giorni di festa per timore di essere “ripreso” dalla propria passione per la musica. 1971: Si mette in proprio e la TORNERIA GASPARRINI produrrà sedie per vari clienti italiani fra i quali spiccano Pallucco e Poltrona Frau. In un periodo di crisi del settore Peppe si inventa sedie molto particolari e tenta i mercati internazionali: Singapore, New York, Los Angeles, Berlino, Parigi, ecc... Nonostante il gradimento dei mobilieri di mezzo mondo le sue sedie non riescono a scacciare la crisi. Stanco della situazione nel 1986 vende tutto e si ritira dagli affari. 1987: Il tarlo della sua passione inizia a roderlo di nuovo, ricomincia a scrivere musica. Mancando dei suoi parolieri storici, Zepponi e Parrino, decide di farsi da solo anche i testi. Istituisce l’appuntamento annuale delle Serate Settembrine, spettacolo di piazza cui partecipano tutti gli appignanesi desiderosi di esibirsi sul palcoscenico. Per marcare il suo rientro sulla scena, Peppe presenta Tempi felici, un apprezzatissimo spettacolo sulla vita appignanese della sua gioventù. Riaperta la vena creativa, esplora i generi più vari, scrivendo per le balere Lucciola, per i bambini Illuminato lo scienziato e l’inno nazionale dei bocciofili Viva le bocce. E ancora, fra le tante, Chicago Boston New-York, per “gli amanti di quei dì”, il blues-gregoriano Santo Francesco, la struggente storia del brigante appignanese Bellente... Fra tutti prende il sopravvento il filone dialettaldemenziale. Dopo la Lambada de Pigna’ Peppe scrive decine di canzoni scherzose ed originali diventando un fenomeno. Feste pubbliche e private, sagre e ristoranti, se lo contendono e lo gratificano con il loro apprezzamento. Colmo della soddisfazione viene anche chiamato in TV: Rai 3, Rete 4, Canale 5 e All Music. 2005: In occasione del suo ottantesimo compleanno gli amici musicisti gli organizzano una festa concerto al Teatro Alfieri di Montemarciano. I suoi brani vengono arrangiati dall’Orchestra Popolare de lu Portu de Pignà. Durante la serata lo show man Peppe canta, balla si concede ad interviste e racconta della sua vita. Ad Appignano va in scena lo spettacolo Bellente il Brigante nato da una canzone di Peppe. Lo stesso cantastorie, al momento clou della rapperesentazione, canta dal vivo il suo brano. Già malato lo scherzoso artista, e serio professionista, mantiene fede ai suoi impegni esibendosi fino ad agosto nello spettacolo Osceno scio’ dei suoi figli putativi Mario e Neno. 2005, 27 dicembre: Peppe muore dopo aver preparato il suo testamento musicale, Vita Mia ed un regalo per la nipotina Gaja, Il Disco Del Nonno. Forza Pè, Daje Pè, ‘Nzisti Pè! di Andrea Morandi Abbiamo conosciuto Peppe nell’estate del 2003 quando Maurizio Serafini ci disse che il cantastorie cercava tre musicisti che lo accompagnassero durante i suoi concerti (in altre parole aveva bisogno de “Lu complessu”). Da quel giorno fino al memorabile concerto per i suoi ottant’anni, abbiamo accompagnato Peppe (anche se, a dire la verità, era spesso la sua energia ad accompagnare noi) in una serie di concerti indimenticabili. Come ad esempio in occasione della Festa d’Autunno a Piticchio: dall’ora di pranzo fino alla tarda serata Peppe allietò il pubblico, instancabilmente, passando dalle cantine fino alla piazza, dove prima di cena si esibì con lu complesso per poi ritornare nelle cantine. L’avevano proprio spremuto per bene… Poru Pe’….. Ogni tanto ci capita di pensare all’unicità di quelle esperienze, nelle quali Peppe si trasformava in quel personaggio unico ed irripetibile, sia in locali distantissimi dalla sua musica (come la discoteca Sottosopra di Falconara), sia nelle sagre paesane. Peppe spesso diceva che lui non era un cantante ma un pagliaccio e come tale non temeva nessun tipo di pubblico che, alla fine, inevitabilmente conquistava. Per un periodo siamo anche usciti con Peppe: nel senso che lo prelevavamo ad Appignano di sera con lo scopo di cercare sponsor per un progetto di spettacolo itinerante non realizzatosi. Entravamo in una serie di locali amici e non, seguendo la tecnica dell’irruzione a sorpresa: fisarmonica a tracolla, rullante e chitarra per un improvvisato live non sempre gradito (come in un ristorante di Civitanova Alta che ci sbattè fuori non molto elegantemente). E poi lo spettacolo OTTANTA VOGLIA DE CANTA’ andato in scena al Teatro Alfieri Di Montemarciano nel Febbraio 2005 in occasione degli ottant’anni di Peppe. A dire il vero, lo spettacolo doveva tenersi il 27 gennaio, giorno del suo compleanno, ma un’incredibile nevicata ci costrinse a rinviarlo di due settimane. Tra l’altro, nevicò anche il giorno prima dello spettacolo tanto che Peppe, per una volta sfiduciato, voleva annullare tutto perchè secondo lui anche il Padreterno si era messo contro il concerto. Per l’occasione pensammo di allestire un’orchestra di 10 elementi che chiamammo L’ORCHESTRA POPOLARE DE LU PORTO DE PIGNA’. Roberto Gazzani e Vincenzo Pertosa iniziarono a scrivere gli arrangiamenti dei brani che avremmo proposto. Questa fu l’occasione per conoscere definitivamente il carattere anarchico e testardo di Peppe. Durante le prove licenziò al primo ascolto un articolato arrangiamento di un suo brano che a noi piaceva molto (Evviva il Viagra) affermando con la sua sintetica intransigenza: “Nun te la fo vigne. Non te lo fo parapappà.” Allo stesso tempo, Peppe ci dimostrava anche il suo entusiasmo nell’ascoltare i suoi brani in una forma musicale più compiuta (diceva “Chi ce l’ha avuta mai n’orchestra così. L’ho viste da lontano ma da vicino mai”). Le prove per la preparazione dello spettacolo sono andate in definitiva in questo modo, tra picchi di entusiasmo e momenti in cui sembrava che tutto potesse crollare da un momento all’altro. Peppe era un animale da palcoscenico e la forza della sua vèrve comica risiedeva nell’autoironia. Di conseguenza, non ebbe nessun timore quando gli proponemmo di farlo entrare in scena all’interno di una vera cassa da morto, con tanto di portantini, vedova e marcia funebre, per scherzare sui suoi ottant’anni. Mario e Neno, in lacrime, annunciarono alla platea che Peppe se n’era andato spalando la neve da Appignano a Montefano. Poi, nel momento in cui veniva ricordato al pubblico che alle 9 doveva iniziare lo spettacolo, Peppe resuscitò e cantò ‘A lambada de Pignà. Durante lo spettacolo (basato anche sul suo repertorio serio) Peppe ha tenuto insieme tutte le componenti musicali e cabarettistiche e a noi non restava altro che lasciarci trasportare dalla forza del suo entusiasmo. Poteva essere l’inizio di un gran varietà ed era ciò che credevamo insieme a lui… Peppe aveva una forza spontanea che è rimasta in noi come un’essenza vitale e creativa che condividiamo insieme agli amici di questo progetto. Seguiteremo a ridere, suonare e a non prenderci troppo sul serio. A message to you Peppe di Gugo Patchanka e Marco Scarponi Il primo maggio di cinque anni fa stava per essere accantonato ancor prima che finisse e invece si rivelò un giorno che non avrei mai più dimenticato. Come al solito non si sapeva che fare e dove andare quando ci ricordammo che i Radio Babylon suonavano allo Zaffiro, un locale presso Macerata, così ci decidemmo e partimmo alla volta del loro concerto. Lo Zaffiro è un locale composto da più sale e quella adibita normalmente al liscio, quel giorno vedeva di scena un certo Peppe de Birtina di Appignano, un cantastorie di cui avevo sentito parlare, ma che non avevo mai avuto l’occasione di conoscere. Comunque io ero lì per i Radio Babylon e questo giullare ultrasettantenne non l’avrei nemmeno visto se Tiberio, il cantante dei R.B., prima dell’ultimo pezzo, non l’avesse chiamato sul palco a suonare insieme a loro un classico brano del repertorio ska, A message to you Rudy. Ed ecco che compare questo tipo, non più alto di un metro e sessanta, con la fisarmonica che reggeva a malapena, che lasciava giusto lo spazio in alto per far uscire un volto unico, tutto tigna, con gli occhiali e una macchia scura sul naso. Incominciano a suonare ed ecco che m’innamoro: quel vecchio, che sicuramente non conosceva nemmeno la canzone, si mise a cantare qualcosa di incomprensibile cercando di stare dietro agli altri come poteva, ma il suo modo di reggere il palco, di saper stare al gioco e di fare festa mi fece un’impressione enorme, sorprendente. Quel Peppe era una forza della natura, un mago che riusciva a far stare insieme vecchi e giovani senza distinzioni e per me era un sogno che si avverava: dovevo conoscerlo a tutti i costi. L’occasione si presentò poco tempo dopo: stavamo registrando il disco Malagang e ci serviva qualcuno che suonasse la fisarmonica in Kowalski e il mio pensiero, in anticipo su qualsiasi altra conclusione, andò immediatamente a quel vecchietto. Lo chiamo per telefono, ci incontriamo e dopo tre minuti già mi chiama Gustì, mi parla di sé, mi racconta che era stato chiamato a suonare al Gay Pride di Bologna, a cui non era potuto andare perché stava poco bene “Pensa che cosa mi son perso! Quanto mi potevo divertire!” esclamò “le situazioni che mi piacciono di più sono quelle in cui non mi conoscono, così tiro fuori tutto me stesso per conquistarli!” Era già un mito. Da allora sono seguite serate in studio, cene fuori. Peppe veniva spesso al negozio e attaccava discorso con tutti e per chiunque aveva una battuta. Dedicò a noi dei Malavida persino un pezzo in cui mi definiva Augusto mezzo busto perché diceva che stavo sempre dietro al bancone e dal petto in giù non si vedeva niente. Era nata un’amicizia fuori da tutte le regole, fuori dal cappio dell’età innanzi tutto. Con Peppe potevi parlarci di tutto: di sesso, di rivoluzione, potevi passare delle serate uniche. È stato grazie a lui, al suo modo di fare e di vedere le cose che sono riuscito a far crollare diversi muri che dividono continuamente le persone. Infatti, anche se per molti era soltanto un matto scatenato buono solo a far casino e a raccontare storie in dialetto, per me, che ho avuto la fortuna di conoscerlo e di stargli vicino, è stato come un maestro, un amicomaestro e posso dire di aver imparato molto da quel matto. Standogli accanto ho capito che non esiste un’età per abbandonarsi alla rassegnazione, che qualsiasi prigione ha la sua via di fuga, che la vecchiaia è sì il tramonto dell’esistenza, ma è pur sempre vita e va vissuta, che le distanze che ci sono tra la gente sono più brevi di quanto sembra se un attimo vai fuori tempo e ti fermi a scherzare. Una canzone di Peppe, forse la prima che ha scritto, racconta la storia del bandito Bellente di Appignano, il quale si ritrova, alla fine della sua esistenza sempre in fuga, barricato in una casa insieme ai suoi compagni. Assediato da un esercito di gendarmi che intimavano “Arrenditi Bellente!”, il brigante, ormai senza via di scampo, urlò:“Mortu sci ma viu no!”. Grazie per tutto Pè. (articolo comparso su “Filottrano Notizie” del mese di luglio 2006) Poesia tratta dal libro Filottrano City Rockers vol.I “L’estate dei rockers” di Marco Scarponi A Peppe de Birtina * Fuori tanti vecchi di vent’anni seguivano la luce più grande della notte: su un palco quattro campane suonavano l’inizio di un altro tributo-funerale. In disparte due rhum non volevano obbedire al silenzio delle loro voci: dentro, un giorno, un ragazzo di ottant’anni con la sua fisarmonica aveva minato per sempre di vita i loro cuori. * per noi Peppe è stato sempre un rocker, la vera essenza dell’essere libero e spontaneo, il frutto più ribelle e sincero della nostre colline, perciò non poteva mancare una poesia dedicata a lui in questo libro. VITA MIA GLI ARTISTI E GLI INTERPRETI Contiene contributo video Peppe de Birtina: l’ultimo cantastorie marchigiano Immagini, interviste, barzellette, feste di paese, partecipazioni televisive Durata: 7’, 47” Inserisci il CD in un personal computer, apri la cartella “extra” e clicca sul filmato TRACK 1 Mario Vinci, Neno Sgrassi & friends ‘A LAMBADA DE PIGNA’ Estate 2004: debutta Mario e Neno Osceno Sciò, il terzo spettacolo comico dialettale firmato dall’inseparabile duo maceratese Luciano Monceri e Maurizio Serafini. Già nel 1994 vide la luce il primo spettacolo Giù la pattuella e, dopo 4 anni, nel 1998 Tele Ciuccio, entrambi realizzati con il tastierista Paolo Mencoboni. Erano i tempi d’oro dei Vincisgrassi. Centinaia di concerti/spettacolo in tutta la regione Marche. Un vero evento mediatico che coinvolgeva radio, televisioni, giornali e pubblici di tutte le razze e età. La gente, in cerca d’evasione, affollava le piazze e partecipava allo spettacolo come una tifoseria di calcio. Nella memoria di tutti ancora sono vive le straordinarie rappresentazioni all’arena Sferisterio di Macerata, dove sul palco salivano a turno attori, musicisti, amici, sindaci, rappresentanti politici, tutti partecipi della follia demenziale del nuovo fenomeno musicale marchigiano. Nelle radio imperversavano i brani dialettali dei tre CD Sindi che bbotta, Bum e Tele Ciuccio e nei negozi di dischi della regione le nuove produzioni per mesi erano di gran lunga le più vendute di tutti i dischi nazionali. Nel 2003 Serafini e Monceri (gli autori dei testi) interrompono il sodalizio con Mencoboni e fondano il progetto Mario e Neno, già avviato nel 2001 con la stampa dei fotoromanzi Le avventure di Mario e Neno. Le nuove canzoni, i nuovi sketches inventano altri tormentoni che presto entrano nello slang quotidiano. Accanto ai due sceneggiatori storici, mattatori dello spettacolo, compaiono volti nuovi come quello della soubrette Sofia Bracalenti, quello dell’ottantenne cantastorie popolare appignanese Peppe de Birtina, quello dello speaker radiofonico Fabrizio Tantucci, in arte Lando, quello del cabarettista romano Vladimiro e quello dell’ottimo musicista matelicese Roberto Marcucci. TRACK 2 Natalino Otto IL TRENINO DISPETTOSO Natalino Otto fu l’iniziatore del genere swing in Italia. Iniziò come cantante e musicista nei locali della sua regione, la Liguria, ma la gavetta dovette farla emigrando esibendosi durante gli anni Trenta a bordo dei transatlantici che facevano la spola tra l’Europa e il nord America. Questa esperienza gli fece conoscere la musica d’oltreoceano, i nuovi generi musicali jazz e swing. Nel 1935 fu scritturato da un’emittente radiofonica italo-americana di New York. Rientrato in Italia nel 1937, Otto propose un repertorio innovativo fortemente ispirato alla musica americana del periodo, ma si dovette scontrare con la realtà italiana, dove ogni suggestione esterofila era vietata. Escluso dalla radio, il cantante genovese si dedicò alle incisioni discografiche, in collaborazione con due grandi musicisti e direttori d’orchestra, Gorni Kramer e Pippo Barzizza. Arrivò ad incidere oltre duemila motivi che gli meritarono il titolo di “Re del ritmo”. Tra quelli di maggior successo Ho un sassolino nella scarpa, Mamma voglio anch’io la fidanzata. TRACK 3 Nilla Pizzi QUALCHE COSA NEL MONDO NON VA Nilla Pizzi nasce a Sant’Agata Bolognese (BO) il 16 aprile 1919. Appena diciottenne, vince nel 1937 il concorso “5000£ per un sorriso”, antesignano di Miss Italia. Nel 1942 vince, davanti a diecimila concorrenti, un concorso indetto dall’Eiar ed inizia ad esibirsi con l’orchestra Zeme. Nel 1951 vince il primo Festival di Sanremo con Grazie dei fiori, piazzandosi anche seconda con La luna si veste d’argento, cantata in duo con Achille Togliani. L’anno successivo trionfa nuovamente al Festival di Sanremo conquistando l’intero podio rispettivamente con Vola colomba, Papaveri e papere e Una donna prega. Nel 1957 vince il Festival di Velletri con Dicembre m’ha portato una canzone in coppia con Nunzio Gallo, e l’anno successivo si piazza seconda e terza a Sanremo (è l’unica cantante che riesce ad insidiare il boom di Domenico Modugno), rispettivamente con L’edera e Amare un altro ripetute da Tonina Torrielli e da Gino Latilla. Continua a vincere premi e concorsi canori importanti e nel 1981 Gianni Ravera la chiama a presentare il Festival di Sanremo. È spesso ospite di trasmissioni televisive in veste di cantante ed opinionista. Nel 2003 le è stato assegnato il prestigioso Premio alla Carriera. TRACK 4 / 15 Malavida ‘A MOTO / TU SARAI ‘NCORNISCIATU Malavida cominciano a suonare live con brani ispirati al punk inglese dei Sex Pistols e dei Clash ed avendo percorsi comuni con i fratelli Severini diventano il gruppo spalla della Gang. Registrano nel 1999 un demo che contiene un originale e 3 cover, e nel 2000 entrano in studio per registrare il primo vero lavoro: Malavida, che contiene 13 brani in inglese e spagnolo, con la collaborazione fondamentale dei fratelli Severini, dei fiati dei Radio Babylon e della cornamusa dei Mortimer Mc Grave. Il disco esce nel 2001 su etichetta Skantinato (Ancona) e viene distribuito dalla Venus (Milano). Prende vita il primo tour: il RevolTour 2002 che li porta a suonare in diverse zone d’Italia. A settembre del 2002 esce di scena El Kid, il chitarrista (e già bassista dei Gang) che viene sostituito dal Zeb. I Malavida si fermano per riorganizzare le idee e per lavorare a dei nuovi pezzi in italiano. Con la fondamentale collaborazione dei fratelloni Severini, nel 2003, iniziano a registrare il nuovo lavoro che contiene 4 nuovi brani in italiano, 3 cover dei Gang rivisitate per l’occasione e un tributo ai Clash. TRACK 5 Mines CHICAGO BOSTON NEW YORK Mines - al secolo Maurizio Minestroni - forma nel 1986, insieme all’amico cabarettista-attore Mauro Negri, il duo “les Antipop”, con il quale si esibisce fino al ‘91 nei vari locali d’Italia, partecipando con successo alle principali rassegne di musica d’autore italiana. Negli anni seguenti crea, coordina e collabora a numerosi progetti in Italia e all’estero. Si trasferisce a Milano, poi a Parigi, per rientrare nel 1997 a Recanati. Nel frattempo conosce i jazzisti Luca Pecchia (chitarra) e Giordano Pietroni (contrabbasso); insieme preparano il “Tributo a Serge Gainsbourg”, un omaggio al celebre cantautore francese. Il trio ripropone i suoi brani in chiave jazz ed incide “dal vivo”, al “Teatro Petrella” di Longiano, un CD pubblicato e distribuito dalla Harmony Music (attualmente in vendita in tutta Europa). Si appassiona alle nuove tecnologie audio e video e nel 2002 fonda il Minestudio, studio di registrazione all’avanguardia, dove tra le altre cose registra dieci brani inediti del suo vecchio gruppo, i “Colori base” (CD “Pane e veleno”); i “Colori base” vengono inseriti nella rosa dei 36 finalisti del “XIII Premio città di Recanati”. Contemporaneamente non rinuncia a suonare dal vivo; è cantante-chitarrista con gli “MPJ” (rock cover band), la Mrs. Knapp (blues band), “Gli amici di Fred” (swing band) e con la cantante Roberta Faccani (attuale cantante dei Matia Bazar). Nel 2006 Mines ha già composto e depositato alla SIAE più di trecento canzoni. Autoproduce il suo ultimo lavoro discografico “Di bar in bar” (distribuito dalla Universal): il brano 1, “Per diventare gay”, è stato più volte mandato in onda nella celebre trasmissione radiofonica “Viva Radio 2” di Fiorello e Baldini. TRACK 6 / 12 The Gang QUESTA TV / PIOVE GOVERNO LADRO Il nucleo dei Gang è formato dai due fratelli Sandro e Marino Severini, entrambi nativi di Filottrano. Gli esordi risalgono verso la metà degli anni ‘70, il momento in cui comincia a manifestarsi il fenomeno del punk. Decidono di recarsi a Londra ed entrano in diretto contatto con la scena sociale e musicale della capitale inglese. Capiscono che il punk non è soltanto un generico “fenomeno di costume”, ma un tentativo assai concreto di salvaguardia organizzata dei diritti e della qualità della vita. Assumendo come modello il gruppo dei Clash, compongono direttamente in lingua inglese e affrontano tematiche legate alla realtà del Sud del mondo, degli sfruttati, degli emarginati. È questo il leitmotiv dei Gang. Nel 1984 incidono Tribes’ Union e si esibiscono assieme a gruppi come The Pogues, i Blaster, Jesus & Mary Chain e a Billy Bragg. Nel 1986 esce il loro secondo LP, Barricada Rumble Beat, sempre in inglese e ancora più esplicito nei testi. Nel 1989 esce un album interlocutorio, Reds; lo stesso anno firmano un contratto con una grossa casa discografica, la CGD. All’inizio degli anni ‘90 lavorano a una trilogia con la quale compiono la scelta definitiva di passare a comporre testi in lingua italiana. Alle chitarre elettriche si sostituiscono gli strumenti acustici. Il primo risultato è l’album Le radici e le ali (1991), del tutto schierato nel solco della tradizione dell’ internazionalismo. Il progetto è quello di fondere il rock con la tradizione popolare: in quest’ottica deve essere visto Storie d’Italia, del 1993, il secondo album in italiano che vede la produzione artistica e la collaborazione con Massimo Bubola. E’ il tempo di collaborazioni fruttuose con artisti del calibro di Antonello Salis, Antonello Ricci, Mauro Pagani, Daniele Sepe e Davide Riondino. Nel 1995 si conclude la trilogia “italiana” con l’album Una volta per sempre. Si sviluppa nel contempo un nuovo rapporto dei Gang con l’arte e con il loro percorso individuale; cominciano ad essere attratti dall’epica e dalla poesia narrativa. Nasce l’album Fuori dal controllo, dedicato a dieci personaggi della storia d’Italia visti come eretici. Collaborano con il gruppo folkloristico La Macina con il quale hanno realizzano l’album Controverso (2000). Nella primavera del 2001 nasce il progetto Gang City Ramblers che congiunge due generazioni di combat-folk-rockers, i Modena City Ramblers con i Gang. Nel 2002 fanno girare in rete una canzone clandestina, All’ultimo sangue, regalata al movimento per la pace, contro ogni guerra. Nel 2004 pubblicano insieme al canzoniere popolare de La Macina Nel tempo e oltre cantando. TRACK 7 / 16 Gruppo Folk Vincanto BELLENTE / EROTICA Il Gruppo Folk Vincanto nasce nel 2002 per interpretare e valorizzare il patrimonio sonoro, vocale e ritmico delle Marche, aprendolo a salutari scambi e confronti con quello di altre regioni e nazioni. Nell’aprile 2004, i Vincanto hanno presentato il loro primo, omonimo lavoro discografico. Hanno al loro attivo decine e decine di concerti all’aperto e in teatri, esibizioni in locali e in manifestazioni pubbliche. L’11 settembre 2004 salgono sul palco della Festa dell’Unità di Bologna e il 2 ottobre successivo rappresentano musicalmente la Provincia di Ancona presso la Fiera Internazionale del Turismo del Mare a Pesaro. Ammessi all’eliminatoria territoriale per il centro-sud Italia del concorso Suonare a Folkest superano la selezione e il 30 luglio 2005 si esibiscono a Spilimbergo (PN) ricevendo grande accoglienza, attenzione e apprezzamento dall’organizzazione e dal numeroso pubblico presente. L’89-10 luglio 2005, accanto all’indimenticabile cantastorie Peppe de Birtina, partecipano a Bellente il brigante, rievocazione storica dell’eroe popolare di Appignano (MC). Il 5 agosto 2006, sull’altopiano di Montelago di Sefro (MC), prendono parte alla IV edizione del festival celtico Montelago Celtic Night davanti ad almeno 20.000 persone. Partecipano al festival salentino La Notte della Taranta edizione 2005 con un applaudito concerto ad Alessano (LE) e durante l’edizione successiva, il 24 agosto 2006, Carlos Nuñez, stella di prima grandezza della musica celtica, invita a sorpresa i Vincanto a suonare con lui sul palco di Castrignano dei Greci (LE). TRACK 8 / 9 / 10 / 11 Orchestra Popolare de lu portu de ‘Pigna’ ‘U ‘MBIANCHI’ / EVVIVA IL VIAGRA ME PIACIRIA ‘NCUNTRA’ / ‘U FRATE L’Orchestra Popolare de lu Portu de Pignà è una big band nata in occasione della serata celebrativa dell’ottantesimo compleanno di Peppe de Birtina. Non a caso si è battezzata con il nome del piccolo centro della provincia di Macerata (Appignano appunto) che ha sempre accolto la vita e l’industriosità di Peppe. Dell’orchestra ne fanno parte ottimi musicisti, guidati da Vincenzo Pertosa e Rober