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“Applicazione dell’ISEE nazionale in Lombardia”
Premessa
La discussione sull’ISEE in Lombardia si colloca in una fase in cui nell’opinione
pubblica si sta facendo strada l’idea, sostenuta dal sindacato, che la
distribuzione del reddito e della ricchezza nel nostro paese è improntata su
elementi di forte discriminazione sociale.
I lavoratori e i pensionati pagano il prezzo di una politica che ha ridotto
drasticamente la quota del reddito da lavoro rispetto ai profitti delle imprese,
destinati soprattutto alle rendite finanziarie, e di una politica fiscale che ha
ridotto il prelievo dei soggetti più ricchi del nostro paese con una politica
imperniata sui condoni che ha pesantemente ridimensionato la lotta
all’evasione fiscale.
In questo quadro assistiamo inoltre ai continui tentativi del Governo di centro
destra di ridimensionare il welfare pubblico attraverso il taglio delle risorse e
una pratica di destrutturazione e di privatizzazione con l’introduzione di un
sistema improntato al mercato.
Si tratta di una situazione che suscita allarme; che ha determinato e determina
conflitti sia sul piano sociale che istituzionale.
I comuni, per il continuo taglio delle risorse, a fatica riescono a rispondere ai
bisogni delle fasce deboli della popolazione, mentre la perdita del potere
d’acquisto di salari e pensioni con la crescita della precarizzazione del lavoro
aumenta il senso di incertezza nel futuro di milioni di persone.
L’allargamento delle aree di insicurezza sociale e la riduzione delle risorse
mettono in discussione i valori dell’universalismo e dell’inclusione sociale e la
stessa legge 328/00 non trova il terreno adeguato per la realizzazione di una
politica sociale improntata alla promozione del benessere della persona.
Anche le regioni sono penalizzate con la riduzione dei trasferimenti, pari all’1%
del PIL per il 2004.
Questo quadro impone la necessità di riprendere con forza il tema delle risorse
a livello nazionale - sottostimate per la sanità e ulteriormente ridotte per la
spesa sociale, attualmente al di sotto della media europea, attraverso una
fiscalità generale progressiva da ripristinare contro la delega previdenziale del
Governo allo scopo di garantire diritti sociali per tutti come principale veicolo di
cittadinanza.
L’ISEE in Lombardia
La Regione Lombardia inverte l’ordine di priorità e invece di partire dalla
necessità di rafforzare e qualificare il welfare locale, propone un ISEE
Lombardo, ipotizzando anche su questo versante soluzioni istituzionali che
mirano a selezionare i beneficiari delle prestazioni, con valori di riferimento per
gli accessi e “banche dati” diversi da quelli nazionali.
Si tratta di una prospettiva che non condividiamo, riteniamo invece che occorra
innanzi tutto ribadire l’universalismo dei beneficiari per quelle prestazioni,
come ad esempio sanità e istruzione, per le quali non è prevista alcuna
selezione nell’accesso, occorre inoltre ragionare sull’applicazione dell’ISEE
nazionale in Lombardia solo per determinate prestazioni sociali agevolate per le
quali vi è la necessità di assicurare maggiore equità e uguaglianza nel diritto
all’accesso o nella compartecipazione alla spesa, in modo da non mettere in
discussione l’universalismo.
Si tratta in primo luogo, cosi come indicato nel 4° rapporto sull’ISEE della
Commissione Tecnica del Ministero dell’Economia e della Finanza, di
riaffermare che l’ISEE, essendo uno strumento introdotto da una legge dello
Stato che attiene alla disciplina delle funzioni dei Comuni e delle Province, è
materia di esclusiva competenza dello Stato e non può essere materia di
legislazione concorrente da parte delle regioni. Allo stesso modo può essere
fatta rientrare tra le materie a legislazione esclusiva statale anche la disciplina
della dichiarazione sostitutiva unica, in quanto la sua definizione va a incidere
sui livelli essenziali delle prestazioni che lo Stato deve garantire ai sensi dalla
lettera m) dell’art. 117 cost.
Lo stesso rapporto stima in 4 milioni le dichiarazioni presentate nel 2003 e 11
milioni il numero delle persone che si sono avvalse dell’ISEE per accedere a
determinati servizi sociali o prestazioni dello Stato o degli enti locali a
testimonianza che lo strumento è in progressiva diffusione su tutto il territorio
nazionale
In previsione di un confronto con la Regione Lombardia non possiamo che
riaffermare innanzi tutto la validità dell’ISEE come uno strumento nazionale
d’equità, improntato sui tre parametri previsti: reddito, patrimonio, nucleo
familiare e dell’utilizzo della banca dati nazionale dell’ Inps.
Ciò per evitare il moltiplicarsi d’indicatori diversi secondo i livelli istituzionali
coinvolti, con l’aggravio burocratico che penalizza la cittadinanza ed un costo
crescente per la gestione dell’intero sistema.
Occorre inoltre avere presente che l’ISEE è un indicatore della ricchezza che ha
la finalità di assicurare maggiore equità e uguaglianza alle politiche
redistributive, non è strumento di selezione per l’accesso alle prestazioni
universalistiche e va respinta qualsiasi ipotesi di un suo uso per sopperire alla
riduzione delle risorse nei bilanci o per realizzare maggiore entrate.
Migliorare l’ISEE nazionale
La riconferma dell’ISEE nazionale non è in contrasto con l’esigenza di
introdurre elementi integrativi che colgano meglio la specificità del territorio
della Lombardia, elementi che ben possono accompagnare la dichiarazione
sostitutiva, senza per questo stravolgere i meccanismi nazionali.
Ciò vale anche per la stessa banca dati, in quanto l’attuale tecnologia
informatica consente la lettura, la comunicazione e la gestione dei dati in
dimensione regionale.
Si tratta, infatti, alla luce dell’esperienza fatta negli ultimi anni di riaggiornare e
intervenire su alcuni indicatori previsti dalla normativa nazionale prevedendo in
particolare:
 una revisione della franchigia per la prima casa che appare inadeguata
rispetto ai reali valori di mercato dei patrimoni immobiliari;
 una più puntuale definizione del nucleo familiare per gli anziani in RSA
per i quali dovrebbe essere preso in considerazione il reddito della sola
persona ricoverata così come previsto per l’erogazione dei buoni sociali
da parte degli enti locali;
 la definizione di una percentuale massima di compartecipazione al costo
dei servizi o delle prestazioni in rapporto al reddito percepito;
 l’ipotesi avanzata dalla Regione Lombardia che ci sembra degna di essere
presa in considerazione, di trasformare in cifra fissa anziché in quota
percentuale la detrazione per la persona disabile a carico;
 l’ulteriore proposta che non risulta compromettere l’impianto dell’ISEE
sul piano dell’equità è l’aumento dello 0.3% nella scala di equivalenza
per il nucleo familiare con minori a carico. Non si tratta di parametro
aggiuntivo ma migliorativo dell’attuale 0,2 destinato alle famiglie mono genitoriali non mono reddito;
 andrebbe aggiunta la necessità di fare riferimento ad una soglia di
esenzione dal pagamento di rette e tariffe coerente con i valori di povertà
relativa stimati dall’ISTAT e dalla commissione di indagine ministeriale
nel 2003.
 la definizione di una franchigia adeguata a tutela del risparmio, in
particolare delle persone anziane, definendone i criteri per età e
condizione.
Migliorare l’ISEE in Lombardia
Sono suggerimenti e indicazioni con i quali la Regione potrebbe arricchire e
qualificare l’applicazione dell’ISEE in Lombardia, per le prestazioni di sua
competenza e per favorire l’applicazione omogenea dell’ISEE anche da parte
delle altre istituzioni locali.
Tali elementi potrebbero costituire, inoltre, la base per svolgere un ruolo attivo
in sede di conferenza Stato/Regioni al fine di riaprire un confronto per la
corretta diffusione dell’ISEE e prevederne un aggiornamento costante, previo
confronto con le parti sociali.
In conclusione, l’applicazione dell’ISEE nazionale nella nostra regione deve
vedere la giunta regionale impegnata nella definizione di linee di indirizzo e atti,
capaci di cogliere le specificità da noi indicate, da concordare attraverso un
confronto con le Organizzazioni Sindacali Confederali, seguendo un percorso
istituzionale in grado di coinvolgere la realtà istituzionale locale, anche per
rafforzare il principio della esigibilità dell’utilizzo dell’ISEE a livello di ente
locale.
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