Chiunque può aprire discussioni o partecipare a quelle già aperte. E' garantito l'anonimato poichè è facoltativo inserire le proprie generalità. Non è necessario iscriversi. Vi invitiamo per favore a inserire dei titoli ai vostri post che siano sintetici di quanto andate a scrivere o a chiedere, che richiamino cioè l'argomento oggetto del vostro post e non titoli generici come "richiesta info", "help", ecc. In questo modo, sarà facile per tutti individuare le discussioni che più ci interessano a seconda dei titoli e degli argomenti. http://www.servizisocialionline.it Ordina messaggi: Autore Dal più vecchio al più nuovo Vai a fondo pagina! Messaggio SI PUò LAVORARE COME ASSISTENTI SOCIALI IN ENTI PRIVATI SENZA AVERNE Nè IL TITOLO Nè L'ABILITAZIONE???! Gentilissimi, ho un quesito da porvi, in quanto mi sto da poco affacciando al 07-02-2013 - 12:05:25 mondo del lavoro. IP Autore Ma nelle cooperative, associazioni religiose e quant'altro che si interfacciano anche con gli enti pubblici, il lavoro e le funzioni dell'Assistente Sociale possono essere svolte da persone che non possiedono nè il titolo, nè l'iscrizione all'albo, nè competenze specifiche? Persone che di fatto si occupano di funzioni che spettano all'assistente sociale non essendo stati formati a dovere e con poca professionalità perchè occupano queste posizioni date da fortuna o amicizia?Vi prego di farmi sapere al più presto perchè non capisco come questo sia lecito o possibile. Io mi sono laureata e abilitata da poco ma conosco molte assistenti sociali con titolo e abilitazione che non trovano lavoro, perche posti che sarebbero per assistenti sociali vengono regalati ad altre professionalità o addirittura a persone senza titolo (vedi molti esempi anche negli enti pubblici di persone che non hanno il titolo ma si occupano di segretariato sociale in modalità scandalose). Ma perchè la società crede che chiunque possa fare questo difficile lavoro? grazie a tutti Scritto da: "SI PUò LAVORARE COME ASSISTENTI SOCIALI IN ENTI PRIVATI Dott.ssa Mirandola Federica SENZA AVERNE Nè IL TITOLO Nè L'ABILITAZIONE???!" Membro Staff Cara Giovanna, abbiamo esempi quotidiani di "bistrattamento" della professione con effetti pessimi sul ruolo ricoperto e sull'autorevolezza del 07-02-2013 - 15:49:31 professionista. IP Autore Purtroppo il mondo accademico con molto ritardo ha preso atto dell'importanza e della funzione ricoperta dall'assistente sociale e ciò ha avuto ripercussioni molto forti sulla professione, che comunque risulta subalterna a quelle considerate prestigiose. Detto questo i fattori sono molti, non solo esterni ma anche INTERNI alla comunità professionale ( ad esempio che non sempre ci diamo importanza come professionisti!) ma comunque, per rispondere alla tua domanda, è assolutamente illegale ricoprire il ruolo di assistente sociale senza abilitazione. Sarebbe importante segalare questi abusi all'ordine regionale. Estraggo dal codice deontologico Capo III: Sanzioni "L´attività professionale esercitata in mancanza di iscrizione all´Albo si configura come esercizio abusivo della professione ed è soggetta a denuncia secondo quanto previsto Scritto da: GIOVANNA Scritto da: GIOVANNA 08-02-2013 - 10:48:01 IP Autore Scritto da: Adri 09-02-2013 - 01:07:33 IP Autore Scritto da: GIOVANNA 09-02-2013 - 15:49:28 IP Autore dai codici civile e penale. E´ sanzionabile anche disciplinarmente lo svolgimento di attività in periodo di sospensione dell´iscrizione; dell´infrazione risponde disciplinarmente anche l´assistente sociale che abbia reso possibile direttamente o indirettamente l´attività irregolare. " Sperando di essere stata utile la saluto e ringrazio per la manifestata attenzione nei confronti diella nostra professione. Dott.ssa Mirandola ALTRA DOMANDA gentile Dott.ssa Mirandola, grazie per avermi risposto. Le pongo un altro quesito: perchè negli enti privati come cooperative, associazioni religiose, Onluss ecc. vengono assunte persone per fare il lavoro dell'assistente sociale, con le funzioni ecc. ma che assistenti sociali non sono? Ne sono un esempio educatori, antropologi, persone che non hanno laurea, mediatori culturali ma che di fatto svolgono in questi enti il lavoro che è proprio dell'assistente sociale? è LEGALE? lavorare "come " assistenti sociali Carissima Giovanna, esiste la tutela legale del titolo professionale, ma non la tutela legale delle funzioni e delle mansioni. Nessuno può svolgere la professiona di assistente sociale senza esserlo,neppure in un ente privato o nel volontariato o in un contesto informale, ma questo si traduce concretamente nel divieto di usare il titolo di assistente sociale o "spacciarsi" per tale. Diverso è svolgerne le mansioni e lo stesso vale per tutte le altre professioni. Chiunque può fare un colloquio di tipo psicologico senza essere psicologo,realizzare una ricerca sociologica senza essere sociologo,insegnare senza essere insegante, progettare una casa senza essere ingeniere, fare una diagnosi senza essere medico, scrivere un articolo senza essere un giornalista....basta che non si "spacci" per quello che non è e il cliente sia contento di farsi psicoanalizzare da un filotranviere, basarsi su una ricerca sociologica fatta da un fisico nucleare,studiare con un analfabeta,costruire un casa progettata da un assistente sociale, credere ad una diagnosi fatta dal nonno. Ovviamente ci possono essere dei risvolti legali su interventi o comportamenti pericolosi per la salute e l'incolumità di terzi o che possono trarre in inganno perchè simulano ciò che non sono o promettono ciò che non possono dare, ma questa è un'altra questione. SI PUò LAVORARE COME ASSISTENTI SOCIALI IN ENTI PRIVATI SENZA AVERNE Nè IL TITOLO Nè L'ABILITAZIONE???!" Capisco....speravo che la nostra professione potesse essere più tutelata. Ma a livello di Ordine nazionale non è possibile fare in modo che ci siano più "paletti" almeno nelle cooperative e Caritas mettendo come obbligo che per alcune funzioni vi sia un assistente sociale vero e proprio??! Pagina Successiva >> Cliccando sulla scritta "Pagina Successiva" potrai accedere alle discussioni precedenti aperte e sviluppatesi su questo Forum. Molte di queste anche quelle più retrodatate sono sempre molto attuali e vale la pena leggerle. Il nostro Forum è strutturato in 10 pagine, ciascuna pagina ha 10 discussioni, quindi cliccando su "Pagina successiva" potrete arrivare a leggere le discussioni fino alla centesima. Di fatto però, per una migliore usabilità del Forum, tenderemo a tenere attive non più di 5 pagine. Tutte le altre, quelle ancora più vecchie, le trovate nel nostro Archivio Forum. http://www.servizisocialionline.it/archivioforum.htm Servizio offerto da Mr.Webmaster Chiunque può aprire discussioni o partecipare a quelle già aperte. E' garantito l'anonimato poichè è facoltativo inserire le proprie generalità. Non è necessario iscriversi. Vi invitiamo per favore a inserire dei titoli ai vostri post che siano sintetici di quanto andate a scrivere o a chiedere, che richiamino cioè l'argomento oggetto del vostro post e non titoli generici come "richiesta info", "help", ecc. In questo modo, sarà facile per tutti individuare le discussioni che più ci interessano a seconda dei titoli e degli argomenti. http://www.servizisocialionline.it Ordina messaggi: Dal più vecchio al più nuovo Autore Scritto da: Adri 10-02-2013 - 22:39:08 IP Autore Vai a fondo pagina! Messaggio "come" assistenti sociali Certo che sì Giovanna,le nostre funzioni dovrebbero essere più tutelata. E questo non tanto per garantire noi professionisti quanto per garantire le persone in difficoltà con delle risposte dignitose e competenti. Ma questa rientra nell’ ormai storico problema dell’assistenza italiana. Quando il cittadino si ammala ha il diritto di trovare delle risposte certe (vedi LEA) da operatori competenti (medici, infermieri ecc.)sia nel pubblico, sia nel privato; quanto si trova in stato di bisogno invece non ha certezze delle risposte, dei LEAS non se ne parla neanche più, e spesso neppure della competenza di chi gliele dà (nel pubblico la professionalità è generalmente garantita anche se spesso sottodimensionata, nel privato/volontariato l’utente prende ciò che c’è e ringrazia per aver avuto qualcosa). Vorrei però farti notare (anche per evitare che già in “giovane età” tu venga contagiata dalla nostra tipica “sindrome della Cenerentola”)che all’interno del sistema assistenziale (questo sì “Cenerentola”) la nostra è probabilmente la professione “più tutelata e definita”: abbiamo una laurea specifica, dobbiamo sostenere un esame di stato, dobbiamo essere iscritti ad un Albo,abbiamo un Ordine che “vigila” affinché nessuno eserciti senza queste condizioni e “controlla” il nostro operato . Se prendi in considerazione le altre professioni del settore come educatori, assistenti domiciliari, animatori noterai come la loro professionalità è ben meno tutelata ( non hanno un Ordine, non un percorso formativo certo ecc.). Se ci pensi non vi sono servizi sociali nei comuni, nei ministeri, in sanità che non siano incardinati sulla nostra figura e vi sono funzioni che sono ormai consolidate e indiscutibilmente “nostre” (vedi la tutela dei minori, le misure alternative alla detenzione,l’assistenza economica e molte altre).Questa nostra “centralità” nel sistema dei servizi sociali pubblici ci ha portato ad investire molto in questo settore e ci ha garantito, per molto tempo, un congruo numero di posti di lavoro e, almeno nelle regioni dove l’assistenza pubblica è sviluppata, siamo stati piuttosto ”choosy” rispetto al privato che offriva contratti meno vantaggiosi e funzioni più “spurie” rispetto a quelle proprie della professione. Altri professionisti con molti meno sbocchi nel settore pubblico (educatori di varia formazione, pedagogisti, sociologi, psicologi) già da tempo si sono rivolti al settore privato, accettando contratti e funzioni non sempre aderenti alla loro formazione, e in qualche modo hanno “saturato” il settore nel senso che se una funzione “storicamente” è stata ricoperta da un professionista probabilmente lo sarà poi nel tempo. Oggi il settore privato sta diventando “appetibile” anche per la nostra professione, ma cambiare ruoli consolidati è compless. Riguardo al ruolo che l’Ordine potrebbe svolgere rispetto a quanto segnali vedo difficile possa obbligare un ente privato ad assumere un professionista rispetto ad un altro, salvo possa dimostrare che una funzione sia di esclusiva competenza e vi sia quindi un abuso ai sensi dell’art.348 c.p., ma questo come ti accennavo nel post precedente è un terreno “piuttosto scivoloso” e non è molto praticato dagli Ordini (anche altri Ordini hanno contenziosi di non semplice soluzione con professioni affini ) .E’ più realistico possa svolgere un’azione di sensibilizzazione, informazione ed esortazione per l’utilizzo delle competenze del servizio sociale attraverso azioni di formazione, segnalazioni, espressione di pareri ecc. Ti inviterei a portare questo tema all’interno del tuo Ordine Regionale, magari assieme a qualche altra/o giovane collega, e perché no, candidarti alle prossime elezioni (autunno di quest’anno)così potresti lavorare e intervenire concretamente sulla questione di forte interesse per le nuove generazioni di assistenti sociali. << Pagina Precedente Cliccando sulla scritta "Pagina Successiva" potrai accedere alle discussioni precedenti aperte e sviluppatesi su questo Forum. Molte di queste anche quelle più retrodatate sono sempre molto attuali e vale la pena leggerle. Il nostro Forum è strutturato in 10 pagine, ciascuna pagina ha 10 discussioni, quindi cliccando su "Pagina successiva" potrete arrivare a leggere le discussioni fino alla centesima. Di fatto però, per una migliore usabilità del Forum, tenderemo a tenere attive non più di 5 pagine. 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