Bande banditi sbandati
NEGRO FESTIVAL_2013 - XVIII Edizione
Compie diciotto anni la manifestazione che si ispira al Negro, fiume sorgivo delle Grotte di PertosaAuletta e che, da questa sua acquisita maturità si misura coraggiosamente con alcune novità che ne
cambiano leggermente la fisionomia.
Le date innanzitutto, che per la prima volta escono dalla funzionalità (presunta) turistica per favorire
un pendolarismo culturale territoriale e residenziale, delineando un ruolo più istituzionale per il
NEGRO FESTIVAL che, quindi, si candida a diventare un appuntamento culturale consolidato e
affidabile per tutta la comunità territoriale e i suoi visitatori ed estimatori che la frequentano, anche
nell’interno alto-cilentano e non solo nella sua stupenda costa.
In questa chiave, il segno dell’avvenuta crescita della manifestazione si coglie anche nella
programmazione che, con la sua scelta di sviluppare un tema, accosta proposte dialettiche che in
questa edizione, mettono in campo importanti progetti artistici internazionali e realtà nazionali e
locali ma di grande respiro creativo, come nel nostro costume.
In un’apoteosi del concetto bandistico, celebrato attraverso l’eccellenza che il territorio produce sul
piano dei grandi complessi tradizionali, che apriranno il concerto del palco principale ogni sera, si
passa attraverso il suo apparente rispetto semantico, alla sua in qualche caso trasgressiva, parodia,
esaltandone la grande capacità della tradizione popolare di misurarsi con la musica “alta” e di
organizzarsi per produrne valide interpretazioni.
Come una normalissima comunità, la musica popolare muove dinamiche e fisionomie artistiche che,
soprattutto per gioco, abbiamo voluto immaginare in “BANDE, BANDITI, SBANDATI”, protagonisti ed
interpreti della propria musica, a volte di tradizione ma spesso, anche nel suo versante sperimentale
e di ricerca con “Altrosuono”, d’ispirazione popolare.
Diventa interessante così immaginare chi, tra gli artisti e i gruppi in cartellone, faccia parte ora delle
bande, ora dei banditi o, ai margini della ricerca solitaria, degli sbandati.
Naturalmente tutto si svolge sotto l’alto “banditaggio” del COMPLESSO BANDISTICO CITTA’ DI
SASSANO, fondato nel 1924 e diretto dal M° GIANDOMENICO TROTTA, che GIOVEDÌ 5 Settembre
aprirà il festival, con un primo concerto tardo pomeridiano nella piazza della cittadina di Pertosa e
poi, all’interno della manifestazione, seguito il giorno dopo, VENERDÌ 6 Settembre dal GRAN
CONCERTO BANDISTICO CITTA’ VALLO DI DIANO, di recente fondazione (1996) e diretta dal M°
DANIELE BRANDO, mentre SABATO 7 Settembre, a conclusione dell’esperienza un po’ “sbandata”,
ecco la BANDA DE “LA MURGA – LOS ESPANTAPAJAROS” di Battipaglia, coordinata da
BENEDETTO BATTIPEDE ed ispirata ai temi sociali della tradizione argentina che, come in apertura
anche in chiusura, eseguirà una session ritmica nella piazza di Pertosa per poi trasferirsi al piazzale
delle grotte per l’apertura della serata conclusiva.
Quindi, se persino nell’austero mondo bandistico si segnalano sbandamenti, cosa avviene nella
programmazione del festival, specialmente in quella sua “lab-caverna”, che è “ANTROSUONO” e
che è dedicata proprio ai confini della ricerca e, quindi, covo per elezione di sbandati?
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GIOVEDÌ 5 Settembre sarà FINAZ ad esporsi per primo, col suo nuovo progetto musicale “GUITAR
SOLO” in cui l’elettronica svolge una funzione di supporto che gli consente di suonare come una
“mono-banda”, intorno alla sonorità più tradizionale del nostro ancestro musicale, la chitarra.
VENERDÌ 6 la regolarità dell’esecuzione musicale verrà messa in discussione, sia nella dimensione
espressiva del teatro popolare che dell’esecuzione musicale, da I POSTEGGIATORI TRISTI, un
quartetto che rappresenta la triste devianza che la canzone popolare può assumere se lasciata nella
cultura solitaria e depressa (e perciò fortemente “triste”) della “posteggia”, assumendo la definizione
di “Canzone Napoletana Riveduta e Scorretta”, collocata tra le “macchiette” comiche e le “canzoni di
giacca” drammatiche della tradizione partenopea. Quando il sorriso può farsi amaro.
SABATO 7 invece, la forma canzone più classica che propone ELSA MARTIN, accompagnata dal
chitarrista MARCO BIANCHI, darà più eleganza allo sbandamento artistico, grazie ai testi poetici e
raffinati che si misureranno con la lingua friulana e le coraggiose escursioni tra atmosfere jazz e
tradizione. La proposta giunge al NEGRO FESTIVAL sulla scia dell’intesa con il PREMIO PARODI,
manifestazione che l’omonima Fondazione organizza in Sardegna per valorizzare la canzone di
ispirazione etnica e che consente all’artista vincitore di partecipare di diritto ad “AltroSuono”.
Ma l’irregolarità non è sempre o solo negli anfratti bui delle grotte. Anche sul luminoso palco
principale potrebbero agitarsi spettacolari trasversalità a una o più delle categorie tematiche.
Succede così che, GIOVEDÌ 5 Settembre, al rigore della ricerca sul repertorio cilentano e dell’area
vesuviana dei TERRAEMARES, giovani musicisti della zona che tengono viva la tradizione
coinvolgendo il pubblico “live” dei loro concert anchei con animazioni di danza tradizionale, faccia
seguito il “banditismo artistico” della BOBAN I MARKO MARKOVIC ORKESTAR, tredici musicisti
che, dalla Serbia si portano dietro il loro bagaglio musicale, geneticamente e orgogliosamente “rom”.
Viene definita la migliore “brass band” al mondo per il loro impatto dirompente e una potenza
sonora fuori dal comune: con effetti trascinanti e travolgenti.
Il loro concerto è parte di “BALLKAN MUSIC ITINERARY (I)” un progetto curato dalla BALLKAN
WORLD MUSIC Management e che si prefigge di divulgare il ricco mondo della cultura balcanica,
non solo della tradizione musicale ma anche della nuova ricerca, in pieno fermento dopo la caduta
del muro di Berlino e la conseguente apertura all’Europa.
E se le agitazioni frementi e balcaniche non si sono ancora esaurite, prima che il sole sorga, ecco le
stimolazioni del DJ set di folk/dance dalla consolle di DJ LELLO C, al secolo ANTONELLO COLETTA.
Cresce dunque la confusione che il Negro Festival 2013 vuole indurre intorno ai luoghi comuni della
musica (e più complessivamente dell’arte) popolare.
VENERDÌ 6 Settembre la provocazione è palese: quale sarà l’effetto nell’accostare sul grande palco la
MICROBAND il duo di musicisti classici, vocati alla comicità attraverso violini suonati con archetti
invisibili, chitarre che si trasformano, flauti che compaiono dal nulla, in un diluvio di note, gags e altre
incredibili invenzioni dal loro “CLASSICA for DUMMIES! (Musica Classica per Scriteriati)” e la
FANFARA DI TIRANA al loro incontro con i TRANSGLOBAL UNDERGROUND? I due gruppi,
entrambi dal forte carattere identitario, intesseranno un dialogo autenticamente internazionale e
paradossalmente apolide, (“ … dove le frontiere si cancellano: Tirana diventa Londra e il Tamigi sfocia
nel Gange …”).
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Reduci dal loro recente CD “KABATRONICS”, mettono coraggiosamente in dialogo la cultura
balcanica della fanfara della più importante, storica e autorevole band albanese, con la “world fusion”
o meglio il “mesh up” di sintesi occidentale. Una sorta di “stele di Rosetta” che segnerà un passo
avanti nella contaminazione. superandola in nome di un suono assolutamente libero, segno di un
cordone ombelicale tra Londra e Tirana destinato ad influenzare la musica internazionale dei
prossimi anni.
Nelle intenzioni della BALLKAN WORLD MUSIC Management, questo seconda proposta del
“BALLKAN MUSIC ITINERARY (II)” intende approfondire la capacità della cultura musicale balcanica di
affrontare il futuro delle proprie radici musicali, mettendole in gioco con la fantasia espressiva dei
britannici, ma musicalmente apolidi, TRANS GLOBAL UNDREGROUND. Una riflessione che dovrebbe
coinvolgere tutte le culture staticamente autoctone.
A reiterare la cultura dell’incontro che anima la serata, la gestione a doppia mandata del DJ set: DJ
LELLO C si alternerà a DJ VITO THE CAST, nome d’arte di VITO CASTELLI, in uno scambio di
selezioni musicali destinate a tenere in movimento la circolazione sanguigna periferica delle gambe.
Infine, nella serata di chiusura di SABATO 7 Settembre, dovremmo assistere al sovvertimento delle
appartenenze. Niente potrà apparire più ordinato del rigoroso, ma in realtà micidialmente
trasgressivo, del clownesco lavoro musicale della BANDA OSIRIS, quattro virtuosi di ottoni col
“botto”, abbigliati da musicisti classici in frac, che giocano a smontare e rimontare brani del
repertorio classico, accostandoli ai grandi brani, rock e cantautorali, attraverso incursioni da grande
teatro comico e, anche acrobaticamente, circense.
Ma il coraggio del neo diciottenne Festival si evidenzia soprattutto con il coraggio del grande ROY
PACI che presenta “CORLEONE”, il suo nuovo e più contemporaneo progetto musicale, che lo porta
a mettere il suo virtuoso flicorno, sostenuto da una masnada di compari (sbandati?), al servizio di un
percorso progettuale che, richiamandosi anche alle marce funebri della sua giovanile formazione
bandistica catanese, supera le definizione di genere, avvicinandosi al neologismo “no jazz”, per
percorre più semplicemente – e coraggiosamente – gli impervi sentieri della musica sperimentale.
Ed anche la conclusione, affidata alla romana MED FREE ORKESTRA non porterà soluzione al
quesito. La formazione infatti fa parte della nuova esperienza delle bande multiculturali delle
periferie cittadine, trasformate da aree di disagio in zone sempre più creative e vivibili; un fenomeno
a cui il Negro Festival è da sempre attento e che ormai rappresenta la musica futura delle nostre
metropoli, composta e suonata dai nostri nuovi vicini neo-italiani.
La chiusura “folk/dance”, dopo il passaggio di consegne della notte precedente, è affidata a DJ VITO
THE CAST e alla sua proposta di compilazione. Ora il sole può sorgere.
Regolari come bande, incursori come banditi, imprevedibili come sbandati gli artisti in cartellone
quest’anno accoglieranno il pubblico con una potenza di fiati e di ritmo da costringerlo a muovere i
piedi o il cervello, ma come probabilmente accadrò, entrambi; per una vera e propria festa di
compleanno che, soprattutto per i diciotto anni del NEGRO FESTIVAL non poteva tralasciare il regalo:
un nuovo, splendente sito web, curato da Luciano De Lauso e consultabile al
www.negrofestival.com
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Un ultima informazione sul prezzo del biglietto, che, nella sua formula collaudata, prevede un costo
di 10 € per la prima serata e la consueta possibilità di utilizzare il tagliando per gli accessi gratuiti
alle altre due serate che, invece, avranno singolarmente un biglietto di 5 €.
IL PROGRAMMA
Giovedì 5 Settembre
Antro Suono, 21.30 FINAZ, ”GUITAR SOLO”
Main Stage, 22.15
COMPLESSO BANDISTICO CITTÀ DI SASSANO
TERRAEMARES
BOBAN i MARKO MARKOVIC ORKESTAR (BALLKAN MUSIC ITINERARY - I)
DJ LELLO C
Venerdì 6 Settembre
Antro Suono, 21.30 I POSTEGGIATORI TRISTI
Main Stage, 22.15 GRAN CONCERTO BANDISTICO CITTÀ VALLO DI DIANO
MICROBAND, “CLASSICA for DUMMIES! (Musica Classica per Scriteriati)”
FANFARA DI TIRANA meets TRANS GLOBAL UDERGROUND
(BALLKAN MUSIC ITINERARY - II)
DJ LELLO C meets VITO THE CAST
Sabato 7 Settembre
Antro Suono, 21.30 ELSA MARTIN
Main Stage, 22.15
BANDA DE “LA MURGA – LOS ESPANTAPAJAROS” di BATTIPAGLIA
BANDA OSIRIS
ROY PACI presenta CORLEONE
MED FREE ORKESTRA
GLI ARTISTI
Come di consueto, dal 2007 le Grotte dell’Angelo si integrano nel progetto accogliendo forme musicali di
particolare configurazione, tra anticipazione e ricerca, prima di ogni concerto nel “main stage” del
sottostante piazzale. Ecco il programma previsto per l’edizione di “NEGRO FESTIVAL” e “ANTRO
SUONO”, sua “fanzine” di approfondimento che, in questa edizione presenterà forme più sperimentali,
magari “minoritarie” o approfondimenti del tema della manifestazione 2013, “BANDE, BANDITI E
SBANDATI”, passando dai suoni sperimentali di virtuosi di strumento ai giovani esordienti, premiati nel
concorso del “Premio Parodi” dello scorso inverno, alle rutilanti incursioni tra diversi generi espressivi della
cultura popolare, allargando anche a forme cabarettistiche e inondando la grotta di musica e suoni che,
grazie alla tecnologia wi-fi, verranno diffusi nel sottostante piazzale, anticipando lo show centrale della
serata che, per la peculiarità del tema proposto, vedrà ogni sera l’accoglienza musicale di una BANDA
CIVICA (e/o CIVILE) che rappresenti la cultura bandistica del territorio, aprendo il palco principale di ogni
serata.
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GIOVEDI’ 5 SETTEMBRE
– ANTRO DELLE GROTTE DELL’ANGELO – ore 21.30
FINAZ, “Guitar solo”
Sono trascorsi vent’anni da quando “FINAZ” – il chitarrista “virtuoso” della Bandabardò – è partito per il
suo primo tour come musicista professionista. Ora Alessandro ‘Moreno’ Finaz, compositore e cofondatore
della band toscana, ha pubblicato un disco interamente suo, solo suo, ovvero: “Guitar solo”, in
circolazione dallo scorso inverno (OTRlive su distribuzione Venus).
In questo progetto convergono diverse sue ricerche musicali: gli ammiccamenti dance, le suggestioni
sudamericane e tanghere e l’allegria contagiosa della samba, sino alle rivisitazioni della tarantella e al
tributo ad Hendrix.
Tutte queste incursioni portano l’artista toscano ad un ‘nuovo corso’, che lo mette in gioco tra il rischio di
perdersi, tra tanti riferimenti così importanti nella storia della “popular music”, diventando uno “sbandato”
oppure di diventare un “bandito”, capace di attraversare territori non suoi dettando legge con la sua
arma, la chitarra, con cui melodia del tema musicale, armonizzazioni del basso e ritmo delle percussioni
sono riassunti e riproposti, senza alcuna rinuncia, anzi esaltando, l’espressività dello strumento.
BIOGRAFIA
ALESSANDRO FINAZZO nasce a Volterra il 10 agosto 1969 e si avvicina alla musica all'età di 9 anni
innamorandosi della chitarra grazie alla musica dei Beatles. Inizia a studiare chitarra classica per poi
passare a studi di jazz. A 15 anni scopre il rock di Hendrix e fonda i primi complessini con cui si esibisce nelle
sale toscane e nei piccoli concorsi.
Durante gli studi, Finaz conosce Francesco Magnelli, all'epoca arrangiatore e collaboratore dei Litfiba. Ne
nacque una collaborazione intensa che lo portò a suonare con Gianni Maroccolo (ex Litfiba) ed Enrico
Greppi, con il quale fondò - all'inizio del 1993 - la Bandabardò.
Accanto all'attività di chitarrista affianca quelle di produttore artistico e autore di colonne sonore per il
cinema tra cui di “Tatanka”, per la regia di Giuseppe Gagliardi, tratto da un libro di Roberto Saviano.
Finaz, dopo aver collaborato con i maggiori nomi della musica italiana e internazionale (Carmen Consoli,
Daniele Silvestri, Goran Bregovic, Piero Pelù, Caparezza, Franco Battiato, Daniele Sepe, Stefano Bollani,
Dario Fo), conferma d’essere uno dei più raffinati e virtuosi chitarristi italiani.
- PIAZZALE DELLE GROTTE – ore 22.15
COMPLESSO BANDISTICO CITTA’ DI SASSANO
Una banda civica del territorio accoglierà il pubblico ed accompagnerà al palco l’ospite di turno di
apertura del palco principale.
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Il complesso bandistico è stato fondato nel 1924 e vanta un organico di circa quaranta elementi. E’ diretto
dal M° GIANDOMENICO TROTTA.
Il loro repertorio varia aggiungendo a quello marciabile, anche quello lirico operistico con incursioni in
composizione moderne tra cui quelle di Ennio Morricone.
TERRAEMARES
I TERRAEMARES, rappresentano un altro esempio di musica dai territori del Negro Festival. Il gruppo
suona un repertorio musicale il cui genere è un viaggio in tutte le regioni del sud Italia ma con
predominanza delle zone della Campania da cui provengono: Cilento e zone vesuviane.
Usano strumenti di tradizione come: tamburi a cornice, tamburelli, scacciapensieri, fisarmonica,
zampogna, ciaramella e organizzano, inoltre, stage pre-concerto di danze e tecniche del tamburo.
Sul palco i “Terræmares” rivelano il loro carattere: rispettosi della tradizione ma sempre aperti
all’innovazione, concretizzando al massimo l’espressività musicale; l’eredità della musica popolare e con la
voglia di suonarla e tramandarla.
BIOGRAFIA
Nato nel 2004 dall’incontro di diversi amici, conosciutisi nelle feste devozionali delle sette Madonne in
Campania. Grazie alla condivisione delle stesse passioni e delle stesse esperienze musicali, sono consapevoli
della comune coscienza di sentir “Terræmares” come unione tra terra e mare, tipico della realtà campana: la
“Terra” fonte di vita e il “Mare” che nell’infrangersi genera un ritmo “musicale” che rinnova lo stretto
rapporto tra musica della natura e musica popolare; in questo concetto si concretizzano lo spirito e il suono
del gruppo.
BOBAN I MARKO MARKOVIC Orkestar (Ballkan Music Itinerary - I)
La musica dell’orchestra di Boban e Marko Markovic, eseguita da una band di tredici persone, è
pienamente definita dalle loro origini rom, che si rispecchiano nelle loro melodie.
La band si è già esibita in moltissimi paesi in tutto il mondo: Grecia, Belgio, Romania, USA, Ungheria, Italia,
Austria, Olanda, Danimarca, Finlandia, Israele, Norvegia, Turchia, Ucraina, Monaco, Russia, Svizzera,
Polonia, Svezia, Canada, Regno Unito, Germania, Spagna, Bulgaria, Slovenia, Portogallo, Irlanda,
Lussemburgo, Francia, Slovacchia, Croazia, Repubblica Ceca.
Con oltre 600 concerti nel corso degli ultimi sette anni. A partire dal 2006 l’allora diciottenne Marko ha
iniziato a condurre la band insieme a suo padre, eseguendo la maggior parte degli assoli, componendo e
arrangiando il nuovo materiale per la band.
BIOGRAFIA
Boban Markovic è nato il 6 maggio 1964, nel giorno di San Giorgio – la festa più importante per i Rom - a
Vladicin Han (nel Sud della Serbia), una cittadina di circa 10.000 abitanti a maggioranza rom, caratterizzata
da una tradizione musicale molto antica.
Suo padre Dragutin era musicista, così come entrambi i suoi nonni, così Boban iniziò a suonare ai
matrimoni e ai concerti in cui suo padre e la sua orchestra si esibivano. Boban a 20 anni, ne fondò una sua.
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L’ottima reputazione di musicista di Boban Markovic varca i confini serbi. Il pluripremiato regista Emir
Kusturica e il compositore Goran Bregovic, lo hanno invitato a registrare la musica per le colonne sonore dei
film “Underground” e “Arizona Dream”.
Il talento di Boban non è riconducibile a studi musicali, bensì al ritmo che gli scorre naturalmente nel
sangue.
Marko Markovic nasce nel 1988 e, con un esempio così forte in famiglia, l’amore di Marko per la musica non
poteva non crescere, spingendolo a iniziare a suonare alla tenera età di 5 anni. Il suo primo vero maestro è
stato suo nonno Dragutin, che è stato anche il maestro di suo padre.
Dal maggio del 2002, Marko è diventato il solista più importante della band lavorando intensamente anche
alle composizioni.
La banda è composta da BOBAN MARKOVIC tromba e voce; MARKO MARKOVIC tromba; SASA
JEMCIC tromba; MIROSLAV KRSTIC tromba; DRAGAN KOCIC tromba; DRAGAN JOVANOVIC flicorno
tenore; ISIDOR EMINOVIC flicorno tenore; GORAN SPASIC flicorno tenore; DANIEL MIRKOVIC flicorno
tenore; MUSTAFA SALIMOVIC tuba; NEDZAD ZUMBEROVIC percussioni; SASA STANOJEVIC percussioni;
ALEKSANDAR STOSIC percussioni.
VENERDI’ 6 SETTEMBRE
– ANTRO DELLE GROTTE DELL’ANGELO – ore 21.30
I POSTEGGIATORI TRISTI
I Posteggiatori Tristi sono una formazione di musicisti che riprende in chiave comico-clownesca una tipica
espressione dell’arte di strada napoletana, la cosiddetta “posteggia”.
Il “Posteggiatore”, da non confondere con il parcheggiatore d’auto, è la figura tipica di un genere
musicale che si suonava soprattutto in trattorie e pizzerie, ha origini antichissime e ha avuto un ruolo
fondamentale nella storia della canzone napoletana come mezzo di diffusione dei brani musicali e come
spazio di sperimentazione. Il gruppo continua questa tradizione rinnovandola con l’inserimento di
elementi teatrali e con un lavoro sui personaggi e sul repertorio musicale.
Il repertorio spazia tra le molte canzoni napoletane in cui è presente un elemento teatrale: dalle
“macchiette” comiche alle “canzoni di giacca” drammatiche, da Renato Carosone a Raffaele Viviani,
passando per Ernesto Murolo e tanti altri. A questo repertorio si accompagnano incursioni in altre aree
musicali, dalla vecchia canzone comica italiana al tango argentino.
L’aspetto musicale è poi affiancato da momenti di interazione con il pubblico, azioni sceniche, gag
comiche e molto altro ancora....
BIOGRAFIA
A maggio 2011 debutta il loro primo spettacolo di teatro-canzone, Il Karamazov furioso, nell’ambito della
rassegna “Ramblas” del Napoli Teatro Festival Italia, cui segue un “Tragico Tour” in Cilento, Lucania,
Salento e Toscana. Nel mese di dicembre ricevono un prestigioso riconoscimento: il Premio Carosone 2011.
Nel febbraio del 2012 presentano al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli “Concertino ‘Ntussecato”, con la
partecipazione dell’attrice Valentina Curatoli e della regista e drammaturga Sara Sole Notarbartolo. In
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questo spettacolo la posteggia incontra il teatro, dando vita ad un esperimento drammaturgico che si rifà
alle atmosfere del Café Chantant e dell’avanspettacolo del secolo scorso. Questo esperimento diviene la
puntata pilota di una saga teatrale in tre episodi che i Tristi portano in scena nella stagione 2012/2013.
Il loro lavoro attraversa i generi del cafè chantant, dell’operetta e della sceneggiata.
Nel maggio 2012, I Posteggiatori realizzano uno spettacolo nella loro formazione ristretta, “All’Idea di Quel
Metallo”, presentato a Napoli e poi subito proposto al Teatro Garibaldi Aperto di Palermo e rappresentato in
numerosi festival e teatri del centro-sud,
Nel 2013 iniziano a girare per importanti club musicali del meridione prima di partire per un mini-tour di
Toscana ed Emilia, per poi proseguire con una fitta rete di concerti in Francia.
- PIAZZALE DELLE GROTTE – ore 22.15
GRAN CONCERTO BANDISTICO CITTÀ VALLO DI DIANO
Il complesso, fondato nel 1996 è diretto dal M° DANIELE BRANDO ed ha un organico di una trentina
di elementi con cui propone un repertorio di marce sinfoniche e da parata, a cui si aggiunge quello
leggero e contemporaneo.
MICROBAND, “CLASSICA for DUMMIES! (Musica Classica per Scriteriati)”
Forti di una più che ventennale esperienza, Luca Domenicali e Danilo Maggio, autori ed interpreti di
questa “music comedy” continuano a sfornare spettacoli di comicità in musica di fortissimo impatto, tra
cui questo spettacolo con il quale la Microband, oltre a centinaia di repliche nei teatri e nei Festivals di
tutta Europa ha effettuato anche tre tournées in Giappone.
Un’ esilarante “Sinfonia”, eseguita da due musicisti “classici” ed in frac ma capaci di sorprendenti
esecuzioni, tra violini suonati con archetti invisibili, chitarre che si trasformano, flauti che compaiono
dal nulla, in un diluvio di note, gags e altre incredibili invenzioni.
BIOGRAFIA
Formata da LUCA DOMENICALI e DANILO MAGGIO nel 1983,viene scoperta da Pupi Avati e, nel 1987 viene
lanciata da Renzo Arbore.
Dal 1985 si è esibita in alcuni dei più grandi Festival internazionali e in moltissimi teatri, oltre che in Italia,
in Giappone, Regno Unito, Francia, Germania, Svizzera, Danimarca, Portogallo, Grecia, Croazia, Austria,
Slovenia, Isole Azzorre etc.
Selezionata per la Tasse d'Or al Festival International de l'Humour di Cannes, ha vinto il 1º Premio al
Festival Internazionale di Lipsia, e nel 2000 è stata invitata al Festival di Edimburgo.
Nel 2007 ha prodotto lo spettacolo "S.M.S. (Strange Music Symphony)" nel quale la ricerca sul potenziale
comico dei vari generi musicali si è sviluppata attingendo alle musiche, tra gli altri, di Astor Piazzolla,
Gioacchino Rossini, Paolo Conte, Serge Gainsbourg, Jethro Tull, Philip Glass.
Nel 2012 viene invitata al Gala di inizio anno dalla Filarmonica di Essen e, nello stesso anno produce lo
spettacolo "Classica for Dummies", interamente dedicato alle pagine più clamorosamente belle della musica
classica di tutti i tempi.
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La stampa internazionale li annovera nella tradizione di Laurel & Hardy e di Spike Jones, “..brani classici e
popolari come non li avete mai visti né sentiti suonare prima...” (Herald Tribune), mentre il Frankfurter
Allgemeine, afferma che il duo “provoca una trascinante ebbrezza, dove anche l’ impossibile diventa
possibile”, per poi definirli “I Fratelli Marx della clownerie musicale”.
FANFARA DI TIRANA meet TRANSGLOBAL UNDERGROUND (Ballkan Music Itinerary - II)
Due gruppi non conformisti: gli eclettici inglesi TRANSGLOBAL UNDERGROUND, protagonisti mondiali
della “fusion” più innovativa e i maestri albanesi dei fiati, la FANFARA TIRANA, si incontrano per proporre
una festa esplosiva, interculturale e transfrontaliera: ispirandosi ai tesori ancora inesplorati dei balcani più
profondi, si scambiano idee, melodie e parole per raccontarci nuove fiabe zeppe di misteri e
reinterpretazioni in una frizzante celebrazione di vita, amore e solidarietà, con le radici nella storia e lo
sguardo nel futuro.
La musica dei Transglobal è, a tutti gli effetti, un caleidoscopico viaggio fra riti liberatori, segreti ritmici,
estetiche gioiose, scarti improvvisi e fantasiosi. Il tutto con unico obiettivo: l'esaltazione del groove più
profondo, trovando il filo rosso che interseca sensibilità diverse e che collega lo sfaccettato universo
sonoro mondiale. Il “Kaba” albanese del sud incontra il reggae; gli ottoni incontrano l'elettronica, la voce
dell'icona folk albanese Hysni Niko Zela incontra quella nera di Tuup. Il sitar si mischia con la polivocalità
profana del paese delle aquile. Il mix è un risultato esplosivo! Le frontiere si cancellano: Tirana diventa
Londra e il Tamigi sfocia nel Gange.
Il CD che raccoglie e testimonia questo fenomenale incontro è appena uscito nel circuito internazionale
raccogliendo consensi e commenti entusiasti. “KABATRONICS” è’ un disco che non ha tolto nulla alla
frenesia da palco per cui questi due gruppi sono celebri: tutto si muove, nulla è definito. Una scommessa
vinta sull’universalità del linguaggio musicale, oltre le anguste definizioni di genere.
BIOGRAFIA
La FANFARA TIRANA è sicuramente una delle più importanti “brass band” della realtà balcanica.
Dopo aver girato in lungo e largo l'Europa con i suoi ottoni e suonato nei più grandi festival (Womad,
Roskilde, Sziget, selezionata all'WOMEX, al MEDIMEX), arriva con il suo nuovo progetto. Con il loro ultimo
album avevano scalato le classifiche degli “World Music Charts Europe”, per mesi, sotto l'etichetta berlinese
Piranha. Adesso hanno osato di più e hanno consegnato l'intero l'album in mano ai manipolatori londinesi,
TRANSGLOBAL UNDERGROUND, veri geni della musica "no borders", mitica band trans-globale, sia
musicalmente che per i componenti che la formano.
I TGU, sorti negli anni 90 sono noti per la loro capacità unica di mescolare stili e ritmi musicali fregandosene
dei generi musicali, barriere tecnologiche o del buon senso. Sorta di Monty Python musicali, hanno mixato
tutto ciò che, se non fosse stato per il loro coraggio artistico, nessuno mai avrebbe pensato di mettere
insieme; adesso quel “mash-up” è la regola. Ecco i musicisti delle due formazioni:
NIKO (vocal); MR WHITE (sax soprano/sax alto/clarinet); MR HAPPY (sax alto/clarinet); COL JAMES
(trumpet); GAS GAS (trumpet); MR KEYBOARD (sax baritone); THE PROFESSOR (flugehorn baritone);
PALOMA (flugehorn baritone); GOLDEN BOY (flugehorn tenor); DEVIS (tuba); MARIO THE GIPSY
(darbouka, percussion); TUUP (vocal, congas, darbouka); TIM (guitar, keyboard); MAC HAMI (drums);
SHEEMA (sitar, bass); JOHHNY KALSI (dhol, tablas, Kalsi kit).
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SABATO 7 SETTEMBRE
– ANTRO DELLE GROTTE DELL’ANGELO – ore 21.30
ELSA MARTIN
Vincitrice della scorsa edizione del “Premio Andrea Parodi” a Cagliari e, quindi per accordi culturali ospite
di diritto del NEGRO FESTIVAL, la cantante friulana, accompagnata semplicemente dalla chitarra e dall’
arrangiamento di MARCO BIANCHI, propone il suo repertorio, riportato nella sua opera prima “vERsO”,
lavoro che esprime l’intenso e complesso mondo friulano di oggi come sintesi fra tradizione e
innovazione e in cui la cui voce e raffinatezza di esecuzione della cantante autrice, porta la canzone in
lingua a fianco della canzone di qualità.
BIOGRAFIA
Cantante e autrice, educatrice professionale (2006, Università degli Studi di Udine) e musicoterapista,
diplomata in musica jazz col massimo dei voti e la lode presso il conservatorio di Klagenfurt (Austria),
studia presso il biennio specialistico di musica jazz ad Adria (Ro).
Nel 2005- 2006 è stata allieva di Iat Gong (Istituto per le arti tradizionali), la scuola biennale di arti
tradizionali con sede a Genova. Dal 2003 al 2008 è stata corista e solista nel FVG Gospel Choir e, dal 2011
studia vocalità con Franca Drioli.
E’ impegnata inoltre nella ricerca del patrimonio musicale etnico del Friuli, che la vede coinvolta in progetti
musicali di ripresa e reinterpretazione del repertorio friulano dall’antichità, oltre che nella scrittura di brani
originali.
- PIAZZALE DELLE GROTTE – ore 22.15
BANDA DE “LA MURGA - LOS ESPANTAPAJAROS” DI BATTIPAGLIA
La Murga Porteña è un fenomeno del Carnevale di Buenos Aires, carica di significati sociali e politici, di cui
esiste esperienza nel territorio di Battipaglia. Coordinati da Benedetto Battipede, con un organico di circa
30 elementi, tra cui alcuni addetti alla danza, daranno vita ad uno scompigliato e colorato corteo (in
argentino il nome significa “spaventapasseri”) che, partendo dalla piazza principale di Pertosa
accompagnerà il pubblico verso l’area delle grotte terminando il suo percorso da pifferaio di Hammelin,
sul palco principale del Negro Festival, chiudendone la terza ed ultima serata. Ristabilendo
simbolicamente un “fil rouge” tra la manifestazione e la sua comunità promotrice.
BANDA OSIRIS
Vero fenomeno della cultura spettacolare fine anni settanta, rappresenta da allora - una forma di
spettacolo, trasversale alle generazioni, che intreccia in modo indissolubile musica colta, popolare e teatro
di strada; in perfetto equilibrio tra circo e “clownerie”.
Quattro virtuosi di strumento a fiato (e non solo) giocano, abbigliati da musicisti classici in frac, a
smontare e rimontare brani del repertorio classico, considerato intangibile - e perciò in modo trasgressivo
– accostandoli ai grandi brani, rock e cantautorati, attraverso performance di grande teatro comico e,
spesso acrobaticamente, circense.
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Bande banditi sbandati
BIOGRAFIA
La Banda Osiris viene fondato a Vercelli nel 1980 dai fratelli Gianluigi (voce, flauto, sax soprano) e Roberto
Carlone (basso, tastiera, trombone), da Giancarlo Macrì (percussioni, basso tuba) e Mario Sgotto, che
abbandonerà nel 1986, venendo sostituito dal toscano Sandro Berti (chitarra, mandolino, trombone).
Dalla strada il passo successivo è il teatro. Nascono diversi spettacoli: da “Storia della Musica vol. 1 e 2”
(regia di Gabriele Salvatores) a “Le Quattro Stagioni” da Vivaldi (regia di Gabriele Vacis), da “Sinfonia
Fantastica” (regia di Maurizio Nichetti) a “Roll Over Beethoven” con il Quartetto Euphoria, “Guarda che
Luna” con Enrico Rava, Gianmaria Testa e Stefano Bollani, protagonista quest’ultimo anche di “Primo
Piano”, “Diabolus in musica” con l’orchestra metropolitana di Lisboa, “Banda.25”, “Italiani, Italieni, Italioti”
con Ugo Dighero e scritto da Michele Serra, un dissacrante “Pierino e il Lupo” gravemente contaminato.
Il gruppo è famoso, oltre che per i suoi spettacoli teatrali, anche per la partecipazione al programma di Rai
3 “Parla con me” e per aver composto le sigle dei programmi di Rai Radio Due, “Caterpillar” e ”Catersport”,
“Un giorno da pecora”.
La Banda ha inoltre scritto ed eseguito colonne sonore per il teatro, per documentari e per il cinema tra cui
“Anche libero va bene” di Kim Rossi Stuart, “L’imbalsamatore” e “Primo amore” di Matteo Garrone con cui
ha meritato nel 2004 l’Orso d’argento al Festival di Berlino e il David di Donatello, e l’ultimissimo
“Qualunquemente” con Antonio Albanese.
ROY PACI presenta CorLeone
Il titolo dell’ultimo progetto discografico di ROY PACI, “Blaccahénze”, è tutto un programma, infatti nel
dialetto di Montorio, un paesino abruzzese, vuol dire casino, bordello, putiferio, ma chi pensasse che si
tratta di musica sconclusionata si sbaglia di grosso.
Il riportare alla luce il progetto CorLeone, intrapreso nel 2005 con “Wei Wu Wei”, nasce infatti da una sua
esigenza ben precisa: “registrare un secondo album, per esprimere i miei nuovi orizzonti musicali, le
composizioni scritte in tutti questi anni frutto delle mie esperienze con tanti musicisti eccezionali e di un
lavoro specifico sulle mie ricerche con l’accostamento di strumenti musicali all’elettronica”.
Una svolta del ricco percorso dell’artista catanese che unisce ricerca, improvvisazione a jazz sperimentale
e d’avanguardia, elettronica e suoni ruvidi, con contaminazioni sonore che citano repertori da bande
musicali siciliane di cui Roy Paci, avendovi suonato da giovane, ha ancora memoria.
È un progetto coraggioso e moderno, che Negro Festival accoglie in quanto laboratorio aperto a
contaminazioni disparate e vicino ad un certo tipo di musica filmica, pregna di sonorità acusmatiche
BIOGRAFIE
ROY PACI è nato ad Augusta (Siracusa) nel 1969. Trombettista, compositore, arrangiatore e cantante,
comincia a suonare il pianoforte da piccolissimo e approda alla tromba all’età di 10 anni, quando si unisce
alla banda del suo paese. A 13 anni è già prima tromba ed entra a far parte di alcune big band siciliane di
jazz tradizionale, esibendosi nei locali jazz più famosi d’Italia.
A partire dal 1990 intraprende diversi viaggi in Sud America, Canarie e Senegal, continuando a sviluppare le
sue influenze musicali. Tornato in Italia, porta avanti la sua esplorazione, talvolta pionieristica, della musica,
cimentandosi in una serie infinita di collaborazioni e di tour in tutta Europa e oltreoceano.
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Bande banditi sbandati
La band è un sestetto composto da: ANDREA VADRUCCI alla batteria, GUGLIEMO PAGNOZZI al sax
tenore, MARCO MOTTA al sax baritono, ALBERTO CAPELLI alla chitarra solista, JOHN LUI chitarra e
sequenze ed ovviamente ROY PACI alla tromba. Niente basso per un progetto che muovendosi liberamente
tra canovacci iniziali e finali, lascia volontariamente scarna la zona medio bassa dell'impasto sonoro per
risultare maggiormente affilato e d'impatto.
MED FREE ORKESTRA
MED FREE ORKESTRA firma il suo primo cd e lo fa ispirandosi a “Solo andata”, dell’amico Erri De Luca che,
assieme alla voce di Ennio Fantastichini, tratteggia con letture e riflessioni questo cd di un sottile filo rosso
che parla di migranti e migrazioni.
Al centro il Mediterraneo con ampie digressioni verso altri mari, primi fra tutti i persiani Mar Nero e Mar
Caspio con i loro suoni e la loro straordinaria tradizione poetica.
Questa banda “civile”, tra arte musicale ed integrazione sociale, si presenta con un potente ensemble di
fiati, una colorata ed energica sezione ritmica ed un’intensa e raffinata anima melodica. Una
“mediterranean band” che propone un’insolita versione di pop-rock balcanico ma orientato verso il
mediterraneo orientale, per dare spazio alla musica klezmer, africana, iraniana, persiana, turca, greca,
reggae; più in generale: alla world music.
Poesia, letteratura, cronaca, inoltre, configurano le sfaccettature di questo lavoro dedicato agli uomini e
alle donne del Mediterraneo, ma soprattutto alle loro vite e alle loro culture.
BIOGRAFIA
Otto Paesi, tre continenti e sei lingue diverse, la MED FREE ORKESTRA è un ensemble multietnico composta
da diciassette musicisti provenienti da varie aree del sud del mondo, Senegal, Grecia, Ucraina, Perù, Cile,
Argentina, Iran e Sud Italia.
La banda multi-culturale pone Roma e l’Italia al centro del Mediterraneo, in una contaminazione di suoni e
sapori, attraverso la collaborazione attiva con artisti di fama nazionale ed internazionale provenienti anche
da altre regioni del mondo: da Andrea Satta (voce dei Tetes de Bois) a Baba Sissoko, da Paola Turci a Franky
HI NGR, da Stefano Di Battista a Emanuele Dabbono, dai No Braino ad Alessandro Haber, da Claudio Prima
(leader della Band Adriatica) a Erri De Luca, da Ennio Fantastichini a Corrado Fortuna, da Claudio Fava a
Andrea Rivera, da Vincenzo Crivello a Fausto Mesolella, da Vincenzo Ostuni a Mbarka Ben Taleb.
Inoltre la MED FREE ORKESTRA, intende rafforzare l’idea di coniugare musica ed impegno sociale,
interculturalità e integrazione, collaborando attivamente con “Libera Associazioni, nomi e numeri contro le
mafie”, ponendo al centro della propria attività l’impegno contro tutte le mafie e per il ripristino della
legalità. La line up è così composta: ATTILIO COSTA (chitarre), ALESSIO GUZZON (tromba), LAVINIA
MANCUSI (voce), FRANCESCO FIORE (tromba), VINCENZO VICARI (sax/flauto traverso), SARA JANE
CECCARELLI (voce), ANDREA MERLI (batteria), ALESSANDRO SEVERA (fisarmonica), TOTO IELASI
(basso), IHOR SVYSTUN (trombone), ANGELO OLIVIERI (tromba), GABRIELE GAGLIARINI (percussioni),
ISMAILA MBAJE (djmbe).
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