1 DALLA SCENA MEDIEVALE A QUELLA RINASCIMENTALE Due tipi di attività drammatica. Dopo la scomparsa dei mystery cycles, rimasero in pratica solo due attività teatrali distinte tra loro, che però si influenzarono reciprocamente. In primo luogo c’erano dei piccoli gruppi di attori girovaghi professionisti che recitavano principalmente nelle sale signorili (durante i banchetti nobiliari), o nelle piazze dei mercati o forse in alcune locande. Nelle sale signorili (banqueting halls) venivano spesso rappresentati dei testi facilmente adattabili alle condizioni di messa in scena che non avevano bisogno di complicati effetti scenici o di scenografie complesse. Come fondale per le entrate e le uscite degli attori si poteva usare lo screen che chiudeva un lato corto della sala. Lo screen era una parete (di legno) con due porte laterali con a volte un balconcino dove si sedevano i musicisti chiamati per allietare i banchetti. Non si sa se gli attori iniziassero a recitare entrando da una di quelle porte, o da dietro una tenda, o facendosi strada tra i convitati. Il fatto fondamentale è che lo spazio e gli oggetti della banqueting hall venivano usati nell’azione drammatica e grazie al contatto ravvicinato degli attori con gi spettatori non c’era bisogno di usare macchine di scena. In questo modo, anche l’ambientazione dell’azione drammatica era creata principalmente dall’interazione tra gli attori (con le loro parole e la loro gestualità) e l’immaginario degli spettatori. Lo stile di recitazione restava dunque vicino al teatro medievale, in quanto non si doveva rappresentare i testi in modo realistico. Per questo gli elementi principali della recitazione erano ancora la gestualità codificata, una produzione vocale di alta qualità e la frequente interazione (data dalla prossimità fisica) degli attori con il pubblico. Oltre alle piccole compagnie di attori girovaghi, a Londra vi erano dei gruppi stabili composti da ragazzi del coro appartenenti a delle istituzioni The Children of The Chapel Royal e The Children of St. Paul’s. Anche gli allievi di alcune scuole importanti (grammar schools), alcuni gruppi di studenti universitari o di giovani delle Inns of Court (i collegi degli Avvocati) si dedicavano alla rappresentazione di vari tipi di testi drammatici. Dapprima si trattava principalmente di drammi a carattere religioso, ma poi questi gruppi passarono ai drammi classici (anche in latino) ed infine ai nuovi testi rinascimentali. I legami tra i testi drammatici medievali e quelli rinascimentali vanno quindi ricercati non nei temi rappresentati, ma nelle convenzioni stabilite durante secoli di pratica teatrale: La drammaturgia: la struttura divisa in plot e subplot, anticipata in Fulgens and Lucrece di Henry Medwall (ca. 1497), fu largamente usata così come la caratterizzazione dei personaggi basata sui tipi del teatro classico (in questo modo Ben Jonson crea le sue opere basate sulla comedy of humours). 2 L’aspetto visivo: l’uso dei costumi sgargianti (le parrucche dorate, i mantelli per rendersi invisibili etc.) è accentuato. Tutti gli effetti spettacolari creati dalle macchine di scena vengono perfezionati dalle nuove tecnologie, mentre aumenta l’uso degli effetti speciali come rumori o effetti pirotecnici. L’aspetto uditivo: la musica diventa importante come espressione dell’armonia dell’universo (molti scritti del rinascimento parlano infatti della ‘music of the spheres’ generata dal movimento degli astri): per questo molti drammi hanno scene con canzoni o danze. La danza diventa infatti il punto di incontro tra l’armonia del suono e l’armonia dell’immagine. Il linguaggio drammatico si arricchisce di nuovi termini e diversi registri (introdotti nel linguaggio comune dalle grandi scoperte scientifiche e geografiche). Il blank verse, in cui Marlowe e Shakespeare sono maestri, permette ai personaggi di esprimersi in modi straordinari (ma all’interno di molti testi rinascimentali ritroviamo le allitterazioni e alcuni termini medievali). Due tipi di playhouse Nel 1567 John Brayne fece costruire un’ arena presso una fattoria: The Red Lion. Si trattava di uno spazio recintato che poteva essere usato sia per combattimenti di animali che per rappresentazioni drammatiche. In quel periodo, le compagnie di attori girovaghi avevano già aumentato il numero di elementi al loro interno ed il successo riscosso presso il pubblico spinse alcune di esse a stabilirsi a Londra. Si costruirono così degli edifici adatti alle rappresentazioni drammatiche, chiamati playhouses. Alcuni di essi sono definiti indoor playhouses ed altri outdoor playhouses. Outdoor Playhouses La prima vera outdoor playhouse di Londra fu The Theatre costruito nel 1576 da James Burbage, il cognato di John Brayne. La costruzione era in legno e fu eretta fuori dai limiti della City, a Shoreditch. Il prezzo d'ingresso era di un penny per posti in piedi e due per posti nelle gallerie. Le compagnie che vi recitarono furono i Chamberlain's Men (di cui Shakespeare faceva parte), ma anche gli Admiral’s Men (che vi rappresentarono Tamburlaine The Great part I and II e anche Doctor Faustus). Altre importanti outdoor playhouses erano The Curtain (1577 circa), The Rose (1587), The Swan (1595), The Globe (1599), e infine The Fortune (1600). Per ricostruire la forma di questi teatri possiamo solo fare riferimento a delle mappe panoramiche di Londra ed al famoso schizzo dello Swan copiato da un originale di De Witt risalente al 1596. Vi è poi il contratto di costruzione del Fortune con le dimensioni specifiche: sappiamo che questo era di forma quadrata e che fu ricostruito in forma circolare dopo un incendio nel 1621. Dall’analisi dei testi drammatici e da alcune incisioni del tardo Seicento, sappiamo che The Theatre e The Swan erano di forma circolare, The Rose aveva dodici lati, The Curtain otto, The Fortune quattro. Comunque tutti questi teatri avevano uno spazio scenico simile costituito dai seguenti elementi: 3 un palco quadrato o rettangolare sopraelevato (stage) una facciata con delle porte di accesso al palco e un balcone (upper stage) dietro la quale vi erano le stanze degli attori (tiring rooms) una copertura del palco sorretta da due colonne e sormontata da una specie di casetta (hut) un’area libera ai piedi del palco, (the pit). Quest’area era scoperta in modo da poter utilizzare l’illuminazione naturale delle gallerie con posti a sedere Per assistere ad una rappresentazione si pagava un prezzo diverso a seconda della posizione da occupare nel teatro: i posti in piedi intorno al palco erano i più economici, poi vi erano le panche nelle gallerie ed infine le più costose gentlemen’s rooms, ma a volte si poteva pagare anche per avere uno sgabello e sedersi direttamente sul palco. Indoor Playhouses La prima indoor playhouse di Londra fu costruita presso St. Paul’s Cathedral nel 1575, poi fu la volta della sala allestita all’interno dell’ex convento Blackfriars (1576), poi quella di Whitefriars nel 1594. Seguirono una seconda sala a Blackfriars (1596), il Cockpit Inn Court (1616) ed infine il Salisbury Court (1629)1. Il loro spazio scenico era molto diverso da quello delle public playhouses sia per la forma rettangolare della struttura che per la possibile presenza di una scenografia elaborata. Questo è quanto emerge dallo studio dei registri del Revels’ Office (l’ufficio dei festeggiamenti) il cui compito principale era di organizzare la realizzazione degli spettacoli per la Corte. (cfr. Nicoll, 1966: 104-6). Lo spazio scenico delle indoor playhouses aveva le seguenti caratteristiche: era completamente coperto (quindi era a volte indispensabile l’uso di illuminazione artificiale) era basato sulla forma rettangolare della sala aveva un palco rettangolare rialzato con possibilità di scenografie elaborate offriva solo posti a sedere per il pubblico (anche sul palco) I teatri coperti erano definiti anche private playhouses, in quanto l’ingresso era riservato ai nobili di corte. Infatti il pubblico preferenziale di questi teatri era costituito dalla corte di Londra e dal suo sovrano, mentre nelle public playhouses gli spettatori appartenevano a diverse categorie sociali, dagli apprendisti delle botteghe artigiane fino ai nobili. 4 Il dramma nei teatri privati Le sale di corte erano utilizzate da compagnie stabili che godevano di cospicui finanziamenti come The Children of St. Paul's o The Children of The Chapel Royal. Gli attori erano tutti ragazzi e le rappresentazioni erano sotto il diretto controllo del Master of the Revels. Già nel 1545 queste due compagnie erano stabili ed avevano il loro spazio per le rappresentazioni presso la cattedrale di St. Paul e nell’ex convento (divenuto complesso residenziale) di Blackfriars. A volte anche le compagnie di adulti venivano invitate a corte per rappresentare drammi scritti per il pubblico delle public playhouses. In alcuni periodi dell'anno le grandi halls di Hampton Court, Greenwich e Whitehall erano usate per la rappresentazione di testi drammatici. (cfr. Happé, 2000: 182) I vantaggi dello spazio scenico circolare Ci furono diverse ragioni che spinsero i costruttori a prediligere la forma circolare (o meglio poligonale) per le outdoor playhouses di Londra. La più ovvia è che uno spazio scenico di forma circolare, costruito prevalentemente in legno, risponde all’esigenza di contenere un numero elevato di spettatori (tutti paganti) in una struttura poco costosa. Non dimentichiamo che James Burbage, ad esempio, era un carpentiere e che furono i suo figli Richard e Cuthbert a riutilizzare il legname del Theatre per costruire il Globe. L’apertura al centro delle strutture aveva la funzione principale di fornire l’illuminazione naturale (permettendo, quindi, un risparmio sui costi di quella artificiale) e semplificava i problemi tecnici causati dalla costruzione di una copertura. La forma circolare ed il materiale utilizzato avevano, inoltre, il vantaggio di compensare i difetti acustici causati dall’apertura mentre la copertura del palco (the heavens) fungeva da ottima cassa di risonanza per la voce degli attori. La parola theatre in epoca elisabettiana era usata per descrivere una qualsiasi struttura dalla forma circolare, e non veniva usata per indicare un edificio adibito alle rappresentazioni drammatiche (cfr. Higgins, 1994: 37-38). Probabilmente il fatto che la prima playhouse di Londra fosse stata chiamata The Theatre potrebbe indicare l’importanza della forma circolare su cui si basava quella struttura. Secondo Higgins (1994:142-3) ci sarebbe poi una relazione diretta tra il round in cui si rappresentava il dramma medievale St. Meriasek ed una playhouse elisabettiana: The Swan. Higgins analizza le proporzioni del palco disegnato nella copia del famoso schizzo De Witt (anche quest’ultimo aveva notato che la forma circolare della playhouse ricordava quella di un anfiteatro romano) e le confronta con quelle del round. Dalle figure 1 e 2 è possibile notare che gli spettatori, in entrambe le strutture, potevano stare in piedi all’interno del cerchio e seguire l’azione drammatica da vicino (solo una parte degli spettatori 1 Queste date sono ottenute da diversi testi tra cui Chambers (1923), Foakes (1985) e Styan (1971) 5 sarebbe, quindi, rimasta seduta lungo la circonferenza). Questa analogia consente di assimilare gli spettatori elisabettiani ai piedi del palco (chiamati groundlings proprio perché erano al livello più basso) al pubblico medievale di St. Meriasek. Inoltre, il palcoscenico dello Swan sembra occupare lo spazio del place and scaffold usato dagli attori del St. Meriasek per cui, secondo Higgins, lo spazio scenico elisabettiano avrebbe un precedente storico nei rounds medievali. La scena dei teatri pubblici elisabettiani In base alle informazioni raccolte fino ad oggi, possiamo dire che il palcoscenico aveva forma pressoché quadrata, coperto da una struttura simile ad una casa (hut), sorretta in avanti da due robuste colonne di legno. Il soffitto sopra il palco aveva una botola da cui potevano essere calati oggetti (come un trono, e forse anche delle persone) grazie alle macchine di scena alloggiate nella hut. Il soffitto era in alcuni casi dipinto con i simboli dei segni zodiacali ed era perciò chiamato ‘the heavens’. Dietro al palco vi era una facciata con due o più porte d’ingresso ed un balcone chiamato upper stage. Sembra che vi fosse anche un inner stage (chiamato anche discovery space) che poteva essere usato per scene ambientate in un interno. Non è chiaro se si trattasse dell’apertura centrale chiusa da tende o se vi fosse una struttura posticcia installata sul palco all’occorrenza. Infine, nell’area tra le due colonne portanti (posts) vi era una botola (trap-door). Secondo Mullini (1992: 79-80) la continuità tra la scena medievale e quella rinascimentale è, “sottolineata anche dalla presenza, sul palcoscenico, della botola per la s/comparsa improvvisa di personaggi e, sopra di esso, di macchinari per la ascesa e discesa aerea. Ovviamente le macchine sono state perfezionate e gli spazi ampliati rispetto a quelli del carro del dramma ciclico, ma, sostanzialmente, permane la medesima tradizione teatrale.” Se si osserva il famoso schizzo riprodotto dall’originale di De Witt (Fig.3) si può notare come la struttura alle spalle dello stage con il suo balcone, ricordi la disposizione su due livelli presente in alcune mansions o in alcuni pageant waggons (ad esempio Heaven e Hell). Il palcoscenico del teatro pubblico elisabettiano conteneva tutti gli elementi dello screen delle banqueting halls (Fig. 4), ma anche quelli delle strutture medievali: lo stage era sopraelevato come gli scaffolds, lo hut aveva la stessa funzione del livello superiore di alcune mansions e pageant waggons (con la possibilità di far scendere personaggi dall’alto, ma anche di farli uscire dal basso tramite l’uso delle trap-doors, con uso di macchine di scena ed effetti speciali). Lo spazio attorno al palco (che nei testi medievali è definito place, platea o placea) venne chiamato pytt oppure, secondo lo schizzo De Witt, planities fine arena. Questo spazio sembra svolgere una funzione determinante come zona di contatto ravvicinato tra il pubblico in piedi (the groundlings) e gli attori, proprio come poteva succedere in tutte le 6 rappresentazioni medievali e negli interludes. Lo spazio scenico così strutturato offriva agli attori una grande possibilità di movimento sia sull’asse orizzontale che su quello verticale e non è da escludere che in alcune situazioni (come delle entrate a sorpresa) si utilizzasse anche la zona ai piedi del palco. Come fa notare Nicoll, “Tutto si faceva in funzione dell’efficacia drammatica, non in funzione di concezioni realistiche. […] È, in verità, degno di nota il fatto che le didascalie sceniche dei drammi contemporanei non mostrano quasi mai il palcoscenico superiore usato da solo: quando in alto apparivano degli attori, essi erano quasi sempre in rapporto con attori sotto di loro, poiché la scena era presentata non orizzontalmente su uno o due piani, ma verticalmente dal livello del palcoscenico al livello della balconata.” (Nicoll, 1927:110) Lo spazio scenico medievale e quello rinascimentale hanno, quindi, le stesse funzioni: favorire il contatto ravvicinato tra attori e pubblico e dare grande libertà di movimento orizzontale e verticale durante l’azione drammatica. BIBLIOGRAFIA AA. VV. Records of Early English Drama, Totonto, University of Toronto Press, 1979-2000, 14 voll. Berry, Ralph, Shakespeare in Performance, London, Macmillan, 1993. Bethell, S.L., Shakespeare and the Popular Dramatic Tradition, Durham, N.C. Duke University Press, 1968. Bradbrook, M.C. Themes and Conventions of the Elizabethan Tragedy.Cambridge, Cambridge University Press, 1980 (1935). Bradley, David, From Text to Performance in the Elizabethan Theatre - Preparing the play for the stage. Cambridge, Cambridge University Press, 1992. Chambers, E.K., The Elizabethan Stage, Oxford, Clarendon Press, 1923, 4 voll. Clifford Davidson, Illustrations of the Stage and Acting in England to 1580, Medieval Institute Publications, Kalamazoo, 1991. Foakes, R.A., Illustrations of the London Stage, 1580-1642, London, Scolar Press, 1985. Happé, P. English Drama Before Shakespeare, Cambridge, Cambridge University Press, 2000. Hattaway, Michael & Braunmuller, A.R. (eds.), The Cambridge Companion to English Renaissance Drama.London, Cambridge University Press 1987. Hattaway, Michael. Elisabethan and Popular Theatre. London, Methuen 1995. 7 Higgins, S. Medieval Theatre in the Round, Università di Camerino, Camerino 1994. Joseph, B.L,. Elizabethan Acting. London, Oxford University Press, 1964 (1951). McMillin & MacLean, The Queen’s Men, Cambridge University Press Cambridge, 1998 Mullini, R. e Zacchi, R. Introduzione allo studio del teatro inglese, Firenze, La Casa Usher, 1992. Nicoll, Allardyce, Lo Spazio Scenico. Storia dell’arte teatrale, Roma, Bulzoni 1971 (1927). Orgel, Stephen. The Illusion of Power.-Political theatre in the English Renaissance. London: California University Press, 1991 ( 1975 ). Styan, John, The Shakespeare Revolution, Cambridge, 1971. Wickham, G., Early English Stages 1300-1600, London, Routledge and Kegan Paul, 1959-1981, 4voll. Wickham, G., The Medieval Theatre, Weidenfeld & Nicolson, London, 1974. 8 Fig. 1 Disposizione del pubblico durante i primi 595 versi del St.Meriasek. Fig. 2 Disposizione del pubblico nello Swan (il palco è delle dimensioni traciate da De Witt) Fig. 3 Il famoso schizzo copiato da un originale di De Witt (1609) 9 Figura 4. Un esempio banqueting hall: Middle Temple, Londra.