inflation bond: nuova asset class

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INFLATION BOND: NUOVA ASSET CLASS
Introduzione
La necessità di ridurre il costo del debito pubblico e la forte crescita
dell’inflazione hanno convinto alcuni stati ad emettere uno
strumento immunizzato dalla perdita del potere di acquisto.
L’introduzione sul m
ercato di un nuovo titolo spesso è difficoltosa, poiché il successo
dipende da alcune variabili quali: la massa critica di adesioni, un
corretto standard di collocamento,il consenso della comunità
finanziaria. L’emissione dei titoli indicizzati pone alcuni
interrogativi legati alla difficoltà di attribuire un prezzo di
equilibrio allo strumento e all’attendibilità dei dati previsionali.
A supporto delle motivazioni all’emissione si possono individuare
due categorie 1.La prima ha fatto ricorso a tale strumento per
fronteggiare il pericolo di un collasso del mercato dei capitali di
lungo termine. In questa prima fascia si possono includere :
Argentina ( la cui prima emissione risale al 1973),Brasile (1964)
Cile (1956),Colombia (1967) Israele(1955).A questo gruppo negli
1
Price 1997
1
ultimi anni si sono aggiunti altri paesi con un’ elevata inflazione e
governi con un basso rating (Messico nel 1989, Polonia nel 1992 e
Giamaica nel 2001).La seconda categoria ,composta dai paesi
industrializzati2 o con un tasso di inflazione basso o comunque
stabile,ha emesso i titoli per ridurre il costo del debito pubblico3 e
per completare l’offerta di strumenti finanziari da parte
dell’emittente statale. E’ opportuno precisare che l’inflation bond
rappresenta una quota ancora limitata del debito pubblico4
Le caratteristiche generali e il mercato
Le strutture del titolo più diffuse sono:a)lo zero coupon bond con il
valore di rimborso maggiorato dall’indice di inflazione prescelto ,
b) il titolo con cedola (modello canadese) ,che è il più comune
(Canada,Svezia,USA,UK,Francia e Italia), con il coupon fisso ,ma
calcolato sul capitale rivalutato. L’ indice,in prevalenza adottato
dagli emittenti è C.P.I. (consumer price index).In genere
l’adeguamento all’inflazione non è immediato,ma avviene con un
certo ritardo . La scelta dell’indice è questione delicata e non
2
Finlandia (1945) Svezia(1952),Islanda (1964) Regno Unito ( 1981) Italia
(1983) Australia(1985) Canada (1991) Nuova Zelanda ( 1977)
3
Foresi –Penati-Pennacchi(1997) , mostrano che, sul mercato inglese,
l’emissione di titoli legati all’inflazione riduce sensibilmente il costo della
raccolta (300 b.p.) Barr e Campbell (1997) evidenziano che i rendimenti delle
obbligazioni nominali inglesi e è stato superiore a 500 basis point rispetto agli
indicizzati nel periodo 1983-1994 .
4
Cotè –Jacob-Nelmes-Whittingham(1996)
2
sempre trova il pieno consenso degli investitori.I fondi pensione
preferiscono un indice legato ai salari, poiché le loro passività sono
modulate sulla base dei compensi dei loro sottoscrittori.
L’investitore retail opta per il CPI, poiché riflettendo il costo della
vita è di immediata percezione. Alcuni emittenti hanno utilizzato
un indice dei prezzi al consumo basato sull’energia e sui beni
alimentari, caratterizzati da una volatilità più alta. La durata e
l’importo del titolo sono legate sia alle scelte strategiche
dell’emittente, che all’obiettivo di costruire una curva dei
rendimenti reali che consenta di verificare il rispetto degli obiettivi
di politica monetaria, attraverso il mantenimento dello spread tra
tassi reali e nominali.
L’ interesse per un titolo legato all’inflazione, si è sviluppato a
partire dal 1997 sull’onda del successo dell’emissione del Tesoro
americano con il Treasury Inflation Protection Securities (T.I.P.S.).
I titoli americani, dopo la prima emissione di durata decennale,
sono state collocati su tre diverse scadenze (5- 10-30 anni)per
migliorare il livello di segmentazione del portafoglio. La loro
struttura si basa sul modello con cedola in funzione dell’indice dei
prezzi al consumo (Consumer Price Index).
In Europa, il Tesoro inglese a partire dal 1980 ha emesso con
regolarità gli index linked Gilts che attualmente rappresentano il
25%del debito complessivo, anche se il volume complessivo è
inferiore a quello statunitense.
3
Nell’area Euro la Francia , a partire dal 1989, ha una posizione
dominante (gli OATi sono il 7% del totale delle emissioni
governative) e l’ingente implementazione di questo segmento del
mercato ha interessato altri paesi tra cui l’Italia con l’emissione del
BTP€i sulla scadenza quinquennale e decennale. Il Tesoro italiano
all’inizio degli anni 80, dopo un triennio di elevata inflazione
(18,5%), collocò il C.T.R (Certificato del tesoro reale.), dotato di
un meccanismo di adeguamento reale sul capitale. La cedola, pari
al 2,5% nominale, era adeguata alle variazioni del deflattore
implicito del PIL al costo dei fattori.. La complessità della regola
di indicizzazione circoscrisse la sottoscrizione del titolo agli
investitori istituzionali che lo conservarono nei portafogli senza
sviluppare le negoziazioni sul secondario.
Rendimento
Nella determinazione del rendimento di un titolo reale si suole
effettuare una comparazione con il titolo nominale di riferimento
( ad esempio sul mercato italiano si confrontano i rendimenti tra il
BTP 15/9/2008 e il BTP€i 15/9/2008). La differenza fra tassi
nominali e reali è giustificata dalle aspettative dell’inflazione,dalla
diversa liquidità e dalla differente reattività all’inflazione.
Sottraendo il rendimento nominale a quello reale , è possibile
ottenere il break-even inflation (BEI), che rappresenta il compenso
4
offerto ai sottoscrittori di titoli nominali a fronte dell’inflazione
futura .Le notizie macroeconomiche possono fornire informazioni
da confrontare con le aspettative sui prezzi riflesse nelle
quotazioni delle obbligazioni reali5.Se il tasso (BEI) è pari a quello
dell’ inflazione attesa ,il rendimento dell’ indicizzato è uguale a
quello del titolo di riferimento.
BEI 
(1  yn)
1
(1  yr )
yn = rendimento nominale
yr = rendimento reale
Esempio :BTP€i 1,65% 2008
Rendimento nominale del BTP 15/9/2008 cedola 3,50% = 3,50%
Rendimento reale del BTP 15/9/2008 cedola 1,65%
= 1,45%
BEI ( 15 settembre 2008)
= 2,02%
Il valore del BEI è funzione della quotazione dei titoli nominali e
reali, quindi potrebbe essere diverso dal saggio di inflazione
implicito nei tassi swap.
Nel successivo esempio si desume che un’obbligazione legata
all’inflazione può essere replicata da una striscia di flussi di
pagamenti ottenuti da uno swap
B. Sack “ Deriving Inflaction expectations from nominal and inflation indexed
treasury yields”working paper L’analisi si riferisce al mercato Americano nel
period 1987-1999
5
5
Esempio: swap flussi fissi contro variabili indicizzati
all’inflazione
Struttura di riferimento : zero coupon legato all’inflazione (4 anni)
Data di negoziazione : 3 maggio 2004
Data spot : 5 maggio 2004
Scadenza : 4 anni
Liquidazione : 5 maggio 2009
Pagamento flusso indicizzato inflazione: nozionale *( indice HICP
nov2009)/( indice HICP nov 2004)
Pagamento fisso : Nozionale * ((1+Zero coupon4)-1)
Il rendimento nominale considera il premio al rischio
scomponibile in :a) l’inflazione attesa b) il vero premio (per l’
errata previsione). La prima componente è frutto di stime effettuate
da un panel di economisti sulla base delle previsioni economiche.
L’entità del “vero premio” esprime il grado di attendibilità delle
politiche economiche legate all’inflazione. Se l’analisi storica
dell’inflazione effettiva e di quella attesa genera un valore
positivo,il premio aumenta e l’incremento è tanto maggiore quanto
più lunga è la vita residua del titolo .
Esempio: calcolo del vero premio
Rendimento titolo decennale reale= 3%
Rendimento titolo nominale = 5,5% .
6
Dall’analisi degli obiettivi di politica monetaria si stima una
inflazione del 2,2%(inflazione attesa). Il dato ipotizzato è in linea
con l’inflazione effettiva, pertanto il compenso richiesto per l’errata
previsione sarà pari a 0,3(vero premio).
E’ stato verificato6 che i tassi reali hanno una volatilità
sensibilmente inferiore a quella dei saggi nominali, tra il 35% e il
45%. In conseguenza di ciò un portafoglio composto da titoli
standard presenterà delle significative variazioni di valore legate
alle oscillazioni del tasso di inflazione.
Rischio
L’indicizzato ha una cedola inferiore a quello del titolo nominale,
dunque la sua duration più alta.
Esempio :
Quotazioni 20 maggio 2004 :
BTP 15.9.2008 duration= 3,66
BTP€i 15.9.2008 duration= 4,18
volatilità= 3,56
volatilità= 0,25
Nel calcolo della volatilità, Il Sole 24 Ore non applica per il titolo
indicizzato la formula della modified duration, ma considera il
BTP€i come una somma di zero coupon semestrali. Di
conseguenza la volatilità racchiude il rischio equivalente a uno zero
6
Deutsche Bank Global Markets Research
7
coupon di durata pari a sei mesi. Ottenuto il tasso reale dalla
quotazione del titolo si può individuare il valore della volatilità.
Quotazione =101,54
Tasso7 reale =1,41%.
MD = 4,16 / (1,0141) = 4,11
Nota la volatilità si può stimare la variazione di prezzo che il titolo
subisce
Esempio
BTP 15.9.2008
BTP€i 15.9.2008
Duration
3,56
4.16
Modified duration
3,66
4.11
Variazione tassi
+0.50
+0.50
Variazione prezzo
-1,83
-2.055
La duration finora stimata non considera il minor rischio del
BTP€i per l’immunizzazione dal degrado monetario. La nuova
durata finanziaria è calcolata tenendo conto dell’inflazione fino
alla scadenza del titolo.
7
Il Sole 24 Ore indica il tasso di rendimento effettivo in termini nominali,
mentre il prezzo di equilibrio (fair price) viene calcolato utilizzando il tasso reale
8
Tabella Calcolo Duration in caso di aumento del
tasso di inflazione
Scadenza
25/05/04
15/09/04
15/03/05
15/09/05
15/03/06
15/09/06
15/03/07
15/09/07
15/03/08
15/09/08
Inflazione
2.70%
3.10%
3.15%
3.30%
3.50%
3.80%
3.90%
4.20%
4.50%
capitale
100
102,7
105,8
108,95
112,25
115,75
119,55
123,45
127,65
132,15
Cedola
riv.
0,8473
0,8728
0,8988
0,9261
0,9549
0,9862
1,0184
1,053
133,24
Duration
4,19
MD
4,13
Tabella Calcolo Duration in caso di diminuzione del
tasso di inflazione
Scadenza
25/05/04
15/09/04
15/03/05
15/09/05
15/03/06
15/09/06
15/03/07
15/09/07
15/03/08
15/09/08
Inflazione
1.60%
1.60%
1.50%
1.30%
1.25%
1.20%
0.90%
0.70%
0.40%
capitale
100
101.6
103.2
104.7
106
107,25
108.45
109.35
110.05
110.45
Cedola
riv.
0.8382
0.8514
0.8638
0.8745
0.8848
0.8947
0.9021
0.9079
112.27
Duration
4,18
MD
4,12
9
Roll8 si è occupato dell’analisi del rischio per i titoli reali
confrontando le deviazioni standard del titolo reale e di quello
nominale sulle scadenze trentennale e decennale e ha rilevato una
significativa differenza nei valori della deviazione standard9.
Shabinsky- Trainer (1999) dimostrano che in luogo della Macaulay
duration è più corretto utilizzare la duration effettiva ( è pari al
prodotto della duration standard per il beta). Gli autori10sommano
R. Roll 2003 “Empirical Tips” Working paper University of California, Los
Angeles
9
In particolare si evidenzia che :
8
10 anni
30 anni
σ titolo reale
4%
7%
σ titolo nominale
7,5%
11%
Inoltre le scadenze vicine dei TIPS ( ad esempio 2028 e 2029) hanno una correlazione
pari a 0,999, mentre le correlazioni dei titoli indicizzati all’inflazione con quelli nominali
presentano un valore più elevato (0,6) sulla scadenza decennale rispetto a quella
trentennale(0,5). Infine sovrapponendo la curva dei rendimenti nominali con quella dei
tassi reali si mette in rilievo l’effetto del livello dell’inflazione attesa sulle diverse
scadenze.
Il confronto fra i titoli di stato nominali e quelli legati all’inflazione è
moltiplicativa.
(1+l)= (1+i)(1+E[p] (1+e))
ove l= tasso di interesse nominale
i= tasso di interesse reale
E[p]= inflazione attesa
e= residuo (che nel caso del titolo indicizzato comprende il valore
dell’inflazione,un premio al rischio e un potenziale per cambiamenti legali e
fiscali).
10
10
le aspettative inflazionistiche e il premio al rischio in un’unica
variabile denominata “inflazione attesa”.
In termini formali la variazione di prezzo per un titolo standard è
data dalla relazione:
1) p BTP = (- duration BTP )( rendimenti reali+  aspettative di
inflazione)
Per i titoli indicizzati si ha
2) p BTP€i = (- duration BTP€i) ( rendimenti reali)
Dal confronto delle due equazioni si evince che il prezzo nel
BTP€i non dipende dalle variazioni nelle aspettative
dell’inflazione. Infatti si nota che la variazione del prezzo dei
BTP€i nel mondo nominale è una frazione del rischio prezzo in
quello reale. Questa frazione, denominata beta dei rendimenti reali,
può essere calcolata dalla stima della correlazione futura dei tassi
reali e nominali e dalla loro volatilità attesa .Pertanto si avrà:
rendimenti reali = (rendimenti reali /rendimenti nominali)  rendimenti reali,nominali
La maggiorparte delle stime11 del valore di beta variano tra 0,1 e
0,5 e la relazione presenta caratteristiche di instabilità12.
Il gestore nella selezione dei titoli obbligazionari da inserire nel
portafoglio,accanto alla stima dei tassi,dovrà verificare quale parte
della variazione è legata all’inflazione attesa. La scelta del titolo
L’applicazione di tale relazione pone dei problemi poiché è difficile
determinare la correlazione.
12
In effetti al fine di determinare la correttezza dei profitti ottenibili con il BTPi
non è necessario prevedere accuratamente il valore del rendimenti reali.
11
11
indicizzato è premiante nell’ipotesi che l’effettivo tasso di
inflazione aumenti più di quello atteso. Nel caso opposto la scelta
sarà indirizzata verso il titolo nominale che beneficia dell’ extrarendimento legato al premio al rischio.
Sulla piattaforma informativa di Bloomberg il rendimento del titolo
indicizzato è indicato sia in termini nominali che reali; la duration
effettiva è stimata nelle ipotesi di beta pari a 0 (assenza di
correlazione tra tassi reali e nominali) , 0.5 e 1( forte correlazione
tra tassi reali e nominali). Nel box denominato “ economic factors”
è quantificato il tasso di inflazione calcolato sull’indice CPI .Il
valore ottenuto tiene conto della differenza fra Index ratio (CPI
giorno valutazione/CPI giorno emissione) e il Flat Index Ratio
( CPI alla data di stacco cedola / CPI giorno emissione).
In termini formali possiamo stimare il prezzo di equilibrio del
titolo13,noto il rendimento reale
n 1
P r   c /(1  i) j  (m  c) /(1  i) n
j 1
ove c= cedola reale
m= valore di rimborso a scadenza in termini reali
i = tasso reale
n= anni
Pr = prezzo reale
Mc Fall Lamm Jr. (1998) “ Asset allocation implications of inflations of
inflation protection securities” The journal of portfolio management pag 99-100
13
12
Come si può osservare le variazioni dell’inflazione non influiscono
sul prezzo
Pr / r  0
Il prezzo è sensibile alle modifiche del rendimento reale
n 1
r / i   jc /(1  i) j 1  n(m  c) /(1  i) n 1  0
j 1
Per i titoli nominali il prezzo di equilibrio è dato dai flussi di cassa
attualizzati al tasso di rendimento nominale:
n 1
P n   C /(1  i) j (1  r ) j  (M  C ) /(1  i) n (1  r ) n
j 1
ove :
C= cedola nominale
r= tasso inflazione attesa
M = valore nominale
Pn = prezzo nominale
Posto che la derivata parziale di P rispetto a i è negativa si ha che il
prezzo diminuisce con l’aumento del rendimento reale.
n 1
n / i   jC /(1  i) j 1 (1  r ) j  n( M  C ) /(1  i) n1 (1  r ) n  0
j 1
Si può notare che:
r / i > n / i
dal momento che
13
n 1
+  jc /(1  i) j 1  n(m  c) /(1  i) n1 >
j 1
n 1

jC /(1  i) j 1 (1  r ) j  n(M  C ) /(1  i) n1 (1  r ) n
j 1
Poiché c<C, m<M, (1+i)+(1+r) > (1+i) , è chiaro cha la variazione
dei tassi reali ha un effetto maggiore sul prezzo dei titoli indicizzati
che sul prezzo di quelli nominali.
La derivata che segue mostra che il titolo nominale è sensibile al
degrado monetario e in caso di incremento dell’inflazione il prezzo
diminuisce
n / r =
n 1
  jC /(1  i) j (1  r ) j 1  n( M  C ) /(1  i) n (1  r ) n 1  0
j 1
Gli swap sull’inflazione
La crescita dell’inflation bond ha favorito parallelamente la nascita
del mercato degli swap sull’inflazione .Questa tipologia di derivati
riduce le barriere di ingresso all’investimento, allargando
l’universo degli investitori.Infatti gli swap ,per la loro
duttilità,danno la possibilità di dare una risposta adeguata alla
copertura dei portafogli, all’aumento della liquidità,alla creazione
di strutture ibride e al trasferimento del rischio. Il mercato si è
sviluppato in Gran Bretagna all’inizio degli anni 90,favorito dalla
dimensione delle emissioni obbligazionarie legate all’inflazione.
14
Nell’ultimo biennio il mercato si è consolidato su operazioni di
lunga scadenza (20-40 anni ) e si è allargato ad operatori quali:
emittenti corporate,società immobiliari,assicurazioni e fondi
pensione. In Italia l’emissione di prodotti legati all’inflazione ha
contribuito a sviluppare questo segmento del mercato dei derivati e
ha spinto gli emittenti ad utilizzare il mercato degli inflation swap
per coprirsi dal rischio finanziario.
Sul mercato si possono individuare alcune strutture tipiche:

Pay-as-you-go

Tips style

Break-even

Quanto breakeven
Nella prima ,che rappresenta il caso più comune ( vanilla inflation
swap), viene corrisposto annualmente un tasso fisso maggiorato
dell’incremento dell’indice di inflazione prescelto contro un tasso
variabile ( ad esempio il Libor più o meno lo spread)
Il receiver (parte che riceve a tasso fisso) è coperto dal rischio
inflazione, mentre il payer (colui che riceve il tasso variabile)è
protetto in deflazione .In sostanza lo swap consente di isolare il
tasso variabile reale ed è equivalente a ricevere il fisso nominale
pagando il variabile reale. Di norma viene negoziato per durate
trentennali e su un paniere di indici sottostanti
Fixed rate + Max CPI (n) / CPI (n-1) -1 ; 0)
Payer
Receiver
15
Libor + /- Spread
Con la seconda struttura( Tips Style),proposta a fondi pensione e a
compagnie assicurative, il payer corrisponde alla controparte una
cedola fissa calcolata sul nozionale rivalutato e alla scadenza paga
una somma in presenza della variazioni dell’indice prescelto.
Questo meccanismo replica i flussi del Tips senza che il receiver
debba acquistare il titolo.Il payer incasserà il tasso variabile
maggiorato di uno spread.
Payer
Fixed rate + variazione inflazione a scadenza
Receiver
Libor+spread
Il break even è un semplice zero coupon swap.Alla scadenza
vengono scambiati due cash flow,il primo è il rendimento
dell’indice dell’inflazione selezionato ( dal payer al receiver) il
secondo è un tasso fisso.
A scadenza CPI (T) / CPI (0) -1
Payer
Receveir
A scadenza(1+t.f.)
^T-1
L’ultima struttura (quanto breakeven swap),preferita dagli hedge
fund e dai gestori per il portafoglio di proprietà permette di
16
assumere una posizione sulle differenze fra i tassi dell’inflazione
nei diversi mercati
A scadenza IinflUSDv/Euro
Payer
Receiver
A scadenza Iinfl€(T)€(0)
Ad esempio, considerando un investitore dell’area euro , vengono
scambiati a scadenza il differenziale dei rendimento del CPI USA e
quello di un indice inflattivo europeo ( EUR CPI), ambedue
espressi in euro.
Il caso italiano: BTP indicizzati all’inflazione europea
(BTP€ i)
Il Tesoro ha emesso due titoli indicizzati all’inflazione sulla
scadenza qiuinquennale e decennale.Il BTP€i è caratterizzato dal
fatto che il capitale viene rivalutato sulla base delle variazioni
dell’inflazione nell’area Euro, misurata dall’indice dei prezzi al
consumo (IACP o in inglese HICP -eurozone) con esclusione del
Tabacco.In caso di deflazione il titolo garantisce la restituzione del
valore nominale sottoscritto, per cui il valore di rimborso non è
inferiore a 100.Le cedole garantiscono un rendimento reale
costante (1,65% per il BTP€i 15/9/2008 e 2,15% per il BTP€i
15/9/2014)e un rendimento nominale variabile ,perché l’importo
della cedola aumenta con la rivalutazione del capitale tra la data di
godimento e quella di stacco.
17
Le emissioni sono state effettuate con la costituzione di un apposito
sindacato di collocamento,anche se non è escluso a priori il ricorso
alla procedura d’asta ( cosi come avviene per le altre emissioni del
Tesoro).Viene quotato sul MTS e sul MOT ed è inoltre consentita
la separazione delle componenti cedolari dal mantello del titolo
(coupon stripping14)
Il capitale nominale viene rivalutato semestralmente in base al
coefficiente di indicizzazione,calcolato sull’inflazione rilevata
dall’indice IAPC (indice armonizzato dei prezzi al consumo area
euro)elaborato e pubblicato mensilmente da Eurostat.Tale
coefficiente consente di conoscere a una generica data (giorno d e
mese m) il valore del capitale rivalutato
CI d,m = Inflazione di riferimento d,m / Inflazione di base
d= giorno
m= mese
Inflazione base= il valore dell’inflazione di riferimento alla data di
godimento del titolo
Esempio : calcolo coefficiente di indicizzazione
L’importo minimo della richiesta di separazione da sottoporre alla Montetitoli
s.p.a. è di 1000 €.L’ammontare massimo che può essere oggetto di tali
operazioni non deve superare il 75% del capitale nominale circolante dei buoni
stessi.
14
18
15 settembre 2003 indice di base = 112,60667
30 settembre 2003 indice di riferimento = 112,50667
C.I. = 112,50667/112,60667 = 0,99911
L’inflazione di riferimento è ottenuta a partire dagli indici Eurostat
15
relativi a tre e due mesi precedenti il mese per cui si effettua il
calcolo in base alla seguente formula
IRd,m = IE m-3 + ((d-1/gg) *(IE m-2 - IE m-3))
Ove :
IRd,m= inflazione di riferimento del giorno d del mese m
IE m-3 = indice Eurostat che precede di tre mesi quello per il quale
viene effettuato il calcolo
IE m-2= indice Eurostat che precede di due mesi quello per il quale
viene effettuato il calcolo
d = giorno del mese per cui si sta effettuando il calcolo
gg= è il numero dei giorni effettivi del mese m
Esempio:
IE m-3= 112,7
15
IE m-2 = 112,5
d= 14 gg = 30
Qualora l’indice Eurostat non dovesse essere pubblicato in tempo utile si utilizzerà
l’indice sostitutivo
IS= IEm-1 x(IEm-1/ IEm-13) 1/12
19
112,7+ ( 112,5 –112,7) * 14/30= 112,60667
( troncamento alla
sesta cifra decimale e arrotondato alla quinta)
Il rateo di interessi viene calcolato secondo le convenzioni
utilizzate per il BTP nell’ipotesi di negoziazione tra le date di
pagamento delle cedole ,l’acquirente dovrà corrispondere al
venditore il prezzo tel quel.Per la determinazione del rateo dopo
averlo calcolato secondo la procedura standard ,bisognerà
moltiplicare il valore ottenuto per il capitale nominale sottoscritto e
rivalutato alla data di negoziazione sulla base del coefficiente di
indicizzazione.
Esempio
BTP€i 15.9.2008 cedola 1,65
Data valutazione 25.5.2004
Calcolo rateo = (71 gg *0,825) / 184 = 0,31834
Capitale rivalutato16 = 100* 1,01206=101,206*rateo = 0,32218
rateo rivalutato
Conclusioni
Il successo del titolo indicizzato all’inflazione dal punto di vista
dell’emittente e dell’investitore dipende da alcune ragioni.
16
Il coefficiente di indicizzazione viene pubblicato sul sito www.tesoro.it
(debito pubblico)
20
In primo luogo bisogna verificare se lo strumento indicizzato verrà
inserito con regolarità nella composizione dei portafogli degli
investitori e con quale frequenza sarà scambiato sul mercato
secondario. Le esperienze maturate sul mercato anglosassone
rilevano un basso livello di trading, che si evidenzia nel fatto che
nella maggiorparte dei casi il titolo reale rimane nei portafogli dei
sottoscrittori.
Dal lato dell’emittente,in un’ottica di asset liabilities
management,sia dal punto di vista governativo che societario il
ricorso a titoli indicizzati facilita la comparazione in termini reali
delle poste in bilancio ( ad esempio per uno stato le entrate fiscali
con l’emissione di titoli).
Ulteriori vantaggi derivano dalla riduzione del costo di
emissione,basato su aspettative di mantenimento sia del livello
dell’inflazione che del premio al rischio.
L’investitore con il titolo indicizzato diversifica e tutela il potere
d’acquisto,dunque la presenza dei titoli nella composizione delle
asset class dei portafogli contribuirà a migliorare il trade- off
rischio- rendimento di ogni risparmiatore.
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