CRISTIANIZZAZIONE DELL`IMPERO ROMANO (III-V

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CRISTIANIZZAZIONE DELL’IMPERO ROMANO
Nel III sec l’impero romano affronta una grave crisi per lotte intestine e tensioni alla periferia
(rapporti col centro, minacce esterne). L’insicurezza spinge i più a nuove credenze e culti. Il Xsimo
fa fatica a causa delle persecuzioni di Decio (249-251) e Diocleziano (284-305) a causa del rifiuto
di riconoscere il carattere divino dell’imperatore. Il Xsimo fa presa nelle città, tra i ceti elevati,
mentre le campagne restano pagane (pagus = villaggio rurale).
Nel 313 l’editto di Costantino rende ai cristiani la libertà di culto, riconoscendo alla chiesa diritti
di natura patrimoniale. Con Teodosio, nel 380 il Xsimo diventa unica religio licita. Il patrimonio
cresce, il clero collabora coi funzionari pubblici. Solo Giuliano l’Apostata (361-363) tenta un
ritorno al paganesimo, gli altri accolgono il xsimo, ma il paganesimo sopravvive. Almeno fino a
Teodosio, dopo di che ci sono scontri aperti tra xani e pagani. Restano comunque sempre diffuse
pratiche e credenze legate al ciclo della natura e alla fertilità in campagna. Altre ostilità e
separazioni tra xani ed ebrei.
Fino a tutto il IV secolo il vescovo di Roma ha una primazia onorifica ma il dogma non è
centralizzato. Prestigio reale acquista invece Leone Magno (+461) contro Attila, fermato alle
porte di Roma. Dal II secolo hanno inizio i primi sinodi almeno locali per definire i contenuti della
dottrina e della disciplina, solo in seguito saranno universali (ecumenici). È l’imperatore a
presiederli. Il principale è NICEA 325, con Costantino, in cui si condanna l’arianesimo (Gesù non è
Dio ma la più alta delle creature). In seguito ci si confronta con monofisismo (Xo solo divino) e
nestorianesimo (2 nature in Xo, ma separate), condannati da CALCEDONIA 451 che ribadisce
l’unione senza confusione delle due nature in Cristo. La sorte dell’impero e della cristianità si
identificano.
Il clero va separandosi dai laici (culto e beni ecclesiali). Il vescovo presiede la singola comunità. I
presbiteri si curano delle anime ma i fedeli sono superflui (si celebra l’eucaristia anche senza di
loro). L’ordo clericorum è gruppo separato. Diocesi all’inizio designa i fedeli, poi un certo territorio
secondo il modello amministrativo romano. Più diocesi sottostanno a un metropolita. 5 sedi
principali: Roma, Gerusalemme, Antiochia, Alessandria, Costantinopoli. Pievi-parrocchie minori
sono una rete nelle campagne.
I vescovi vengono dall’aristocrazia amministrativa (Ambrogio a Milano) e nella crisi dell’impero
spesso assolvono anzitutto funzioni civili.
Accanto al clero secolare si diffonde il monachesimo, nato nel III sec nel deserto dell’Egitto (Vita di
Antonio, di Atanasio). Monachesimo eremitico (solitudine, in oriente) o cenobitico (piccole
comunità, in occidente). Nel V sec si diffondono nelle isole e nella penisola iberica. Ludovico il Pio
nell’816 cerca di imporre la regola di San Benedetto a tutti i monasteri carolingi. Alternano lavoro
intellettuale e manuale. Conservano e trasmettono la scrittura, sia classici, sia testi ecclesiastici, sia
documenti (donazioni, compravendite, contratti, inventari). Figura simbolo del papa monaco sarà
Gregorio Magno (590-604). In Irlanda mancano episcopati urbani e si diffonde una rete monastica
(Colombano, +615) capillare.
Si sviluppa la venerazione dei santi (martiri, vescovi, monaci) che mediano i miracoli. La presenza
del santo tra i fedeli è assicurata dalle reliquie, delle quali si svilupperà commercio e furto (nel IX
sec Venezia trafuga il corpo di San Marco ad Alessandria). Si sviluppano i pellegrinaggi.
La nascita del Medioevo
Ripartizione convenzionale della storia
ANTICA
dall’antichità greco-latina
MEDIEVALE
dal 410 dC
MODERNA
dal 1492 dC
CONTEMPORANEA
dal 1789 dC
MEDIOEVO
alto Medioevo
basso Medioevo
al 410 dC (sacco di Roma dei Visigoti di Alarico)
al 1492 dC (scoperta dell’America)
al 1789 dC (rivoluzione francese)
a oggi
dal 410 dC al 1.000 dC (invasioni barbariche / ruralizzazione / Carlo Magno)
dal 1.000 dC al 1492 dC (crociate, commercio, città, stati-nazione)
LA SOCIETA’ TRIPARTITA medievale (oratores, laboratores, bellatores) si differenzia nel XII
secolo, frammentandosi in stati diversi (si differenziano le prediche per i tre stati + mercanti, donne,
predicatori, studenti, monache…).
L’IDEA DI MEDIOEVO (G. Sergi, Roma 2005)
La fama negativa del ME è dovuta agli umanisti che proiettarono lungo 1000 anni elementi di crisi
tipici del solo Trecento (come se feudalesimo intendesse una realtà statica e non invece dinamica e
ben diversa nei secoli). Non è corretto usare le negatività più recenti per condannare come secoli
bui quelli che invece furono tempi positivi. Ormai il luogo comune ME = povertà, pestilenze,
disordine politico, ignoranza e superstizione religiosa. Mentre il ME è più complesso e vario del suo
negativo) finale.
Media aetas / medium aevum: lo storico d’arte Vasari nel 1550 parla di età di mezzo per indicare
un lungo intervallo tra antichità classica e rinascita moderna.
L’inizio è buio (crollo impero romano d’occidente) ma 1000 anni non sono uguali tra loro. Altri
limiti temporali: dal 476, deposto Romolo Augustolo, al 1453, caduta Costantinopoli.
L’idea negativa nasce per confronto con due miti: Roma antica e la Polis greca. Dopo alterne
fortune, l’Illuminismo ha un giudizio negativo (ragione vs superstizione), mentre il Romanticismo
esalta la magia e il sentimento nazionale del ME. I tedeschi esaltano lo spirito germanico del ME e
il comunismo primitivo insito in esso che sarebbe andato in crisi con il mondo romano (poi
sconfitto) e l’idea di proprietà (Marx ed Engels). Positivo di questa rilettura è però la
Kulturgeschichte che anticipa lo spirito degli Annali francesi (storia regionale, culturale,
antropologica). Negativo: l’Europa si forma nel ME, il ME è germanico, quindi l’Europa è
costruzione germanica. Nell’Ottocento si alternano due modelli: chi cerca ovunque elementi di
germanicità e chi cerca invece le radici romane fino a una lettura armonica e paritetica nel
Novecento.
Nell’Europa del V sec la storiografia cerca le tracce della provvidenza. Agostino, La città di Dio:
nei secoli si mostra lo svolgersi del disegno di salvezza di Dio. Questa prospettiva domina i primi
secoli del ME.
Isidoro di Siviglia (Spagna, VII sec), scrive le Etimologie (enciclopedia dell’epoca) e la
CHRONICA in 6 parti, quanti gli imperi che si succedono nella storia, nell’ultimo dei quali – quello
romano – si attende il ritorno di Cristo che proprio sotto i romani si era incarnato.
Gregorio di Tours: HISTORIA FRANCORUM – 6 ere, ma il popolo dei Franchi è il particolare
protagonista della storia universale; Clodoveo, re dei Franchi, si converte nel 496.
Beda (Venerabile / Anglico): HISTORIA ECCLESIATICA GENTIS ANGLORUM – storia del
popolo anglosassone e loro conversione.
Paolo Diacono (VIII sec, monaco longobardo): storia dei LONGOBARDI, convertiti all’arianesimo
e poi al cattolicesimo, per la prima volta si contano gli anni aC/dC invece che ab Urbe condita.
ANNALES – cronache di un anno, dai calendari liturgici.
GESTA – liber pontificalis NECROLOGI- i morti di monasteri e comunità
Il disegno provvidenzialistico universale si specifica in momenti e luoghi sempre più precisi.
Nell’era delle crociate e dei comuni si sviluppano le CRONACHE che testimoniano non solo la
storia politica o militare ma anche usi e costumi di popoli e culture diverse. Dall’XI sec in poi. La
più significativa è la cronaca di MONTECASSINO, all’epoca proprietaria di quasi metà dell’Italia
centrale. L’autore è noto: Leone, monaco, raccoglie notizie dalle origini (San Benedetto, V sec) fino
ai suoi giorni. Ampio sguardo alle vicende del tempo e ai Longobardi.
Ancora: GESTA dei vescovi di Milano.
Infine: Ottone di Frisinga riprende il tema provvidenzialistico di Agostino.
FINE CRISTIANITA’ ANTICA nel V sec: 3 fatti centrali per il ns corso: (1) arrivo e conversione
dei barbari; (2) emergere del papato; (3) allontanamento progressivo di occ/oriente.
Migrazioni barbariche: passare il Danubio ----- verso sud, o il Reno, verso ovest, oltrepassando i
confini dell’impero romano, confini da sempre “permeabili”. Nel IV sec si muovono gli UNNI,
ultimi sono i LONGOBARDI. Il movimento è dunque verso sud/ovest. L’impero romano d’oriente
non ha a che fare con queste migrazioni di popoli che faranno crollare il mondo antico.
410 – sacco di Roma coi Goti di Alarico (per Agostino è la fine del mondo)
455 – Attila giunge a Roma
476 – Odoacre (Ostrogoti) depone Romolo Augustolo (le migrazioni divengono veri stanziamenti)
Sulle rovine dell’impero romano occid. nascono o REGNI ROMANO-BARBARICI: re barbaro +
amministrazione romana.
Punto debole: il REGNO è inteso come PROPRIETA’ PRIVATA: alla morte del re i figli si
spartiscono il territorio, indebolendo il regno. E dunque i re sfruttano la fede come elemento di
coesione interno e di pace limitrofa (instrumentum regni).
480 ss – Teodorico succede a Odoacre e per 30 anni fa di RAVENNA la corte imperiale
d’Occidente. I re dei regni ROM-BAR non concepiscono più alcun potere dell’Impero Orientale
con le loro terre e cominciano a interloquire col papato unico referente sovranazionale cui i
diversi popoli possono rivolgersi. Il papato inizia a occuparsi di evangelizzare questi popoli e in
questo si vede un segno della provvidenza.
I FRANCHI erano pagani. Tutti gli altri erano ariani. Quando Clodoveo si converte (496) alla fede
ortodossa (della Chiesa) viene battezzato da San Remigio vescovo di Reims. Il popolo si converte a
cascata. Sono passati meno di 200 anni da Costantino e Clodoveo si presenta alla Chiesa come
protettore divino, arrivando a convocare i sinodi della Chiesa come due secoli prima faceva
Costantino. I Franchi diventano interlocutori privilegiati del papato.
Già papa Leone Magno (vs Attila) si percepisce come interlocutore dei barbari. Clodoveo si
converte sinceramente, temendo che il popolo pagano non abbandoni le usanze pagane e le
cronache del tempo lo presentano come inviato da Dio (fonti diverse e controverse, che presentano
il re che promette di convertirsi se vincerà il nemico, cosa che puntualmente avviene).
Il monachesimo benedettino costruirà una fitta rete di monasteri che in stretta collaborazione col
papato convertirà i popoli germanici (cfr cartina invasioni).
L’evangelizzazione dei barbari fu negativa per la teologia poiché popoli culturalmente poveri per
cui la predicazione dovette subire una necessaria semplificazione: Cristo diventa il generale cui
rendere omaggio per ricevere aiuto in battaglia e i vescovi sono i suoi luogotenenti in terra. Tutto
questo comporta un impoverimento dogmatico, accanto a cui ancora persistono culti e superstizioni
magico-naturalistiche.
Il culto dei santi è fortemente materiala: lotte per il possesso delle reliquie.
Usanza della FAIDA (vendetta per offesa privata) e dell’ORDALIA (sottoporre a una prova e al
giudizio di Dio una controversia, ad es. buttandosi nel fuoco); permangono inoltre violenze,
omicidi, poligamia; e prevale il diritto privato poiché ogni regno è proprietà privata del sovrano.
In positivo: la chiesa può fare opera di evangelizzazione ed educazione: sono popoli semplici, che
presto si adattano alla fede loro proposta (a differenza dei popoli ellenistici, non sollevano obiezioni
filosofiche); le fonti sono ecclesiastiche e di parte, per cui presentano sempre la facilità con cui la
fede cristiana si diffonde e favorisce l’unità di popoli altrimenti divisi.
Il debole pensiero dei barbari fa sì che praticamente non vi siano eresie.
Con angli e sassoni nasce la nuova penitenza (1) privata e (2) tariffata.
Nasce una forte venerazione per il Papa, luogotenente di Cristo in terra. Il latino diviene nuova
lingua (Eusebio di Cesarea nel IV sec scrive ancora in greco). Si sviluppano i pellegrinaggi a Roma
sulle tombe dei papi e dei martiri.
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