Rifugio Grauzaria
Alpi Carniche, gruppo Sernio-Grauzaria.
proprietà:Club Alpino Italiano - Sezione di Moggio Udinese
ubicazione:Comune di Moggio Udinese, in Val Aupa, nella diramazione
del Rio
Flop a quota 1250 m in una radura circondata da faggi e mughi, sotto
le pareti della Sfinge e della Cima dai Gjai.
telefono del Rifugio:331 8598861
mail:[email protected]
gestione 2011:Federico Scarso e Loretta Di Gallo
Via della Cella, 8
33013 Gemona del Friuli
0432 982429
331 8598861
347 2889147
[email protected]
apertura:dalla
fine di maggio alla fine di ottobre.
Troverete la cucina di montagna tipica della valle. Per chi fa tappa sui
percorsi di quota offriamo ospitalità e riposo per la notte: 16 posti
letto in camerata, 6 in camera, (letti a castello), servizi e docce con
acqua calda.
Chiusura completa nei mesi invernali.
acqua:sul piazzale, fontana con acqua di sorgente.
cartografia:Tabacco: Alpi Carniche Orientali-Canal del Ferro. Foglio 18.
Carta topografica per escursionisti, scala 1:25000
Attilio De Rovere e Mario Di Gallo: Alpi Carniche volume 1°.
Guida dei Monti d’Italia – CAI e TCI.
2. Rino Gaberscik: Guida escursionistica alle Alpi Carniche.
Vie normali e arrampicate facili.
bibliografia: 1. Carlo Treu: Storia del Rifugio Grauzaria – Sezione di Moggio Udinese del
Club Alpino Italiano.
2. Roberto Mazzilis e Laura Della Marta: Dai sentieri attrezzati alla vie
ferrate – Itinerario nr 36 Creta Grauzaria.- Editrice CO.EL.
3. Sergio Liessi e Luciano Santin: Grauzaria montagna d’antan – Le Alpi
Venete Primavera-Estate 2005.
4. Ivo Pecile e Sandra Tubaro: Le Guide di Sentieri Natura nr 3 e nr 7.
Editrice CO.EL.
5. Giorgio Madinelli: In Carnia con Garibaldi. Escursioni in SernioGrauzaria sulle orme degli insorti friulani del 1864. Ediciclo Editore
6. G.Pilgram, W.Berger, W.Koroschitz, A.Pigram-Ribitsch: Le ultime valli.
Forum/Unikum
7. Maurizio Callegarin e Silvia De Michielis: Dalle Giulie alle Ande ovvero
come diventare alpinisti in 10 mosse. Idea Montagna Edizioni.
8. Livio Poldini: Itinerari botanici nel Friuli-Venezia Giulia. Edizioni del
Museo riulano di Storia Naturale. Udine
9. Bepi Pucciarelli e Giorgio Viel: Cucina di rifugio, cucina di montagna.
Accademia Italiana della Cucina-Delegazione di Pordenone.
60 Cime dell’Amicizia:La Creta Grauzaria, il Sernio e il Ciuc dal Boor fanno parte delle “60 Cime
dell’Amicizia”. Sono 60 itinerari alpinistici distribuiti tra Friuli-Venezia
Giulia, Carinzia e Slovenia con l’obiettivo di essere occasione di reciproca
conoscenza e ospitalità per gli alpinisti che frequentano le Alpi Orientali.
links: Ivo Pecile, che con Sandra Tubaro ha curato le Guide di Sentieri Natura, ci
ha messo a disposizione i links diretti alle escursioni nel territorio del
Rifugio:
 Anello del Monte Flop dalla Val Aupa:
www.sentierinatura.it/showdoc.asp?pageID=389
 Monte Sernio dalla Val Aupa:
www.sentierinatura.it/showdoc.asp?pageID=1934
 Monte Cimadors da Grauzaria:
www.sentierinatura.it/showdoc.asp?pageID=2171
guide: 1.


Anello del Monticello da Moggio:
www.sentierinatura.it/showdoc.asp?pageID=724
Anello dei Borghi di Moggio:
www.sentierinatura.it/showdoc.asp?pageID=231
- a Casera Pramosio per gli stavoli Fuarmi, Dioor, Dierico, Paularo,
Villamezzo, Stavoli Pissigniaris, Casera Cuesta Robbia Bassa,
Casera Montute di Mezzo, Monte Dimon, Casera Montelago, Monte
Paularo e Forcella Fontanafredda, (ore 8:00).
- a Tolmezzo per Casera del Mestri, il Rifugio Monte Sernio, Pra di
Lunge e Illegio, (ore 6:30).
- a Casera Cason di Lanza per Forca Grifon, Casera Forchiutta,
Casera Turriee, Casera Pradulina e Rifugio Pezzeit, (ore 6:00).
- a Grauzaria per il Portonat, (ore 4:30).
- a Moggio per la Val Nuviernulis, (ore 8:45).
- a Bevorchians per il Monte Flop e Giouf di Fau, (ore 4:30).
- al Bivacco Bianchi, (1712 m) all’interno della Riserva Naturale
Regionale della Val Alba, nel gruppo del Ciuc dal Boor, per Fassoz,
Dordolla, Forcella Vualt, Rifugio Vualt, Rio Alba e il Pacol dai
Ciocs, (ore 6:30)
- al Bivacco Feruglio, (1700 m) dal Rifugio ore 2:00. Dalle Case dei
Nanghez, senza passare per il Rifugio, ore 2:45.
alpinismo:E’ un ottimo punto di appoggio per le salite alla Creta Grauzaria, alla
Creta dai Gjai, alla Cima del Lavinale, alla Torre Nuviernulis, alla
Torre Ivano e al Monte Sernio.
La Cima della Sfinge per la parete Nord-Ovest (via Feruglio-Berti), per
lo spigolo Nord (via Bulfoni-Mansutti-DeInfanti-Solero), oppure per la
parete Nord-Est (via Bizzarro-Simonetti) può essere una meta per
quegli alpinisti che cercano arrampicate impegnative su roccia solida.
(Vedi Guida 1)
L’anello della Creta Grauzaria dà la possibilità di conoscere molti
degli aspetti straordinari di questa montagna dolomitica. In senso
orario, seguendo il segnavia 446, l’itinerario, con l’aiuto di cavi, sale e
scende tra i mughi, attraversa canali detritici e spiazzi erbosi, risale
al Plan da la Crete (Su questo altopiano detritico, alla base della
parete Est, la Società Alpina Friulana ha posto il Bivacco Feruglio,
1700m), ridiscende e risale per canaloni, gole, intagli, solchi, gradoni,
salti, e ridiscende fino a quota 1370 m per poi attraversare il versante
sud della Cima senza Nome e salire, seguendo la Cengle dal Bec, fino
al Rio Lavaron da la Crete e ancora fino alla traccia del sentiero 444
che, rasente le pareti della Forcje, continua nel Canalone del Portonat,
fino alla forcella a quota 1860 m. (3 ore dal Bivacco Feruglio). Dal
Portonat, superando massi, detriti, gradoni, ghiaie si rientra al
Rifugio. (Dislivello complessivo 1900 metri, tempo di marcia 6 ore,
difficoltà EEA)
Molto panoramica e impegnativa la traversata dell’intero gruppo
dalla Creta Grauzaria al Monte Sernio: da sud Cima Senza Nome e
Creta Grauzaria, Crete dai Gjai, Cima del Lavinale, Torre Nuviernulis
e Sernio, (vedi Guida 1). [Fu percorsa per la prima volta da Kugy,
Komac e Kverch nell’estate del 1898. La prima invernale fu fatta l’8
marzo del 1966 da Marcello Bulfoni insieme con Paolo Zoratti].
Ritorno al rifugio per Casera dal Mestri e Foran da la Gjaline.
posto tappa:Via Alpina, itinerario Giallo.
Carnia Trekking, (segnavia triangolare bianco al centro e rosso ai lati).
Alta Via Val d’Incarojo, (segnavia bianco e giallo).
Alta Via delle Alpi Carniche.
natura:La flora è caratterizzata dall’elevato numero di specie che si possono
traversate:
osservare con il progredire delle stagioni, e dalla coesistenza di specie
alpine (Soldanella, Raponzolo,…) con altre (Crochi, Narcisi, Dafni,
Primule, Genziane, Aconiti, Arnica, Erba Cole, Uva Ursina,…) migrate
dalle regioni più antiche e lontane quando le Alpi erano ancora
giovani montagne emerse dal mare di Tetide, e adattatesi alle
successive cicliche fasi glaciali.
Occorre considerare anche un altro aspetto molto particolare e cioè
che, per alcune specie, questo territorio rappresenta l’area più
occidentale di espansione, per altre quella più orientale.
Il sentiero nr 437, fin dall’inizio, al parcheggio dei Nanghets, conserva
ancora molte tracce antiche e attuali di attività umane: il taglio del
bosco, piste forestali, radure erbose, pascoli, una sorgente costretta in
uno zampillo spesso chiuso da un tappo di foglie, tratti di pedrat,
rimboschimenti con pini, muretti, ruderi, l’antico laip della casera,
ciliegi, meli, sambuchi, aceri, noccioli, maggiociondoli, sorbo degli
uccellatori,… Oltre casera Flop il sentiero è coperto da uno spesso
strato di foglie, siamo entrati in un bel bosco naturale di faggi, e
gradualmente saliamo attraversando le associazioni tipiche delle Alpi
calcaree orientali: boscaglie di Mugo, Rododendro irsuto, Erica tra i
detriti rocciosi e ancora faggio, acero, sorbo, pino e abeti nelle radure
e sui versanti erbosi del Monte Flop. Il sorbo non ha bisogno di
particolari condizioni per la crescita e non diventa molto vecchio, però
ha la caratteristica di essere una delle piante pioniere che ripopolano
velocemente le aree libere, aperte dalle valanghe. Chi frequenta la
valle di Flop in primavera, ricordi questo segnale.
Gli animali che frequentano il vallone di Flop sono quelli tipici della
montagna: il fondovalle e i versanti del Monte Flop sono ideali per gli
ungulati. Anche se sono difficili osservazioni dirette, capita di sentire
vicino al rifugio, d’estate, l’abbaiare del capriolo e, di notte, verso il
Foran da la Gjaline dove il bosco è più aperto, in autunno, i bramiti
del cervo. I camosci sono ancora più in alto sulle creste erbose della
Cima del Lavinale o sui versanti rocciosi della Cima dai Gjai. Anche
l’orso fa qualche traversata da Forca Grifon alla Val Nuviernulis per
Giouf di Fau e la valle del Rio Vintulis. Poi ci sono i piccoli mammiferi
che approfittano della presenza e delle abitudini umane per variare la
loro dieta: tasso, volpe, ghiro, lepre, scoiattolo, ermellino.
Più semplice è riconoscere gli uccelli: rondoni, poiane, corvi e falchi si
vedono navigare tra le nuvole, il gallo forcello si alza in volo se, senza
saperlo, lo avviciniamo troppo nel Foran da la Gjaline, su tutta la
dorsale del Monte Flop o, dalla parte opposta, risalendo i mughi,
sotto Forca Nuviernulis, diretti sul Sernio. Tra i massi dispersi lungo
il Vallone del Portonat, la mattina presto e la sera si vedono
Codirossi, Culbianchi e Picchi muraioli. Nel bosco, è sufficiente
fermarsi e stare in ascolto. Le specie presenti si riconoscono dal canto
o dai versi: merli, cinciallegre, lucherini, picchi, cuculi, fringuelli,
ciuffolotti, scriccioli, pettirossi, ghiandaie; di notte, soprattutto in
primavera, gufi e civette. Di primavera o d’autunno, camminando tra i
mughi può capitare di trovarsi circondati da bande irrequiete di cince,
codigugnoli, regoli, luì che si dondolano sui rami, cercano tra gli aghi
e le gemme tutto quello che possono beccare, ti volano vicino,
spariscono e ricompaiono pochi passi più avanti. I sassi, le cascate, le
pozze e gli argini del Torrente Aupa e dei rii affluenti sono territori dei
merli acquaioli e delle ballerine; le acque delle trote, la Fario e la
Marmorata. A Grauzaria l’Ente Tutela Pesca gestisce una stazione di
riproduzione della Trota marmorata.
Salamandre, rane, rospi, lucertole, biscie e vipere completano le
specie di vertebrati presenti nel vallone di Flop.
Se le specie di vertebrati rilevabili in questa area alpina sono alcune
centinaia, quelle degli invertebrati sono 10 volte tante: chiocciole,
scorpioni, ragni, insetti occupano ruoli isostituibili
nell’impollinazione dei fiori, e nella trasformazione di tutte le sostanze
organiche. Sono nel bosco, nei prati, nel terreno, nell’acqua, nell’aria.
Dai colori più sorprendenti, solitari, in società o a sciami, trasportati
dal vento sul finire dell’estate.
Ricordate che tra i servizi del rifugio c’è una interessante biblioteca
che sarà di aiuto nelle classificazioni di vegetali, animali e rocce.
Parco Naturale delleSi estende per circa 10'000 ettari tra le Alpi e le Prealpi Giulie
Prealpi Giuliecompresi nei territori di sei Comuni: Moggio, Chiusaforte, Resia,
Lusevera, Venzone e Resiutta. La direzione del Parco propone un
calendario di attività ed escursioni invernali ed estive, da dicembre a
ottobre. Sono organizzate per gradi di difficoltà e vanno dalle uscite
sulla prima neve, alle salite alpinistiche estive, alla scoperta dei
comportamenti della fauna, alle osservazioni sulla flora e a quelle
astronomiche.
Il Parco ha per simbolo la Coturnice.
Contatti: www.parcoprealpigiulie.org; [email protected].
Riserva Naturale della Val3'000 ettari tra i bacini del Rio Alba e del Rio Simon nel Comune di
AlbaMoggio, compreso anche il Sito d’Importanza Comunitaria, Ciuc dal
Boor. Seguendo i tanti sentieri segnalati si attraversano faggete
silenziose, si arriva ai resti degli antichi sbarramenti che i boscaioli
allestivano per fare fluitare a valle i tronchi, si scoprono ruderi di
fornaci e di fortificazioni della Prima Guerra, e capiterà di
sorprendere qualcuno dei tanti animali che hanno ripreso a
frequentare il territorio. Sorprendenti saranno le fioriture non solo
dei rododendri, delle orchidee e delle genziane, ma di tutta la flora
alpina.
La Riserva ha per simbolo il Picchio Nero.
Contatti: www.parcoprealpigiulie.org; [email protected].
Isole Shetland AustraliAl largo delle Isole Shetland Australi, a ovest dell’Isola Elephant, sul
fondo del mare Antartico si trovano dei Vulcani di Fango con gli
stessi nomi delle montagne che vediamo dal Rifugio: Grauzaria,
Sernio, Flop, Vualt, Chiavalz. La ragione di ciò sta nel fatto che sono
stati scoperti dalla dottoressa Umberta Tinivella, dell’Istituto
Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste, e
poiché è originaria di Moggio, ha scelto dei nomi a lei familiari per
nominare montagne così lontane e così giovani.
storia:Molti toponimi racchiudono tracce delle presenze e delle attività che si
sono succedute nel corso dei millenni. I ripidi pendii erbosi che
vediamo alla nostra destra salendo al Rifugio dopo la radura di Casera
Flop, sono ancora la Pala dal Fier: l’antica miniera. Tante altre notizie
e vicende sono ricostruite nelle guide e nei testi citati in bibliografia.
Consiglio di leggere la ricerca del Madinelli sui ribelli che nel 1864
tentarono di realizzare gli ideali mazziniani e garibaldini in Friuli, di
ripercorrere i loro spostamenti da Moggio a Paularo fino alla
conclusione dell’insurrezione a Stavoli.
Sulle creste delle montagne che verso est chiudono la Val Aupa,
correva la seconda linea del fronte negli anni della prima guerra
mondiale: oggi sono rimasti ricoveri, dormitori, ospedali, gallerie.
Sul sentiero che sale alla cima del Monte Sernio lungo la cresta Est,
una targa ricorda gli aviatori inglesi che lì si schiantarono durante
una missione notturna di rifornimento ai partigiani che operavano, a
fine agosto del 1944, nell’altopiano di Lunge. I loro corpi rimasero per
molti mesi tra le rocce, dimenticati e sconosciuti a chi saliva per
recuperare metalli, armi, viveri, soldi e apparecchiature dell’aereo,
una prima versione del Douglas DC-3 ancora in volo sulle linee
interne di qualche Paese extraeuropeo. Un gruppo di storici ha
collegato date, testimonianze dirette, visite sul posto, e documenti
della Royal Air Force per dare un nome a quei giovani. A questo
proposito consiglio di leggere: “Missione 139-Gente di montagna e
aviatori americani. Una storia di guerra del 1945 in Friuli.” Di
Stergulc,Vinci e Orlando. E’ la ricostruzione dettagliata di un altro
incidente aereo accaduto sul versante del Monte Belepeit, sopra
Chiusaforte.
Merita un cenno l’evoluzione antropica del Vallone di Flop: il bosco,
naturale e impiantato, ha ormai sostituito i prati e i pascoli delle
casere Flop (986 m) e Foran da la Gjaline (1500 m). Anche se noi
adesso vediamo solo resti di muri coperti di ortiche e lamponi, tratti di
canalette per la pulizia delle stalle, l’abbeveratoio asciutto, tubi
dell’acquedotto piegati verso il cielo, quelle strutture, edificate secondo
essenziali principi di funzionalità, hanno permesso, da giugno a
settembre, fino agli anni ‘50, lo spostamento verso l’alpe di vacche,
manze, pecore, capre con il loro seguito di pastori e casari che così
bilanciavano attività, redditi e scorte per l’inverno.
requisiti di sostenibilità:Marchio di qualità del Parco Naturale delle Prealpi Giulie.
Itinerari di accesso:
Il rifugio Grauzaria è raggiungibile solo a piedi, percorrendo sentieri con segnavia
del Club Alpino Italiano. Il tempo di marcia più breve è di ore 1,20 dal parcheggio
vicino alle Case Nanghets. (vedi itinerario 1). Alle Case Nanghets si arriva da
Moggio con una strada asfaltata seguendo le indicazioni prima per la Val Aupa e
dopo circa 8 chilometri per il Rifugio.
1. Da Moggio Udinese per Moggio di Sotto e la Val Aupa.
Segnavia CAI nr 437
È l’itinerario più breve e frequentato attraverso la strada provinciale della Val
Aupa. Da Moggio Basso (340 m) percorriamo in auto la strada per la Val Aupa,
fino al ponte sul Rio Fontanaz. Prima del ponte c’è un bivio con la segnalazione
per il rifugio. Da lì prendiamo la ripida strada asfaltata che sale, sulla sinistra,
fino al parcheggio in località "Case dei Nanghez" (714 m). Il percorso a piedi
avviene dapprima per una strada forestale che in breve si abbandona per seguire
a destra la mulattiera (segnavia CAI n. 437), a tratti ciottolata, fino ai ruderi di
Casera Flop (986 m; 40 minuti dal parcheggio). Si prosegue attraverso una
faggeta che termina improvvisamente, permettendo una straordinaria vista sulle
colossali e complesse pareti nord della Creta Grauzaria, tra le quali spicca
l’inconfondibile cipiglio della Cima della Sfinge. Il sentiero poco ripido si snoda tra
i pini mughi, attraversa due rii, il primo è asciutto mentre il secondo porta
sempre acqua, e, dopo un ultimo tornante, si sbuca nella radura dove è collocato
il Rifugio Grauzaria a quota 1250 m. (40 minuti da Flop; ore 1:20 dal parcheggio).
Dislivello dal parcheggio: 540 m.
In questo punto, a partire da sud-est si riconoscono le vicine pareti della Cima
Est e della Cima della Sfinge che nascondono la vetta principale. Il canalone del
Portonat interrompe la continuità delle tetre pareti che si ricompattano verso
nord-ovest con la Cime dai Gjai e la Cima del Lavinale. A nord si scorgono i verdi
pendii del Monte Flop, mentre verso nord-est si scorge in lontananza la Crete dal
Cronz e verso est il Monte Cjavalz e il Cuc dal Boor.
2. Variante dal ponte di Dordolla.
fino a Casera Flop il sentiero non ha segnavia CAI, dopo e fino al Rifugio nr 437
Al ponte di Dordolla lasciamo la macchina. Cerchiamo sulla provinciale della Val
Aupa, vicino alla fermata della corriera, l’indicazione per Fassoz. Attraverso una
mulattiera che conduce dapprima alle case di Fassoz, poi sale sui brulli pascoli e
sulle pietraie dei Lotz da la Piciule Cegle, sottostanti i dirupi del gran Circo (o
Plan da la rete) e il campanile della Medace, e raggiunge il bosco di pino silvestre
a valle di Casera Flop (ore 1:30). Il sentiero è segnalato con bolli blu e ometti per
opera dall’associazione “La cort dai gjats” di Dordolla.
A Casera Flop si incrocia il sentiero CAI 437 che sale dalle Case Nanghets fino al
Rifugio.
Durata totale del percorso, dal ponte di Dordolla al rifugio, ore 2:15.
3. Da Grauzaria.
Segnavia CAI nr 444. Difficoltà: EE.
Salendo verso l’abitato di Grauzaria (quota 520 m) dopo due tornanti, sulla
strada per Monticello, si noterà sulla destra, prima di un ponte, la pista di
servizio dell’acquedotto con la tabella del segnavia CAI nr 444. La seguiamo per
un ripido tratto fino a un sentiero che si stacca sulla destra, attraversa un bosco
aperto di pini e scende nell’alveo del Rio da la Forcje. Risalendo la valletta
disseminata di grandi trovanti calcarei, sovrastati da pareti interrotte da ripidi
canaloni ghiaiosi e da contrafforti rocciosi, arriviamo ai piedi delle pareti della
Forcje e all’incrocio con il sentiero che scende da Cimadors Alto. Proseguiamo
verso nord oltre due contrafforti e l’imboccatura del Lavaron da la Crete fino a
raggiungere il canalone che ci porterà al Portonat (quota 1860 m, ore 4:00). Da
qui comincia l’ultima discesa, sulle colate di detriti che tra slarghi, strettoie,
gradoni e rampe ghiaiose arriva al greto del rio Flop. Ancora una breve rampa e
poi eccoci al rifugio.
Tempi di marcia: ore 5:00.
4. Da Moggio Udinese per Moggio di Sopra e la valle del Glagnò.
E’ un lungo itinerario compreso nella tappa B11 (Resiutta-Rifugio Grauzaria)
della Via Alpina (Itinerario Giallo).
Segnavia CAI: nr 418 da Moggio di Sopra (Borgo Riu) fino a Moggessa di Là; nr 419 da
Moggesa di Là a Forcella Nuviernulis fino al Foran da la Gjaline; nr 437 dal Foran da la
Gjaline al rifugio. Difficoltà: EE.
nella parte alta del percorso, dopo gli stavoli Model (ore 2 a monte di
Moggessa di Là) occorre guadare il torrente Glagnò e l’attraversamento potrà
richiedere tanto ingegno quanto più il disgelo o la pioggia aumentano la portata
d’acqua del torrente. In tutti gli altri casi, soprattutto d’estate, cogliete l’attimo e
fate un bagno nelle limpide acque !
Tempi di marcia: ore 8:45.
Descrizioni più dettagliate su:
o Roberto Mazzilis Per sentieri selvaggi - Itinerario nr 16: Alla Forca di
Nuviernulis.
o Ivo Pecile e Sandra Tubaro: I Sentieri dell’Acqua (Sentieri Natura nr 3) –
Traversata di Forca Nuviernulis. Editrice CO.EL.
o Giorgio Madinelli: In Carnia con Garibaldi. Escursioni in Sernio-Grauzaria
sulle orme degli insorti friulani del 1864. Ediciclo Editore.
Consigli:
5. Dalla forca Giouf di Fau.
Segnavia CAI: nr 436 dal ponte e dalla strada in sinistra orografica del Rio Fontanaz (sulla
strada provinciale della Val Aupa) fino alla Forca Giouf di Fau; nr 435 dalla Forca Giouf di
Fau al Foran da la Gjaline; nr 437 dal Foran da la Gjaline al rifugio. Difficoltà: E.
Tempi di marcia: ore 4:30 (dal ponte sul Rio Fontanaz ).
Descrizioni più dettagliate su:
o Ivo Pecile e Sandra Tubaro: I Sentieri del Silenzio (Le Guide di Sentieri Natura
nr 7) – Anello del Monte Flop dalla Val Aupa.
o Giorgio Madinelli: In Carnia con Garibaldi. Escursioni in Sernio-Grauzaria
sulle orme degli insorti friulani del 1864. Ediciclo Editore.
6. Da Paularo.
segnavia CAI nr 437
Con la macchina occorre arrivare fino alla frazione di Dioor (700 m), frazione di
Paularo. Dal parcheggio si imbocca il sentiero (segnavia CAI n.437) a monte delle
case che penetra nel bosco e raggiunge gli stavoli Fuarmi, 990 m. Si risale un
costone boscoso, poi il sentiero supera i ruderi, ormai invisibili e immersi nel
bosco di Casera Vintulins, 1194 m, (ore 1:20) e, in leggera discesa, tocca il fondo
del rio omonimo a 1137 m. Ora si risale verso i resti, pure invisibili, di Casera
Tesseit, 1233 m, in un ambiente selvaggio e in vista dell’incombente cupolone del
Monte Sernio. Il bosco di antichi abeti rossi e larici lascia il posto a pini mughi, rii
e detriti fino a sbucare nella conca di Casera del Mestri, dove si incrocia il
sentiero (segnavia CAI n.416) proveniente dalla casera ora ristrutturata e
raggiungibile verso destra in pochi minuti, 1512 m. Sempre sul segnavia CAI
n.437, piegando a sinistra (est) si compie la traversata dell’intera conca
sovrastata dalle pareti nord del Monte Sernio e dalla svelta sagoma della Torre
Ivano che contrasta con quella massiccia e compatta della Torre Nuviernulis fino
sul Foran da la Gjaline, 1550 m (ore 1:00). Valicata l’ampia sella si scende
finalmente per un sentierino che dai pascoli presto si inoltra nel bosco di contorti
faggi; dopo una serie di stretti tornanti si sbuca improvvisamente nello slargo che
accoglie il rifugio (30 minuti; dal parcheggio di Dioor ore 2:50).
Dislivello complessivo in salita 850 m.
7. Da Lovea.
Segnavia CAI: nr 416 da Stavoli Chiampeis fino alla Casere dal Mestri e al bivio con il
sentiero nr 437; nr 437 fino al rifugio attraverso il Foran da la Gjaline.
Tempi di marcia: ore 4:00 da Stavoli Chiampeis.
Descrizione più dettagliata su:
o Roberto Mazzilis: Per sentieri selvaggi – Itinerario nr 46: Monte Sernio.
8. Da Illegio.
Segnavia CAI: nr 455 da Pra di Lunge al bivio con il sentiero nr 416; nr 416 fino alla
Casere dal Mestri e al bivio con il sentiero nr 437; nr 437 fino al rifugio attraverso il Foran
da la Gjaline.
Tempi di marcia: ore 4:50 da Pra di Lunge.
Descrizione più dettagliata su:
o Roberto Mazzilis: Per sentieri selvaggi – Itinerario nr 46: Monte Sernio.