Alle radici del rock percorso musicale didattico del prof. P.C. Malandra Con questo viaggio immaginario attraverso alcuni, non tutti, gli stili e gli artisti della musica popolare contemporanea vogliamo aiutarci anzitutto a capire da quale humus nasce la musica che ascoltiamo tutti i giorni, spesso senza renderci conto che essa viene fuori da una storia che ormai è piuttosto lunga e complicata, e che senza questo terreno fertile di invenzioni e rielaborazioni che ha caratterizzato gli ultimi decenni, la canzone che tanto ci affascina non sarebbe neanche nata. LO SPIRITUAL Incominciamo il nostro cammino attraverso la musica popolare contemporanea dallo spiritual, anche se non è certamente nato in questo secolo. Lo spiritual era infatti la musica dei negri americani durante il periodo del loro massimo sfruttamento nelle piantagioni di cotone della Georgia, dell’ Alabama, della Louisiana e della Virginia. Contaminando la musica ritmica di provenienza africana con quella corale europea, nacquero canti che esprimevano tutta la speranza di liberazione dei negri, non sulla terra, ma dopo la morte, in un paradiso in cui "i santi marciano insieme". Lo spiritual ha, però, notevolmente influenzato lo sviluppo della musica di questo secolo, e prova ne è il fatto che questo brano è entrato nel repertorio di Louis Armstrong, uno dei più espressivi e instancabili alfieri della musica jazz. "When the saints go marchin’ in" WHEN THE SAINTS GO MARCHIN’ IN Oh, when the saints go marchin’ in oh, when the saints go marchin’ in oh, Lord I want to be in that number oh, when the saints go marchin’ in Oh, when the moon begins to shine oh, when the moon begins to shine oh, Lord I want to be in that number oh, when the moon begins to shine LA MUSICA BLUES Verso la fine del secolo scorso, a fianco dello spiritual, sorge una musica monodica, non più corale, di stampo profano e non più religioso, che prende il nome da alcuni diavoletti e spiritelli maligni che angustiavano il peccatore, secondo la immaginazione dei puritani inglesi del XVII secolo. Avere i "blues", per i negri americani, significò quindi essere posseduti da una strana e profondissima malinconia, come i cantori di quella nuova e struggente musica, chiamata appunto "blues". Lo scopo di questa musica era inizialmente quello di accompagnare il racconto delle esperienze personali, spesso ricche di sofferenza e sopraffazione, con l’utilizzo dei poveri strumenti che ci si poteva permettere: la voce da sola o, al massimo, accompagnata con un’armonica a bocca e una chitarra. Il blues ha così inaugurato uno stile espressivo nuovo, meno melodico e meno legato alle esperienze musicali europee. La romanza aveva sempre avuto come base la scala maggiore o minore di stampo classico. La canzone contemporanea conosce invece alcuni intervalli, in particolar modo quello di settima e anche una certa ambiguità tra il tono maggiore e minore, che provengono dall’ esperienza blues o jazz, in cui spesso c’è una melodia in tono minore con un accompagnamento in tonalità maggiore. Questo blues, scritto da Willie Dixon per Muddy Waters, pur elaborato in un’epoca in cui il blues era già dotato di mezzi più sofisticati, è un classico esempio dell’intensità e della novità di questo genere: "Hoochie Coochie man" di Willie Dixon LA MUSICA SOUL Dalla fusione del blues elettrico sviluppato a Chicago e Memphis e di alcuni caratteri della musica gospel, alcuni artisti negri, spesso appunto provenienti da esperienze gospel, diventano gli acclamati talenti di una musica basata su ritmo trascinante, virtuosismi vocali, cori e fiati in sottofondo. Sono gli anni cinquanta e, soprattutto, sessanta, anni in cui i negri rivendicano in modo sempre più convinto i diritti. Negl0i anni settanta, poi, la musica soul esce dai confini americani per imporsi in tutto il mondo. È la cosiddetta "explosion of soul" e la musica diventerà sempre più ballabile e perderà la sua matrice nera. Otis Redding, morto tragicamente in un incidente aereo mentre era all’apice del successo, è l’autore di questa canzone, poi interpretata magistralmente da Aretha Franklin, anche nel recentissimo film "Blues Brothers 2000": "Respect" di Otis Redding IL ROCK’N’ ROLL Alcuni artisti bianchi, e primo fra tutti Elvis Presley, seppero sfruttare la carica ritmica proveniente dalla musica nero-americana, inventando il fenomeno famosissimo del rock’n’roll. La maggior parte dei brani più scatenati e famosi si basava su un giro tipicamente "blues" di 12 battute, anche se la melanconia originaria del blues era completamente scomparsa. Con il rock’n’roll l’industria discografica ebbe una diffusione straordinaria, non solo negli Stati Uniti: stava quindi per nascere un linguaggio musicale universale che avrebbe coinvolto le generazioni giovanili presenti e future. "Blue suede shoes" di Elvis Presley I BEATLES Nel frattempo negli scantinati di Liverpool quattro ragazzetti dalla formazione musicale eterogenea, anche classica, ponevano le basi di un rock più europeo e moderno, in grado di esprimere sentimenti più variegati e profondi, come l’accorata richiesta di aiuto della prossima canzone: "Help" dei Beatles. LA MUSICA COUNTRY Il corrispettivo "bianco" del blues è la musica country, cioè la musica di campagna. Una musica semplice, orecchiabile e molto ballabile, che quindi assomiglia un po’ a quello che per noi è il "liscio". Tuttavia anche in questa musica si segnalano esperienze significative, come quella di John Denver, il cantore dei paradisi incontaminati, della natura ancora non sconvolta e delle "strade di campagna". "Country roads" di John Denver. BOB DYLAN Negli anni sessanta i giovani esprimono un desiderio di forte cambiamento nei confronti della società consumistica e propongono un diverso modo di rapportarsi, non più legato agli schemi convenzionali. È il momento della vita sulla strada, "on the road", della convivenza e delle esperienze comunitarie dei "figli dei fiori", ma anche della ricerca di emozioni sempre più forti, che porterà anche alla diffusione delle sostanze stupefacenti. Uno dei portavoce più significativi di questa "beat generation" è senz’altro Bob Dylan. Formatosi alla scuola di Woodie Guthrie, grande menestrello del canto popolare nordamericano della prima metà del nostro secolo, Dylan riuscì ad esprimere nelle sue canzoni, talvolta brevi testi poetici e più spesso lunghe e affascinanti narrazioni, il desiderio di rimanere sempre giovani. "Forever young" di Bob Dylan SIMON AND GARFUNKEL Negli stessi anni un timido e sognatore Paul Simon girava i locali della costa orientale degli States con la sua inseparabile chitarra, incominciando ad esprimere in modo semplice e poetico i sogni della sua generazione. In coppia con l’amico di infanzia Art Garfunkel ha creato brani molto suggestivi, fatti di armonie soffuse e raffinate, fino a voler esprimere il suono del silenzio. "The sound of silence" Paul Simon and Art Garfunkel I PINK FLOYD Un gruppo fondamentale per l’evoluzione della musica rock negli anni settanta fu quello dei Pink Floyd, che crearono, più o meno come i Genesis, delle vere e proprie sinfonie rock del tutto indipendenti dalla rigida e schematizzata forma della canzone di tre-quattro minuti. Una delle canzoni più intense di questo complesso esprime il desiderio che Syd Barrett possa essere ancora con i suoi amici."Wish you were here" dei Pink Floyd I QUEEN Un gruppo particolare è stato quello dei Queen, trasgressivo per le origini e la formazione, paragonabile in questo a Renato Zero in Italia, straordinario per la scoperta di nuove frontiere vocali e chitarristiche, è andato di fatto esaurendosi dopo la morte per Aids del cantante-leader Freddie Mercury, anche se recentemente riformatosi attorno all’estro inesauribile del chitarrista Brian May. Anche questo gruppo ha dimostrato una certa autonomia nei confronti degli schemi classici della canzone, soprattutto in brani come Bohemian Rhapsody, ricco di cambiamenti di timbro e di ritmo. Uno dei brani più "rockettari" dei Queen è invece "We will rock you" che esaltava ancora di più le straordinarie doti vocali di Freddie Mercury, accompagnato nel corso di tutta la canzone solo dalle battutte del rullante e della grancassa. "We will rock you" dei Queen I POLICE Assimilabilli ai Queen per la grande estensione vocale del cantante, in questo caso Sting, che poi intraprenderà una carriera da solista, rappresentano una svolta notevole nell’evoluzione della musica rock negli anni ottanta. Particolarissimo è il modo di usare il charleston da parte del batterista del gruppo, e molto personali e profondi i testi delle canzoni, espressione dei problemi e delle insoddisfazioni dei giovani contemporanei. La vocazione ecologista e pacifista si approfondirà nella successiva produzione di Sting. "Every breath you take" dei Police THE GREEN DAY Concludiamo il nostro viaggio con tre brani più recenti che testimoniano la continuità dello stile rock anche negli anni ‘90, anche se con alcune differenze a livello di strumentazione e di interpretazione. In questa canzone del 1998, per esempio, sono evidenti i rimandi alla tradizione dei folksingers che va da Bob Dylan a Bruce Springsteen. "Time of your life" dei Green Day THE RED HOT CHILI PEPPERS Questo gruppo all’inizio ha avuto un successo scarso a causa del genere musicale "funky" che non era apprezzato dalla massa, ma solo da un gruppo ristretto di persone che amava una musica strumentalmente difficile e abbastanza alternativa, come appunto il "funky". Inoltre la storia dei "Red hot" è molto travagliata e complessa, a causa dei molti problemi con droga e alcool. Una svolta molto importante è avvenuta dopo la morte per overdose del primo chitarrista, Ille Slovack, a cui è stata dedicata la canzone "Under the bridge", originalmente una poesia scritta da Kiedis e poi musicata dal gruppo. Negli ultimi album, con l’arrivo dell’ultimo chitarrista, Dave Navarro, il gruppo si è avvicinato ai nuovi gusti ,generando una sorta di "funky-metal", nel quale la chitarra distorta ha acquistato più importanza, sovrapponendosi alla complessa base ritmica del basso. "Under the bridge" dei Red Hot Chili Peppers AEROSMITH Nella storia del rock rappresentano il ponte ideale tra i Rolling Stones e i Guns’n’Roses. Legati agli Stones dalla passione per il vecchio blues e ai Guns per la propensione al suono distorto delle due chitarre, che spesso si intersecano fra loro in assoli melodici, gli Aerosmith sono una band fondamentale per comprendere l’evoluzione dell’hard rock negli States. Sesso, droga e rock’n’roll sono gli elementi essenziali di una formula musicale alla base di brani duri e ballate elettriche che li hanno catapultati ai vertici delle classifiche mondiali negli anni settanta. Chiuso il decennio la band si prende un periodo di pausa dovuto alle condizioni del cantante Steven Tyler e del chitarrista J. Perry, schiavi di alcool e cocaina. Ripuliti i due leader del gruppo gli Aerosmith sono tornati alla carica verso la metà degli anni ottanta. Hanno anche ottenuto una nomination per l’oscar grazie al singolo "I don’t want to miss a thing", parte della colonna sonora di "Armageddon". "I don’t want to miss a thing" degli Aerosmith Caratteristiche del Suono ALTEZZA E HERTZ Suono Acuto = Suono Alto (es. cinguettio dell’uccellino) Suono Alto = Suono Basso (es. ruggito del leone) L’altezza del suono dipende dalla frequenza cioè la quantità delle vibrazioni di un corpo elastico in un secondo L’Hertz è l’unità di misura dell’altezza L’orecchio umano non può percepire tutti i suoni, possiede una soglia di udibilità al di fuori della quale non percepisce alcun suono Oltre i 20.000 Hz sono gli ULTRASUONI (emessi ad es. dai pipistrelli), sotto i 20 Hz sono gli INFRASUONI (emessi ad es. da alcuni pesci) INTENSITA’ E AMPIEZZA Il grado di intensità può variare da debolissimo (ad es. il pizzicare di una corda) a fortissimo (ad es. sul tamburo) e dipende direttamente dalla forza, minore o maggiore, che utilizziamo. Un suono debole ha le onde di piccola ampiezza Un suono forte ha le onde di grande ampiezza L’intensità del suono si esprime in DECIBEL. LA DURATA E IL RITMO E’ possibile variare nel tempo la durata dei suoni e dei silenzi, che quindi saranno: brevissimo – breve – lungo – lunghissimo L’anima del ritmo è costituita dalle pulsazioni detta anche beat = scansione regolare del ritmo(ad es. quando si battono le mani con ritmo o ci si muove in discoteca seguendo tutti la stessa pulsazione. IL TIMBRO Ogni strumento ha la sua voce e il suo colore che lo caratterizza e lo differenzia dagli altri questo è definito timbro. Il timbro caratterizza anche i tre registri di ogni singolo strumento: registro acuto registro medio registro grave N. B.: il timbro è il parametro più complesso da definire, ma anche il più affascinante e ricco di varianti. Con l’esperienza è possibile distinguere uno strumento dall’altro riconoscendone il timbro, ci vengono in aiuto i cinque sensi: Udito: squillante, sordo Vista: brillante, luminoso, scuro, chiaro Tatto: ruvido, vellutato, liscio, duro Gusto: aspro, dolce Olfatto: penetrante, pungente Debussy fu un musicista che risentì della grave condizione sociale causata dal conflitto della Prima Guerra Mondiale. Egli, oltre ad essere colpito da un male oscuro ed incurabile, provò un forte dolore per gli orrori della Prima Guerra Mondiale. Morì nel 1918. Periodo musicale: Il rinnovamento della musica francese fu contemporaneo a due movimenti che rinnovarono la pittura e la poesia francese e diventarono momenti importanti della cultura umanistica europea: l’Impressionismo e il simbolismo. La concordanza storica e poetica di questi due movimenti fu colta soprattutto da Debussy. La vita: Nacque nel 1862 a Saint-Germain-en Laye in Francia. All’età di 10 anni fu ammesso al Conservatorio di Parigi. Fece rapidi progressi nello studio del pianoforte, mostrò una irriducibile avversione all’armonia di scuola, portò a termine con grande onore gli studi di composizione. Mentre era ancora studente del Conservatorio, fu designato come pianista per accompagnare nel 1880 una dama russa nei suoi viaggi estivi in Europa. Risalgono in questo periodo le sue prime composizioni. Nel 1884 vinse il Prix de Rome, ma i due anni in cui risiedette nella capitale italiana, a Villa Medici, furono artisticamente improduttivi. Decisivo per la sua maturazione fu invece il quinquennio successivo al suo rientro a Parigi. In quegli anni avvennero molti fatti importanti per la formazione della sua personalità artistica: approfondì la conoscenza di Mussorgski,grande musicista della scuola nazionale russa; rimase affascinato dalla musica di Giava, popolazione indigena indonesiana, scoperta all’ Esposizione Universale del 1889; e definì meglio, dopo i due viaggi a Bayreuth in Germania dove Wagner aveva edificato il suo modello di teatro, i suo rapporti nei confronti della musica wagneriana. Ma altrettanto importante fu la frequentazione di letterati, musicisti e pittori, soprattutto nel salotto di Mallarmè, che aprì la sua sensibilità ai temi più generali dell’arte del suo tempo. Cominciò a farsi conoscere come compositore dopo il 1890. Tappe significative della sua affermazione furono il Prélude à l’ après-midi d’ une faune (1894) e l’opera Pelléas et Melisande (1902), la cui stesura occupò un decennio. Egli rappresentava ormai la punta avanzata della musica francese ed era diventato il riconosciuto leader del rinnovamento musicale. La mer e Iberia per orchestra; le due raccolte di Prélude e i 12 Etudes per pianoforte furono le principali creazioni nelle quali egli sviluppò il suo personalissimo linguaggio. L’opera: Per il teatro Pelléas et Mellisande, dramma lirico in 5 atti rappresentato all’ Opéra Comique nel 1902. Le Martyre de Saint Sébastien, mistero danzato sui versi di Gabriele D’Annunzio per soli, coro orchestra rappresentato al Téàtre du Châtelet nel 1911. Composizioni vocali Printemps, le cantate giovanili per coro e orchestra L’enfant prodigue per soli, coro e orchestra del 1884 Per orchestra Prélude à l’ après-midi d’ une faune ispirato all’omonima egloga di Mallarmé del 1894. Iberia del 1908. Per pianoforte Deux Arabesques La suite Bergamasque Caratteristiche musicali: L’arte di Debussy ebbe la sorte di percorrere molti orientamenti della musica della metà del secolo scorso. Fu un musicista intimamente lirico. Le sue melodie hanno un sapore inedito perché utilizzò altri tipi di sonorità come ad esempio la scala pentafonica (I 5 tasti neri del pianoforte suonati di seguito danno un esempio di melodia cinese). Il diavolo nella musica Musica Anche in musica il Diavolo è stata una figura inquietante ed affascinante allo stesso tempo. Persino recentemente, cantautori rock, metal, punk, così come gruppi satanici (che, quindi, si ispirano e si concentrano sulla figura diabolica!!), si dedicano a questo tema. Il Mefistofele di Arrigo Boito, opera della fine del 1800; Per quanto concerne l’opera di Arrigo Boito, ho pensato di scaricare dalla Rete il midi file e il libretto (vedi floppy). Arrigo Boito fu un famoso compositore e critico musicale. La sua biografia suscita notevole interesse, ma a mio parere è importante evidenziare che egli condivideva nelle sue linee generali l’estetica Wagneriana (infatti si impegnò per il superamento delle convezioni melodrammatiche e per l’acquisizione al teatro d’opera delle esperienze armoniche, timbriche e ritmiche maturate in campo sinfonico) e che nel 1866 partecipò come volontario garibaldino alla terza guerra d’indipendenza. Ciò è importante perché, di ritorno dalla guerra egli si dedicò alla realizzazione delMefistofele, un’opera di vaste dimensioni intrisa di sinfonismo e lungi dall’essere come il bel canto italiano. IlMefistofele trionfò a Milano e a Bologna; si tratta di un prologo, 4 atti e un epilogo, su libretto dello stesso Boito. (Prologo: Mefistofele, basso, scommette col cielo di portare all’inferno l’anima di Faust. Atto I: Presso la porta di Francoforte dove il popolo festeggia la Pasqua, il vecchio Faust, tenore, che passeggia col suo discepolo Wagner, scorge un frate dall’aspetto sinistro. Nella sua officina Faust è seguito dal frate che si svela per Mefistofele e si offre di soddisfare ogni suo desiderio in cambio dell’anima. Faust accetta il patto col diavolo. Atto II: Faust, ringiovanito, corteggia in un giardino Margherita, soprano, mentre Mefistofele intrattiene la vecchia Marta, contralto. Margherita si lascia convincere a propinare un sonnifero alla madre pur di trascorrere un’ora d’amore con Faust. L’uomo assiste a un sabba di streghe e rimane turbato dalla visione di Margherita con il collo rigato di sangue. Atto III: Margherita è chiusa nel carcere per aver avvelenato la madre e per aver soffocato il bambino nato dalla sua colpevole relazione con Faust. Questo viene a liberarla, ma Margherita, pentita, respinge la sua offerta e invoca il perdono dal Cielo. Atto IV: Presso il fiume Penejos si svolge il sabba classico. Faust ed Elena di Troia, soprano, si amano simbolo della fusione tra lo spirito classico e quello romantico. Epilogo: Faust è di nuovo nel suo laboratorio, stanco e deluso, ormai desidera la morte contro le lusinghe di Mefistofele invoca Dio e si rifugia dietro il baluardo del vangelo.) In tempi moderni, invece, possiamo trovare: Mick Jagger sarebbe stato iniziato alla magia nera da Anita Pallemberg e Marianne Faithfull ed avrebbe scritto canzoni come "Sympathy for the Devil" (Simpatia per il diavolo), "To their Satanic Majesties" (Alle loro maestà sataniche), "Invocation of my demon brothers" (Invocazione a mio fratello il diavolo). Ascoltando al contrario un verso in un brano dei "Led Zeppelin", che recita "And the voices of those who stand lookin" (E le voci di quelli che in piedi stanno aspettando), si sentirebbe la frase "I've got to live for Satan" (Bisogna che io viva per Satana); un altro verso "There is still time to change the road you are on" (E ora che tu prenda un'altra strada), ascoltato al contrario diventerebbe "My sweet Satan, no other made path" (Mio dolce Satana, nessun altro ha tracciato una strada). Il nome del gruppo dei "Kiss" costituirebbe l’acronimo di "King in Satan Service", cioè ministri di Satana. I "Beatles"sarebbero stati tra i primi ad inserire nei loro brani messaggi subliminali invocanti Satana. Ad esempio, ascoltando al contrario una frase contenuta nel pezzo "Revolution n. 9", si sentirebbe la frase "Turn me on dead man" ossia "Eccitami uomo morto" (il morto sarebbe Gesù); inoltre, alla fine della canzone "Strawberry Fields" si sentirebbe la voce di John Lennon che sussurra "I buried Paul" (Ho seppellito Paul). Secondo i sostenitori di questa voce, di fatto Paul sarebbe morto nel 1966 in un incidente stradale e sostituito da una controfigura in tutte le successive apparizioni in pubblico. Molte copertine dei dischi dei "Black Sabbath" nasconderebbero in qualche angolo il numero 666, simbolo dell'anticristo. Nel disco "Stained Class", i "Judas Priest" istigherebbero i giovani al suicidio. Il nome degli "AC/DC" starebbe a significare "Anti-Christ/Death to Christ" (anticristo e morte a Cristo), e molti dei loro pezzi parlano dell'inferno. Marilyn Manson Brian Warner nasce a Canton, nell'Ohio il 5 gennaio 1969 da padre Hugh Warner e madre Barb Wyer. Fin dall'infanzia Brian ha avuto una vita piuttosto strana e movimentata, come dimostrano alcuni episodi: Brian stava spesso a casa dei nonni paterni e, assieme a suo cugino Chad ha avuto occasione di spiare piu' volte il suo pervertito nonno, Jack, facendo cosi' il primo passo verso la trasformazione da sfigato ragazzo brufoloso, a rockstar di livello internazionale. Data la sua passione per la professione di detective, il piccolo Brian inizio' per caso a "indagare" sulla vita di suo nonno, scoprendo pian piano cose del tipo riviste zoo-pornografiche, falli finti, filmini a luci rosse, biancheria intima da donna e un sacco di altri aggeggi usati dal vecchio. Tutto questo incuriosi' molto Brian, anche perche' contrastava moltissimo con lo stile di vita dei Warner, famiglia molto cattolica (o meglio, episcopaliana)e piena di tabu', che iscrisse per un certo periodo di tempo il figlio a una scuola cristiana. Alla scuola cristiana tutto era proibito (perfino i dolci!!!), e vigevano delle strane regole di comportamento riguardo al modo di vestire, al fatto di tenere gli armadietti senza lucchetto e infine riguardo alla musica. Come se non bastasse, i professori erano parecchio paranoici verso Satana, lo vedevano dappertutto e terrorizzando gli studenti dicendo loro che la bestia li avrebbe marcati tutti, se non avessero seguito la parola di Dio e, forse per dimostrare che la bestia era fra loro, facevano ascoltare dischi al contrario, trovando nei testi frasi del tipo "my sweet satan" in varie canzoni di cantanti tipo Queen o David Bowie. Questi e tanti altri piccoli episodi fecero odiare a Brian la scuola cristiana, per questo egli prima chiese ai genitori di essere trasferito, poi, ricevuto un secco no, decise di farsi espellere. Comincio' cosi' a spacciare dolci e produrre un giornalino pseudo-pornografico-satirico, ma tutto quello che ottenne da queste "bravate" fu solo qualche giorno di sospensione. Brian non si arrese ed escogito' una trasgressione ancora piu' pesante (per quella scuola): inizio' a produrre e vendere a prezzi assurdi nastri con canzoni di rock, preferibilmente satanico, che poi rubava (gli armadietti non avevano serratura, ndr) e rivendeva. Anche per questo episodio ci fu solo una sospensione. Brian capi' cosi' che non lo avrebbero mai espulso, dato che era uno dei pochi che poteva permettersi di pagare per intero la retta scolastica. Infine pero' riusci' a convincere i genitori a mandarlo alla scuola pubblica, proprio mentre tutta la famiglia si trasferiva in Florida, a Fort Lauderdale. I primi tempi di scuola pubblica non furono bellissimi, finche' Brian non conobbe John Crowell che lo inizio' alla droga e all'occultismo: John infatti invito' a casa sua Brian e li, assieme al fratello comincio' a fargli provare prima l'erba e poi vari intrugli di alcool e droga, fino a farlo vomitare. Ripresosi, Brian fu guidato da John verso il luogo dove suo fratello "vendeva" l'anima al diavolo, incrementando ancor di piu' la cultura satanica. In seguito Brian comincio' a fare il giornalista per piccole riviste e fu cosi' che vide per la prima volta Trent Reznor dei Nine Inch Nails, che sarebbe poi diventato il capo della sua casa discografica. Finalmente, verso il 1990 Brian fondo' i "Marilyn Manson and the Spooky Kids", che agli inizi giro' moltissimi membri tra cui i piu' importnti furono Daisy Berkowitz (Scott Putesky) e Madonna Wayne Gacy, o piu' semplicemente Pogo (Stephen). Il nome d'arte "Marilyn Manson" deriva dall'unione contrastante di Marilyn Monroe e Charles Manson. Piu' tardi si infilo' nel gruppo una ragazza di nome Nancy che creo' molti problemi a Brian: all'inizio fu tutto quasi normale, Nancy prendeva parte allo show, nel quale veniva talvolta picchiata, altre volte incatenata o frustata, finche' Nancy non si innamoro' di Brian e lo perseguito' fino al punto di metterlo in trappola: i due passarono la notte insieme, litigando poi coi rispettivi partner, cosi' Brian decise di interrompere il rapporto con Nancy, sia quello privato che quello professionale; a quel punto Nancy si scateno' cancellando le date della band e compiendo telefonate isteriche. Aveva a tal punto esaurito Brian che questo, assieme a Pogo, decise di ucciderla. E ci sarebbe riuscito se un barbone non lo avesse fermato e, tentando di vendergli della droga, gli avesse impedito di compiere l'omicidio. In seguito la band accorcio' il nome (semplicemente "Marilyn Manson"), ma i problemi continuarono con altri membri: Brad era un eroinomane e tutti si lamentavano di lui, Brian gli fece da balia per un po', finche', dopo innumerevoli promesse di smettere con l'eroina, non decise di cacciarlo e abbandonarlo al suo destino. Il primo album dei Marilyn Manson fu "Portrait of an American Family": all'inizio fu un disastro, dato che il tizio con cui stavano lavorando, Roli Mossiman, cercava di far diventare i M.M. una band pop, fu cosi' che Brian si rivolse a Trent Reznor per ri-registrare l'album. Vennero fuori ancora casini: prima perche' il pezzo "My Monkey" che compariva nell'album era in parte di Charles Manson, e questo fece irritare molto l'associazione delle vittime (alla fine pero' la canzone usci' lo stesso); poi per la presenza nel libretto che accompagna l'album di una foto di Brian da bambino, sdraiato su una poltrona, nudo. La foto era considerata pornografia infantile e, per evitare strascichi legali, non fu mai pubblicata. Ancor prima dell'uscita dell'album comincio' il tour con i Nine Inch Nails e le Hole di Courtney Love: fu durante un tour con i NIN che Brian comincio' a farsi di coca, offerta "gentilmente" da uno strano hippie brufoloso dai capelli grigi: un altro passo era stato compiuto verso la trasformazione. Un incontro importantissimo per la vita di Brian avvenne nel 1994 quando incontro' Anton Szandor La Vey, leader e fondatore della chiesa di Satana. Con lui Brian capi' molte cose, come per esempio la vera filosofia del satanismo: "Il diavolo non esiste, il satanismo e' l'adorazione di se stessi". Con La Vey nacque anche uno dei soprannomi di Brian: reverendo. La Vey, dopo aver conosciuto abbastanza nei dettagli Brian, decise di regalargli la tessera della chiesa di Satana e di nominarlo reverendo della medesima chiesa. "Antichrist Superstar", il secondo album, fu il successivo passo della band. All'inizio, come al solito, fu un disastro. Si registrava a casa di Trent Reznor, o meglio, si sarebbe dovuto registrare, visto che tutti pensavano a tutto tranne che all'album: c'era chi tirava di coca (Manson e Twiggy), chi giocava alla playstation (Dave Ogilvie, il tecnico), chi stava tirando su un personale harem (Ginger),chi non arrivava mai (Trent), chi pareva non interessarsi assolutamente a quello che si stava facendo (Daisy). Ben presto pero' la situazione da inattiva divento' distruttiva: drum machine gettate dalla finestra, stereo messi nel microonde, muri bucati o danneggiati. Manson si sentiva a disagio perche' tutto sommato era l'unico a voler lavorare almeno un po' e si sentiva come un padre che vuol far fare i compiti ai figli. Qualche tempo dopo, in preda alla piu' totale depressione, si decise di licenziare Dave, mentre oramai tutti facevano quello che volevano. Fu a questo punto che Brian decise di smettere con la droga e dedicarsi completamente all'album da solo. Le uscite discografiche successive sono: l'album "Mechanical Animals" del 1998, l'album live "The Last Tour On Earth" del 1999 e la videocassetta "God Is In The TV" sempre del 1999. A proposito dell'album live "The Last Tour On Earth" si dice che Marilyn Manson lo abbia fatto per "ripagare" i suoi fans americani che hanno visto annullati un sacco di concerti a causa della strage di Littleton (morirono 15 studenti, uccisi a colpi di mitra da due - si dice - fans del reverendo). STORIA DELLA MUSICA A cura di Piero Carlo Malandra LE ORIGINI DELLA MUSICA Gli uomini primitivi sicuramente non ignoravano i suoni e comunque producevano musica. E' propabile che si sia sviluppata nelle comunità preistoriche insieme con il linguaggio. Per amplificare la voce e mandare richiami a distanza, gli uomini primitivi si servivano di grandi conchiglie o di trombe fatte di scorza d'albero, che furono dunque i primi strumenti a fiato. Oppure battevano su tronchi d'albero o pelli tese sopra un recipiente vuoto, insomma sui primi strumenti a percussione. Anche la natura offre suoni significativi, che possono essere modulati o fragorosi: basta pensare al canto soave dell'usignolo o, al contrario, ai rumori improvvisi e terrificanti della tempesta, con il vento che sibila tra gli alberi, la pioggia che scroscia sulla terra e il tuono che squarcia il cielo. Gli uomini primitivi, attenti ai fenomeni naturali e intimoriti dal fatto di non poterli controllare consideravano questi suoni come voci divine, e ben presto la musica venne ad avere una parte importante nei riti magici e religiosi delle comunità umane. Con i flauti fatti di canne più o meno lunghe si potevano emettere suoni simili al cinguettare degli uccelli, con i tamburi e i gong si imitavano i suoni più profondi o squillanti. Quando tuttavia parliamo di musica, intendiamo non solo l'emissione di suoni con la voce e gli strumenti, ma anche una qualche loro organizzazione. Può bastare un suono soltanto per avere della musica, ma ripetuto seguendo un "ritmo". Per quanto diversi siano i risultati presso i differenti popoli e le differenti culture, è certo che la musica ha accompagnato l'uomo in ogni tipo di società. Essa è una componente fondamentale dello spirito umano e un'esigenza insopprimibile. Prima di nascere, ciascuno di noi vive lunghi mesi nel grembo materno e ogni attimo è scandito dal ritmo del cuore della mamma. Anche nella nostra preistoria personale, dunque, c'è la musica. La musica nelle civiltà del passato. Presso i popoli più antichi la musica veniva utilizzata prevalentemente nell'ambito di cerimonie religiose. In Egitto, per esempio, i sacerdoti si tramandavano musiche sacre per accompagnare riti magici o propiziatori. Gli Egizi cantavano e danzavano accompagnandosi con arpe, flauti, cimbali durante le processioni destinate al culto pubblico. La musica era considerata un dono prezioso degli dei, fonte magica di letizia e di serenità. Gli Ebrei attribuivano al canto un'enorme importanza nel campo spirituale. Sotto il regno di Davide le cerimonie erano imponenti e ad esse prendevano parte migliaia di coristi che accompagnavano il loro canto con gli strumenti musicali che Davide stesso aveva fatto costruire. L'esperienza musicale ebraica, attraverso la produzione di salmi, crea di fatto le basi di quello che diventerà il canto gregoriano. I Cinesi costruirono diversi tipi di strumenti: timpani, tamburi, campane, flauti, liuti. Caratteristico è il king formato da pietre sonore fissate a un telaio di legno, percosse mediante martelletti. Gli Indiani coltivarono la musica fin dai tempi più antichi. Ebbero una musica religiosa e una profana destinata ad allietare i banchetti, per accompagnare le danze o le rappresentazioni teatrali. Tra i vari strumenti indiani (tam-tam, flauti, oboi, trombe) tipici sono la vina, caratteristico strumento a corde munito di due casse armoniche formate da zucche vuote e inoltre la ravanastra, il sarangi, il sitar, strumenti ad arco che si possono considerare i progenitori del violino. In Grecia la musica era considerata uno dei mezzi più efficaci per l'educazione morale e intellettuale dei cittadini e faceva parte perciò dell'insegnamento scolastico. Gli strumenti nazionali con i quali si accompagnavano il canto dei poeti e i cori delle tragedie greche furono: la lyra, formata da un guscio di testuggine che recava alcune corde di budello tese sulla sua cavità , e l'aulòs, una sorta di flauto a doppia canna. Della musica su cui venivano cantate le diverse composizioni ci è giunto pochissimo: fra gli esempi più belli, due inni di Delfi risalenti al II secolo a. C. Furono i fondatori della tragedia, forma teatrale da cui deriverà la moderna opera lirica. Anche nell'antica Roma la musica ebbe una importante funzione, soprattutto quale accompagnamento nelle feste religiose. I Romani non ebbero uno stile musicale proprio, ma seppero piuttosto adattare, fondere e sviluppare gli stili delle diverse civiltà con le quali venivano a contatto. La musica fu però utilizzata dai Romani per rallegrare riunioni e intrattenimenti familiari, oppure per accompagnare le evoluzioni dei commedianti o per allietare i sontuosi festini dei patrizi. Tipici strumenti romani furono la tuba e la buccina, usati esclusivamente a scopi militari per dare segnali alle truppe, incitarle al combattimento o accompagnare imponenti marce trionfali. CANTO GREGORIANO Indica il canto cristiano in latino adottato dalla chiesa d'occidente e si contrappone a quello bizantino in lingua greca adottato dalla chiesa d'oriente. Durante l'impero romano, all'epoca di Erode, nacque Gesù e con lui il cristianesimo e il canto cristiano o canto gregoriano. Il canto gregoriano prende il nome da Papa Gregorio Magno (590-604) il quale decise di raccogliere i canti nell'Antiphonarium. Il canto gregoriano delle origini è ignoto per mancanza di documenti scritti e deriva da supposizioni. Si pensa che derivi dal rito ebraico e l'intonazione si basava su forme melodiche tradizionali il cui ritmo era quello della parola, detto cantillazione. La clandestinità dei religiosi faceva nascere molti varianti del rito. L'editto di Tessalonica che impose la religione cristiana come la religione dell'Ipero cambiò la situazione. La trasmissione dei canti avveniva oralmente per mezzo delle schole cantorum. Alla fine del VI sec. Papa Gregorio Magno (590-604) raccolse i canti cristiani nell'Antiphonarium. Nell'alto medioevo (dall'anno 476 all'anno 1000 circa) si sentì la necessità di mettere a punto una forma di scrittura musicale che ricordasse agli esecutori come andava eseguito il canto. Prima forma di scrittura: I puntini e i segni sulle parole che ci sono sul testo sopra, sono i neumi, cioè le prime note. Indicavano il rapporto ascendente o discendente fra gruppi di due o tre note. Successivamente sorse la scrittura quadrata il primo esempio di scrittura musicale compiuta. Guido d'Arezzo ideò il tetragramma che serviva per fissare la posizione delle note e quindi l'altezza. Per il nome prese la prima sillaba di ogni versetto dell'Inno a San Giovanni e dopo le sistemò sul rigo musicale. Ut queant laxis Resonare fibris Mira gestorum Famuli tuorum Solve polluti Labii reatum Sancte Johannes Traduzione: Affinchè i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato, o Santo Giovanni, dalle loro labbra indegne. La vera innovazione di Guido fu che le prime sillabe dell'Inno non servirono solo per dare un nome alle note, ma anche a darne l'intonazione relativa, vale a dire il suono delle stesse. Pensare che l'unica forma musicale fosse solo rappresentata dal canto gregoriano è sbagliato. Esisteva una musica popolare strumentale e vocale ma considerata priva di importanza e indegna di essere tramandata. Intorno all'anno mille nasce il dramma liturgico. Il suo intento principale era di far rivivere i momenti più significativi della storia cristiana narrandoli, e successivamente rappresentandoli, in una forma facilmente comprensibile dal popolo. In questo stesso periodo, incominciò a prendere importanza il canto profano, vale a dire quello non cristiano. CARMINA BURANA E' una raccolta di composizioni goliardiche del XIII secolo, tramandata da un codice conservato a Monaco nell'Abbazia di Benediktbeuren, in latino Bura Santi Benedicti, ed edita per la prima volta nel 1847 da J. A. Schmeller. Sono 300 componimenti di cui 250 in latino e i rimanenti in tedesco e lingua romanza. I temi più frequenti sono: i piaceri della vita e satira sociale che colpisce la Chiesa, i nobili, le gerarchie militari anche aspetti del mondo contadino. La maggior parte dei componimenti è anonima, gli autori erano probabilmente studenti poveri legati agli ambienti delle Università . A questi componimenti nel Novecento si è ispirato Carl Orff (compositore tedesco. Monaco 18951982), allestendo un'opera-balletto, eseguita per la prima volta a Francoforte nel 1937. Nascita della Polifonia In Francia, i trovatori al sud e i trovieri al nord, allietano le corti con melodie celebranti l'amor cortese. Lo stesso faranno un po' più tardi in Germania i Minnesanger. Fra le forme più importanti diffuse da trovatori e trovieri si ricordano la chanson in Francia e i Lied in Germania. Alla monodia si affianca la polifonia, cioè il canto a più voci. La scuola Fiamminga (nata nelle Fiandre, una regione del Belgio) dominerà il 1400, ponendo le basi della Armonia moderna, vale a dire l'insieme di regole che governano la musica. Ricordiamo Jacob Arcadelt e la sua celebre Ave Maria. Il Cinquecento e il Seicento. Il 1500 è detto il secolo del Rinascimento. La stampa ebbe un ruolo fondamentale per la diffusione musicale. Il più grande compositore del Cinquecento fu Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594.) Scrisse esclusivamente musica sacra e per sole voci senza accompagnamento strumentale (cori a cappella). Nel Cinquecento, l'organo è il protagonista della nascita della musica strumentale. Il più importante organista fu Girolamo Frescobaldi.. A Venezia e più precisamente nella Basilica di S. Marco si sviluppò un repertorio sacro molto diverso perchè privilegiava composizioni nelle quali alle voci si mescolavano strumenti che potevano essere ad esempio i due organi della basilica. Le composizioni erano caratterizzate da una particolare ricchezza sonora e fasto. Tra i principali maestri ricordiamo Claudio Monteverdi il maestro del Melodramma (l'antenato della moderna opera lirica). Il melodramma di Claudio Monteverdi (15671643) è frutto della ricerca stilistica concentrata su una maggior aderenza della musica al senso del testo. In ambito popolare due forme leggere come le canzonette e il balletto. Gli strumenti principi dell'epoca sono: il clavicembalo, l'organo e il violino. Arcangelo Corelli (1653-1713) è ritenuto il grande fondatore della moderna tecnica violinistica. Antonio Vivaldi (1678-1742), oltre a perfezionare la tecnica violinistica, compose più di cinquecento opere strumentali: le più significative sono i concerti, che hanno il merito di aver posto le basi strutturali del concerto moderno, dando rilievo alla parte solistica e stabilendo la classica divisione in tre tempi (Allegro-AdagioAllegro). Bach e Haendel. La vita musicale europea tra Seicento e prima metà del Settecento gravita attorno alle grandi figure di Bach e di Haendel, che incarnano splendidamente, sia nel carattere sia nella produzione, l'ideale barocco a cui tutti i compositori del tempo fanno riferimento. Johann Sebastian Bach (1685-1750), organista e clavicembalista di raro valore, è uno dei più grandi compositori di tutti i tempi. Nell'arte perfetta di Bach confluiscono tutte le esperienze precedenti, fondendosi in modo mirabile: la tradizione polifonica, l'armonia, la moderna tonalità . Georg Friedrich Haendel (1685-1759), autore di musica da camera e per organo e di melodrammi, è noto soprattutto per uno dei suoi 23 oratori, il celebre Messia. Con Monteverdi era nato il melodramma, la più antica forma di "Opera lirica"•, ma ad un secolo della sua nascita, c'era bisogno di rinnovarlo. Ci pensò Christoph Willibald Gluck (1714-1787), spogliandolo di tutto ciò che serviva da pretesto per una pura esibizione di virtuosismo e facendo sì che musica e canto esprimessero invece i sentimenti e la vicenda che si svolgeva sulla scena. A partire della seconda metà del Settecento si assiste a un rinnovamento totale dei valori artistici barocchi che culmina in quello che verrà definito periodo classico. Massimi esponenti di questa nuova corrente musicale, caratterizzata dal trionfo della forma sonata e della moderna sinfonia, sono Haydn e Mozart che più di altri comprendono il bisogno di equilibrio artistico, inteso come supremo ideale compositivo, e la necessità di riconquistare quelle regole fisse spazzate via dagli sconvolgimenti barocchi. Franz Joseph Haydn (17321809) organizzò definitivamente la forma sonata: nelle numerose sinfonie, sonate e quartetti vi sono le prime, compiute realizzazioni di questa forma. Classicismo e Ottocento Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). E' considerato il rappresentante più geniale della seconda metà del Settecento e certo una delle maggiori personalità della musica occidentale. Egli ha saputo unificare le esperienze più diverse, dimostrandosi sensibile soprattutto all'influenza della scuola italiana. Pronto ad accogliere i più diversi contributi, Mozart sa assimilarli e rinnovarli in uno stile in cui domina una squisita perfezione, unita a una segreta malinconia che si farà, col tempo, sempre più struggente e drammatica. Mozart ha scritto, nella sua breve vita, moltissime composizioni, dalle opere teatrali (come Nozze di Figaro, Don Giovanni, Flauto magico) alle sinfonie, dalle musiche per danza ai quartetti, dalla musica sacra alle sonate e concerti per pianoforte e per violino. L'età classico-romantica. Il Classicismo è dominato dall'ordine logico, che di fatto aveva escluso dall'opera seria ogni intrusione buffa, il comico deve trovare una propria forma di espressione. Nasce l'opera buffa. I più alti rappresentanti sono: Pergolesi, Paisiello, Cimarosa e più tardi in Gioacchino Rossini (1792-1868) di cui ricordiamo: Il Barbiere di Siviglia, Guglielmo Tell, La gazza ladra, Cenerentola, L'Italiana in Algeri, Mosè, Il viaggio a Reims. Contrariamente a quanto succede negli altri Paesi europei, in Italia il passaggio fra Classicismo e Romanticismo non avviene in modo secco e definito. Pionieri di questa rivoluzione sono Cherubini e Clementi, che approfondisce in maniera sensazionale le capacità espressive del pianoforte, strumento principe del Romanticismo. La rivoluzione di Beethoven. Erede del classicismo viennese di Haydn e Mozart, fu Ludwig Van Beethoven (1770-1827)egli è allo stesso tempo l'interprete appassionato di un'epoca di cambiamenti e di tensioni. I due motivi fondamentali che Beethoven esprime nella sua musica sono il dolore della vita e la tensione eroica intesa a superarlo. Di qui l'aspetto drammatico che si riscontra in tante sue composizioni. Le innovazioni beethoveniane, non solo tecniche ma anche stilistiche, concludono e completano un'evoluzione che vede la musica, nella fattispecie la sinfonia, diventare l'espressione più elevata di un rapporto, quello fra musicista e uomo, ricco di contrasti e armonie. Ricordiamo il celebre 'Inno alla Gioia, finale corale della nona sinfonia: soprattutto un grandissimo messaggio di pace e di fratellanza; con tale composizione Beethoven volle formulare un aperto invito alla fratellanza universale: e proprio per rendere tale messaggio il più chiaro possibile egli decise di far cantare nel finale un testo del poeta tedesco a lui contemporaneo, Friedrich von Schiller. L'ode "An die Freude (Alla Gioia)" è una lirica nella quale la gioia è intesa non certo come semplice spensieratezza e allegria, ma come risultato a cui l'uomo giunge quando si libera dal male, dall'odio e dalla cattiveria. Proprio per questa esortazione alla fraterna amicizia, la melodia su cui viene intonato questo Inno alla gioia, è stata adottata come "Inno europeo". E' stato proclamato dal Consiglio d'Europa nel 1972 e viene utilizzato dall'Unione europea dal 1986. La musica nell'Ottocento. Il Romanticismo. Con Beethoven termina l'età classica, e si apre un nuovo periodo dell'arte musicale, che partecipa agli ideali e allo spirito del Romanticismo. Il musicista, si libera della sudditanza nei confronti dei munifici signori, e conquista quella libertà che è uno dei segni distintivi dell'arte moderna. La musica sinfonica e da camera rimangono patrimonio dei ceti elevati, la musica operistica attira a sè grandi masse popolari. Il melodramma diviene, specie in Italia, la forma di spettacolo più diffusa e più amata (ricordiamo Gaetano Donizetti (1797-1848), Vincenzo Bellini (1801-1835)). Nell'Ottocento si moltiplicano inoltre i luoghi di divertimento (sale da ballo, cafè chantant) in cui la musica interviene con le funzioni meno impegnative di divertire e di accompagnare la danza. La musica "leggera" diviene un fenomeno pubblico e commerciale, che avrà ancor più rilevanza nel Novecento, anche per la progressiva funzione che assumeranno nel secolo XX la radio e la televisione. Ricordiamo alcuni compositori di questo periodo: Franz Schubert (1797-1828); Robert Schumann (1810-1856); Niccolò Paganini (1782-1840), considerato il più grande violinista di tutti i tempi; Fryderyk Chopin (1810-1849): Ricca di fantasia melodica e di originalità armonica e costruttiva, la sua musica ha dato un contributo essenziale all'affermazione del pianoforte quale strumento di espressione poetica; Franz Liszt (1811-1886) che ha dato un importante contributo allo sviluppo tecnico del pianoforte; Johannes Brahms (1833-1897) fu per alcuni anni allievo di Schumann; Cajkovskij (1840-1893), uno dei più grandi compositori di musica strumentale dell'Ottocento: ricordiamo "lo schiaccianoci"• e "il lago dei cigni"•; e molti altri. Lo strumento principe di questo secolo fu il Pianoforte. La rivoluzione romantica: Verdi e Wagner. Verso la seconda metà dell'Ottocento la musica ruota attorno a due musicisti: Giuseppe Verdi e di Richard Wagner (1813-1883). Il primo, tradizionalista, affida alla musica il compito di evidenziare i sentimenti dei protagonisti delle sue opere, ispirate a soggetti diversi per epoca e ambiente. Il secondo invece, nella duplice veste di compositore e librettista, rivoluziona l'opera ispirandosi a soggetti del Medioevo tedesco, in cui si nota il nazionalismo. Il tardo Romanticismo. La musica acquista una valenza ricreativa, soprattutto a Vienna dove, quasi a compensare il tangibile declino politico e sociale del paese, nascono le distrazioni dell'operetta e del valzer. Nello stesso periodo in Russia compositori quali Balakirev, Cui, Borodin, il già citato Musorgskij e Rimskij-Korsakov (il cosiddetto "Gruppo dei Cinque") fondano una scuola musicale nazionale con cui si conclude il processo di assimilazione della cultura occidentale iniziato in pieno periodo romantico. Il Novecento e ...oggi. Il Novecento. Questo secolo si apre con una crisi dei valori ottocenteschi. Domina il nazionalismo, l'imperialismo; le industrie hanno fatto passi da gigante e gli operai reclamano i loro diritti, dando vita a una lotta tra proletariato e borghesia capitalistica. La rivoluzione proletaria in Russia, delle due guerre mondiali, le dittature fascista e nazista, la guerra civile di Spagna: questo è stato il novecento. La figura dell'artista è cambiata e l'avvento dei mass media ha modificato il mondo musicale. Le prime incisioni su dischi alla fine del 1800, che hanno dominato sino agli anni 90, ha visto l'esposione della musica leggera, pop rock e jazz. Alla nuova dimensione musicale si è aggiunto il cinema, la radio, la televisione: modi diversi di ascoltare e percepire la musica. All'inizio di questo secolo Alban Berg (1885-1935), Anton von Webern (1883-1945) e Arnold Schönberg (1874-1951) si fanno portavoce delle nuove tecniche espressive. Schönberg elaborara un sistema musicale totalmente nuovo: la dodecafonia, vale a dire l'utilizzo dei dodici suoni della scala cromatica ordinati in una specifica successione chiamata serie. In Francia si afferma l'impressionismo, caratterizzato da una musica raffinata e colorata, permeata da sonorità tali da evocare emozioni immediate. Gli esponenti principali furono: Claude Debussy (1862-1918) e Maurice Ravel (1875-1937). In Italia si afferma il Verismo: dalla letteratura di Verga e Capuana, anche l'ambiente musicale di Puccini, Mascagni e Leoncavallo, si fa portavoce dei nuovi ideali: i libretti che raccontano storie reali, ispirate alla vita di tutti i giorni, utilizzando melodie descrittive e "orecchiabili", accessibili a tutti. In America si afferma l'arte di Gershwing (1898-1937) e Stravinsky (18821971). Quest'ultimo il più in vista del '900. Egli volle bandire qualsiasi significato espressivo della musica, vista come pura azione costruttiva simile a quella dell'artigiano. Il ritmo è accentuato, la melodia spezzata e contorta, non tradizionale. Tra le sue opere ricordiamo 'L'uccello di fuoco', 'Petrouucha' e 'La sagra della primavera'. Ricordiamo: Sergej Prokof'ev (1891-1953) il quale riteneva che la musica dovesse avere un'autentica funzione sociale. Tra le sue composizioni più popolari: Sinfonia classica, L'amore delle tre melarance, Pierino e il lupo, il poema sinfonico Aleksandr Nevskij, Romeo e Giulietta (balletto). Paul Hindemith (1895-1963) si è rifatto nelle proprie composizioni al grande insegnamento di Bach, mentre Béla Bartók (1881-1945) si è ispirato ai modi e ai ritmi della musica popolare ungherese. Reazioni contrarie ai sistemi ottocenteschi si manifestano nel ritorno a musiche di età barocca: è questa la linea seguita da compositori italiani come Ildebrando Pizzetti (1880-1968), Ottorino Respighi (1879-1936), Gianfrancesco Malipiero (1882-1973). IL JAZZ. La forma per eccellenza che ha dominato le Americhe è stato il jazz. Il commercio dei neri tra il 1700 e 1800 dall'Africa agli Stati Americani del sud portò la cultura musicale nera nel nuovo continente, generando il Jazz, tutt'ora in voga. Agli inizi del 1900 divenne popolare a New Orleans, città della Luisiana. le prime bands erano formate da una sezione melodica (cornetta, clarinetto e trombone) e da una ritmica (banjo, chitarra e bassotuba). Le formazioni agli inizi erano prevalentemente nere, dopo i bianchi iniziarono a ad apprezzare questa musica e a farla, tant'è vero che molti bianchi dichiaravano di avere origini africane. L'intento delle persone di colore era proprio questo: dimostrare che anche loro sapevano fare qualcosa di buono. Le prime incisioni di Jazz si hanno nel 1913. I maggiori solisti jazz furono: Bessie Smith, grande interprete di blues, Louis Armstrong, cornettistatrombettista, Sidney Bechet, clarinettista-sassofonista, il pianista Duke Ellington. Negli anni Trenta predominò un nuovo genere, lo swing, caratterizzato da anticipazioni e ritardi nel ritmo. Glenn Miller portò il jazz a livello di piacevole consumo e la musica leggera di tutto il mondo assunse il ritmo del jazz. Dopo la seconda guerra mondiale, tra i neri nasce il genere be-bop, un linguaggio musicale di protesta: ricordiamo il sassofonista Charlie Parker e il trombettista Dizzy Gillespie e la potenza ritmica e sonora l'orchestra del vibrafonista Lionel Hampton; il cool jazz: un ritmo più pacato. Negli anni Cinquanta, l'hard bop, con sonorità accese e ritmi accentuati trovò la sua voce nella tromba di Miles Davis. Alla fine degli anni Cinquanta la nuova coscienza politica tra la popolazione nero-americana e i problemi razziali danno vita al free jazz (jazz libero) di Ornette Coleman, dove "libero" significa la volontà di liberarsi delle esperienze jazzistiche precedenti e affermare una cultura nera indipendente dalla cultura bianca; è caratterizzato dalla musica di Max Roach, batterista, e da quella di Charles Mingus, contrabbassista e compositore. Dagli anni Settanta il jazz subisce le influenze del rock e delle nuove tecniche elettroniche. Negli ultimi anni si tende a ritornare alle origini del Jazz. Bollani è l'esponente più in vista in Italia. LA MUSICA CONTEMPORANEA Le proposte della musica contemporanea sono varie, comunque possiamo riassumerle in tre forme: Musica aleatoria. Musica basata sulla casualità e sull'improvvisazione. La partitura non è un o spartito ma un grafico d'improvvisazione. Rappresentanti di questa tendenza sono l'americano John Cage, l'argentino Mauricio Kagel e, in alcuni casi, l'italiano Silvano Bussotti Musica seriale: molto simile alla dodecafonica. Si fissa una serie di parametri che si ripetono in successione, non si debbono ripetere i suoni, in queste ricerche si punta alla continua variazione della dinamica, dell'intensità, del timbro, del ritmo. In questa direzione hanno lavorato e lavorano alcuni compositori: il tedesco Karlheinz Stockhausen, il francese Pierre Boulez, il belga Henri Pousser e, in parte, l'italiano Luciano Berio; Musica di stampo 'classico': L'italiano Luigi Nono, l'ungherese György Ligeti o il polacco Krzystof Penderecki hanno voluto conservare un rapporto con il pubblico e mantenere un contenuto espressivo alla musica. Le esperienze elencate usano le strumentazioni elettroniche. Questa tendenza è iniziata con la musica concreta. I musicisti dediti a questo "genere" si propongono di utilizzare suoni di varia natura (ambientali e uso di oggetti), incidendoli su un supporto magnetico e elaborandoli con il computer. Si possono ottenere impasti timbrici e atmosfere sonore straordinari, assolutamente non riproducibili con un'orchestra tradizionale. La musica elettronica ha largo impiego attualmente nelle colonne sonore cinematografiche e televisive e nelle canzoni di musica leggera, pop, rock... A tal proposito cito un articolo di Stefania Aleni, pubblicato da "Viva Musica" di luglio 2009 intitolato: L'informatica si fa musicale, in cui si fa riferimento al corso di laurea in Scienze e tecnologia della comunicazione musicale, un ramo della Facoltà di che Scienze Matematiche, fisiche e naturali di Milano che consiste nel rendere la musica digitale. Sono riusciti ad ottenere la standadizzazione a livello mondiale dell'informazione musicale a più strati: strutture musicali, la partitura in forma grafica e astratta, l'audio, il timbro... Il nuovo corso sarà basato sulle tecnologie musicali e sarà un ramo della facoltà di Informatica. Le forme musicali In genere le composizioni musicali sono costruite seguendo una forma prestabilita. La forma è la struttura con la quale si organizzano le frasi e i periodi all’interno di un brano musicale. Esistono molti tipi di forme musicali: • Alcune sono regolate da schemi molto rigidi e precisi; • Altre sono più libere e “flessibili” e offrono maggior spazio alla fantasia del compositori. Per individuare la struttura di un brano dobbiamo basarci sugli stessi criteri utilizzati per individuare le frasi e i periodi musicali: • Uguaglianza; • Differenza: • Somiglianza. Analizzando un brano con questi criteri possiamo individuare alcuni tipologie di forme musicali: • Le forme monopartite Costituite da un’unica sezione che si ripete uguale o variata. • Le forme bipartite Basate sul contrasto tra due parti diverse tra loro. • Le forme tripartite Presentano una struttura simmetrica che si basa sui criteri del contrasto e della ripetizione. • Le forme polifoniche Basate sulla sovrapposizione e intreccio di più linee melodiche. • Le forme libere Il compositore non utilizza più su schemi predefiniti ma segue liberamente la propria ispirazione musicale. • Le forme narrative La musica si prefigge di raccontare o illustrare qualcosa (un testo, una poesia, un quadro…). Forma musicale monopartita La forma monopartita è il tipo più semplice di struttura musicale. Prevede un unico periodo musicale che si ripete più volte. Un esempio di questa struttura lo troviamo in un particolare tipo di canzone chiamata “ballata”. La ballata è un canto narrativo suddiviso in strofe. Ad ogni strofa si ripete la stessa melodia con parole diverse. Un esempio è dato da: La “canzone di Marinella” di Fabrizio De’Andrè è formata da un unico periodo musicale che si ripete quasi uguale per tutte le otto strofe del brano. Tema e variazioni Forma musicale monopartita. Essa si basa sul principio della ripetizione variata. Si parte da un “tema”, cioè da una melodia in genere piuttosto semplice e orecchiabile. Il tema viene ripetuto più volte modificando ad ogni ripetizione uno o più aspetti musicali: • Ritmo • Melodia • Accompagnamento • Velocità • Dinamica • Timbri sonori In base al tipo e alla quantità degli elementi modificati il tema può trasformarsi fino a diventare irriconoscibile. La forma musicale bipartita La forma musicale bipartita presenta una struttura divisibile in due parti di carattere contrastante (A –B). Le “canzoni” della musica leggera, sono costruite (in genere) con una forma bipartita: la strofa e il ritornello. Molte danze del 1500/1600 sono strutturate in due parti: • L’allemanda • La giga • La gavotta • Il rigaudon La Suite Consiste in un insieme di brani strumentali la cui forma è bipartita monotematica. A volte può chiamarsi Partita o Ordre. I tempi fondamentali di una suite sono: ALLEMANDA: di origine tedesca, tempo a 2 o 4 tempi, velocità moderata; inizia in levare o comunque con una croma. CORRENTE: di origine francese, tempo a tre (3/4 oppure 3/2), velocità allegro;di solito inizia in levare con una figura di semicroma. SARABANDA: di origine spagnola o araba, tempo a 3 (3/4), velocità molto lenta;inizia sempre in battere. GIGA: è il pezzo conclusivo della suite e ha un carattere brillante, in tempi: ¾, 3/8, 6/8 oppure 12/8. Può cominciare in battere oppure in levare. Le forme musicali tripartite La forma musicale tripartita è una delle più usate dai compositori. Essa si basa su due tecniche fondamentali della composizione musicale: • La ripetizione (far sentire più volte lo stesso tema) • Il contrasto (affiancare due temi diversi tra loro) La struttura di questa forma è A – B – A • A = primo tema • B = secondo tema • A = ripetizione del primo tema Il minuetto Schema: A B (trio) A Il minuetto è un’antica danza francese in tempo ternario. Fu introdotta da Giambattista Lully alla corte del re Sole, Luigi XIV, nel XVII secolo. Ottenne fortuna in tutta Europa, diventando la danza più rappresentativa del 1700, sostituendosi alla Pavana e alla Ronda. La struttura del minuetto è rigorosamente simmetrica, come imponeva lo stile musicale dell’epoca. La forma è bitematica (con due temi principali) e tripartita (divisa in tre parti). La prima e terza parte erano suonate da tutta l’orchestra. La parte centrale è detta “trio” perché in origine era eseguita da tre soli strumenti (un fagotto e due oboi). Il minuetto era presente in quasi tutte le composizioni strumentali del periodo classico. Le prime sonate per pianoforte di Beethoven presentano il minuetto e prima di lui Haydn. Sul finire del ‘700 il minuetto viene progressivamente abbandonato e sostituito dallo “scherzo”. Lo scherzo (utilizzato per la prima volta da Beethoven) ha la stessa struttura formale del minuetto, ma un ritmo decisamente più vivace. Il rondò Schema: a b a c a d a Forma classica nata nella seconda metà del Settecento, deriva dal “rondeau”, un genere di canto utilizzato in Francia nel XIII secolo per accompagnare un tipi di ballo in tondo denominato 'ronde‘. Il rondò si basa su un tema principale detto “refrain” (ritornello) che viene ripetuto più volte. Al refrain vengono alternati altri temi, sempre nuovi, detti “couplets” (episodi). In genere il ritornello mantiene la tonalità iniziale, mentre gli episodi possono essere in tonalità diverse. La forma sonata Struttura bitematica (basata su due temi musicali) e tripartita (suddivisa in tre parti). I momenti della composizione sono: • Esposizione (vengono presentati i due temi musicali ); • Sviluppo (i temi sono elaborati, ampliati, approfonditi); • Ripresa (i due temi sono riproposti e giungono alla conclusione). La forma sonata è stata la più utilizzata soprattutto nel periodo classico come struttura per il primo movimento di quasi tutte le composizioni strumentali (sonata, duo, trio, quartetto, quintetto, concerto solista,sinfonia). La forma sonata veniva utilizzata, soprattutto nel periodo classico, come struttura per il primo (e a volte anche l’ultimo) tempo di quasi tutte le composizioni strumentali. In base al numero degli esecutori le composizioni strumentali assumevano le seguenti denominazioni: • Sonata (uno o due esecutori) • Duo, trio, quartetto, quintetto, sestetto, ecc. • Sinfonia (l’intera orchestra) • Concerto (dialogo tra uno o più solisti e l’orchestra) Ogni movimento era costruito seguendo uno schema formale diverso. Nel periodo classico una tipica composizione strumentale era strutturata nel seguente modo: • Primo tempo Allegro (in forma sonata) • Secondo tempo Andante o Adagio (in forma A - B – A) • Terzo tempo Minuetto (sostituito poi dallo “scherzo”) • Quarto tempo Allegro (in forma sonata o in forma di rondò) Il concerto è una composizione musicale che prevede uno o più strumenti solisti accompagnati dall'orchestra, in gran voga nel periodo classico e fino ai nostri giorni. Il concerto, come la maggior parte delle forme musicali, nasce in Italia, come derivazione diretta di alcune forme musicali. In origine, le prime forme strumentali erano definite Canzoni da Sonare, ed erano composizioni in stile polifonico destinate all'organo e provenienti dalle antiche forme vocali. Come dalla Suite si passò alla Sonata da Camera, così dalle Canzoni da Sonare nacque la Sonata da chiesa. La Sonata da chiesa nasce verso la fine del Cinquecento, nell'ambito delle "cappelle strumentali" ecclesiastiche che si andavano sviluppando accanto a quelle prettamente vocali. Questa esigenza nacque con l'idea di dare maggiore solennità alle pratiche del culto, contribuendo allo sviluppo della musica strumentale: in occasione di funzioni particolari, il normale organico degli esecutori veniva aumentato, offrendo ai compositori dell'epoca la possibilità di avvalersi di complessi numerosi. In origine era realizzata (come la Sonata da camera) per due violini e basso, ed era polifonica, e si caratterizzava per il numero e la definizione dei tempi: generalmente era costituita da tre movimenti, un Allegro, spesso preceduto da un Grave iniziale, un Adagio e un Vivace per finale. Nel momento in cui la Sonata da Chiesa si ampliò, con l'uso di strumenti raddoppiati (soprattutto strumenti a fiato) nei tempi vivaci, fu chiamata Sinfonia o indifferentemente Sonata. A questi due termini bisogna aggiungerne un terzo, Concerto grosso, che in realtà non era altro che un modo di eseguire la Sonata da chiesa dividendo la parte strumentale tra due gruppi di suonatori: il Concertino e il Concerto Grosso. Concertino e Concerto grosso Con il termine Concerto grosso si intende una forma musicale del periodo barocco italiano, basata sull'alternanza tra movimenti lenti e veloci, ma caratteristica per il suo organico strumentale, suddiviso in due sezioni, di diversa consistenza: il Concertino e il Concerto grosso o Tutti. La prima è composta di norma, come nella sonata a tre, da due violini e un violoncello come basso; la seconda da vari strumenti ad arco in uso all'epoca (violini, viole, violoncelli, talora una viola di basso o un contrabbasso), e dallo strumento a tastiera che realizza il basso continuo. L'andamento del concerto grosso è basato sulle due sezioni strumentali, che alternano frasi ed episodi musicali come in un dialogo: il Concertino proporre un tema che i Tutti variano o sviluppano, creando il tipico effetto di alternanza dinamica tra piano e forte. Nel concerto grosso, i due violini del Concertino si trovavano in condizione di pari dignità, limitandosi a duettare tra loro; ma col tempo il primo violino prende il sopravvento, anche grazie al rafforzamento tecnico dello strumento, trasformandosi in una vera e propria parte solistica, contrapposta al Tutti, e dando vita al Concerto a solo. Quest'ultimo rappresenta l'embrione del concerto vero e proprio, quello, cioè, basato sul dialogo tra uno strumento solista e un complesso strumentale, generalmente l'orchestra. Tra i primi concerti grossi ricordiamo le sonate di viole di Alessandro Stradella, le sonate che formano la raccolta Armonico Tributo di Georg Muffat (1682), a loro volta ispirati dai concerti grossi di Arcangelo Corelli (che però verranno pubblicati solo nel 1712), di Tomaso Albinoni, che sembra abbia ispirato Bach per il suo Concerto brandeburghese n. 3. Il Concerto Barocco La forma musicale del concerto grosso è stata portata alla sua massima espressione da compositori come Arcangelo Corelli, Giuseppe Torelli, Tomaso Albinoni e Georg Friedrich Händel. Anche Alessandro Stradella aveva adottato poco tempo prima il sistema del "grosso" e del "concertino", sia in alcuni dei suoi numerosi concerti, sia, soprattutto, in alcune pagine dell'Oratorio San Giovanni Battista, in cui l'accompagnamento di intere arie è appunto sostenuto dalle combinazioni contrappuntistiche create dalla contrapposizione tra le due parti strumentali. In particolare, il Concerto grosso si affermò soprattutto a Venezia con Antonio Vivaldi acquistò. La produzione di Vivaldi, fu presa a modello per molto tempo in Italia e fuori: lo stesso Johann Sebastian Bach, lo studiò in maniera approfondita, riprendendone la struttura nel suo Concerto nello stile italiano, col quale probabilmente voleva rendere omaggio al compositore italiano. Con Giambattista Viotti, infine, il "concerto" inteso nella forma antica e quindi come derivazione diretta della Sonata da Chiesa, raggiunge il massimo sviluppo. La Sinfonia I movimenti della sinfonia classica sono generalmente quattro: . "Allegro", strutturato nella forma-sonata, spesso preceduto da una breve introduzione in tempo lento. . Un movimento lento, la cui struttura puo variare: Romanza, tema e variazioni, rondò... . "Minuetto", in genere il movimento piu breve della sinfonia. A partire da Beethoven esso viene sempre piu spesso sostituito da uno scherzo. . Un movimento rapido, in forma-sonata o di rondò. Il primo e l'ultimo movimento sono quasi sempre nella stessa tonalità, mentre per i movimenti centrali cambia: si passa alla dominante, alla sottodominante oppure alla relativa maggiore o minore. Le eccezioni a questo schema diventano sempre piu frequenti a partire da Beethoven, ma comunque è un riferimento importante fino alla metà del XX secolo, come ci dimostrano Mahler, Prokofiev e Shostakovic. La strumentazione si accresce e diventa più variegata nei timbri: L'orchestra classica, formata da archi, legni, corni, e timpani, viene arricchita, a partire dalle ultime opere di Haydn, con le trombe e sucessivamente dai clarinetti. Con l'opera lirica si inseriscono altri strumenti: il corno inglese, il controfagotto, gli ottoni più gravi e l'arpa. Beethoven ci ha lasciato il primo esempio di sinfonia corale (la Nona Sinfonia), che sarà seguito più volte nel corso della storia della musica. Oltre alla varietà timbrica, anche il numero di elementi dell'orchestra sinfonica, in particolare nella sezione degli archi, si accresce rapidamente in epoca romantica, passando dalle poche decine delle sinfonie di Mozart e Haydn ai circa cento elementi dell'ultimo Beethoven, per giungere alle colossali orchestre previste dalle sinfonie tardoromantiche. Anche il Concerto si evolve di pari passo alla Sinfonia. Lostrumento solista del concerto è il violino: sono pochi i casi in cui il clavicembalo appare come strumento di primo piano, nonostante all'epoca fosse molto amato. Il clavicembalo fu impiegato per la prima volta, in qualità di solista, nei Concerti di Johann Sebastian Bach, il quale, soprattutto con il Concerto in re minore BWV1063 concepito per tre clavicembali, affidando ai solisti un ruolo preminente. Le forme polifoniche Un brano musicale è “polifonico” quando sono presenti due o più melodie (chiamate “voci”) che si sovrappongono e si intrecciano senza alcun accompagnamento. La sovrapposizione delle melodie non può naturalmente avvenire in modo casuale ma segue delle regole compositive molto complesse. Uno dei principi fondamentali che stanno alla base della polifonia è il principio dell’imitazione che si presenta in tre modi: • Per moto retto Una voce propone un tema e gli altri strumenti “entrano” successivamente a intervalli prestabiliti “imitando” lo stesso tema. • Per moto contrario ( o a specchio) Una seconda voce esegue una linea melodica capovolgendo gli intervalli della prima voce. • Per moto retrogrado La seconda voce esegue la melodia partendo dall’ultima nota e procedendo all’indietro. Le principali forme polifoniche sono: • Il canone: una forma polifonica basata sul principio dell’imitazione. Può essere realizzato da due o più parti vocali o strumentali che a turno propongono la stessa melodia. Il canone può essere di due specie: • Canone infinito (o perpetuo) L’imitazione ricomincia sempre da capo (per un numero di volte a piacere) e termina con le voci che si arrestano l’una dopo l’altra in ordine inverso rispetto all’inizio. • Canone finito L’imitazione si arresta con una o più battute conclusive. • L’invenzione Forma strumentale polifonica che si basa sul principio dell’imitazione. A differenza del canone, le voci non si limitano a ripetere il tema ma lo possono variare e sviluppare in vari modi. La forma dell’invenzione è stata sviluppata e utilizzata da Johann Sebastian Bach (1685 – 1750) nelle due serie di 15 invenzioni, a due e tre voci per clavicembalo. In questi brani la polifonia non si sviluppa tra strumenti diversi ma attraverso la possibilità del clavicembalo di eseguire più suoni contemporaneamente. • La fuga Forma polifonica più rigorosa e impegnativa. Può avere un numero variabile di voci, generalmente da due a quattro. Le parti che la costituiscono sono: • Il soggetto (o tema) esposto all’entrata di ogni voce. • Il controsoggetto, un nuovo tema che segue immediatamente il soggetto: in una fuga possono esserci più controsoggetti. • La risposta, l’imitazione del soggetto eseguita da una seconda voce nella tonalità di dominante. • I divertimenti (o episodi), basati su frammenti del soggetto o del controsoggetto: sviluppati liberamente. • Lo stretto, episodio nel quale i temi vengono eseguiti in modo ravvicinato (più stretti) creando l’impressione di un inseguimento. Le forme libere Nel romanticismo (XIX secolo) i compositori abbandonano progressivamente le strutture formali che avevano caratterizzato la musica del periodo classico. Nascono nuove forme musicali “libere” cioè completamente svincolate da schemi prestabiliti. Il compositore romantico desidera esprimere in musica la sua realtà umana, fatta di sentimenti, speranze e ideali. Per questo motivo egli lascia che la forma si sviluppi liberamente, senza preoccuparsi di stabilire a priori il tipo di struttura da utilizzare. Le principali composizioni basate su forme libere sono: • L’improvviso • La fantasia • Il notturno • Il foglio d’album • La rapsodia Le forme narrative La musica è un linguaggio che descrive, narra, suscita emozioni e sentimenti; si chiam musica narrativa. individuiamo tre tipi: • La musica descrittiva il compositore cerca di descrivere con i suoni delle immagini reali (il canto degli uccelli, il sibilo del vento, lo scoscio della pioggia, il boato del tuono, ecc.). • La musica a programma il compositore segue una trama prefissata (un “programma”) come una storia, il racconto di un viaggio, il commento di un brano poetico, la rappresentazione di un dipinto, ecc. • La musica pura o “assoluta” in netto contrasto con gli altri generi, non racconta niente altro che se stessa. Deve essere ascolta e goduta seguendo il suo svolgimento come un puro gioco sonoro. Quando un artista si serve della musica per raccontare o descrivere qualcosa in genere non si preoccupa della forma che assumerà la sua composizione. La musica si svolge liberamente per potersi adattare agli “episodi” o alle immagini che deve raccontare o descrivere. Queste forme “narrative” presentano quasi sempre uno svolgimento privo di interruzioni, in un solo movimento. Come le altre forme musicali “libere” anche le forme narrative nascono nel periodo del romanticismo e si sviluppano per tutto il XIX e il XX secolo. La più celebre forma musicale narrativa è il poema sinfonico, un genere di musica orchestrale ispirato ad argomenti letterari, poetici, storici, pittorici e anche autobiografici. L’inventore del poema sinfonico è stato il compositore ungherese Franz Listz. Altre forme narrative sono: • Il quadro sinfonico brano musicale di genere descrittivo e pittorico. • Lo schizzo sinfonico più breve e conciso nello svolgimento dei temi. • La fiaba sinfonica composizione a contenuto favolistico con voce recitante. • Lo scherzo sinfonico ispirato a storie o personaggi divertenti. A CURA DEL Prof. PIERO CARLO MALANDRA