Alle radici del rock
percorso musicale didattico del prof. P.C. Malandra
Con questo viaggio immaginario attraverso alcuni, non tutti, gli stili e gli
artisti della musica popolare contemporanea vogliamo aiutarci anzitutto
a capire da quale humus nasce la musica che ascoltiamo tutti i giorni,
spesso senza renderci conto che essa viene fuori da una storia che ormai
è piuttosto lunga e complicata, e che senza questo terreno fertile di
invenzioni e rielaborazioni che ha caratterizzato gli ultimi decenni, la
canzone che tanto ci affascina non sarebbe neanche nata.
LO SPIRITUAL
Incominciamo il nostro cammino attraverso la musica popolare
contemporanea dallo spiritual, anche se non è certamente nato in
questo secolo.
Lo spiritual era infatti la musica dei negri americani durante il periodo del
loro massimo sfruttamento nelle piantagioni di cotone della Georgia,
dell’ Alabama, della Louisiana e della Virginia. Contaminando la musica
ritmica di provenienza africana con quella corale europea, nacquero
canti che esprimevano tutta la speranza di liberazione dei negri, non sulla
terra, ma dopo la morte, in un paradiso in cui "i santi marciano insieme".
Lo spiritual ha, però, notevolmente influenzato lo sviluppo della musica di
questo secolo, e prova ne è il fatto che questo brano è entrato nel
repertorio di Louis Armstrong, uno dei più espressivi e instancabili alfieri
della musica jazz. "When the saints go marchin’ in"
WHEN THE SAINTS GO MARCHIN’ IN
Oh, when the saints go marchin’ in
oh, when the saints go marchin’ in
oh, Lord I want to be in that number
oh, when the saints go marchin’ in
Oh, when the moon begins to shine
oh, when the moon begins to shine
oh, Lord I want to be in that number
oh, when the moon begins to shine
LA MUSICA BLUES
Verso la fine del secolo scorso, a fianco dello spiritual, sorge una musica
monodica, non più corale, di stampo profano e non più religioso, che
prende il nome da alcuni diavoletti e spiritelli maligni che angustiavano il
peccatore, secondo la immaginazione dei puritani inglesi del XVII secolo.
Avere i "blues", per i negri americani, significò quindi essere posseduti da
una strana e profondissima malinconia, come i cantori di quella nuova e
struggente musica, chiamata appunto "blues". Lo scopo di questa
musica era inizialmente quello di accompagnare il racconto delle
esperienze personali, spesso ricche di sofferenza e sopraffazione, con
l’utilizzo dei poveri strumenti che ci si poteva permettere: la voce da sola
o, al massimo, accompagnata con un’armonica a bocca e una
chitarra.
Il blues ha così inaugurato uno stile espressivo nuovo, meno melodico e
meno legato alle esperienze musicali europee. La romanza aveva
sempre avuto come base la scala maggiore o minore di stampo
classico. La canzone contemporanea conosce invece alcuni intervalli, in
particolar modo quello di settima e anche una certa ambiguità tra il
tono maggiore e minore, che provengono dall’ esperienza blues o jazz, in
cui spesso c’è una melodia in tono minore con un accompagnamento in
tonalità maggiore. Questo blues, scritto da Willie Dixon per Muddy
Waters, pur elaborato in un’epoca in cui il blues era già dotato di mezzi
più sofisticati, è un classico esempio dell’intensità e della novità di questo
genere: "Hoochie Coochie man" di Willie Dixon
LA MUSICA SOUL
Dalla fusione del blues elettrico sviluppato a Chicago e Memphis e di
alcuni caratteri della musica gospel, alcuni artisti negri, spesso appunto
provenienti da esperienze gospel, diventano gli acclamati talenti di una
musica basata su ritmo trascinante, virtuosismi vocali, cori e fiati in
sottofondo. Sono gli anni cinquanta e, soprattutto, sessanta, anni in cui i
negri rivendicano in modo sempre più convinto i diritti. Negl0i anni
settanta, poi, la musica soul esce dai confini americani per imporsi in
tutto il mondo. È la cosiddetta "explosion of soul" e la musica diventerà
sempre più ballabile e perderà la sua matrice nera. Otis Redding, morto
tragicamente in un incidente aereo mentre era all’apice del successo, è
l’autore di questa canzone, poi interpretata magistralmente da Aretha
Franklin, anche nel recentissimo film "Blues Brothers 2000": "Respect" di Otis
Redding
IL ROCK’N’ ROLL
Alcuni artisti bianchi, e primo fra tutti Elvis Presley, seppero sfruttare la
carica ritmica proveniente dalla musica nero-americana, inventando il
fenomeno famosissimo del rock’n’roll. La maggior parte dei brani più
scatenati e famosi si basava su un giro tipicamente "blues" di 12 battute,
anche se la melanconia originaria del blues era completamente
scomparsa. Con il rock’n’roll l’industria discografica ebbe una diffusione
straordinaria, non solo negli Stati Uniti: stava quindi per nascere un
linguaggio musicale universale che avrebbe coinvolto le generazioni
giovanili presenti e future. "Blue suede shoes" di Elvis Presley
I BEATLES
Nel frattempo negli scantinati di Liverpool quattro ragazzetti dalla
formazione musicale eterogenea, anche classica, ponevano le basi di un
rock più europeo e moderno, in grado di esprimere sentimenti più
variegati e profondi, come l’accorata richiesta di aiuto della prossima
canzone: "Help" dei Beatles.
LA MUSICA COUNTRY
Il corrispettivo "bianco" del blues è la musica country, cioè la musica di
campagna. Una musica semplice, orecchiabile e molto ballabile, che
quindi assomiglia un po’ a quello che per noi è il "liscio". Tuttavia anche in
questa musica si segnalano esperienze significative, come quella di John
Denver, il cantore dei paradisi incontaminati, della natura ancora non
sconvolta e delle "strade di campagna". "Country roads" di John Denver.
BOB DYLAN
Negli anni sessanta i giovani esprimono un desiderio di forte
cambiamento nei confronti della società consumistica e propongono un
diverso modo di rapportarsi, non più legato agli schemi convenzionali. È il
momento della vita sulla strada, "on the road", della convivenza e delle
esperienze comunitarie dei "figli dei fiori", ma anche della ricerca di
emozioni sempre più forti, che porterà anche alla diffusione delle
sostanze stupefacenti. Uno dei portavoce più significativi di questa "beat
generation" è senz’altro Bob Dylan. Formatosi alla scuola di Woodie
Guthrie, grande menestrello del canto popolare nordamericano della
prima metà del nostro secolo, Dylan riuscì ad esprimere nelle sue
canzoni, talvolta brevi testi poetici e più spesso lunghe e affascinanti
narrazioni, il desiderio di rimanere sempre giovani. "Forever young" di Bob
Dylan
SIMON AND GARFUNKEL
Negli stessi anni un timido e sognatore Paul Simon girava i locali della
costa orientale degli States con la sua inseparabile chitarra,
incominciando ad esprimere in modo semplice e poetico i sogni della
sua generazione. In coppia con l’amico di infanzia Art Garfunkel ha
creato brani molto suggestivi, fatti di armonie soffuse e raffinate, fino a
voler esprimere il suono del silenzio. "The sound of silence" Paul Simon and
Art Garfunkel
I PINK FLOYD
Un gruppo fondamentale per l’evoluzione della musica rock negli anni
settanta fu quello dei Pink Floyd, che crearono, più o meno come i
Genesis, delle vere e proprie sinfonie rock del tutto indipendenti dalla
rigida e schematizzata forma della canzone di tre-quattro minuti. Una
delle canzoni più intense di questo complesso esprime il desiderio che
Syd Barrett possa essere ancora con i suoi amici."Wish you were here" dei
Pink Floyd
I QUEEN
Un gruppo particolare è stato quello dei Queen, trasgressivo per le origini
e la formazione, paragonabile in questo a Renato Zero in Italia,
straordinario per la scoperta di nuove frontiere vocali e chitarristiche, è
andato di fatto esaurendosi dopo la morte per Aids del cantante-leader
Freddie Mercury, anche se recentemente riformatosi attorno all’estro
inesauribile del chitarrista Brian May. Anche questo gruppo ha dimostrato
una certa autonomia nei confronti degli schemi classici della canzone,
soprattutto in brani come Bohemian Rhapsody, ricco di cambiamenti di
timbro e di ritmo. Uno dei brani più "rockettari" dei Queen è invece "We
will rock you" che esaltava ancora di più le straordinarie doti vocali di
Freddie Mercury, accompagnato nel corso di tutta la canzone solo dalle
battutte del rullante e della grancassa. "We will rock you" dei Queen
I POLICE
Assimilabilli ai Queen per la grande estensione vocale del cantante, in
questo caso Sting, che poi intraprenderà una carriera da solista,
rappresentano una svolta notevole nell’evoluzione della musica rock
negli anni ottanta. Particolarissimo è il modo di usare il charleston da
parte del batterista del gruppo, e molto personali e profondi i testi delle
canzoni, espressione dei problemi e delle insoddisfazioni dei giovani
contemporanei. La vocazione ecologista e pacifista si approfondirà nella
successiva produzione di Sting. "Every breath you take" dei Police
THE GREEN DAY
Concludiamo il nostro viaggio con tre brani più recenti che testimoniano
la continuità dello stile rock anche negli anni ‘90, anche se con alcune
differenze a livello di strumentazione e di interpretazione. In questa
canzone del 1998, per esempio, sono evidenti i rimandi alla tradizione dei
folksingers che va da Bob Dylan a Bruce Springsteen. "Time of your life"
dei Green Day
THE RED HOT CHILI PEPPERS
Questo gruppo all’inizio ha avuto un successo scarso a causa del genere
musicale "funky" che non era apprezzato dalla massa, ma solo da un
gruppo ristretto di persone che amava una musica strumentalmente
difficile e abbastanza alternativa, come appunto il "funky". Inoltre la storia
dei "Red hot" è molto travagliata e complessa, a causa dei molti
problemi con droga e alcool. Una svolta molto importante è avvenuta
dopo la morte per overdose del primo chitarrista, Ille Slovack, a cui è
stata dedicata la canzone "Under the bridge", originalmente una poesia
scritta da Kiedis e poi musicata dal gruppo. Negli ultimi album, con
l’arrivo dell’ultimo chitarrista, Dave Navarro, il gruppo si è avvicinato ai
nuovi gusti ,generando una sorta di "funky-metal", nel quale la chitarra
distorta ha acquistato più importanza, sovrapponendosi alla complessa
base ritmica del basso. "Under the bridge" dei Red Hot Chili Peppers
AEROSMITH
Nella storia del rock rappresentano il ponte ideale tra i Rolling Stones e i
Guns’n’Roses. Legati agli Stones dalla passione per il vecchio blues e ai
Guns per la propensione al suono distorto delle due chitarre, che spesso
si intersecano fra loro in assoli melodici, gli Aerosmith sono una band
fondamentale per comprendere l’evoluzione dell’hard rock negli States.
Sesso, droga e rock’n’roll sono gli elementi essenziali di una formula
musicale alla base di brani duri e ballate elettriche che li hanno
catapultati ai vertici delle classifiche mondiali negli anni settanta. Chiuso
il decennio la band si prende un periodo di pausa dovuto alle condizioni
del cantante Steven Tyler e del chitarrista J. Perry, schiavi di alcool e
cocaina. Ripuliti i due leader del gruppo gli Aerosmith sono tornati alla
carica verso la metà degli anni ottanta. Hanno anche ottenuto una
nomination per l’oscar grazie al singolo "I don’t want to miss a thing",
parte della colonna sonora di "Armageddon". "I don’t want to miss a
thing" degli Aerosmith
Caratteristiche del Suono
ALTEZZA E HERTZ
Suono Acuto = Suono Alto (es. cinguettio dell’uccellino)
Suono Alto = Suono Basso (es. ruggito del leone)
L’altezza del suono dipende dalla frequenza cioè la quantità delle
vibrazioni di un corpo elastico in un secondo
L’Hertz è l’unità di misura dell’altezza
L’orecchio umano non può percepire tutti i suoni, possiede una soglia di
udibilità al di fuori della quale non percepisce alcun suono
Oltre i 20.000 Hz sono gli ULTRASUONI (emessi ad es. dai pipistrelli), sotto i
20 Hz sono gli INFRASUONI (emessi ad es. da alcuni pesci)
INTENSITA’ E AMPIEZZA
Il grado di intensità può variare da debolissimo (ad es. il pizzicare di una
corda) a fortissimo (ad es. sul tamburo) e dipende direttamente dalla
forza, minore o maggiore, che utilizziamo.
Un suono debole ha le onde di piccola ampiezza
Un suono forte ha le onde di grande ampiezza
L’intensità del suono si esprime in DECIBEL.
LA DURATA E IL RITMO
E’ possibile variare nel tempo la durata dei suoni e dei silenzi, che quindi
saranno:
brevissimo – breve – lungo – lunghissimo L’anima del ritmo è costituita dalle pulsazioni detta anche beat
= scansione regolare del ritmo(ad es. quando si battono le mani con
ritmo o ci si muove in discoteca seguendo tutti la stessa pulsazione.
IL TIMBRO
Ogni strumento ha la sua voce e il suo colore che lo caratterizza e lo
differenzia dagli altri questo è definito timbro.
Il timbro caratterizza anche i tre registri di ogni singolo strumento:
registro acuto
registro medio
registro grave
N. B.: il timbro è il parametro più complesso da definire, ma anche il più
affascinante e ricco di varianti.
Con l’esperienza è possibile distinguere uno strumento dall’altro
riconoscendone il timbro, ci vengono in aiuto i cinque sensi:
Udito: squillante, sordo
Vista: brillante, luminoso, scuro, chiaro
Tatto: ruvido, vellutato, liscio, duro
Gusto: aspro, dolce
Olfatto: penetrante, pungente
Debussy fu un musicista che risentì della grave condizione sociale causata dal conflitto della Prima
Guerra Mondiale. Egli, oltre ad essere colpito da un male oscuro ed incurabile, provò un forte
dolore per gli orrori della Prima Guerra Mondiale. Morì nel 1918.
Periodo musicale:
Il rinnovamento della musica francese fu contemporaneo a due
movimenti che rinnovarono la pittura e la poesia francese e diventarono
momenti importanti della cultura umanistica europea: l’Impressionismo e
il simbolismo. La concordanza storica e poetica di questi due movimenti
fu colta soprattutto da Debussy.
La vita:
Nacque nel 1862 a Saint-Germain-en Laye in Francia. All’età di 10 anni fu
ammesso al Conservatorio di Parigi. Fece rapidi progressi nello studio del
pianoforte, mostrò una irriducibile avversione all’armonia di scuola, portò
a termine con grande onore gli studi di composizione.
Mentre era ancora studente del Conservatorio, fu designato come
pianista per accompagnare nel 1880 una dama russa nei suoi viaggi
estivi in Europa. Risalgono in questo periodo le sue prime composizioni.
Nel 1884 vinse il Prix de Rome, ma i due anni in cui risiedette nella
capitale italiana, a Villa Medici, furono artisticamente improduttivi.
Decisivo per la sua maturazione fu invece il quinquennio successivo al
suo rientro a Parigi. In quegli anni avvennero molti fatti importanti per la
formazione della sua personalità artistica: approfondì la conoscenza di
Mussorgski,grande musicista della scuola nazionale russa; rimase
affascinato dalla musica di Giava, popolazione indigena indonesiana,
scoperta all’ Esposizione Universale del 1889; e definì meglio, dopo i due
viaggi a Bayreuth in Germania dove Wagner aveva edificato il suo
modello di teatro, i suo rapporti nei confronti della musica wagneriana.
Ma altrettanto importante fu la frequentazione di letterati, musicisti e pittori, soprattutto nel salotto
di Mallarmè, che aprì la sua sensibilità ai temi più generali dell’arte del suo tempo.
Cominciò a farsi conoscere come compositore dopo il 1890. Tappe
significative della sua affermazione furono il Prélude à l’ après-midi d’ une
faune (1894) e l’opera Pelléas et Melisande (1902), la cui stesura occupò
un decennio.
Egli rappresentava ormai la punta avanzata della musica francese ed era diventato il riconosciuto
leader del rinnovamento musicale. La mer e Iberia per orchestra; le due raccolte di Prélude e i 12
Etudes per pianoforte furono le principali creazioni nelle quali egli sviluppò il suo personalissimo
linguaggio.
L’opera:
Per il teatro
Pelléas et Mellisande, dramma lirico in 5 atti rappresentato all’
Opéra Comique nel 1902.
Le Martyre de Saint Sébastien, mistero danzato sui versi di Gabriele
D’Annunzio per soli, coro orchestra rappresentato al Téàtre du Châtelet
nel 1911.
Composizioni vocali
Printemps, le cantate giovanili per coro e orchestra
L’enfant prodigue per soli, coro e orchestra del 1884
Per orchestra
Prélude à l’ après-midi d’ une faune ispirato all’omonima egloga di
Mallarmé del 1894.
Iberia del 1908.
Per pianoforte
Deux Arabesques
La suite Bergamasque
Caratteristiche musicali:
L’arte di Debussy ebbe la sorte di percorrere molti orientamenti della
musica della metà del secolo scorso.
Fu un musicista intimamente lirico. Le sue melodie hanno un sapore
inedito perché utilizzò altri tipi di sonorità come ad esempio la scala
pentafonica (I 5 tasti neri del pianoforte suonati di seguito danno un
esempio di melodia cinese).
Il diavolo nella musica
Musica
Anche in musica il Diavolo è stata una figura inquietante ed affascinante allo stesso tempo. Persino
recentemente, cantautori rock, metal, punk, così come gruppi satanici (che, quindi, si ispirano e si
concentrano sulla figura diabolica!!), si dedicano a questo tema.
Il Mefistofele di Arrigo Boito, opera della fine del 1800;
Per quanto concerne l’opera di Arrigo Boito, ho pensato di scaricare dalla Rete il midi file e il
libretto (vedi floppy). Arrigo Boito fu un famoso compositore e critico musicale. La sua biografia
suscita notevole interesse, ma a mio parere è importante evidenziare che egli condivideva nelle sue
linee generali l’estetica Wagneriana (infatti si impegnò per il superamento delle convezioni
melodrammatiche e per l’acquisizione al teatro d’opera delle esperienze armoniche, timbriche e
ritmiche maturate in campo sinfonico) e che nel 1866 partecipò come volontario garibaldino alla
terza guerra d’indipendenza. Ciò è importante perché, di ritorno dalla guerra egli si dedicò alla
realizzazione delMefistofele, un’opera di vaste dimensioni intrisa di sinfonismo e lungi dall’essere
come il bel canto italiano. IlMefistofele trionfò a Milano e a Bologna; si tratta di un prologo, 4 atti e
un epilogo, su libretto dello stesso Boito. (Prologo: Mefistofele, basso, scommette col cielo di
portare all’inferno l’anima di Faust. Atto I: Presso la porta di Francoforte dove il popolo festeggia
la Pasqua, il vecchio Faust, tenore, che passeggia col suo discepolo Wagner, scorge un frate
dall’aspetto sinistro. Nella sua officina Faust è seguito dal frate che si svela per Mefistofele e si
offre di soddisfare ogni suo desiderio in cambio dell’anima. Faust accetta il patto col diavolo. Atto
II: Faust, ringiovanito, corteggia in un giardino Margherita, soprano, mentre Mefistofele intrattiene
la vecchia Marta, contralto. Margherita si lascia convincere a propinare un sonnifero alla madre pur
di trascorrere un’ora d’amore con Faust. L’uomo assiste a un sabba di streghe e rimane turbato dalla
visione di Margherita con il collo rigato di sangue. Atto III: Margherita è chiusa nel carcere per aver
avvelenato la madre e per aver soffocato il bambino nato dalla sua colpevole relazione con Faust.
Questo viene a liberarla, ma Margherita, pentita, respinge la sua offerta e invoca il perdono dal
Cielo. Atto IV: Presso il fiume Penejos si svolge il sabba classico. Faust ed Elena di Troia, soprano,
si amano simbolo della fusione tra lo spirito classico e quello romantico. Epilogo: Faust è di nuovo
nel suo laboratorio, stanco e deluso, ormai desidera la morte contro le lusinghe di Mefistofele
invoca Dio e si rifugia dietro il baluardo del vangelo.)
In tempi moderni, invece, possiamo trovare:
Mick Jagger sarebbe stato iniziato alla magia nera da Anita Pallemberg
e Marianne Faithfull ed avrebbe scritto canzoni come "Sympathy for the
Devil" (Simpatia per il diavolo), "To their Satanic Majesties" (Alle loro
maestà sataniche), "Invocation of my demon brothers" (Invocazione a
mio fratello il diavolo).
Ascoltando al contrario un verso in un brano dei "Led Zeppelin", che
recita "And the voices of those who stand lookin" (E le voci di quelli che in
piedi stanno aspettando), si sentirebbe la frase "I've got to live for Satan"
(Bisogna che io viva per Satana); un altro verso "There is still time to
change the road you are on" (E ora che tu prenda un'altra strada),
ascoltato al contrario diventerebbe "My sweet Satan, no other made
path" (Mio dolce Satana, nessun altro ha tracciato una strada).
Il nome del gruppo dei "Kiss" costituirebbe l’acronimo di "King in Satan
Service", cioè ministri di Satana.
I "Beatles"sarebbero stati tra i primi ad inserire nei loro brani messaggi
subliminali invocanti Satana. Ad esempio, ascoltando al contrario una
frase contenuta nel pezzo "Revolution n. 9", si sentirebbe la frase "Turn me
on dead man" ossia "Eccitami uomo morto" (il morto sarebbe Gesù);
inoltre, alla fine della canzone "Strawberry Fields" si sentirebbe la voce di
John Lennon che sussurra "I buried Paul" (Ho seppellito Paul). Secondo i
sostenitori di questa voce, di fatto Paul sarebbe morto nel 1966 in un
incidente stradale e sostituito da una controfigura in tutte le successive
apparizioni in pubblico.
Molte copertine dei dischi dei "Black Sabbath" nasconderebbero in
qualche angolo il numero 666, simbolo dell'anticristo.
Nel disco "Stained Class", i "Judas Priest" istigherebbero i giovani al
suicidio.
Il nome degli "AC/DC" starebbe a significare "Anti-Christ/Death to Christ"
(anticristo e morte a Cristo), e molti dei loro pezzi parlano dell'inferno.
Marilyn Manson
Brian Warner nasce a Canton, nell'Ohio il 5 gennaio 1969 da padre Hugh Warner e madre Barb
Wyer.
Fin dall'infanzia Brian ha avuto una vita piuttosto strana e movimentata, come dimostrano alcuni
episodi: Brian stava spesso a casa dei nonni paterni e, assieme a suo cugino Chad ha avuto
occasione di spiare piu' volte il suo pervertito nonno, Jack, facendo cosi' il primo passo verso la
trasformazione da sfigato ragazzo brufoloso, a rockstar di livello internazionale.
Data la sua passione per la professione di detective, il piccolo Brian inizio' per caso a "indagare"
sulla vita di suo nonno, scoprendo pian piano cose del tipo riviste zoo-pornografiche, falli finti,
filmini a luci rosse, biancheria intima da donna e un sacco di altri aggeggi usati dal vecchio.
Tutto questo incuriosi' molto Brian, anche perche' contrastava moltissimo con lo stile di vita dei
Warner, famiglia molto cattolica (o meglio, episcopaliana)e piena di tabu', che iscrisse per un certo
periodo di tempo il figlio a una scuola cristiana.
Alla scuola cristiana tutto era proibito (perfino i dolci!!!), e vigevano delle strane regole di
comportamento riguardo al modo di vestire, al fatto di tenere gli armadietti senza lucchetto e infine
riguardo alla musica.
Come se non bastasse, i professori erano parecchio paranoici verso Satana, lo vedevano dappertutto
e terrorizzando gli studenti dicendo loro che la bestia li avrebbe marcati tutti, se non avessero
seguito la parola di Dio e, forse per dimostrare che la bestia era fra loro, facevano ascoltare dischi al
contrario, trovando nei testi frasi del tipo "my sweet satan" in varie canzoni di cantanti tipo Queen o
David Bowie. Questi e tanti altri piccoli episodi fecero odiare a Brian la scuola cristiana, per questo
egli prima chiese ai genitori di essere trasferito, poi, ricevuto un secco no, decise di farsi espellere.
Comincio' cosi' a spacciare dolci e produrre un giornalino pseudo-pornografico-satirico, ma tutto
quello che ottenne da queste "bravate" fu solo qualche giorno di sospensione.
Brian non si arrese ed escogito' una trasgressione ancora piu' pesante (per quella scuola): inizio' a
produrre e vendere a prezzi assurdi nastri con canzoni di rock, preferibilmente satanico, che poi
rubava (gli armadietti non avevano serratura, ndr) e rivendeva. Anche per questo episodio ci fu solo
una sospensione.
Brian capi' cosi' che non lo avrebbero mai espulso, dato che era uno dei pochi che poteva
permettersi di pagare per intero la retta scolastica.
Infine pero' riusci' a convincere i genitori a mandarlo alla scuola pubblica, proprio mentre tutta la
famiglia si trasferiva in Florida, a Fort Lauderdale.
I primi tempi di scuola pubblica non furono bellissimi, finche' Brian non conobbe John Crowell che
lo inizio' alla droga e all'occultismo: John infatti invito' a casa sua Brian e li, assieme al fratello
comincio' a fargli provare prima l'erba e poi vari intrugli di alcool e droga, fino a farlo vomitare.
Ripresosi, Brian fu guidato da John verso il luogo dove suo fratello "vendeva" l'anima al diavolo,
incrementando ancor di piu' la cultura satanica.
In seguito Brian comincio' a fare il giornalista per piccole riviste e fu cosi' che vide per la prima
volta Trent Reznor dei Nine Inch Nails, che sarebbe poi diventato il capo della sua casa
discografica.
Finalmente, verso il 1990 Brian fondo' i "Marilyn Manson and the Spooky Kids", che agli inizi
giro' moltissimi membri tra cui i piu' importnti furono Daisy Berkowitz (Scott Putesky) e Madonna
Wayne Gacy, o piu' semplicemente Pogo (Stephen).
Il nome d'arte "Marilyn Manson" deriva dall'unione contrastante di Marilyn Monroe e Charles
Manson.
Piu' tardi si infilo' nel gruppo una ragazza di nome Nancy che creo' molti problemi a Brian:
all'inizio fu tutto quasi normale, Nancy prendeva parte allo show, nel quale veniva talvolta
picchiata, altre volte incatenata o frustata, finche' Nancy non si innamoro' di Brian e lo perseguito'
fino al punto di metterlo in trappola: i due passarono la notte insieme, litigando poi coi rispettivi
partner, cosi' Brian decise di interrompere il rapporto con Nancy, sia quello privato che quello
professionale; a quel punto Nancy si scateno' cancellando le date della band e compiendo telefonate
isteriche. Aveva a tal punto esaurito Brian che questo, assieme a Pogo, decise di ucciderla.
E ci sarebbe riuscito se un barbone non lo avesse fermato e, tentando di vendergli della droga, gli
avesse impedito di compiere l'omicidio.
In seguito la band accorcio' il nome (semplicemente "Marilyn Manson"), ma i problemi
continuarono con altri membri: Brad era un eroinomane e tutti si lamentavano di lui, Brian gli fece
da balia per un po', finche', dopo innumerevoli promesse di smettere con l'eroina, non decise di
cacciarlo e abbandonarlo al suo destino.
Il primo album dei Marilyn Manson fu "Portrait of an American Family": all'inizio fu un
disastro, dato che il tizio con cui stavano lavorando, Roli Mossiman, cercava di far diventare i M.M.
una band pop, fu cosi' che Brian si rivolse a Trent Reznor per ri-registrare l'album.
Vennero fuori ancora casini: prima perche' il pezzo "My Monkey" che compariva nell'album era
in parte di Charles Manson, e questo fece irritare molto l'associazione delle vittime (alla fine pero' la
canzone usci' lo stesso); poi per la presenza nel libretto che accompagna l'album di una foto di Brian
da bambino, sdraiato su una poltrona, nudo.
La foto era considerata pornografia infantile e, per evitare strascichi legali, non fu mai pubblicata.
Ancor prima dell'uscita dell'album comincio' il tour con i Nine Inch Nails e le Hole di Courtney
Love: fu durante un tour con i NIN che Brian comincio' a farsi di coca, offerta "gentilmente" da uno
strano hippie brufoloso dai capelli grigi: un altro passo era stato compiuto verso la trasformazione.
Un incontro importantissimo per la vita di Brian avvenne nel 1994 quando incontro' Anton Szandor
La Vey, leader e fondatore della chiesa di Satana.
Con lui Brian capi' molte cose, come per esempio la vera filosofia del satanismo: "Il diavolo non
esiste, il satanismo e' l'adorazione di se stessi".
Con La Vey nacque anche uno dei soprannomi di Brian: reverendo.
La Vey, dopo aver conosciuto abbastanza nei dettagli Brian, decise di regalargli la tessera della
chiesa di Satana e di nominarlo reverendo della medesima chiesa.
"Antichrist Superstar", il secondo album, fu il successivo passo della band.
All'inizio, come al solito, fu un disastro.
Si registrava a casa di Trent Reznor, o meglio, si sarebbe dovuto registrare, visto che tutti
pensavano a tutto tranne che all'album: c'era chi tirava di coca (Manson e
Twiggy), chi giocava alla playstation (Dave Ogilvie, il tecnico), chi stava
tirando su un personale harem (Ginger),chi non arrivava mai (Trent), chi pareva
non interessarsi assolutamente a quello che si stava facendo (Daisy). Ben presto
pero' la situazione da inattiva divento' distruttiva: drum machine gettate dalla
finestra, stereo messi nel microonde, muri bucati o danneggiati.
Manson si sentiva a disagio perche' tutto sommato era l'unico a voler lavorare
almeno un po' e si sentiva come un padre che vuol far fare i compiti ai figli.
Qualche tempo dopo, in preda alla piu' totale depressione, si decise di licenziare
Dave, mentre oramai tutti facevano quello che volevano.
Fu a questo punto che Brian decise di smettere con la droga e dedicarsi completamente all'album da
solo.
Le uscite discografiche successive sono: l'album "Mechanical Animals" del 1998, l'album
live "The Last Tour On Earth" del 1999 e la videocassetta "God Is In The TV" sempre del
1999.
A proposito dell'album live "The Last Tour On Earth" si dice che Marilyn Manson lo abbia fatto per
"ripagare" i suoi fans americani che hanno visto annullati un sacco di concerti a causa della strage
di Littleton (morirono 15 studenti, uccisi a colpi di mitra da due - si dice - fans del reverendo).
STORIA DELLA MUSICA
A cura di Piero Carlo Malandra
LE ORIGINI DELLA MUSICA
Gli uomini primitivi sicuramente non ignoravano i suoni e comunque producevano musica. E'
propabile che si sia sviluppata nelle comunità preistoriche insieme con il linguaggio. Per
amplificare la voce e mandare richiami a distanza, gli uomini primitivi si servivano di grandi
conchiglie o di trombe fatte di scorza d'albero, che furono dunque i primi strumenti a fiato. Oppure
battevano su tronchi d'albero o pelli tese sopra un recipiente vuoto, insomma sui primi strumenti a
percussione. Anche la natura offre suoni significativi, che possono essere modulati o fragorosi:
basta pensare al canto soave dell'usignolo o, al contrario, ai rumori improvvisi e terrificanti della
tempesta, con il vento che sibila tra gli alberi, la pioggia che scroscia sulla terra e il tuono che
squarcia il cielo. Gli uomini primitivi, attenti ai fenomeni naturali e intimoriti dal fatto di non poterli
controllare consideravano questi suoni come voci divine, e ben presto la musica venne ad avere una
parte importante nei riti magici e religiosi delle comunità umane. Con i flauti fatti di canne più o
meno lunghe si potevano emettere suoni simili al cinguettare degli uccelli, con i tamburi e i gong si
imitavano i suoni più profondi o squillanti. Quando tuttavia parliamo di musica, intendiamo non
solo l'emissione di suoni con la voce e gli strumenti, ma anche una qualche loro organizzazione.
Può bastare un suono soltanto per avere della musica, ma ripetuto seguendo un "ritmo".
Per quanto diversi siano i risultati presso i differenti popoli e le differenti culture, è certo che la
musica ha accompagnato l'uomo in ogni tipo di società. Essa è una componente fondamentale dello
spirito umano e un'esigenza insopprimibile. Prima di nascere, ciascuno di noi vive lunghi mesi nel
grembo materno e ogni attimo è scandito dal ritmo del cuore della mamma.
Anche nella nostra preistoria personale, dunque, c'è la musica.
La musica nelle civiltà del passato.
Presso i popoli più antichi la musica veniva utilizzata prevalentemente nell'ambito di cerimonie
religiose.
In Egitto, per esempio, i sacerdoti si tramandavano musiche sacre per accompagnare riti magici o
propiziatori. Gli Egizi cantavano e danzavano accompagnandosi con arpe, flauti, cimbali durante le
processioni destinate al culto pubblico. La musica era considerata un dono prezioso degli dei, fonte
magica di letizia e di serenità.
Gli Ebrei attribuivano al canto un'enorme importanza nel campo spirituale. Sotto il regno di Davide
le cerimonie erano imponenti e ad esse prendevano parte migliaia di coristi che accompagnavano il
loro canto con gli strumenti musicali che Davide stesso aveva fatto costruire. L'esperienza musicale
ebraica, attraverso la produzione di salmi, crea di fatto le basi di quello che diventerà il canto
gregoriano.
I Cinesi costruirono diversi tipi di strumenti: timpani, tamburi, campane, flauti, liuti. Caratteristico
è il king formato da pietre sonore fissate a un telaio di legno, percosse mediante martelletti.
Gli Indiani coltivarono la musica fin dai tempi più antichi. Ebbero una musica religiosa e una
profana destinata ad allietare i banchetti, per accompagnare le danze o le rappresentazioni teatrali.
Tra i vari strumenti indiani (tam-tam, flauti, oboi, trombe) tipici sono la vina, caratteristico
strumento a corde munito di due casse armoniche formate da zucche vuote e inoltre la ravanastra, il
sarangi, il sitar, strumenti ad arco che si possono considerare i progenitori del violino.
In Grecia la musica era considerata uno dei mezzi più efficaci per l'educazione morale e
intellettuale dei cittadini e faceva parte perciò dell'insegnamento scolastico. Gli strumenti nazionali
con i quali si accompagnavano il canto dei poeti e i cori delle tragedie greche furono: la lyra,
formata da un guscio di testuggine che recava alcune corde di budello tese sulla sua cavità , e
l'aulòs, una sorta di flauto a doppia canna. Della musica su cui venivano cantate le diverse
composizioni ci è giunto pochissimo: fra gli esempi più belli, due inni di Delfi risalenti al II secolo
a. C. Furono i fondatori della tragedia, forma teatrale da cui deriverà la moderna opera lirica.
Anche nell'antica Roma la musica ebbe una importante funzione, soprattutto quale
accompagnamento nelle feste religiose. I Romani non ebbero uno stile musicale proprio, ma
seppero piuttosto adattare, fondere e sviluppare gli stili delle diverse civiltà con le quali venivano a
contatto. La musica fu però utilizzata dai Romani per rallegrare riunioni e intrattenimenti familiari,
oppure per accompagnare le evoluzioni dei commedianti o per allietare i sontuosi festini dei patrizi.
Tipici strumenti romani furono la tuba e la buccina, usati esclusivamente a scopi militari per dare
segnali alle truppe, incitarle al combattimento o accompagnare imponenti marce trionfali.
CANTO GREGORIANO
Indica il canto cristiano in latino adottato dalla chiesa d'occidente e si contrappone a quello
bizantino in lingua greca adottato dalla chiesa d'oriente.
Durante l'impero romano, all'epoca di Erode, nacque Gesù e con lui il cristianesimo e il canto
cristiano o canto gregoriano.
Il canto gregoriano prende il nome da Papa Gregorio Magno (590-604) il quale decise di raccogliere
i canti nell'Antiphonarium. Il canto gregoriano delle origini è ignoto per mancanza di documenti
scritti e deriva da supposizioni. Si pensa che derivi dal rito ebraico e l'intonazione si basava su
forme melodiche tradizionali il cui ritmo era quello della parola, detto cantillazione. La
clandestinità dei religiosi faceva nascere molti varianti del rito.
L'editto di Tessalonica che impose la religione cristiana come la religione dell'Ipero cambiò la
situazione. La trasmissione dei canti avveniva oralmente per mezzo delle schole cantorum. Alla fine
del VI sec. Papa Gregorio Magno (590-604) raccolse i canti cristiani nell'Antiphonarium.
Nell'alto medioevo (dall'anno 476 all'anno 1000 circa) si sentì la necessità di mettere a punto una
forma di scrittura musicale che ricordasse agli esecutori come andava eseguito il canto.
Prima forma di scrittura:
I puntini e i segni sulle parole che ci sono sul testo sopra, sono i neumi, cioè le prime note.
Indicavano il rapporto ascendente o discendente fra gruppi di due o tre note. Successivamente sorse
la scrittura quadrata il primo esempio di scrittura musicale compiuta.
Guido d'Arezzo ideò il tetragramma che serviva per fissare la posizione delle note e quindi l'altezza.
Per il nome prese la prima sillaba di ogni versetto dell'Inno a San Giovanni e dopo le sistemò sul
rigo musicale.
Ut queant laxis
Resonare fibris
Mira gestorum
Famuli tuorum
Solve polluti
Labii reatum
Sancte Johannes
Traduzione: Affinchè i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni,
cancella il peccato, o Santo Giovanni, dalle loro labbra indegne.
La vera innovazione di Guido fu che le prime sillabe dell'Inno non servirono solo per dare un nome
alle note, ma anche a darne l'intonazione relativa, vale a dire il suono delle stesse.
Pensare che l'unica forma musicale fosse solo rappresentata dal canto gregoriano è sbagliato.
Esisteva una musica popolare strumentale e vocale ma considerata priva di importanza e indegna
di essere tramandata. Intorno all'anno mille nasce il dramma liturgico. Il suo intento principale era
di far rivivere i momenti più significativi della storia cristiana narrandoli, e successivamente
rappresentandoli, in una forma facilmente comprensibile dal popolo. In questo stesso periodo,
incominciò a prendere importanza il canto profano, vale a dire quello non cristiano.
CARMINA BURANA
E' una raccolta di composizioni goliardiche del XIII secolo, tramandata da un codice conservato a
Monaco nell'Abbazia di Benediktbeuren, in latino Bura Santi Benedicti, ed edita per la prima volta
nel 1847 da J. A. Schmeller. Sono 300 componimenti di cui 250 in latino e i rimanenti in tedesco e
lingua romanza. I temi più frequenti sono: i piaceri della vita e satira sociale che colpisce la
Chiesa, i nobili, le gerarchie militari anche aspetti del mondo contadino. La maggior parte dei
componimenti è anonima, gli autori erano probabilmente studenti poveri legati agli ambienti delle
Università .
A questi componimenti nel Novecento si è ispirato Carl Orff (compositore tedesco. Monaco 18951982), allestendo un'opera-balletto, eseguita per la prima volta a Francoforte nel 1937.
Nascita della Polifonia
In Francia, i trovatori al sud e i trovieri al nord, allietano le corti con
melodie celebranti l'amor cortese. Lo stesso faranno un po' più tardi in
Germania i Minnesanger. Fra le forme più importanti diffuse da trovatori e
trovieri si ricordano la chanson in Francia e i Lied in Germania.
Alla monodia si affianca la polifonia, cioè il canto a più voci.
La scuola Fiamminga (nata nelle Fiandre, una regione del Belgio)
dominerà il 1400, ponendo le basi della Armonia moderna, vale a dire
l'insieme di regole che governano la musica.
Ricordiamo Jacob Arcadelt e la sua celebre Ave Maria.
Il Cinquecento e il Seicento.
Il 1500 è detto il secolo del Rinascimento. La stampa ebbe un ruolo
fondamentale per la diffusione musicale. Il più grande compositore del
Cinquecento fu Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594.) Scrisse
esclusivamente musica sacra e per sole voci senza accompagnamento
strumentale (cori a cappella). Nel Cinquecento, l'organo è il protagonista
della nascita della musica strumentale. Il più importante organista fu
Girolamo Frescobaldi..
A Venezia e più precisamente nella Basilica di S. Marco si sviluppò un
repertorio sacro molto diverso perchè privilegiava composizioni nelle
quali alle voci si mescolavano strumenti che potevano essere ad
esempio i due organi della basilica. Le composizioni erano caratterizzate
da una particolare ricchezza sonora e fasto. Tra i principali maestri
ricordiamo Claudio Monteverdi il maestro del Melodramma (l'antenato
della moderna opera lirica). Il melodramma di Claudio Monteverdi (15671643) è frutto della ricerca stilistica concentrata su una maggior
aderenza della musica al senso del testo.
In ambito popolare due forme leggere come le canzonette e il balletto.
Gli strumenti principi dell'epoca sono: il clavicembalo, l'organo e il violino.
Arcangelo Corelli (1653-1713) è ritenuto il grande fondatore della
moderna tecnica violinistica. Antonio Vivaldi (1678-1742), oltre a
perfezionare la tecnica violinistica, compose più di cinquecento opere
strumentali: le più significative sono i concerti, che hanno il merito di aver
posto le basi strutturali del concerto moderno, dando rilievo alla parte
solistica e stabilendo la classica divisione in tre tempi (Allegro-AdagioAllegro).
Bach e Haendel. La vita musicale europea tra Seicento e prima metà
del Settecento gravita attorno alle grandi figure di Bach e di Haendel,
che incarnano splendidamente, sia nel carattere sia nella produzione,
l'ideale barocco a cui tutti i compositori del tempo fanno riferimento.
Johann Sebastian Bach (1685-1750), organista e clavicembalista di raro
valore, è uno dei più grandi compositori di tutti i tempi. Nell'arte perfetta
di Bach confluiscono tutte le esperienze precedenti, fondendosi in modo
mirabile: la tradizione polifonica, l'armonia, la moderna tonalità . Georg
Friedrich Haendel (1685-1759), autore di musica da camera e per organo
e di melodrammi, è noto soprattutto per uno dei suoi 23 oratori, il celebre
Messia.
Con Monteverdi era nato il melodramma, la più antica forma di "Opera
lirica"•, ma ad un secolo della sua nascita, c'era bisogno di rinnovarlo. Ci
pensò Christoph Willibald Gluck (1714-1787), spogliandolo di tutto ciò che
serviva da pretesto per una pura esibizione di virtuosismo e facendo sì
che musica e canto esprimessero invece i sentimenti e la vicenda che si
svolgeva sulla scena. A partire della seconda metà del Settecento si
assiste a un rinnovamento totale dei valori artistici barocchi che culmina
in quello che verrà definito periodo classico. Massimi esponenti di questa
nuova corrente musicale, caratterizzata dal trionfo della forma sonata e
della moderna sinfonia, sono Haydn e Mozart che più di altri
comprendono il bisogno di equilibrio artistico, inteso come supremo
ideale compositivo, e la necessità di riconquistare quelle regole fisse
spazzate via dagli sconvolgimenti barocchi. Franz Joseph Haydn (17321809) organizzò definitivamente la forma sonata: nelle numerose sinfonie,
sonate e quartetti vi sono le prime, compiute realizzazioni di questa
forma.
Classicismo e Ottocento
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). E' considerato il rappresentante
più geniale della seconda metà del Settecento e certo una delle
maggiori personalità della musica occidentale. Egli ha saputo unificare le
esperienze più diverse, dimostrandosi sensibile soprattutto all'influenza
della scuola italiana. Pronto ad accogliere i più diversi contributi, Mozart
sa assimilarli e rinnovarli in uno stile in cui domina una squisita perfezione,
unita a una segreta malinconia che si farà, col tempo, sempre più
struggente e drammatica. Mozart ha scritto, nella sua breve vita,
moltissime composizioni, dalle opere teatrali (come Nozze di Figaro, Don
Giovanni, Flauto magico) alle sinfonie, dalle musiche per danza ai
quartetti, dalla musica sacra alle sonate e concerti per pianoforte e per
violino.
L'età classico-romantica. Il Classicismo è dominato dall'ordine logico,
che di fatto aveva escluso dall'opera seria ogni intrusione buffa, il
comico deve trovare una propria forma di espressione. Nasce l'opera
buffa. I più alti rappresentanti sono: Pergolesi, Paisiello, Cimarosa e più
tardi in Gioacchino Rossini (1792-1868) di cui ricordiamo: Il Barbiere di
Siviglia, Guglielmo Tell, La gazza ladra, Cenerentola, L'Italiana in Algeri,
Mosè, Il viaggio a Reims. Contrariamente a quanto succede negli altri
Paesi europei, in Italia il passaggio fra Classicismo e Romanticismo non
avviene in modo secco e definito. Pionieri di questa rivoluzione sono
Cherubini e Clementi, che approfondisce in maniera sensazionale le
capacità espressive del pianoforte, strumento principe del
Romanticismo.
La rivoluzione di Beethoven. Erede del classicismo viennese di Haydn e
Mozart, fu Ludwig Van Beethoven (1770-1827)egli è allo stesso tempo
l'interprete appassionato di un'epoca di cambiamenti e di tensioni. I due
motivi fondamentali che Beethoven esprime nella sua musica sono il
dolore della vita e la tensione eroica intesa a superarlo. Di qui l'aspetto
drammatico che si riscontra in tante sue composizioni. Le innovazioni
beethoveniane, non solo tecniche ma anche stilistiche, concludono e
completano un'evoluzione che vede la musica, nella fattispecie la
sinfonia, diventare l'espressione più elevata di un rapporto, quello fra
musicista e uomo, ricco di contrasti e armonie. Ricordiamo il celebre
'Inno alla Gioia, finale corale della nona sinfonia: soprattutto un
grandissimo messaggio di pace e di fratellanza; con tale composizione
Beethoven volle formulare un aperto invito alla fratellanza universale: e
proprio per rendere tale messaggio il più chiaro possibile egli decise di far
cantare nel finale un testo del poeta tedesco a lui contemporaneo,
Friedrich von Schiller. L'ode "An die Freude (Alla Gioia)" è una lirica nella
quale la gioia è intesa non certo come semplice spensieratezza e
allegria, ma come risultato a cui l'uomo giunge quando si libera dal
male, dall'odio e dalla cattiveria. Proprio per questa esortazione alla
fraterna amicizia, la melodia su cui viene intonato questo Inno alla gioia,
è stata adottata come "Inno europeo".
E' stato proclamato dal Consiglio d'Europa nel 1972 e viene utilizzato
dall'Unione europea dal 1986.
La musica nell'Ottocento.
Il Romanticismo. Con Beethoven termina l'età classica, e si apre un
nuovo periodo dell'arte musicale, che partecipa agli ideali e allo spirito
del Romanticismo. Il musicista, si libera della sudditanza nei confronti dei
munifici signori, e conquista quella libertà che è uno dei segni distintivi
dell'arte moderna. La musica sinfonica e da camera rimangono
patrimonio dei ceti elevati, la musica operistica attira a sè grandi masse
popolari. Il melodramma diviene, specie in Italia, la forma di spettacolo
più diffusa e più amata (ricordiamo Gaetano Donizetti (1797-1848),
Vincenzo Bellini (1801-1835)). Nell'Ottocento si moltiplicano inoltre i luoghi
di divertimento (sale da ballo, cafè chantant) in cui la musica interviene
con le funzioni meno impegnative di divertire e di accompagnare la
danza. La musica "leggera" diviene un fenomeno pubblico e
commerciale, che avrà ancor più rilevanza nel Novecento, anche per la
progressiva funzione che assumeranno nel secolo XX la radio e la
televisione. Ricordiamo alcuni compositori di questo periodo: Franz
Schubert (1797-1828); Robert Schumann (1810-1856); Niccolò Paganini
(1782-1840), considerato il più grande violinista di tutti i tempi; Fryderyk
Chopin (1810-1849): Ricca di fantasia melodica e di originalità armonica
e costruttiva, la sua musica ha dato un contributo essenziale
all'affermazione del pianoforte quale strumento di espressione poetica;
Franz Liszt (1811-1886) che ha dato un importante contributo allo sviluppo
tecnico del pianoforte; Johannes Brahms (1833-1897) fu per alcuni anni
allievo di Schumann; Cajkovskij (1840-1893), uno dei più grandi
compositori di musica strumentale dell'Ottocento: ricordiamo "lo
schiaccianoci"• e "il lago dei cigni"•; e molti altri.
Lo strumento principe di questo secolo fu il Pianoforte.
La rivoluzione romantica: Verdi e Wagner. Verso la seconda metà
dell'Ottocento la musica ruota attorno a due musicisti: Giuseppe Verdi e
di Richard Wagner (1813-1883). Il primo, tradizionalista, affida alla musica
il compito di evidenziare i sentimenti dei protagonisti delle sue opere,
ispirate a soggetti diversi per epoca e ambiente. Il secondo invece, nella
duplice veste di compositore e librettista, rivoluziona l'opera ispirandosi a
soggetti del Medioevo tedesco, in cui si nota il nazionalismo.
Il tardo Romanticismo. La musica acquista una valenza ricreativa,
soprattutto a Vienna dove, quasi a compensare il tangibile declino
politico e sociale del paese, nascono le distrazioni dell'operetta e del
valzer. Nello stesso periodo in Russia compositori quali Balakirev, Cui,
Borodin, il già citato Musorgskij e Rimskij-Korsakov (il cosiddetto "Gruppo
dei Cinque") fondano una scuola musicale nazionale con cui si conclude
il processo di assimilazione della cultura occidentale iniziato in pieno
periodo romantico.
Il Novecento e ...oggi.
Il Novecento. Questo secolo si apre con una crisi dei valori
ottocenteschi. Domina il nazionalismo, l'imperialismo; le industrie hanno
fatto passi da gigante e gli operai reclamano i loro diritti, dando vita a
una lotta tra proletariato e borghesia capitalistica.
La rivoluzione proletaria in Russia, delle due guerre mondiali, le dittature
fascista e nazista, la guerra civile di Spagna: questo è stato il novecento.
La figura dell'artista è cambiata e l'avvento dei mass media ha
modificato il mondo musicale. Le prime incisioni su dischi alla fine del
1800, che hanno dominato sino agli anni 90, ha visto l'esposione della
musica leggera, pop rock e jazz. Alla nuova dimensione musicale si è
aggiunto il cinema, la radio, la televisione: modi diversi di ascoltare e
percepire la musica.
All'inizio di questo secolo Alban Berg (1885-1935), Anton von Webern
(1883-1945) e Arnold Schönberg (1874-1951) si fanno portavoce delle
nuove tecniche espressive. Schönberg elaborara un sistema musicale
totalmente nuovo: la dodecafonia, vale a dire l'utilizzo dei dodici suoni
della scala cromatica ordinati in una specifica successione chiamata
serie.
In Francia si afferma l'impressionismo, caratterizzato da una musica
raffinata e colorata, permeata da sonorità tali da evocare emozioni
immediate. Gli esponenti principali furono: Claude Debussy (1862-1918) e
Maurice Ravel (1875-1937). In Italia si afferma il Verismo: dalla letteratura
di Verga e Capuana, anche l'ambiente musicale di Puccini, Mascagni e
Leoncavallo, si fa portavoce dei nuovi ideali: i libretti che raccontano
storie reali, ispirate alla vita di tutti i giorni, utilizzando melodie descrittive e
"orecchiabili", accessibili a tutti.
In America si afferma l'arte di Gershwing (1898-1937) e Stravinsky (18821971). Quest'ultimo il più in vista del '900. Egli volle bandire qualsiasi
significato espressivo della musica, vista come pura azione costruttiva
simile a quella dell'artigiano. Il ritmo è accentuato, la melodia spezzata e
contorta, non tradizionale. Tra le sue opere ricordiamo 'L'uccello di
fuoco', 'Petrouucha' e 'La sagra della primavera'.
Ricordiamo: Sergej Prokof'ev (1891-1953) il quale riteneva che la musica
dovesse avere un'autentica funzione sociale. Tra le sue composizioni più
popolari: Sinfonia classica, L'amore delle tre melarance, Pierino e il lupo, il
poema sinfonico Aleksandr Nevskij, Romeo e Giulietta (balletto). Paul
Hindemith (1895-1963) si è rifatto nelle proprie composizioni al grande
insegnamento di Bach, mentre Béla Bartók (1881-1945) si è ispirato ai
modi e ai ritmi della musica popolare ungherese. Reazioni contrarie ai
sistemi ottocenteschi si manifestano nel ritorno a musiche di età barocca:
è questa la linea seguita da compositori italiani come Ildebrando Pizzetti
(1880-1968), Ottorino Respighi (1879-1936), Gianfrancesco Malipiero
(1882-1973).
IL JAZZ. La forma per eccellenza che ha dominato le Americhe è stato il
jazz. Il commercio dei neri tra il 1700 e 1800 dall'Africa agli Stati Americani
del sud portò la cultura musicale nera nel nuovo continente, generando
il Jazz, tutt'ora in voga.
Agli inizi del 1900 divenne popolare a New Orleans, città della Luisiana. le
prime bands erano formate da una sezione melodica (cornetta,
clarinetto e trombone) e da una ritmica (banjo, chitarra e bassotuba). Le
formazioni agli inizi erano prevalentemente nere, dopo i bianchi
iniziarono a ad apprezzare questa musica e a farla, tant'è vero che molti
bianchi dichiaravano di avere origini africane. L'intento delle persone di
colore era proprio questo: dimostrare che anche loro sapevano fare
qualcosa di buono.
Le prime incisioni di Jazz si hanno nel 1913. I maggiori solisti jazz furono:
Bessie Smith, grande interprete di blues, Louis Armstrong, cornettistatrombettista, Sidney Bechet, clarinettista-sassofonista, il pianista Duke
Ellington. Negli anni Trenta predominò un nuovo genere, lo swing,
caratterizzato da anticipazioni e ritardi nel ritmo. Glenn Miller portò il jazz
a livello di piacevole consumo e la musica leggera di tutto il mondo
assunse il ritmo del jazz. Dopo la seconda guerra mondiale, tra i neri
nasce il genere be-bop, un linguaggio musicale di protesta: ricordiamo il
sassofonista Charlie Parker e il trombettista Dizzy Gillespie e la potenza
ritmica e sonora l'orchestra del vibrafonista Lionel Hampton; il cool jazz:
un ritmo più pacato. Negli anni Cinquanta, l'hard bop, con sonorità
accese e ritmi accentuati trovò la sua voce nella tromba di Miles Davis.
Alla fine degli anni Cinquanta la nuova coscienza politica tra la
popolazione nero-americana e i problemi razziali danno vita al free jazz
(jazz libero) di Ornette Coleman, dove "libero" significa la volontà di
liberarsi delle esperienze jazzistiche precedenti e affermare una cultura
nera indipendente dalla cultura bianca; è caratterizzato dalla musica di
Max Roach, batterista, e da quella di Charles Mingus, contrabbassista e
compositore. Dagli anni Settanta il jazz subisce le influenze del rock e
delle nuove tecniche elettroniche.
Negli ultimi anni si tende a ritornare alle origini del Jazz. Bollani è
l'esponente più in vista in Italia.
LA MUSICA CONTEMPORANEA
Le proposte della musica contemporanea sono varie, comunque
possiamo riassumerle in tre forme:
Musica aleatoria. Musica basata sulla casualità e sull'improvvisazione. La
partitura non è un o spartito ma un grafico d'improvvisazione.
Rappresentanti di questa tendenza sono l'americano John Cage,
l'argentino Mauricio Kagel e, in alcuni casi, l'italiano Silvano Bussotti
Musica seriale: molto simile alla dodecafonica. Si fissa una serie di
parametri che si ripetono in successione, non si debbono ripetere i suoni,
in queste ricerche si punta alla continua variazione della dinamica,
dell'intensità, del timbro, del ritmo. In questa direzione hanno lavorato e
lavorano alcuni compositori: il tedesco Karlheinz Stockhausen, il francese
Pierre Boulez, il belga Henri Pousser e, in parte, l'italiano Luciano Berio;
Musica di stampo 'classico': L'italiano Luigi Nono, l'ungherese György
Ligeti o il polacco Krzystof Penderecki hanno voluto conservare un
rapporto con il pubblico e mantenere un contenuto espressivo alla
musica.
Le esperienze elencate usano le strumentazioni elettroniche. Questa
tendenza è iniziata con la musica concreta. I musicisti dediti a questo
"genere" si propongono di utilizzare suoni di varia natura (ambientali e
uso di oggetti), incidendoli su un supporto magnetico e elaborandoli con
il computer. Si possono ottenere impasti timbrici e atmosfere sonore
straordinari, assolutamente non riproducibili con un'orchestra tradizionale.
La musica elettronica ha largo impiego attualmente nelle colonne
sonore cinematografiche e televisive e nelle canzoni di musica leggera,
pop, rock...
A tal proposito cito un articolo di Stefania Aleni, pubblicato da "Viva
Musica" di luglio 2009 intitolato: L'informatica si fa
musicale, in cui si fa riferimento al corso di laurea in Scienze e tecnologia
della comunicazione musicale, un ramo della Facoltà di che Scienze
Matematiche, fisiche e naturali di Milano che consiste nel rendere la
musica digitale. Sono riusciti ad ottenere la standadizzazione a livello
mondiale dell'informazione musicale a più strati: strutture musicali, la
partitura in forma grafica e astratta, l'audio, il timbro... Il nuovo corso sarà
basato sulle tecnologie musicali e sarà un ramo della facoltà di
Informatica.
Le forme musicali
In genere le composizioni musicali sono costruite seguendo una forma prestabilita.
La forma è la struttura con la quale si organizzano le frasi e i periodi all’interno di un brano musicale.
Esistono molti tipi di forme musicali:
• Alcune sono regolate da schemi molto rigidi e precisi;
• Altre sono più libere e “flessibili” e offrono maggior spazio alla fantasia del compositori.
Per individuare la struttura di un brano dobbiamo basarci sugli stessi criteri utilizzati per individuare le frasi e i periodi
musicali:
• Uguaglianza;
• Differenza:
• Somiglianza.
Analizzando un brano con questi criteri possiamo individuare alcuni tipologie di forme musicali:
• Le forme monopartite
Costituite da un’unica sezione che si ripete uguale o variata.
• Le forme bipartite
Basate sul contrasto tra due parti diverse tra loro.
• Le forme tripartite
Presentano una struttura simmetrica che si basa sui criteri del contrasto e della ripetizione.
• Le forme polifoniche
Basate sulla sovrapposizione e intreccio di più linee melodiche.
• Le forme libere
Il compositore non utilizza più su schemi predefiniti ma segue liberamente la propria ispirazione musicale.
• Le forme narrative
La musica si prefigge di raccontare o illustrare qualcosa (un testo, una poesia, un quadro…).
Forma musicale monopartita
La forma monopartita è il tipo più semplice di struttura musicale.
Prevede un unico periodo musicale che si ripete più volte.
Un esempio di questa struttura lo troviamo in un particolare tipo di canzone chiamata “ballata”.
La ballata è un canto narrativo suddiviso in strofe.
Ad ogni strofa si ripete la stessa melodia con parole diverse.
Un esempio è dato da: La “canzone di Marinella” di Fabrizio De’Andrè è formata da un unico periodo musicale che si
ripete quasi uguale per tutte le otto strofe del brano.
Tema e variazioni
Forma musicale monopartita.
Essa si basa sul principio della ripetizione variata.
Si parte da un “tema”, cioè da una melodia in genere piuttosto semplice e orecchiabile.
Il tema viene ripetuto più volte modificando ad ogni ripetizione uno o più aspetti musicali:
• Ritmo
• Melodia
• Accompagnamento
• Velocità
• Dinamica
• Timbri sonori
In base al tipo e alla quantità degli elementi modificati il tema può trasformarsi fino a diventare irriconoscibile.
La forma musicale bipartita
La forma musicale bipartita presenta una struttura divisibile in due parti di carattere contrastante (A –B).
Le “canzoni” della musica leggera, sono costruite (in genere) con una forma bipartita: la strofa e il ritornello.
Molte danze del 1500/1600 sono strutturate in due parti:
• L’allemanda
• La giga
• La gavotta
• Il rigaudon
La Suite
Consiste in un insieme di brani strumentali la cui forma è bipartita monotematica. A volte può chiamarsi Partita o
Ordre.
I tempi fondamentali di una suite sono:
ALLEMANDA: di origine tedesca, tempo a 2 o 4 tempi, velocità moderata; inizia in levare o comunque con una croma.
CORRENTE: di origine francese, tempo a tre (3/4 oppure 3/2), velocità allegro;di solito inizia in levare con una figura
di semicroma.
SARABANDA: di origine spagnola o araba, tempo a 3 (3/4), velocità molto lenta;inizia sempre in battere.
GIGA: è il pezzo conclusivo della suite e ha un carattere brillante, in tempi: ¾, 3/8, 6/8 oppure 12/8. Può cominciare in
battere oppure in levare.
Le forme musicali tripartite
La forma musicale tripartita è una delle più usate dai compositori.
Essa si basa su due tecniche fondamentali della composizione musicale:
• La ripetizione (far sentire più volte lo stesso tema)
• Il contrasto (affiancare due temi diversi tra loro)
La struttura di questa forma è A – B – A
• A = primo tema
• B = secondo tema
• A = ripetizione del primo tema
Il minuetto Schema: A B (trio) A
Il minuetto è un’antica danza francese in tempo ternario. Fu introdotta da Giambattista Lully alla corte del re Sole, Luigi
XIV, nel XVII secolo.
Ottenne fortuna in tutta Europa, diventando la danza più rappresentativa del 1700, sostituendosi alla Pavana e alla
Ronda.
La struttura del minuetto è rigorosamente simmetrica, come imponeva lo stile musicale dell’epoca.
La forma è bitematica (con due temi principali) e tripartita (divisa in tre parti).
La prima e terza parte erano suonate da tutta l’orchestra. La parte centrale è detta “trio” perché in origine era eseguita da
tre soli strumenti (un fagotto e due oboi). Il minuetto era presente in quasi tutte le composizioni strumentali del periodo
classico. Le prime sonate per pianoforte di Beethoven presentano il minuetto e prima di lui Haydn.
Sul finire del ‘700 il minuetto viene progressivamente abbandonato e sostituito dallo “scherzo”.
Lo scherzo (utilizzato per la prima volta da Beethoven) ha la stessa struttura formale del minuetto, ma un ritmo
decisamente più vivace.
Il rondò Schema: a b a c a d a
Forma classica nata nella seconda metà del Settecento, deriva dal “rondeau”, un genere di canto utilizzato in Francia nel
XIII secolo per accompagnare un tipi di ballo in tondo denominato 'ronde‘.
Il rondò si basa su un tema principale detto “refrain” (ritornello) che viene ripetuto più volte.
Al refrain vengono alternati altri temi, sempre nuovi, detti “couplets” (episodi).
In genere il ritornello mantiene la tonalità iniziale, mentre gli episodi possono essere in tonalità diverse.
La forma sonata
Struttura bitematica (basata su due temi musicali) e tripartita (suddivisa in tre parti).
I momenti della composizione sono:
• Esposizione (vengono presentati i due temi musicali );
• Sviluppo (i temi sono elaborati, ampliati, approfonditi);
• Ripresa (i due temi sono riproposti e giungono alla conclusione).
La forma sonata è stata la più utilizzata soprattutto nel periodo classico come struttura per il primo movimento di quasi
tutte le composizioni strumentali (sonata, duo, trio, quartetto, quintetto, concerto solista,sinfonia).
La forma sonata veniva utilizzata, soprattutto nel periodo classico, come struttura per il primo (e a volte anche l’ultimo)
tempo di quasi tutte le composizioni strumentali.
In base al numero degli esecutori le composizioni strumentali assumevano le seguenti denominazioni:
• Sonata (uno o due esecutori)
• Duo, trio, quartetto, quintetto, sestetto, ecc.
• Sinfonia (l’intera orchestra)
• Concerto (dialogo tra uno o più solisti e l’orchestra)
Ogni movimento era costruito seguendo uno schema formale diverso.
Nel periodo classico una tipica composizione strumentale era strutturata nel seguente modo:
• Primo tempo Allegro (in forma sonata)
• Secondo tempo Andante o Adagio (in forma A - B – A)
• Terzo tempo Minuetto (sostituito poi dallo “scherzo”)
• Quarto tempo Allegro (in forma sonata o in forma di rondò)
Il concerto è una composizione musicale che prevede uno o più strumenti solisti accompagnati dall'orchestra, in gran
voga nel periodo classico e fino ai nostri giorni.
Il concerto, come la maggior parte delle forme musicali, nasce in Italia, come derivazione diretta di alcune forme
musicali. In origine, le prime forme strumentali erano definite Canzoni da Sonare, ed erano composizioni in stile
polifonico destinate all'organo e provenienti dalle antiche forme vocali. Come dalla Suite si passò alla Sonata da
Camera, così dalle Canzoni da Sonare nacque la Sonata da chiesa.
La Sonata da chiesa nasce verso la fine del Cinquecento, nell'ambito delle "cappelle strumentali" ecclesiastiche che si
andavano sviluppando accanto a quelle prettamente vocali. Questa esigenza nacque con l'idea di dare maggiore
solennità alle pratiche del culto, contribuendo allo sviluppo della musica strumentale: in occasione di funzioni
particolari, il normale organico degli esecutori veniva aumentato, offrendo ai compositori dell'epoca la possibilità di
avvalersi di complessi numerosi. In origine era realizzata (come la Sonata da camera) per due violini e basso, ed era
polifonica, e si caratterizzava per il numero e la definizione dei tempi: generalmente era costituita da tre movimenti, un
Allegro, spesso preceduto da un Grave iniziale, un Adagio e un Vivace per finale. Nel momento in cui la Sonata da
Chiesa si ampliò, con l'uso di strumenti raddoppiati (soprattutto strumenti a fiato) nei tempi vivaci, fu chiamata
Sinfonia o indifferentemente Sonata. A questi due termini bisogna aggiungerne un terzo, Concerto grosso, che in realtà
non era altro che un modo di eseguire la Sonata da chiesa dividendo la parte strumentale tra due gruppi di suonatori:
il Concertino e il Concerto Grosso.
Concertino e Concerto grosso
Con il termine Concerto grosso si intende una forma musicale del periodo barocco italiano, basata sull'alternanza tra
movimenti lenti e veloci, ma caratteristica per il suo organico strumentale, suddiviso in due sezioni, di diversa
consistenza: il Concertino e il Concerto grosso o Tutti. La prima è composta di norma, come nella sonata a tre, da due
violini e un violoncello come basso; la seconda da vari strumenti ad arco in uso all'epoca (violini, viole, violoncelli,
talora una viola di basso o un contrabbasso), e dallo strumento a tastiera che realizza il basso continuo. L'andamento del
concerto grosso è basato sulle due sezioni strumentali, che alternano frasi ed episodi musicali come in un dialogo: il
Concertino proporre un tema che i Tutti variano o sviluppano, creando il tipico effetto di alternanza dinamica tra piano
e forte.
Nel concerto grosso, i due violini del Concertino si trovavano in condizione di pari dignità, limitandosi a duettare tra
loro; ma col tempo il primo violino prende il sopravvento, anche grazie al rafforzamento tecnico dello strumento,
trasformandosi in una vera e propria parte solistica, contrapposta al Tutti, e dando vita al Concerto a solo. Quest'ultimo
rappresenta l'embrione del concerto vero e proprio, quello, cioè, basato sul dialogo tra uno strumento solista e un
complesso strumentale, generalmente l'orchestra. Tra i primi concerti grossi ricordiamo le sonate di viole di Alessandro
Stradella, le sonate che formano la raccolta Armonico Tributo di Georg Muffat (1682), a loro volta ispirati dai concerti
grossi di Arcangelo Corelli (che però verranno pubblicati solo nel 1712), di Tomaso Albinoni, che sembra abbia ispirato
Bach per il suo Concerto brandeburghese n. 3.
Il Concerto Barocco
La forma musicale del concerto grosso è stata portata alla sua massima espressione da compositori come Arcangelo
Corelli, Giuseppe Torelli, Tomaso Albinoni e Georg Friedrich Händel. Anche Alessandro Stradella aveva adottato poco
tempo prima il sistema del "grosso" e del "concertino", sia in alcuni dei suoi numerosi concerti, sia, soprattutto, in
alcune pagine dell'Oratorio San Giovanni Battista, in cui l'accompagnamento di intere arie è appunto sostenuto dalle
combinazioni contrappuntistiche create dalla contrapposizione tra le due parti strumentali. In particolare, il Concerto
grosso si affermò soprattutto a Venezia con Antonio Vivaldi acquistò. La produzione di Vivaldi, fu presa a modello per
molto tempo in Italia e fuori: lo stesso Johann Sebastian Bach, lo studiò in maniera approfondita, riprendendone la
struttura nel suo Concerto nello stile italiano, col quale probabilmente voleva rendere omaggio al compositore italiano.
Con Giambattista Viotti, infine, il "concerto" inteso nella forma antica e quindi come derivazione diretta della Sonata da
Chiesa, raggiunge il massimo sviluppo.
La Sinfonia
I movimenti della sinfonia classica sono generalmente quattro:
. "Allegro", strutturato nella forma-sonata, spesso preceduto da una breve introduzione in tempo lento.
. Un movimento lento, la cui struttura puo variare: Romanza, tema e variazioni, rondò...
. "Minuetto", in genere il movimento piu breve della sinfonia. A partire da Beethoven esso viene sempre piu spesso
sostituito da uno scherzo.
. Un movimento rapido, in forma-sonata o di rondò.
Il primo e l'ultimo movimento sono quasi sempre nella stessa tonalità, mentre per i movimenti centrali cambia: si passa
alla dominante, alla sottodominante oppure alla relativa maggiore o minore.
Le eccezioni a questo schema diventano sempre piu frequenti a partire da Beethoven, ma comunque è un riferimento
importante fino alla metà del XX secolo, come ci dimostrano Mahler, Prokofiev e Shostakovic.
La strumentazione si accresce e diventa più variegata nei timbri:
L'orchestra classica, formata da archi, legni, corni, e timpani, viene arricchita, a partire dalle ultime opere di Haydn, con
le trombe e sucessivamente dai clarinetti. Con l'opera lirica si inseriscono altri strumenti: il corno inglese, il
controfagotto, gli ottoni più gravi e l'arpa. Beethoven ci ha lasciato il primo esempio di sinfonia corale (la Nona
Sinfonia), che sarà seguito più volte nel corso della storia della musica.
Oltre alla varietà timbrica, anche il numero di elementi dell'orchestra sinfonica, in particolare nella sezione degli archi,
si accresce rapidamente in epoca romantica, passando dalle poche decine delle sinfonie di Mozart e Haydn ai circa
cento elementi dell'ultimo Beethoven, per giungere alle colossali orchestre previste dalle sinfonie tardoromantiche.
Anche il Concerto si evolve di pari passo alla Sinfonia. Lostrumento solista del concerto è il violino: sono pochi i casi
in cui il clavicembalo appare come strumento di primo piano, nonostante all'epoca fosse molto amato.
Il clavicembalo fu impiegato per la prima volta, in qualità di solista, nei Concerti di Johann Sebastian Bach, il quale,
soprattutto con il Concerto in re minore BWV1063 concepito per tre clavicembali, affidando ai solisti un ruolo
preminente.
Le forme polifoniche
Un brano musicale è “polifonico” quando sono presenti due o più melodie (chiamate “voci”) che si sovrappongono e si
intrecciano senza alcun accompagnamento.
La sovrapposizione delle melodie non può naturalmente avvenire in modo casuale ma segue delle regole compositive
molto complesse.
Uno dei principi fondamentali che stanno alla base della polifonia è il principio dell’imitazione che si presenta in tre
modi:
• Per moto retto
Una voce propone un tema e gli altri strumenti “entrano” successivamente a intervalli prestabiliti “imitando” lo stesso
tema.
• Per moto contrario ( o a specchio)
Una seconda voce esegue una linea melodica capovolgendo gli intervalli della prima voce.
• Per moto retrogrado
La seconda voce esegue la melodia partendo dall’ultima nota e procedendo all’indietro.
Le principali forme polifoniche sono:
• Il canone: una forma polifonica basata sul principio dell’imitazione. Può essere realizzato da due o più parti vocali o
strumentali che a turno propongono la stessa melodia.
Il canone può essere di due specie:
• Canone infinito (o perpetuo)
L’imitazione ricomincia sempre da capo (per un numero di volte a piacere) e termina con le voci che si arrestano l’una
dopo l’altra in ordine inverso rispetto all’inizio.
• Canone finito
L’imitazione si arresta con una o più battute conclusive.
• L’invenzione
Forma strumentale polifonica che si basa sul principio dell’imitazione. A differenza del canone, le voci non si limitano
a ripetere il tema ma lo possono variare e sviluppare in vari modi. La forma dell’invenzione è stata sviluppata e
utilizzata da Johann Sebastian Bach (1685 – 1750) nelle due serie di 15 invenzioni, a due e tre voci per clavicembalo.
In questi brani la polifonia non si sviluppa tra strumenti diversi ma attraverso la possibilità del clavicembalo di eseguire
più suoni contemporaneamente.
• La fuga
Forma polifonica più rigorosa e impegnativa.
Può avere un numero variabile di voci, generalmente da due a quattro.
Le parti che la costituiscono sono:
• Il soggetto (o tema) esposto all’entrata di ogni voce.
• Il controsoggetto, un nuovo tema che segue immediatamente il soggetto: in una fuga possono esserci più
controsoggetti.
• La risposta, l’imitazione del soggetto eseguita da una seconda voce nella tonalità di dominante.
• I divertimenti (o episodi), basati su frammenti del soggetto o del controsoggetto: sviluppati liberamente.
• Lo stretto, episodio nel quale i temi vengono eseguiti in modo ravvicinato (più stretti) creando
l’impressione di un inseguimento.
Le forme libere
Nel romanticismo (XIX secolo) i compositori abbandonano progressivamente le strutture formali che avevano
caratterizzato la musica del periodo classico. Nascono nuove forme musicali “libere” cioè completamente svincolate da
schemi prestabiliti.
Il compositore romantico desidera esprimere in musica la sua realtà umana, fatta di sentimenti, speranze e ideali.
Per questo motivo egli lascia che la forma si sviluppi liberamente, senza preoccuparsi di stabilire a priori il tipo di
struttura da utilizzare.
Le principali composizioni basate su forme libere sono:
• L’improvviso
• La fantasia
• Il notturno
• Il foglio d’album
• La rapsodia
Le forme narrative
La musica è un linguaggio che descrive, narra, suscita emozioni e sentimenti; si chiam musica narrativa. individuiamo
tre tipi:
• La musica descrittiva
il compositore cerca di descrivere con i suoni delle immagini reali (il canto degli uccelli, il sibilo del vento, lo scoscio
della pioggia, il boato del tuono, ecc.).
• La musica a programma
il compositore segue una trama prefissata (un “programma”) come una storia, il racconto di un viaggio, il commento
di un brano poetico, la rappresentazione di un dipinto, ecc.
• La musica pura o “assoluta” in netto contrasto con gli altri generi, non racconta niente altro che se stessa. Deve
essere ascolta e goduta seguendo il suo svolgimento come un puro gioco sonoro.
Quando un artista si serve della musica per raccontare o descrivere qualcosa in genere non si preoccupa della forma che
assumerà la sua composizione. La musica si svolge liberamente per potersi adattare agli “episodi” o alle immagini che
deve raccontare o descrivere.
Queste forme “narrative” presentano quasi sempre uno svolgimento privo di interruzioni, in un solo movimento.
Come le altre forme musicali “libere” anche le forme narrative nascono nel periodo del romanticismo e si sviluppano
per tutto il XIX e il XX secolo.
La più celebre forma musicale narrativa è il poema sinfonico, un genere di musica orchestrale ispirato ad argomenti
letterari, poetici, storici, pittorici e anche autobiografici.
L’inventore del poema sinfonico è stato il compositore ungherese Franz Listz.
Altre forme narrative sono:
• Il quadro sinfonico
brano musicale di genere descrittivo e pittorico.
• Lo schizzo sinfonico
più breve e conciso nello svolgimento dei temi.
• La fiaba sinfonica
composizione a contenuto favolistico con voce recitante.
• Lo scherzo sinfonico
ispirato a storie o personaggi divertenti.
A CURA DEL
Prof. PIERO CARLO MALANDRA